SistemaSardegna

Da Ortosociale.

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Sistema Sardegna

Di seguito viene fornito il "Razionale del Sistema Sardegna" dove si illustra il Il Modello IEMP come strumento di analisi/sintesi sociale utilizzato per una analisi dei fatti che permetta una sintesi operativa. Veniamo alla specificità sarda.

Finanziaria 2017

I numeri della Finaziaria 2017: la manovra annunciata ha un totale di 7,6 mld. Ma le voci di spesa elencate da "La Nuova Sardegna" ammontano a 6322 milioni. Le percentuali sono quindi calcolate da ortosociale sui 6322 milioni di spesa. In ordine di spesa:

  1. 3,3 mld Sanità 52,19%
  2. 769 mln Macchina Amministrativa 12,16%
  3. 547 mln Trasporti 8,65%
  4. 545 mln Almbiente 8,62%
  5. 326 mln Agricoltura e Pesca 5,16% (di cui 14 mln per il Pecorino Romano)
  6. 316 mln Politiche Sociali 5,00%
  7. 163 mln Istruzione 2,58%
  8. 130 mln Sviluppo Economico 2,06%
  9. 121 mln Occupazione 1,91%
  10. 67 mln Cultura e Sport 1,06%
  11. 38 mln Turismo 0,60%

Vediamo voce per voce:

Sanità

Con la Giunta Pigliaru si tenta di centralizzare al massimo la gestione organizzativa della Sanità nella speranza di risparmiare sui costi (spese per i medicinali, infrastrutture, personale). Il modello organizzativo della centralizzazione è fallimentare. A livello economico, politico, culturale. I centri interni o minori vengono privati di strutture di assistenza quali i Centri per le Analisi o le Maternità. Gli assistiti devono viaggiare in ambulanza o in elicottero (nei casi urgenti). Ci sono soluzioni tecnologiche molto più avanzate e totalmente decentralizzate come la telemedicina. Inoltre la cura medica necessita di un supporto "umano" che abbia una visione olistica del paziente, cioè del supporto di personale medico (medici, infermieri, specialisti) decentralizzato. I medici di base, che potrebbero ricoprire questo ruolo vengono spinti, contro le loro intenzioni, a limitarsi ad un ruolo burocratico. Il modello organizzativo centralistico rivela la sua fragilità nell'affidare la gestione, il controllo, la valutazione dell'intero sistema sanitario regionale ad una sola persona, il cosiddetto "supermanager". La centralizzazione non può ridurre la "complessità" del problema sanitario, complessità destinata ad aumentare e che necessita prima di tutto di essere capita scientificamente, anche a livello sociale, patologia per patologia. Di recente ad esempio è stata annunciata una scoperta sulle cause del cosiddetto Morbo di Alzheimer (una forma di demenza senile), che colpisce circa 500.000 anziani in Italia e che costa (sommata alle altre forme di demenza senile) 11 mld/anno di spesa sanitaria. La scoperta dice che "All'origine della malattia ci sarebbe, invece, la morte dei neuroni nell'area collegata anche ai disturbi di umore". Vedi Ansa del 3 Aprile 2017, Vedi Ansa 3 Aprile 2017 in formato PDF. Continua l'articolo <<La nuova ricerca, condotta in collaborazione con la Fondazione IRCCS Santa Lucia e del CNR di Roma, punta invece l'attenzione sull'area tegmentale ventrale, dove viene prodotta la dopamina, neurotrasmettitore collegato anche ai disturbi d'umore. Come in un effetto domino, la morte di neuroni deputati alla produzione di dopamina provoca il mancato arrivo di questa sostanza nell'ippocampo, causandone il 'tilt' che genera la perdita dei ricordi. L'ipotesi è stata confermata in laboratorio, somministrando su modelli animali due diverse terapie mirate a ripristinare i livelli di dopamina. Si è così osservato che, in questo modo, si recuperava il ricordo, ma anche la motivazione. "L'area tegmentale ventrale - chiarisce D'Amelio - rilascia dopamina anche nell'area che controlla la gratificazione. Per cui, con la degenerazione dei neuroni dopaminergici, aumenta anche il rischio di perdita di iniziativa". Questo spiega perché l'Alzheimer è accompagnato da un calo nell'interesse per le attività della vita, fino alla depressione. Tuttavia, sottolineano i ricercatori, i noti cambiamenti dell'umore associati all'Alzheimer, non sarebbero conseguenza della sua comparsa, ma un 'campanello d'allarme' dell'inizio della patologia. "Perdita di memoria e depressione - conclude D'Amelio - sono due facce della stessa medaglia" >>. Questo fa riflettere sulle componenti relazionali, culturali, "sociali" di patologie così gravi. La Sardegna come tutte le regioni del Meridione spende di più in percentuale sul PIL e pro capite. Ad esempio nel 2014 la Sardegna su una media nazionale di 1817 euro/procapite spendeva 2041 euro/procapite. Questo si spiega tenendo conto del PIL minore e dei problemi demografici (invecchiamento e relativo "spopolamento"), oltre naturalmente alle altre condizioni locali:

Macchina Amministrativa
Documentazione
Ripopolare la Sardegna

Il progetto Casa Campidanese, Cohousing per gli Anziani, Il progetto Ritorno a casa degli Emigrati sardi.

Agricoltura

C

Ricerca e Tecnologia

Sardegna Ricerche

Il Razionale del Sistema Sardegna

La proposta di un nuovo modello di sviluppo della Sardegna si articola sulle tre reti intrecciate di Economia, Politica, Cultura. Vedi su Ortosociale: Il Modello IEMP come strumento di analisi/sintesi sociale. Ciascuna rete contiene dentro di sè le altre (è "promiscua"). Il modello "Sardegna" si basa su un modello di sviluppo locale (o regionale) illustrato su ortosociale come Sistema Regione che articola i sottosistemi Politico, Culturale, Economico. Il Sistema Regione si organizza in tre Commissioni, promiscue come le reti, Politico, Culturale, Economico, cui si interfacciano. Riportiamo la sintesi del Sistema Regione di ortosociale: Il "Sistema Regione" non è un soggetto politico nè un partito. E' uno dei tanti possibili nuclei di condensazione e di organizzazione su base regionale delle tre reti, promiscue (ognuna contiene in sè le altre) e strettamente intrecciate, identificate come

  • cultura (tutto ciò che dà un significato alla vita umana come scienza, arte, spiritualità)
  • economia (rapporto vitale di scambio armonico con l'ambiente naturale e il mondo simbolico; economia domestica, locale, internazionale; economia civile-volontaria-cooperativa, di mercato, pubblica)
  • politica (associazioni, partiti, sindacati, istituzioni regionali, provinciali, comunali, europee)

Il "Sistema Regione" ha l'obiettivo di costruire un nuovo modello di sviluppo fondato sul paradigma cooperativo, l'unico in grado di risolvere le tre grandi crisi che tutto il pianeta oggi deve affrontare: crisi ambientale (derivante da un errato modello culturale di rapporto con l'ambiente), crisi economica (lavoro), crisi geopolitica (rapporti tra stati e comunità regionali). Questo modello di sviluppo mira a realizzare la "auto-nomia" cioè la capacità di autogoverno, di autodeterminazione, di costruzione di un proprio ecosistema che oggi viene in modo approssimativo chiamata "sovranismo". Ma il pericolo peggiore è credere che la "autonomia politica" determini automaticamente la "autonomia economica" e tam poco la "autonomia culturale". Questo è stato il tragico errore della pseudo alternativa marxista. Dopo aver teorizzato una unica dimensione "economica" (il capitalismo), dopo avere appiattito la più importante autonomia umana, quella culturale, tutto è stato puntato con Lenin, in modo esclusivo, sulla "autonomia politica" del Partito/Stato (teoria della Dittatura del Proletariato). La fine dell'URSS e la attuale rigidità "politica" del sistema dei mandarini rossi della Cina Popolare sono il tragico esempio della confusione teorica e della mancata consapevolezza dei sistemi economici, politici, culturali così come si sono rivelati nella storia. I Cinesi sopravvivono perchè per rattoppare l'intreccio Economia, Cultura, Politica, hanno inserito in modo meccanico l'economia capitalistica nella politica della dittatura del proletariato. Quanto di peggio la Storia e la Cultura possano offrire. L'autonomia va realizzata contemporaneamente in modo sincronico su tutte e tre le reti/sistemi: economico, politico, culturale, con una forte sensibilità sulla dimensione culturale che comprende arte, memoria storica, religione, spiritualità, scienza. Comunque vada realizzata, va creata su modelli vitali e robusti, su equilibri inventati ad hoc in modo creativo nel contesto storico geografico che chiamiamo "Regione". Quanto al sistema Economia non va appiattito su una generica "globalizzazione" ma va attentantamente gestito distinguendo le varie reti economiche che sono il capitalismo americano delle Corporation, il capitalismo russo degli oligarchi, il capitalismo cinese dei mandarini rossi e dei loro manager, il capitalismo giapponese con una forte identità insulare, il capitalismo dei petrolieri arabi che finanziano particolari sette religiose, il capitalismo indiano, brasiliano, delle ex Tigre Asiatiche, etc. Gli interventi proposti sono quattro, tutti riguardano l'economia cooperativa. L'economia tradizionale (capitalistica) si può raccordare facilmente a queste "isole" cooperative come già ha iniziato a fare, stando attenti a non soffocarle sui propri obiettivi di profitto e valorizzandone la diversità "culturale". Nella cultura cooperativa viene considerato "profitto" il "risparmio" energetico, ambientale, umano, del tempo di lavoro. Le priorità vanno da (1) a (4). Il fatto di dare la priorità all'agricoltura, quella organica s'intende, è la piccola, necessaria, difficile, "rivoluzione culturale" di partenza.

  • (1) Agricoltura organica (biologica, biodinamica, sinergica, altro) per una alimentazione di qualità e una certa autonomia alimentare
  • (2) Nuove tecnologie cooperative sostenibili basate sui Fab Lab e la rete dei Makers
  • (3) Sviluppo del turismo sostenibile e del turismo culturale ad uso nazionale e internazionale
  • (4) Ristrutturazione della scuola e della ricerca (università)
(1) Piano Agricolo

É centrale il nuovo paradigma della Agricoltura Multifunzionale - Vedi queste relazioni di OrtoSociale:

Se si adotta un approccio sistemico alla soluzione della crisi economica ed ambientale, non esistono in senso stretto delle "priorità. Ma comunqua lo sviluppo di una agricoltura biologica, organica, naturale, è un elemento centrale fondante di tutto il progetto. Lo sviluppo di una agricoltura organica significa che si sviluppano contemporaneamente:

  • occupazione, soprattutto giovanile, dalle attuali (2010) 1.603.709 persone ad un numero grandemente maggiore con conseguente rilancio dei consumi dei giovani
  • preparazione di un target ambientale-turistico-paesaggistico-culinario di alto profilo (un prototipo potrebbe essere la Regione Toscana)
  • risparmi sulla manutenzione ambientale in quanto elemento di contrasto al cambiamento climatico (frane, alluvioni, perturbazioni estreme)
  • risparmi sulle spese per la salute in quanto prevenzione alle patologie tumorali, cardio vascolari, del diabete, psichiatriche
  • fiorire di una agricoltura urbana e periurbana con decongestionamento delle aree metropolitane
  • prevenzione dell'aumento dei costi della agricoltura chimica basata sul petrolio da cui dipendono interamente carburanti, fertilizzanti, fitofarmaci
  • contrasto e soluzione alternativa al fenomeno del land grabbing o accapparameto dei terreni agricoli con rialzo dei prezzi alimentari
  • contrasto e soluzione alternativa alla diffusione degli OGM con rialzo dei prezzi alimentari
  • prevenzione di ripercussioni socio-politiche di un eventuale rialzo dei prezzi alimentari
  • risparmio energetico grazie alle filiere corte (bolletta petrolifera nazionale)
  • revisione della politica neo-fordista in agricoltura con robot per montare alimenti verso una vision decentralizzata, sostenibile, ad alta intensità quantitativa e qualitativa di capitale umano
  • salvaguardia e recupero del patrimonio paesaggistico, naturale, idrogeologico

Lo Stato, il Ministero della agricoltura, Regioni, Province e Comuni possono coordinare, favorire, finanziare, aiutare la nascita di cooperative di giovani (diplomati periti agrari, laureati agronomia, agricoltori tradizionali, esperti, volonterosi, immigrati, neo-contadini, contadini e ortisti urbani) nel settore dell'agricoltura multifunzionale (agroalimentare, turistico, paesaggistico, culturale, formativo, curativo). Ad esempio la Regione Veneto che si appoggia ad una Azienda agricola fortemente impegnata nella ricerca e attenta ai temi ambientali generali ed allo sviluppo del settore agroalimentare del biologico, tramite il PSR (Piano di Sviluppo Rurale) ed i progetti BIOFORM, BIODEMO, BIOSTUDIO, BIOPROMO, BIOMARKET (mense scolastiche e collettive), D.G.R. 117/2007 appoggia lo sviluppo del settore biologico come "alimentazione di qualità". In sostanza la agricoltura (multifunzionale) va considerata la principale green economy.

(2) Piano Tecnologico

I Makers riqualificano in senso sostenibile la tecnologia attuale, sia come risparmio energetico e di risorse, sia come logica del "Fare di Più con Meno" (More with Less). Tutto il settore dei Makers si basa su Software Free e Software Open Source e sull'importante Hardware Open Source Italiano (la sk elettronica Arduino). Vedi Open Source Economy. Eventuali prototipi sono:

mira a riconvertire i settori tradizionali della piccola-media impresa e dell'artigianato quali il meccanico, mobilieri, ceramico, tessuti, alle moderne tecnologie web open source. Li chiama "gli artigiani digitali".

Inutile dire che la filosofia dei Fab Lab è quella della condivisione delle conoscenze, oltre che delle risorse (macchine). Quindi si tratta di una "super-cooperazione" che comprende la formazione tecnica e culturale del punto (4). I Makers possono dare un notevole contributo alla agricoltura organica al punto (1), non solo, ma Stato, Regioni, Comuni possono favorire cooperative miste di makers e di neo-agricoltori biologici multifunzionali. Per una analisi di "economia alternativa emergente" vedi la tesi di laurea:

  • [www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=Tesi Software e Hardware Open Source - Tesi di laurea in sociologia - ottobre 2013]
(3) Piano Turistico

Turismo sostenibile significa, come nel caso dell'agricoltura, turismo di qualità. Si appoggia ad una agricoltura sostenibile, tradizionale, organica come quella del punto (1). Organizzativamente si esprime nell'albergo diffuso, pratica presente in Alto Adige, Trentino, Marche, Sardegna (Bosa, Ogliastra), Toscana, in Carnia (Pesariis) dove è collegato alla gestione dei Beni Comuni.
Vedi il nuovo paradigma della Agricoltura Multifunzionale (Relazione di OrtoSociale):

(4) Piano Scuola e Ricerca

I costi della ricerca e della innovazione dopo un tentativo da parte della grandi multinazionali, (in gran parte fallito per le enormi spese e le incertezze dei risultati e quindi del ROI, Return On Investment), sono tornati in gran parte nelle università, finanziate in misura diversa dal pubblico (compresi gli studenti e le loro famiglie) e dal privato (ricerca applicata). Come i costi ambientali, dunque, anche i costi della ricerca (e della innovazione) sono "esternalizzati". Ma va ribadito che ancora più rimarchevole è la produzione sociale della ricerca e della innovazione. Il "ricercatore" è un soggetto delicatissimo, che si trova all'apice di un processo di formazione estremamente complesso e profondamente radicato nella società e nelle sue reti culturali. Lo sanno molto bene i sociologi della scienza. Quindi non basta far studiare di più o selezionare i "singoli" cervelli che "casualmente" si rendono disponibili ad alti rendimenti scientifici. I ricercatori o gli scienziati vivono in comunità, anche virtuali, e sono il risultato di complicate reti sociali, economiche, culturali. Perchè la ricerca funzioni vanno costruitre e rigenerate queste "comunità" scientifiche. Aiuterebbe in questa direzione la proposta di integrazione del lavoro manuale e del lavoro intellettuale, ad esempio in campus universitari forniti di orti biologici. Le pratiche di studio, ricerca e produzione, così come è stato per la sk Arduino, nata in un'aula scolastica, o le fattorie sperimentali di VenetoAgricoltura, si possono coordinare coordinando ricercatori, makers, neo-agricoltori. Lo sviluppo è possibile se ci basa su due caposaldi:

  • Scienza Open Access
  • Scienza e Ricerca Partecipata

Come esempio paradigmatico ed immediatamente operativo di ricerca partecipata si può citare lo scambio di sementi, che contrasta in modo alternativo la politica agricola degli OGM. Nella diffusione, selezione, scambio di sementi sono coinvolti su un terreno di parità ricercatori agronomi, bio-ingegneri, agricoltori professionali, neo-contadini, ortisti urbani. "Quali regole di metodo per i nuovi esperimenti socio-scientifici?" (Novembre 2003). Nel suo saggio, Latour tocca molti dei principali temi del suo pensiero: l'aumento della partecipazione dei non esperti nella pratica della scienza, l'offuscamento dei confini tra scienza e politica, il nuovo livello di rappresentanza tecnica e scientifica in innovazione, e la nascita di "forum ibridi" o "hybrid forums", (situazioni di governance in cui i rappresentanti delle "cose naturali", quali osservatori di eventi meteorologici o scoperte di ingegneria genetica e i rappresentanti della società umana hanno bisogno di essere presi in considerazione su base paritaria), che dovrebbero portare alla messa in atto di nuovi assetti politici. Vedi:

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