Discussione:Autonomia02

Da Ortosociale.

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Discussione

Contributi a Programma 2010. --WikiSysop 17:35, 9 apr 2010 (UTC)

Luigi DellArena

Accetto di buon grado la proposta, anche se comunque tutto ciò è mirato a virare abbastanza rapidamente verso la Decrescita (Serge Latouche), quindi, come giustamente dici dobbiamo metterci in discussione con la gente (people), chiedendo loro cosa ritengono opportuno fare per migliorare la qualità della vita, ma sapendo che l'indirizzo è appunto la Decrescita con tutto ciò che socialmente ed economicamente comporta. Tutto ciò presuppone una riposta fiducia nel buon senso delle persone, che forse può emergere solo se sollecitato con incontri personali e soprattutto fuori dalla schematica "prigione" sinistra - destra, non nella piazza roboante, ma nell'intimità delle case. La ritengo una proposta rivoluzionaria e importante oltre che sensata ed impegnativa, parteciperò per quanto mi sarà possibile e sapete bene di quanto poco tempo dispongo, ma del resto parlare con le persone è una pratica che già faccio, dovrò semplicemente dare più tempo all'ascolto di idee e convincimenti altrui piuttosto che esporre i miei, senza ovviamente smarrirmi.--Luigi Dellarena 17:36, 9 apr 2010 (UTC)

Alessandra Ferranti

La gente comune potrebbe dimostrare di avere importanti capacità di gestione sociale, sui problemi reali della vita, ad esempio sulla gestione della salute e degli ospedali. [Nota di ortosociale.org: non a caso l'esperimento del modello di Trondheim è partito dalla gestione delle cure mediche che si sono avvicinate alla autogestione].--Alessandra Ferranti 17:37, 9 apr 2010 (UTC)

Auretta Pini

Padova Movimento della Decrescita:

  1. Bisogna procedere senza fretta sui tempi lunghi costruendo concretamente passo dopo passo strutture sociali solide dotate di una vita propria e di capacità di sviluppo. Bisogna stare molto attenti al fatto che "quello che non si fa" può avere effetti altamente negativi: ad esempio creando delle aspettative che se deluse causano passività e distruzione. Bisogna costruire alternative concrete basate sulle esigenze della vita.
  2. Per organizzare qualsiasi iniziativa bisogna incontrarsi fisicamente, mangiare assieme, parlarsi. L'uso di Internet è secondario e puramente sussidiario
  3. E' fondamentale il territorio, la focalizzazione sul territorio, il radicamento sul territorio

--Auretta Pini 17:38, 9 apr 2010 (UTC)

Alessandra Ferranti

Premetto che non sono una studiosa né di economia né di politica, diciamo che me ne occupo per necessità. Ciao Luigi ! ti ringrazio davvero per le tue spiegazioni, chiarissime per altro. Ieri sera, avevo avuto una breve introduzione al concetto di "decrescita" da Remo, e mi sono resa conto (la mia espressione stupita lo avrà spaventato, credo) che tutte le sensazioni, i pensieri confusi, che ho avuto in pancia come farfalle sino ad ora, hanno trovato le parole !! Colmare il vuoto di valori esistente e dominante con i principi di un'etica della responsabilità non è solo possibile è indispensabile per creare un differente immaginario collettivo. Base da cui sviluppare poi concetti diversi sugli apparati produttivi, sui rapporti sociali, sulla salvaguardia del pianeta, su un nuovo modo di produrre e consumare, di convergere gli aumenti di produttività (quelli oltre il necessario) in riduzione di ore-lavoro e occupazione (qui ci sarebbe molto da dire e fare). In questo senso la sociologia è rilevante perchè dove insegnarci a costruire una nuova logica della società (sostenibile) e delle interazioni. Il concetto di "federalismo" inizia così ad essere meno urticante per me. "Localizzare" non solo in senso economico limitando la movimentazioni di merci e capitali ma anche per ciò che riguarda la cultura ed il senso della vita riportando tutto ad una dimensione locale collettiva. Detto così mi rendo conto che può spaventare ma parto dal presupposto che le idee, il pensiero, le possibilità non hanno confine, se una volta erano relegate territorialmente ora non lo sono più, e meno male. Quindi nel rispetto della democrazia, nel rispetto delle differenze e nel senso di solidarietà il concetto di "decrescita" produrrebbe dei beni trasferibili, relazionabili, non solo merci. Inoltre, concordo con te che già da anni le fonti di energia non ci potranno sostenere a lungo. Allora che facciamo ? Aspettiamo che la crisi in corso ci travolga ? Se continuiamo così sappiamo già come andrà a finire... e non è una predizione. La "decrescita" può essere allora un'alternativa possibile da proporre e perseguire. Il mio dubbio nasce nei riguardi della volontà politica. Il sospetto è che l'attuale classe politica ha tutto l'interesse a mantenere inalterata la situazione sostenuta inoltre dai mass media che anche quando sembrano affermare il contrario in realtà legittimano la classe dominante anche solo parlandone. Altra mia perplessità riguarda l'opinione pubblica (Remo mi accusa di non aver fiducia nelle persone. Ha ragione in parte: non ho fiducia in - tutte - le persone). Per me l'idea di passare dal globale al locale non significa votare Lega Nord... Ti ringrazio, Luigi, per i tuoi spunti che andrò certamente ad approfondire con il mio occhio di sociologa "di strada", comunità alla quale sono ben felice di appartenere. Spero di rileggervi presto. Con gratitudine.

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