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Da Ortosociale.

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La politica estera del governo Renzi

21 Agosto 2014. La situazione in Iraq e Medio Oriente è sempre più caotica e drammatica. Lasciamo quanto scritto all'inizio del mese come pura documentazione.

2 Agosto 2014

Matteo Renzi è stato l'unico capo di governo a volare in Egitto dal premier Sissi per mediare sulla crisi Palestina-Israele (anche se rappresentava la UE). L'attivismo diplomatico di Renzi è una novità nel panorama politico italiano. A differenza di Berlusconi, che faceva pastrocchi geopolitici da Gheddafi a Putin, e a differenza di Grillo-Farage, il disegno geo-politico di Renzi è più razionale: rafforzare l'Italia politicamente ed economicamente, entrare di prima persona nella gestione geopolitica dell'Unione Europea (con il ministro Mogherini, esperta di religione-politica islamica), rassicurare gli USA (è nel loro interesse) pur ricordandogli che il Mediterraneo è il MARE NOSTRUM, "...our sea...", agire sulla leva cattolico-papale-romana, bilanciare il potere della Merkel-Germania con tutti i suoi alleati dell'Est Europa (Polonia, Lituania, etc). Il punto debole sta proprio nell'obbiettivo di RAFFORZARE l'Italia. L'Italia ha una storia recente come stato-nazione, come la Germania. Ricostruirla è un obiettivo fantastico, ma l'unica via è il CONSENSO, LA PARTECIPAZIONE DI TUTTI, LA DEMOCRAZIA. L'italicum, l'abolizione autoritaria del Senato, l'alleanza di Matteo Renzi con Berlusconi, con la FIAT, con la Trilaterale, e le correnti economiche liberiste SONO IL VECCHIO, la via da cui uscire definitivamente PROPRIO PER RICOSTRUIRE L'ITALIA.

UN GIGANTESCO BUSINESS MEDITERRANEO

Uno sviluppo economico-sostenibile, culturale-scientifico-di-civilizzazioni-diverse-che-si-parlano-tra-loro, e CONSEGUENTEMENTE POLITICO dell'enorme bacino mediterraneo è possibile. YES, WE CAN. Il Mare Nostrum si può trasformare in un polo di sviluppo planetario, equilibrando l'ATLANTICO e il MARE CINESE. Le egemonie imperiali atlantiche e cino-russe fanno disastri nel Mediterraneo dimostrando la loro totale IM-POTENZA in Siria, Libia, Iraq, Palestina, Afhanistan, Pakistan, Africa Occidentale. Gli uni vorrebbero che tutti gli altri seguissero il loro modello competitivo (tutti contro tutti). Gli altri fanno LAND GRABBING e "dumping" vecchio stile giapponese. Gli anglo-francesi cercano di recuperare i loro tramontati imperi coloniali. L'ITALIA potrebbe giocare un ruolo di PRIMO PIANO nel Mediterraneo, grazie alle sue potenzialità imprenditoriali, industriali, scientifiche e soprattutto UMANISTICHE. Come aveva iniziato a fare Enrico Mattei, esattamente in Iran qualche tempo fa. Con una cooperazione equa che punti allo sviluppo VERO e REALE di tutti i paesi coinvolti. Soprattutto con una politica OPEN SOURCE della scienza e della tecnologia.

Quale Capitalismo?

Un gigantesco business con i paesi del Mediterraneo, dal Marocco ad Israele, dalla Palestina alla Turchia, implica una nozione creativa e diversa di capitalismo. Come in fondo chiede Bill Gates, che dovrebbe mettere in atto questa sua interessante proposta, anzichè distribuire banane OGM ai bambini affamati. La complementarietà delle economie "arretrate" del Sud del mondo e di quelle avanzate ma prive di sbocchi "commerciali" come quella italiana, è evidente. Ma cosa possono offrire i paesi poveri in cambio dell'aiuto italiano? Se si segue il modello del capitalismo liberistico, i paesi poveri devono diventare "ricchi" (dotati di surplus di spesa) per scambiare merci con i paesi ricchi. Ma per diventare "ricchi" devono competere con i paesi ricchi (o con quelli emergenti), rendendoli "poveri". Questo meccanismo esasperato della concorrenza liberistica non può funzionare e non ha funzionato. Quelli che vincono nella corsa alla efficienza capitalistica liberistica (ad esempio il Giappone) si ritrovano congelati nel loro stesso sviluppo, carichi di merci, tecnologie, capitali INSERVIBILI. Nel modello di business Open Source, esemplificato dal successo di Linux, il più diffuso e sicuramente il migliore sistema operativo esistente, il capitalismo e le imprese ricevono come profitto i benefici dello sviluppo dei paesi e delle imprese clienti. Non è una semplice economia del dono, anche se molto le assomiglia. Non si tratta di "vendere" medicine realmente utili, cibo biologico, trattori e macchine per la ricerca dell'acqua e la costruzione di pozzi, reti telematiche, edilizia ed energia sostenibili. Ma di "progettare" con loro soluzioni personalizzate sulle loro specifiche esigenze, attraverso la pratica e la costruzione cooperativa di prototipi. Questi prototipi, tutti diversi, efficaci, manutenibili, propulsori di sviluppo, aumenteranno il know-how sempre più "comune" e condiviso tra chi ha iniziato il prototipo e chi lo mantiene in loco. Si viene a creare una cultura comune, così come è stato per Linux, una cultura planetaria che coinvolge hacker di ogni paese. Inoltre questi prototipi, dalla agricoltura sostenibile, alla medicina preventiva, alla industria energetica e meccanica, si baseranno sempre di più sul software. Software che già in larga misura è Open Source. Software che gestisce anche la piattaforma di conoscenza condivisa che permette la progettazione di queste applicazioni, i vari "Knowledge Base". Questa cultura comporterà la creazione di una economia e di una politica solidali. Da un capitalismo senza freni, statali, morali, sociali, come auspicato dagli speculatori delle borse di New York, Londra, Francoforte, Pechino, Tokyo, sarà necessario passare ad un capitalismo etico, rispettoso dell'ambiente e dei diritti umani. Con il supporto democratico dei paesi di origine, questo capitalismo può sbaragliare qualsiasi concorrenza tossica. In stretta cooperazione con analoghe economie di paesi evoluti, emergenti, e dei partner dei paesi del sud del mondo. L'Italia ha come ospiti 3 milioni e 900mila cittadini non appartenenti alla Unione Europea. Cominciamo da loro e con loro ad attuare cooperativamente questa pacifica espansione economica, tecnologica, politico-culturale italiana.

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