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Remo Ronchitelli (Discussione | contributi)
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Commento n ° 444, 1 marzo 2017

"Resistere? Resistere! Come e Perché?"

Da tempo immemorabile, le persone che si sentono oppresse e/o ignorate dai potenti hanno resistito contro coloro che hanno autorità. Tale resistenza spesso ha cambiato le cose, ma solo qualche volta. Se si considera la causa dei resistenti l'essere virtuoso dipende dai propri valori e dalle proprie priorità.

Negli Stati Uniti, nel corso dell'ultimo mezzo secolo, è emersa una resistenza latente contro quello che veniva visto come oppressione da parte di "elite" che decretavano cambiamenti alle pratiche sociali offensivi a determinati gruppi religiosi e alle popolazioni rurali ignorate e alle persone le cui condizioni di vita erano in declino . In un primo momento, la resistenza ha preso la via del ritiro dal coinvolgimento sociale. Poi ha preso una forma più politica, finalmente prendendo il nome di Tea Party.

Il Tea Party ha cominciato ad avere alcuni successi elettorali. Ma era disperso e senza una strategia chiara. Donald Trump ha visto il problema e la sua opportunità. Egli si offrì come un leader unificante di questo "populismo" di destra catapultando il movimento in potere politico.

Ciò che Trump ha capito è che non vi era alcun conflitto tra essere il leader di un movimento contro il cosiddetto Establishment e cercare il potere nello stato attraverso il partito repubblicano. Al contrario, il solo modo per raggiungere i suoi malefici obiettivi era di combinare le due cose.

Il fatto che egli sia riuscito nel suo intento nella più forte potenza militare del mondo ha rincuorato i gruppi di tutto il mondo che la pensano come lui, che hanno proceduto a perseguire percorsi simili con un numero sempre crescente di aderenti.

Il successo di Trump è ancora oggi non compreso dalla maggioranza dei leader di entrambi i partiti tradizionali degli Stati Uniti, che cercano anzi i segni di quello che diventerà ciò che chiamano "presidenziale". Vale a dire, vogliono che egli abbandoni il suo ruolo di leader di un movimento e si limiti ad essere il presidente e leader di un partito politico.

Essi tentano di cogliere ogni piccolo segno che dimostri che farà questo. Quando ammorbidisce la sua retorica per un momento (come ha fatto il 28 febbraio nel suo discorso al Congresso), essi non capiscono che questa è precisamente la tattica ingannevole del leader di un movimento. Al contrario, si sentono incoraggiati o pieni di speranza. Ma lui non potrà mai rinunciare al suo ruolo di leader movimento, perché nel momento in cui lo facesse perderebbe il potere reale.

L'anno scorso, di fronte alla realtà del successo di Trump, è emerso negli Stati Uniti (e altrove) un contro-movimento che ha preso il nome di "Resistere" ("Resist" in inglese). Coloro che vi partecipano hanno capito che l'unica cosa che possa eventualmente contenere e alla fine sconfiggere il "Trumpismo" è un movimento sociale che si distingua per diversi valori e diverse priorità. Questo è il "perché" di Resistere. Ciò che è più difficile è il "come" di Resistere.

Il movimento "Resistere" è cresciuto con notevole rapidità a volte in modo così impressionante che la grande stampa ha iniziato a segnalare la sua esistenza. Questa è la ragione per cui Trump inveisce costantemente contro la stampa. La pubblicità nutre un movimento, ed egli sta facendo quello che può fare per schiacciare il contro-movimento.

Il problema di Resistere è che si trova ancora in una fase in cui le sue numerose attività sono disperse, senza una strategia chiara o almeno senza avere ancora adottato una strategia. Né vi è alcuna figura unificante che sia in grado a questo punto di fare quello che Trump ha fatto con il Tea Party.

Resistere è impegnata in molteplici azioni differenti. Essi hanno tenuto marce, sfidato i rappresentanti locali del Congresso nei loro incontri pubblici, creato santuari per le persone minacciate da espulsioni ordinate dalllo stato, interferito con mezzi di trasporto, pubblicato denunce, firmato petizioni, e creato collettività locali che si riuniscono per studiare e decidere ulteriori azioni locali. Resistere è stata in grado di trasformare molte persone normali in militanti, per la prima volta nella loro vita.

Resistere tuttavia ha alcuni pericoli davanti a sè. Sempre più partecipanti saranno arrestati e incarcerati. Essere un militante è faticoso e dopo un pò molte persone si stancano. Ed hanno bisogno di successi, piccoli o grandi, per mantenere i loro spiriti. Nessuno può garantire che Resistere non svanisca. Ci sono voluti decenni prima che Tea Party arrivasse a dove oggi si tova. Si può credere che a Resistere serva altrettanto tempo.

Resistere come movimento ha bisogno di tenere a mente il fatto che siamo nel mezzo di una transizione storico-strutturale del sistema-mondo capitalistico in cui abbiamo vissuto per circa 500 anni, una transizione verso uno dei due possibili sistemi successori - un sistema non-capitalista che conserva tutte le caratteristiche peggiori del capitalismo (gerarchia, sfruttamento, e la polarizzazione di ricchezza e potere) e il suo contrario, un sistema che è relativamente democratico ed egualitario. Io chiamo questa contrapposizione la lotta tra lo spirito di Davos [Nota del Traduttore: dove si riuniscono le elites dei paesi ricchi nel Forum Economico Mondiale o World Economic Forum] e lo spirito di Porto Alegre [Nota del Traduttore: dove si sono riuniti i rappresentanti mondiali di Resistere nei primi quattro Forum Sociale Mondiale o World Social Forum].

Viviamo nella caotica, confusa situazione di una transizione. Questo ha due implicazioni per la nostra strategia collettiva. Nel breve periodo (per esempio, fino a tre anni), dobbiamo ricordare che viviamo tutti nel breve periodo. Noi tutti vogliamo sopravvivere. Abbiamo tutti bisogno di cibo e riparo. Qualsiasi movimento che spera di svilupparsi deve aiutare la gente a sopravvivere sostenendo tutto ciò che riduce al minimo il dolore di coloro che soffrono.

Ma nel medio periodo (diciamo 20-40 anni), ridurre al minimo il dolore non cambia nulla. Abbiamo bisogno di concentrarsi sulla nostra lotta contro coloro che rappresentano lo spirito di Davos. Non vi è alcun compromesso. Non esiste una versione "riformata" del capitalismo che si possa costruire.

Dunque il "come" di Resistere è chiaro. Abbiamo bisogno collettivamente di vedere con maggiore chiarezza ciò che sta accadendo, di una scelta morale più decisiva, di strategie politiche più sagaci. Tutto questo non avviene in modo automatico. Dobbiamo costruire tale combinazione. Sappiamo che un altro mondo è possibile, sì, ma dobbiamo anche essere consapevoli che non è inevitabile.




















Commento n ° 444, 1 marzo 2017

"Resistere? Resistere! Come e Perché?"

Da tempo immemorabile, le persone che si sentono oppresse e/o ignorate dai potenti hanno resistito contro coloro che hanno autorità. Tale resistenza spesso ha cambiato le cose, ma solo qualche volta. Se si considera la causa dei resistenti l'essere virtuoso dipende dai propri valori e dalle proprie priorità.

Negli Stati Uniti, nel corso dell'ultimo mezzo secolo, è emersa una resistenza latente contro quello che veniva visto come oppressione da parte di "elite" che decretavano cambiamenti alle pratiche sociali offensivi a determinati gruppi religiosi e alle popolazioni rurali ignorate e alle persone le cui condizioni di vita erano in declino . In un primo momento, la resistenza ha preso la via del ritiro dal coinvolgimento sociale. Poi ha preso una forma più politica, finalmente prendendo il nome di Tea Party.

Il Tea Party ha cominciato ad avere alcuni successi elettorali. Ma era disperso e senza una strategia chiara. Donald Trump ha visto il problema e la sua opportunità. Egli si offrì come un leader unificante di questo "populismo" di destra catapultando il movimento in potere politico.

Ciò che Trump ha capito è che non vi era alcun conflitto tra essere il leader di un movimento contro il cosiddetto Establishment e cercare il potere nello stato attraverso il partito repubblicano. Al contrario, il solo modo per raggiungere i suoi malefici obiettivi era di combinare le due cose.

Il fatto che egli sia riuscito nel suo intento nella più forte potenza militare del mondo ha rincuorato i gruppi di tutto il mondo che la pensano come lui, che hanno proceduto a perseguire percorsi simili con un numero sempre crescente di aderenti.

Il successo di Trump è ancora oggi non compreso dalla maggioranza dei leader di entrambi i partiti tradizionali degli Stati Uniti, che cercano anzi i segni di quello che diventerà ciò che chiamano "presidenziale". Vale a dire, vogliono che egli abbandoni il suo ruolo di leader di un movimento e si limiti ad essere il presidente e leader di un partito politico.

Essi tentano di cogliere ogni piccolo segno che dimostri che farà questo. Quando ammorbidisce la sua retorica per un momento (come ha fatto il 28 febbraio nel suo discorso al Congresso), essi non capiscono che questa è precisamente la tattica ingannevole del leader di un movimento. Al contrario, si sentono incoraggiati o pieni di speranza. Ma lui non potrà mai rinunciare al suo ruolo di leader movimento, perché nel momento in cui lo facesse perderebbe il potere reale.

L'anno scorso, di fronte alla realtà del successo di Trump, è emerso negli Stati Uniti (e altrove) un contro-movimento che ha preso il nome di "Resistere" ("Resist" in inglese). Coloro che vi partecipano hanno capito che l'unica cosa che possa eventualmente contenere e alla fine sconfiggere il "Trumpismo" è un movimento sociale che si distingua per diversi valori e diverse priorità. Questo è il "perché" di Resistere. Ciò che è più difficile è il "come" di Resistere.

Il movimento "Resistere" è cresciuto con notevole rapidità a volte in modo così impressionante che la grande stampa ha iniziato a segnalare la sua esistenza. Questa è la ragione per cui Trump inveisce costantemente contro la stampa. La pubblicità nutre un movimento, ed egli sta facendo quello che può fare per schiacciare il contro-movimento.

Il problema di Resistere è che si trova ancora in una fase in cui le sue numerose attività sono disperse, senza una strategia chiara o almeno senza avere ancora adottato una strategia. Né vi è alcuna figura unificante che sia in grado a questo punto di fare quello che Trump ha fatto con il Tea Party.

Resistere è impegnata in molteplici azioni differenti. Essi hanno tenuto marce, sfidato i rappresentanti locali del Congresso nei loro incontri pubblici, creato santuari per le persone minacciate da espulsioni ordinate dalllo stato, interferito con mezzi di trasporto, pubblicato denunce, firmato petizioni, e creato collettività locali che si riuniscono per studiare e decidere ulteriori azioni locali. Resistere è stata in grado di trasformare molte persone normali in militanti, per la prima volta nella loro vita.

Resistere tuttavia ha alcuni pericoli davanti a sè. Sempre più partecipanti saranno arrestati e incarcerati. Essere un militante è faticoso e dopo un pò molte persone si stancano. Ed hanno bisogno di successi, piccoli o grandi, per mantenere i loro spiriti. Nessuno può garantire che Resistere non svanisca. Ci sono voluti decenni prima che Tea Party arrivasse a dove oggi si tova. Si può credere che a Resistere serva altrettanto tempo.

Resistere come movimento ha bisogno di tenere a mente il fatto che siamo nel mezzo di una transizione storico-strutturale del sistema-mondo capitalistico in cui abbiamo vissuto per circa 500 anni, una transizione verso uno dei due possibili sistemi successori - un sistema non-capitalista che conserva tutte le caratteristiche peggiori del capitalismo (gerarchia, sfruttamento, e la polarizzazione di ricchezza e potere) e il suo contrario, un sistema che è relativamente democratico ed egualitario. Io chiamo questa contrapposizione la lotta tra lo spirito di Davos [Nota del Traduttore: dove si riuniscono le elites dei paesi ricchi nel Forum Economico Mondiale o World Economic Forum] e lo spirito di Porto Alegre [Nota del Traduttore: dove si sono riuniti i rappresentanti mondiali di Resistere nei primi quattro Forum Sociale Mondiale o World Social Forum].

Viviamo nella caotica, confusa situazione di una transizione. Questo ha due implicazioni per la nostra strategia collettiva. Nel breve periodo (per esempio, fino a tre anni), dobbiamo ricordare che viviamo tutti nel breve periodo. Noi tutti vogliamo sopravvivere. Abbiamo tutti bisogno di cibo e riparo. Qualsiasi movimento che spera di svilupparsi deve aiutare la gente a sopravvivere sostenendo tutto ciò che riduce al minimo il dolore di coloro che soffrono.

Ma nel medio periodo (diciamo 20-40 anni), ridurre al minimo il dolore non cambia nulla. Abbiamo bisogno di concentrarsi sulla nostra lotta contro coloro che rappresentano lo spirito di Davos. Non vi è alcun compromesso. Non esiste una versione "riformata" del capitalismo che si possa costruire.

Dunque il "come" di Resistere è chiaro. Abbiamo bisogno collettivamente di vedere con maggiore chiarezza ciò che sta accadendo, di una scelta morale più decisiva, di strategie politiche più sagaci. Tutto questo non avviene in modo automatico. Dobbiamo costruire tale combinazione. Sappiamo che un altro mondo è possibile, sì, ma dobbiamo anche essere consapevoli che non è inevitabile.

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