Sociologia
Da Ortosociale.
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Versione delle 12:37, 14 ott 2010
Bullismo e Adolescenti
- Bullismo e Adolescenti Dai libri di Marida Lombardo Pijola.
Shakespeare
Alcuni brani del grande William Shakespeare sono interessanti spunti di analisi su alcuni problemi classici della sociologia:
- Antonio e Cleopatra Il suicidio, il potere, il rapporto di genere, la superiorità femminile
- Riccardo 3 le stratificazioni sociali, l'ipocrisia religiosa, la borghesia nascente
- Malvolio il puritanesimo come ethos capitalistico e la sua natura di rappresentazione di status
Marxismo
Critica al marxismo
La critica del marxismo e del marxismo-leninismo che proponiamo è quella di Robin Hahnel e Michael Albert, autori della Partecipatory Economics o parecon.Tra i loro primi scritti c'è "Marxism and Socialist Theory" una valutazione della teoria marxista e marxista-leninista che mette in luce quelli che gli autori ritengono siano gravi errori. Michael Albert e Robin Hahnel argomentano che quegli aspetti della teoria marxista che rigettano le istituzioni della proprietà privata e del mercato sono ben fondate, mentre altri aspetti della dottrina marxista e marxista-leninista sono parzialmente o totalmente errati. Secondo noi a questi errori se ne aggiungono altri
Errori di base
Questi aspetti comprendono
- la distorsione in senso economicistico
- la dialettica come logica
- il materialismo storico
- le previsioni storiche totalmente errate
- la definizione di classe sociale
- la teoria del valore basata sul lavoro, fondamento di tutto Il Capitale, la sua opera principale. L'errore consiste nella oggettivazione metafisica di un presunto "valore" nella "merce" (valore di scambio e valore di uso). Lo scambio avviene invece come sostengono i marginalisti secondo i criteri soggettivi degli esseri umani che si scambiano beni e servizi e secondo i contesti istituzionali nei quali agiscono per scambiarsi beni e servizi. Ad esempio di strane istituzioni di scambio, nella ex-Urss i prezzi erano stabiliti arbitrariamente dallo Stato influenzato tra l'altro dalla teoria marxiana. Adam Smith e Ricardo, primi autori della teoria, erano più flessibili di Marx, nel senso che ipotizzavano il lavoro come un possibile criterio soggettivo di scambio. A.Smith parlando dello scambio in una presunta società primitiva di cacciatori sosteneva che era possibile scambiare due castori con un cervo supponendo che chi faceva lo scambio pensasse che servisse lo stesso tempo ed energia nella caccia. Una critica ancora più radicale è quella della antropologia economica di Karl Polanyi che non considera il lavoro una "merce" (come invece fa Marx) eliminando ogni senso della teoria del valore-lavoro. K.Polanyi definisce "merci fittizie" il lavoro, la terra, la moneta: vedere "La Grande Trasformazione" Einaudi. In Carlo Trigilia, "Sociologia Economica", I vol. Profilo Storico, pag.96, Il Mulino Itinerari, troviamo il punto sulla teoria del valore-lavoro:"Ma dal punto di vista strettamente economico altre obiezioni significative, in un certo senso preliminari, investono la teoria del valore-lavoro e quindi l'analisi del plusvalore e del profitto. La teoria del valore-lavoro, per essere applicata al lavoro, richiede condizioni particolarmente restrittive e non realistiche: una situazione di concorrenza perfetta e una omogeneità della qualità del lavoro prestato. Ne risulta inficiata la teoria del plusvalore e quella del profitto. D'altra parte, il tentativo di fondare sul plusvalore il profitto non consente di render conto adeguatamente di come i valori si trasformino in prezzi effettivi dei beni. Una classica trattazione di questi temi si trova in Schumpeter (Storia dell'Analisi Economica)".
- la teoria delle crisi. L'errata teoria del valore-lavoro applicata alla formazione del profitto comportava anche una errata spiegazione della caduta tendenziale del saggio di profitto che avrebbe spiegato a sua volta le ricorrenti crisi economiche.
- il rifiuto del pensiero visionario e utopistico (questo è uno degli aspetti peggiori e più nefasti nel processo storico influenzato dal marxismo)
- la presenza di valori e tendenze autoritarie rivelatasi fatale nelle applicazioni pratiche del marxismo
Errori con gravi conseguenze pratico-politiche
Aggiungano ulteriori critiche a quelle di Robin Hahnel e Michael Albert:
- una impostazione etnocentrica ed eurocentrica che ha corrotto una vera impostazione internazionalista; una impostazione, inaugurata da Marx stesso con la I Internazionale, basata su partiti nazionali anzichè su un vero movimento internazionale (vedi la storia della SPD tedesca)
- la totale non considerazione dell'imprenditore come attore sociale, contrapposto al "capitalista" . Dice J.A.Schumpeter (L'imprenditore e la storia dell'impresa, Bollati Boringhieri, pag.54): Ne è un esempio Marx, per il quale non esistono imprenditori ma soltanto "capitalisti", con il risultato che una delle contrapposizioni teoriche e uno degli antagonismi pratici più importanti che il processo economico mostra, ossia la contrapposizione tra imprenditore e capitalista, va completamente perduta. E ciò basta da solo a rendere inservibile l'intero quadro. Questo deriva dalla totale insignificanza dell'individuo nella concezione marxiana della storia mutuata da quella hegeliana come dialettica dello Spirito Assoluto.
- la critica del sistema capitalista, contenuta soprattutto nel tema della alienazione (vedi Manoscritti economico-filosofici del 1844), viene solitamente magnificata come lascito positivo del pensiero marxiano. Ma si potrebbe vedere anche in essa la impostazione metafisica e idealistica di Marx nel concetto di "reificazione". Questa impostazione ne invalida l'utilità teorica e pratica.
- l'aver astratto il capitalismo dal flusso della continuità storica, creando una frattura tra il pre-capitalismo e il post-capitalismo attuale; vedi le teorie di Andrè Gunder Frank che ipotizzano una forte continuità storica nel world-systems approach negli ultimi 5000 anni; vedi anche il sistema di Uruk;
La madre di tutti gli errori
Soprattutto quello che ha rovinato gli sviluppi successivi delle varie correnti marxiste è stato il suo settarismo ed il suo dogmatismo messianico, che si configurano come un vero e proprio credo religioso basato sui testi e sulla puntigliosa discussione e interpretazione dei testi. Anzichè rivolgersi agli eclatanti fatti storici che accadevano sotto il loro naso, i marxisti perdevano tempo in discussioni feroci sui testi. Lo stalinismo in tal senso è una delle tante esemplificazioni di questa tendenza insita dalle sue origini nel pensiero marxiano. La iniziale manifestazione di questa distruzione sistematica di un pensiero diverso dal proprio si ha con Marx nei confronti di tutti gli altri tipi di socialismo proposti: Saint Simon, Fourier, Owen (i socialisti utopisti); Proudhon suo antico maestro (La miseria della Filosofia); Bakunin che aveva tradotto in russo il Manifesto; Stirner, Bauer, Feuerbach ne L'ideologia tedesca. In generale l'atteggiamento di Marx è altezzoso e distruttivo verso tutti gli altri pensatori, tranne l'ossequiente F.Engels. Questo contrasta fortemente con l'ethos scientifico vero che inserisce le proprie scoperte argomentandole e sottoponendole a verifica empirica con la cooperazione di tutti i ricercatori. Vedi Intelligenza Collettiva. In generale i pochi tentativi di sviluppo si rivolgevano a teorie filosofiche pre-scientifiche come nel caso di Lukacs e dello hegelismo. Hegelismo che è l'origine (e la fine) del marxismo stesso.
Gli effetti della visione marxiana nell'analisi storico-politica
La sintesi di questi errori teorici che hanno trovato attuazione planetaria sul piano storico (URSS, Cina, Terzo Mondo filo-sovietico), sintesi che stiamo ancora scontando come residui della II guerra mondiale, si possono riassumere in questo:
- considerando secondo la concezione marxiana il socialismo-comunismo come un superamento del capitalismo, i nuovi regimi ne assumevano in toto l'eredità: industrialismo (in particolare industrialismo pesante e armamenti), dominio dell'uomo sulla natura, cultura etnocentrica europea, teoria della egemonia di una classe o di una pseudo-alleanza di classi sulle altre (operai-contadini con i contadini come alleato fantasma). Questa concezione di Marx del superamento del capitalismo si trova bella chiara in "Per la critica dell'economia politica", esattamente nella Prefazione. Dice Marx: "Ma le forze produttive che si sviluppano nel seno della società borghese creano in pari tempo le condizioni materiali per la soluzione di questo antagonismo".
- la contraddizione logica tra la tesi marxiana del "superamento" storico da un modo di produzione all'altro e la sua insistenza sulla evidenza storica della distruzione dei modi feudali di produzione da parte del capitalismo (proprietà comune della terra, corporazioni, restrizioni e leggi, morale sociale, religione, in pratica tutto). Altrettanto evidente e ancor più drammatica la distruzione dei modi di produzione asiatici o americani. Vedi etnocentrismo marxiano.
- questo avviene sempre secondo la Marx attraverso rivoluzioni, tipiche del modo di procedere della dialettica hegeliana. Per questo Marx ha sempre patrocinato rotture violente dell'ordine costituito perchè secondo luii erano il modo di procedere della storia, anzichè vedere la continuità della trama storica (Braudel) di lunga e lunghissima durata. Questo comportava il grave errore predittivo del 1848 e del Manifesto del Partito Comunista in cui si annunciava al mondo l'imminente rivoluzione comunista europea (siamo nel 1848). Che non è poi avvenuta nemmeno nel 1918 con grande delusione di Lenin e Trotckyi, non certo di Stalin. Questo accento sulla rivoluzione, soprattutto nel passaggio degli stadi dalla società antica a quella feudale e poi a quella capitalistica moderna, non gli permette di vedere la continuità dello sfruttamento umano, dalla posizione della donna alla schiavitù, dalla servitù della gleba al lavoro salariato.
L'eredità delle forze produttive capitalistiche
Dopo questa brillante intuizione profetica ci ritroviamo oggi tra le mani queste forze produttive (in senso marxiano) sviluppate dal capitalismo:
- missili a testata atomica in gran numero (compresi quelli del capitalismo di stato della ex-URSS e del capitalismo tout court della Cina Popolare)
- una avanzata produzione di energia basata sul petrolio, con solo qualche piccolo problema nel Golfo del Messico (BP giugno 2010)
- reattori nucleari in via di proliferazione nonostante Three Miles Island e Chernobyl (con fusione del nocciolo del reattore nucleare)
- una sviluppata industria automobilistica con adeguate infrastrutture viarie (vedi l'uso umanistico di questa forza produttiva a Pomigliano d'Arco)
- una avanzata tecnologia OGM ben rappresentata dalla Monsanto
- una sana produzione ideologico-culturale ben rappresentata da Holywood
- una sana alimentazione ben rappresentata da Mac Donald's e simili
- una agricoltura industriale a monocultura estensiva basata sull'uso di biocidi chimici e fertilizzanti derivati dal petrolio in via di esaurimento
- una scienza ed una tecnologia che (forse) hanno portato l'uomo sulla Luna ma non hanno trovato il modo di sostituire il petrolio
- la scienza e la tecnologia che hanno prodotto l'inquinamento urbano ed agricolo non hanno trovato rimedi contro il cancro che questo inquinamento produce
il Cinismo Eurocentrico di Karl Marx
La sintesi del pensiero marxiano composto da materialismo storico, dall'idea del progresso come processo inevitabile che si svolge attraverso rivoluzioni secondo la logica della dialettica hegeliana, dalla concezione razzista della superiorità dei popoli più civili (l'espressione è nel testo di Marx!), dall'idea che dovremo soltanto ereditare le forze produttive sviluppate dal capitalismo (e ovviamente tutta la cultura che vive in queste forze produttive), la tragica totale insensibilità verso il terribile destino di milioni di esseri umani abitanti di interi continenti (l'India), si ritrovano in questi due brani riportati in "India, Cina, Russia" a cura e traduzione degli originali di Bruno Maffi Milano 1960. I brani citati si trovano tradotti anche nella Introduzione a "L'origine della famiglia della proprietà privata e dello stato" di F.Engels, Editori Riuniti, 1963, pag.11-12.
K.Marx scrive sul New York Daily Tribune del 25 giugno 1853 l'articolo "La dominazione britannica in India":
"(la dominazione britannica in India ha causato)...la più grandiosa e, a dire il vero, l'unica rivoluzione sociale che l'Asia abbia mai conosciuto" [Nota di ortosociale.org: sic!]
K.Marx scrive sul New York Daily Tribune del 8 agosto 1853 l'articolo "I risultati futuri della dominazione britannica in India":
"Gli effetti distruttivi dell'industria inglese, visti in rapporto all'India - un paese grande come tutta l'Europa - si toccano con mano, e sono tremendi. Ma non dimentichiamo ch'essi non sono che il risultato organico dell'intero sistema di produzione com'è costituito oggi. Questa produzione si fonda sul dominio assoluto del capitale. La centralizzazione del capitale è essenziale all'esistenza del capitale come potenza indipendente. L'effetto distruttivo di questa centralizzazione sui mercati del mondo non fa che rivelare, nella dimensione più gigantesca, le leggi interne dell'economia politica operanti in ogni città civile [Nota di ortosociale.org: il grassetto è mio]. Il periodo storico borghese ha creato le basi materiali del mondo nuovo - da un lato, lo scambio di tutti con tutti, basato sulla mutua dipendenza degli uomini, e i mezzi per questo scambio; dall'altro lo sviluppo delle forze produttive umane e la trasformazione della produzione materiale in un dominio scientifico sui fattori naturali. L'industria e il commercio borghesi creano queste condizioni materiali di un mondo nuovo alla stessa guisa che le rivoluzioni geologiche hanno creato la superficie della terra. Quando una grande rivoluzione sociale si sarà impadronita delle conquiste dell'epoca borghese - il mercato del mondo e le forze di produzione moderne - e le avrà assogettate al controllo comune dei popoli più civili [Nota di ortosociale.org: il grassetto è mio], solo allora il progresso umano cesserà di assomigliare a quell'orribile idolo pagano, che non voleva bere il nettare se non dai teschi degli uccisi."
Il fallimento dell'economia marxiana
Da "La Grande Trasformazione" di Karl Polanyi, Einaudi, 2000:
- [NdR : La teoria del valore delle merci basata sul lavoro è errata] Jeremy Bentham...non riuscì neanche a fornire l'unico grande contributo che l'utilitarismo avrebbe potuto dare all'economia, e cioè la scoperta che il valore derivava dalla utilità. [pag.151]
- ...nè Ricardo nè Malthus capivano il funzionamento del sistema capitalistico [pag.157]
- L'economia marxiana, in questa linea di argomentazione, rappresentava un tentativo essenzialmente non riuscito di raggiungere quel fine [la reintegrazione della società nel mondo umano], un fallimento dovuto all'aderenza troppo stretta di Marx a Ricardo e alle tradizioni dell'economia liberale.[NdR : il grassetto è mio] [pag.159]
I 5 punti fondamentali
Le critiche principali sono 5:
- Marx ha distrutto omologandolo, come fa oggi la globalizzazione o il pensiero unico neo--liberista, la grande bio-diversità del pensiero socialista: utopisti, Owen, Fourier, Proudhon, Blanqui, (quelli colpiti dalla Ideologia Tedesca, Max Stirner compreso anche se non era socialista), Bakunin, etc, etc, , DESERTIFICANDO la foresta fertile del pensiero alternativo contro l'oppressione
- Marx ANZICHE' CRITICARE, come si sostiene, HA MAGNIFICATO IL PROGRESSO
CAPITALISTA-BORGHESE come NECESSITA' STORICA, con le conclusioni, da lui
teorico-storico non previste:
Il Report WWF sullo stato del pianeta
- Marx rappresenta da sè il fallimento della teoria materialista della storia: è il perfetto esempio del SELF-FULFILLING PROPHECY: URSS, CINA POP, VIETNAM, COREA, CAMBOGIA, etc. QUESTI VARI RISULTATI PRATICI sono la migliore denuncia della sua teoria auto-realizzantesi
- La teoria del lavoro-valore, base del Capitale è sbagliata. Ergo TUTTO il Capitale è sbagliato. E' una teoria rabberciata e metafisica presa da un A. Smith confuso che non sapeva che pesci pigliare. E' la teoria secondo cui un Luois Vittuon taroccato da 20€ IN "REALTA' " (definizione di "realtà" hegeliana) NE VALE 200€!!!!!!
- Rottura rivoluzionaria della storia: la rottura è APPARENTE! la rottura marxista-leninista della rivoluzione di ottobre 1917 ha in realtà restaurato una versione più forte dello ZARISMO feudale (Stalin, parlando con sua madre, si definiva come tale, uno "zar"). Vedi Braudel che dice di guardare al di là della "polvere" dei fatti storici.
Credo che gli errori intellettuali costino molto a livello pratico: costino il trionfo del "libero" mercato in tutto il mondo capitalista, e soprattutto nel mondo dei fedeli seguagi del marx-lenin-mao-ismo: la Cina Popolare (vedi punto 2)
Conclusione
Questi difetti hanno costituito un grande ostacolo nella lotta per la giustizia sociale e hanno costituito la base del fallimentare esperimento del "socialismo reale" della ex-URSS e la premessa della "svolta" capitalistica in Cina. L'appeal psicologico del marxismo, come principale critica del capitalismo, si rivela dunque un rimedio peggiore del male.
La questione del Mir Russo
Quello che trovo interessante da parte dei populisti russi dei primi del 1900 è l'idea di utilizzare il Mir o "obshchina" come nucleo della rinascita russa. Vera Zasulich, populista russa, scrisse in proposito una famosa lettera a K.Marx su questo punto. Marx abbozzò tre risposte mai spedite, segno dei dubbi che aveva in merito. La risposta ufficiale di Marx è comunque contenuta nella:
Prefazione all'edizione russa del Manifesto del Partito Comunista (1882, Marx muore in quello stesso anno). Quanto segue è scritto di suo pugno da Marx:
...Il Manifesto del partito comunista aveva come oggetto la proclamazione della inevitabile imminente dissoluzione della moderna proprietà borghese. Ma in Russia troviamo, di fronte alla truffa capitalista che si sta rapidamente sviluppando e alla proprietà terriera borghese che si è appena cominciata a sviluppare, più della metà della terra posseduta in comune dai contadini. Ora la questione è: può l'obshchina russa (la comunità di villaggio) [NdR: il Mir], sebbene sia in generale indeterminata e costituisca ancora una forma di primordiale possesso comune della terra, passare direttamente ad una forma più alta di proprietà comune comunista? O, al contrario, deve prima passare attraverso lo stesso processo di dissoluzione che rappresenta l'evoluzione storica dell'Occidente? La sola risposta che oggi possiamo dare è: Se la rivoluzione russa diventa il segnale di una rivoluzione proletaria in Occidente, in modo che una possa completare l'altra, l'attuale proprietà comune russa della terra può servire da punto di partenza per uno sviluppo comunista.
[Karl Marx e Friedrich Engels, Selected Works, 3 voll., Mosca, 1969, vol.I, pp.99-101]
Quanto ai socialisti rivoluzionari ed ai bolscevichi rimando al capitolo 15 (La rivoluzione russa), pag 278-295, del manuale universitario di storia contemporanea: G.Sabbatucci e V.Vidotto. "Il mondo contemporaneo - Dal 1848 ad oggi".
La fine dell'Assemblea Costituente nel novembre 1917 in Russia
Sempre a proposito dei socialisti rivoluzionari russi è opportuno ricordare le vicende della Assemblea Costituente che avrebbe dovuto costruire la Costituzione russa dopo la caduta del sistema zarista. Siamo nei giorni immediatamente successivi al 7 novembre 1917. Dopo alcuni rinvii le elezioni della Assemblea vengono fissate per la fine di novembre. I risultati sono una amara delusione per i bolscevichi che ottengono solo 175 seggi su 707, corrispondenti a nove milioni di voti ottenuti per lo più nei grandi centri. La maggioranza assoluta dell'Assemblea va ai socialisti rivoluzionari con più di 400 seggi, grazie al massiccio sostegno dell'elettorato rurale. I bolscevichi non hanno nessuna intenzione di rinunciare al potere appena conquistato e l'Assemblea appena riunitasi viene sciolta da militari bolscevichi che ubbidivano a un ordine del Congresso Panrusso dei Soviet. I bolscevichi erano riusciti a controllare con la forza militare e l'intimidazione politica il Congresso Panrusso dei Soviet che non era un organo legale riconosciuto del popolo russo, la cui stragrande maggioranza era costituita da contadini che abitavano fuori delle città. Come già detto, il Congresso Panrusso dei Soviet era giunto sotto il controllo dei Bolscevichi, che prima erano maggioritari solo nei Soviet di Pietroburgo e di Mosca, con manovre intimidatorie e con ricatti basati sulla forza militare. L'autore principale di queste manovre e futuro organizzatore della Armata Rossa era proprio Lev Davidoc Bronstejn detto "Trotzckij". Chi ripropone oggi un modello di partito come quello leninista-trotzckijsta rappresenta un mortale attentato alla liberazione del genere umano.
Soviet in Russia e Autogestione
Cito dalla voce Autogestione del Dizionario di Sociologia di Luciano Gallino:
"Le prime forma di Autogestione storicamente realizzatesi sono da vedersi nei consigli operai costituitisi per brevissimi periodi in Francia durante la Comune (1871), in Russia durante i moti rivoluzionari del 1905 e del 1907, in Germania nel 1919 (movimento spartachista), in Italia nel 1920 con l'occupazione delle fabbriche. Tutti questi tentativi sono stati schiacciati, nelle società capitalistiche, dalla reazione dello Stato e delle classi dominanti, mentre in Russia sono stati i primi governi bolscevichi a soffocarli. I soviet (=consigli) istituiti come organi di governo a partire dall'ottobre 1917 nelle fabbriche, nelle aziende agricole, nelle scuole, nell'esercito, spesso sulla base di precedenti organi di lotta rivoluzionaria, al fine di permettere ai lavoratori di prendere in mano tutte le posizioni di governo - sono parole di Lenin - furono gradualmente subordinati al potere centrale nel triennio 1918-1920, e liquidati definitivamente come organi di Autogestione dopo la rivolta di Kronstadt del 1921."
Immanuel Wallerstein
Nasce nel 1930 a New York e si diploma alla Columbia University dove insegna fino al 1971. E' uno storico, un sociologo ed un economista. Ha insegnato in varie università ed è stato presidente dal 1994 al 1998 della International Sociological Association. Attualmente è in attività come Senior Research Scholar al dipartimento di sociologia della Yale University.
E' autore della teoria del sistema-mondo, studia il capitalismo nelle sue fasi e nei suoi cicli che durano da almeno 500 anni, prevede l'esaurimento storico a breve del sistema capitalistico e la sua sostituzione entro 30-50 anni con un sistema diverso. IW si interessa anche di teoria della conoscenza ed auspica una ricomposizione della cultura umanistica con la cultura scientifica (delle scienze umane con le altre scienze) dopo il lungo divorzio che le ha separate a partire dalla fine del 1700.
Scrive regolarmente degli articoli (commentaries) che vengono tradotti in varie lingue e che spiegano le Relazioni Internazionali sulla base della teoria del sistema-mondo, della storia e della economia.