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'''Il compito prioritario di chi vuol sostenere la nonviolenza'''<br> | '''Il compito prioritario di chi vuol sostenere la nonviolenza'''<br> | ||
2 ottobre: giornata internazionale della non violenza<br> | 2 ottobre: giornata internazionale della non violenza<br> | ||
- | di Angela Giuffrida - Pubblicato su [http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article6988 Il paese delle donne on line] | + | di Angela Giuffrida - Pubblicato su [http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article6988 Il paese delle donne on line]<br> |
Il rispetto per il vivente umano e non umano dovrebbe caratterizzare i pensieri e i comportamenti di una specie che ha scommesso tutto sulla Ragione, se non fosse che la supremazia di uno dei due generi, imposta con la violenza, ha portato al drastico privilegiamento di forme di intelligenza settoriale che hanno fatto smarrire alla ragione il suo reale significato. | Il rispetto per il vivente umano e non umano dovrebbe caratterizzare i pensieri e i comportamenti di una specie che ha scommesso tutto sulla Ragione, se non fosse che la supremazia di uno dei due generi, imposta con la violenza, ha portato al drastico privilegiamento di forme di intelligenza settoriale che hanno fatto smarrire alla ragione il suo reale significato. | ||
Sviluppata dalle donne per assicurare alla specie la sopravvivenza ed una buona qualità della vita, essa presuppone sicure conoscenze dell’organismo, dei suoi bisogni e dei suoi limiti, così come delle sue innumerevoli, magnifiche possibilità. Il riconoscimento dell’intrinseco valore del vivente permette di attribuirgli la produzione di pensiero che gli uomini assegnano, invece, ad un fantasmatico soggetto universale, protagonista incontrastato del loro sistema cognitivo. | Sviluppata dalle donne per assicurare alla specie la sopravvivenza ed una buona qualità della vita, essa presuppone sicure conoscenze dell’organismo, dei suoi bisogni e dei suoi limiti, così come delle sue innumerevoli, magnifiche possibilità. Il riconoscimento dell’intrinseco valore del vivente permette di attribuirgli la produzione di pensiero che gli uomini assegnano, invece, ad un fantasmatico soggetto universale, protagonista incontrastato del loro sistema cognitivo. | ||
Ora, se non siamo previsti dalla mente che governa il mondo come organismi integri, concreti, singoli e diversi, possiamo pretendere che ci siano riconosciuti quei diritti accordati viceversa ad un inesistente essere astratto? Se il corpo biologico è ridotto a cosa tra le cose, possiamo ragionevolmente pretendere che venga rispettato? Se per giunta è considerato reo di ostacolare l’autonomia di una ragione di cui non si conosce la provenienza né tampoco la consistenza, come pensiamo di impedire che il disprezzo si scarichi su di lui sottoforma di violenza distruttiva? | Ora, se non siamo previsti dalla mente che governa il mondo come organismi integri, concreti, singoli e diversi, possiamo pretendere che ci siano riconosciuti quei diritti accordati viceversa ad un inesistente essere astratto? Se il corpo biologico è ridotto a cosa tra le cose, possiamo ragionevolmente pretendere che venga rispettato? Se per giunta è considerato reo di ostacolare l’autonomia di una ragione di cui non si conosce la provenienza né tampoco la consistenza, come pensiamo di impedire che il disprezzo si scarichi su di lui sottoforma di violenza distruttiva? | ||
La teoria e la prassi non possono essere separate, ormai lo sappiamo, perciò senza una totale modifica dell’approccio cognitivo al reale è impossibile reindirizzare il cammino della specie verso il rispetto della vita nelle sue concrete manifestazioni. Secondo me una onesta quanto radicale revisione critica dell’apparato concettuale dominante e del suo persistente idealismo è il compito prioritario dei sostenitori della nonviolenza. | La teoria e la prassi non possono essere separate, ormai lo sappiamo, perciò senza una totale modifica dell’approccio cognitivo al reale è impossibile reindirizzare il cammino della specie verso il rispetto della vita nelle sue concrete manifestazioni. Secondo me una onesta quanto radicale revisione critica dell’apparato concettuale dominante e del suo persistente idealismo è il compito prioritario dei sostenitori della nonviolenza. |
Versione delle 18:57, 20 feb 2011
Il compito prioritario di chi vuol sostenere la nonviolenza
2 ottobre: giornata internazionale della non violenza
di Angela Giuffrida - Pubblicato su Il paese delle donne on line
Il rispetto per il vivente umano e non umano dovrebbe caratterizzare i pensieri e i comportamenti di una specie che ha scommesso tutto sulla Ragione, se non fosse che la supremazia di uno dei due generi, imposta con la violenza, ha portato al drastico privilegiamento di forme di intelligenza settoriale che hanno fatto smarrire alla ragione il suo reale significato.
Sviluppata dalle donne per assicurare alla specie la sopravvivenza ed una buona qualità della vita, essa presuppone sicure conoscenze dell’organismo, dei suoi bisogni e dei suoi limiti, così come delle sue innumerevoli, magnifiche possibilità. Il riconoscimento dell’intrinseco valore del vivente permette di attribuirgli la produzione di pensiero che gli uomini assegnano, invece, ad un fantasmatico soggetto universale, protagonista incontrastato del loro sistema cognitivo.
Ora, se non siamo previsti dalla mente che governa il mondo come organismi integri, concreti, singoli e diversi, possiamo pretendere che ci siano riconosciuti quei diritti accordati viceversa ad un inesistente essere astratto? Se il corpo biologico è ridotto a cosa tra le cose, possiamo ragionevolmente pretendere che venga rispettato? Se per giunta è considerato reo di ostacolare l’autonomia di una ragione di cui non si conosce la provenienza né tampoco la consistenza, come pensiamo di impedire che il disprezzo si scarichi su di lui sottoforma di violenza distruttiva?
La teoria e la prassi non possono essere separate, ormai lo sappiamo, perciò senza una totale modifica dell’approccio cognitivo al reale è impossibile reindirizzare il cammino della specie verso il rispetto della vita nelle sue concrete manifestazioni. Secondo me una onesta quanto radicale revisione critica dell’apparato concettuale dominante e del suo persistente idealismo è il compito prioritario dei sostenitori della nonviolenza.