Sociologia63
Da Ortosociale.
Effetto Piramide
Questo è un commento all'articolo di Le Scienze, n.569. Gennaio 2016, pagg.59-65, di Zach Zorich, tema "Archeologia". Il Titolo è "Effetto piramide - La costruzione dei più celebri monumenti egizi ha determinato un'organizzazione sociale che ha cambiato il mondo". L'Archeologia, o meglio la Protostoria, fornisce materiale prezioso alla Sociologia Storica, trattandosi di "organizzazione" sociale. L'articolo parla di "Nuove scoperte stanno gettando luce sulle persone che costruirono i celebri monumenti della Piana di Giza in Egitto, tra cui le piramidi dei faraoni Cheope e Chefren." Le ricerche sono coordinate da Mark Lehner, egittologo presso l'Oriental Institute della Università di Chicago, direttore della Ancient Egypt Research con sede in Massachussets, che ha cominciato a lavorare nella piana di Giza dal 1988.
La Costruzione delle Piramidi
Dopo aver tentato di scoprire le modalità tecniche di costruzione delle piramidi si è pasati ad individuare l'organizzazione sociale dei lavoratori e le loro motivazioni politiche e religiose, arrivando ad ipotizzare l'innesco di un ciclo virtuoso della economia basato sulla agricoltura, sulla produzione di beni e servizi, sul commercio di risorse e materie prime con i paesi confinanti. Questo ciclo virtuoso secondo Lehner è il risultato della organizzazione sociale nata cona la produzione delle prime piramidi: quella di Sneferu, padre di Cheope, quella importante di Cheope (la maggiore), quella di Chefren e quella di Micerino. Con loro si chiude la quarta dinastia e nel 2450 a.C. inizia la quinta dinastia che smetterà di costruire piramidi. Vedremo perchè.
Il Muro del Corvo
La scoperta principale è quella di un porto fluviale nei pressi delle piramidi in costruzione che riforniva di tutto ciò che serviva: pietre, attrezzi, abiti per i lavoratori, forse gli articoli di lusso per i sacerdoti e i funzionari che facevano da supervisori del progetto. Le navi partivano per il mar Rosso e per le miniere del Sinai. Grande è stata la sorpresa nello scoprire accanto al porto una vera e propria città per i lavoratori che vi godevano un discreto agio, fornita di birrerie, panetterie, recinti epr il bestiame. I lavoratori non sembra fossero schiavi, anzi godevano di una certa comodità: dopo una lunga giornata di lavora cenavano nelle panetterie e nelle birrerie, senza farsi mancare la carne (di capra per gli operai semplici, di manzo per il capo). Non gli mancava nemmeno l'olio d'oliva, un bene allora prezioso, che pochi in Egitto potevano permettersi, fatto importare dal Levante all'estremità orientale del Mediterraneo. Le case dove alloggiavano gli operai erano lunghe strette fornite di forni e con 20 posti letto. C'era anche un quartiere con case grandi abitate da persone di alto rango, si pensa amministratori cittadini, che si nutrivano in abbondanza di vitello.