Femminità

Da Ortosociale.

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Il termine FEMMINITA' nasce dall'esigenza di superare lo stereotipo che la parola FEMMINILITA' restituisce semplicisticamente di un universo ricco, complesso, in continuo divenire.
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Il termine FEMMINITA' nasce dall'esigenza di superare lo stereotipo che la parola FEMMINILITA' restituisce semplicisticamente di un universo ricco, complesso, in continuo divenire. L’insieme di caratteristiche attribuite dal pensiero dominante alla donna riduce, infatti, drasticamente gli aspetti, le capacità e le potenzialità che le appartengono. Opposto al modello virile, sinonimo di razionalità, forza e coraggio, sicurezza e risolutezza nell’azione, il femminile si distingue per ''emotività'', assimilata dall’apparato cognitivo prevalente ad irrazionalità, debolezza, pavidità, insicurezza e passività. Il quadro rimanda l’idea di una donna dipendente dall’uomo, incapace di governare la propria vita, quindi inadatta a gestire la cosa pubblica. La perdita della qualità di soggetto ha giustificato la millenaria prigionia nella sfera domestica. Purtroppo i due stereotipi resistono ancora oggi, malgrado la seppur contenuta partecipazione femminile alla vita pubblica ne evidenzi l’intima inconsistenza peraltro confermata, al di là di ogni ragionevole dubbio, dalle ricerche scientifiche. Il loro superamento, attraverso una sistematica decostruzione, si pone pertanto, come inderogabile necessità.

Versione delle 18:18, 18 dic 2010

Il termine FEMMINITA' nasce dall'esigenza di superare lo stereotipo che la parola FEMMINILITA' restituisce semplicisticamente di un universo ricco, complesso, in continuo divenire. L’insieme di caratteristiche attribuite dal pensiero dominante alla donna riduce, infatti, drasticamente gli aspetti, le capacità e le potenzialità che le appartengono. Opposto al modello virile, sinonimo di razionalità, forza e coraggio, sicurezza e risolutezza nell’azione, il femminile si distingue per emotività, assimilata dall’apparato cognitivo prevalente ad irrazionalità, debolezza, pavidità, insicurezza e passività. Il quadro rimanda l’idea di una donna dipendente dall’uomo, incapace di governare la propria vita, quindi inadatta a gestire la cosa pubblica. La perdita della qualità di soggetto ha giustificato la millenaria prigionia nella sfera domestica. Purtroppo i due stereotipi resistono ancora oggi, malgrado la seppur contenuta partecipazione femminile alla vita pubblica ne evidenzi l’intima inconsistenza peraltro confermata, al di là di ogni ragionevole dubbio, dalle ricerche scientifiche. Il loro superamento, attraverso una sistematica decostruzione, si pone pertanto, come inderogabile necessità.

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