Sociologia65

Da Ortosociale.

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Commentary No. 419, Feb. 15, 2016

Traduzione

Il termine "nazione" ha avuto molti significati diversi nel corso dei secoli. Ma in questi giorni, e più o meno dai tempi della rivoluzione francese, il termine è stato collegato allo stato, come in "stato-nazione". In questo uso, "nazione" si riferisce a coloro che sono membri di diritto della comunità che si trova all'interno di uno stato.
Se coloro che formano una nazione danno luogo alla creazione di uno stato o se uno stato crea la categoria di una nazione e crea in tal modo i diritti all'interno dello stato è un dibattito di vecchia data. Io credo che gli Stati creino le nazioni e non il contrario.
Il problema, tuttavia, è il perchè gli Stati creino le nazioni, e quello che dovrebbe essere l'atteggiamento della "sinistra" al concetto di nazione. Per alcuni a sinistra, il concetto di nazione è il grande equalizzatore, il grande strumento che costruisce l'uguaglianza. Si tratta di una affermazione secondi cui tutti (o quasi tutti) hanno il diritto di piena ed uguale partecipazione nel processo decisionale dello Stato, in contrasto con l'affermazione che tali diritti per la piena partecipazione spettano soltanto ad una minoranza (ad esempio, l'aristocrazia). Oggi spesso chiamiamo questa una visione giacobina della nazione.
Il Giacobinismo dà origine alla categoria di cittadino. Le persone sono cittadini per diritto di nascita e non perché hanno una particolare origine "etnica" o sono di una particolare religione o qualsiasi altra caratteristica che venga attribuito ad essi, da soli o con gli altri. I cittadini hanno diritto di voto (ad una certa età). Ogni cittadino ha un voto. Tutti i cittadini sono quindi uguali davanti alla legge.
In base a questa percezione della cittadinanza, è fondamentale prendere in considerazione tutti i cittadini in quanto individui. È fondamentale sopprimere l'idea che ci sono gruppi che potrebbero essere intermediari tra l'individuo e lo Stato. In effetti, come una visione ancora più rigida della nazione potrebbe suggerire, è legittimo che vengano meno tali altri gruppi: tutti i cittadini devono utilizzare la lingua della nazione e nessun altra; nessun gruppo religioso può avere le proprie istituzioni; possono essere celebrati gli usi che siano quelli della nazione.
In pratica, naturalmente, le persone sono parte di molti, molti gruppi che affermano costantemente le loro richieste di partecipazione e di fedeltà da parte dei loro membri. In pratica, troppo, e spesso con il pretesto di parità di trattamento a tutti gli individui, ci sono innumerevoli modi in cui la parità di diritti a tutti i cittadini può essere ridotta.
L'idea di cittadinanza può arrivare a essere definita in primo luogo come il diritto al suffragio. E ci sono più limitazioni di accesso al suffragio. La più ovvia e numericamente importante è il sesso. Il suffragio è stato limitato per legge a uomini. È stato spesso limitato in base al reddito, un reddito minimo richiesto perchè sia possibile votare. È stato spesso limitato dalla razza, dalla religione o da quante generazioni di antenati erano stati residenti nello Stato. Il risultato netto è che ciò che è stato originariamente concepito come un grande equalizzatore in realtà non abbraccia tutti e nemmeno la maggioranza delle persone. Spesso ha compreso un gruppo piuttosto piccolo.
Per i Giacobini che pensavano a se stessi come alla Sinistra, la soluzione era quella di lottare per l'espansione del Suffragio. E nel corso del tempo, questo sforzo portava qualche frutto. Il suffragio è stato effettivamente esteso a sempre più persone. In qualche modo, tuttavia, questo non raggiungere l'obiettivo di rendere tutti i cittadini tutti i membri della nazione, tutti pari in materia di accesso ai presunti benefici della cittadinanza - l'educazione, i servizi sanitari, l'occupazione.
Data questa realtà di disuguaglianze continue, sorse una visione anti-giacobina della sinistra. Il punto di vista anti-giacobino ha visto la nazione non come il grande equalizzatore, ma come il grande ipnotizzatore. La soluzione non era quella di lottare per sopprimere altri gruppi, ma di incoraggiare tutti i gruppi a far valere il loro valore come modo di vita e modo di auto-coscienza. Le femministe insistono sul fatto che non solo le donne dovrebbero ottenere il diritto di voto, ma che le donne avevano il diritto alle proprie organizzazioni e alla propria coscienza. Come hanno fatto le comunità di gruppi etnici e razziali, le cosiddette minoranze.
Il risultato è stato che la sinistra non ha alcuna visione unica della nazione. Anzi, al contrario! La sinistra è divisa tra visioni della nazione sempre più profondamente opposte. Oggi vediamo che ciò si verifica in molte forme diverse. Una è l'esplosione di richieste legate al genere, ciò che una volta era stato pensato come il risultato di fenomeni genetici viene visto oggi come una costruzione sociale. Ma una volta che siamo impegnati nella costruzione sociale, non c'è limite evidente per i diritti delle sottocategorie, sia per quelli già definiti sia per quelli che ancora devono nascere alla esistenza sociale.
Se il genere sta esplodendo, così è per l' "essere nativi". Anche l' "essere nativi" è una costruzione sociale. Si riferisce ai diritti di chi ha vissuto in una certa area fisica prima di altri ( "migranti"). Spinto abbastanza lontano, ogni singola persona è un migrante. Discusso ragionevolmente, ci sono oggi significativi gruppi sociali che si vedono come vivere in gruppi che sono significativamente diversi da quelli che esercitano il potere nello stato. Questi gruppi desiderano continuare a mantenere le loro comunità nei loro principali modi attuali di vivere piuttosto che perdere questi diritti all'interno dei confini della nazione, confini entro i quali la nazione fa valere i suoi diritti di nazione.
Un'ultima ambiguità. Deve la Sinistra essere internazionalista (uno-mondista), o deve la Sinistra essere nazionalista contro l'intrusione di potenti forze mondiali? Deve la Sinistra essere per l'abolizione di tutte le frontiere o per il rafforzamento delle frontiere? È coscienza di classe opporsi al nazionalismo o sostenere la resistenza nazionale all'imperialismo?
Si potrebbe prendere la via più facile in questo dibattito, suggerendo che la risposta varia da luogo a luogo, momento per momento, situazione per situazione. Ma è proprio questo il problema. La sinistra mondiale trova molto difficile affrontare i problemi direttamente e arrivare ad un atteggiamento politicamente significativo concernente il concetto di nazione. Dal momento che il nazionalismo è senza dubbio il più forte impegno emotivo dei popoli del mondo di oggi, il fallimento della sinistra mondiale di entrare in un dibattito interno collettivo in maniera solidale mina la capacità della sinistra mondiale di essere l'attore principale oggi sulla scena mondiale.
La Rivoluzione francese ci ha lasciato in eredità un concetto (di cittadinanza) destinato ad essere il grande equalizzatore (strumento di costruzione dell'ugiaglianza sociale). Ha lasciato a tutti noi in eredità con una pillola velenosa che può distruggere la sinistra globale e quindi il grande equalizzatore? Una riunificazione intellettuale, morale e politica della sinistra mondiale è molto urgente. Essa richiederà un buon accordo cioè molto più del dare e avere che gli attori principali hanno dimostrato. Tuttavia, non vi è alcuna seria alternativa.

La lettera di GianAntonio

La Sinistra è morta e il cadavere è decomposto.
In questa epoca di trionfo del liberismo nazionale e mondiale, di asservimento totale alla finanza, di privilegi assoluti da un verso e deprivazione dei diritti fondamentali dall'altro, di mercificazione della vita, della persona, delle creature e del pianeta, di un capitalismo sfrenato e senza più limiti, di politica succube e subalterna, di democrazia nominale e svuotata ... che dire della " sinistra " ?!
Esiste oggi la Sinistra ?
La risposta è : No !
La situazione attuale mostra senza alcun dubbio che in questo Paese la Sinistra è morta contemporaneamente alla nascita della Costituzione, già nel 1948 !
Quelli che allora accettarono questa Carta, accettarono di rinunciare al loro ruolo storico di essere Sinistra, nel momento stesso in cui non misero il reale potere nelle mani dei cittadini accettando un impianto istituzionale centralizzato, verticistico, giocato su relazioni privatistiche di potere, con i partiti a struttura blindata come soggetti unici del ruolo democratico.
Dopo di allora non abbiamo più avuto una " Sinistra ".
Abbiamo avuto alcuni aborti, delle sinistrucole personali rette da baronetti borghesi il cui solo scopo nei fatti è stato di andare a rimorchio, con " letio magistralis " utili alla loro immagine ma con blandissime reazioni alle volontà del Capitale.. per non destabilizzare quello Stato di cui volevano continuare a godere stipendi, prebende, favori, potere, pensioni, vitalizi, privilegi per se stessi, familiari ed eredi.
Li abbiamo visti in zuffe televisive scapigliarsi in modo telegenico e corretto arrivando persino ad allentare la cravatta.. così come alla fine li abbiamo visti sparire nelle loro tenute in campagna a confezionare marmellate e vini biologici.
Erano semplicemente dei miseri e grigi burocrati, dei travestiti camuffati nemmeno tanto bene.
Hanno partecipato al saccheggio di questo Popolo con la connivenza, con il tacere, con l'inefficacia, con la mancanza di proposta reale e concreta capace di unire e mobilitare i cittadini su obiettivi di eguaglianza sostanziale, culturale, economica, sociale e politica.
Oggi è la frantumazione e la polverizzazione della Sinistra a partire dai temi, dai contenuti, dagli scopi..
Quando va bene arrivano dichiarazioni sul " recuperare e realizzare la Costituzione più bella del mondo !"
Ancora non hanno capito.
Manca la visione.
Manca la visione.
Manca la Sinistra!
Non parlatemi di Sinistra!
La Sinistra è morta !

La risposta di Remo Ronchitelli

Caro GianAntonio, La tua indignazione è sacra. Ed è utile, in parte, per prendere coscienza della situazione in cui siamo. Ma poi bisogna scendere in profondità per cercare i punti deboli di questo sistema che sono le cause stesse della sua crisi. Non servono "cure sintomatologiche" quali il giustizialismo alla Di Pietro (ed alla M5S). Nè sono sufficienti la critica delle Istituzioni che governano oggi: multinazionali, finanza, imperi [usa], ex-imperi [russia], imperi nascenti [cina]. Diciamo che serve uno studio "evolutivo" della società. La storia che insegnano è solo una storia di "eventi politici", inutile. Marx è riuscito a vedere un'altra rete sociale: l'economia. Dalla Rivoluzione Francese (giacobina, esclusivamente "politica") si passa alla Rivoluzione Russa (marxista-leninista, che reinventa l'economia con il socialismo reale o capitalismo di stato). Entrambe fallite miserevolmente: Napoleone (come Luigi XIV: lo Stato sono io) e Stalin (come Lo zar Ivan IV il Terribile). Quindi non ha più senso reclamare i "diritti" come facevano i Giacobini, che li negavano alle donne ed agli schiavi di Haiti. Nè istituire una economia guidata dallo Stato. Oggi la sinistra, che purtroppo per te esiste eccome, chiede di nuovo una economia guidata dallo Stato, via Keynes. Per andare in profondità e cambiare radicalmente lo stile GERARCHICO di "management" che dirige le società da 5000 anni ad oggi, bisogna arrivare al network "culturale" ( o ideologico ). Soprattutto capire come è nata la madre di tutte le Istituzioni e di tutte le guerre, lo Stato. Il Marxismo (e ovviamente i Giacobini) non avevano una "teoria dello Stato". Nè tam poco una teoria "evolutiva" dello Stato e delle società sottese (è lo Stato dice Immanuel Wallerstein che genera le Nazioni). E' una situazione molto complessa, diciamo "un casino". Serve studiare ed agire. Inutile arrabbiarsi.

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