Tesi
m (→8.5 La rivoluzione digitale e le scienze cognitive) |
m (→Marx e la cooperazione) |
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− | + | La cornice concettuale o framework, o meglio la base cognitiva su cui ho costruito la tesi si trova qui: | |
+ | *[[CeraUnaVolta|C'era una volta l'Antica Europa...]] | ||
+ | Come informatico ho vissuto come esperienza diretta, nei primi anni '90, la nascita di Linux e del software open source. Ho praticato e testato per anni come “software engineer” la produzione software di GNU, Linux, Apache, MySQL, PHP (LAMP). Si è trattato per me di una forte sorpresa emozionale, che richiedeva la costruzione di un modello culturale di cambiamento storico diverso da quelli tradizionali mainstream. Il fenomeno era di una importanza e di una qualità tali da richiamare tutte le energie intelletttuali disponibili. Gli unici a dedicarvi la giusta attenzione furono a suo tempo un ministro della cultura francese (Jack Lang) e ovviamente una parte del big business informatico, IBM in primis. IBM e Apple utilizzando il software open source si sono salvate dalla bancarotta, mentre Microsoft che vi si è sempre opposta per rigidità culturale subisce un lento ma inesorabile declino (la dimensione economica è fortemente influenzata dalla dimensione ideologica!). La tesi affronta questa drammatica urgenza della necessità di un modello sociologico interpretativo coerente e condiviso su questo “fatto sociale” (non saprei come altro chiamarlo). La difficoltà principale sta nel decodificare il nucleo della tesi, l'emergenza del software open source, di Linux, e poi dello hardware open source, dal suo aspetto tecnico-informatico e dal suo aspetto legale-proprietario. Per semplificare diciamo che l'aspetto tecnico-informatico si può tradurre in un problema di sociologia dell'organizzazione del lavoro (e quindi della divisione sociale del lavoro). L'aspetto legale-proprietario del copyright intellettuale nel più generale problema sociologico della stratificazione sociale e della divisione in classi. Il “problema Linux” comportava dunque una complessità che non si poteva eludere. La tesi tenta di affrontare questa complessità in tre passaggi:(1)utilizzare un framework analitico adeguato (parte di sociologia storica), (2)descrizione del case study Linux e Open Source e dei suoi sviluppi recenti (parte empirica),(3)cenni di approfondimento teorico dei singoli aspetti del problema (parte di “critica dei fondamenti” e proposta di ricostruzione economica-culturale-politica). Al primo punto ho utilizzato la teoria sociologica di Michael Mann che vede la società come network storicamente cangiante di quattro tipi di potere sociale. E' un modello di origine weberiana con l'apporto della teoria marxiana del conflitto di classe (come elemento importante ma comunque non-determinante). | ||
+ | Al secondo punto ho utilizzato lo studio di Luciano Paccagnella su software e hardware “Open Access”, esaustivo sulla fenomenologia del caso, e pienamente rispondente alla esperienza empirica da me vissuta nel corso di molti anni di lavoro informatico nelle più svariate aziende capitalistiche. Al terzo punto ho utilizzato Yochai Benkler, professore ad Harvard, soprattutto con il suo “The Penguin and the Leviathan”. Benkler propone il paradigma della “cooperazione” in una logica riformistica del sistema capitalistico, del sistema cultura-arte-scienza, del sistema politico. Sono queste esattamente le reti economiche-ideologiche-politiche di Michael Mann. Benkler basa queste sue proposte su case story verificate e su esperimenti di laboratorio diretti da lui stesso e da molti altri. La tesi in definitiva propone ulteriori linee di ricerca evidenziando l'importanza, l'estensione, la profondità dei risultati raggiunti da software e hardware open source. | ||
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+ | ==Introduzione== | ||
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− | L'oggetto della ricerca riguarda le realizzazioni del Software Open Source, che per semplicità definiamo tale comprendendovi il Free Software come definito da (Paccagnella, 2010:65). Queste realizzazioni software hanno inspirato estensioni dello stesso principio paradigmatico alla produzione di macchine, di schede elettroniche, persino di computer, di cui vengono “aperti” a tutti, senza costo, i disegni di costruzione, la documentazione tecnica, i video di lavorazione e montaggio. Si tratta in questo secondo caso del variegato mondo dello Hardware, delle macchine vere e proprie. Chiameremo il primo SOS (Software Open Source) ed il secondo HOS (Hardware Open Source). L'affermazione del SOS e la vivacità “nascente” dello HOS, la loro rilevanza tecnologica, scientifica, economica, la rivoluzione digitale o Terza Rivoluzione Industriale, (Economist, 2012), che inseriscono il software come elemento portante della economia, della produzione, della comunicazione, della ricerca, pongono la domanda se si tratti di un cambiamento “sociale” significativo capace di modificare, anche in profondità, istituzioni consolidate come il copyright, o diritto d'autore delle creazioni intellettuali, l'organizzazione del lavoro, le tipologie di produzione e scambio economico, la divisione sociale del lavoro, le organizzazioni tradizionali, la cultura di gruppi organizzati in comunità virtuali e non, la funzione del leader carismatico, il peso della cooperazione volon-taria nello sviluppo economico e culturale “moderno”, la rinascita di una concezione di comunità data per scomparsa con lo stato industriale-fordista-keynesiano e poi con la globalizzazione. A questa domanda cercherò di portare elementi, soprattutto empirici, utili per tentare di dare una possibile risposta o meglio per approntare tracce interpretative degli eventi e processi sociali a venire sui temi dell'Open Source. Dovendo tracciare la rilevanza e la profondità dell'eventuale "cambiamento sociale" rappresentato da SOS e HOS, nei molteplici aspetti prima delineati, è necessario utilizzare un quadro analitico di riferimento adeguato a supportare un’interpretazione dei mutamenti sociali, dei processi storici, dell'azione intenzionale dei gruppi umani organizzati, dell'emergenza interstiziale di realtà originali che possano (o non) servire da "piedistallo" in un contesto multifattoriale di crescita storica cumulativa. | + | L'oggetto della ricerca riguarda le realizzazioni del Software Open Source, che per semplicità definiamo tale comprendendovi il Free Software come definito da (Paccagnella, 2010:65). Queste realizzazioni software hanno inspirato estensioni dello stesso principio paradigmatico alla produzione di macchine, di schede elettroniche, persino di computer, di cui vengono “aperti” a tutti, senza costo, i disegni di costruzione, la documentazione tecnica, i video di lavorazione e montaggio. Si tratta in questo secondo caso del variegato mondo dello Hardware, delle macchine vere e proprie. Chiameremo il primo SOS (Software Open Source) ed il secondo HOS (Hardware Open Source). L'affermazione del SOS e la vivacità “nascente” dello HOS, la loro rilevanza tecnologica, scientifica, economica, la ''rivoluzione digitale'' o Terza Rivoluzione Industriale, (Economist, 2012), che inseriscono il software come elemento portante della economia, della produzione, della comunicazione, della ricerca, pongono la domanda se si tratti di un cambiamento “sociale” significativo capace di modificare, anche in profondità, istituzioni consolidate come il copyright, o diritto d'autore delle creazioni intellettuali, l'organizzazione del lavoro, le tipologie di produzione e scambio economico, la divisione sociale del lavoro, le organizzazioni tradizionali, la cultura di gruppi organizzati in comunità virtuali e non, la funzione del leader carismatico, il peso della cooperazione volon-taria nello sviluppo economico e culturale “moderno”, la rinascita di una concezione di ''comunità'' data per scomparsa con lo stato industriale-fordista-keynesiano e poi con la globalizzazione. A questa domanda cercherò di portare elementi, soprattutto empirici, utili per tentare di dare una possibile risposta o meglio per approntare tracce interpretative degli eventi e processi sociali a venire sui temi dell'Open Source. Dovendo tracciare la rilevanza e la profondità dell'eventuale "cambiamento sociale" rappresentato da SOS e HOS, nei molteplici aspetti prima delineati, è necessario utilizzare un quadro analitico di riferimento adeguato a supportare un’interpretazione dei mutamenti sociali, dei processi storici, dell'azione intenzionale dei gruppi umani organizzati, dell'emergenza interstiziale di realtà originali che possano (o non) servire da "piedistallo" in un contesto multifattoriale di crescita storica cumulativa. |
A questo scopo verrà utilizzato il modello analitico proposto da Michael Mann in (Mann, 1986), (Mann, 1993), (Mann, 2012), (Mann, 2013), per tracciare questo mutamento “sociale” sulle reti da lui definite “organized social power networks”, attraverso le quali i gruppi umani si organizzano per raggiungere i loro obiettivi. La documentazione raccolta non pretende affatto di fornire strumenti predittivi ma solo di tracciare ad oggi lo stato di SOS e HOS nei loro principali aspetti sociologici e nelle loro interazioni con le reti IEMP. Il modello di M.Mann nasce da uno studio seminale del 1984 sul potere dello stato, allargato poi ai quattro tipi principali di sorgenti del potere sociale. I quattro tipi sono: Ideologico, Economico, Militare, Politico. Anche la scienza politica tratta di tre tipi di potere, culturale, economico e politico (Bobbio, 2009). Ma Mann approfondisce questi aspetti in un’analisi di sociologia storica che copre un arco di tempo che va dalla preistoria e dalla nascita del primo stato in Mesopotamia sino al 2011. Vengono da lui “modellizzate” le varie fasi del cambiamento sociale secondo un processo non lineare, per lenta accumulazione di costanti progressi, forti innovazioni anche accidentali, devoluzioni. Vedremo in seguito in maggior dettaglio gli aspetti da me più utilizzati dell'analisi storico-sociologica di Mann, di cui applicherò il metodo analitico IEMP, acronimo dei quattro tipi di potere sociale, alle innovazioni presenti nelle caratteristiche sociologiche di SOS e HOS. Mann utilizza la metodologia weberiana degli idealtipi, temperata da un fondamentale "skeptical empiricism", e la sociologia del potere delineata in "Economia e Società", modificata in profondità. | A questo scopo verrà utilizzato il modello analitico proposto da Michael Mann in (Mann, 1986), (Mann, 1993), (Mann, 2012), (Mann, 2013), per tracciare questo mutamento “sociale” sulle reti da lui definite “organized social power networks”, attraverso le quali i gruppi umani si organizzano per raggiungere i loro obiettivi. La documentazione raccolta non pretende affatto di fornire strumenti predittivi ma solo di tracciare ad oggi lo stato di SOS e HOS nei loro principali aspetti sociologici e nelle loro interazioni con le reti IEMP. Il modello di M.Mann nasce da uno studio seminale del 1984 sul potere dello stato, allargato poi ai quattro tipi principali di sorgenti del potere sociale. I quattro tipi sono: Ideologico, Economico, Militare, Politico. Anche la scienza politica tratta di tre tipi di potere, culturale, economico e politico (Bobbio, 2009). Ma Mann approfondisce questi aspetti in un’analisi di sociologia storica che copre un arco di tempo che va dalla preistoria e dalla nascita del primo stato in Mesopotamia sino al 2011. Vengono da lui “modellizzate” le varie fasi del cambiamento sociale secondo un processo non lineare, per lenta accumulazione di costanti progressi, forti innovazioni anche accidentali, devoluzioni. Vedremo in seguito in maggior dettaglio gli aspetti da me più utilizzati dell'analisi storico-sociologica di Mann, di cui applicherò il metodo analitico IEMP, acronimo dei quattro tipi di potere sociale, alle innovazioni presenti nelle caratteristiche sociologiche di SOS e HOS. Mann utilizza la metodologia weberiana degli idealtipi, temperata da un fondamentale "skeptical empiricism", e la sociologia del potere delineata in "Economia e Società", modificata in profondità. | ||
− | === | + | ===Tesi=== |
La cultura e la pratica Open Source nascono negli “interstizi” delle istituzioni attuali. Il movimento del Free Software di Richard Matthew Stallman, d'ora in avanti RMS, nasce nei primi anni '80 in USA nei laboratori di ricerca e nelle università. Nasce in un periodo di riflusso dopo la fine dei movimenti che avevano scosso l'America e non solo, come il Free Speech Movement delle università, i diritti civili dei neri, l'opposizione alla guerra del Vietnam, la controcultura, il femminismo, i movimenti ecologisti, quel 1968 che Immanuel Wallerstein definisce “the world-revolution of 1968” (Wallerstein, 2013). Va subito detto comunque che il movimento del Free Software nasce come un fenomeno originale nei "circuiti della prassi" di produzione, distribuzione, scambio e consumo (gli ultimi tre elementi vengono fortemente innovati dal movimento). Fa parte dunque del “social power network” economico secondo il modello IEMP trattato di seguito. Si tratta proprio di quel potere sociale completamente ignorato da tutti i movimenti citati in precedenza e focalizzati sui momenti politico ed ideologico del modello IEMP. Secondo il modello IEMP, dagli interstizi delle reti sociali dominanti sono nate tutte le novità sociali emerse nel corso della storia. Intendendo per “società” un insieme di reti interconnesse, sovrapposte e promiscue di gruppi umani organizzati, la tesi mira a verificare se SOS e HOS dimostrano la capacità di adattarsi, sovrapporsi, intrecciarsi, farsi promiscui con le reti pre-esistenti, nonché sviluppare nuovi reticoli di interazione sociale. Questo potrebbe stabilire un equilibrio di “social power networks” anche radicalmente diverso ma stabile, con piccole ma progressive modificazioni di istituzioni come il mercato, le imprese capitalistiche tradizionali, le funzioni dello stato, i ruoli lavorativi e le relazioni all'interno delle organizzazioni, la stessa tecnologia come costruzione sociale. La tesi individua nelle prime comunità SOS un nucleo vitale capace di espandersi e di resistere agli attacchi anche feroci (Microsoft versus Linux), alla indifferenza delle istituzioni politiche (che per scelta ideologica preferiscono Windows a GNU/Linux), alla "opacità" delle istituzioni economiche tradizionali definite da O.Williamson "Gerarchie e Mercato". Nel periodo della "effervescenza collettiva" in moltissime Software House i programmatori esibivano sulle loro "workstation" il pinguino mascotte di Linux. Questo gli consente di crescere e di contaminare gli altri modelli organizzativi. Ma soprattutto gli permette di "crescere su sè stesso" e consolidarsi unendo e intrecciando comunità SOS molto diverse come nel caso di LAMP (§3.3). Capace anche di una relativa "istituzionalizzazione" (nel modello IEMP un processo di cristallizzazione e di amalgama di reti di potere sociale, nel nostro caso di potere sociale economico) , come nel caso della Linux Foundation (§4.3 "Linux come bene comune") e della costituzione di importanti "corporation" quali Facebook (§3.4), Google (§3.5), Twitter (§3.6). Queste moderne corporation "coltivano" i propri utenti per vendergli pubblicità, servizi, hardware ICT, innescando un processo circolare crescente, e che si autoalimenta, di informazione, comunicazione, conoscenza, informazione, etc. Da sottolineare che in questo processo è sempre presente l'hardware come "bene materiale vs beni immateriali" o "protesi materiali vs protesi culturali" (§3.7 "Internet come infrastruttura IEMP"), ad esempio gli smartphone (§3.5.4). Da questa reciproca contaminazione il mondo di SOS cresce non solo come finanziamenti diretti (vedi Linux Foundation) ma soprattutto come partecipazione al più generale sviluppo tecnologico (smartphone, cloud computing). Queste "nuove corporation" informatiche sono al centro di quella società dell'informazione, comunicazione, conoscenza di cui sopra (Paccagnella, 2010), che non sarebbe stata possibile senza il contributo determinante e travolgente di una più tradizionale organizzazione tutta "gerarchia e mercato" come Microsoft. E' la cumulatività dei processi storici che "educano le masse" all'uso "sociale" di nuove tecnologie, in questo caso di tecnologie infrastrutturali di comunicazione. Un segnale importante del progresso della cultura SOS è l'attestarsi su una linea difensiva delle corporation più tradizionali radicate sul Closed Source (vedi §3.5.1 "Android di Google"). La tesi passa poi a valutare la difficile e contrastata comparsa di HOS come una propagazione culturale del modello SOS all'interno della contestuale e "fortunata" emergenza storica della rivoluzione digitale (vedi cap.8), nata a sua volta nel contesto più generale della crisi del sistema fordista-keynesiano con tutte le destrutturazioni produttive, finanziarie, istituzionali, che la crisi dei profitti capitalistici ha comportato dopo la comparsa della stagflation all'incirca nell'anno 1975. L'affermazione di SOS e le possibilità di affermazione di HOS si basano tutte su un tipo di concorrenza e competizione basato sull'efficienza (bassa entropia ambientale) ed efficacia (raggiungimento pieno e stabile degli "organizational goals" di M.Mann). Questa concorrenza e competizione, che valgono anche e soprattutto all'interno del mondo SOS e HOS, non sono di tipo distruttivo ma si sviluppano sempre saldamente ancorate ("embedded") ad una cooperazione che le comprende e regola. E' la "coopetition" di (Paccagnella, 2010) (vedi §2.1). In definitiva la tesi sostiene il valore, la "tenuta" ed il radicamento di SOS, invitando nel contempo a focalizzare l'osservazione sul nascente HOS. La tesi, proponendo la decostruzione del concetto di società secondo il modello IEMP, affronta la relativizzazione di importanti categorie sociologiche che questi processi di SOS e HOS richiedono. Tutta questa "narrazione" si svolge nell'arena logistico-infrastrutturale di Internet. | La cultura e la pratica Open Source nascono negli “interstizi” delle istituzioni attuali. Il movimento del Free Software di Richard Matthew Stallman, d'ora in avanti RMS, nasce nei primi anni '80 in USA nei laboratori di ricerca e nelle università. Nasce in un periodo di riflusso dopo la fine dei movimenti che avevano scosso l'America e non solo, come il Free Speech Movement delle università, i diritti civili dei neri, l'opposizione alla guerra del Vietnam, la controcultura, il femminismo, i movimenti ecologisti, quel 1968 che Immanuel Wallerstein definisce “the world-revolution of 1968” (Wallerstein, 2013). Va subito detto comunque che il movimento del Free Software nasce come un fenomeno originale nei "circuiti della prassi" di produzione, distribuzione, scambio e consumo (gli ultimi tre elementi vengono fortemente innovati dal movimento). Fa parte dunque del “social power network” economico secondo il modello IEMP trattato di seguito. Si tratta proprio di quel potere sociale completamente ignorato da tutti i movimenti citati in precedenza e focalizzati sui momenti politico ed ideologico del modello IEMP. Secondo il modello IEMP, dagli interstizi delle reti sociali dominanti sono nate tutte le novità sociali emerse nel corso della storia. Intendendo per “società” un insieme di reti interconnesse, sovrapposte e promiscue di gruppi umani organizzati, la tesi mira a verificare se SOS e HOS dimostrano la capacità di adattarsi, sovrapporsi, intrecciarsi, farsi promiscui con le reti pre-esistenti, nonché sviluppare nuovi reticoli di interazione sociale. Questo potrebbe stabilire un equilibrio di “social power networks” anche radicalmente diverso ma stabile, con piccole ma progressive modificazioni di istituzioni come il mercato, le imprese capitalistiche tradizionali, le funzioni dello stato, i ruoli lavorativi e le relazioni all'interno delle organizzazioni, la stessa tecnologia come costruzione sociale. La tesi individua nelle prime comunità SOS un nucleo vitale capace di espandersi e di resistere agli attacchi anche feroci (Microsoft versus Linux), alla indifferenza delle istituzioni politiche (che per scelta ideologica preferiscono Windows a GNU/Linux), alla "opacità" delle istituzioni economiche tradizionali definite da O.Williamson "Gerarchie e Mercato". Nel periodo della "effervescenza collettiva" in moltissime Software House i programmatori esibivano sulle loro "workstation" il pinguino mascotte di Linux. Questo gli consente di crescere e di contaminare gli altri modelli organizzativi. Ma soprattutto gli permette di "crescere su sè stesso" e consolidarsi unendo e intrecciando comunità SOS molto diverse come nel caso di LAMP (§3.3). Capace anche di una relativa "istituzionalizzazione" (nel modello IEMP un processo di cristallizzazione e di amalgama di reti di potere sociale, nel nostro caso di potere sociale economico) , come nel caso della Linux Foundation (§4.3 "Linux come bene comune") e della costituzione di importanti "corporation" quali Facebook (§3.4), Google (§3.5), Twitter (§3.6). Queste moderne corporation "coltivano" i propri utenti per vendergli pubblicità, servizi, hardware ICT, innescando un processo circolare crescente, e che si autoalimenta, di informazione, comunicazione, conoscenza, informazione, etc. Da sottolineare che in questo processo è sempre presente l'hardware come "bene materiale vs beni immateriali" o "protesi materiali vs protesi culturali" (§3.7 "Internet come infrastruttura IEMP"), ad esempio gli smartphone (§3.5.4). Da questa reciproca contaminazione il mondo di SOS cresce non solo come finanziamenti diretti (vedi Linux Foundation) ma soprattutto come partecipazione al più generale sviluppo tecnologico (smartphone, cloud computing). Queste "nuove corporation" informatiche sono al centro di quella società dell'informazione, comunicazione, conoscenza di cui sopra (Paccagnella, 2010), che non sarebbe stata possibile senza il contributo determinante e travolgente di una più tradizionale organizzazione tutta "gerarchia e mercato" come Microsoft. E' la cumulatività dei processi storici che "educano le masse" all'uso "sociale" di nuove tecnologie, in questo caso di tecnologie infrastrutturali di comunicazione. Un segnale importante del progresso della cultura SOS è l'attestarsi su una linea difensiva delle corporation più tradizionali radicate sul Closed Source (vedi §3.5.1 "Android di Google"). La tesi passa poi a valutare la difficile e contrastata comparsa di HOS come una propagazione culturale del modello SOS all'interno della contestuale e "fortunata" emergenza storica della rivoluzione digitale (vedi cap.8), nata a sua volta nel contesto più generale della crisi del sistema fordista-keynesiano con tutte le destrutturazioni produttive, finanziarie, istituzionali, che la crisi dei profitti capitalistici ha comportato dopo la comparsa della stagflation all'incirca nell'anno 1975. L'affermazione di SOS e le possibilità di affermazione di HOS si basano tutte su un tipo di concorrenza e competizione basato sull'efficienza (bassa entropia ambientale) ed efficacia (raggiungimento pieno e stabile degli "organizational goals" di M.Mann). Questa concorrenza e competizione, che valgono anche e soprattutto all'interno del mondo SOS e HOS, non sono di tipo distruttivo ma si sviluppano sempre saldamente ancorate ("embedded") ad una cooperazione che le comprende e regola. E' la "coopetition" di (Paccagnella, 2010) (vedi §2.1). In definitiva la tesi sostiene il valore, la "tenuta" ed il radicamento di SOS, invitando nel contempo a focalizzare l'osservazione sul nascente HOS. La tesi, proponendo la decostruzione del concetto di società secondo il modello IEMP, affronta la relativizzazione di importanti categorie sociologiche che questi processi di SOS e HOS richiedono. Tutta questa "narrazione" si svolge nell'arena logistico-infrastrutturale di Internet. | ||
Lo sviluppo di Internet come “costruzione sociale” (Paccagnella, 2010:12) ha fatto emergere un “complesso” tecno-scientifico, economico, politico, che potrebbe costituire il nucleo di una risposta adattiva a vari problemi, di sostenibilità ambientale in primis, ma anche di ordine culturale, economico e politico su cui è necessario confrontarsi. La consapevolezza di tali problemi è espressa apertamente da alcuni esponenti dell'elite economica, politica, culturale, cioè dai relativi “social power networks”, come si evince dalle citazioni che seguono. Secondo l'analisi di Visco, governatore di Bankitalia, alla assemblea del 30 maggio 2013, “non siamo stati capaci di rispondere agli straordinari cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici degli ultimi 25 anni"; inoltre "l'aggiustamento richiesto e così a lungo rinviato ha una portata storica che necessita del contributo decisivo della politica, ma anche della società", dove società va intesa nell'accezione tradizionale. "Quando le difficoltà insorgono in modo esponenziale e a grappoli, anche quelle che in linea di principio, affrontate una alla volta, sarebbero trattabili, possono sopraffare la capacità di farvi fronte." (Donella e Dennis Meadows et al, 2006:268). "...ma vanno prese in considerazione le critiche oneste sui limiti naturali e sociali dello sviluppo..." (Rao, 2011:124 e nota 1). "E' accaduto che la divisione sociale del lavoro socialmente necessario abbia portato con sé lo sfruttamento degli esseri umani da parte di altri esseri umani, la trasformazione della poiesis in lavoro alienato. Ora ci troviamo di fronte a un'altra di queste torsioni perverse: a causa dei modi di utilizzazione delle risorse ambientali, l'integrazione della specie umana nell'ecosistema terrestre ha assunto forme e ritmi tali da giustificare la previsione della distruzione dell'ecosistema e con esso della specie umana." (Signorelli, 2007:212). D'altra parte: “Through historical comparison we can see that the most significant problems of our own time are novel. That is why they are difficult to solve: They are interstitial to institutions that deal effectively with the more traditional problems for which they were first set up. But, as I shall suggest, all societies have faced sudden and interstitial crises, and in some case humanity has emerged enhanced.” (Mann, 1986:32). Evitando discutibili oscillazioni predittive tra pessimismo e ottimismo, (Mann, 2013) dedica gli ultimi tre capitoli a "the three great crises emerging in this period - nuclear weapons, the great recession, and climate change" nel loro intreccio IEMP. | Lo sviluppo di Internet come “costruzione sociale” (Paccagnella, 2010:12) ha fatto emergere un “complesso” tecno-scientifico, economico, politico, che potrebbe costituire il nucleo di una risposta adattiva a vari problemi, di sostenibilità ambientale in primis, ma anche di ordine culturale, economico e politico su cui è necessario confrontarsi. La consapevolezza di tali problemi è espressa apertamente da alcuni esponenti dell'elite economica, politica, culturale, cioè dai relativi “social power networks”, come si evince dalle citazioni che seguono. Secondo l'analisi di Visco, governatore di Bankitalia, alla assemblea del 30 maggio 2013, “non siamo stati capaci di rispondere agli straordinari cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici degli ultimi 25 anni"; inoltre "l'aggiustamento richiesto e così a lungo rinviato ha una portata storica che necessita del contributo decisivo della politica, ma anche della società", dove società va intesa nell'accezione tradizionale. "Quando le difficoltà insorgono in modo esponenziale e a grappoli, anche quelle che in linea di principio, affrontate una alla volta, sarebbero trattabili, possono sopraffare la capacità di farvi fronte." (Donella e Dennis Meadows et al, 2006:268). "...ma vanno prese in considerazione le critiche oneste sui limiti naturali e sociali dello sviluppo..." (Rao, 2011:124 e nota 1). "E' accaduto che la divisione sociale del lavoro socialmente necessario abbia portato con sé lo sfruttamento degli esseri umani da parte di altri esseri umani, la trasformazione della poiesis in lavoro alienato. Ora ci troviamo di fronte a un'altra di queste torsioni perverse: a causa dei modi di utilizzazione delle risorse ambientali, l'integrazione della specie umana nell'ecosistema terrestre ha assunto forme e ritmi tali da giustificare la previsione della distruzione dell'ecosistema e con esso della specie umana." (Signorelli, 2007:212). D'altra parte: “Through historical comparison we can see that the most significant problems of our own time are novel. That is why they are difficult to solve: They are interstitial to institutions that deal effectively with the more traditional problems for which they were first set up. But, as I shall suggest, all societies have faced sudden and interstitial crises, and in some case humanity has emerged enhanced.” (Mann, 1986:32). Evitando discutibili oscillazioni predittive tra pessimismo e ottimismo, (Mann, 2013) dedica gli ultimi tre capitoli a "the three great crises emerging in this period - nuclear weapons, the great recession, and climate change" nel loro intreccio IEMP. | ||
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“A general account of societies, their structure, and their history can best be given in terms of the interrrelations of what I will call the four sources of social power: ideological, economic, military, and political (IEMP) relationships. These are (1) overlapping networks of social interaction, not dimensions, levels, or factors of a single social totality. This follows from my first statement. (2) They are also organizations, institutional means of attaining human goals.” (Mann, 1986:2) [NdR: corsivo nel testo]. Questo modello si applica in modo immediato alla stratificazione sociale intesa come creazione e distribuzione complessiva del potere nella società. Adottando in modo congiunto gli approcci di Weber e di Marx che tendono a considerare gli stessi tre tipi di organizzazione del potere, la stratificazione sociale si basa sulla classe, il ceto, il partito. Queste organizzazioni sono riconducibili ai poteri Economico, Ideologico e Politico/Militare (Mann, 1986:10). Ma l'elemento forse più utile nel modello IEMP è la sua spiegazione del cambiamento sociale, utile per tracciare l'origine e lo sviluppo di nuovi “social power networks” all'interno di quelli presenti e “dominanti”, come potrebbe essere il caso di SOS e HOS. Secondo Mann le reti sociali dominanti non arrivano mai a definire delle regole e delle norme completamente esaustive ed attualizzate. La loro “istituzionalizzazione” non è mai stata perfetta. Si creano così degli “interstizi” da cui possono nascere nuovi networks di potere sociale dei quattro tipi, (o forse, sconvolgendo il modello, di un quinto tipo basato sull'autonomia della tecnoscienza). Questi network “emergenti” interagiscono con quelli dominanti causando il cambiamento storico con la modifica delle vecchie istituzioni e la nascita di nuove istituzioni. Le istituzioni in questo modello vanno intese come processi dinamici e non come ontologie di norme e valori la cui “cogenza” ed invarianza viene assunta e non verificata empiricamente. “Nelle scienze sociali per istituzioni si intendono modelli di comportamento [NdR: enfasi nel testo] che in una determinata società sono dotati di cogenza normativa.” (Bagnasco et al, 2007:131). Secondo il modello IEMP questa definizione si traduce in una tautologia se per “una determinata società” si intende un particolare assetto storico delle quattro reti di potere sociale. Sarebbe inoltre imbarazzante gestire la “territorialità” di queste “determinate società” dal momento che l'unica rete sociale di potere territoriale è quella politica. Alcuni di questi modelli di comportamento corrispondono parzialmente alle “istitutionalized ideologies” di Mann. Questi interstizi sono presenti anche all'interno dei network dominanti rendendo così più complesse le interazioni tra i vari networks. "Many networks remain interstitial both to the four social power and to dominant configurations; similarly, important aspects of the four power sources also remain poorly institutionalized into the dominant configurations. These two sources of interstitial interaction eventually produce a more powerful emergent network, centered on one o more of the four power sources, and induce a reorganization of social life and a new dominant configuration. And so the historical process continues." (Mann, 1986:30). Il processo storico di continuo cambiamento, al cui centro c'è la divisione del lavoro, avviene secondo Mann in questa modalità: “But we must recall the original dynamic. The driving force of human society is not institutionalization [NdR: l'enfasi è mia]. History derives from restless drives that generate various networks of extensive and intensive power relations. These networks have a more direct relation to goal attainment than institutionalization has. In pursuit of their goals humans further develop these networks, outrunning the existing level of institutionalization. This may happen as a direct challenge to existing institutions, or it may happen unintentionally and “interstitially” - between their interstices and around their edges – creating new relations and institutions that have unanticipated consequences for the old. This is reinforced by the most permanent feature of institutionalization, the division of labor [NdR: l'enfasi è mia]” (Mann, 1986:15). Con l'utilizzo di Internet, nei casi SOS e HOS, il potere estensivo, cioè la capacità di organizzare la cooperazione umana su vasti territori, e il potere intensivo, cioè la capacità di sviluppare tale cooperazione ad un alto livello di partecipazione e mobilitazione individuali, si uniscono e sfumano l'uno nell'altro in una configurazione storicamente originale. | “A general account of societies, their structure, and their history can best be given in terms of the interrrelations of what I will call the four sources of social power: ideological, economic, military, and political (IEMP) relationships. These are (1) overlapping networks of social interaction, not dimensions, levels, or factors of a single social totality. This follows from my first statement. (2) They are also organizations, institutional means of attaining human goals.” (Mann, 1986:2) [NdR: corsivo nel testo]. Questo modello si applica in modo immediato alla stratificazione sociale intesa come creazione e distribuzione complessiva del potere nella società. Adottando in modo congiunto gli approcci di Weber e di Marx che tendono a considerare gli stessi tre tipi di organizzazione del potere, la stratificazione sociale si basa sulla classe, il ceto, il partito. Queste organizzazioni sono riconducibili ai poteri Economico, Ideologico e Politico/Militare (Mann, 1986:10). Ma l'elemento forse più utile nel modello IEMP è la sua spiegazione del cambiamento sociale, utile per tracciare l'origine e lo sviluppo di nuovi “social power networks” all'interno di quelli presenti e “dominanti”, come potrebbe essere il caso di SOS e HOS. Secondo Mann le reti sociali dominanti non arrivano mai a definire delle regole e delle norme completamente esaustive ed attualizzate. La loro “istituzionalizzazione” non è mai stata perfetta. Si creano così degli “interstizi” da cui possono nascere nuovi networks di potere sociale dei quattro tipi, (o forse, sconvolgendo il modello, di un quinto tipo basato sull'autonomia della tecnoscienza). Questi network “emergenti” interagiscono con quelli dominanti causando il cambiamento storico con la modifica delle vecchie istituzioni e la nascita di nuove istituzioni. Le istituzioni in questo modello vanno intese come processi dinamici e non come ontologie di norme e valori la cui “cogenza” ed invarianza viene assunta e non verificata empiricamente. “Nelle scienze sociali per istituzioni si intendono modelli di comportamento [NdR: enfasi nel testo] che in una determinata società sono dotati di cogenza normativa.” (Bagnasco et al, 2007:131). Secondo il modello IEMP questa definizione si traduce in una tautologia se per “una determinata società” si intende un particolare assetto storico delle quattro reti di potere sociale. Sarebbe inoltre imbarazzante gestire la “territorialità” di queste “determinate società” dal momento che l'unica rete sociale di potere territoriale è quella politica. Alcuni di questi modelli di comportamento corrispondono parzialmente alle “istitutionalized ideologies” di Mann. Questi interstizi sono presenti anche all'interno dei network dominanti rendendo così più complesse le interazioni tra i vari networks. "Many networks remain interstitial both to the four social power and to dominant configurations; similarly, important aspects of the four power sources also remain poorly institutionalized into the dominant configurations. These two sources of interstitial interaction eventually produce a more powerful emergent network, centered on one o more of the four power sources, and induce a reorganization of social life and a new dominant configuration. And so the historical process continues." (Mann, 1986:30). Il processo storico di continuo cambiamento, al cui centro c'è la divisione del lavoro, avviene secondo Mann in questa modalità: “But we must recall the original dynamic. The driving force of human society is not institutionalization [NdR: l'enfasi è mia]. History derives from restless drives that generate various networks of extensive and intensive power relations. These networks have a more direct relation to goal attainment than institutionalization has. In pursuit of their goals humans further develop these networks, outrunning the existing level of institutionalization. This may happen as a direct challenge to existing institutions, or it may happen unintentionally and “interstitially” - between their interstices and around their edges – creating new relations and institutions that have unanticipated consequences for the old. This is reinforced by the most permanent feature of institutionalization, the division of labor [NdR: l'enfasi è mia]” (Mann, 1986:15). Con l'utilizzo di Internet, nei casi SOS e HOS, il potere estensivo, cioè la capacità di organizzare la cooperazione umana su vasti territori, e il potere intensivo, cioè la capacità di sviluppare tale cooperazione ad un alto livello di partecipazione e mobilitazione individuali, si uniscono e sfumano l'uno nell'altro in una configurazione storicamente originale. | ||
− | == | + | ==Articolazione del problema== |
− | === | + | ===SOS=== |
(Paccagnella, 2010) verrà usato come testo di riferimento perchè riassume in modo egregio ed esaustivo la nascita di SOS collegandola alla sociologia ed alla storia della scienza, “occupandosi precisamente dei processi di gestione della conoscenza” all'interno del quadro di una “società della conoscenza” (Paccagnella, 2010:65). Luciano Paccagnella insegna Sociologia della Comunicazione e Sociologia della Conoscenza. Nel suo lavoro si occupa di tutti gli aspetti del software libero, come lui lo chiama: “Il software libero (o free software) rappresenta un fenomeno particolarmente interessante per la sociologia in quanto può essere considerato alla stregua di un nuovo <<fenomeno sociale totale>>, nella classica accezione maussiana: incorpora a un tempo elementi relativi alla sfera culturale (la cultura hacker del dono e della condivisione [Himamen 2001], a quella organizzativa (l'organizzazione flessibile, decentrata e orizzontale definita attraverso la metafora del bazar [Raymond 1999]), a quella economica (attraverso la declinazione dell'open source, come si mostrerà più avanti [Muffatto e Faldani, 2004] e ad altro ancora. Parlare di software libero significa quindi in realtà parlare di qualcosa di più ampio e complesso della semplice programmazione informatica, qualcosa che coinvolge il cuore del nuovo paradigma informazionalista della società reticolare [Castells 1996]. ” (Paccagnella, 2010:50). Questo schema | (Paccagnella, 2010) verrà usato come testo di riferimento perchè riassume in modo egregio ed esaustivo la nascita di SOS collegandola alla sociologia ed alla storia della scienza, “occupandosi precisamente dei processi di gestione della conoscenza” all'interno del quadro di una “società della conoscenza” (Paccagnella, 2010:65). Luciano Paccagnella insegna Sociologia della Comunicazione e Sociologia della Conoscenza. Nel suo lavoro si occupa di tutti gli aspetti del software libero, come lui lo chiama: “Il software libero (o free software) rappresenta un fenomeno particolarmente interessante per la sociologia in quanto può essere considerato alla stregua di un nuovo <<fenomeno sociale totale>>, nella classica accezione maussiana: incorpora a un tempo elementi relativi alla sfera culturale (la cultura hacker del dono e della condivisione [Himamen 2001], a quella organizzativa (l'organizzazione flessibile, decentrata e orizzontale definita attraverso la metafora del bazar [Raymond 1999]), a quella economica (attraverso la declinazione dell'open source, come si mostrerà più avanti [Muffatto e Faldani, 2004] e ad altro ancora. Parlare di software libero significa quindi in realtà parlare di qualcosa di più ampio e complesso della semplice programmazione informatica, qualcosa che coinvolge il cuore del nuovo paradigma informazionalista della società reticolare [Castells 1996]. ” (Paccagnella, 2010:50). Questo schema | ||
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Vi si disegna il ciclo (antiorario) di Cultura (Hacker) nel suo aspetto ideologico di morale immanente e di pratiche estetiche/rituali, Economia (Open Source) nel suo aspetto di produzione e scambio non monetario, Organizzazione (Bazar) come divisione del lavoro e divisione sociale del lavoro tra progettisti e utenti, e di nuovo Cultura (Hacker) e così via. Abbiamo dei gruppi umani che si sono coesi negli interstizi delle istituzioni “scientifiche”, si “organizzano” entrando in relazione di cooperazione e di competizione (coopetition) con le le reti economiche e politiche dominanti nelle reti della ricerca scientifica e tecnologica da cui erano usciti. Abbiamo dunque la costituzione di gruppi organizzati su obiettivi comuni che costituiscono “comunità” che costruiscono “conoscenza” come “bene pubblico.” (Paccagnella, 2010:176) ove la dizione bene pubblico è intercambiabili con bene comune. “Si tratta del dilemma fondamentale della proprietà intellettuale: il bene dell'inventore non deve essere contrapposto al bene della collettività, ma la seconda deve essere una condizione del primo. Modi e condizioni di gestione di questo dilemma sono diffusamente studiati dall'economia della conoscenza [per esempio Foray 2004; Rullani 2004; per una prospettiva più specifica Pilotti e Ganzaroli 2009]” (Paccagnella, 2010:97). In questo dilemma entra la gestione dei beni comuni (in primis la stessa “conoscenza”come bene comune, nell'accezione datale da Paccagnella di “cotto” rispetto al “crudo” dell'informazione) e dei loro confini, la specificità delle comunità SOS e HOS. Nasce presto su iniziativa della FSF di RMS una prima limitata ma potente espressione istituzionale (norma cogente di comportamento) con la licenza GPL o “copyleft” che regola la proprietà intellettuale del SOS. Il lavoro di Paccagnella servirà da punto di partenza e verrà poi integrato per evidenziare il progresso del SOS come “social power network” all'interno delle reti dominanti, il suo posizionamento competitivo nei confronti del software proprietario, la capacità di collegare singoli network SOS in network maggiori quali lo stack LAMP, divenuto un elemento centrale di Internet, le neo-corporation come Facebook, Google, Twitter, la confluenza hardware e software e le nuove tendenze comunicativo-cognitive dello ICT. Inoltre, focalizzandoci sulla storia di Linux, verrà dedicata particolare attenzione alla tessitura intima delle interazioni nelle comunità SOS come gruppi organizzati (Bagnasco et al, 2007:101-116), con le loro differenziazioni in bazaar e cattedrale, con accenni alle interazioni sociali che vi si svolgono, il ruolo di leader carismatico, la dismissione di ogni riferimento alla razionalità sinottica della burocrazia di M.Weber in quelle che si possono riassumere come “Logiche organizzative e processi decisionali” (Paccagnella, 2010:147). Verranno presi anche in considerazione la reintroduzione del concetto di comunità (Gallino, 2006:143) e (Paccagnella, 2010:149), la divisione sociale del lavoro, il processo di istituzionalizzazione, il rapporto tra produzione, distribuzione, scambio, consumo come “circuits of praxis” del “social power network” economico. In tutti questi aspetti si cercherà di cogliere gli elementi di innovazione e diversità rispetto al passato, per verificare se essi potrebbero rendere possibile dei modelli di sviluppo “largamente autorganizzato, rizomatico, flessibile, senza una autorità centrale ma in grado di adattarsi dinamicamente ai cambiamenti” (Paccagnella, 2010:71). | Vi si disegna il ciclo (antiorario) di Cultura (Hacker) nel suo aspetto ideologico di morale immanente e di pratiche estetiche/rituali, Economia (Open Source) nel suo aspetto di produzione e scambio non monetario, Organizzazione (Bazar) come divisione del lavoro e divisione sociale del lavoro tra progettisti e utenti, e di nuovo Cultura (Hacker) e così via. Abbiamo dei gruppi umani che si sono coesi negli interstizi delle istituzioni “scientifiche”, si “organizzano” entrando in relazione di cooperazione e di competizione (coopetition) con le le reti economiche e politiche dominanti nelle reti della ricerca scientifica e tecnologica da cui erano usciti. Abbiamo dunque la costituzione di gruppi organizzati su obiettivi comuni che costituiscono “comunità” che costruiscono “conoscenza” come “bene pubblico.” (Paccagnella, 2010:176) ove la dizione bene pubblico è intercambiabili con bene comune. “Si tratta del dilemma fondamentale della proprietà intellettuale: il bene dell'inventore non deve essere contrapposto al bene della collettività, ma la seconda deve essere una condizione del primo. Modi e condizioni di gestione di questo dilemma sono diffusamente studiati dall'economia della conoscenza [per esempio Foray 2004; Rullani 2004; per una prospettiva più specifica Pilotti e Ganzaroli 2009]” (Paccagnella, 2010:97). In questo dilemma entra la gestione dei beni comuni (in primis la stessa “conoscenza”come bene comune, nell'accezione datale da Paccagnella di “cotto” rispetto al “crudo” dell'informazione) e dei loro confini, la specificità delle comunità SOS e HOS. Nasce presto su iniziativa della FSF di RMS una prima limitata ma potente espressione istituzionale (norma cogente di comportamento) con la licenza GPL o “copyleft” che regola la proprietà intellettuale del SOS. Il lavoro di Paccagnella servirà da punto di partenza e verrà poi integrato per evidenziare il progresso del SOS come “social power network” all'interno delle reti dominanti, il suo posizionamento competitivo nei confronti del software proprietario, la capacità di collegare singoli network SOS in network maggiori quali lo stack LAMP, divenuto un elemento centrale di Internet, le neo-corporation come Facebook, Google, Twitter, la confluenza hardware e software e le nuove tendenze comunicativo-cognitive dello ICT. Inoltre, focalizzandoci sulla storia di Linux, verrà dedicata particolare attenzione alla tessitura intima delle interazioni nelle comunità SOS come gruppi organizzati (Bagnasco et al, 2007:101-116), con le loro differenziazioni in bazaar e cattedrale, con accenni alle interazioni sociali che vi si svolgono, il ruolo di leader carismatico, la dismissione di ogni riferimento alla razionalità sinottica della burocrazia di M.Weber in quelle che si possono riassumere come “Logiche organizzative e processi decisionali” (Paccagnella, 2010:147). Verranno presi anche in considerazione la reintroduzione del concetto di comunità (Gallino, 2006:143) e (Paccagnella, 2010:149), la divisione sociale del lavoro, il processo di istituzionalizzazione, il rapporto tra produzione, distribuzione, scambio, consumo come “circuits of praxis” del “social power network” economico. In tutti questi aspetti si cercherà di cogliere gli elementi di innovazione e diversità rispetto al passato, per verificare se essi potrebbero rendere possibile dei modelli di sviluppo “largamente autorganizzato, rizomatico, flessibile, senza una autorità centrale ma in grado di adattarsi dinamicamente ai cambiamenti” (Paccagnella, 2010:71). | ||
− | === | + | ===HOS=== |
− | Passeremo quindi ad esaminare il fenomeno HOS scegliendo come case story principale OSE, che si propone di affrontare empiricamente la questione della necessità di rilanciare uno sviluppo sostenibile basato sulle migliori conoscenze tecnoscientifiche, su una loro gestione comunitaria come bene pubblico, su un adeguato equilibrio tra sfera pubblica statale ed economia capitalistica privata , sullo sviluppo di innovazione e manutenzione del complesso comunità/beni comuni. Vedi anche (Economist, 2012). HOS, gli hacker hardware, e più specificatamente Open Source Ecology, si propongono di trovare queste soluzioni “aperte” lavorando con la stessa cultura degli hacker software. Nello schema di confronto tra “MODELLO APERTO” e “MODELLO CHIUSO” (Paccagnella, 2010:110, FIG. 3.4) è presente la voce “Hardware aperto” che tenteremo di sviluppare con l'esame di OSE. | + | Passeremo quindi ad esaminare il fenomeno HOS scegliendo come case story principale OSE, che si propone di affrontare empiricamente la questione della necessità di rilanciare uno sviluppo sostenibile basato sulle migliori conoscenze tecnoscientifiche, su una loro gestione comunitaria come bene pubblico, su un adeguato equilibrio tra sfera pubblica statale ed economia capitalistica privata , sullo sviluppo di innovazione e manutenzione del complesso comunità/beni comuni. Vedi anche (Economist, 2012). HOS, gli hacker hardware, e più specificatamente Open Source Ecology, si propongono di trovare queste soluzioni “aperte” lavorando con la stessa cultura degli hacker software. Nello schema di confronto tra “MODELLO APERTO” e “MODELLO CHIUSO” (Paccagnella, 2010:110, FIG. 3.4) è presente la voce “Hardware aperto” che tenteremo di sviluppare con l'esame di OSE. |
− | === | + | |
+ | ===Aspetti di sociologia e rivoluzione digitale=== | ||
Negli aspetti di sociologia, esaminati nel cap. 7, viene confrontata la precedente “ideologia” dell'ordine della società e della divisione sociale del lavoro, basati su un'ontologia di società che determinerebbe in toto il comportamento degli organismi biologici che la costituiscono, con un nuovo approccio sperimentale basato sulle scienze cognitive, la biologia evoluzionistica e del comportamento, l'intelligenza artificiale. Nelle conclusioni si evidenziano le caratteristiche della rivoluzione digitale collegate a SOS e HOS. | Negli aspetti di sociologia, esaminati nel cap. 7, viene confrontata la precedente “ideologia” dell'ordine della società e della divisione sociale del lavoro, basati su un'ontologia di società che determinerebbe in toto il comportamento degli organismi biologici che la costituiscono, con un nuovo approccio sperimentale basato sulle scienze cognitive, la biologia evoluzionistica e del comportamento, l'intelligenza artificiale. Nelle conclusioni si evidenziano le caratteristiche della rivoluzione digitale collegate a SOS e HOS. | ||
− | == | + | |
− | === | + | ==SOS== |
+ | ===Premessa=== | ||
La tecnologia e la scienza, considerate sempre più dagli STS come “tecnoscienza”, in una logica tradizionale di causa ed effetto, sono l'effetto della società, intesa come complesso di reti di potere, e non viceversa. Internet viene spesso considerato l'esempio più evidente di “tecnologia che influenza la società ” ma ”...una simile prospettiva, molto diffusa non solo nell'ambito del senso comune, ignora un fatto ormai acquisito da almeno vent'anni di ricerche empiriche svolte da sociologi e antropologi della scienza e della tecnologia: gli scienziati non sono uomini particolari che vivono al di fuori della società, ma subiscono come tutti noi le influenze dei propri simili e del sistema sociale nel suo complesso“ (Paccagnella, 2010:11). Vedi anche, alla voce “Etnometodologia”: “I rapporti tra senso comune e la produzione scientifica degli scienziati naturali, principalmente fisici e biologi. La SCIENZA (v.) prende come punto di avvio delle sue indagini fenomeni tratti da esperienze quotidiane. Il ricercatore scientifico non abbandona mai il mondo della vita quotidiana: descrive e sente oggetti di senso comune, sebbene li interpreti in modi particolari; reagisce agli eventi di laboratorio in chiave di senso comune; dà per scontata la permanenza e l'immutabilità del mondo di oggetti che lo circonda, come farebbe chiunque altro.”, (Gallino, 2006:283 punto c). Per concludere: “O ancora meglio, superando il vecchio problema degli <<opposti determinismi>> (tecnologico e sociale), semplicemente, <<la tecnologia è la società, e non è possibile comprendere o rappresentare la società senza i suoi strumenti tecnologici>> [Castells 1996; trad. it. 2000, 5].” (Paccagnella, 2010:12). | La tecnologia e la scienza, considerate sempre più dagli STS come “tecnoscienza”, in una logica tradizionale di causa ed effetto, sono l'effetto della società, intesa come complesso di reti di potere, e non viceversa. Internet viene spesso considerato l'esempio più evidente di “tecnologia che influenza la società ” ma ”...una simile prospettiva, molto diffusa non solo nell'ambito del senso comune, ignora un fatto ormai acquisito da almeno vent'anni di ricerche empiriche svolte da sociologi e antropologi della scienza e della tecnologia: gli scienziati non sono uomini particolari che vivono al di fuori della società, ma subiscono come tutti noi le influenze dei propri simili e del sistema sociale nel suo complesso“ (Paccagnella, 2010:11). Vedi anche, alla voce “Etnometodologia”: “I rapporti tra senso comune e la produzione scientifica degli scienziati naturali, principalmente fisici e biologi. La SCIENZA (v.) prende come punto di avvio delle sue indagini fenomeni tratti da esperienze quotidiane. Il ricercatore scientifico non abbandona mai il mondo della vita quotidiana: descrive e sente oggetti di senso comune, sebbene li interpreti in modi particolari; reagisce agli eventi di laboratorio in chiave di senso comune; dà per scontata la permanenza e l'immutabilità del mondo di oggetti che lo circonda, come farebbe chiunque altro.”, (Gallino, 2006:283 punto c). Per concludere: “O ancora meglio, superando il vecchio problema degli <<opposti determinismi>> (tecnologico e sociale), semplicemente, <<la tecnologia è la società, e non è possibile comprendere o rappresentare la società senza i suoi strumenti tecnologici>> [Castells 1996; trad. it. 2000, 5].” (Paccagnella, 2010:12). | ||
− | === | + | ===Internet nel reticolo IEMP=== |
Infatti Internet nasce nell'ambito di una serie di ricerche decise dal governo americano in seguito allo schock politico, culturale e militare causato dal lancio nello spazio del primo Sputnik sovietico (1957). Queste ricerche vengono coordinate da un'agenzia militare nota come ARPA e riguardano soprattutto le ricerche di base, senza preoccupazione di sbocchi immediati per l'economia o il settore militare. In questo senso ARPA è dunque una reazione del network politico americano, nel suo aspetto geopolitico, volta a ricostruire l'egemonia, politica, economica, culturale, militare mondiale centrata sin dalla fine della seconda guerra mondiale sugli USA (vedi in §3.4.2 la frase sull'"impero" USA). Nel 1969 nasce Arpanet che è l'antenata di Internet proprio per potenziare il calcolo necessario alla ricerca, prima, e poi per permettere di comunicare (vedi informazione, comunicazione, conoscenza in (Paccagnella, 2010)) tra loro ai centri di ricerca ed alle università coinvolte nei vari progetti. Le caratteristiche tecniche, gli standard adottati le danno caratteristiche di robustezza, ridondanza, apertura, inclusione in una struttura di comunicazione di tipo orizzontale capace di collegare sistemi diversi. “Comincia così a dispiegarsi quella natura cooperativa della rete in quanto medium comunicativo auspicata fin dalle prime, seminali e talvolta ingenue riflessioni sul tema.” (Paccagnella, 2010:17). I documenti tecnici RFC (Request For Commnet), aperti, liberi e gestiti in modo collaborativo e informale danno vita a standard de facto (vedi §7.7 parte finale) che competono con altre reti diverse. Ma Internet non si afferma per la superiorità tecnica dei suoi standard ma per scelta degli attori che decidono di usarla e che sono “espressione di una cultura portatrice di valori ben precisi, quelli che più avanti ritroveremo come caratteristici della cultura hacker [Himamen 2001]: libertà, inclusione, apertura, responsabilità.” (Paccagnella, 2010:23). Caratteristico di questa cultura è lo IETF che gestisce in modo aperto i protocolli Internet ed il cui motto è “Rough consensus e running code”. “Questo rigetto dei re, ma anche di presidenti e sterili votazioni, è stato spesso preso a simbolo della cultura radicalmente libertaria e anarcoide di Internet [Abbate 1999; Lessig 1999; Russell 2006].” (Paccagnella, 2010:24). In realtà va posto l'accento soprattutto sulla tensione all'efficacia/efficienza del running code, anche a costo di strapazzare la burocrazia inefficiente (Bagnasco et al, 2007:107). Oggi la gestione di Internet rimane ancora relativamente democratica, trasparente e indipendente rispetto alle strutture private e governative nonostante una certa preoccupazione per l'egemonia americana e gli enormi interessi economici, politici, militari, culturali che si sono accumulati sulla rete. Viene quindi proposto dall'ONU lo IGF, un forum di discussione per tornare a “quell'atteggiamento rozzo ma efficace tipico dei primi fondatori di Internet”. Ma stenta a decollare per le “esigenze di soggetti politici e istituzionali forti, come i governi nazionali che a partire dal nuovo millennio rivendicano la loro autorità in numerosi e spesso maldestri tentativi di <<regolamentare>> una rete che considerano eccessivamente libera e anarchica. ” (Paccagnella, 2010:36). E' la “multistate civilization” di M.Mann, all'interno della quale l'Onu rappresenta un debole tentativo di mediazione tra le reti di “political social power” (gli stati-nazione). Le grandi corporations usano e condizionano Internet in modo massivo, soprattutto per la pubblicità, ma ne sono a loro volta anche minacciate per i fenomeni di cosiddetta “pirateria”, da Napster in poi. La pubblicità e il marketing si sono evoluti da semplici messaggi suasivi nei confronti dei consumatori a vere e proprie analisi incrociate dei loro gusti, abitudini, interessi, tramite “raccoglitori di informazioni di massa” quali Facebook e Google che mirano a offerte “individualmente” mirate (vedi al § 3.4.2 la storia di SKS). Internet è importante anche da un punto di vista militare in contesti di drammatica importanza: il presidente Obama ha proposto ai ribelli siriani la creazione di un Internet ombra per resistere all'esercito governativo (Adnkronos, 2011) e (La Repubblica, 2011). Sul piano informativo e culturale vanno segnalate le vicende di Wikileaks e soprattutto le minacce a Wikipedia di procedere penalmente qualora qualsiasi personaggio citato nelle voci della enciclopedia online si ritenesse offeso o parte lesa. Da sottolineare la divergenza profonda tra la cultura hacker che ha ispirato la nascita e le fondamenta tecnologiche e culturali di Internet, basata sulla fiducia, sull'autogoverno, sulla ricerca del consenso, sull'importanza dei risultati, e la mentalità “burocratica” delle istituzioni politiche (stati nazionali), economiche (big business), militari, culturali o scientifiche. Di fatto queste culture convivono assieme in Internet, e convivono anche all'interno di corporation o sigle importanti come Facebook, Google, Amazon, Twitter. Tutte insieme usano il SOS come motore della loro attività sia commerciale che culturale basata in modo esclusivo su Internet. Concludiamo con (Paccagnella, 2010:38): “Identificando le radici culturali di Internet, accanto alla componente accademico-meritocratica, Manuel Castells [2001] cita la cultura hacker. In effetti a partire dagli anni sessanta, talora sovrapponendosi ai ricercatori accademici, altre volte lavorando in modo totalmente boheme e privo di risorse, gli hacker hanno rappresentato il motore creativo e innovativo, visionario e ingenuo, nello sviluppo delle reti (e di molta altra tecnologia).” E' sicuramente un'emergenza interstiziale fragile, piena di nemici, o meglio di falsi amici, in un ambiente complesso e pieno di trappole culturali e di vincoli geopolitici. Ma si trova nel cuore di Internet, ad esempio nello stack LAMP. | Infatti Internet nasce nell'ambito di una serie di ricerche decise dal governo americano in seguito allo schock politico, culturale e militare causato dal lancio nello spazio del primo Sputnik sovietico (1957). Queste ricerche vengono coordinate da un'agenzia militare nota come ARPA e riguardano soprattutto le ricerche di base, senza preoccupazione di sbocchi immediati per l'economia o il settore militare. In questo senso ARPA è dunque una reazione del network politico americano, nel suo aspetto geopolitico, volta a ricostruire l'egemonia, politica, economica, culturale, militare mondiale centrata sin dalla fine della seconda guerra mondiale sugli USA (vedi in §3.4.2 la frase sull'"impero" USA). Nel 1969 nasce Arpanet che è l'antenata di Internet proprio per potenziare il calcolo necessario alla ricerca, prima, e poi per permettere di comunicare (vedi informazione, comunicazione, conoscenza in (Paccagnella, 2010)) tra loro ai centri di ricerca ed alle università coinvolte nei vari progetti. Le caratteristiche tecniche, gli standard adottati le danno caratteristiche di robustezza, ridondanza, apertura, inclusione in una struttura di comunicazione di tipo orizzontale capace di collegare sistemi diversi. “Comincia così a dispiegarsi quella natura cooperativa della rete in quanto medium comunicativo auspicata fin dalle prime, seminali e talvolta ingenue riflessioni sul tema.” (Paccagnella, 2010:17). I documenti tecnici RFC (Request For Commnet), aperti, liberi e gestiti in modo collaborativo e informale danno vita a standard de facto (vedi §7.7 parte finale) che competono con altre reti diverse. Ma Internet non si afferma per la superiorità tecnica dei suoi standard ma per scelta degli attori che decidono di usarla e che sono “espressione di una cultura portatrice di valori ben precisi, quelli che più avanti ritroveremo come caratteristici della cultura hacker [Himamen 2001]: libertà, inclusione, apertura, responsabilità.” (Paccagnella, 2010:23). Caratteristico di questa cultura è lo IETF che gestisce in modo aperto i protocolli Internet ed il cui motto è “Rough consensus e running code”. “Questo rigetto dei re, ma anche di presidenti e sterili votazioni, è stato spesso preso a simbolo della cultura radicalmente libertaria e anarcoide di Internet [Abbate 1999; Lessig 1999; Russell 2006].” (Paccagnella, 2010:24). In realtà va posto l'accento soprattutto sulla tensione all'efficacia/efficienza del running code, anche a costo di strapazzare la burocrazia inefficiente (Bagnasco et al, 2007:107). Oggi la gestione di Internet rimane ancora relativamente democratica, trasparente e indipendente rispetto alle strutture private e governative nonostante una certa preoccupazione per l'egemonia americana e gli enormi interessi economici, politici, militari, culturali che si sono accumulati sulla rete. Viene quindi proposto dall'ONU lo IGF, un forum di discussione per tornare a “quell'atteggiamento rozzo ma efficace tipico dei primi fondatori di Internet”. Ma stenta a decollare per le “esigenze di soggetti politici e istituzionali forti, come i governi nazionali che a partire dal nuovo millennio rivendicano la loro autorità in numerosi e spesso maldestri tentativi di <<regolamentare>> una rete che considerano eccessivamente libera e anarchica. ” (Paccagnella, 2010:36). E' la “multistate civilization” di M.Mann, all'interno della quale l'Onu rappresenta un debole tentativo di mediazione tra le reti di “political social power” (gli stati-nazione). Le grandi corporations usano e condizionano Internet in modo massivo, soprattutto per la pubblicità, ma ne sono a loro volta anche minacciate per i fenomeni di cosiddetta “pirateria”, da Napster in poi. La pubblicità e il marketing si sono evoluti da semplici messaggi suasivi nei confronti dei consumatori a vere e proprie analisi incrociate dei loro gusti, abitudini, interessi, tramite “raccoglitori di informazioni di massa” quali Facebook e Google che mirano a offerte “individualmente” mirate (vedi al § 3.4.2 la storia di SKS). Internet è importante anche da un punto di vista militare in contesti di drammatica importanza: il presidente Obama ha proposto ai ribelli siriani la creazione di un Internet ombra per resistere all'esercito governativo (Adnkronos, 2011) e (La Repubblica, 2011). Sul piano informativo e culturale vanno segnalate le vicende di Wikileaks e soprattutto le minacce a Wikipedia di procedere penalmente qualora qualsiasi personaggio citato nelle voci della enciclopedia online si ritenesse offeso o parte lesa. Da sottolineare la divergenza profonda tra la cultura hacker che ha ispirato la nascita e le fondamenta tecnologiche e culturali di Internet, basata sulla fiducia, sull'autogoverno, sulla ricerca del consenso, sull'importanza dei risultati, e la mentalità “burocratica” delle istituzioni politiche (stati nazionali), economiche (big business), militari, culturali o scientifiche. Di fatto queste culture convivono assieme in Internet, e convivono anche all'interno di corporation o sigle importanti come Facebook, Google, Amazon, Twitter. Tutte insieme usano il SOS come motore della loro attività sia commerciale che culturale basata in modo esclusivo su Internet. Concludiamo con (Paccagnella, 2010:38): “Identificando le radici culturali di Internet, accanto alla componente accademico-meritocratica, Manuel Castells [2001] cita la cultura hacker. In effetti a partire dagli anni sessanta, talora sovrapponendosi ai ricercatori accademici, altre volte lavorando in modo totalmente boheme e privo di risorse, gli hacker hanno rappresentato il motore creativo e innovativo, visionario e ingenuo, nello sviluppo delle reti (e di molta altra tecnologia).” E' sicuramente un'emergenza interstiziale fragile, piena di nemici, o meglio di falsi amici, in un ambiente complesso e pieno di trappole culturali e di vincoli geopolitici. Ma si trova nel cuore di Internet, ad esempio nello stack LAMP. | ||
− | === | + | |
+ | ===Lo stack LAMP=== | ||
Va enfatizzata la semplicità e la spontaneità, potremmo dire la facilità, con cui è nato una merce, bene, servizio, un sistema operativo funzionante. Nella "gestione delle transazioni" dell'economia classica, è raro trovare "transazioni" così "facili". Linux poteva utilizzare GNU in quanto "licenziato" via GPL. GNU era privo di kernel e così è nato GNU/Linux. Anche se GNU avesse già avuto il "suo" kernel (HURD, in costruzione), Linux avrebbe potuto lanciare già il "suo" GNU/Linux. GNU/Linux è un perfetto esempio di "coopetition", cooperazione e competizione. Questo non sarebbe stato possibile con una transazione di gerarchia-mercato. Considerando i vari progetti SOS come altrettanti beni comuni, è importante verificare la loro capacità di intrecciarsi come social power networks, culturali ed economici, capaci di rappresentare un'alternativa alla “compulsory cooperation” delle corporations con la loro “solidarietà organica”. Inoltre essi hanno al loro interno elementi della economia e della cultura tradizionali come nel caso PHP. Analizziamo il caso LAMP, acronimo di Linux, Apache, MySQL, PHP, dove Linux è parte di un Sistema Operativo UNIX-like, Apache è un Web Server, MySQL un Data Base, PHP un linguaggio Web. LAMP è la piattaforma tecnologica che ha lanciato Internet sia come web 1.0, cioè come rete di siti statici, sia come web 2.0 con le sue chat, i suoi blog, la sua interattività. La formazione dello stack LAMP è avvenuta in una precisa sequenza storico-temporale e tecnologico-funzionale, basata su cinque grandi comunità del SOS: GNU di FSF, Linux, Apache, MySQL, PHP. | Va enfatizzata la semplicità e la spontaneità, potremmo dire la facilità, con cui è nato una merce, bene, servizio, un sistema operativo funzionante. Nella "gestione delle transazioni" dell'economia classica, è raro trovare "transazioni" così "facili". Linux poteva utilizzare GNU in quanto "licenziato" via GPL. GNU era privo di kernel e così è nato GNU/Linux. Anche se GNU avesse già avuto il "suo" kernel (HURD, in costruzione), Linux avrebbe potuto lanciare già il "suo" GNU/Linux. GNU/Linux è un perfetto esempio di "coopetition", cooperazione e competizione. Questo non sarebbe stato possibile con una transazione di gerarchia-mercato. Considerando i vari progetti SOS come altrettanti beni comuni, è importante verificare la loro capacità di intrecciarsi come social power networks, culturali ed economici, capaci di rappresentare un'alternativa alla “compulsory cooperation” delle corporations con la loro “solidarietà organica”. Inoltre essi hanno al loro interno elementi della economia e della cultura tradizionali come nel caso PHP. Analizziamo il caso LAMP, acronimo di Linux, Apache, MySQL, PHP, dove Linux è parte di un Sistema Operativo UNIX-like, Apache è un Web Server, MySQL un Data Base, PHP un linguaggio Web. LAMP è la piattaforma tecnologica che ha lanciato Internet sia come web 1.0, cioè come rete di siti statici, sia come web 2.0 con le sue chat, i suoi blog, la sua interattività. La formazione dello stack LAMP è avvenuta in una precisa sequenza storico-temporale e tecnologico-funzionale, basata su cinque grandi comunità del SOS: GNU di FSF, Linux, Apache, MySQL, PHP. | ||
− | ==== | + | ====GNU/Linux==== |
L'aggregazione iniziale è avvenuta a partire da GNU/Linux o meglio con la fusione di GNU/Linux (la parte GNU e la parte Linux vanno sempre tenute assieme perchè costituiscono il vero sistema operativo. Solo recentemente nel caso del sistema operativo Android promosso da Google, che tratteremo di seguito, una parte del software GNU è stata sostituita). GNU/Linux girava in modo ottimale su piccoli computer con processori Intel, gli stessi usati da Microsoft Windows. Con la differenza che Linux era talmente efficiente da poter usare come server macchine che Windows usa come client (web). Questo non è casuale e discende in modo lineare dalla cultura hacker e da quella Linux in particolare che è “More with Less” (more=efficacia e less=efficienza). Con normali personal computer carrozzati GNU/Linux è stato quindi possibile mettere in rete dei server web. Questo anche perchè Linux nasceva per Internet e conteneva al suo interno il protocollo principale di Internet, il TCP/IP. Mentre invece il sistema operativo Windows di Microsoft era nato con l'obiettivo di “un desktop un personal” e solo con molto ritardo include il TCP/IP e il collegamento a Internet, mirando all'inizio a imporre al mondo come alternativa la sua rete MSN (Paccagnella, 2010:24). Sulla piattaforma GNU/Linux si innestano in modo cumulativo, l'uno sull'altro, gli altri elementi dello stack. | L'aggregazione iniziale è avvenuta a partire da GNU/Linux o meglio con la fusione di GNU/Linux (la parte GNU e la parte Linux vanno sempre tenute assieme perchè costituiscono il vero sistema operativo. Solo recentemente nel caso del sistema operativo Android promosso da Google, che tratteremo di seguito, una parte del software GNU è stata sostituita). GNU/Linux girava in modo ottimale su piccoli computer con processori Intel, gli stessi usati da Microsoft Windows. Con la differenza che Linux era talmente efficiente da poter usare come server macchine che Windows usa come client (web). Questo non è casuale e discende in modo lineare dalla cultura hacker e da quella Linux in particolare che è “More with Less” (more=efficacia e less=efficienza). Con normali personal computer carrozzati GNU/Linux è stato quindi possibile mettere in rete dei server web. Questo anche perchè Linux nasceva per Internet e conteneva al suo interno il protocollo principale di Internet, il TCP/IP. Mentre invece il sistema operativo Windows di Microsoft era nato con l'obiettivo di “un desktop un personal” e solo con molto ritardo include il TCP/IP e il collegamento a Internet, mirando all'inizio a imporre al mondo come alternativa la sua rete MSN (Paccagnella, 2010:24). Sulla piattaforma GNU/Linux si innestano in modo cumulativo, l'uno sull'altro, gli altri elementi dello stack. | ||
− | ==== | + | ====Apache==== |
Apache è una grande comunità SOS che, tra l'altro, ha rilasciato il primo vero potente server Web, cioè un server in grado di rispondere alle richieste di qualsiasi client affacciato sulla rete, è il server open source Apache, disegnato nel 1995 proprio per piattaforme Unix e GNU/Linux. Ora Apache, il cui nome è veramente un omaggio alla tribù nativa americana nonostante successivi giochi di parole, “gira” comunque anche su sistemi operativi Windows e su una grande varietà di altri OS. Questo è l'altro aspetto della cultura hacker, non certo benevola verso Microsoft, l'aspetto della apertura, generosità, inclusività, gia visto in precedenza. Questa apertura ideologica verso architetture proprietarie molto diverse permette anche, però, una loro “contaminazione” con filosofie produttive molto diverse. Apache prevede come un suo modulo interno il PHP che invece è un linguaggio web che permette di dotare il server Apache di contenuti interattivi. Apache comunque, sempre nel senso già indicato prima, prevede altri moduli per altri linguaggi, anche semiproprietari come Java, che vedremo nel successivo § 3.3.3. Questo stretto collegamento funzionale tra GNU/Linux, Apache, PHP è indicativo dello spirito di collaborazione e apertura inclusiva della cultura hacker ed è la ragione principale della grande efficienza competitiva dei risultati raggiunti. In termini semplificati: questa efficienza/efficacia è stata possibile concretamente proprio perchè GNU/Linux, Apache, e PHP sono software Open Source. Nel senso che questo permette “materialmente” agli sviluppatori dei tre gruppi di conoscere pregi, difetti e potenzialità degli altri e quindi di suggerire e cooperare per la migliore soluzione. Ciò è possibile ex post la magmatica crescita dei vari progetti, e non ex ante come nel caso del modello weberiano di burocrazia (Gallino, 2006:80). | Apache è una grande comunità SOS che, tra l'altro, ha rilasciato il primo vero potente server Web, cioè un server in grado di rispondere alle richieste di qualsiasi client affacciato sulla rete, è il server open source Apache, disegnato nel 1995 proprio per piattaforme Unix e GNU/Linux. Ora Apache, il cui nome è veramente un omaggio alla tribù nativa americana nonostante successivi giochi di parole, “gira” comunque anche su sistemi operativi Windows e su una grande varietà di altri OS. Questo è l'altro aspetto della cultura hacker, non certo benevola verso Microsoft, l'aspetto della apertura, generosità, inclusività, gia visto in precedenza. Questa apertura ideologica verso architetture proprietarie molto diverse permette anche, però, una loro “contaminazione” con filosofie produttive molto diverse. Apache prevede come un suo modulo interno il PHP che invece è un linguaggio web che permette di dotare il server Apache di contenuti interattivi. Apache comunque, sempre nel senso già indicato prima, prevede altri moduli per altri linguaggi, anche semiproprietari come Java, che vedremo nel successivo § 3.3.3. Questo stretto collegamento funzionale tra GNU/Linux, Apache, PHP è indicativo dello spirito di collaborazione e apertura inclusiva della cultura hacker ed è la ragione principale della grande efficienza competitiva dei risultati raggiunti. In termini semplificati: questa efficienza/efficacia è stata possibile concretamente proprio perchè GNU/Linux, Apache, e PHP sono software Open Source. Nel senso che questo permette “materialmente” agli sviluppatori dei tre gruppi di conoscere pregi, difetti e potenzialità degli altri e quindi di suggerire e cooperare per la migliore soluzione. Ciò è possibile ex post la magmatica crescita dei vari progetti, e non ex ante come nel caso del modello weberiano di burocrazia (Gallino, 2006:80). | ||
− | ==== | + | ====PHP==== |
Anche PHP è una grande comunità SOS che ha sviluppato un linguaggio potente e flessibile adatto agli hacker. PHP ha subito una spettacolare traiettoria tecnologica, acquisendo dalla versione 3 in poi uno “script engine” di alto livello (Zend) sviluppato da una piccola società capitalistica israeliana, Zend Technologies, che si presenta come “Zend – The PHP Company”. Zend ricava profitti dalla vendita a importanti corporation di servizi 24/7 di altissima qualità basati su PHP, come ambienti di sviluppo (PHP) robusti e sofisticati, server applicativi, cloud computing. Nel frattempo Zend supporta l'intera comunità Open Source secondo un affermato nuovo modello di Business (Paccagnella, 2010:73). Come nel caso di Apache e di Linux, con la Linux Foundation che vedremo di seguito, le contaminazioni reciproche tra ambiente Open Source e mondo del big business sono importanti (Paccagnella, 2010:75). PHP, con il supporto di Zend, è usato ad esempio da banche tedesche che gli fanno donazioni generose e che collaborano a vario titolo anche in forma diretta con i loro tecnici informatici che spesso fanno parte delle comunità di attivisti dei PHP User Groups che si incontrano regolarmente face to face. Il suo indice di utilizzo sui server web a Gennaio 2013 è il seguente (ASP.NET è l'ambiente di sviluppo Microsoft, Java quello di SUN Microsystems) : | Anche PHP è una grande comunità SOS che ha sviluppato un linguaggio potente e flessibile adatto agli hacker. PHP ha subito una spettacolare traiettoria tecnologica, acquisendo dalla versione 3 in poi uno “script engine” di alto livello (Zend) sviluppato da una piccola società capitalistica israeliana, Zend Technologies, che si presenta come “Zend – The PHP Company”. Zend ricava profitti dalla vendita a importanti corporation di servizi 24/7 di altissima qualità basati su PHP, come ambienti di sviluppo (PHP) robusti e sofisticati, server applicativi, cloud computing. Nel frattempo Zend supporta l'intera comunità Open Source secondo un affermato nuovo modello di Business (Paccagnella, 2010:73). Come nel caso di Apache e di Linux, con la Linux Foundation che vedremo di seguito, le contaminazioni reciproche tra ambiente Open Source e mondo del big business sono importanti (Paccagnella, 2010:75). PHP, con il supporto di Zend, è usato ad esempio da banche tedesche che gli fanno donazioni generose e che collaborano a vario titolo anche in forma diretta con i loro tecnici informatici che spesso fanno parte delle comunità di attivisti dei PHP User Groups che si incontrano regolarmente face to face. Il suo indice di utilizzo sui server web a Gennaio 2013 è il seguente (ASP.NET è l'ambiente di sviluppo Microsoft, Java quello di SUN Microsystems) : | ||
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− | ==== | + | ====MySQL==== |
MySQL è il più diffuso database open source al mondo. Il sito di MySQL recita così: “Perché usare MySQL. Il database MySQL® è diventato il database open source più conosciuto al mondo grazie a prestazioni veloci, elevata affidabilità e facilità d'uso. È utilizzato in ogni continente, anche in Antartide, da singoli sviluppatori Web e da molte delle aziende più grandi e in più rapida espansione del mondo, tra cui leader di settore come Yahoo!, Google, Alcatel-Lucent, Nokia, YouTube e Zappos.com., per risparmiare tempo e denaro potenziando siti Web con volumi d'accesso elevatissimi, sistemi “business-critical” e pacchetti di soluzioni software. MySQL non è soltanto il database open source più famoso al mondo. È diventato anche il database utilizzato per una nuova generazione di applicazioni basate sullo stack LAMP (Linux, Apache, MySQL, PHP / Perl / Python).” (MySQL, 2013) [NdR: l'enfasi è mia]. Le installazioni di MySQL si valutano nell'ordine di milioni. In fondo alla pagina web, molto discreto, il logo rosso di Oracle. MySQL sviluppato inizialmente da Michael “Monty” Widenius nel 1995, era stato acquisito da SUN nel 2008 che aveva iniziato timidamente una politica pro-open source di contrasto a Microsoft, rimanendo a tutti gli effetti open source. Quando Oracle Corp. acquisisce SUN, i programmatori di mezzo mondo si preoccupano vivamente perchè Oracle Corp è una società che vende un solo prodotto: il database Oracle, proprietario, usato solo da grandi corporations, il cui maggiore competitor è proprio MySQL, open source, usato soprattutto da piccole imprese, ma non solo. L'intera comunità open source prende subito le sue precauzioni e dispiega una gran numero di database open source altamente competitivi: PostgreSql, Firebird (la Fenice), SQLite. Monty Widenius nel 2009 esce da SUN e crea un “fork” (Paccagnella, 2010:71) (vedi infra cap.5 p.99 a proposito di forking). Oracle Corp, non potendo ricattare la comunità lascia (per il momento) MySQL “aperto” nella versione community e chiuso nella versione Enterprise. Oracle database è estremamente costoso, soprattutto come manutenzione e consulenza (un tecnico Oracle costa circa 2000$/giorno) ed ha ormai raggiunto la maturità nel suo ciclo di vita. MySQL è totalmente gratuito, aperto, più veloce di Oracle, universalmente diffuso (milioni di istallazioni e quindi fortemente testato), basato su una tecnologia leggera e robusta. Le applicazioni web (Internet) basate su database, cioè sulla possibilità di accedere a grandi quantità di dati organizzati in modo efficiente, costituiscono il mitico “web 2.0”, (Paccagnella, 2010:122). Da notare che quello che ho definito come “bene comune”, cioè LAMP, il sito MySQL lo definisce “stack”, cioè la pila dei quattro moduli GNU/Linux, Apache, MySQL, PHP (cui aggiungono il linguaggio Perl, padre di PHP, e il linguaggio Python, molto bello e poco usato, come dallo schema precedente). | MySQL è il più diffuso database open source al mondo. Il sito di MySQL recita così: “Perché usare MySQL. Il database MySQL® è diventato il database open source più conosciuto al mondo grazie a prestazioni veloci, elevata affidabilità e facilità d'uso. È utilizzato in ogni continente, anche in Antartide, da singoli sviluppatori Web e da molte delle aziende più grandi e in più rapida espansione del mondo, tra cui leader di settore come Yahoo!, Google, Alcatel-Lucent, Nokia, YouTube e Zappos.com., per risparmiare tempo e denaro potenziando siti Web con volumi d'accesso elevatissimi, sistemi “business-critical” e pacchetti di soluzioni software. MySQL non è soltanto il database open source più famoso al mondo. È diventato anche il database utilizzato per una nuova generazione di applicazioni basate sullo stack LAMP (Linux, Apache, MySQL, PHP / Perl / Python).” (MySQL, 2013) [NdR: l'enfasi è mia]. Le installazioni di MySQL si valutano nell'ordine di milioni. In fondo alla pagina web, molto discreto, il logo rosso di Oracle. MySQL sviluppato inizialmente da Michael “Monty” Widenius nel 1995, era stato acquisito da SUN nel 2008 che aveva iniziato timidamente una politica pro-open source di contrasto a Microsoft, rimanendo a tutti gli effetti open source. Quando Oracle Corp. acquisisce SUN, i programmatori di mezzo mondo si preoccupano vivamente perchè Oracle Corp è una società che vende un solo prodotto: il database Oracle, proprietario, usato solo da grandi corporations, il cui maggiore competitor è proprio MySQL, open source, usato soprattutto da piccole imprese, ma non solo. L'intera comunità open source prende subito le sue precauzioni e dispiega una gran numero di database open source altamente competitivi: PostgreSql, Firebird (la Fenice), SQLite. Monty Widenius nel 2009 esce da SUN e crea un “fork” (Paccagnella, 2010:71) (vedi infra cap.5 p.99 a proposito di forking). Oracle Corp, non potendo ricattare la comunità lascia (per il momento) MySQL “aperto” nella versione community e chiuso nella versione Enterprise. Oracle database è estremamente costoso, soprattutto come manutenzione e consulenza (un tecnico Oracle costa circa 2000$/giorno) ed ha ormai raggiunto la maturità nel suo ciclo di vita. MySQL è totalmente gratuito, aperto, più veloce di Oracle, universalmente diffuso (milioni di istallazioni e quindi fortemente testato), basato su una tecnologia leggera e robusta. Le applicazioni web (Internet) basate su database, cioè sulla possibilità di accedere a grandi quantità di dati organizzati in modo efficiente, costituiscono il mitico “web 2.0”, (Paccagnella, 2010:122). Da notare che quello che ho definito come “bene comune”, cioè LAMP, il sito MySQL lo definisce “stack”, cioè la pila dei quattro moduli GNU/Linux, Apache, MySQL, PHP (cui aggiungono il linguaggio Perl, padre di PHP, e il linguaggio Python, molto bello e poco usato, come dallo schema precedente). | ||
− | ==== | + | ====Approccio monolitico-resiliente di LAMP==== |
Il dettaglio sulle vicende di LAMP è necessario per comprendere la fluidità del “bene comune” LAMP, la sua composizione e articolazione, gli attori coinvolti, l'intreccio di relazioni tra gli attori. In realtà lo stack segue l'ordine, ascendente di: sistema operativo GNU/Linux (che ha saldato al suo interno per primo, già alla sua nascita, il protocollo base di Internet: TCP/IP), server web Apache, strettamente connesso a Linux (monolitico anch'esso) soprattutto per il collegamento Internet, PHP “saldato” in modo monolitico dentro Apache, MySQL, visto da PHP attraverso interfacce standard. PHP può vedere altri database, tra cui preferisce quelli rigorosamente open source come SQLite. Recita il sito PHP: “SQLite is a C library that implements an embeddable [NdR: l'enfasi è mia] SQL database engine. Programs that link with the SQLite library can have SQL database access without running a separate RDBMS process.”. Ciò significa che se si sceglie SQLite il motore del database è monoliticamente embedded dentro PHP, anziché dover fare chiamate “esterne” ad un RDBMS (Relational Data Base Management System) come Oracle, proprietario, o MySQL, open source. Questo, nel gioco “interstiziale” tra PHP e Oracle-SUN, toglie potere alle corporations dell'informatica, che garantiscono tuttora agli USA come stato-nazione (o come ultima potenza "imperiale" come definito in §3.4.2) una forte egemonia nell'ICT proprietaria. La scelta “monolitica” tipica di PHP, Apache, Linux, MySQL e SQLite, ritenuta “primitiva” dalle corporations capitalistiche, si rivela più efficiente della scelta “modulare” di Microsoft, Oracle, SUN, e della stessa Free Software Foundation di Richard Stallmann. Il kernel di sistema operativo Hurd progettato in modo modulare come Windows (disegno a microkernel), che avrebbe dovuto integrare la piattaforma GNU di R. Stallman, completandola definitivamente, non è ancora funzionante dopo anni di tentativi (Paccagnella, 2010:57-58). Una possibile interpretazione sociologica di questa efficienza (Linux) o inefficienza (Hurd di Free Software Foundation e Windows NT di Microsoft, poi modificato in un modello ibrido) è la seguente. Si tratta in entrambi i casi di giocare su due possibilità: una forte divisione del lavoro, eseguito tra persone diverse che non comunicano tra loro in orizzontale (la Cattedrale) e che sono intercambiabili secondo il principio della sostituibilità capitalistica dei lavoratori (a differenza delle corporazioni medioevali o dell'artigianato moderno), oppure una stretta cooperazione quotidiana anche conflittuale (vedi i rilasci Nightly Build di Linux) tra persone che si fidano l'uno dell'altro manipolando “la stessa tastiera di pianoforte” o “mangiando a quattro mani sullo stesso piatto” (il Bazaar). La cosa più incredibile che sia avvenuta, e forse la più difficile da “spiegare”, un fenomeno che Eric Raymond ha comprovato con un test vissuto consapevolmente, è che questo “bazaar” e questa “fiducia” siano stati costruiti in modo virtuale su Internet. E con questo ritorniamo ad Internet come costruzione sociale, una costruzione sociale dai risultati imprevedibili. In modo paradossale la benemerita Free Software Foundation di Richard Stallman è simile alla Microsoft nella filosofia produttiva gerarchica di divisione del lavoro (modello Cattedrale): a fin di bene la FSF che mira come movimento sociale alla liberazione dal giogo delle corporation (Paccagnella, 2010:63), a fin di male dalla corporation Microsoft, secondo RMS e moltissimi altri che si basano sulla classica visione manicheista (in realtà Microsoft ha barato spesso in questa dura coopetition ed è stata legalmente condannata sia in USA che in Europa). Su entrambi Linux ha edificato la sua vitale nicchia ecologica mirando alla efficienza (Paccagnella, 2010:64); Linux infatti utilizza sia il software GNU, della FSF di R.Stallman, che l'hardware dei processori Intel fatti scalare a prezzi popolari dalla Microsoft. Grazie a questo processo cumulativo di produttività e innovazione crescenti oggi un processore ARM (di tipo RISC) costa 50$, un prezzo molto ridotto rispetto a quello di un processore Intel (di tipo CISC). La metodologia generale sia di FSF che di Linux è sì l'Open Source, ma con un’importantissima differenza, valutabile scalarmente dal grado di “fiducia collettiva”: mentre FSF rilascia “open” il codice prodotto dopo la sua progettazione e il primo test generale di validazione, Linux invece lo rilasciava quotidianamente nel corso della sua implementazione. In altri termini mentre FSF rilasciava il codice “aperto” solo dopo che si era garantito del suo buon funzionamento, Linux lo rilasciava in corso d'opera per garantirne il buon funzionamento via debugging parallelo eseguito degli utenti e vitale per lo sviluppo del software (Paccagnella, 2010:67). L'attuale Linux Foundation ha apportato delle leggere varianti a questo modello secondo un naturale processo di istituzionalizzazione. | Il dettaglio sulle vicende di LAMP è necessario per comprendere la fluidità del “bene comune” LAMP, la sua composizione e articolazione, gli attori coinvolti, l'intreccio di relazioni tra gli attori. In realtà lo stack segue l'ordine, ascendente di: sistema operativo GNU/Linux (che ha saldato al suo interno per primo, già alla sua nascita, il protocollo base di Internet: TCP/IP), server web Apache, strettamente connesso a Linux (monolitico anch'esso) soprattutto per il collegamento Internet, PHP “saldato” in modo monolitico dentro Apache, MySQL, visto da PHP attraverso interfacce standard. PHP può vedere altri database, tra cui preferisce quelli rigorosamente open source come SQLite. Recita il sito PHP: “SQLite is a C library that implements an embeddable [NdR: l'enfasi è mia] SQL database engine. Programs that link with the SQLite library can have SQL database access without running a separate RDBMS process.”. Ciò significa che se si sceglie SQLite il motore del database è monoliticamente embedded dentro PHP, anziché dover fare chiamate “esterne” ad un RDBMS (Relational Data Base Management System) come Oracle, proprietario, o MySQL, open source. Questo, nel gioco “interstiziale” tra PHP e Oracle-SUN, toglie potere alle corporations dell'informatica, che garantiscono tuttora agli USA come stato-nazione (o come ultima potenza "imperiale" come definito in §3.4.2) una forte egemonia nell'ICT proprietaria. La scelta “monolitica” tipica di PHP, Apache, Linux, MySQL e SQLite, ritenuta “primitiva” dalle corporations capitalistiche, si rivela più efficiente della scelta “modulare” di Microsoft, Oracle, SUN, e della stessa Free Software Foundation di Richard Stallmann. Il kernel di sistema operativo Hurd progettato in modo modulare come Windows (disegno a microkernel), che avrebbe dovuto integrare la piattaforma GNU di R. Stallman, completandola definitivamente, non è ancora funzionante dopo anni di tentativi (Paccagnella, 2010:57-58). Una possibile interpretazione sociologica di questa efficienza (Linux) o inefficienza (Hurd di Free Software Foundation e Windows NT di Microsoft, poi modificato in un modello ibrido) è la seguente. Si tratta in entrambi i casi di giocare su due possibilità: una forte divisione del lavoro, eseguito tra persone diverse che non comunicano tra loro in orizzontale (la Cattedrale) e che sono intercambiabili secondo il principio della sostituibilità capitalistica dei lavoratori (a differenza delle corporazioni medioevali o dell'artigianato moderno), oppure una stretta cooperazione quotidiana anche conflittuale (vedi i rilasci Nightly Build di Linux) tra persone che si fidano l'uno dell'altro manipolando “la stessa tastiera di pianoforte” o “mangiando a quattro mani sullo stesso piatto” (il Bazaar). La cosa più incredibile che sia avvenuta, e forse la più difficile da “spiegare”, un fenomeno che Eric Raymond ha comprovato con un test vissuto consapevolmente, è che questo “bazaar” e questa “fiducia” siano stati costruiti in modo virtuale su Internet. E con questo ritorniamo ad Internet come costruzione sociale, una costruzione sociale dai risultati imprevedibili. In modo paradossale la benemerita Free Software Foundation di Richard Stallman è simile alla Microsoft nella filosofia produttiva gerarchica di divisione del lavoro (modello Cattedrale): a fin di bene la FSF che mira come movimento sociale alla liberazione dal giogo delle corporation (Paccagnella, 2010:63), a fin di male dalla corporation Microsoft, secondo RMS e moltissimi altri che si basano sulla classica visione manicheista (in realtà Microsoft ha barato spesso in questa dura coopetition ed è stata legalmente condannata sia in USA che in Europa). Su entrambi Linux ha edificato la sua vitale nicchia ecologica mirando alla efficienza (Paccagnella, 2010:64); Linux infatti utilizza sia il software GNU, della FSF di R.Stallman, che l'hardware dei processori Intel fatti scalare a prezzi popolari dalla Microsoft. Grazie a questo processo cumulativo di produttività e innovazione crescenti oggi un processore ARM (di tipo RISC) costa 50$, un prezzo molto ridotto rispetto a quello di un processore Intel (di tipo CISC). La metodologia generale sia di FSF che di Linux è sì l'Open Source, ma con un’importantissima differenza, valutabile scalarmente dal grado di “fiducia collettiva”: mentre FSF rilascia “open” il codice prodotto dopo la sua progettazione e il primo test generale di validazione, Linux invece lo rilasciava quotidianamente nel corso della sua implementazione. In altri termini mentre FSF rilasciava il codice “aperto” solo dopo che si era garantito del suo buon funzionamento, Linux lo rilasciava in corso d'opera per garantirne il buon funzionamento via debugging parallelo eseguito degli utenti e vitale per lo sviluppo del software (Paccagnella, 2010:67). L'attuale Linux Foundation ha apportato delle leggere varianti a questo modello secondo un naturale processo di istituzionalizzazione. | ||
− | ==== | + | ====LAMP come bene comune==== |
Lo stack LAMP dunque è un bene comune (a proposito dei quali vedi §4.3 “Linux come bene comune”), è un elemento centrale di Internet, è un esempio di come il codice aperto del SOS sia un fattore di incremento virtuoso della fiducia e della cooperazione, che a loro volta ottengono risultati di alta efficienza competitiva verso i modelli tradizionali proprietari. Come nel mercato-gerarchia la reciproca fiducia è un elemento vitale (Bagnasco et al, 2007:481), così pure nel SOS e nell'intrecciarsi delle sue reti di potere sociale economico e produttivo quali GNU, Linux, Apache, MySQL, PHP. Da sottolineare tre aspetti innovativi: | Lo stack LAMP dunque è un bene comune (a proposito dei quali vedi §4.3 “Linux come bene comune”), è un elemento centrale di Internet, è un esempio di come il codice aperto del SOS sia un fattore di incremento virtuoso della fiducia e della cooperazione, che a loro volta ottengono risultati di alta efficienza competitiva verso i modelli tradizionali proprietari. Come nel mercato-gerarchia la reciproca fiducia è un elemento vitale (Bagnasco et al, 2007:481), così pure nel SOS e nell'intrecciarsi delle sue reti di potere sociale economico e produttivo quali GNU, Linux, Apache, MySQL, PHP. Da sottolineare tre aspetti innovativi: | ||
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− | === | + | ===Facebook=== |
− | ==== | + | ====Social Network?==== |
Il buon RMS sentenzia dal suo sito personale, nella pagina dedicata a FB: "Social networks, for lonely people, may only show them how lonely they are." rimandando ad un articolo del Guardian in cui uno studente racconta della sua solitudine e della solitudine dei suoi coetanei: "This is not just a teenage problem. In May, the Mental Health Foundation released a report called The Lonely Society? Its survey found that 53% of 18-34-year-olds had felt depressed because of loneliness, compared with just 32% of people over 55. The question of why was, in part, answered by another of the report's findings: nearly a third of young people said they spent too much time communicating online and not enough in person." (Guardian, 2010). Per una valutazione più aperta a possibili influenze positive di Internet sulle relazioni umane vedi (Benkler, 2007:451-477). L'aspetto positivo più evidente è la possibilità di FB di rinsaldare il capitale sociale pre-esistente (Bagnasco et al, 2007:98), funzione svolta egregiamente durante la primavera araba del 2011. Questo aspetto pervasivo, microsociologico, dei social network nelle interazioni simboliche e politiche tra gruppi e individui, basate a loro volta su “relazioni sociali” (Bagnasco et al, 2007:82), viene visto anche nel paragrafo “Android”. Facebook come Google e Twitter permette agli utenti di comunicare tra loro, di creare gruppi e costituire comunità virtuali. In realtà "allevano" i loro utenti per vendergli pubblicità, servizi simili a quelli di Paypal, la possibilità di pubblicizzarsi a pagamento su internet, avviare autonome attività di e-commerce; vendergli gli smartphone da loro stessi prodotti come Google. Per far tutto questo tracciano le scelte ed i profili degli utenti per realizzare una pubblicità mirata e consona alla società dell'informazione. Viene così associata all'attività di intrattenimento, chiacchiericcio, esibizionismo di gruppo (molto sviluppato anche nei gruppi animali), una funzione tipicamente commerciale. I vari gruppi possono avere un contenuto ideologico, artistico, politico, commerciale-economico, addirittura terroristico (militare). Il terrorismo internazionale è una recentissima proprietà emergente dagli interstizi degli stati-nazione, spiegata da Mann come reazione nazionalistica e non come risposta ideologico-religiosa. Questo spiega l'interesse della NSA (National Security Agency) americana sui database di FB, Google, Twitter. | Il buon RMS sentenzia dal suo sito personale, nella pagina dedicata a FB: "Social networks, for lonely people, may only show them how lonely they are." rimandando ad un articolo del Guardian in cui uno studente racconta della sua solitudine e della solitudine dei suoi coetanei: "This is not just a teenage problem. In May, the Mental Health Foundation released a report called The Lonely Society? Its survey found that 53% of 18-34-year-olds had felt depressed because of loneliness, compared with just 32% of people over 55. The question of why was, in part, answered by another of the report's findings: nearly a third of young people said they spent too much time communicating online and not enough in person." (Guardian, 2010). Per una valutazione più aperta a possibili influenze positive di Internet sulle relazioni umane vedi (Benkler, 2007:451-477). L'aspetto positivo più evidente è la possibilità di FB di rinsaldare il capitale sociale pre-esistente (Bagnasco et al, 2007:98), funzione svolta egregiamente durante la primavera araba del 2011. Questo aspetto pervasivo, microsociologico, dei social network nelle interazioni simboliche e politiche tra gruppi e individui, basate a loro volta su “relazioni sociali” (Bagnasco et al, 2007:82), viene visto anche nel paragrafo “Android”. Facebook come Google e Twitter permette agli utenti di comunicare tra loro, di creare gruppi e costituire comunità virtuali. In realtà "allevano" i loro utenti per vendergli pubblicità, servizi simili a quelli di Paypal, la possibilità di pubblicizzarsi a pagamento su internet, avviare autonome attività di e-commerce; vendergli gli smartphone da loro stessi prodotti come Google. Per far tutto questo tracciano le scelte ed i profili degli utenti per realizzare una pubblicità mirata e consona alla società dell'informazione. Viene così associata all'attività di intrattenimento, chiacchiericcio, esibizionismo di gruppo (molto sviluppato anche nei gruppi animali), una funzione tipicamente commerciale. I vari gruppi possono avere un contenuto ideologico, artistico, politico, commerciale-economico, addirittura terroristico (militare). Il terrorismo internazionale è una recentissima proprietà emergente dagli interstizi degli stati-nazione, spiegata da Mann come reazione nazionalistica e non come risposta ideologico-religiosa. Questo spiega l'interesse della NSA (National Security Agency) americana sui database di FB, Google, Twitter. | ||
− | ==== | + | ====Da SOS a Corporation==== |
"Il numero uno di Facebook, Mark Zuckerberg, ha guadagnato 2,3 milioni di dollari nel 2012 esercitando 60 milioni di stock option prima dello sbarco in Borsa del social network. Una cifra decisamente superiore rispetto al compenso 2012 incassato da Zuckerberg e pari a 1,99 milioni di dollari. Ma Zuckerberg, nonostante il maxi assegno, non ha il salario più alto all'interno di Facebook: a rubargli il posto è Sheryl Sandberg, la chief operating officer che ha ricevuto 26,2 milioni di dollari." (ANSA.it, 28 aprile 2013). Sheryl Kara Sandberg (SKS), nata nel 1969, ha un MBA a Harvard coi massimi voti; è stata impiegata come ricercatrice presso la Banca Mondiale da Larry Summers, suo relatore di tesi a Harvard, su progetti riguardanti la salute pubblica in India. Lawrence "Larry" Summers è un personaggio chiave del "military-industrial-congressional complex" (Mann, 2013:44-49), scoperto empiricamente da (Mills, 1966). Questo "complex" è quella cristallizzazione (in senso metaforicamente chimico), delle reti IEMP, che costituisce l' "impero americano" che a sua volta condiziona, su tutte le reti, i complessi minori, più vicini al livello degli "stati-nazione", di Giappone, Tigri Asiatiche, Cina Popolare (come vedremo più avanti nel §3.5.2) La nozione di “impero” è ovviamente avalutativa; si tratta di un conglomerato sociale estremamente complesso ed estremamente importante in tutta la storia dall'antichità ad oggi. Gli idealtipi di impero usati da (Mann, 2011) sono quattro con vari sotto-idealtipi. Gli ultimi due imperi sono stati USA e URSS. Con la scomparsa dell'URSS, al momento, l'unica struttura con le caratteristiche di “impero” sono gli USA. SKS ha poi lavorato presso la McKinsey & Company, storica impresa di consulenza manageriale degli Stati Uniti, fondata nel 1926 sempre da un professore universitario di Chicago. Sempre con Larry Summers ha lavorato al Ministero del Tesoro con Clinton, occupata nella gestione morbida del debito accumulato da alcuni paesi asiatici durante la crisi finanziaria in Asia. Nel 2001 si unisce a Google dove lavora fino al 2008. Passa a Facebook con l'intento di rendere la società "capace di profitto". Questo obiettivo si realizza nel 2010. In questa breve disamina della carriera di SKS vanno rilevati alcuni punti degni di ulteriori analisi e strettamente interconnessi tra loro: l'emergenza nella "divisione del lavoro sociale" (Bagnasco et al, 2007:454) di settori come i social network, dove Facebook si caratterizza come interazione virtuale e sociale diretta tra individui e gruppi; Google invece come interazione virtuale e sociale indiretta tra individui e gruppi, tramite e-mail asincrona, e ricerca "asocializzata" su data base centralizzati (in questo senso Facebook rappresenta un "progresso" basato sul SW rispetto a Google orientata allo HW degli smartphone; ciò potrebbe spiegare il passaggio di SKS da Google a Facebook). Da notare inoltre l'interconnessione tra politica (Clinton), cultura (Larry Summers, McKinsey), economia (Banca Mondiale, Facebook, Google) come indicato nei punti 1 e 2 di "Introduzione" (Mann, 1986:cap. 1). Negli Stati Uniti, questa connessione è molto fluida, attiva, praticata (Mills, 1966), in grado di reggere per il momento la maglia geopolitica dell'impero USA. Terzo punto importante è l'enorme valore monetario e quindi culturale e politico attribuito al lavoro di SKS. Questo significa un preciso riconoscimento ufficiale da parte delle élite dominanti al valore della conoscenza che facilita la transizione verso nuovi equilibri tra gli “overlapped interwined networks”, tali da configurare una "società dell'informazione e della conoscenza" (Paccagnella, 2010:163). Nella carriera di SKS (Sharyl Sandberg, 2009), si nota una progressione da assistente alla ricerca di un cattedratico, dedicata all'esame di compiti economici su larga scala ma inerenti la cura e la salute in India, fino al suo ruolo decisivo nel lanciare la allora semisconosciuta Google vendendone il motore di ricerca ad uno dei maggiori provider mondiali (American Online) e rendendola "profitable" con il sistema di pubblicità Ad Sense. Ma SKS non riesce a scalare in Google posizioni di rilevanza strategica (Sharyl Sandberg, 2011). Ci riprova con Facebook nel 2008 con l'incarico essenziale di rendere FB "profitable" (Sharyl Sandberg, 2011). Il 18 maggio 2012 Fb viene quotato al NASDAQ. Questo è il passaggio da una forma no-profit ad una profit, molto importante per dimostrare la capacità di ibridazione di una "convenzione" come FB verso una "organizzazione aziendale di tipo gerarchico" (Costa et al, 2004:11-17). Il lato no-profit permane attraverso le caratteristiche free e open source di FB, trattate nel paragrafo seguente, e attraverso la recente campagna Internet.org intrapresa senza scopo di lucro da Zuckerman per fornire l'accesso digitale alle popolazioni del Sud del mondo, africane in particolare. | "Il numero uno di Facebook, Mark Zuckerberg, ha guadagnato 2,3 milioni di dollari nel 2012 esercitando 60 milioni di stock option prima dello sbarco in Borsa del social network. Una cifra decisamente superiore rispetto al compenso 2012 incassato da Zuckerberg e pari a 1,99 milioni di dollari. Ma Zuckerberg, nonostante il maxi assegno, non ha il salario più alto all'interno di Facebook: a rubargli il posto è Sheryl Sandberg, la chief operating officer che ha ricevuto 26,2 milioni di dollari." (ANSA.it, 28 aprile 2013). Sheryl Kara Sandberg (SKS), nata nel 1969, ha un MBA a Harvard coi massimi voti; è stata impiegata come ricercatrice presso la Banca Mondiale da Larry Summers, suo relatore di tesi a Harvard, su progetti riguardanti la salute pubblica in India. Lawrence "Larry" Summers è un personaggio chiave del "military-industrial-congressional complex" (Mann, 2013:44-49), scoperto empiricamente da (Mills, 1966). Questo "complex" è quella cristallizzazione (in senso metaforicamente chimico), delle reti IEMP, che costituisce l' "impero americano" che a sua volta condiziona, su tutte le reti, i complessi minori, più vicini al livello degli "stati-nazione", di Giappone, Tigri Asiatiche, Cina Popolare (come vedremo più avanti nel §3.5.2) La nozione di “impero” è ovviamente avalutativa; si tratta di un conglomerato sociale estremamente complesso ed estremamente importante in tutta la storia dall'antichità ad oggi. Gli idealtipi di impero usati da (Mann, 2011) sono quattro con vari sotto-idealtipi. Gli ultimi due imperi sono stati USA e URSS. Con la scomparsa dell'URSS, al momento, l'unica struttura con le caratteristiche di “impero” sono gli USA. SKS ha poi lavorato presso la McKinsey & Company, storica impresa di consulenza manageriale degli Stati Uniti, fondata nel 1926 sempre da un professore universitario di Chicago. Sempre con Larry Summers ha lavorato al Ministero del Tesoro con Clinton, occupata nella gestione morbida del debito accumulato da alcuni paesi asiatici durante la crisi finanziaria in Asia. Nel 2001 si unisce a Google dove lavora fino al 2008. Passa a Facebook con l'intento di rendere la società "capace di profitto". Questo obiettivo si realizza nel 2010. In questa breve disamina della carriera di SKS vanno rilevati alcuni punti degni di ulteriori analisi e strettamente interconnessi tra loro: l'emergenza nella "divisione del lavoro sociale" (Bagnasco et al, 2007:454) di settori come i social network, dove Facebook si caratterizza come interazione virtuale e sociale diretta tra individui e gruppi; Google invece come interazione virtuale e sociale indiretta tra individui e gruppi, tramite e-mail asincrona, e ricerca "asocializzata" su data base centralizzati (in questo senso Facebook rappresenta un "progresso" basato sul SW rispetto a Google orientata allo HW degli smartphone; ciò potrebbe spiegare il passaggio di SKS da Google a Facebook). Da notare inoltre l'interconnessione tra politica (Clinton), cultura (Larry Summers, McKinsey), economia (Banca Mondiale, Facebook, Google) come indicato nei punti 1 e 2 di "Introduzione" (Mann, 1986:cap. 1). Negli Stati Uniti, questa connessione è molto fluida, attiva, praticata (Mills, 1966), in grado di reggere per il momento la maglia geopolitica dell'impero USA. Terzo punto importante è l'enorme valore monetario e quindi culturale e politico attribuito al lavoro di SKS. Questo significa un preciso riconoscimento ufficiale da parte delle élite dominanti al valore della conoscenza che facilita la transizione verso nuovi equilibri tra gli “overlapped interwined networks”, tali da configurare una "società dell'informazione e della conoscenza" (Paccagnella, 2010:163). Nella carriera di SKS (Sharyl Sandberg, 2009), si nota una progressione da assistente alla ricerca di un cattedratico, dedicata all'esame di compiti economici su larga scala ma inerenti la cura e la salute in India, fino al suo ruolo decisivo nel lanciare la allora semisconosciuta Google vendendone il motore di ricerca ad uno dei maggiori provider mondiali (American Online) e rendendola "profitable" con il sistema di pubblicità Ad Sense. Ma SKS non riesce a scalare in Google posizioni di rilevanza strategica (Sharyl Sandberg, 2011). Ci riprova con Facebook nel 2008 con l'incarico essenziale di rendere FB "profitable" (Sharyl Sandberg, 2011). Il 18 maggio 2012 Fb viene quotato al NASDAQ. Questo è il passaggio da una forma no-profit ad una profit, molto importante per dimostrare la capacità di ibridazione di una "convenzione" come FB verso una "organizzazione aziendale di tipo gerarchico" (Costa et al, 2004:11-17). Il lato no-profit permane attraverso le caratteristiche free e open source di FB, trattate nel paragrafo seguente, e attraverso la recente campagna Internet.org intrapresa senza scopo di lucro da Zuckerman per fornire l'accesso digitale alle popolazioni del Sud del mondo, africane in particolare. | ||
− | ==== | + | ====Dati tecnici, tipo di licenza, rapporto con gli utenti finali==== |
− | Uno dei principi ufficiali stabiliti per collaborare come sviluppatore a FB è: "Give users choice and control" (Facebook, 2013A). Per quanto riguarda la tecnologia: "Facebook has been developed from the ground up using open source software" (Facebook, 2013B). I dettagli tecnici confermano che Fb si basa sullo stack LAMP, è un software distribuito con PHP License, che è solo leggermente diversa dalla GPL, la licenza di GNU. I due "opposti" schieramenti nella definizione del software libero sono GNU, diretto da RMS e l'Open Software Initiative di Linus Torvalds ed ESR. La seconda definisce FB un software "Free e Open Source", RSM invece sconsiglia vivamente di usare FB perchè FB invita a "fare la spia" ai propri amici e traccia i gusti e le abitudini degli utenti, che sono diventati circa un miliardo, di cui 7 milioni sotto i 13 anni consentiti, per incrementare il suo business pubblicitario sviluppato da SKS. In effetti RMS si lamenta che sia possibile su FB creare a sua totale insaputa utenti che hanno il suo stesso nome: Richard Stallman (Facebook, 2013C). A livello tecnico i punti di forza di FB sono il linguaggio PHP potenziato da vari altri prodotti SOS e il database MySQL (ora di proprietà di Oracle). Il PHP è stato potenziato con un compilatore GCC di GNU che produce un codice eseguibile particolarmente "monolitico" e quindi efficiente, fondendo in un solo blocco codice C++ (necessario per raggiungere una certa finezza grafica) e codice C (per garantire la robustezza della parte strutturale), stravolgendo in parte le caratteristiche di scripting language del PHP. FB sta avvolgendo, sviluppandosi anche come applicazione Android, il prodotto di Google per entrare nella nicchia di mercato degli utenti degli smart phone, che già usano la posta elettronica di Google tramite il collegamento standard ad Internet. Questo è possibile perchè Android è esso stesso Open Source. | + | Uno dei principi ufficiali stabiliti per collaborare come sviluppatore a FB è: "Give users choice and control" (Facebook, 2013A). Per quanto riguarda la tecnologia: "Facebook has been developed from the ground up using open source software" (Facebook, 2013B). I dettagli tecnici confermano che Fb si basa sullo stack LAMP, è un software distribuito con PHP License, che è solo leggermente diversa dalla GPL, la licenza di GNU. I due "opposti" schieramenti nella definizione del software libero sono GNU, diretto da RMS e l'Open Software Initiative di Linus Torvalds ed ESR. La seconda definisce FB un software "Free e Open Source", RSM invece sconsiglia vivamente di usare FB perchè FB invita a "fare la spia" ai propri amici e traccia i gusti e le abitudini degli utenti, che sono diventati circa un miliardo, di cui 7 milioni sotto i 13 anni consentiti, per incrementare il suo business pubblicitario sviluppato da SKS. In effetti RMS si lamenta che sia possibile su FB creare a sua totale insaputa utenti che hanno il suo stesso nome: Richard Stallman (Facebook, 2013C). A livello tecnico i punti di forza di FB sono il linguaggio PHP potenziato da vari altri prodotti SOS e il database MySQL (ora di proprietà di Oracle). Il PHP è stato potenziato con un compilatore GCC di GNU che produce un codice eseguibile particolarmente "monolitico" e quindi efficiente, fondendo in un solo blocco codice C++ (necessario per raggiungere una certa finezza grafica) e codice C (per garantire la robustezza della parte strutturale), stravolgendo in parte le caratteristiche di scripting language del PHP. FB sta avvolgendo, sviluppandosi anche come applicazione Android, il prodotto di Google per entrare nella nicchia di mercato degli utenti degli smart phone, che già usano la posta elettronica di Google tramite il collegamento standard ad Internet. Questo è possibile perchè Android è esso stesso Open Source. |
− | === | + | |
− | ==== | + | ===Google=== |
+ | ====Android di Google==== | ||
Android è il nuovo sistema operativo di Google, basato su kernel Linux modificato però in modo tale che un'applicazione GNU/Linux non è “portabile” su Android. La ragione è che Android si basa sul linguaggio/ambiente Java anziché sui linguaggi/ambiente C e C++. Java, di cui esistono progetti Open Source di Apache Foundation, è ora proprietà di Oracle. Anche Android è open source su decisione di Google che ha messo a disposizione il Kit completo di sviluppo. Gli sviluppatori Android, dipendenti di Google, apportano modifiche al kernel Linux impegnandosi a supportarle nel futuro secondo la classica prassi open source. Adesso sono i più famosi sostenitori del Closed Source (Oracle e Microsoft) ad accusare di concorrenza sleale l'open source, nella veste di Google. Nell' aprile 2013 Microsoft e Oracle, inserite in un gruppo di 17 operatori battezzato FairSearch di cui fanno parte, tra gli altri, Nokia, Expedia e TripAdvisor, ricorrono contro Google per denunciate all'antitrust Ue pratiche anticoncorrenziali basate su Android. Sotto accusa è finito questa volta il sistema operativo Android che, secondo i ricorrenti, "viene utilizzato da Google come 'cavallo di Troia' per ingannare i suoi partner, monopolizzare il mercato e controllare i dati dei consumatori". "Chiediamo alla Commissione europea - si legge in una nota diffusa da FairSearch - di agire rapidamente e in maniera incisiva per proteggere la concorrenza e l'innovazione in un mercato così importante. Altrimenti Google sarà incoraggiata a riproporre abusi di posizione dominante sulle piattaforme mobili verso le quali sempre più si orientano i consumatori [NdR: l'enfasi è mia] ". Secondo FairSearch, Google obbliga i costruttori di apparecchi che utilizzano il sistema operativo Android e vogliono proporre applicazioni della casa di Mountain View come Maps, YouTube o Play ad offrire al cliente per default una serie di altre applicazioni Google, generalmente Open Source e sempre Free, a discapito di quelle dei concorrenti. Questa iniziativa di FairSearch (“ricerca cortese”, un chiaro riferimento al motore di Google ed alla sua preminenza commerciale) dopo gli "Hallowen Documents" di Microsoft di tanti anni fa, risuonerà sicuramente comica per gli hacker. Tale iniziativa legale, nel 2013, dopo 22 anni dall'inizio di Linux, può essere un segnale di rovesciamento dei rapporti di forza tra corporations proprietarie e corporations che si appoggiano all'open source. Uno step non lineare nella crescita interstiziale dell'open source poichè il passaggio è attraverso una vera e propria corporation come Google, che resta con Apple una delle corporations americane più profittevoli economicamente e più importanti politicamente. Ricordiamo che già circa un anno fa, per la prima volta nella storia, le azioni Microsoft sono calate e che il debito pubblico della Federazione americana ha superato la soglia dei 16.400 mld di dollari prevista dalla loro Costituzione. FB, Google, Apple con I-Phone, si stanno muovendo verso un mercato di Internet-mobile, fatto di una maggiore interattività tra la rete e l'utente che con il suo smart-phone può rimanere costantemente collegato e ricevere un breve segnale all'arrivo di mail, twitter, messaggi FB, “Whatsapp”. Oltre ad avere a disposizione una webcam digitale, un navigatore satellitare, le risposte di wikipedia alle domande degli amici. Questa continuità nel collegamento ad Internet, la sue nuove caratteristiche di messaggistica “push” come Whatsapp di Google, potrebbero cominciare ad influenzare la microsociologia delle relazioni dei gruppi umani più plastici come i giovani o più fragili come gli anziani, attraverso la diffusione dei cellulari di nuova generazione cui mira il marketing avvolgente di Google. L'uso del navigatore tramite cellulare, la sua dipendenza dall'aggiornamento delle mappe memorizzate in rete, modificano la gestione della propria spazialità fisica. Un altro esempio, ancora, è quello di stare realmente, o di atteggiarsi a stare, in attesa di comunicazioni da parte di persone non presenti fisicamente, soprattutto da parte dei giovani. Questo destabilizza la compresenza nel gruppo amicale, indebolisce il fondamentale rapporto “faccia a faccia”, modifica la stessa autoconsapevolezza del proprio corpo come costruzione sociale inserendovi l'artefatto comunicativo. L'affermazione classica: “Un aspetto importante dell'esperienza che io faccio degli altri nella vita quotidiana è dunque il carattere diretto o indiretto di tale esperienza.” (Berger et al, 1969:51) deve tener conto della nuova possibilità di mescolare nella stessa “situazione” di compresenza i caratteri diretti e indiretti dell'esperienza dell'altro, espressi ad esempio con il metalinguaggio dei gesti, dei sospiri,delle interiezioni, delle espressioni facciali; immaginiamo un gruppo amicale di giovanissimi che mangia la pizza “facendo un grande casino” e allo stesso tempo restando ciascuno appiccicato ai propri cellulari; oppure seduto al tram il sig.Rossi ascolta i dettagli più intimi, con tutte le sfumature di espressioni “reali” di tipo emotivo, della vita della persona che gli siede a fianco; oppure più banalmente in un qualsiasi luogo pubblico il signor A sobbalza al suono di un cellulare credendo che sia il suo, con una lieve temporanea distorsione della sua identità sociale; oppure, pigiati in un mezzo di trasporto pubblico, sono tutti immersi nella loro “indifferenza civile” quando sobbalzano allo squillare di una stranissima suoneria, scelta dal possessore del cellulare per ribadire la sua “identità”. | Android è il nuovo sistema operativo di Google, basato su kernel Linux modificato però in modo tale che un'applicazione GNU/Linux non è “portabile” su Android. La ragione è che Android si basa sul linguaggio/ambiente Java anziché sui linguaggi/ambiente C e C++. Java, di cui esistono progetti Open Source di Apache Foundation, è ora proprietà di Oracle. Anche Android è open source su decisione di Google che ha messo a disposizione il Kit completo di sviluppo. Gli sviluppatori Android, dipendenti di Google, apportano modifiche al kernel Linux impegnandosi a supportarle nel futuro secondo la classica prassi open source. Adesso sono i più famosi sostenitori del Closed Source (Oracle e Microsoft) ad accusare di concorrenza sleale l'open source, nella veste di Google. Nell' aprile 2013 Microsoft e Oracle, inserite in un gruppo di 17 operatori battezzato FairSearch di cui fanno parte, tra gli altri, Nokia, Expedia e TripAdvisor, ricorrono contro Google per denunciate all'antitrust Ue pratiche anticoncorrenziali basate su Android. Sotto accusa è finito questa volta il sistema operativo Android che, secondo i ricorrenti, "viene utilizzato da Google come 'cavallo di Troia' per ingannare i suoi partner, monopolizzare il mercato e controllare i dati dei consumatori". "Chiediamo alla Commissione europea - si legge in una nota diffusa da FairSearch - di agire rapidamente e in maniera incisiva per proteggere la concorrenza e l'innovazione in un mercato così importante. Altrimenti Google sarà incoraggiata a riproporre abusi di posizione dominante sulle piattaforme mobili verso le quali sempre più si orientano i consumatori [NdR: l'enfasi è mia] ". Secondo FairSearch, Google obbliga i costruttori di apparecchi che utilizzano il sistema operativo Android e vogliono proporre applicazioni della casa di Mountain View come Maps, YouTube o Play ad offrire al cliente per default una serie di altre applicazioni Google, generalmente Open Source e sempre Free, a discapito di quelle dei concorrenti. Questa iniziativa di FairSearch (“ricerca cortese”, un chiaro riferimento al motore di Google ed alla sua preminenza commerciale) dopo gli "Hallowen Documents" di Microsoft di tanti anni fa, risuonerà sicuramente comica per gli hacker. Tale iniziativa legale, nel 2013, dopo 22 anni dall'inizio di Linux, può essere un segnale di rovesciamento dei rapporti di forza tra corporations proprietarie e corporations che si appoggiano all'open source. Uno step non lineare nella crescita interstiziale dell'open source poichè il passaggio è attraverso una vera e propria corporation come Google, che resta con Apple una delle corporations americane più profittevoli economicamente e più importanti politicamente. Ricordiamo che già circa un anno fa, per la prima volta nella storia, le azioni Microsoft sono calate e che il debito pubblico della Federazione americana ha superato la soglia dei 16.400 mld di dollari prevista dalla loro Costituzione. FB, Google, Apple con I-Phone, si stanno muovendo verso un mercato di Internet-mobile, fatto di una maggiore interattività tra la rete e l'utente che con il suo smart-phone può rimanere costantemente collegato e ricevere un breve segnale all'arrivo di mail, twitter, messaggi FB, “Whatsapp”. Oltre ad avere a disposizione una webcam digitale, un navigatore satellitare, le risposte di wikipedia alle domande degli amici. Questa continuità nel collegamento ad Internet, la sue nuove caratteristiche di messaggistica “push” come Whatsapp di Google, potrebbero cominciare ad influenzare la microsociologia delle relazioni dei gruppi umani più plastici come i giovani o più fragili come gli anziani, attraverso la diffusione dei cellulari di nuova generazione cui mira il marketing avvolgente di Google. L'uso del navigatore tramite cellulare, la sua dipendenza dall'aggiornamento delle mappe memorizzate in rete, modificano la gestione della propria spazialità fisica. Un altro esempio, ancora, è quello di stare realmente, o di atteggiarsi a stare, in attesa di comunicazioni da parte di persone non presenti fisicamente, soprattutto da parte dei giovani. Questo destabilizza la compresenza nel gruppo amicale, indebolisce il fondamentale rapporto “faccia a faccia”, modifica la stessa autoconsapevolezza del proprio corpo come costruzione sociale inserendovi l'artefatto comunicativo. L'affermazione classica: “Un aspetto importante dell'esperienza che io faccio degli altri nella vita quotidiana è dunque il carattere diretto o indiretto di tale esperienza.” (Berger et al, 1969:51) deve tener conto della nuova possibilità di mescolare nella stessa “situazione” di compresenza i caratteri diretti e indiretti dell'esperienza dell'altro, espressi ad esempio con il metalinguaggio dei gesti, dei sospiri,delle interiezioni, delle espressioni facciali; immaginiamo un gruppo amicale di giovanissimi che mangia la pizza “facendo un grande casino” e allo stesso tempo restando ciascuno appiccicato ai propri cellulari; oppure seduto al tram il sig.Rossi ascolta i dettagli più intimi, con tutte le sfumature di espressioni “reali” di tipo emotivo, della vita della persona che gli siede a fianco; oppure più banalmente in un qualsiasi luogo pubblico il signor A sobbalza al suono di un cellulare credendo che sia il suo, con una lieve temporanea distorsione della sua identità sociale; oppure, pigiati in un mezzo di trasporto pubblico, sono tutti immersi nella loro “indifferenza civile” quando sobbalzano allo squillare di una stranissima suoneria, scelta dal possessore del cellulare per ribadire la sua “identità”. | ||
− | ==== | + | ====Google come Oracle, IBM, Apple, Nokia==== |
A maggio 2013 esce un breve annuncio sulle agenzie di stampe: Google, dopo avere acquisito la casa americana produttrice di processori per telefono, Motorola Mobility, acquistata ad agosto 2011, lancerà alla fine dell'anno 'Moto X' che si pone in diretta concorrenza con iPhone 5 di Apple e con la stessa Samsung (Korea del Sud) che vende il suo smartphone Galaxy con Android (open source). E' uno smartphone 'Made in Usa', come assemblaggio, capace di “percepire” il contesto in cui si trova. Sarà estremamente robusto ed equipaggiato da una telecamera migliore, oltre che da sensori in grado di riconoscere le voci in una stanza. Saranno sempre in azione un giroscopio e un accelerometro per prevedere i movimenti degli utenti, per anticipare le loro mosse, come appunto attivare la telecamera ancora prima che l'app sia aperta. e abbastanza intelligente da cercare di anticipare il modo in cui viene usato: se, ad esempio, e' riposto in una tasca, a riposo, oppure si trova in mano all'utente, predisponendosi se il caso ad attivare automaticamente la fotocamera. Woodside, il manager messo da Google alla guida di Motorola annuncia che 'Moto X' sarà prodotto in Texas, in un ex stabilimento Nokia chiuso 15 anni fa, assumendo 2.000 persone. Ma il manager precisa che ''I componenti però arriveranno da tutto il mondo'', ad esempio gli elementi chiave del display arriveranno dalla Corea del Sud mentre i processori saranno prodotti a Taiwan (su disegno della Motorola). Gli elementi di “intreccio” e mutamento tra e all'interno delle reti di poteri sociali di tipo economico e politico (modello IEMP) sono molteplici e vanno evidenziati: | A maggio 2013 esce un breve annuncio sulle agenzie di stampe: Google, dopo avere acquisito la casa americana produttrice di processori per telefono, Motorola Mobility, acquistata ad agosto 2011, lancerà alla fine dell'anno 'Moto X' che si pone in diretta concorrenza con iPhone 5 di Apple e con la stessa Samsung (Korea del Sud) che vende il suo smartphone Galaxy con Android (open source). E' uno smartphone 'Made in Usa', come assemblaggio, capace di “percepire” il contesto in cui si trova. Sarà estremamente robusto ed equipaggiato da una telecamera migliore, oltre che da sensori in grado di riconoscere le voci in una stanza. Saranno sempre in azione un giroscopio e un accelerometro per prevedere i movimenti degli utenti, per anticipare le loro mosse, come appunto attivare la telecamera ancora prima che l'app sia aperta. e abbastanza intelligente da cercare di anticipare il modo in cui viene usato: se, ad esempio, e' riposto in una tasca, a riposo, oppure si trova in mano all'utente, predisponendosi se il caso ad attivare automaticamente la fotocamera. Woodside, il manager messo da Google alla guida di Motorola annuncia che 'Moto X' sarà prodotto in Texas, in un ex stabilimento Nokia chiuso 15 anni fa, assumendo 2.000 persone. Ma il manager precisa che ''I componenti però arriveranno da tutto il mondo'', ad esempio gli elementi chiave del display arriveranno dalla Corea del Sud mentre i processori saranno prodotti a Taiwan (su disegno della Motorola). Gli elementi di “intreccio” e mutamento tra e all'interno delle reti di poteri sociali di tipo economico e politico (modello IEMP) sono molteplici e vanno evidenziati: | ||
rapporti tra corporation nate sul Software, corporation nate sull'Hardware, corporation mixed | rapporti tra corporation nate sul Software, corporation nate sull'Hardware, corporation mixed | ||
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Cina, che ha assorbito la quarta tigre asiatica (Hong Kong) e il Vietnam, recenti alleati economici dell'occidente ma con una fortissima autonomia politico-militare, monitorati da anni nei loro possibili sviluppi egemonici politici, economici, militari; | Cina, che ha assorbito la quarta tigre asiatica (Hong Kong) e il Vietnam, recenti alleati economici dell'occidente ma con una fortissima autonomia politico-militare, monitorati da anni nei loro possibili sviluppi egemonici politici, economici, militari; | ||
L'annuncio di Google su MotoX all'inizio di paragrafo evidenzia un particolare recente sviluppo storico della politica americana con il tentativo di rientro di alcune produzioni HW negli Stati Uniti dopo la loro delocalizzazione soprattutto in Cina (Per quanto riguarda la cultura “Open Access” da parte di questo paese vanno ricordati gli attacchi informatici a varie banche dati tecnologiche americane di sospetta origine cinese, tema del recente incontro a giugno 2013 tra presidente americano e presidente cinese). Google riapre un ex stabilimento, guarda caso proprio della Nokia, in Texas, dando lavoro a 2000 dipendenti. Favorisce per la componentistica la rete geopolitica ed economica che comprende Korea del Sud e Taiwan. Mantiene la politica Open Source di Android condiviso con la concorrente (HW) Samsung della Korea del Sud. Per la genesi delle relazioni IEMP tra Cina, Giappone, Taiwan e Korea, nella prima metà del 1900, nonchè del rapporto tra gli imperialismi cinese e giapponese vedi (Mann, 2012:cap.4, "Asian empires: falling dragon, rising sun). | L'annuncio di Google su MotoX all'inizio di paragrafo evidenzia un particolare recente sviluppo storico della politica americana con il tentativo di rientro di alcune produzioni HW negli Stati Uniti dopo la loro delocalizzazione soprattutto in Cina (Per quanto riguarda la cultura “Open Access” da parte di questo paese vanno ricordati gli attacchi informatici a varie banche dati tecnologiche americane di sospetta origine cinese, tema del recente incontro a giugno 2013 tra presidente americano e presidente cinese). Google riapre un ex stabilimento, guarda caso proprio della Nokia, in Texas, dando lavoro a 2000 dipendenti. Favorisce per la componentistica la rete geopolitica ed economica che comprende Korea del Sud e Taiwan. Mantiene la politica Open Source di Android condiviso con la concorrente (HW) Samsung della Korea del Sud. Per la genesi delle relazioni IEMP tra Cina, Giappone, Taiwan e Korea, nella prima metà del 1900, nonchè del rapporto tra gli imperialismi cinese e giapponese vedi (Mann, 2012:cap.4, "Asian empires: falling dragon, rising sun). | ||
− | ==== | + | ====La Samsung sudcoreana, le aziende elettroniche di Taiwan, l'intreccio dei social power network politici, economici, culturali nel Guandong della Cina Popolare==== |
Quella che segue è un breve fotogramma della società contemporanea cinese, relativo ai temi discussi nella tesi, nello specifico alle interazioni tra reti economiche hardware, software, politico-statuali. Evidenzia l'importanza della sociologia storica per cogliere il mutamento rapido di questo periodo e coglierne al tempo stesso l'opera delle tradizionali categorie sociologiche: “I operate at a more concrete, sociospatial and organizational level of analysis. The central problems concern organization, control, logistics, communication – the capacity to organize and control people, materials, and territories, and the development of this capacity throughout history.” (Mann, 1986:2). L'assemblaggio dei componenti elettronici per schede madri, per computer, tablet PC, smartphone, avviene ancora secondo il modello fordista centralizzato in grandi stabilimenti di produzione, delocalizzati in molti casi nella Cina Popolare. L'annuncio di Google del paragrafo precedente di un assemblaggio di “Moto X” in Texas, potrebbe significare, oltre ad un vantaggio “politico” riferito al “social power network” rappresentato dagli USA, anche un rifiuto “culturale” delle metodologie di lavoro cinesi stile “prima rivoluzione industriale 18° secolo”. Inoltre nonostante Taiwan sia politicamente e militarmente in una situazione ufficiale di quasi guerra con la Cina Popolare, possiede la Yinchuan che è di proprietà della taiwanese 3CEMS Group, un colosso che lavora per conto di Samsung (Korea del sud), Canon (Giappone) e Sony (Giappone). Questo intreccio tra “stati” ed “economia” è previsto nel modello IEMP, secondo il quale le “social power networks” si intersecano e si sovrappongono ma non coincidono “sociospazialmente” (Mann, 1986:17-18). La relazione di agenzia di stampa che segue dimostra che le condizioni di lavoro, simili a quelle della prima rivoluzione industriale, si basano sull'emigrazione di forza lavoro giovanile e femminile dalle “zone rurali” cinesi. Questo fenomeno di emigrazione ha portato i residenti urbani nella Cina Popolare a superare per la prima volta nella sua storia i residenti delle zone rurali. I residenti urbani hanno raggiunto a maggio 2013 la cifra di 691 milioni, e sicuramente comprendono una parte di quelli che sono citati nell'articolo di agenzia come “colletti bianchi”. Ecco l'articolo di agenzia (Ansa.it 2 giugno 2013) “Muore in fabbrica a 14 anni per troppo lavoro - Trovato in dormitorio azienda che fornisce Samsung, Sony e Canon - 01 giugno, 17:50 SHANGHAI - A quattordici anni, un ragazzino cinese che lavorava dodici ore al giorno con due brevi pause per il pranzo in una fabbrica di prodotti elettronici, è stato trovato morto nel suo letto del dormitorio dell'azienda. Una fine che ha dell'incredibile, bollata come 'morte immediata' dalle autorità che non hanno però voluto offrire maggiori indicazioni e che, al momento, è stata risarcita con poco più di 12 mila euro. Secondo testimonianze raccolte da organizzazioni che si battono per i diritti dei lavoratori in Cina, la causa della morte, avvenuta il 21 maggio, potrebbe essere attribuita al troppo lavoro. Nella fabbrica, infatti, secondo China Labor Watch, un’organizzazione americana [NdR: l'enfasi è mia], gli straordinari erano all'ordine del giorno, anche di decine d'ore. Liu Fuzong, questo il nome del ragazzo, proveniva da una famiglia povera della zona rurale cinese. Il 27 febbraio, tramite una società di consulenza sul lavoro, la Dongguan Wantong Labor Dispatch Company, fu assunto alla Yinchuan Electronic Company, azienda che produce le schede madri per i computer della Asus a Dongguan, città non lontana da Guangzhou, l'ex Canton, nella provincia meridionale del Guangdong. Qui il ragazzino si presenta con un documento falso, nel quale c'era scritto che aveva diciotto anni. Senza troppi controlli da parte dell'azienda (che verrà multata dalle autorità per questo), viene assunto e messo alla catena di montaggio. Con lui lavorano molti studenti, parecchi dei quali sotto i sedici anni, nonostante sia vietato dalla legge. Tutti provenienti dalla provincia meridionale del Sichuan, tutti messi a produrre pezzi elettronici. La Yinchuan è di proprietà della taiwanese 3CEMS Group, un colosso che lavora per conto di Samsung, Canon e Sony. La Samsung ha subito fatto cancellare il proprio nome dal sito dell'azienda taiwanese, anche se attraverso ricerche su internet si trovano le prove dei loro legami. E l'azienda sudcoreana leader nel settore dei tablet e smartphone, non è nuova ad accuse di sfruttamento del lavoro minorile. La stessa China Labor Watch ha più volte denunciato le condizioni pessime di lavoro in fabbriche cinesi riconducibili alla Samsung, dove sono impiegati anche minorenni. L'Ong americana ha più volte denunciato le condizioni di lavoro alla Foxconn, l'azienda taiwanese tristemente famosa come “la fabbrica dei suicidi” per gli oltre venti suicidi tra i suoi operai nel 2010. Gli ultimi tre suicidi si sono registrati tra la fine di aprile e la metà del mese scorso. Ma in Cina si muore anche per il troppo lavoro, oltre che per il cattivo lavoro. Pochi giorni fa un giovane di 24 anni è morto sul posto di lavoro per il troppo lavorare. Secondo le stime ufficiali, in Cina si contano 600mila morti all'anno per troppo lavoro, in prevalenza colletti bianchi impiegati nelle grandi città.”. Per una visione d'insieme della Cina attuale, nel suo sviluppo economico e nelle sue relazioni IEMP con Giappone, Taiwan e Korea vedi (Mann, 2013:cap.8, "The Maoist alternative reformed"). | Quella che segue è un breve fotogramma della società contemporanea cinese, relativo ai temi discussi nella tesi, nello specifico alle interazioni tra reti economiche hardware, software, politico-statuali. Evidenzia l'importanza della sociologia storica per cogliere il mutamento rapido di questo periodo e coglierne al tempo stesso l'opera delle tradizionali categorie sociologiche: “I operate at a more concrete, sociospatial and organizational level of analysis. The central problems concern organization, control, logistics, communication – the capacity to organize and control people, materials, and territories, and the development of this capacity throughout history.” (Mann, 1986:2). L'assemblaggio dei componenti elettronici per schede madri, per computer, tablet PC, smartphone, avviene ancora secondo il modello fordista centralizzato in grandi stabilimenti di produzione, delocalizzati in molti casi nella Cina Popolare. L'annuncio di Google del paragrafo precedente di un assemblaggio di “Moto X” in Texas, potrebbe significare, oltre ad un vantaggio “politico” riferito al “social power network” rappresentato dagli USA, anche un rifiuto “culturale” delle metodologie di lavoro cinesi stile “prima rivoluzione industriale 18° secolo”. Inoltre nonostante Taiwan sia politicamente e militarmente in una situazione ufficiale di quasi guerra con la Cina Popolare, possiede la Yinchuan che è di proprietà della taiwanese 3CEMS Group, un colosso che lavora per conto di Samsung (Korea del sud), Canon (Giappone) e Sony (Giappone). Questo intreccio tra “stati” ed “economia” è previsto nel modello IEMP, secondo il quale le “social power networks” si intersecano e si sovrappongono ma non coincidono “sociospazialmente” (Mann, 1986:17-18). La relazione di agenzia di stampa che segue dimostra che le condizioni di lavoro, simili a quelle della prima rivoluzione industriale, si basano sull'emigrazione di forza lavoro giovanile e femminile dalle “zone rurali” cinesi. Questo fenomeno di emigrazione ha portato i residenti urbani nella Cina Popolare a superare per la prima volta nella sua storia i residenti delle zone rurali. I residenti urbani hanno raggiunto a maggio 2013 la cifra di 691 milioni, e sicuramente comprendono una parte di quelli che sono citati nell'articolo di agenzia come “colletti bianchi”. Ecco l'articolo di agenzia (Ansa.it 2 giugno 2013) “Muore in fabbrica a 14 anni per troppo lavoro - Trovato in dormitorio azienda che fornisce Samsung, Sony e Canon - 01 giugno, 17:50 SHANGHAI - A quattordici anni, un ragazzino cinese che lavorava dodici ore al giorno con due brevi pause per il pranzo in una fabbrica di prodotti elettronici, è stato trovato morto nel suo letto del dormitorio dell'azienda. Una fine che ha dell'incredibile, bollata come 'morte immediata' dalle autorità che non hanno però voluto offrire maggiori indicazioni e che, al momento, è stata risarcita con poco più di 12 mila euro. Secondo testimonianze raccolte da organizzazioni che si battono per i diritti dei lavoratori in Cina, la causa della morte, avvenuta il 21 maggio, potrebbe essere attribuita al troppo lavoro. Nella fabbrica, infatti, secondo China Labor Watch, un’organizzazione americana [NdR: l'enfasi è mia], gli straordinari erano all'ordine del giorno, anche di decine d'ore. Liu Fuzong, questo il nome del ragazzo, proveniva da una famiglia povera della zona rurale cinese. Il 27 febbraio, tramite una società di consulenza sul lavoro, la Dongguan Wantong Labor Dispatch Company, fu assunto alla Yinchuan Electronic Company, azienda che produce le schede madri per i computer della Asus a Dongguan, città non lontana da Guangzhou, l'ex Canton, nella provincia meridionale del Guangdong. Qui il ragazzino si presenta con un documento falso, nel quale c'era scritto che aveva diciotto anni. Senza troppi controlli da parte dell'azienda (che verrà multata dalle autorità per questo), viene assunto e messo alla catena di montaggio. Con lui lavorano molti studenti, parecchi dei quali sotto i sedici anni, nonostante sia vietato dalla legge. Tutti provenienti dalla provincia meridionale del Sichuan, tutti messi a produrre pezzi elettronici. La Yinchuan è di proprietà della taiwanese 3CEMS Group, un colosso che lavora per conto di Samsung, Canon e Sony. La Samsung ha subito fatto cancellare il proprio nome dal sito dell'azienda taiwanese, anche se attraverso ricerche su internet si trovano le prove dei loro legami. E l'azienda sudcoreana leader nel settore dei tablet e smartphone, non è nuova ad accuse di sfruttamento del lavoro minorile. La stessa China Labor Watch ha più volte denunciato le condizioni pessime di lavoro in fabbriche cinesi riconducibili alla Samsung, dove sono impiegati anche minorenni. L'Ong americana ha più volte denunciato le condizioni di lavoro alla Foxconn, l'azienda taiwanese tristemente famosa come “la fabbrica dei suicidi” per gli oltre venti suicidi tra i suoi operai nel 2010. Gli ultimi tre suicidi si sono registrati tra la fine di aprile e la metà del mese scorso. Ma in Cina si muore anche per il troppo lavoro, oltre che per il cattivo lavoro. Pochi giorni fa un giovane di 24 anni è morto sul posto di lavoro per il troppo lavorare. Secondo le stime ufficiali, in Cina si contano 600mila morti all'anno per troppo lavoro, in prevalenza colletti bianchi impiegati nelle grandi città.”. Per una visione d'insieme della Cina attuale, nel suo sviluppo economico e nelle sue relazioni IEMP con Giappone, Taiwan e Korea vedi (Mann, 2013:cap.8, "The Maoist alternative reformed"). | ||
− | ==== | + | ====Le applicazioni di uno smartphone==== |
Nella dinamica dell'economia e del consumo, diciamo nella dinamica “prosumer” dei produttori e consumatori visti come interagenti (Paccagnella, 2010:101), svolge oggi un ruolo sempre più rilevante lo smartphone. Lo smartphone è uno strumento di interazione sociale molto potente, uno sviluppo del cellulare verso funzioni di piccolo computer con tutte le potenzialità di utilizzo di Internet. Si affrontano due piattaforme software sugli smartphone, una Closed Source, con Windows Mobile (4%) ed iOS di Apple (18%), ed una Open con Android (80%). Se ne affaccia una terza ancora più innovativa quale Fairphone che sviluppa la filosofia dei makers e che vedremo in seguito nella parte che tratta di HOS. Tutte e tre queste “piattaforme” o modi sociali di progettazione, produzione, finanziamento, consumo, si sviluppano a partire dal primo (Microsoft), modificato dal secondo (Google), a sua volta profondamente rivisto dal terzo (Fairphone). Mentre Google (e Internet stessa) non avrebbe potuto nascere senza l'affermazione universale del Personal Computer realizzata in modo “tradizionale” da Microsoft, Fairphone non sarebbe nata senza Android di Google e tutta la supply chain attivata dalle varie corporations. E' un processo economico e culturale autopropulsivo e storicamente irreversibile come delineato in (Rao, 2011). Verso Android di Google (HW e SW) si stanno indirizzando Facebook (SW), Twitter (SW), Samsung (HW) che si ritrovano tutti (ma Google è un poco defilata) nel board della Linux Foundation. E naturalmente Fairphone che si basa anch'esso sulle ultime versioni di Android. Mentre gli “anglosassoni” Google, Facebook, Twitter, si muovono in modo “liberal” proponendo una cultura collaborativa, chi ha necessità di assemblare hardware utilizza le zone economiche speciali cinesi sia per attuare politiche del lavoro da prima rivoluzione industriale, come evidenziato nel paragrafo sulla Samsung, sia per favorire modi rispettosi dei lavoratori come Fairphone che si vedrà più avanti. Da rilevare che in questo caso l'origine di provenienza delle corporation non conta: la famigerata Foxconn, di proprietà taiwanese, citata nel paragrafo sulla Samsung, che si presume abbia in totale un milione di dipendenti, lavora per Amazon, Apple, Dell, HP, Microsoft, Motorola, Nintendo, Nokia (solo per il mercato cinese), Samsung, Sony; queste sono grandi corporation americane, inglesi, europee, coreane, giapponesi (i primi due settori economici nel §3.5.2). Foxconn ha altri impianti produttivi in Cekia, Slovacchia, Messico, Malesia. Vedi lo schema proposto di suddivisione tra Stati Uniti/Europa, Giappone/Corea/Taiwan, Cina/Vietnam/ nel §3.5.2 “Google come Oracle, IBM, Apple, Nokia”. La cultura produttiva “cinese nazionalista” o “coreana” o “cinese popolare” va confrontata con la cultura “protestante” anglosassone come si è evoluta fino ai giorni nostri, producendo marxismo e post marxismo nei suoi vari “flavours”, femminismo, ecologismo, battaglie per i diritti civili. La rete geopolitica di M.Mann, che distingue tra globalizzazioni diverse (Mann, 2013), o lo sviluppo cumulativo di (Rao, 2011), sono ben evidenti dietro l'apparente omologazione della globalizzazione. Come in altre epoche storiche dentro le infrastrutture (un tempo le strade, la logistica, la moneta, la letteratura scritta; oggi i media quali Internet) corrono le stesse correnti culturali che hanno contribuito alla costruzione di queste stesse “infrastrutture” secondo dinamiche interne ed esterne. Le applicazioni free che si possono utilizzare su uno smartphone riguardano moli aspetti “moderni” del Lebenswelt, del mondo della vita quotidiana metropolitana. Le funzioni offerte da queste applicazioni hanno “senso”, ma non solo, nei paesi del Nord del mondo. Sono aspetti che coinvolgono da vicino le interazioni sociali. Ne faccio un elenco sommario, con pochi commenti, per enfatizzarne l'importanza, il suo collegamento con l'oggetto della tesi, l'aspetto di “economia del dono” che si affaccia dalla normale rete commerciale: catalogo Feltrinelli di libri, musica, film e giochi preferiti; uscite in programmazione dei film e pellicole in proiezione; i testi delle tue canzoni preferite gratis, semplicemente registrando cosa viene trasmesso alla radio o in televisione; ricettario con annessa lista della spesa; previsioni meteo; le migliori offerte per viaggi di lavoro e tempo libero (volagratis); “pianifica e goditi una vacanza perfetta” con TripAdvisor, scarica l’applicazione per consultare oltre 50 milioni di recensioni e opinioni pubblicate da veri viaggiatori con accumulo di memoria e “conoscenza” collettiva in rete; radio 105 e dirette streaming; notizie ANSA, RAI.TV, Repubblica.tv; messenger Whatsapp che è più funzionale di twitter perchè segnala l'arrivo di un messaggio di qualsiasi tipo e consistenza; navigatore satellitare; giochi; Facebook; e-mail; tutto Internet; si mette in ascolto di canzoni e musica fornendo tutti i dati su autore ed esecutore; ha la possibilità di ricevere i film, i servizi televisivi, le flash news di sky una volta attivato il decoder sulla propria televione di casa. Lo smartphone è un primo esempio di ergonomia cognitiva avanzata. Ha un'interfaccia “touch” particolarmente “naturale”, è dotato di molti sensori e giroscopi che gli fanno capire in anticipo le “intenzioni” del proprietario e la situazione “ambientale”; può agire al momento solo come mezzo audio-visivo, ma è già un piccolo “compagno” fedele, “intelligente” e istancabile come i classici piccoli robot della fantascienza. | Nella dinamica dell'economia e del consumo, diciamo nella dinamica “prosumer” dei produttori e consumatori visti come interagenti (Paccagnella, 2010:101), svolge oggi un ruolo sempre più rilevante lo smartphone. Lo smartphone è uno strumento di interazione sociale molto potente, uno sviluppo del cellulare verso funzioni di piccolo computer con tutte le potenzialità di utilizzo di Internet. Si affrontano due piattaforme software sugli smartphone, una Closed Source, con Windows Mobile (4%) ed iOS di Apple (18%), ed una Open con Android (80%). Se ne affaccia una terza ancora più innovativa quale Fairphone che sviluppa la filosofia dei makers e che vedremo in seguito nella parte che tratta di HOS. Tutte e tre queste “piattaforme” o modi sociali di progettazione, produzione, finanziamento, consumo, si sviluppano a partire dal primo (Microsoft), modificato dal secondo (Google), a sua volta profondamente rivisto dal terzo (Fairphone). Mentre Google (e Internet stessa) non avrebbe potuto nascere senza l'affermazione universale del Personal Computer realizzata in modo “tradizionale” da Microsoft, Fairphone non sarebbe nata senza Android di Google e tutta la supply chain attivata dalle varie corporations. E' un processo economico e culturale autopropulsivo e storicamente irreversibile come delineato in (Rao, 2011). Verso Android di Google (HW e SW) si stanno indirizzando Facebook (SW), Twitter (SW), Samsung (HW) che si ritrovano tutti (ma Google è un poco defilata) nel board della Linux Foundation. E naturalmente Fairphone che si basa anch'esso sulle ultime versioni di Android. Mentre gli “anglosassoni” Google, Facebook, Twitter, si muovono in modo “liberal” proponendo una cultura collaborativa, chi ha necessità di assemblare hardware utilizza le zone economiche speciali cinesi sia per attuare politiche del lavoro da prima rivoluzione industriale, come evidenziato nel paragrafo sulla Samsung, sia per favorire modi rispettosi dei lavoratori come Fairphone che si vedrà più avanti. Da rilevare che in questo caso l'origine di provenienza delle corporation non conta: la famigerata Foxconn, di proprietà taiwanese, citata nel paragrafo sulla Samsung, che si presume abbia in totale un milione di dipendenti, lavora per Amazon, Apple, Dell, HP, Microsoft, Motorola, Nintendo, Nokia (solo per il mercato cinese), Samsung, Sony; queste sono grandi corporation americane, inglesi, europee, coreane, giapponesi (i primi due settori economici nel §3.5.2). Foxconn ha altri impianti produttivi in Cekia, Slovacchia, Messico, Malesia. Vedi lo schema proposto di suddivisione tra Stati Uniti/Europa, Giappone/Corea/Taiwan, Cina/Vietnam/ nel §3.5.2 “Google come Oracle, IBM, Apple, Nokia”. La cultura produttiva “cinese nazionalista” o “coreana” o “cinese popolare” va confrontata con la cultura “protestante” anglosassone come si è evoluta fino ai giorni nostri, producendo marxismo e post marxismo nei suoi vari “flavours”, femminismo, ecologismo, battaglie per i diritti civili. La rete geopolitica di M.Mann, che distingue tra globalizzazioni diverse (Mann, 2013), o lo sviluppo cumulativo di (Rao, 2011), sono ben evidenti dietro l'apparente omologazione della globalizzazione. Come in altre epoche storiche dentro le infrastrutture (un tempo le strade, la logistica, la moneta, la letteratura scritta; oggi i media quali Internet) corrono le stesse correnti culturali che hanno contribuito alla costruzione di queste stesse “infrastrutture” secondo dinamiche interne ed esterne. Le applicazioni free che si possono utilizzare su uno smartphone riguardano moli aspetti “moderni” del Lebenswelt, del mondo della vita quotidiana metropolitana. Le funzioni offerte da queste applicazioni hanno “senso”, ma non solo, nei paesi del Nord del mondo. Sono aspetti che coinvolgono da vicino le interazioni sociali. Ne faccio un elenco sommario, con pochi commenti, per enfatizzarne l'importanza, il suo collegamento con l'oggetto della tesi, l'aspetto di “economia del dono” che si affaccia dalla normale rete commerciale: catalogo Feltrinelli di libri, musica, film e giochi preferiti; uscite in programmazione dei film e pellicole in proiezione; i testi delle tue canzoni preferite gratis, semplicemente registrando cosa viene trasmesso alla radio o in televisione; ricettario con annessa lista della spesa; previsioni meteo; le migliori offerte per viaggi di lavoro e tempo libero (volagratis); “pianifica e goditi una vacanza perfetta” con TripAdvisor, scarica l’applicazione per consultare oltre 50 milioni di recensioni e opinioni pubblicate da veri viaggiatori con accumulo di memoria e “conoscenza” collettiva in rete; radio 105 e dirette streaming; notizie ANSA, RAI.TV, Repubblica.tv; messenger Whatsapp che è più funzionale di twitter perchè segnala l'arrivo di un messaggio di qualsiasi tipo e consistenza; navigatore satellitare; giochi; Facebook; e-mail; tutto Internet; si mette in ascolto di canzoni e musica fornendo tutti i dati su autore ed esecutore; ha la possibilità di ricevere i film, i servizi televisivi, le flash news di sky una volta attivato il decoder sulla propria televione di casa. Lo smartphone è un primo esempio di ergonomia cognitiva avanzata. Ha un'interfaccia “touch” particolarmente “naturale”, è dotato di molti sensori e giroscopi che gli fanno capire in anticipo le “intenzioni” del proprietario e la situazione “ambientale”; può agire al momento solo come mezzo audio-visivo, ma è già un piccolo “compagno” fedele, “intelligente” e istancabile come i classici piccoli robot della fantascienza. | ||
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− | === | + | ===Twitter=== |
− | Twitter è un messenger o un microblog che dagli USA si è gradualmente diffuso al resto del mondo. Eminenti personalità politiche, culturali, religiose (tra cui papa Francesco, eletto di recente) lo usano, forse anche per dimostrare la loro sintonia con lo spirito del tempo. Ma twitter si rivela anche uno strumento di mobilitazione e rivolta come dimostrano le proteste in Turchia del maggio 2013: “La Turchia in queste ore è ancora percorsa dalle manifestazioni di piazza ma la protesta ha una cassa di risonanza che amplifica le voci sia all'interno del paese che all'estero. I social network, così come nei recenti movimenti di protesta dei paesi arabi, stanno avendo un ruolo determinante; con un tam-tam incessante hanno contribuito a radunare i cortei di questi giorni e a documentare con foto e video lo sproporzionato uso della forza da parte della polizia nei confronti dei manifestanti. Il timore per questo dilagare di informazioni è stato colto dal premier Recep Tayyip Erdoğan che ha definito Twitter una "disgrazia" per la nazione. Mentre le televisioni locali hanno quasi completamente ignorato le proteste, le informazioni e le notizie hanno viaggiato sui social network. Sul sito di Aljazeera sono riportate le statistiche relative agli accessi del 30 maggio scorso quando, alle 16:00 ora locale, risultavano inviati già 2 milioni di tweets con hashtags legati alla protesta, come ad esempio # direngezipark (950.000 tweets), # occupygezi (170.000 tweets) o # geziparki (50.000 tweets). Per i nostri lettori che volessero seguire le proteste su Twitter, suggeriamo gli aggiornamenti continui dei nostri corrispondenti” (RobertaBertoldi, 2013). In concomitanza a questi fatti, sempre dalla rete, il gruppo internazionale di hacker Anonymus annuncia di avere attaccato oggi il sito della presidenza del governo turco per protestare contro la violenta repressione delle manifestazioni degli ultimi giorni:”Da giorni guardiamo con orrore come i nostri fratelli e le nostre sorelle di Turchia che protestano pacificamente contro un governo tiranno vengono brutalizzati, picchiati, rincorsi dai mezzi della polizia, colpiti con lacrimogeni e cannoni ad acqua" spiegano i pirati informatici, secondo i quali Erdogan, premier turco, avrebbe instaurato "una dittatura come in Cina e in Iran". Da segnalare che Twitter è una piattaforma basata su GNU/Linux, come Google e Facebook, che fa parte della infrastruttura comunicativa Internet e delle culture differenziate che ne sono gli “utenti” (ma utenti del tipo particolare di free-users), che l'aspetto qualitativo di novità di queste culture, che si intrecciano e che parzialmente si unificano tra loro, si associa ad una diffusione quantitativa come riportato nella nota; ad esempio nella rivolta in Turchia ci sono stati in un sol giorno 2 milioni di tweets. Inoltre Twitter come social network si basa su tool di sviluppo software come Atlassian SDK o “Confluence” con questa filosofia di prodotto: “Content Creation, Collaboration & Knowledge Sharing for Teams. Confluence connects teams with the content, knowledge, and co-workers they need to get work done, faster. Crowd-source meeting notes, share files, define product requirements, and make decisions – all in one place.” (Atlassian, 2013). Questa cultura cooperativa o “collaborativa”, prima ancora di entrare in conflitto con culture istituzionali precedenti di tipo “coercitivo” si autorappresenta come “modernità”, rigettando nel caso turco la chiusura governativa filo-islamica come “passato”. Come nel caso della primavera araba del 2011 si incrociano in Turchia questa cultura della modernità come condivisione di saperi, informazione, comunicazione e conoscenze (à la (Paccagnella 2010)), con pre-esistenti reti culturali quali marxismo, femminismo, ecologismo, difesa dei diritti, che pur separate tra loro sono tutte in contrasto a vario titolo con la soffocante tutela filoislamica governativa adottata di recente. Tutte di derivazione “occidentale” o addirittura “anglosassone” come femminismo, ecologismo, difesa dei diritti umani e delle minoranze. Da sottolineare come la protesta in Turchia sia stata originata dal minacciato abbattimento di alberi del parco di Istanbul, contro la distruzione del Gezi Park a Taksim, anche se la protesta contro il governo di Erdogan cova da anni in nome della tradizione “laica” della Turchia rifondata in versione europeista (e in modo autoritario) da Kemal Ataturk, padre della patria, proprio per difendere la sovranità della Turchia dall'Occidente; come precedentemente avevano fatto la rivoluzione Meij in Giappone, lo sviluppo della Russia di Pietro il Grande, e recentemente ma in modo eclatante la svolta cinese di Deng Tsiao Ping in Cina. Tutte svolte che confermano la vitalità dei singoli stati nazione che si aggiornano sul versante tecnoscientifico per reggere e contrastare l'egemonia dell'occidente sulle varie reti IEMP. Ora l'occidente esporta anche i suoi prodotti culturali più o meno stagionati in termini generici di diritti democratici, di rispetto delle minoranze, parità di genere, libertà sessuale e di fede, rispetto profondo per l'ambiente naturale. Temi già emersi nei vari paesi coinvolti nella Primavera Araba. Quindi Twitter grazie alla sua disponibilità “free”, alla sua filosofia, alla sua cultura di prodotto di comunicazione aperta e collettiva, e diciamo pure al suo “marketing”, qualifica Internet su cui si presenta come una “applicazione” connessa ad altre applicazioni, in primis Facebook. Il collegamento tra strutture economiche come Facebook, Google, Twitter, o la stessa Linux Foundation, con il loro substrato culturale e funzionale, avviene a livello software, cioè viene mediato dalle scelte di apertura o di chiusura sugli standard comuni (de facto) o “beni comuni” immateriali, che in molti casi sono piattaforme software come GNU/Linux, Java, LAMP, Android, strettamente interconnessi tra loro. | + | Twitter è un messenger o un microblog che dagli USA si è gradualmente diffuso al resto del mondo. Eminenti personalità politiche, culturali, religiose (tra cui papa Francesco, eletto di recente) lo usano, forse anche per dimostrare la loro sintonia con lo spirito del tempo. Ma twitter si rivela anche uno strumento di mobilitazione e rivolta come dimostrano le proteste in Turchia del maggio 2013: “La Turchia in queste ore è ancora percorsa dalle manifestazioni di piazza ma la protesta ha una cassa di risonanza che amplifica le voci sia all'interno del paese che all'estero. I social network, così come nei recenti movimenti di protesta dei paesi arabi, stanno avendo un ruolo determinante; con un tam-tam incessante hanno contribuito a radunare i cortei di questi giorni e a documentare con foto e video lo sproporzionato uso della forza da parte della polizia nei confronti dei manifestanti. Il timore per questo dilagare di informazioni è stato colto dal premier Recep Tayyip Erdoğan che ha definito Twitter una "disgrazia" per la nazione. Mentre le televisioni locali hanno quasi completamente ignorato le proteste, le informazioni e le notizie hanno viaggiato sui social network. Sul sito di Aljazeera sono riportate le statistiche relative agli accessi del 30 maggio scorso quando, alle 16:00 ora locale, risultavano inviati già 2 milioni di tweets con hashtags legati alla protesta, come ad esempio # direngezipark (950.000 tweets), # occupygezi (170.000 tweets) o # geziparki (50.000 tweets). Per i nostri lettori che volessero seguire le proteste su Twitter, suggeriamo gli aggiornamenti continui dei nostri corrispondenti” (RobertaBertoldi, 2013). In concomitanza a questi fatti, sempre dalla rete, il gruppo internazionale di hacker Anonymus annuncia di avere attaccato oggi il sito della presidenza del governo turco per protestare contro la violenta repressione delle manifestazioni degli ultimi giorni:”Da giorni guardiamo con orrore come i nostri fratelli e le nostre sorelle di Turchia che protestano pacificamente contro un governo tiranno vengono brutalizzati, picchiati, rincorsi dai mezzi della polizia, colpiti con lacrimogeni e cannoni ad acqua" spiegano i pirati informatici, secondo i quali Erdogan, premier turco, avrebbe instaurato "una dittatura come in Cina e in Iran". Da segnalare che Twitter è una piattaforma basata su GNU/Linux, come Google e Facebook, che fa parte della infrastruttura comunicativa Internet e delle culture differenziate che ne sono gli “utenti” (ma utenti del tipo particolare di free-users), che l'aspetto qualitativo di novità di queste culture, che si intrecciano e che parzialmente si unificano tra loro, si associa ad una diffusione quantitativa come riportato nella nota; ad esempio nella rivolta in Turchia ci sono stati in un sol giorno 2 milioni di tweets. Inoltre Twitter come social network si basa su tool di sviluppo software come Atlassian SDK o “Confluence” con questa filosofia di prodotto: “Content Creation, Collaboration & Knowledge Sharing for Teams. Confluence connects teams with the content, knowledge, and co-workers they need to get work done, faster. Crowd-source meeting notes, share files, define product requirements, and make decisions – all in one place.” (Atlassian, 2013). Questa cultura cooperativa o “collaborativa”, prima ancora di entrare in conflitto con culture istituzionali precedenti di tipo “coercitivo” si autorappresenta come “modernità”, rigettando nel caso turco la chiusura governativa filo-islamica come “passato”. Come nel caso della primavera araba del 2011 si incrociano in Turchia questa cultura della modernità come condivisione di saperi, informazione, comunicazione e conoscenze (à la (Paccagnella 2010)), con pre-esistenti reti culturali quali marxismo, femminismo, ecologismo, difesa dei diritti, che pur separate tra loro sono tutte in contrasto a vario titolo con la soffocante tutela filoislamica governativa adottata di recente. Tutte di derivazione “occidentale” o addirittura “anglosassone” come femminismo, ecologismo, difesa dei diritti umani e delle minoranze. Da sottolineare come la protesta in Turchia sia stata originata dal minacciato abbattimento di alberi del parco di Istanbul, contro la distruzione del Gezi Park a Taksim, anche se la protesta contro il governo di Erdogan cova da anni in nome della tradizione “laica” della Turchia rifondata in versione europeista (e in modo autoritario) da Kemal Ataturk, padre della patria, proprio per difendere la sovranità della Turchia dall'Occidente; come precedentemente avevano fatto la rivoluzione Meij in Giappone, lo sviluppo della Russia di Pietro il Grande, e recentemente ma in modo eclatante la svolta cinese di Deng Tsiao Ping in Cina. Tutte svolte che confermano la vitalità dei singoli stati nazione che si aggiornano sul versante tecnoscientifico per reggere e contrastare l'egemonia dell'occidente sulle varie reti IEMP. Ora l'occidente esporta anche i suoi prodotti culturali più o meno stagionati in termini generici di diritti democratici, di rispetto delle minoranze, parità di genere, libertà sessuale e di fede, rispetto profondo per l'ambiente naturale. Temi già emersi nei vari paesi coinvolti nella Primavera Araba. Quindi Twitter grazie alla sua disponibilità “free”, alla sua filosofia, alla sua cultura di prodotto di comunicazione aperta e collettiva, e diciamo pure al suo “marketing”, qualifica Internet su cui si presenta come una “applicazione” connessa ad altre applicazioni, in primis Facebook. Il collegamento tra strutture economiche come Facebook, Google, Twitter, o la stessa Linux Foundation, con il loro substrato culturale e funzionale, avviene a livello software, cioè viene mediato dalle scelte di apertura o di chiusura sugli standard comuni (de facto) o “beni comuni” immateriali, che in molti casi sono piattaforme software come GNU/Linux, Java, LAMP, Android, strettamente interconnessi tra loro. |
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− | I beni materiali non vanno separati dai beni immateriali. Gli ultimi sono "iscritti" nei primi e viceversa. C'è un'indiscutibile continuità storica tra un'ascia di pietra dello Homo Erectus di 1.7 milioni di anni fa e un computer. Ma vi sono anche proprietà emergenti che si possono considerare discontinuità irreversibili in questo processo di generale continuità. I complessi processi di interazione di gruppo che trasmettono le conoscenze necessarie alla “fabbricazione” della cultura materiale, le asce di pietra, i canestri, il computer, sono certamente, in quanto comunicazione à la Bateson, "un processo di costruzione collettiva e condivisa del significato, processo dotato di livelli diversi di formalizzazione, consapevolezza e intenzionalità." (Paccagnella, 2010:172). Sono quindi un processo "anche" di costruzione di cultura immateriale. I processi "immateriali" sono basati sul simbolico e quindi sul linguaggio, testuale, sonoro, visuale, informatico. Per fare un esempio di SOS prendiamo Linux, il kernel di un sistema operativo Unix. La principale motivazione che ha spinto Linus Torvalds a costruire Linux è stata un'importante "proprietà emergente" del processore Intel i386 (Paccagnella, 2010:73), la possibilità di gestire contemporaneamente più processi reali sotto un unico cappello virtuale. Il kernel Linux è nato per lo i386 (alcuni sostenevano che questo fosse un suo limite), anche perchè la funzione primaria di un kernel è quella di gestire il processore. Ora nessuno vorrà mettere in discussione che il processore sia un bene "materiale", nonostante tutta la conoscenza, la comunicazione, e l'informazione che ha richiesto per essere costruito. Si tratta di una protesi "materiale" come un'ascia di pietra. Mentre il linguaggio di programmazione che ha costruito il kernel che utilizza lo i386, il linguaggio C, si può considerare una protesi "immateriale", un vero e proprio linguaggio di comunicazione tra l'uomo e la macchina. In sintesi il processo è circolare: la cultura come protesi immateriale costruisce protesi materiali (i386) e queste a loro volte servono come "elementi di un contesto materiale (i386) e immateriale (linguaggio C)" per la costruzione di protesi immateriali (Linux) che permettono di usare la protesi materiale di partenza. Paccagnella propone una sociologia della conoscenza di seconda generazione che miri allo studio dei processi macro e microsociologici di <<fabbricazione>> della conoscenza come bene comune a sè. Per poi introdurre questa conoscenza come “bene comune” all'interno del “complesso rapporto che lega tra loro i concetti di informazione, comunicazione e conoscenza.” (Paccagnella, 2010:179). Questo però significa mantenere un quadro analitico di processi separati nella costruzione del bene comune vero e proprio; informazione, comunicazione, conoscenza si legano inestricabilmente ad “attanti” materiali che li “contengono” in architetture a loro volta “complesse”. Ad esempio: il computer usato con wikipedia (bene comune = hardware + software) e “collegato” materialmente ad Internet (bene comune = hardware + software; rete delle reti) permette ad uno studente italiano delle scuole medie di studiare la teoria della evoluzione di Darwin e le recenti scoperte sulla sofisticata cultura tecnologica delle asce di pietra dello Homo Erectus. Come narrava una storiella del “folk” della IBM, notoriamente hardware oriented, se hai un bellissimo sistema operativo che ti permette di viaggiare nella Galassia, vivere costruzioni oniriche su richiesta e mille altre cose, devi solo stare attento a che qualcuno non ti stacchi la spina del computer dalla presa della corrente. “The pursuit of almost all our motivational drives, our needs and goals, involves human beings in external relations with nature and other human beings. Human goals require both intervention in nature – a material life in the widest sense – and social cooperation. It is difficult to imagine any of our pursuits or satisfactions occurring without these. Thus, the characteristics of nature and the characteristics of social relations become relevant to, and may indeed structure, motivations. They have emergent properties of their own.” (Mann, 1986:5). Nell'interazione con la natura attraverso le nostre relazioni sociali produciamo cultura materiale e cultura simbolica, che possiamo distinguere a livello analitico ma che ritroviamo unite nel mondo della vita quotidiana. Internet è una di queste costruzioni e il suo uso generalizzato, qualitativo e quantitativo, la rende uno dei fondamentali “organizational means” o infrastrutture su cui viaggiano, in modo non esclusivo ma significativo, i social power networks della cultura, della economia, della politica, del militare. Riprendendo una citazione precedente, “I operate at a more concrete, sociospatial and organizational level of analysis. The central problems concern organization, control, logistics, communication – the capacity to organize and control people, materials, and territories, and the development of this capacity throughout history.” (Mann, 1986:2), possiamo perfezionare l'aspetto “communication” nel senso indicato da (Paccagnella, 2010:179). Precedenti esempi sono “literacy, coinage, paved roads”. Abbiamo visto come all'interno di Internet il ruolo del SOS sia divenuto in breve tempo centrale sia come bene immateriale (software) che si lega ai beni materiali (hardware) sia come cultura collaborativa, intesa come “morale immanente” e come “ritualismo/estetica”, nei suoi aspetti estensivo, diffusivo, collettivo (Mann, 1986:6-10). | + | ===Internet come infrastruttura IEMP=== |
− | == | + | I beni materiali non vanno separati dai beni immateriali. Gli ultimi sono "iscritti" nei primi e viceversa. C'è un'indiscutibile continuità storica tra un'ascia di pietra dello Homo Erectus di 1.7 milioni di anni fa e un computer. Ma vi sono anche proprietà emergenti che si possono considerare discontinuità irreversibili in questo processo di generale continuità. I complessi processi di interazione di gruppo che trasmettono le conoscenze necessarie alla “fabbricazione” della cultura materiale, le asce di pietra, i canestri, il computer, sono certamente, in quanto comunicazione à la Bateson, "un processo di costruzione collettiva e condivisa del significato, processo dotato di livelli diversi di formalizzazione, consapevolezza e intenzionalità." (Paccagnella, 2010:172). Sono quindi un processo "anche" di costruzione di cultura immateriale. I processi "immateriali" sono basati sul simbolico e quindi sul linguaggio, testuale, sonoro, visuale, informatico. Per fare un esempio di SOS prendiamo Linux, il kernel di un sistema operativo Unix. La principale motivazione che ha spinto Linus Torvalds a costruire Linux è stata un'importante "proprietà emergente" del processore Intel i386 (Paccagnella, 2010:73), la possibilità di gestire contemporaneamente più processi reali sotto un unico cappello virtuale. Il kernel Linux è nato per lo i386 (alcuni sostenevano che questo fosse un suo limite), anche perchè la funzione primaria di un kernel è quella di gestire il processore. Ora nessuno vorrà mettere in discussione che il processore sia un bene "materiale", nonostante tutta la conoscenza, la comunicazione, e l'informazione che ha richiesto per essere costruito. Si tratta di una protesi "materiale" come un'ascia di pietra. Mentre il linguaggio di programmazione che ha costruito il kernel che utilizza lo i386, il linguaggio C, si può considerare una protesi "immateriale", un vero e proprio linguaggio di comunicazione tra l'uomo e la macchina. In sintesi il processo è circolare: la cultura come protesi immateriale costruisce protesi materiali (i386) e queste a loro volte servono come "elementi di un contesto materiale (i386) e immateriale (linguaggio C)" per la costruzione di protesi immateriali (Linux) che permettono di usare la protesi materiale di partenza. Paccagnella propone una sociologia della conoscenza di seconda generazione che miri allo studio dei processi macro e microsociologici di <<fabbricazione>> della conoscenza come bene comune a sè. Per poi introdurre questa conoscenza come “bene comune” all'interno del “complesso rapporto che lega tra loro i concetti di informazione, comunicazione e conoscenza.” (Paccagnella, 2010:179). Questo però significa mantenere un quadro analitico di processi separati nella costruzione del bene comune vero e proprio; informazione, comunicazione, conoscenza si legano inestricabilmente ad “attanti” materiali che li “contengono” in architetture a loro volta “complesse”. Ad esempio: il computer usato con wikipedia (bene comune = hardware + software) e “collegato” materialmente ad Internet (bene comune = hardware + software; rete delle reti) permette ad uno studente italiano delle scuole medie di studiare la teoria della evoluzione di Darwin e le recenti scoperte sulla sofisticata cultura tecnologica delle asce di pietra dello Homo Erectus. Come narrava una storiella del “folk” della IBM, notoriamente hardware oriented, se hai un bellissimo sistema operativo che ti permette di viaggiare nella Galassia, vivere costruzioni oniriche su richiesta e mille altre cose, devi solo stare attento a che qualcuno non ti stacchi la spina del computer dalla presa della corrente. “The pursuit of almost all our motivational drives, our needs and goals, involves human beings in external relations with nature and other human beings. Human goals require both intervention in nature – a material life in the widest sense – and social cooperation. It is difficult to imagine any of our pursuits or satisfactions occurring without these. Thus, the characteristics of nature and the characteristics of social relations become relevant to, and may indeed structure, motivations. They have emergent properties of their own.” (Mann, 1986:5). Nell'interazione con la natura attraverso le nostre relazioni sociali produciamo cultura materiale e cultura simbolica, che possiamo distinguere a livello analitico ma che ritroviamo unite nel mondo della vita quotidiana. Internet è una di queste costruzioni e il suo uso generalizzato, qualitativo e quantitativo, la rende uno dei fondamentali “organizational means” o infrastrutture su cui viaggiano, in modo non esclusivo ma significativo, i social power networks della cultura, della economia, della politica, del militare. Riprendendo una citazione precedente, “I operate at a more concrete, sociospatial and organizational level of analysis. The central problems concern organization, control, logistics, communication – the capacity to organize and control people, materials, and territories, and the development of this capacity throughout history.” (Mann, 1986:2), possiamo perfezionare l'aspetto “communication” nel senso indicato da (Paccagnella, 2010:179). Precedenti esempi sono “literacy, coinage, paved roads”. Abbiamo visto come all'interno di Internet il ruolo del SOS sia divenuto in breve tempo centrale sia come bene immateriale (software) che si lega ai beni materiali (hardware) sia come cultura collaborativa, intesa come “morale immanente” e come “ritualismo/estetica”, nei suoi aspetti estensivo, diffusivo, collettivo (Mann, 1986:6-10). |
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+ | ==SOS – Linux== | ||
+ | ===La storia=== | ||
Qui si parla di Linux distinto dal software GNU. Linux è il nucleo del sistema operativo GNU/Linux che è composto dal software che controlla memoria, processore, unità esterne, mettendole a disposizione dei vari software applicativi, come il browser web, l'editor di testi, i giochi, il fotoritocco, i lettori di video o di musica etc. Senza il nucleo, relativamente piccolo, tutto il resto del sistema operativo composto da servizi, compilatori, interfacce di comando, etc, sviluppati con la sigla GNU, non funziona, è inutile. Altro particolare importante: il nucleo sviluppato dal gruppo GNU di R.Stallman, HURD, non funzionava e non funziona tuttora. Per spiegare l'approccio di Linus Torvalds a questo grande progetto della costruzione di Linux ecco il suo dialogo con Tanenbaum, professore di informatica di sistemi operativi alla università di Helsinki. Dice Tanenbaum: "Penso che coordinare 1000 prime donne che vivono sparse per tutto il mondo sarà facile come mettere insieme dei gatti ringhiosi...Se Linus Tornvald vuole mantenere il controllo della versione ufficiale mentre un gruppo di gente furiosamente impaziente di fare qualcosa vuole andarsene in una direzione differente, nasce un grande problema...() Chiunque dica che puoi avere una moltitudine di persone ampiamente disperse sul pianeta che lavorino duramente su un parte complicata di software e che si possa in questa situazione evitare la totale anarchia, non ha mai gestito un progetto software." (vedi §7.3). Linus Torvalds risponde: "Premesso che nessuno dispone della verità assoluta, questa è la mia opinione sul discorso di mantenere il controllo, in due (tre?) parole: non lo voglio (I won't).". Si scontravano due mentalità. Quella del modello cattedrale e quella del modello bazaar descritto da ESR. La differenza sostanziale tra i due è che mentre Tanembaum rifiuta in toto il modello bazaar e il suo "spontaneismo", Torvalds invece costruisce il suo modello sopra quello della Cattedrale, inglobandolo. Come? Torvalds usa il processore Intel, ottimo, altamente perfezionato, sofisticato, efficiente prodotto del modello Cattedrale, nato per Microsoft Windows. "Emblematica è in questo senso l'origine di Linux [Torvalds e Diamond 2001]: Torvalds comincia a sviluppare il suo sistema operativo perchè i sistemi Unix esistenti nel 1991 non sfruttavano appieno le caratteristiche del suo nuovo processore i386 a 32 bit." (Paccagnella, 2010:73). Giustamente va ricordato a proposito di HURD: "Molti dimenticano che uno degli esempi ricorrenti di sviluppo "a cattedrale" citati da Raymond è il software Emacs, prodotto di punta della Free Software Foundation, fondata e diretta da Richard Stallman, programmatore e "direttore" del progetto Emacs. Analogamente, tra le ragioni che hanno comportato il fallimento di Hurd (il kernel che, nell'ambito del progetto GNU, avrebbe dovuto assumere il ruolo che fu poi di Linux), si segnala il modello di gestione e sviluppo eccessivamente centralizzato, dominato dalla figura carismatica di Stallman. In questo caso quindi, se Linux rappresenta il bazaar, Gnu/Hurd (e non solo Microsoft Windows) rappresenta la cattedrale." (Paccagnella, 2010:71 Nota 7). Vedremo da un'altra prospettiva, quella sociologica del leader carismatico, la "coopetition" culturale dei due modelli della "cattedrale" e del "bazaar" (in § 5.1, Quattro Leader). | Qui si parla di Linux distinto dal software GNU. Linux è il nucleo del sistema operativo GNU/Linux che è composto dal software che controlla memoria, processore, unità esterne, mettendole a disposizione dei vari software applicativi, come il browser web, l'editor di testi, i giochi, il fotoritocco, i lettori di video o di musica etc. Senza il nucleo, relativamente piccolo, tutto il resto del sistema operativo composto da servizi, compilatori, interfacce di comando, etc, sviluppati con la sigla GNU, non funziona, è inutile. Altro particolare importante: il nucleo sviluppato dal gruppo GNU di R.Stallman, HURD, non funzionava e non funziona tuttora. Per spiegare l'approccio di Linus Torvalds a questo grande progetto della costruzione di Linux ecco il suo dialogo con Tanenbaum, professore di informatica di sistemi operativi alla università di Helsinki. Dice Tanenbaum: "Penso che coordinare 1000 prime donne che vivono sparse per tutto il mondo sarà facile come mettere insieme dei gatti ringhiosi...Se Linus Tornvald vuole mantenere il controllo della versione ufficiale mentre un gruppo di gente furiosamente impaziente di fare qualcosa vuole andarsene in una direzione differente, nasce un grande problema...() Chiunque dica che puoi avere una moltitudine di persone ampiamente disperse sul pianeta che lavorino duramente su un parte complicata di software e che si possa in questa situazione evitare la totale anarchia, non ha mai gestito un progetto software." (vedi §7.3). Linus Torvalds risponde: "Premesso che nessuno dispone della verità assoluta, questa è la mia opinione sul discorso di mantenere il controllo, in due (tre?) parole: non lo voglio (I won't).". Si scontravano due mentalità. Quella del modello cattedrale e quella del modello bazaar descritto da ESR. La differenza sostanziale tra i due è che mentre Tanembaum rifiuta in toto il modello bazaar e il suo "spontaneismo", Torvalds invece costruisce il suo modello sopra quello della Cattedrale, inglobandolo. Come? Torvalds usa il processore Intel, ottimo, altamente perfezionato, sofisticato, efficiente prodotto del modello Cattedrale, nato per Microsoft Windows. "Emblematica è in questo senso l'origine di Linux [Torvalds e Diamond 2001]: Torvalds comincia a sviluppare il suo sistema operativo perchè i sistemi Unix esistenti nel 1991 non sfruttavano appieno le caratteristiche del suo nuovo processore i386 a 32 bit." (Paccagnella, 2010:73). Giustamente va ricordato a proposito di HURD: "Molti dimenticano che uno degli esempi ricorrenti di sviluppo "a cattedrale" citati da Raymond è il software Emacs, prodotto di punta della Free Software Foundation, fondata e diretta da Richard Stallman, programmatore e "direttore" del progetto Emacs. Analogamente, tra le ragioni che hanno comportato il fallimento di Hurd (il kernel che, nell'ambito del progetto GNU, avrebbe dovuto assumere il ruolo che fu poi di Linux), si segnala il modello di gestione e sviluppo eccessivamente centralizzato, dominato dalla figura carismatica di Stallman. In questo caso quindi, se Linux rappresenta il bazaar, Gnu/Hurd (e non solo Microsoft Windows) rappresenta la cattedrale." (Paccagnella, 2010:71 Nota 7). Vedremo da un'altra prospettiva, quella sociologica del leader carismatico, la "coopetition" culturale dei due modelli della "cattedrale" e del "bazaar" (in § 5.1, Quattro Leader). | ||
− | === | + | ===Linux come "convenzione"=== |
La tabella che segue è tratta da (Costa et al, 2004:15 Tabella 1.1): | La tabella che segue è tratta da (Costa et al, 2004:15 Tabella 1.1): | ||
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"Una convenzione è un accordo implicito su alcune regole di pensiero o di azione che costituiscono un riferimento per il comportamento degli individui entro un gruppo ben specifico. Se questo gruppo è un'organizzazione d'impresa basata sul contratto di lavoro, la convenzione risolve il problema dell'incertezza sul comportamento lavorativo dei membri." (Costa et al, 2004:14). La definizione assomiglia a quella di agire sociale di M.Weber (Bagnasco et al, 2007:81), con una differenza significativa, da cogliersi nella precisazione "...entro un gruppo specifico". Potrebbe sembrare una tautologia: gli individui si comportano in un certo modo entro un gruppo che ne favorisce tale comportamento. In realtà gli individui si scelgono il gruppo, come nei clan, nei collettivi, nelle comunità virtuali. "Le convenzioni si formano spontaneamente, ed è difficile trovare un loro momento fondante. La convenzione permette di evitare l'incertezza sui comportamenti dei partner dell'interazione e ha come effetto un allineamento delle azioni, poiché definisce ciò che è apprezzato o censurato dal gruppo.". "Al concetto di convenzione possono essere ricondotte altre strutture di coordinamento su base sociale, come il clan o le diverse forme di collettivo [Ouchi 1979; Butler 1982] o le comunità virtuali [Micelli 2000] che non hanno una base contrattuale né gerarchica, bensì sociale.". "...la teoria delle convenzioni può convivere con altri approcci, valorizzarli, completarli." (Costa et al, 2004:15). La tabella che elenca i tre tipi di "Strutture di governo delle relazioni" (Costa et al, 2004:15 Tabella 1.1) denota le significative differenze tra le convenzioni, la gerarchia delle imprese tradizionali (capitalistiche), gli scambi di mercato. Da questo punto di vista, la convenzione può essere considerata un processo cognitivo collettivo, la definizione di un common knowledge." (Costa et al, 2004:16). Segue "Caso Linux Senza mercato né gerarchia: come nasce una convenzione" (Costa et al, 2004:16). Linux è anche una CoP, Comunità di Pratica (vedi §7.3.6), le cui caratteristiche si sovrappongono a quelle di "convenzione". Sulle comunità virtuali vedi (Costa et al, 2004:266 Box 7.6) e (Benkler, 2007:451-483). Loyalty, Exit e Voice sono le famose categorie di sociologia economica di A.O. Hirschman. L'analisi delle strutture di governo delle transazioni si possono assimilare alla sociologia delle organizzazioni. | "Una convenzione è un accordo implicito su alcune regole di pensiero o di azione che costituiscono un riferimento per il comportamento degli individui entro un gruppo ben specifico. Se questo gruppo è un'organizzazione d'impresa basata sul contratto di lavoro, la convenzione risolve il problema dell'incertezza sul comportamento lavorativo dei membri." (Costa et al, 2004:14). La definizione assomiglia a quella di agire sociale di M.Weber (Bagnasco et al, 2007:81), con una differenza significativa, da cogliersi nella precisazione "...entro un gruppo specifico". Potrebbe sembrare una tautologia: gli individui si comportano in un certo modo entro un gruppo che ne favorisce tale comportamento. In realtà gli individui si scelgono il gruppo, come nei clan, nei collettivi, nelle comunità virtuali. "Le convenzioni si formano spontaneamente, ed è difficile trovare un loro momento fondante. La convenzione permette di evitare l'incertezza sui comportamenti dei partner dell'interazione e ha come effetto un allineamento delle azioni, poiché definisce ciò che è apprezzato o censurato dal gruppo.". "Al concetto di convenzione possono essere ricondotte altre strutture di coordinamento su base sociale, come il clan o le diverse forme di collettivo [Ouchi 1979; Butler 1982] o le comunità virtuali [Micelli 2000] che non hanno una base contrattuale né gerarchica, bensì sociale.". "...la teoria delle convenzioni può convivere con altri approcci, valorizzarli, completarli." (Costa et al, 2004:15). La tabella che elenca i tre tipi di "Strutture di governo delle relazioni" (Costa et al, 2004:15 Tabella 1.1) denota le significative differenze tra le convenzioni, la gerarchia delle imprese tradizionali (capitalistiche), gli scambi di mercato. Da questo punto di vista, la convenzione può essere considerata un processo cognitivo collettivo, la definizione di un common knowledge." (Costa et al, 2004:16). Segue "Caso Linux Senza mercato né gerarchia: come nasce una convenzione" (Costa et al, 2004:16). Linux è anche una CoP, Comunità di Pratica (vedi §7.3.6), le cui caratteristiche si sovrappongono a quelle di "convenzione". Sulle comunità virtuali vedi (Costa et al, 2004:266 Box 7.6) e (Benkler, 2007:451-483). Loyalty, Exit e Voice sono le famose categorie di sociologia economica di A.O. Hirschman. L'analisi delle strutture di governo delle transazioni si possono assimilare alla sociologia delle organizzazioni. | ||
− | === | + | ===Linux come bene comune=== |
Attualmente Linux, sotto la supervisione di Linus Torvalds, viene sviluppato e mantenuto dalla Linux Foundation, "a nonprofit consortium dedicated to fostering the growth of Linux and collaborative software development", i cui "board members" sono rappresentanti di JBoss (USA), Qualcomm Innovation Center (USA), Novell (USA), Oracle (USA), Fujitsu (Giappone), Hewlett-Packard (USA), Credit Suisse First Boston (CSFB) (Svizzera), Intel (USA), IBM (USA), Hitachi (Giappone), Electronics and Telecommunications Research Institute (ETRI) (Korea del Sud), Splashtop (USA), Samsung Electronics (Corea del Sud), Nippon Electronic Corporation (NEC) (Giappone); da (Linux, 2012). L'interesse di grandi corporations come IBM in Linux e nel free software è presto spiegato (Benkler, 2007:58 Figura 2.1). Nella configurazione geopolitica dei power networks è evidente la predominanza USA in Linux Foundation, con il seguito della elettronica privata e statale giapponese e sudcoreana a conferma della suddivisione geopolitica vista in precedenza in §3.5.2. L'aumento dell'utilizzo di Linux come sistema operativo (rispetto a Windows di Microsoft) è evidenziato in (Linux, 2013). Il successo di Linux evidenzia le sua diffusione in settori emergenti come quello degli smartphone (prodotti tra gli altri da Samsung Electronics, presente nel board di Linux Foundation, cui è dedicato §3.5.3), collegato al sistema operativo Android (vedi §3.5 su Google) che ha un kernel basato su una versione modificato di Linux. In questo settore ci sono al momento 850.000 Android/Linux contro 30.000 Windows Phones (Microsoft). Nel settore dei supercomputer 9 di essi su 10 sono Linux. Nel settore dei server web mantiene la sua fortissima predominanza. Sui desktop, tradizionale punto di forza di Windows, ha iniziato una penetrazione con Ubuntu, basato sulla distribuzione Debian. Soprattutto nei piani di investimento a lungo termine di 5 anni lo 80% delle scelte è Linux contro il 20% di scelte Windows. Google, Twitter, Facebook, Amazon sono basati su Linux. Il video (3 minuti) che illustra come Linux è costruito enfatizza il suo carattere di "sviluppo collaborativo" (il maggiore nella storia dell'informatica) e la sua natura "community driven": "How Linux is Built: This short video takes you inside the process by which the largest collaborative development project in the history of computing is organized. Based on the annual report <<Who Writes Linux>>, this is a powerful and inspiring story of how Linux has become a community-driven phenomenon". Il risultato di questa struttura è: "Linux rate of development is simply unmatched". Questo caratteristico indice di sviluppo (rate of development), basato sulla qualità e quantità di implementazioni è la dimostrazione più significativa della fitness organizzativa, culturale, tecnologica, economica in senso lato, di Linux. Invece di misurare, generalmente con quotazioni di borsa, la fitness di un produttore di beni o servizi, qui si misura il valore di un bene o servizio gratuito e aperto. A differenza di Facebook (vedi § 3.4.2.) Linux è rimasto no profit, al servizio di utenti profit e no profit. Nella Cina Popolare Red Flag Linux, nato nel 1999, quando è stato creato dall'istituto del Software dell'Accademia Cinese delle scienze con gli aiuti economici del governo cinese, aveva nel 2006 oltre l'80% del mercato dei desktop Linux cinesi e estendeva il supporto linguistico, oltre alle consuete lingue orientali, anche alle principali lingue occidentali; nel settembre dello stesso anno Dell e HP, le prime due aziende per vendita di computer nel mondo, hanno annunciato la vendita di computer con Red Flag Linux preinstallato. Inoltre il sistema operativo del CERN è CERN Linux, utilizzato per l'elaborazione dei dati ricavati dagli esperimenti. Ma il risultato forse più spettacolare è la "bontà" di Linux in ambienti diversi come i supercomputer, gli smartphone, i server web, il cloud computing. Questa operazione non è riuscita a Windows, fortemente minoritario nei server e negli smartphone. La ricerca di base o applicata ha forti problemi di contenimento dei costi per cui si rivolge al software libero e open source, sia per usarlo gratuitamente sia per modificarlo secondo le proprie esigenze scientifiche, come il CERN, o politiche come l'Accademia Cinese delle scienze. Per questo Linux Foundation afferma "Unlike other operating systems like Windows Linux is built collaboratively across companies, geographies, and markets". Questa pratica cooperativa che unisce modelli aziendali, geografie economiche e mercati diversi, favorisce lo sviluppo contemporaneo di culture ed economie differenziate. | Attualmente Linux, sotto la supervisione di Linus Torvalds, viene sviluppato e mantenuto dalla Linux Foundation, "a nonprofit consortium dedicated to fostering the growth of Linux and collaborative software development", i cui "board members" sono rappresentanti di JBoss (USA), Qualcomm Innovation Center (USA), Novell (USA), Oracle (USA), Fujitsu (Giappone), Hewlett-Packard (USA), Credit Suisse First Boston (CSFB) (Svizzera), Intel (USA), IBM (USA), Hitachi (Giappone), Electronics and Telecommunications Research Institute (ETRI) (Korea del Sud), Splashtop (USA), Samsung Electronics (Corea del Sud), Nippon Electronic Corporation (NEC) (Giappone); da (Linux, 2012). L'interesse di grandi corporations come IBM in Linux e nel free software è presto spiegato (Benkler, 2007:58 Figura 2.1). Nella configurazione geopolitica dei power networks è evidente la predominanza USA in Linux Foundation, con il seguito della elettronica privata e statale giapponese e sudcoreana a conferma della suddivisione geopolitica vista in precedenza in §3.5.2. L'aumento dell'utilizzo di Linux come sistema operativo (rispetto a Windows di Microsoft) è evidenziato in (Linux, 2013). Il successo di Linux evidenzia le sua diffusione in settori emergenti come quello degli smartphone (prodotti tra gli altri da Samsung Electronics, presente nel board di Linux Foundation, cui è dedicato §3.5.3), collegato al sistema operativo Android (vedi §3.5 su Google) che ha un kernel basato su una versione modificato di Linux. In questo settore ci sono al momento 850.000 Android/Linux contro 30.000 Windows Phones (Microsoft). Nel settore dei supercomputer 9 di essi su 10 sono Linux. Nel settore dei server web mantiene la sua fortissima predominanza. Sui desktop, tradizionale punto di forza di Windows, ha iniziato una penetrazione con Ubuntu, basato sulla distribuzione Debian. Soprattutto nei piani di investimento a lungo termine di 5 anni lo 80% delle scelte è Linux contro il 20% di scelte Windows. Google, Twitter, Facebook, Amazon sono basati su Linux. Il video (3 minuti) che illustra come Linux è costruito enfatizza il suo carattere di "sviluppo collaborativo" (il maggiore nella storia dell'informatica) e la sua natura "community driven": "How Linux is Built: This short video takes you inside the process by which the largest collaborative development project in the history of computing is organized. Based on the annual report <<Who Writes Linux>>, this is a powerful and inspiring story of how Linux has become a community-driven phenomenon". Il risultato di questa struttura è: "Linux rate of development is simply unmatched". Questo caratteristico indice di sviluppo (rate of development), basato sulla qualità e quantità di implementazioni è la dimostrazione più significativa della fitness organizzativa, culturale, tecnologica, economica in senso lato, di Linux. Invece di misurare, generalmente con quotazioni di borsa, la fitness di un produttore di beni o servizi, qui si misura il valore di un bene o servizio gratuito e aperto. A differenza di Facebook (vedi § 3.4.2.) Linux è rimasto no profit, al servizio di utenti profit e no profit. Nella Cina Popolare Red Flag Linux, nato nel 1999, quando è stato creato dall'istituto del Software dell'Accademia Cinese delle scienze con gli aiuti economici del governo cinese, aveva nel 2006 oltre l'80% del mercato dei desktop Linux cinesi e estendeva il supporto linguistico, oltre alle consuete lingue orientali, anche alle principali lingue occidentali; nel settembre dello stesso anno Dell e HP, le prime due aziende per vendita di computer nel mondo, hanno annunciato la vendita di computer con Red Flag Linux preinstallato. Inoltre il sistema operativo del CERN è CERN Linux, utilizzato per l'elaborazione dei dati ricavati dagli esperimenti. Ma il risultato forse più spettacolare è la "bontà" di Linux in ambienti diversi come i supercomputer, gli smartphone, i server web, il cloud computing. Questa operazione non è riuscita a Windows, fortemente minoritario nei server e negli smartphone. La ricerca di base o applicata ha forti problemi di contenimento dei costi per cui si rivolge al software libero e open source, sia per usarlo gratuitamente sia per modificarlo secondo le proprie esigenze scientifiche, come il CERN, o politiche come l'Accademia Cinese delle scienze. Per questo Linux Foundation afferma "Unlike other operating systems like Windows Linux is built collaboratively across companies, geographies, and markets". Questa pratica cooperativa che unisce modelli aziendali, geografie economiche e mercati diversi, favorisce lo sviluppo contemporaneo di culture ed economie differenziate. | ||
− | === | + | ===La Cattedrale e il Bazaar=== |
E' il racconto riflessivo di ESR della sua esperienza del modello Linux (il Bazaar), realizzata nel progetto fetchmail (un software di servizio per la posta elettronica), dopo la sua esperienza in GNU (la Cattedrale). Da enfatizzare, in questa narrazione antropologica, la valenza di "ingegneria sociale" riflessiva. O meglio il tentativo intenzionale di ESR di unire e fondere l'aspetto tecnologico di ingegneria del Software con l'aspetto antropologico, sociologico, psicologico, di "costruzione sociale", per quanto abbozzata e DIY. Si può accostare ESR alla figura dello "engineer" tecnocratico del T.Veblen di "The Theory of the Business Enterprise". Veblen generalizza il conflitto tra gli uomini d'affari e gli ingegneri, dicendo che la società umana comporta sempre dei conflitti tra le norme esistenti basate sugli interessi costituiti e le nuove norme, sviluppate da una tendenza innata nell'uomo di manipolare e conoscere il mondo fisico in cui esistiamo. Inoltre ha generalizzato il suo modello includendovi la sua teoria degli istinti e dei processi di evoluzione, assorbite da Sumner, dalla sua stessa lettura della scienza evolutiva, e dalla filosofia pragmatica imparata da Peirce. L'istinto di curiosità oziosa ha portato gli esseri umani a manipolare la natura in modo nuovo, e questo ha portato a cambiamenti in quelli che T.Veblen ha definito i mezzi materiali della vita. Perché, come per i Pragmatisti americani, le nostre idee sul mondo sono una costruzione umana piuttosto che specchi della realtà, cambiare i modi di manipolare la natura conduce al cambiamento dei costrutti culturali e delle nozioni di verità e di autorità, così come dei modelli di comportamento (istituzioni). Le società e le economie si evolvono di conseguenza, ma lo fanno attraverso un processo di conflitto tra interessi di parte e le forme vecchie e le nuove. Questa è la visione di T.Veblen, di cui forse ESR è ignaro. La novità di "La Cattedrale e il Bazaar" rispetto alla analisi di Veblen nei primi del 900, è consistente: ESR oltre ad essere un "engineer" si considera un "anthropologist" (come T.Veblen stesso in fondo). Quindi unisce in modo seminale l'aspetto di "management" (o di "cultura superiore" à la T.Veblen) alla "cultura tecnica" (sempre à la T.Veblen). ESR è molto amico di RMS, pur se su posizioni politiche contrapposte. Entrambi sono di Boston, entrambi hanno lavorato nel progetto GNU. Ma ESR si accosta all'esperienza Linux di Linus Torvalds e fonda con lui l’Open Source Initiative, più aperta sul piano delle licenze e degli scambi con le grandi corporations (ad es. IBM). Il rapporto tra RMS e Linus Torvald è invece più difficile. Durante una polemica sulla nuova versione di licenza della GNU, GPL 2, RMS definisce Linus Torvalds: "an engineer". E' come se la cultura restrittiva della difesa dei diritti (la libertà negativa della GPL 2) si scontrasse con la libertà positiva dell'espansione della innovazione, resa possibile dalla diffusione del software libero "comunque", magari finanziato dalle "major". In questo triangolo ESR rappresenta forse un punto di mediazione nella cruciale vicenda storica del SOS che trova un momento di sintesi monolitica "concreta" e "non-umana" nel sistema operativo puntigliosamente ridefinito "GNU-Linux". Sul tema di una "ingegneria sociale gradualistica" proposta da K.Popper, la gerarchia dei bisogni, la "concorrenza posizionale", l'adeguamento dello sviluppo tecnologico ed economico ai "valori dello sviluppo umano", vedi "La patologia dei bisogni" (Rao, 2011:cap.XIII). Sul tema della "libertà negativa" e della possibilità di una "libertà positiva" (quest'ultima nonostante tutte le sue terribili casistiche storiche) vedi (Rao, 2011:147-149) e soprattutto (Bobbio, 2009:662, indice analitico, Libertà). ESR verrà analizzato come figura emblematica assieme a RMS e Torvalds nel paragrafo sulla cultura hacker. Il rapporto riflessivo tra aspetto tecnologico, quello delle interazioni sociali e quello dei rapporti uomo-ambiente, diventa esplicito e maturo con Marcin Jakubowski fondatore di Open Source Ecology (vedi cap-5). | E' il racconto riflessivo di ESR della sua esperienza del modello Linux (il Bazaar), realizzata nel progetto fetchmail (un software di servizio per la posta elettronica), dopo la sua esperienza in GNU (la Cattedrale). Da enfatizzare, in questa narrazione antropologica, la valenza di "ingegneria sociale" riflessiva. O meglio il tentativo intenzionale di ESR di unire e fondere l'aspetto tecnologico di ingegneria del Software con l'aspetto antropologico, sociologico, psicologico, di "costruzione sociale", per quanto abbozzata e DIY. Si può accostare ESR alla figura dello "engineer" tecnocratico del T.Veblen di "The Theory of the Business Enterprise". Veblen generalizza il conflitto tra gli uomini d'affari e gli ingegneri, dicendo che la società umana comporta sempre dei conflitti tra le norme esistenti basate sugli interessi costituiti e le nuove norme, sviluppate da una tendenza innata nell'uomo di manipolare e conoscere il mondo fisico in cui esistiamo. Inoltre ha generalizzato il suo modello includendovi la sua teoria degli istinti e dei processi di evoluzione, assorbite da Sumner, dalla sua stessa lettura della scienza evolutiva, e dalla filosofia pragmatica imparata da Peirce. L'istinto di curiosità oziosa ha portato gli esseri umani a manipolare la natura in modo nuovo, e questo ha portato a cambiamenti in quelli che T.Veblen ha definito i mezzi materiali della vita. Perché, come per i Pragmatisti americani, le nostre idee sul mondo sono una costruzione umana piuttosto che specchi della realtà, cambiare i modi di manipolare la natura conduce al cambiamento dei costrutti culturali e delle nozioni di verità e di autorità, così come dei modelli di comportamento (istituzioni). Le società e le economie si evolvono di conseguenza, ma lo fanno attraverso un processo di conflitto tra interessi di parte e le forme vecchie e le nuove. Questa è la visione di T.Veblen, di cui forse ESR è ignaro. La novità di "La Cattedrale e il Bazaar" rispetto alla analisi di Veblen nei primi del 900, è consistente: ESR oltre ad essere un "engineer" si considera un "anthropologist" (come T.Veblen stesso in fondo). Quindi unisce in modo seminale l'aspetto di "management" (o di "cultura superiore" à la T.Veblen) alla "cultura tecnica" (sempre à la T.Veblen). ESR è molto amico di RMS, pur se su posizioni politiche contrapposte. Entrambi sono di Boston, entrambi hanno lavorato nel progetto GNU. Ma ESR si accosta all'esperienza Linux di Linus Torvalds e fonda con lui l’Open Source Initiative, più aperta sul piano delle licenze e degli scambi con le grandi corporations (ad es. IBM). Il rapporto tra RMS e Linus Torvald è invece più difficile. Durante una polemica sulla nuova versione di licenza della GNU, GPL 2, RMS definisce Linus Torvalds: "an engineer". E' come se la cultura restrittiva della difesa dei diritti (la libertà negativa della GPL 2) si scontrasse con la libertà positiva dell'espansione della innovazione, resa possibile dalla diffusione del software libero "comunque", magari finanziato dalle "major". In questo triangolo ESR rappresenta forse un punto di mediazione nella cruciale vicenda storica del SOS che trova un momento di sintesi monolitica "concreta" e "non-umana" nel sistema operativo puntigliosamente ridefinito "GNU-Linux". Sul tema di una "ingegneria sociale gradualistica" proposta da K.Popper, la gerarchia dei bisogni, la "concorrenza posizionale", l'adeguamento dello sviluppo tecnologico ed economico ai "valori dello sviluppo umano", vedi "La patologia dei bisogni" (Rao, 2011:cap.XIII). Sul tema della "libertà negativa" e della possibilità di una "libertà positiva" (quest'ultima nonostante tutte le sue terribili casistiche storiche) vedi (Rao, 2011:147-149) e soprattutto (Bobbio, 2009:662, indice analitico, Libertà). ESR verrà analizzato come figura emblematica assieme a RMS e Torvalds nel paragrafo sulla cultura hacker. Il rapporto riflessivo tra aspetto tecnologico, quello delle interazioni sociali e quello dei rapporti uomo-ambiente, diventa esplicito e maturo con Marcin Jakubowski fondatore di Open Source Ecology (vedi cap-5). | ||
− | ==== | + | ====Il Bazaar Linux==== |
"La cattedrale e il bazaar. Linux è sovversivo. Chi avrebbe potuto pensare appena cinque anni fa che un sistema operativo di livello mondiale sarebbe emerso come per magia dal lavoro part-time [NdR:l'nfasi è mia] di diverse migliaia di hacker e sviluppatori sparsi sull'intero pianeta, collegati tra loro solo grazie ai tenui cavi di Internet? Certamente non il sottoscritto. Quando Linux fece la sua comparsa nel mio raggio d'azione all'inizio del 1993, mi ero occupato dello sviluppo di Unix e di software open source per dieci anni [NdR: da notare lo stretto legame tra Unix e SOS, nonchè l'avvio del lavoro SOS di ESR nel 1983 poco dopo la stagflation del 1975 e la crisi del fordismo-keynesismo]. Ero stato uno dei primi collaboratori al progetto GNU a metà anni '80. Avevo distribuito su Internet un buon numero di software open source, realizzando da solo o in collaborazione con altri parecchi programmi (nethack, Emacs VC e GUD, xlife, etc.) ancor'oggi ampiamente utilizzati. Pensavo di sapere come bisognasse fare. Linux stravolse gran parte di quel che credevo di sapere. Per anni avevo predicato il vangelo Unix degli strumenti agili, dei prototipi immediati e della programmazione evolutiva. Ma ero anche convinto che esistesse un punto critico di complessità al di sopra del quale si rendesse necessario un approccio centralizzato e a priori [NdR: l'enfasi è mia]. Credevo che il software più importante (sistemi operativi e strumenti davvero ingombranti come Emacs) andasse realizzato come le cattedrali, attentamente lavorato a mano da singoli geni o piccole bande di maghi che lavoravano in splendido isolamento, senza che alcuna versione beta vedesse la luce prima del momento giusto [NdR: l'enfasi è mia]. Rimasi non poco sorpreso dallo stile di sviluppo proprio di Linus Torvalds - diffondere le release presto e spesso, delegare ad altri tutto il possibile, essere aperti fino alla promiscuità. Nessuna cattedrale da costruire in silenzio e reverenza. Piuttosto, la comunità Linux assomigliava a un grande e confusionario bazaar, pullulante di progetti e approcci tra loro diversi (efficacemente simbolizzati dai siti contenenti l'archivio di Linux dove apparivano materiali prodotti da chiunque). Un bazaar dal quale soltanto una serie di miracoli avrebbe potuto far emergere un sistema stabile e coerente. Il fatto che questo stile bazaar sembrasse funzionare, e anche piuttosto bene, mi colpì come uno shock." (LCEIB). | "La cattedrale e il bazaar. Linux è sovversivo. Chi avrebbe potuto pensare appena cinque anni fa che un sistema operativo di livello mondiale sarebbe emerso come per magia dal lavoro part-time [NdR:l'nfasi è mia] di diverse migliaia di hacker e sviluppatori sparsi sull'intero pianeta, collegati tra loro solo grazie ai tenui cavi di Internet? Certamente non il sottoscritto. Quando Linux fece la sua comparsa nel mio raggio d'azione all'inizio del 1993, mi ero occupato dello sviluppo di Unix e di software open source per dieci anni [NdR: da notare lo stretto legame tra Unix e SOS, nonchè l'avvio del lavoro SOS di ESR nel 1983 poco dopo la stagflation del 1975 e la crisi del fordismo-keynesismo]. Ero stato uno dei primi collaboratori al progetto GNU a metà anni '80. Avevo distribuito su Internet un buon numero di software open source, realizzando da solo o in collaborazione con altri parecchi programmi (nethack, Emacs VC e GUD, xlife, etc.) ancor'oggi ampiamente utilizzati. Pensavo di sapere come bisognasse fare. Linux stravolse gran parte di quel che credevo di sapere. Per anni avevo predicato il vangelo Unix degli strumenti agili, dei prototipi immediati e della programmazione evolutiva. Ma ero anche convinto che esistesse un punto critico di complessità al di sopra del quale si rendesse necessario un approccio centralizzato e a priori [NdR: l'enfasi è mia]. Credevo che il software più importante (sistemi operativi e strumenti davvero ingombranti come Emacs) andasse realizzato come le cattedrali, attentamente lavorato a mano da singoli geni o piccole bande di maghi che lavoravano in splendido isolamento, senza che alcuna versione beta vedesse la luce prima del momento giusto [NdR: l'enfasi è mia]. Rimasi non poco sorpreso dallo stile di sviluppo proprio di Linus Torvalds - diffondere le release presto e spesso, delegare ad altri tutto il possibile, essere aperti fino alla promiscuità. Nessuna cattedrale da costruire in silenzio e reverenza. Piuttosto, la comunità Linux assomigliava a un grande e confusionario bazaar, pullulante di progetti e approcci tra loro diversi (efficacemente simbolizzati dai siti contenenti l'archivio di Linux dove apparivano materiali prodotti da chiunque). Un bazaar dal quale soltanto una serie di miracoli avrebbe potuto far emergere un sistema stabile e coerente. Il fatto che questo stile bazaar sembrasse funzionare, e anche piuttosto bene, mi colpì come uno shock." (LCEIB). | ||
− | ==== | + | ====Il progetto fetchmail==== |
La scelta di ESR è stata quella di sperimentare in un progetto SOS reale, l'implementazione di "fetchmail", il metodo "bazaar" seguito da Linus Torvalds per Linux. Va enfatizzata la rilevanza sociologica di un esperimento consapevolmente riflessivo di un modello organizzativo che coinvolgeva relazioni di lavoro progettuale per la produzione di un software necessario e concretamente funzionante. Chi altri fa o può fare "sperimentazione sociale"? In quali altri ambiti? L'obiettivo di ESR era quello di essere più produttivo, non solo più buono o più bello o più etico. La premessa necessaria per capire quanto è avvenuto è questa: uno dei problemi principali del software sono i bug, i bachi, gli errori di programmazione, scrittura, design. Correggerli dopo averli scovati è la via ad un software funzionante, pulito, efficace, robusto, ecologico (efficiente). Alla fine, questo del debugging parallelo di Linux è simile al test ambientale della selezione naturale dell'evoluzione darwinianamente intesa. Il metodo seguito in Linux consisteva nel rendere subito disponibili a tutti le versioni nuove da sottoporre a prova. Anche agli utenti finali potevano disporre di questi release (in molti casi giornalieri o "nightly built"). Gli utenti diventavano co-sviluppatori segnalando e molte volte correggendo i bachi. "Coltivati in maniera appropriata, gli utenti possono trasformarsi in co-sviluppatori. Altro punto di forza della tradizione Unix, portato felicemente agli estremi da Linux, è che molti utenti sono essi stessi degli hacker. Ed essendo i sorgenti disponibili a tutti, possono diventare degli hacker molto efficaci. Qualcosa di tremendamente utile per ridurre il tempo necessario al debugging. Con un po' d'incoraggiamento, ogni utente è in grado di diagnosticare problemi, suggerire soluzioni, aiutare a migliorare il codice in maniera impensabile per una persona sola... Trattare gli utenti come co-sviluppatori" (LCEIB). Quando il sw era abbastanza maturo venivano fatti dei test generali per scovare gli ultimi bachi prima di un rilascio "ufficiale" alla comunità. Il Rilascio della versione 2 di Linux ha dovuto attendere eccezionalmente un anno di test, a causa del timore manifestato da molti co-sviluppatori della persistenza di bachi non scoperti. "Sono in debito con Jeff Dutky (dukty@wam.umd.edu) per aver sottolineato come la Legge di Linus possa essere definita anche: “Il debugging è parallelizzabile”. Jeff fa notare come nel corso dell'intero processo, pur richiedendo il coordinamento di uno sviluppatore che curi le comunicazioni tra quanti si occupano del debugging, questi ultimi invece non richiedono particolare coordinamento. In tal modo non si cade preda della notevole complessità e dei costi gestionali imposti dal coinvolgimento di nuovi sviluppatori." (LCEIB). Questo viola gli assunti alla base del modello matematico della legge della gerarchia di H.Simon, che calcola il numero di combinazioni di n persone prese a due a due, cioè n(n-1)/2, come possibili canali di comunicazione (Rao, 2011:100); è lo stesso ragionamento di K.Marx in §7.3.3. Ma questo successo non è dovuto a un miracolo. Implica semplicemente la capacità dei co-sviluppatori di leggere attraverso il codice sorgente (in linguaggio C) le "intenzioni" dell'autore del codice o il suo senso intenzionato à la Weber. E quindi correggere i bachi rispettando le intenzioni dell'autore. In casi eccezionali Linus Torvalds sostituiva un pezzo intero di codice riscrivendolo, ma erano casi eccezionali e motivati. Anche nel caso "fetchmail", "Questi semplici accorgimenti produssero una ricompensa immediata. Fin dall'inizio del progetto, mi arrivavano report sui bug presenti di una qualità che qualunque sviluppatore avrebbe invidiato, spesso con buone soluzioni in attach. Ho ricevuto mail piene di critiche costruttive, lodi sperticate, suggerimenti intelligenti. Il che ci porta a: Se tratti i beta tester come se fossero la risorsa più preziosa, replicheranno trasformandosi davvero nella risorsa più preziosa a disposizione." (LCEIB). Si applica qui il Teorema di Thomas come esempio virtuoso della self-fulfilling prophecy. "The selfish view ot the self is not only unflattering, it is also a self-fulfilling prophecy" (Benkler, 2011:28). Così pure, ma in senso altruistico-cooperativo, la credenza e la pratica altruistiche si "inverano" e realizzano il loro obiettivo come nel caso di "fetchmail" e di Linux realizzando un circolo virtuoso della self-fulfilling prophecy come "cooperazione". Gli stadi di costruzione di questo processo altruistico-cooperativo coincidono con la costruzione "sociale" della "fiducia" (trust), vedi §7.3.6, &7.6, &7.7. Il teorema di Thomas potrebbe trovare una spiegazione razionale nella interazione tra cultura (nurture) e geni (Benkler, 2011:cap.2). Una cultura altruistica attiverebbe la predisposizione genetica altruistica costruendo fiducia e cooperazione. Al contrario una cultura "egoista" attiverebbe il "gene egoista" costruendo sfiducia e controllo. Come nel caso del kernel monolitico Linux, si crea tra gli sviluppatori una solidarietà “meccanica” che elimina lo spreco di energia della gestione dei processi di informazione, comunicazione, conoscenza, controllo e sincronizzazione, paralleli e concomitanti. Come nel caso economico della gestione delle transazioni di Williamson questo “overhead” di coordinamento cresce esponenzialmente quando la mente umana non è ancora capace di gestire intuitivamente processi di crescita esponenziale (Donella e Dennis Meadows et al, 2006:47). E' possibile che anche l'Iliade e l'Odissea siano state scritte in questa maniera? I partecipanti allo sviluppo di fetchmail, oltre allo stesso ESR, naturalmente, lavoravano volontariamente al progetto, mantenendosi con altri lavori normali e noiosi, a cui erano poco interessati. Detto questo, una "Importante caratteristica di costoro è una sorta di ozio costruttivo." (LCEIB), che secondo ESR garantisce la qualità del loro contributo. Vedi la distinzione tra, e la auspicata ricomposizione di, Labor e Poiesis (Signorelli, 2007:196). | La scelta di ESR è stata quella di sperimentare in un progetto SOS reale, l'implementazione di "fetchmail", il metodo "bazaar" seguito da Linus Torvalds per Linux. Va enfatizzata la rilevanza sociologica di un esperimento consapevolmente riflessivo di un modello organizzativo che coinvolgeva relazioni di lavoro progettuale per la produzione di un software necessario e concretamente funzionante. Chi altri fa o può fare "sperimentazione sociale"? In quali altri ambiti? L'obiettivo di ESR era quello di essere più produttivo, non solo più buono o più bello o più etico. La premessa necessaria per capire quanto è avvenuto è questa: uno dei problemi principali del software sono i bug, i bachi, gli errori di programmazione, scrittura, design. Correggerli dopo averli scovati è la via ad un software funzionante, pulito, efficace, robusto, ecologico (efficiente). Alla fine, questo del debugging parallelo di Linux è simile al test ambientale della selezione naturale dell'evoluzione darwinianamente intesa. Il metodo seguito in Linux consisteva nel rendere subito disponibili a tutti le versioni nuove da sottoporre a prova. Anche agli utenti finali potevano disporre di questi release (in molti casi giornalieri o "nightly built"). Gli utenti diventavano co-sviluppatori segnalando e molte volte correggendo i bachi. "Coltivati in maniera appropriata, gli utenti possono trasformarsi in co-sviluppatori. Altro punto di forza della tradizione Unix, portato felicemente agli estremi da Linux, è che molti utenti sono essi stessi degli hacker. Ed essendo i sorgenti disponibili a tutti, possono diventare degli hacker molto efficaci. Qualcosa di tremendamente utile per ridurre il tempo necessario al debugging. Con un po' d'incoraggiamento, ogni utente è in grado di diagnosticare problemi, suggerire soluzioni, aiutare a migliorare il codice in maniera impensabile per una persona sola... Trattare gli utenti come co-sviluppatori" (LCEIB). Quando il sw era abbastanza maturo venivano fatti dei test generali per scovare gli ultimi bachi prima di un rilascio "ufficiale" alla comunità. Il Rilascio della versione 2 di Linux ha dovuto attendere eccezionalmente un anno di test, a causa del timore manifestato da molti co-sviluppatori della persistenza di bachi non scoperti. "Sono in debito con Jeff Dutky (dukty@wam.umd.edu) per aver sottolineato come la Legge di Linus possa essere definita anche: “Il debugging è parallelizzabile”. Jeff fa notare come nel corso dell'intero processo, pur richiedendo il coordinamento di uno sviluppatore che curi le comunicazioni tra quanti si occupano del debugging, questi ultimi invece non richiedono particolare coordinamento. In tal modo non si cade preda della notevole complessità e dei costi gestionali imposti dal coinvolgimento di nuovi sviluppatori." (LCEIB). Questo viola gli assunti alla base del modello matematico della legge della gerarchia di H.Simon, che calcola il numero di combinazioni di n persone prese a due a due, cioè n(n-1)/2, come possibili canali di comunicazione (Rao, 2011:100); è lo stesso ragionamento di K.Marx in §7.3.3. Ma questo successo non è dovuto a un miracolo. Implica semplicemente la capacità dei co-sviluppatori di leggere attraverso il codice sorgente (in linguaggio C) le "intenzioni" dell'autore del codice o il suo senso intenzionato à la Weber. E quindi correggere i bachi rispettando le intenzioni dell'autore. In casi eccezionali Linus Torvalds sostituiva un pezzo intero di codice riscrivendolo, ma erano casi eccezionali e motivati. Anche nel caso "fetchmail", "Questi semplici accorgimenti produssero una ricompensa immediata. Fin dall'inizio del progetto, mi arrivavano report sui bug presenti di una qualità che qualunque sviluppatore avrebbe invidiato, spesso con buone soluzioni in attach. Ho ricevuto mail piene di critiche costruttive, lodi sperticate, suggerimenti intelligenti. Il che ci porta a: Se tratti i beta tester come se fossero la risorsa più preziosa, replicheranno trasformandosi davvero nella risorsa più preziosa a disposizione." (LCEIB). Si applica qui il Teorema di Thomas come esempio virtuoso della self-fulfilling prophecy. "The selfish view ot the self is not only unflattering, it is also a self-fulfilling prophecy" (Benkler, 2011:28). Così pure, ma in senso altruistico-cooperativo, la credenza e la pratica altruistiche si "inverano" e realizzano il loro obiettivo come nel caso di "fetchmail" e di Linux realizzando un circolo virtuoso della self-fulfilling prophecy come "cooperazione". Gli stadi di costruzione di questo processo altruistico-cooperativo coincidono con la costruzione "sociale" della "fiducia" (trust), vedi §7.3.6, &7.6, &7.7. Il teorema di Thomas potrebbe trovare una spiegazione razionale nella interazione tra cultura (nurture) e geni (Benkler, 2011:cap.2). Una cultura altruistica attiverebbe la predisposizione genetica altruistica costruendo fiducia e cooperazione. Al contrario una cultura "egoista" attiverebbe il "gene egoista" costruendo sfiducia e controllo. Come nel caso del kernel monolitico Linux, si crea tra gli sviluppatori una solidarietà “meccanica” che elimina lo spreco di energia della gestione dei processi di informazione, comunicazione, conoscenza, controllo e sincronizzazione, paralleli e concomitanti. Come nel caso economico della gestione delle transazioni di Williamson questo “overhead” di coordinamento cresce esponenzialmente quando la mente umana non è ancora capace di gestire intuitivamente processi di crescita esponenziale (Donella e Dennis Meadows et al, 2006:47). E' possibile che anche l'Iliade e l'Odissea siano state scritte in questa maniera? I partecipanti allo sviluppo di fetchmail, oltre allo stesso ESR, naturalmente, lavoravano volontariamente al progetto, mantenendosi con altri lavori normali e noiosi, a cui erano poco interessati. Detto questo, una "Importante caratteristica di costoro è una sorta di ozio costruttivo." (LCEIB), che secondo ESR garantisce la qualità del loro contributo. Vedi la distinzione tra, e la auspicata ricomposizione di, Labor e Poiesis (Signorelli, 2007:196). | ||
− | ==== | + | ====Il punto di svolta==== |
"Il vero punto di svolta del progetto ebbe luogo quando Harry Hochheiser mi spedì il codice iniziale per fare il forward alla porta SMTP della macchina client. Mi sono reso immediatamente conto che l'implementazione affidabile di tale funzione avrebbe reso pressoché obsoleta ogni altra modalità di consegna della posta. Per molte settimane mi ero messo a giocare con l'interfaccia di fetchmail, passabile ma disordinata - poco elegante e con troppe opzioni sparse tutt'intorno. Tra queste mi davano particolarmente fastidio, anche senza capire perché, quelle utilizzate per trasferire la posta prelevata in una certa mailbox o altrove. Quel che mi veniva in mente pensando alla funzione del “SMTP forwarding” era che popclient voleva cercare di far troppe cose. Era stato ideato per essere sia un “mail transport agent” (MTA) sia un “mail delivery agent” (MDA) a livello locale. Con il forward SMTP avrebbe potuto smettere di essere un MDA per divenire un puro MTA, trasferendo ad altri programmi la posta per la consegna locale, proprio come fa sendmail. Perché darsi da fare a sistemare le complesse configurazioni per un MDA o le impostazioni per le mailbox, quando innanzitutto è quasi sempre garantito che la porta 25 rimane disponibile per questo su ogni piattaforma con supporto TCP/IP? Soprattutto quando ciò significa che i messaggi prelevati appariranno come posta SMTP normalmente inviata dal mittente, che è poi quel che stiamo cercando di ottenere. Ci sono diverse lezioni da trarre a questo punto. Primo, l'idea del “SMTP forwarding” era la prima grossa ricompensa per aver tentato coscientemente di emulare i metodi di Linus. Era stato un utente a suggerirmi questa fantastica idea - non mi restava che comprenderne le implicazioni. ... La cosa migliore, dopo l'avere buone idee, è riconoscere quelle che arrivano dagli utenti. Qualche volta sono le migliori [NdR: l'enfasi è mia]. Fatto interessante, è facile scoprire che se sei completamente onesto e autocritico su quanto è dovuto agli altri, il mondo intero ti tratterà come se ogni bit di quell'invenzione fosse opera tua, mentre impari a considerare con sempre maggior modestia il tuo genio innato. Abbiamo visto come tutto ciò abbia funzionato a meraviglia con Linus! " (LCEIB). Un po' di psicologia e di analisi della interazione sociale. Come abbiamo visto Eric S.Raymond imposta in modo altamente collaborativo e motivante il suo rapporto con gli utenti-cosviluppatori. La platea a là Goffman a cui ESR parla sono gli utenti-cosviluppatori e la comunità di hacker, tra cui il mitico Larry Wall, autore del linguaggio Perl, che Eric cita esplicitamente. Eric prende subito in considerazione la soluzione proposta da Harry Hochheiser anche se questo comporta da subito un cambio di paradigma nel design del programma. Si intrecciano questi elementi secondo vari piani di corrispondenza: | "Il vero punto di svolta del progetto ebbe luogo quando Harry Hochheiser mi spedì il codice iniziale per fare il forward alla porta SMTP della macchina client. Mi sono reso immediatamente conto che l'implementazione affidabile di tale funzione avrebbe reso pressoché obsoleta ogni altra modalità di consegna della posta. Per molte settimane mi ero messo a giocare con l'interfaccia di fetchmail, passabile ma disordinata - poco elegante e con troppe opzioni sparse tutt'intorno. Tra queste mi davano particolarmente fastidio, anche senza capire perché, quelle utilizzate per trasferire la posta prelevata in una certa mailbox o altrove. Quel che mi veniva in mente pensando alla funzione del “SMTP forwarding” era che popclient voleva cercare di far troppe cose. Era stato ideato per essere sia un “mail transport agent” (MTA) sia un “mail delivery agent” (MDA) a livello locale. Con il forward SMTP avrebbe potuto smettere di essere un MDA per divenire un puro MTA, trasferendo ad altri programmi la posta per la consegna locale, proprio come fa sendmail. Perché darsi da fare a sistemare le complesse configurazioni per un MDA o le impostazioni per le mailbox, quando innanzitutto è quasi sempre garantito che la porta 25 rimane disponibile per questo su ogni piattaforma con supporto TCP/IP? Soprattutto quando ciò significa che i messaggi prelevati appariranno come posta SMTP normalmente inviata dal mittente, che è poi quel che stiamo cercando di ottenere. Ci sono diverse lezioni da trarre a questo punto. Primo, l'idea del “SMTP forwarding” era la prima grossa ricompensa per aver tentato coscientemente di emulare i metodi di Linus. Era stato un utente a suggerirmi questa fantastica idea - non mi restava che comprenderne le implicazioni. ... La cosa migliore, dopo l'avere buone idee, è riconoscere quelle che arrivano dagli utenti. Qualche volta sono le migliori [NdR: l'enfasi è mia]. Fatto interessante, è facile scoprire che se sei completamente onesto e autocritico su quanto è dovuto agli altri, il mondo intero ti tratterà come se ogni bit di quell'invenzione fosse opera tua, mentre impari a considerare con sempre maggior modestia il tuo genio innato. Abbiamo visto come tutto ciò abbia funzionato a meraviglia con Linus! " (LCEIB). Un po' di psicologia e di analisi della interazione sociale. Come abbiamo visto Eric S.Raymond imposta in modo altamente collaborativo e motivante il suo rapporto con gli utenti-cosviluppatori. La platea a là Goffman a cui ESR parla sono gli utenti-cosviluppatori e la comunità di hacker, tra cui il mitico Larry Wall, autore del linguaggio Perl, che Eric cita esplicitamente. Eric prende subito in considerazione la soluzione proposta da Harry Hochheiser anche se questo comporta da subito un cambio di paradigma nel design del programma. Si intrecciano questi elementi secondo vari piani di corrispondenza: | ||
la soddisfazione di veder trasformato il software in qualcosa di paragonabile in piccolo a Linux, | la soddisfazione di veder trasformato il software in qualcosa di paragonabile in piccolo a Linux, | ||
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l'aver portato a termine con successo un test e una contemporanea teorizzazione del paradigma Linux-Bazaar. L'equilibrio notevole tra la prassi (disegno e sviluppo dl software) e la teoria (modello di coordinamento del progetto) è dimostrato anche dalla bibliografia presente in LCEIB. | l'aver portato a termine con successo un test e una contemporanea teorizzazione del paradigma Linux-Bazaar. L'equilibrio notevole tra la prassi (disegno e sviluppo dl software) e la teoria (modello di coordinamento del progetto) è dimostrato anche dalla bibliografia presente in LCEIB. | ||
Per concludere " Credo che simili risultati siano impossibili da perseguire o da pianificare. Devi esser trascinato dentro la storia da idee così potenti che, col senno di poi, quei risultati appaiono del tutto inevitabili, naturali, perfino prestabiliti. L'unico modo per provarci è farsi venire un sacco di idee, oppure avere la capacità di portare le idee degli altri al di là del punto in cui essi stessi credevano potessero arrivare." (LCEIB). Attraverso questi processi di interazione sociale maturano quelle conoscenze che corrispondono al “cotto” di (Paccagnella, 2010). | Per concludere " Credo che simili risultati siano impossibili da perseguire o da pianificare. Devi esser trascinato dentro la storia da idee così potenti che, col senno di poi, quei risultati appaiono del tutto inevitabili, naturali, perfino prestabiliti. L'unico modo per provarci è farsi venire un sacco di idee, oppure avere la capacità di portare le idee degli altri al di là del punto in cui essi stessi credevano potessero arrivare." (LCEIB). Attraverso questi processi di interazione sociale maturano quelle conoscenze che corrispondono al “cotto” di (Paccagnella, 2010). | ||
− | == | + | |
+ | ==SOS e HOS - La Cultura hacker== | ||
“Questa tensione sociale e politica, legata in modo indissolubile alla cultura hacker anche quando non è espressa esplicitamente, ha trovato una delle sue forme più pervasive in un prodotto che si presenta solo apparentemente come qualcosa che riguarda i tecnici o gli informatici, ma che al contrario si sta dimostrando il cavallo di Troia capace di portare l'atteggiamento e l'etica hacker nel cuore della società civile: il software libero.” (Paccagnella, 2010:49). In (Paccagnella, 2010) si fa una completa trattazione generale dell'Open Source come “Accesso Aperto”, cioè come sviluppo di una “conoscenza aperta” all'interno di una “società dell'informazione”. Io vorrei enfatizzare all'interno di questa impostazione la proprietà più singolare del fenomeno SOS, cioè la partecipazione di massa, concorrente, alla progettazione del bene comune "conoscenza", immateriale, ed ai relativi processi decisionali. Alcuni nella rivista Wired lo chiamano “lo spirito collaborativo di Internet”. Questa proprietà va oltre anche la “peer production” di (Benkler, 2007), citata a più riprese da Paccagnella. La produzione di SOS è fatta di processi reali con qualità che si possono definire in positivo e che sono diverse dalle definizioni in negativo della “peer production” di (Benkler, 2007), secondo il quale la peer production (giustamente) “non” è gerarchica “né” autoritaria. Paccagnella illustra i processi di “apertura della conoscenza”, intendendo la conoscenza come disvelamento della verità (Paccagnella, 2010:113). Nel “disvelamento” della conoscenza si ha un “iniziato” che “dona” agli altri i suoi “saperi” (accademia platonica) o che li nasconde (monastero); nella “commons based peer production” invece si hanno gruppi numerosi che cooperano direttamente in modo paritario alla costruzione di beni comuni. E' solo all'interno di questo processo di costruzione cooperativa che il codice Open Source diventa la “conoscenza” necessaria per manipolare, correggere, personalizzare il bene comune. Dall'altro lato la “co-produzione paritaria” è più propriamente una “co-progettazione”, con complessi e imprevedibili processi decisionali che riguardano la divisione del lavoro, l'organizzazione dei gruppi, le funzioni e il "flavour" dei leader. Questo perchè noi viviamo già in una “società dell'informazione” (Paccagnella, 2010:163), se per tale intendiamo una società i cui processi riflessivi di costruzione culturale e tecnoscientifica sono vieppiù importanti (vedi l'importante acquisizione di Nokia, società HW, da parte di Microsoft, società SW, al § 3.5.2.). Questa è una proprietà storica emergente che fa riconsiderare il potere Ideologico nel modello IEMP e il suo intrecciarsi con le altre forme di potere sociale: “Must science be considered a major ideology in modern civilization? Schroeder (2007, 2011) says not, but he argues that unlike all previous civilizations, a technology-driven rapid-discovery science now dominates all ideologies.” (Mann, 2011:89). Ciò è stato possibile grazie all'iniziativa di ARPA (evento determinante nella path-dependency storico-sociologica) e poi ad Internet come protesi materiale e immateriale, che ha permesso un’interazione massiva di persone cooperanti ad uno specifico progetto. Anche questa è assieme alla prima, e ad essa strettamente connessa, una grande proprietà storica emergente tale che “sarebbe forse il caso di abbozzare un'etnometodologia [NdR: l'enfasi è mia] dei nuovi media” (Paccagnella, 2010:122). Definito il SOS, non come astratta “conoscenza” ma come una protesi tecnologica di uso comune che porta al suo interno la conoscenza dei suoi meccanismi di funzionamento, si possono adottare i quattro imperativi istituzionali di R.K.Merton: universalismo, comunismo, disinteresse, scetticismo organizzato (Paccagnella, 2010:115). Con l'avvertenza di fonderli nell'unicum del “bazaar” del SOS. Avremo così la traduzione immediata dei quattro imperativi istituzionali: universalismo come “apertura ad ogni utente web”, comunismo come "logica commons based", disinteresse come "logica non di mercato" (ma nemmeno di esclusione del mercato), scetticismo organizzato come "debugging” basato sulla fiducia. Il debugging non è solo un momento passivo di scoperta dei bugs ma uno dei momenti centrali della peer production assieme alla progettazione. E' un momento attivo di valutazione del pacchetto software completo. E' un processo popperiano di falsificazione intenzionale, necessario per la complessità simbolica del software, che è non solo un testo scritto e controllato da un compilatore ma è invece un iper-testo con moltissimi collegamenti ad altre parti del testo che si attivano al momento della sua esecuzione "in macchina". Dove invece di errori logici, sintattici, semantici o grammaticali, abbiano disfunzioni gravi o leggere nel corso dell'esecuzione del programma. Quando la scrittura del codice non teneva conto di questa complessità portava a programmi software definiti spregiativamente: "spaghetti code". Questa importanza strategica del debugging alza il peso decisionale di chi vi collabora e direttamente o indirettamente partecipa alla progettazione. Queste qualità del bene-conoscenza prodotto sono state possibili proprio e solo perchè c'è stata cooperazione nella sua costruzione, quella "struttura di governo delle relazioni" (Costa et al, 2004:11), definita "le convenzioni". Un produttore di beni venduti al mercato cerca di nasconderne i difetti e se il consumatore li scopre restituisce il prodotto. E' la logica di “exit” dello scambio di mercato (Costa et al, 2004:299). Ma questo comportamento rinunciatario del consumatore medio è inevitabile perchè si trova a valle di una divisione sociale del lavoro già definita. La filosofia hacker invece, ma non solo degli hacker, è: io non sono in grado di usare bene un prodotto se non sono in grado di costruirlo o almeno di modificarlo, cioè di “conoscerlo” (Nelly Oudshoorn et al, 2003:44). Non solo, ma "In many companies in the information and communication technologies sector, for example, designers are allowed to test prototypes of new products only among people who work in the organization." (Nelly Oudshoorn et al, 2003:8). Lo hacker è uno strano personaggio che vuole “usare e conoscere” i beni di cui necessita, in una ricomposizione di cultura materiale e di cultura simbolica dal lato dell'utente/consumatore. Questo comporta come immediata conseguenza empirica che se un gruppo impegnato in un progetto SOS devia dalla logica “commons based”, o per qualsiasi motivo si estrania dalla comunità originaria, nasce spontaneamente una nuova comunità che riprende il progetto originario con un “forking” (Paccagnella, 2010:71). Questa facilità dei "forking" è un altro importantissimo indice o parametro di misurazione della fitness del modello SOS (e HOS). La crescita apparentemente disordinata ma "infestante" si può assimilare alla metafora del bazaar tenendo conto dei suoi limiti riduttivi. La ricchezza dei "forking" è evidente nella proliferazione dei database, delle distribuzioni Linux, dei linguaggi di programmazione. Conflitti, tensioni, differenziazioni, intoppi, intrusioni delle corporation, caratteristiche personali o di leadership eccentriche, soprattutto biforcazioni di scelte tecnologiche, trovano i loro sbocchi naturali nella scomposizione/ricomposizione dei gruppi. “These networks have a more direct relation to goal attainment than institutionalization has” significa che le norme stabilite permettono comunque l'uscita di alcuni membri (o tutti) dal gruppo principale e il suo riemergere in gruppi paralleli, in ecologie che sono al tempo stesso cooperative e concorrenziali nei confronti della ecologia madre. Questo avviene sia nelle ecologie open source, sia nelle closed, sia anche nelle “mixed come in MySQL di M.Widenius prima dell'acquisizione da parte di Oracle. Questa apertura e fluidità, basata materialmente sulla ubiquità di Internet come “bene comune”, evita, almeno in questo momento, quel meccanismo di “ingabbiamento”, di “social cage”, che ha determinato storicamente la cristallizzazione dei modi di produzione e di sviluppo culturale e politico di tipo gerarchico e stratificato (Mann, 1986:38,80). | “Questa tensione sociale e politica, legata in modo indissolubile alla cultura hacker anche quando non è espressa esplicitamente, ha trovato una delle sue forme più pervasive in un prodotto che si presenta solo apparentemente come qualcosa che riguarda i tecnici o gli informatici, ma che al contrario si sta dimostrando il cavallo di Troia capace di portare l'atteggiamento e l'etica hacker nel cuore della società civile: il software libero.” (Paccagnella, 2010:49). In (Paccagnella, 2010) si fa una completa trattazione generale dell'Open Source come “Accesso Aperto”, cioè come sviluppo di una “conoscenza aperta” all'interno di una “società dell'informazione”. Io vorrei enfatizzare all'interno di questa impostazione la proprietà più singolare del fenomeno SOS, cioè la partecipazione di massa, concorrente, alla progettazione del bene comune "conoscenza", immateriale, ed ai relativi processi decisionali. Alcuni nella rivista Wired lo chiamano “lo spirito collaborativo di Internet”. Questa proprietà va oltre anche la “peer production” di (Benkler, 2007), citata a più riprese da Paccagnella. La produzione di SOS è fatta di processi reali con qualità che si possono definire in positivo e che sono diverse dalle definizioni in negativo della “peer production” di (Benkler, 2007), secondo il quale la peer production (giustamente) “non” è gerarchica “né” autoritaria. Paccagnella illustra i processi di “apertura della conoscenza”, intendendo la conoscenza come disvelamento della verità (Paccagnella, 2010:113). Nel “disvelamento” della conoscenza si ha un “iniziato” che “dona” agli altri i suoi “saperi” (accademia platonica) o che li nasconde (monastero); nella “commons based peer production” invece si hanno gruppi numerosi che cooperano direttamente in modo paritario alla costruzione di beni comuni. E' solo all'interno di questo processo di costruzione cooperativa che il codice Open Source diventa la “conoscenza” necessaria per manipolare, correggere, personalizzare il bene comune. Dall'altro lato la “co-produzione paritaria” è più propriamente una “co-progettazione”, con complessi e imprevedibili processi decisionali che riguardano la divisione del lavoro, l'organizzazione dei gruppi, le funzioni e il "flavour" dei leader. Questo perchè noi viviamo già in una “società dell'informazione” (Paccagnella, 2010:163), se per tale intendiamo una società i cui processi riflessivi di costruzione culturale e tecnoscientifica sono vieppiù importanti (vedi l'importante acquisizione di Nokia, società HW, da parte di Microsoft, società SW, al § 3.5.2.). Questa è una proprietà storica emergente che fa riconsiderare il potere Ideologico nel modello IEMP e il suo intrecciarsi con le altre forme di potere sociale: “Must science be considered a major ideology in modern civilization? Schroeder (2007, 2011) says not, but he argues that unlike all previous civilizations, a technology-driven rapid-discovery science now dominates all ideologies.” (Mann, 2011:89). Ciò è stato possibile grazie all'iniziativa di ARPA (evento determinante nella path-dependency storico-sociologica) e poi ad Internet come protesi materiale e immateriale, che ha permesso un’interazione massiva di persone cooperanti ad uno specifico progetto. Anche questa è assieme alla prima, e ad essa strettamente connessa, una grande proprietà storica emergente tale che “sarebbe forse il caso di abbozzare un'etnometodologia [NdR: l'enfasi è mia] dei nuovi media” (Paccagnella, 2010:122). Definito il SOS, non come astratta “conoscenza” ma come una protesi tecnologica di uso comune che porta al suo interno la conoscenza dei suoi meccanismi di funzionamento, si possono adottare i quattro imperativi istituzionali di R.K.Merton: universalismo, comunismo, disinteresse, scetticismo organizzato (Paccagnella, 2010:115). Con l'avvertenza di fonderli nell'unicum del “bazaar” del SOS. Avremo così la traduzione immediata dei quattro imperativi istituzionali: universalismo come “apertura ad ogni utente web”, comunismo come "logica commons based", disinteresse come "logica non di mercato" (ma nemmeno di esclusione del mercato), scetticismo organizzato come "debugging” basato sulla fiducia. Il debugging non è solo un momento passivo di scoperta dei bugs ma uno dei momenti centrali della peer production assieme alla progettazione. E' un momento attivo di valutazione del pacchetto software completo. E' un processo popperiano di falsificazione intenzionale, necessario per la complessità simbolica del software, che è non solo un testo scritto e controllato da un compilatore ma è invece un iper-testo con moltissimi collegamenti ad altre parti del testo che si attivano al momento della sua esecuzione "in macchina". Dove invece di errori logici, sintattici, semantici o grammaticali, abbiano disfunzioni gravi o leggere nel corso dell'esecuzione del programma. Quando la scrittura del codice non teneva conto di questa complessità portava a programmi software definiti spregiativamente: "spaghetti code". Questa importanza strategica del debugging alza il peso decisionale di chi vi collabora e direttamente o indirettamente partecipa alla progettazione. Queste qualità del bene-conoscenza prodotto sono state possibili proprio e solo perchè c'è stata cooperazione nella sua costruzione, quella "struttura di governo delle relazioni" (Costa et al, 2004:11), definita "le convenzioni". Un produttore di beni venduti al mercato cerca di nasconderne i difetti e se il consumatore li scopre restituisce il prodotto. E' la logica di “exit” dello scambio di mercato (Costa et al, 2004:299). Ma questo comportamento rinunciatario del consumatore medio è inevitabile perchè si trova a valle di una divisione sociale del lavoro già definita. La filosofia hacker invece, ma non solo degli hacker, è: io non sono in grado di usare bene un prodotto se non sono in grado di costruirlo o almeno di modificarlo, cioè di “conoscerlo” (Nelly Oudshoorn et al, 2003:44). Non solo, ma "In many companies in the information and communication technologies sector, for example, designers are allowed to test prototypes of new products only among people who work in the organization." (Nelly Oudshoorn et al, 2003:8). Lo hacker è uno strano personaggio che vuole “usare e conoscere” i beni di cui necessita, in una ricomposizione di cultura materiale e di cultura simbolica dal lato dell'utente/consumatore. Questo comporta come immediata conseguenza empirica che se un gruppo impegnato in un progetto SOS devia dalla logica “commons based”, o per qualsiasi motivo si estrania dalla comunità originaria, nasce spontaneamente una nuova comunità che riprende il progetto originario con un “forking” (Paccagnella, 2010:71). Questa facilità dei "forking" è un altro importantissimo indice o parametro di misurazione della fitness del modello SOS (e HOS). La crescita apparentemente disordinata ma "infestante" si può assimilare alla metafora del bazaar tenendo conto dei suoi limiti riduttivi. La ricchezza dei "forking" è evidente nella proliferazione dei database, delle distribuzioni Linux, dei linguaggi di programmazione. Conflitti, tensioni, differenziazioni, intoppi, intrusioni delle corporation, caratteristiche personali o di leadership eccentriche, soprattutto biforcazioni di scelte tecnologiche, trovano i loro sbocchi naturali nella scomposizione/ricomposizione dei gruppi. “These networks have a more direct relation to goal attainment than institutionalization has” significa che le norme stabilite permettono comunque l'uscita di alcuni membri (o tutti) dal gruppo principale e il suo riemergere in gruppi paralleli, in ecologie che sono al tempo stesso cooperative e concorrenziali nei confronti della ecologia madre. Questo avviene sia nelle ecologie open source, sia nelle closed, sia anche nelle “mixed come in MySQL di M.Widenius prima dell'acquisizione da parte di Oracle. Questa apertura e fluidità, basata materialmente sulla ubiquità di Internet come “bene comune”, evita, almeno in questo momento, quel meccanismo di “ingabbiamento”, di “social cage”, che ha determinato storicamente la cristallizzazione dei modi di produzione e di sviluppo culturale e politico di tipo gerarchico e stratificato (Mann, 1986:38,80). | ||
− | === | + | ===Quattro Leader=== |
Di seguito vengono presentati quattro idealtipi di “engineer” à la Thorstein Veblen, di “hacker”, ritenuti dei “guru” e sicuramente dei “leader” (carismatici) ad alto livello. I primi due sono dei libertari (“anarchici”), uno di sinistra (RMS), ed uno di destra (ESR). Uno è un libertario a parole che esplora empiricamente a sinistra la libertà negativa (GPL, Open Access) e a destra la libertà positiva (GNU, Cattedrale). L'altro esplora a sinistra la libertà positiva (Open Software Initiative e Fetchmail) e a destra la libertà negativa (appoggio a G.W.Bush) ma con una maggiore riflessività culturale dal momento che si ritiene un “anthropologist”. Torvalds è una figura enigmatica, che parla poco di sé, ma è in grado di “infiammarsi” come nel dibattito con Tanenbaum. Torvalds sembra un personaggio equilibrato e complesso. Ha una vita famigliare armoniosa (a differenza degli altri tre) con due gemelle e un terzo marmocchio; la casa è piena di peluche con i cui i tre pargoli possono giocare, ma quasi tutti i peluche sono pinguini come Tux la mascotte di Linux. Torvalds dice sì ad un impresa capitalista come la Transmeta che è innovativa à la Schumpeter e nei cui obiettivi crede. Rifiuta allo stesso tempo un lavoro alla Apple che avrebbe potuto cambiare la storia dell'informatica (o che più semplicemente si sarebbe risolto di lì a breve tempo in una “exit”). Dei tre è il più “evolutivamente” intelligente, nel senso che è in grado di costruire in modo “adattivo” su quello che gli altri (l'”ambiente”) gli offrono (RMS e la FSF con GNU, Intel con i386, Transmeta con il processore Crusoe, Linux Foundation appoggiata da varie corporations poi). Mirando sempre al bene comune che è Linux. Marcin Jakubowski è un personaggio in fieri. Ha poca fiducia nel “vecchio mondo”, ma nella parabola evolutiva della sua vita potrebbe trovare equilibri avanzati, se l'interazione con la cultura e l'economia nordamericane gli aprisse lo spazio interstiziale necessario alla espansione delle sue “vision”. I quattro leader hanno dato vita a movimenti diversi che confluiscono in "sociospatial networks" comuni indipendentemente dalle loro opinioni. Da notare che i leader carismatici, di cui pullula la storia e l'antropologia, sono stati presi in considerazione e attentamente analizzati come ideal-tipo esclusivamente da Max Weber, "the greatest sociologist". Essi mettono in discussione con il loro particolare "individualismo" il modello di una "società" sovraordinata. Senza entrare in discorsi più generali, possiamo limitarci ad esaminare nel caso SOS e HOS la relazione tra questi quattro leader carismatici, la loro socializzazione secondaria, il loro rapporto con i modelli cattedrale e bazaar. Il primo modello ha una logica centralizzata e a priori. Il secondo è decentralizzato con interazioni anche parallele ed è dinamicamente oscillante tra l'ex ante della teoria e l'ex post dell'esperienza (o viceversa). | Di seguito vengono presentati quattro idealtipi di “engineer” à la Thorstein Veblen, di “hacker”, ritenuti dei “guru” e sicuramente dei “leader” (carismatici) ad alto livello. I primi due sono dei libertari (“anarchici”), uno di sinistra (RMS), ed uno di destra (ESR). Uno è un libertario a parole che esplora empiricamente a sinistra la libertà negativa (GPL, Open Access) e a destra la libertà positiva (GNU, Cattedrale). L'altro esplora a sinistra la libertà positiva (Open Software Initiative e Fetchmail) e a destra la libertà negativa (appoggio a G.W.Bush) ma con una maggiore riflessività culturale dal momento che si ritiene un “anthropologist”. Torvalds è una figura enigmatica, che parla poco di sé, ma è in grado di “infiammarsi” come nel dibattito con Tanenbaum. Torvalds sembra un personaggio equilibrato e complesso. Ha una vita famigliare armoniosa (a differenza degli altri tre) con due gemelle e un terzo marmocchio; la casa è piena di peluche con i cui i tre pargoli possono giocare, ma quasi tutti i peluche sono pinguini come Tux la mascotte di Linux. Torvalds dice sì ad un impresa capitalista come la Transmeta che è innovativa à la Schumpeter e nei cui obiettivi crede. Rifiuta allo stesso tempo un lavoro alla Apple che avrebbe potuto cambiare la storia dell'informatica (o che più semplicemente si sarebbe risolto di lì a breve tempo in una “exit”). Dei tre è il più “evolutivamente” intelligente, nel senso che è in grado di costruire in modo “adattivo” su quello che gli altri (l'”ambiente”) gli offrono (RMS e la FSF con GNU, Intel con i386, Transmeta con il processore Crusoe, Linux Foundation appoggiata da varie corporations poi). Mirando sempre al bene comune che è Linux. Marcin Jakubowski è un personaggio in fieri. Ha poca fiducia nel “vecchio mondo”, ma nella parabola evolutiva della sua vita potrebbe trovare equilibri avanzati, se l'interazione con la cultura e l'economia nordamericane gli aprisse lo spazio interstiziale necessario alla espansione delle sue “vision”. I quattro leader hanno dato vita a movimenti diversi che confluiscono in "sociospatial networks" comuni indipendentemente dalle loro opinioni. Da notare che i leader carismatici, di cui pullula la storia e l'antropologia, sono stati presi in considerazione e attentamente analizzati come ideal-tipo esclusivamente da Max Weber, "the greatest sociologist". Essi mettono in discussione con il loro particolare "individualismo" il modello di una "società" sovraordinata. Senza entrare in discorsi più generali, possiamo limitarci ad esaminare nel caso SOS e HOS la relazione tra questi quattro leader carismatici, la loro socializzazione secondaria, il loro rapporto con i modelli cattedrale e bazaar. Il primo modello ha una logica centralizzata e a priori. Il secondo è decentralizzato con interazioni anche parallele ed è dinamicamente oscillante tra l'ex ante della teoria e l'ex post dell'esperienza (o viceversa). | ||
− | ==== | + | ====SOS: Richard M. Stallman e Eric S. Raymond==== |
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|[[Immagine:Tesi02.png|220px|Stack LAMP]] | |[[Immagine:Tesi02.png|220px|Stack LAMP]] | ||
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Questi "stereotipi" di hacker coincidono con quelli visibili dall'Italia. Per ovviare a queste differenze i team internazionali di sviluppo di SOS invitano ad adottare regole minime di stile di programmazione, all'interno delle quali può emergere comunque il carattere individuale dell'hacker. Con questa semplice accortezza possono intrecciarsi i vari caratteri delle culture etniche all'interno della comunità virtuale che sviluppa quel certo progetto SOS. Questo è possibile perchè agiscono molti altri frame che permettono permeabilità e comunicazione. Tra questi sono importanti quelli che riguardano sfere artistiche molto frequentate tra gli hackers quali cartoni animati, fantascienza, le mille sfaccettature della musica pop, il fascino della missione liberatoria e libertaria del SOS, giochi tecnologici quali i trenini elettrici, la sensazione di essere "su un palcoscenico" alla Goffman. Si potrebbe così pensare che venga assemblata una vera "cultura hacker" virtuale, esistente di vita propria sul web. L'intreccio tra cultura hacker madre e sottoculture figlie si può assimilare ad un network culturale (dove arte ed estetica viaggiamo molto unite all'aspetto tecnologico) ed economico insieme, che si intreccia e si sovrappone al classico network politico basato sugli stati-nazione, con tensioni e conflitti ma anche con ricomposizioni ed aggiustamenti interni. L'analisi IEMP di Michael Mann si rivela utile anche nel nuovo scenario mondiale. La capacità di SOS di ricomporre una cultura internazionale unitaria, sostanzialmente pacifica, laica, liberale, capace di esprimersi anche a livello politico, si potrà misurare negli anni della primavera araba, dove Google, gli hacker e la loro cultura, la forte pressione ideale delle "Civil Liberties" di RMS, il web come struttura politica, economica, tecnologica, militare, giocano un ruolo importante. I movimenti laici di sinistra tunisini ed egiziani parlano con i movimenti anticapitalistici USA come “Occupy Wall Street” o gli “Indignados” spagnoli, e si scontrano duramente con le componenti riformiste islamiche. ERS affronta il problema del fondamentalsmo islamico con una feroce polemica contro lo “islamofascismo”, ma studia attentamente le varie correnti dell'islam. RMS invece invita razionalmente alla calma, alla prudenza, alla trattativa pacifica. Ma stranamente il sito personale di RMS (Stallman, 2002), verde, democratico, di sinistra, in cui spicca l'immagine della bandiera americana qui riprodotta, e quello di ESR (Raymond, 2010), libertario di destra, sono molto simili nell'aspetto. Perchè entrambi usano, per comporre la pagina web, puro codice HTML, il linguaggio o meglio il formato di composizione di ogni pagina web, senza fronzoli di alcun tipo, con un risultato estetico arcaico e fortemente minimalista, se non rozzo. La differenza sta nella molto maggiore velocità di composizione della pagina e nel suo più pieno controllo. Con uno sforzo di capacità di padronanza della umile ma complessa tecnologia HTML si ottiene una pagina pulita, robusta, veloce. Ecologia, umiltà, efficienza, servizio robusto, massimo risultato con il minimo impiego di HW e SW, e una certa estetica neo-luddista sono forse il cuore della cultura hacker nordamericana. RMS ha una socializzazione secondaria limitata in quanto, subito dopo gli studi universitari, ha lavorato (con una certa libertà) come programmatore nel laboratorio di AI del MIT di Boston. Ne è uscito non molto tempo dopo per fondare la "sua" FSF e dirigere in stile "cattedrale" i vari gruppi di sviluppo software GNU. RSM non ha dunque esperienza diretta di rapporti di lavoro vissuti all'interno di imprese capitalistiche (così come Marx), e quindi non ha potuto costruire la conseguente socializzazione secondaria in "mercati e gerarchie", socializzazione che può comprendere ovviamente anche forme di "lotta di classe". Non si può dire nemmeno che abbia esperienza diretta di "convenzioni" o di "CoP" (community of pratice, vedi §7.3.6). Il suo approccio quindi è moralistico, platonizzante, sostanzialmente gerarchico, "centralizzato e apriori" come in §4.4.1. ESR ha lavorato invece in convenzioni come Linux, ha esperienza di mercati e gerarchie. Ha sperimentato il modello bazaar di Linux. Al di là delle scelte politiche o personali, è senz'altro più pragmatico, realista, egalitario di RMS. E' la via di transizione tra RMS e Linus Torvalds. | Questi "stereotipi" di hacker coincidono con quelli visibili dall'Italia. Per ovviare a queste differenze i team internazionali di sviluppo di SOS invitano ad adottare regole minime di stile di programmazione, all'interno delle quali può emergere comunque il carattere individuale dell'hacker. Con questa semplice accortezza possono intrecciarsi i vari caratteri delle culture etniche all'interno della comunità virtuale che sviluppa quel certo progetto SOS. Questo è possibile perchè agiscono molti altri frame che permettono permeabilità e comunicazione. Tra questi sono importanti quelli che riguardano sfere artistiche molto frequentate tra gli hackers quali cartoni animati, fantascienza, le mille sfaccettature della musica pop, il fascino della missione liberatoria e libertaria del SOS, giochi tecnologici quali i trenini elettrici, la sensazione di essere "su un palcoscenico" alla Goffman. Si potrebbe così pensare che venga assemblata una vera "cultura hacker" virtuale, esistente di vita propria sul web. L'intreccio tra cultura hacker madre e sottoculture figlie si può assimilare ad un network culturale (dove arte ed estetica viaggiamo molto unite all'aspetto tecnologico) ed economico insieme, che si intreccia e si sovrappone al classico network politico basato sugli stati-nazione, con tensioni e conflitti ma anche con ricomposizioni ed aggiustamenti interni. L'analisi IEMP di Michael Mann si rivela utile anche nel nuovo scenario mondiale. La capacità di SOS di ricomporre una cultura internazionale unitaria, sostanzialmente pacifica, laica, liberale, capace di esprimersi anche a livello politico, si potrà misurare negli anni della primavera araba, dove Google, gli hacker e la loro cultura, la forte pressione ideale delle "Civil Liberties" di RMS, il web come struttura politica, economica, tecnologica, militare, giocano un ruolo importante. I movimenti laici di sinistra tunisini ed egiziani parlano con i movimenti anticapitalistici USA come “Occupy Wall Street” o gli “Indignados” spagnoli, e si scontrano duramente con le componenti riformiste islamiche. ERS affronta il problema del fondamentalsmo islamico con una feroce polemica contro lo “islamofascismo”, ma studia attentamente le varie correnti dell'islam. RMS invece invita razionalmente alla calma, alla prudenza, alla trattativa pacifica. Ma stranamente il sito personale di RMS (Stallman, 2002), verde, democratico, di sinistra, in cui spicca l'immagine della bandiera americana qui riprodotta, e quello di ESR (Raymond, 2010), libertario di destra, sono molto simili nell'aspetto. Perchè entrambi usano, per comporre la pagina web, puro codice HTML, il linguaggio o meglio il formato di composizione di ogni pagina web, senza fronzoli di alcun tipo, con un risultato estetico arcaico e fortemente minimalista, se non rozzo. La differenza sta nella molto maggiore velocità di composizione della pagina e nel suo più pieno controllo. Con uno sforzo di capacità di padronanza della umile ma complessa tecnologia HTML si ottiene una pagina pulita, robusta, veloce. Ecologia, umiltà, efficienza, servizio robusto, massimo risultato con il minimo impiego di HW e SW, e una certa estetica neo-luddista sono forse il cuore della cultura hacker nordamericana. RMS ha una socializzazione secondaria limitata in quanto, subito dopo gli studi universitari, ha lavorato (con una certa libertà) come programmatore nel laboratorio di AI del MIT di Boston. Ne è uscito non molto tempo dopo per fondare la "sua" FSF e dirigere in stile "cattedrale" i vari gruppi di sviluppo software GNU. RSM non ha dunque esperienza diretta di rapporti di lavoro vissuti all'interno di imprese capitalistiche (così come Marx), e quindi non ha potuto costruire la conseguente socializzazione secondaria in "mercati e gerarchie", socializzazione che può comprendere ovviamente anche forme di "lotta di classe". Non si può dire nemmeno che abbia esperienza diretta di "convenzioni" o di "CoP" (community of pratice, vedi §7.3.6). Il suo approccio quindi è moralistico, platonizzante, sostanzialmente gerarchico, "centralizzato e apriori" come in §4.4.1. ESR ha lavorato invece in convenzioni come Linux, ha esperienza di mercati e gerarchie. Ha sperimentato il modello bazaar di Linux. Al di là delle scelte politiche o personali, è senz'altro più pragmatico, realista, egalitario di RMS. E' la via di transizione tra RMS e Linus Torvalds. | ||
− | ==== | + | ====SOS: Linus Torvalds==== |
Poco prima del 2000 Linus Torvalds rifiuta una proposta di lavoro di Steve Jobs della Apple, proprio nel mentre in cui lavora come dipendente alla Transmeta. “That passion to make the right design choice is still what drives Torvalds, even as Linux enters its comfortable middle age...Torvalds has never met Bill Gates, but around 2000, when he was still working at Transmeta, he met Steve Jobs. Jobs invited him to Apple’s Cupertino campus and tried to hire him. “Unix for the biggest user base: that was the pitch,” says Torvalds. The condition: He’d have to drop Linux development. “He wanted me to work at Apple doing non-Linux things,” he said. That was a non-starter for Torvalds. Besides, he hated Mac OS’s Mach kernel. [NdR: l'enfasi è mia] remembers.” (Wired, 2012). A proposito del kernel Mach vedi il dibattito Tanenbaum-Torvalds in §7.2 “Aspetti sociologici– Sociologia della conoscenza”. Su questo importante aspetto delle vicende di Linux e della evoluzione del SOS (la scelta tecnoscientifica di un kernel monolitico, ovvero “the passion to make the right design choice”) si intrecciano le scelte personali di Linus Torvalds, la strategia di marketing della Apple, lo sviluppo di Internet quale noi conosciamo grazie alla proliferazione di tutti i web site basati sullo stack LAMP. Linus Torvalds vanta una socializzazione secondaria ben più ricca di quella di RMS. Come lui ha fatto programmazione e ricerca in un’università. E' entrato in una vera e grande convenzione come Linux con un ruolo di leader autoridotto. Ha conosciuto per anni la gerarchia alla Transmeta ricavandone una suggestiva impressione di geniali innovatori. Sta vivendo nella Linux Foundation un centro focale delle correnti che muovono i mercati dello ICT. Flessibilità, realismo, pragmatismo, leadership dura ma limitata, propensione alla delega, massima decentralizzazione, capacità d vedere scenari futuri ma possibili, queste le sue qualità. L'eccezionale duttilità ed efficacia di Linux illustrate in §4.3, Linux bene comune, ne sono la dimostrazione. | Poco prima del 2000 Linus Torvalds rifiuta una proposta di lavoro di Steve Jobs della Apple, proprio nel mentre in cui lavora come dipendente alla Transmeta. “That passion to make the right design choice is still what drives Torvalds, even as Linux enters its comfortable middle age...Torvalds has never met Bill Gates, but around 2000, when he was still working at Transmeta, he met Steve Jobs. Jobs invited him to Apple’s Cupertino campus and tried to hire him. “Unix for the biggest user base: that was the pitch,” says Torvalds. The condition: He’d have to drop Linux development. “He wanted me to work at Apple doing non-Linux things,” he said. That was a non-starter for Torvalds. Besides, he hated Mac OS’s Mach kernel. [NdR: l'enfasi è mia] remembers.” (Wired, 2012). A proposito del kernel Mach vedi il dibattito Tanenbaum-Torvalds in §7.2 “Aspetti sociologici– Sociologia della conoscenza”. Su questo importante aspetto delle vicende di Linux e della evoluzione del SOS (la scelta tecnoscientifica di un kernel monolitico, ovvero “the passion to make the right design choice”) si intrecciano le scelte personali di Linus Torvalds, la strategia di marketing della Apple, lo sviluppo di Internet quale noi conosciamo grazie alla proliferazione di tutti i web site basati sullo stack LAMP. Linus Torvalds vanta una socializzazione secondaria ben più ricca di quella di RMS. Come lui ha fatto programmazione e ricerca in un’università. E' entrato in una vera e grande convenzione come Linux con un ruolo di leader autoridotto. Ha conosciuto per anni la gerarchia alla Transmeta ricavandone una suggestiva impressione di geniali innovatori. Sta vivendo nella Linux Foundation un centro focale delle correnti che muovono i mercati dello ICT. Flessibilità, realismo, pragmatismo, leadership dura ma limitata, propensione alla delega, massima decentralizzazione, capacità d vedere scenari futuri ma possibili, queste le sue qualità. L'eccezionale duttilità ed efficacia di Linux illustrate in §4.3, Linux bene comune, ne sono la dimostrazione. | ||
− | ==== | + | ====HOS: M.Jakubowski, la ricerca della libertà di OSE==== |
"The Search for Freedom. Are you tired of selling your time only to make money for somebody else, leaving only rare moments and weekends to do what you love (if you have any energy left at that point)? What if you could eliminate the bureaucracy in your life? What if you could end your personal financial contribution to war and keep your money out of the coffers of corporate leaders? We are developing the tools, the networks and community to make technologically modern self-sufficient living possible for everyone [NdR: l'enfasi è mia]. Is it time to begin producing only enough to provide yourself a quality life? Are you ready to divorce yourself from systems that require coercion, injustice, and ecological ruin, while fostering a connection to the land [NdR: l'enfasi è mia] and developing your own true talents? This radical move is increasingly within your reach. Self-sufficient Modern Living: How? Gather a team of 10 or more skilled people who want to live differently, visionary mindset included. This may be the most difficult aspect of making this dream a reality. As more and more people become fully disenchanted with the things they do to make a living in this society, this becomes more doable. Raise the funds to buy a 10 acre plot of land and install an open source personal Fabrication Laboratory (Fab Lab)...." (OSE, 2010). L'obbiettivo di Marcin Jakubowski è dunque quello di "sviluppare le attrezzature, le reti, e le comunità per rendere possibile a chiunque una vita autosufficiente e tecnologicamente moderna". Le reti necessarie per sviluppare sia le attrezzature che le comunità si basano su Internet e lo ICT. Un altro elemento centrale nella visione di Jakubowski è l'obbiettivo di "sviluppare una connessione con la terra". Nella socializzazione secondaria di Jakubowski entrano infatti una attività di studente-ricercatore nelle università americane (come gli altri tre leader) e una attività di lavoro nell'ambito del mercato-gerarchia come tecnologo di manutenzione di impianti nucleari (come Linus Torvalds ha una esperienza nel mercato-gerarchia). Questa esperienza diventa la base della sua proposta tecnologica e organizzativa, nonchè della sua idea di comunità come comunità collegate in rete e tendenzialmente autosufficienti nella strumentazione e nel know-how. Un altro aspetto della esperienza di vita e di lavoro di Jakubowski è la sua attività di "farmer" nel Missouri. Questo implica un aspetto di socializzazione secondaria diverso da quello classico urbano nel mercato-gerarchia. Nell'agricoltura si ha infatti quel rapporto diretto con la natura di cui parla Mann, distinto dal "lavoro" nei gruppi umani organizzati: “The pursuit of almost all our motivational drives, our needs and goals, involves human beings in external relations with nature and other human beings. Human goals require both intervention in nature – a material life in the widest sense – and social cooperation. It is difficult to imagine any of our pursuits or satisfactions occurring without these. Thus, the characteristics of nature and the characteristics of social relations become relevant to, and may indeed structure, motivations. They have emergent properties of their own.” (Mann, 1986:5). Questa consapevolezza spiega il suo obbiettivo di "fostering a connection to the land" e di riconvertire tutta la tecnologia "moderna" a stretti vincoli di sostenibilità ambientale. Un altro punto importante è che le comunità, che nel gergo OSE sono i "global villages", diventano un obiettivo costruttivo in sè, non l'occasione relativamente fluida ed effimera per la costruzione di un "bene comune". Questa connessione con la natura e l'apertura alla "sperimentazione sociale" di Jakubowski lo avvicinano al modello idealtipico di "engineer" di T.Veblen (vedi §4.4). | "The Search for Freedom. Are you tired of selling your time only to make money for somebody else, leaving only rare moments and weekends to do what you love (if you have any energy left at that point)? What if you could eliminate the bureaucracy in your life? What if you could end your personal financial contribution to war and keep your money out of the coffers of corporate leaders? We are developing the tools, the networks and community to make technologically modern self-sufficient living possible for everyone [NdR: l'enfasi è mia]. Is it time to begin producing only enough to provide yourself a quality life? Are you ready to divorce yourself from systems that require coercion, injustice, and ecological ruin, while fostering a connection to the land [NdR: l'enfasi è mia] and developing your own true talents? This radical move is increasingly within your reach. Self-sufficient Modern Living: How? Gather a team of 10 or more skilled people who want to live differently, visionary mindset included. This may be the most difficult aspect of making this dream a reality. As more and more people become fully disenchanted with the things they do to make a living in this society, this becomes more doable. Raise the funds to buy a 10 acre plot of land and install an open source personal Fabrication Laboratory (Fab Lab)...." (OSE, 2010). L'obbiettivo di Marcin Jakubowski è dunque quello di "sviluppare le attrezzature, le reti, e le comunità per rendere possibile a chiunque una vita autosufficiente e tecnologicamente moderna". Le reti necessarie per sviluppare sia le attrezzature che le comunità si basano su Internet e lo ICT. Un altro elemento centrale nella visione di Jakubowski è l'obbiettivo di "sviluppare una connessione con la terra". Nella socializzazione secondaria di Jakubowski entrano infatti una attività di studente-ricercatore nelle università americane (come gli altri tre leader) e una attività di lavoro nell'ambito del mercato-gerarchia come tecnologo di manutenzione di impianti nucleari (come Linus Torvalds ha una esperienza nel mercato-gerarchia). Questa esperienza diventa la base della sua proposta tecnologica e organizzativa, nonchè della sua idea di comunità come comunità collegate in rete e tendenzialmente autosufficienti nella strumentazione e nel know-how. Un altro aspetto della esperienza di vita e di lavoro di Jakubowski è la sua attività di "farmer" nel Missouri. Questo implica un aspetto di socializzazione secondaria diverso da quello classico urbano nel mercato-gerarchia. Nell'agricoltura si ha infatti quel rapporto diretto con la natura di cui parla Mann, distinto dal "lavoro" nei gruppi umani organizzati: “The pursuit of almost all our motivational drives, our needs and goals, involves human beings in external relations with nature and other human beings. Human goals require both intervention in nature – a material life in the widest sense – and social cooperation. It is difficult to imagine any of our pursuits or satisfactions occurring without these. Thus, the characteristics of nature and the characteristics of social relations become relevant to, and may indeed structure, motivations. They have emergent properties of their own.” (Mann, 1986:5). Questa consapevolezza spiega il suo obbiettivo di "fostering a connection to the land" e di riconvertire tutta la tecnologia "moderna" a stretti vincoli di sostenibilità ambientale. Un altro punto importante è che le comunità, che nel gergo OSE sono i "global villages", diventano un obiettivo costruttivo in sè, non l'occasione relativamente fluida ed effimera per la costruzione di un "bene comune". Questa connessione con la natura e l'apertura alla "sperimentazione sociale" di Jakubowski lo avvicinano al modello idealtipico di "engineer" di T.Veblen (vedi §4.4). | ||
− | == | + | ==HOS== |
Verranno esaminati tre casi ritenuti significativi secondo una certa sequenza. Il primo è Fairphone, che produce uno smartphone innovativo e segue un modello organizzativo ibrido, rivolto direttamente agli utenti per gran parte del finanziamento e la pre-vendita via Internet. Il secondo è U-Doo che progetta un tablet pc con componenti tutti Open Source ad esclusione del processore. Il terzo è Open Source Ecology che progetta e sperimenta i prototipi di una nuova tecnologia sostenibile basata su un set di 50 macchine per comunità collegate tra loro (Global Village). Entrambe si basano su progetti e beni open source. L'importanza della prima è la sua grande capacità di raccogliere fondi e di aggregare (via supply chain) organizzazioni che vanno dalle telecom alle fabbriche cinesi secondo una scelta di valori che riguardano il lavoro umano e la gestione delle risorse. La seconda, italiana, si spinge ancor più a fondo nella logica produttiva open source e mira ad un prodotto/bene socialmente strategico quanto lo smartphone volto a favorire la comunicazione urbana e l'ergonomia cognitiva. La terza tenta la costruzione di una nuova tecnologia ecosostenibile provandola da subito in una comunità ad hoc. In tutti e tre i casi si sono sviluppate ampie comunità virtuali di supporto i cui membri hanno le caratteristiche del prosumer. L'innovazione rappresentata da ognuno dei tre casi è cumulativa. OSE si spinge a dichiarare di voler progettare, insieme ad una nuova tecnologia, un nuovo tipo di “economia” e di comunità decentrate e collegate tra loro. | Verranno esaminati tre casi ritenuti significativi secondo una certa sequenza. Il primo è Fairphone, che produce uno smartphone innovativo e segue un modello organizzativo ibrido, rivolto direttamente agli utenti per gran parte del finanziamento e la pre-vendita via Internet. Il secondo è U-Doo che progetta un tablet pc con componenti tutti Open Source ad esclusione del processore. Il terzo è Open Source Ecology che progetta e sperimenta i prototipi di una nuova tecnologia sostenibile basata su un set di 50 macchine per comunità collegate tra loro (Global Village). Entrambe si basano su progetti e beni open source. L'importanza della prima è la sua grande capacità di raccogliere fondi e di aggregare (via supply chain) organizzazioni che vanno dalle telecom alle fabbriche cinesi secondo una scelta di valori che riguardano il lavoro umano e la gestione delle risorse. La seconda, italiana, si spinge ancor più a fondo nella logica produttiva open source e mira ad un prodotto/bene socialmente strategico quanto lo smartphone volto a favorire la comunicazione urbana e l'ergonomia cognitiva. La terza tenta la costruzione di una nuova tecnologia ecosostenibile provandola da subito in una comunità ad hoc. In tutti e tre i casi si sono sviluppate ampie comunità virtuali di supporto i cui membri hanno le caratteristiche del prosumer. L'innovazione rappresentata da ognuno dei tre casi è cumulativa. OSE si spinge a dichiarare di voler progettare, insieme ad una nuova tecnologia, un nuovo tipo di “economia” e di comunità decentrate e collegate tra loro. | ||
− | === | + | ===I Makers=== |
A Sommerville nel Massachusetts si trova uno spazio di lavoro comune, fornito di attrezzature e locali che si possono affittare per costruire i propri prototipi o studiare i propri progetti. L’Artisan’s Asylum è un modello economicamente in attivo: paga uno staff fisso di 4 persone, più di 2000 dollari al mese solo di energia elettrica e l’affitto dei locali. Questo è possibile grazie ad una community di più di 80 volontari e oltre 250 soci che la vivono, la partecipano, la creano e la trasformano day by day, attraverso un ciclo di informazione, comunicazione, conoscenza via “learning by doing”, definibile anche come il "situated learning" delle "Communities of Practice" di Jean Lave ed Etienne Wenger (vedi §7.3.6). Molly Rubinstein sostiene che questo makerspace sia “più uno spazio culturale che un posto dove vieni per usare una macchina per un’ora e poi te ne vai”. E’ un capannone enorme, zeppo di attrezzature: saldatori, stampanti 3D, macchine CNC, laser cut, macchine da cucire, presse, stampanti serigrafiche e tanto altro. Le stesse macchine sono state donate da varie aziende manifatturiere, che le hanno dismesse o hanno chiuso a causa della crisi, e vengono usate da tutti i membri. Si possono avere un tot di ingressi liberi al mese o affittare spazi fissi, anche con una carta 24/7 (24 ore su 24 per 7 giorni la settimana). Il proprio spazio, in questo caso, non è un semplice desk ma una piccola bottega, nel senso rinascimentale del termine, dove si può fare, lavorare, lasciare le proprie cose, i propri manufatti ed attrezzi. Se si compra un macchinario nuovo e lo si mette a disposizione della comunità, la propria rata mensile, comprensiva già dell’utilizzo di tutti gli apparecchi e facilities dell’hackerspace, viene diminuita. Si può anche solo affittare un pallet dove stoccare la propria roba, o un box o un terzo di box. Gli abitanti di questo luogo quasi immaginifico sono altrettanto fantasiosi: dall’artigiano di gioielli, agli smanettoni di Arduino, la scheda elettronica Open Source italiana, al fabbricante di birre artigianali, alla biologa che progetta giardini da tavolo. Dai Digital Maker alla Bike Gang che ripara e inventa biciclette, agli artisti di musica elettronica, che una volta alla settimana fanno un concerto nella sala formazione. Spesso collaborano tra di loro, ma soprattutto collaborano alla costruzione collettiva di una comunità, che ha gradualmente modificato e ampliato i propri spazi e le proprie funzioni in base alle proprie esigenze e competenze. Così, in questo enorme “distretto artigianale” vengono tenuti oltre 150 corsi di formazione al mese, dall’autoproduzione di strumenti musicali a corsi di business model per makers, da corsi di saldatura e lavorazione metalli a quelli per CAD/CAM e riparazione biciclette. Un universo di sapere e di saperi. Le chiavi del successo dell’Artisan’s Asylum sono 3, e sono quelle che stanno alla base della filosofia dei makerspace: combinare macchinari e tecnologie della manifattura, la community e la formazione, con l’intento di consentire ai membri di tale comunità di apprendere e combinare design e prototipazione per creare manufatti e prodotti che non avrebbero potuto creare con le risorse disponibili a loro singolarmente. Dalla relazione di Francesca Mazzocchi della CNA Toscana (Confederazione Nazionale Artigiani) da Boston, 6 novembre 2012: “E’ sicuramente su questi elementi che dobbiamo imperniare un possibile modello di trasferimento di queste esperienze nei nostri territori. Strumenti, educazione e comunità: la loro sommatoria è qualcosa di molto più grande e di valore della somma delle funzioni delle singole parti. Un’altra forma di intelligenza collettiva. Interrogandomi sul modello, pensando a quando tornerò a casa, credo che le sfide da cogliere, soprattutto in territori che non abbiano già visto la nascita di FabLab, siano due: partire dal basso rintracciando e collettando la community e capire come il tessuto diffuso delle piccole imprese artigianali, più o meno strutturate, possano far proprio questo modello di collaborazione, di produzione e di sviluppo.” (Mazzocchi, 2012). Il Fabrication Laboratory (FabLab) qui esemplificato è uno dei tasselli del mosaico OSE. | A Sommerville nel Massachusetts si trova uno spazio di lavoro comune, fornito di attrezzature e locali che si possono affittare per costruire i propri prototipi o studiare i propri progetti. L’Artisan’s Asylum è un modello economicamente in attivo: paga uno staff fisso di 4 persone, più di 2000 dollari al mese solo di energia elettrica e l’affitto dei locali. Questo è possibile grazie ad una community di più di 80 volontari e oltre 250 soci che la vivono, la partecipano, la creano e la trasformano day by day, attraverso un ciclo di informazione, comunicazione, conoscenza via “learning by doing”, definibile anche come il "situated learning" delle "Communities of Practice" di Jean Lave ed Etienne Wenger (vedi §7.3.6). Molly Rubinstein sostiene che questo makerspace sia “più uno spazio culturale che un posto dove vieni per usare una macchina per un’ora e poi te ne vai”. E’ un capannone enorme, zeppo di attrezzature: saldatori, stampanti 3D, macchine CNC, laser cut, macchine da cucire, presse, stampanti serigrafiche e tanto altro. Le stesse macchine sono state donate da varie aziende manifatturiere, che le hanno dismesse o hanno chiuso a causa della crisi, e vengono usate da tutti i membri. Si possono avere un tot di ingressi liberi al mese o affittare spazi fissi, anche con una carta 24/7 (24 ore su 24 per 7 giorni la settimana). Il proprio spazio, in questo caso, non è un semplice desk ma una piccola bottega, nel senso rinascimentale del termine, dove si può fare, lavorare, lasciare le proprie cose, i propri manufatti ed attrezzi. Se si compra un macchinario nuovo e lo si mette a disposizione della comunità, la propria rata mensile, comprensiva già dell’utilizzo di tutti gli apparecchi e facilities dell’hackerspace, viene diminuita. Si può anche solo affittare un pallet dove stoccare la propria roba, o un box o un terzo di box. Gli abitanti di questo luogo quasi immaginifico sono altrettanto fantasiosi: dall’artigiano di gioielli, agli smanettoni di Arduino, la scheda elettronica Open Source italiana, al fabbricante di birre artigianali, alla biologa che progetta giardini da tavolo. Dai Digital Maker alla Bike Gang che ripara e inventa biciclette, agli artisti di musica elettronica, che una volta alla settimana fanno un concerto nella sala formazione. Spesso collaborano tra di loro, ma soprattutto collaborano alla costruzione collettiva di una comunità, che ha gradualmente modificato e ampliato i propri spazi e le proprie funzioni in base alle proprie esigenze e competenze. Così, in questo enorme “distretto artigianale” vengono tenuti oltre 150 corsi di formazione al mese, dall’autoproduzione di strumenti musicali a corsi di business model per makers, da corsi di saldatura e lavorazione metalli a quelli per CAD/CAM e riparazione biciclette. Un universo di sapere e di saperi. Le chiavi del successo dell’Artisan’s Asylum sono 3, e sono quelle che stanno alla base della filosofia dei makerspace: combinare macchinari e tecnologie della manifattura, la community e la formazione, con l’intento di consentire ai membri di tale comunità di apprendere e combinare design e prototipazione per creare manufatti e prodotti che non avrebbero potuto creare con le risorse disponibili a loro singolarmente. Dalla relazione di Francesca Mazzocchi della CNA Toscana (Confederazione Nazionale Artigiani) da Boston, 6 novembre 2012: “E’ sicuramente su questi elementi che dobbiamo imperniare un possibile modello di trasferimento di queste esperienze nei nostri territori. Strumenti, educazione e comunità: la loro sommatoria è qualcosa di molto più grande e di valore della somma delle funzioni delle singole parti. Un’altra forma di intelligenza collettiva. Interrogandomi sul modello, pensando a quando tornerò a casa, credo che le sfide da cogliere, soprattutto in territori che non abbiano già visto la nascita di FabLab, siano due: partire dal basso rintracciando e collettando la community e capire come il tessuto diffuso delle piccole imprese artigianali, più o meno strutturate, possano far proprio questo modello di collaborazione, di produzione e di sviluppo.” (Mazzocchi, 2012). Il Fabrication Laboratory (FabLab) qui esemplificato è uno dei tasselli del mosaico OSE. | ||
− | === | + | ===Fairphone=== |
Una start-up olandese sta cercando di fare ciò che nessun produttore di smartphone ha ancora fatto - fare una versione "commercio equo" di un telefono cellulare. La forte squadra di sette persone a FairPhone vuole trovare fornitori impegnati ad usare le migliori condizioni di lavoro per i loro dipendenti, e poi pubblicare i dettagli su tutto ciò che è andato a comporre il telefono, da dove si sono estratti i minerali utilizzati alle informazioni sulle fabbriche cinesi che fanno l'assemblaggio. "Abbiamo iniziato questo progetto per essere in grado di migliorare la catena di approvvigionamento", dice il fondatore Bas van Abel, del suo ambizioso progetto. La catena di approvvigionamento per l'industria elettronica si estende in tutto il mondo. Grazie a fattori quali i pericoli insiti in attività estrattive e manifatturiere o di interessi proprietari di marchi “a mantenere i loro segreti tecnologici”, la catena di approvvigionamento è spesso criticata, talvolta per l'inquinamento, tal'altra per lo sfruttamento e quasi sempre per la complessità e la segretezza. van Abel lavora in Amsterdam come product designer e si focalizza nel chiedere alle persone di pensare a come sono fatte le cose che utilizzano. Tre anni fa ha deciso che il modo migliore per portare quel cambiamento all'elettronica sarebbe quello di avviare una società di produzione. "Abbiamo scelto di essere dentro il sistema per essere in grado di guidare il cambiamento facendo parte di quel sistema," dice. I consumatori raramente "capiscono l'intera complessità," aggiunge. "Ecco la storia. Con l'aiuto di uno specialista nel lancio di nuove imprese, Bethnal Green Ventures a Londra, e 400.000€ da un finanziatore privato, il gruppo – le cui competenze variano dalla produzione e commercializzazione allo sviluppo sostenibile - ha messo a punto un concetto di telefono cellulare che lancerà come telefono reale quest'anno. Esso sarà in vendita a 325 € al lordo delle imposte." (Fairphone, 2013) La maggior parte saranno venduti attraverso il suo sito web, ma van Abel dice che il gruppo olandese di telecomunicazioni KPN ha firmato fino ad acquistare parte della prima quota di 20.000 telefoni con OS Android e altri operatori leader hanno espresso interesse. FairPhone ha un'etica che viene dal movimento del commercio equo e solidale che ha dato ai consumatori la possibilità di acquistare beni come il caffè da fornitori che soddisfano standard elevati per i diritti del lavoro e la sostenibilità. Per esempio, il telefono è stato progettato per essere facilmente riciclabile o riparato, e può assumere due schede SIM in modo che gli utenti con più di un numero possono usare un unico apparecchio. "Stimolato in gran parte dalla pubblicità su una serie di suicidi tra i lavoratori presso il fornitore principale di Apple, Foxconn, i consumatori stanno spingendo le aziende tech per rendere le loro catene di approvvigionamento più trasparenti [NdR: l'enfasi è mia]; (vedi §3.5.3 sulla Samsung della Korea del Sud). Apple ha reso pubblici i suoi principali fornitori, e ha iniziato la pubblicazione di audit di alcuni siti Foxconn per mostrare se soddisfano determinati standard di lavoro e di sostenibilità." (Fairphone, 2013) Ma le marche di elettronica combattono ancora per sorvegliare le loro catene di approvvigionamento. Boy Lüthje, visiting professor alla Sun Yat-sen University di Guangzhou, che ha studiato la produzione cinese, sottolinea che ogni gadget utilizza centinaia di piccoli pezzi, tutti realizzati con materiali diversi lavorati nelle fabbriche di tutto il mondo. A causa di ciò finora, dice, "non c'è una cosa come il commercio equo o la produzione rispettosa del lavoro in elettronica". Per quanto riguarda il telefono, van Abel ammette che la complessità della catena di fornitori, "non permette di avere un telefono al 100 per cento 'equo'" (Fairphone, 2013). Farsi coinvolgere, anche in piccola parte, nell'estrazione di minerali dall'Africa e assemblare il portatile in Cina, significa dimostrare ai fornitori che c'è un mercato per i componenti elettronici prodotti in modo equo e sostenibile. FairPhone sta anche cercando di ripensare le relazioni con i fornitori, dice Sean Ansett, un ex direttore aziendale di Burberry, che sta lavorando sulle operazioni di fabbricazione di FairPhone. FairPhone vuole evitare di cambiare fornitori frequentemente o di modificare gli ordini a produzione avviata, che, pur essendo un fatto comune nella produzione conto terzi, mette pressione sui lavoratori e può dissuadere le società ad investire per migliorare il piano di fabbrica. La start-up, van Abel riconosce, può fare questo in parte perché non è sotto pressione da parte degli azionisti ed è così piccolo che può contare su un minor numero di fabbriche. Alla fine comunque spera che il suo modello sarà un esempio per gli altri. Elettronica del commercio equo, dice, "è un movimento in fieri, invece di qualcosa che è ormai raggiunto" (Fairphone, 2013). Da sottolineare come l'informazione sulla Foxconn si diffonda globalmente e venga tenuta presente nei piani economici del team olandese, che cerca di definire nuovi percorsi alternativi nel campo della cultura manageriale per avere un “supply chain” equo e sostenibile, una organizzazione libera dalle pressioni pro-profitto degli azionisti, un rapporto diretto con gli utenti che pagando in anticipo (come ai concerti di musica pop) finanziano l'impresa. Questo caso è importante perchè ha funzionato. La Fairphone si era garantita una prevendita di telefoni dalle Telecom ed un buon finanziamento iniziale da privati. Ma il “crowd funding” via Internet le ha garantito 1.6 milioni di euro, con 6200 telefoni venduti ed una comunità di 29.000 supporter. Con riferimento alle tipologie dell'azione sociale weberiane, possiamo avanzare l'ipotesi che il successo dipenda dal fatto che l'agente Fairphone sia caratterizzato allo stesso tempo da una azione razionale rispetto allo scopo (profittabilità e soddisfazione di tutti gli stakeholders come utenti, comunità, fornitori, azionisti, telecom), da una azione razionale rispetto al valore (supply chain equa e sostenibile), da un'azione determinata affettivamente (empatia verso i minatori della Repubblica Democratica del Congo o i lavoratori cinesi), e da una azione tradizionale (rispetto delle regole di mercato come tradizione plurisecolare) (Bagnasco et al, 2007:81). | Una start-up olandese sta cercando di fare ciò che nessun produttore di smartphone ha ancora fatto - fare una versione "commercio equo" di un telefono cellulare. La forte squadra di sette persone a FairPhone vuole trovare fornitori impegnati ad usare le migliori condizioni di lavoro per i loro dipendenti, e poi pubblicare i dettagli su tutto ciò che è andato a comporre il telefono, da dove si sono estratti i minerali utilizzati alle informazioni sulle fabbriche cinesi che fanno l'assemblaggio. "Abbiamo iniziato questo progetto per essere in grado di migliorare la catena di approvvigionamento", dice il fondatore Bas van Abel, del suo ambizioso progetto. La catena di approvvigionamento per l'industria elettronica si estende in tutto il mondo. Grazie a fattori quali i pericoli insiti in attività estrattive e manifatturiere o di interessi proprietari di marchi “a mantenere i loro segreti tecnologici”, la catena di approvvigionamento è spesso criticata, talvolta per l'inquinamento, tal'altra per lo sfruttamento e quasi sempre per la complessità e la segretezza. van Abel lavora in Amsterdam come product designer e si focalizza nel chiedere alle persone di pensare a come sono fatte le cose che utilizzano. Tre anni fa ha deciso che il modo migliore per portare quel cambiamento all'elettronica sarebbe quello di avviare una società di produzione. "Abbiamo scelto di essere dentro il sistema per essere in grado di guidare il cambiamento facendo parte di quel sistema," dice. I consumatori raramente "capiscono l'intera complessità," aggiunge. "Ecco la storia. Con l'aiuto di uno specialista nel lancio di nuove imprese, Bethnal Green Ventures a Londra, e 400.000€ da un finanziatore privato, il gruppo – le cui competenze variano dalla produzione e commercializzazione allo sviluppo sostenibile - ha messo a punto un concetto di telefono cellulare che lancerà come telefono reale quest'anno. Esso sarà in vendita a 325 € al lordo delle imposte." (Fairphone, 2013) La maggior parte saranno venduti attraverso il suo sito web, ma van Abel dice che il gruppo olandese di telecomunicazioni KPN ha firmato fino ad acquistare parte della prima quota di 20.000 telefoni con OS Android e altri operatori leader hanno espresso interesse. FairPhone ha un'etica che viene dal movimento del commercio equo e solidale che ha dato ai consumatori la possibilità di acquistare beni come il caffè da fornitori che soddisfano standard elevati per i diritti del lavoro e la sostenibilità. Per esempio, il telefono è stato progettato per essere facilmente riciclabile o riparato, e può assumere due schede SIM in modo che gli utenti con più di un numero possono usare un unico apparecchio. "Stimolato in gran parte dalla pubblicità su una serie di suicidi tra i lavoratori presso il fornitore principale di Apple, Foxconn, i consumatori stanno spingendo le aziende tech per rendere le loro catene di approvvigionamento più trasparenti [NdR: l'enfasi è mia]; (vedi §3.5.3 sulla Samsung della Korea del Sud). Apple ha reso pubblici i suoi principali fornitori, e ha iniziato la pubblicazione di audit di alcuni siti Foxconn per mostrare se soddisfano determinati standard di lavoro e di sostenibilità." (Fairphone, 2013) Ma le marche di elettronica combattono ancora per sorvegliare le loro catene di approvvigionamento. Boy Lüthje, visiting professor alla Sun Yat-sen University di Guangzhou, che ha studiato la produzione cinese, sottolinea che ogni gadget utilizza centinaia di piccoli pezzi, tutti realizzati con materiali diversi lavorati nelle fabbriche di tutto il mondo. A causa di ciò finora, dice, "non c'è una cosa come il commercio equo o la produzione rispettosa del lavoro in elettronica". Per quanto riguarda il telefono, van Abel ammette che la complessità della catena di fornitori, "non permette di avere un telefono al 100 per cento 'equo'" (Fairphone, 2013). Farsi coinvolgere, anche in piccola parte, nell'estrazione di minerali dall'Africa e assemblare il portatile in Cina, significa dimostrare ai fornitori che c'è un mercato per i componenti elettronici prodotti in modo equo e sostenibile. FairPhone sta anche cercando di ripensare le relazioni con i fornitori, dice Sean Ansett, un ex direttore aziendale di Burberry, che sta lavorando sulle operazioni di fabbricazione di FairPhone. FairPhone vuole evitare di cambiare fornitori frequentemente o di modificare gli ordini a produzione avviata, che, pur essendo un fatto comune nella produzione conto terzi, mette pressione sui lavoratori e può dissuadere le società ad investire per migliorare il piano di fabbrica. La start-up, van Abel riconosce, può fare questo in parte perché non è sotto pressione da parte degli azionisti ed è così piccolo che può contare su un minor numero di fabbriche. Alla fine comunque spera che il suo modello sarà un esempio per gli altri. Elettronica del commercio equo, dice, "è un movimento in fieri, invece di qualcosa che è ormai raggiunto" (Fairphone, 2013). Da sottolineare come l'informazione sulla Foxconn si diffonda globalmente e venga tenuta presente nei piani economici del team olandese, che cerca di definire nuovi percorsi alternativi nel campo della cultura manageriale per avere un “supply chain” equo e sostenibile, una organizzazione libera dalle pressioni pro-profitto degli azionisti, un rapporto diretto con gli utenti che pagando in anticipo (come ai concerti di musica pop) finanziano l'impresa. Questo caso è importante perchè ha funzionato. La Fairphone si era garantita una prevendita di telefoni dalle Telecom ed un buon finanziamento iniziale da privati. Ma il “crowd funding” via Internet le ha garantito 1.6 milioni di euro, con 6200 telefoni venduti ed una comunità di 29.000 supporter. Con riferimento alle tipologie dell'azione sociale weberiane, possiamo avanzare l'ipotesi che il successo dipenda dal fatto che l'agente Fairphone sia caratterizzato allo stesso tempo da una azione razionale rispetto allo scopo (profittabilità e soddisfazione di tutti gli stakeholders come utenti, comunità, fornitori, azionisti, telecom), da una azione razionale rispetto al valore (supply chain equa e sostenibile), da un'azione determinata affettivamente (empatia verso i minatori della Repubblica Democratica del Congo o i lavoratori cinesi), e da una azione tradizionale (rispetto delle regole di mercato come tradizione plurisecolare) (Bagnasco et al, 2007:81). | ||
− | === | + | ===UDOO=== |
E' un piccolo computer con componenti elettroniche Open Source (o Open Hardware), tranne il processore ARM. Le componenti principali “open” sono la scheda madre che è un Open Hardware italiano, ARDUINO, e i sistemi operativi Linux Ubuntu (versione Libaro) e Android (Google), entrambi Open Source. UDOO ha base nei pressi di Boston (MA, USA). Il computer ha varie possibili configurazioni con un costo da 99$ a 199$. Grazie ad una sottoscrizione di fondi su Internet (“crowd funding”) ha raccolto in tre mesi, dal 9 aprile al 8 giugno 2013, 641,614$ da 4172 sottoscrittori/compratori. La raccolta fondi è stata gestita da Kickstarter.com, specializzata nel lancio di progetti artistici e performance musicali. (UDOO, 2013). Il computer mira al supporto del design elettronico e creativo, la “Internet of Things”. Cioè è uno strumento di sviluppo di hardware e software per progetti DIY, giochi, costruzione di prototipi, interfacce di comunicazione urbane. UDOO è stata cofinanziata da SECO (italiana, elettronica) e da AIDILAB (italiana, università di Siena, interfacce uomo/macchina, vedi §8.5 sull'ergonomia cognitiva). | E' un piccolo computer con componenti elettroniche Open Source (o Open Hardware), tranne il processore ARM. Le componenti principali “open” sono la scheda madre che è un Open Hardware italiano, ARDUINO, e i sistemi operativi Linux Ubuntu (versione Libaro) e Android (Google), entrambi Open Source. UDOO ha base nei pressi di Boston (MA, USA). Il computer ha varie possibili configurazioni con un costo da 99$ a 199$. Grazie ad una sottoscrizione di fondi su Internet (“crowd funding”) ha raccolto in tre mesi, dal 9 aprile al 8 giugno 2013, 641,614$ da 4172 sottoscrittori/compratori. La raccolta fondi è stata gestita da Kickstarter.com, specializzata nel lancio di progetti artistici e performance musicali. (UDOO, 2013). Il computer mira al supporto del design elettronico e creativo, la “Internet of Things”. Cioè è uno strumento di sviluppo di hardware e software per progetti DIY, giochi, costruzione di prototipi, interfacce di comunicazione urbane. UDOO è stata cofinanziata da SECO (italiana, elettronica) e da AIDILAB (italiana, università di Siena, interfacce uomo/macchina, vedi §8.5 sull'ergonomia cognitiva). | ||
− | === | + | ===Open Source Ecology=== |
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|[[Immagine:Tesi15.jpg|500px|Stack LAMP]] | |[[Immagine:Tesi15.jpg|500px|Stack LAMP]] | ||
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OSE contiene un progetto di un nuovo tipo di civilizzazione, una civiltà rispettosa dell'ambiente. Questo è un abbozzo di un generale programma politico in senso ecologista | OSE contiene un progetto di un nuovo tipo di civilizzazione, una civiltà rispettosa dell'ambiente. Questo è un abbozzo di un generale programma politico in senso ecologista | ||
Open Source Ecology si può quindi leggere anche come Open Source Economy. Come il SOS, preso esplicitamente a modello (OSE, 2003), fornisce a chiunque in rete la piena disponibilità dei progetti, dei video di costruzione/montaggio, dell'assistenza gratuita 24/7 via Internet. Marcin Jakubowski ha un PhD in fisica sulle energie da fusione, ha lavorato come tecnologo nel ramo dell'energia nucleare, lascia una attività che per lui non affronta i veri problemi del mondo e compra una fattoria nel Missouri dedicandosi alla agricoltura. Fonda OSE nel 2003. Nasce una comunità sullo stile SOS e con essa il progetto di costruire un set di 50 macchine ritenute necessarie per la costruzione di un villaggio ecologico autosufficiente globale, cioè in grado di comunicare e connettersi con gli altri villaggi affini, il Global Village Construction Set, che viene così definito: “The Global Village Construction Set (GVCS) is a modular, DIY, low-cost, high-performance platform that allows for the easy fabrication of the 50 different Industrial Machines that it takes to build a small, sustainable civilization with modern comforts.” (OSE, 2013). Sono le macchine di un possibile villaggio agro-industriale che vede nella terra e nella gestione ecologica e sostenibile delle sue risorse il fattore primario di una necessaria transizione ad un diverso tipo di società. La prima macchina costruita assieme al suo motore idraulico non inquinante è un trattore. La sua storia è riassunta in un breve video di tre minuti (OSE, 2003). I metodi organizzativi usati da OSE, quali varie metodologie avanzate del Software come Extreme Programming, Scrum, Lean Production e altre, si possono estendere a qualsiasi progetto nella vita reale. | Open Source Ecology si può quindi leggere anche come Open Source Economy. Come il SOS, preso esplicitamente a modello (OSE, 2003), fornisce a chiunque in rete la piena disponibilità dei progetti, dei video di costruzione/montaggio, dell'assistenza gratuita 24/7 via Internet. Marcin Jakubowski ha un PhD in fisica sulle energie da fusione, ha lavorato come tecnologo nel ramo dell'energia nucleare, lascia una attività che per lui non affronta i veri problemi del mondo e compra una fattoria nel Missouri dedicandosi alla agricoltura. Fonda OSE nel 2003. Nasce una comunità sullo stile SOS e con essa il progetto di costruire un set di 50 macchine ritenute necessarie per la costruzione di un villaggio ecologico autosufficiente globale, cioè in grado di comunicare e connettersi con gli altri villaggi affini, il Global Village Construction Set, che viene così definito: “The Global Village Construction Set (GVCS) is a modular, DIY, low-cost, high-performance platform that allows for the easy fabrication of the 50 different Industrial Machines that it takes to build a small, sustainable civilization with modern comforts.” (OSE, 2013). Sono le macchine di un possibile villaggio agro-industriale che vede nella terra e nella gestione ecologica e sostenibile delle sue risorse il fattore primario di una necessaria transizione ad un diverso tipo di società. La prima macchina costruita assieme al suo motore idraulico non inquinante è un trattore. La sua storia è riassunta in un breve video di tre minuti (OSE, 2003). I metodi organizzativi usati da OSE, quali varie metodologie avanzate del Software come Extreme Programming, Scrum, Lean Production e altre, si possono estendere a qualsiasi progetto nella vita reale. | ||
− | ==== | + | ====Le caratteristiche di OSE==== |
Riduzione della complessità, efficienza, equilibrazione della divisione del lavoro: “Ognuna di queste macchine si basa su altre macchine, affinché possa esistere. Riducendo questa complessa rete di macchine, interdipendenti tra loro, ad un sistema chiuso, semplice, riproducibile, si ottengono queste...” (OSE Italia, 2012) | Riduzione della complessità, efficienza, equilibrazione della divisione del lavoro: “Ognuna di queste macchine si basa su altre macchine, affinché possa esistere. Riducendo questa complessa rete di macchine, interdipendenti tra loro, ad un sistema chiuso, semplice, riproducibile, si ottengono queste...” (OSE Italia, 2012) | ||
Le macchine sono mirate su precisi e chiari valori di armonia con l'ambiente naturale e di sviluppo umano sostenibile: “Il GVCS riduce le barriere economiche per intraprendere un'attività agricola, edile, o manifatturiera. Può essere immaginato come un insieme di strumenti modulari in stile Lego, a dimensioni reali, capaci di sviluppare intere economie; sia in zone rurali, sia nella ripianificazione urbana, come pure nel contesto dei paesi emergenti | Le macchine sono mirate su precisi e chiari valori di armonia con l'ambiente naturale e di sviluppo umano sostenibile: “Il GVCS riduce le barriere economiche per intraprendere un'attività agricola, edile, o manifatturiera. Può essere immaginato come un insieme di strumenti modulari in stile Lego, a dimensioni reali, capaci di sviluppare intere economie; sia in zone rurali, sia nella ripianificazione urbana, come pure nel contesto dei paesi emergenti | ||
Open Source, Basso Costo (rapporto 1 a 8 con le altre macchine industriali), Modulare, Pratico per gli utenti che possono smontare e montare le macchine, Fai Da Te, Produzione Circolare con riciclo dei metalli, Alto rendimento tale da eguagliare la produzione “tradizionale”, Produzione flessibile e decentralizzata, Economie distributive secondo i principi della Open Business Economy | Open Source, Basso Costo (rapporto 1 a 8 con le altre macchine industriali), Modulare, Pratico per gli utenti che possono smontare e montare le macchine, Fai Da Te, Produzione Circolare con riciclo dei metalli, Alto rendimento tale da eguagliare la produzione “tradizionale”, Produzione flessibile e decentralizzata, Economie distributive secondo i principi della Open Business Economy | ||
Per capirne gli obiettivi e la cultura è doveroso riportare la loro autodefinizione: “We are farmer scientists - working to develop a world class research center for decentralization technologies using open source permaculture and technology to work together for providing basic needs and self replicating the entire operation at the cost of scrap metal. We seek societal transformation through interconnected self-sufficient villages and homes. This is a stepping stone to transcending survival and evolving to freedom." (OSE, 2010). "Factor e Farm is the land-based facility where we put this theory, Open Source Ecology, into practice.” (OSE, 2009). OSE sta raccogliendo consistenti finanziamenti, ha vinto il primo premio per la conferenza di Feast a NYC nel settembre 2013, ha costruito 16 prototipi delle 50 macchine previste per il GVCS, e fabbricato in totale 64 macchine, alcune delle quali sono state portate rapidamente a versioni successive. Uno degli elementi fondamentali della organizzazione OSE è il “personal open source Fabrication Laboratory “ (FabLab). Di recente OSE si è data una struttura stabile: “We have batches of good news to share about what’s going on with Open Source Ecology. The most important news of all, as a foundation for everything else, has to be our bringing on board a full-time core team, including our Operations Manager, Katie Whitman; our Product Lead, Gary De Mercurio; our Technical Community Manager, Audrey Rampone; and our Documentation Manager, Rob Kirk.“. “Katie capped her naval career with a two-year tour serving at the Pentagon’s Chief of Naval Operations, Current Operations and Plans Directorate, while she simultaneously earned a degree from the George Washington University School of Business.”. “Raised in rural Indiana, Gary graduated from Indiana University, where he studied psychology and criminal justice before joining the United States Marine Corps. Subsequently, Gary worked at Sikorsky Aerospace, where he served first as a program manager and then as a quality engineer; ran multiple international facilities in Europe, resolving supplier issues; and finally returned to the U.S. to work with an experimental flight program. ”. “Audrey was born in Little Rock, Arkansas. She received her commission through the Air Force ROTC program at the University of Missouri-Columbia in 1999 as an Aircraft Maintenance Officer. She worked in logistics and acquisition for GPS programs, and she served as the Lead Program Manager for a NATO logistics and sustainment partnership. “. (OSE, 2013). Questi brevi curricula vitae di tre membri del core team di OSE illustrano una frase di Marcin Jakubowski: “Government workers are leaving town as they have no more problems left to solve or create... “ (OSE, 2010). | Per capirne gli obiettivi e la cultura è doveroso riportare la loro autodefinizione: “We are farmer scientists - working to develop a world class research center for decentralization technologies using open source permaculture and technology to work together for providing basic needs and self replicating the entire operation at the cost of scrap metal. We seek societal transformation through interconnected self-sufficient villages and homes. This is a stepping stone to transcending survival and evolving to freedom." (OSE, 2010). "Factor e Farm is the land-based facility where we put this theory, Open Source Ecology, into practice.” (OSE, 2009). OSE sta raccogliendo consistenti finanziamenti, ha vinto il primo premio per la conferenza di Feast a NYC nel settembre 2013, ha costruito 16 prototipi delle 50 macchine previste per il GVCS, e fabbricato in totale 64 macchine, alcune delle quali sono state portate rapidamente a versioni successive. Uno degli elementi fondamentali della organizzazione OSE è il “personal open source Fabrication Laboratory “ (FabLab). Di recente OSE si è data una struttura stabile: “We have batches of good news to share about what’s going on with Open Source Ecology. The most important news of all, as a foundation for everything else, has to be our bringing on board a full-time core team, including our Operations Manager, Katie Whitman; our Product Lead, Gary De Mercurio; our Technical Community Manager, Audrey Rampone; and our Documentation Manager, Rob Kirk.“. “Katie capped her naval career with a two-year tour serving at the Pentagon’s Chief of Naval Operations, Current Operations and Plans Directorate, while she simultaneously earned a degree from the George Washington University School of Business.”. “Raised in rural Indiana, Gary graduated from Indiana University, where he studied psychology and criminal justice before joining the United States Marine Corps. Subsequently, Gary worked at Sikorsky Aerospace, where he served first as a program manager and then as a quality engineer; ran multiple international facilities in Europe, resolving supplier issues; and finally returned to the U.S. to work with an experimental flight program. ”. “Audrey was born in Little Rock, Arkansas. She received her commission through the Air Force ROTC program at the University of Missouri-Columbia in 1999 as an Aircraft Maintenance Officer. She worked in logistics and acquisition for GPS programs, and she served as the Lead Program Manager for a NATO logistics and sustainment partnership. “. (OSE, 2013). Questi brevi curricula vitae di tre membri del core team di OSE illustrano una frase di Marcin Jakubowski: “Government workers are leaving town as they have no more problems left to solve or create... “ (OSE, 2010). | ||
− | ==== | + | ====Pregi e Difetti==== |
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|[[Immagine:Tesi07.png|450px|OSE Factor e Farm]] | |[[Immagine:Tesi07.png|450px|OSE Factor e Farm]] | ||
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OSE US mira alla costruzione di un prototipo di GVCS. Si tratta del “Factor e Farm”, un villaggio agro-industriale ecologico ma con confort moderni, quasi autosufficiente. Questo permette di sviluppare non solo una completa tecnologia sostenibile ma "intere economie". La filosofia Open Source viene radicalmente valorizzata con l'offerta di video, documentazione, assistenza world wide. Ma non viene affrontata la possibilità di un passaggio graduale, di una transizione soft, da situazioni come quelle dei paesi europei con una cultura urbana di lunga tradizione storica. Per quanto riguarda i paesi del Sud del mondo il problema è far partire la cultura hacker necessaria agli indispensabili FabLab, cuore di tutto il processo. Mentre negli USA la cultura hacker o DIY è più consolidata, in Europa e nel sud del mondo, o nel sud ancora rurale, una tecnologia più "leggera" avrebbe una partenza più facile. Una possibile articolazione nel Sud del mondo potrebbe essere il coinvolgimento di immigrati nel Nord del mondo, come l'iniziativa di immigrati senegalesi della provincia di VE che mirano a costruire un villaggio ecologico open source in Senegal (Sunugal, 2013). Per concludere l'importanza eccezionale dell'iniziativa OSE sta nel suo essere riuscita a mobilitare le energie sufficienti alla partenza di processi "costruttivisti" di macchine, tecnologie, saperi, comunità. Secondo la sociologia funzionalista di LIGA (Latency, Integration, Goal attainment, Adaptation) OSE è un puro e semplice esempio di “Adaptation”. Secondo la sociologia storica di M.Mann potrebbe considerarsi come l'emergenza di un possibile social power network economico promiscuo che si intreccia coi social power network ideologico e politico. Oppure ancora, con l'ipotesi di una radicale modifica del modello IEMP, come l'emergenza interstiziale di una quinta sorgente di potere sociale basato sulla tecnoscienza (Mann, 2013:363). Secondo la sociologia storica eventful di W.H.Sewll Jr. è un accadimento che potrebbe essere considerato alla luce della sua capacità di incidere nella “Path Dependence” dell'accidentato percorso storico. | OSE US mira alla costruzione di un prototipo di GVCS. Si tratta del “Factor e Farm”, un villaggio agro-industriale ecologico ma con confort moderni, quasi autosufficiente. Questo permette di sviluppare non solo una completa tecnologia sostenibile ma "intere economie". La filosofia Open Source viene radicalmente valorizzata con l'offerta di video, documentazione, assistenza world wide. Ma non viene affrontata la possibilità di un passaggio graduale, di una transizione soft, da situazioni come quelle dei paesi europei con una cultura urbana di lunga tradizione storica. Per quanto riguarda i paesi del Sud del mondo il problema è far partire la cultura hacker necessaria agli indispensabili FabLab, cuore di tutto il processo. Mentre negli USA la cultura hacker o DIY è più consolidata, in Europa e nel sud del mondo, o nel sud ancora rurale, una tecnologia più "leggera" avrebbe una partenza più facile. Una possibile articolazione nel Sud del mondo potrebbe essere il coinvolgimento di immigrati nel Nord del mondo, come l'iniziativa di immigrati senegalesi della provincia di VE che mirano a costruire un villaggio ecologico open source in Senegal (Sunugal, 2013). Per concludere l'importanza eccezionale dell'iniziativa OSE sta nel suo essere riuscita a mobilitare le energie sufficienti alla partenza di processi "costruttivisti" di macchine, tecnologie, saperi, comunità. Secondo la sociologia funzionalista di LIGA (Latency, Integration, Goal attainment, Adaptation) OSE è un puro e semplice esempio di “Adaptation”. Secondo la sociologia storica di M.Mann potrebbe considerarsi come l'emergenza di un possibile social power network economico promiscuo che si intreccia coi social power network ideologico e politico. Oppure ancora, con l'ipotesi di una radicale modifica del modello IEMP, come l'emergenza interstiziale di una quinta sorgente di potere sociale basato sulla tecnoscienza (Mann, 2013:363). Secondo la sociologia storica eventful di W.H.Sewll Jr. è un accadimento che potrebbe essere considerato alla luce della sua capacità di incidere nella “Path Dependence” dell'accidentato percorso storico. | ||
− | == | + | ==Aspetti di sociologia== |
Gli aspetti di sociologia coinvolti nei casi trattati sono numerosi e intrecciati tra loro. | Gli aspetti di sociologia coinvolti nei casi trattati sono numerosi e intrecciati tra loro. | ||
− | === | + | ===Sociologia storica=== |
− | + | Linux, con la sua "rivoluzione accidentale", lo stack LAMP e lo sviluppo mondiale di Internet, introduce il tema di una "sociologia degli eventi" (Sewell, 2008:58-75), come quella sviluppata da M.Mann. Mann ridefinisce la nozione corrente di “società” come intreccio di reti sociali di gruppi umani organizzati nell'azione volta a realizzare i loro vari e mutevoli scopi. La focalizzazione sui gruppi umani permette di arrivare a vederne la granularità più fine a livello di singolo individuo. Nel corso millenario della storia queste reti hanno creato configurazioni difficilmente tipizzabili e sempre cangianti. Le innovazioni sono cumulative e sempre strettamente dipendenti dal contesto in cui appaiono. Mann giudica criticamente l'uso disinvolto della sociologia comparata che favorisce differenziazioni astratte anzichè osservare l'interazione empirica delle varietà storiche esistenti (Mann, 2013:246-267). Mann (vedi anche Rao, 2011) critica specificamente: | |
*la teoria delle rivoluzioni di Theda Skocpol | *la teoria delle rivoluzioni di Theda Skocpol | ||
*la teoria della dipendenza di A.G.Frank | *la teoria della dipendenza di A.G.Frank | ||
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*la teoria dell'imperialismo di Hobson, Lenin, Luxemburg, Hilferding | *la teoria dell'imperialismo di Hobson, Lenin, Luxemburg, Hilferding | ||
come violazioni della relativa autonomia dei processi intrecciati delle quattro fonti dei poteri sociali IEMP, considerati sempre e comunque come approssimazioni idealtipiche dei reali processi storici. | come violazioni della relativa autonomia dei processi intrecciati delle quattro fonti dei poteri sociali IEMP, considerati sempre e comunque come approssimazioni idealtipiche dei reali processi storici. | ||
− | === | + | ===Sociologia della conoscenza=== |
− | + | Nel dialogo tra Torvalds e Tanenbaum, professore di informatica specializzato nei sistemi operativi e autore di Minix, Tanenbaum, esponente della ricerca tecnoscientifica, espone una concezione di costruzione della conoscenza simile al modello “cattedrale” di RMS (progetto FSF e GNU), con l'accentramento del progetto in poche e solide mani, pur rispettando il modello degli "imperativi etici" di R.K.Merton (Paccagnella, 2010:121 ultime righe). Nel caso del Kernel monolitico Linux si trattava più che di una ricerca scientifica in senso stretto, della costruzione di tecnologia informatica che aveva come momento di “falsificazione” il debugging della comunità in rete. La scelta tecnoscientifica fondamentale era quella se sviluppare un microkernel del tipo MACH (progetto della Carnegie Mellon University) come adottato da Windows NT di Microsoft e dal kernel Hurd di GNU di RMS (a tutt'oggi incompleto). Nel dibattito tra Tanenbaum e Torvalds si intrecciano quattro motivi fondamentali. Secondo Tanenbaum: | |
la pretesa supremazia “teorica” ed “estetica” del modello microkernel sul “rozzo” modello monolitico di Linux, | la pretesa supremazia “teorica” ed “estetica” del modello microkernel sul “rozzo” modello monolitico di Linux, | ||
la futilità di voler costruire un kernel gratuito ed open source, quando con pochi dollari si potevano comprare ottimi OS, senza doverli inutilmente “hackerare” | la futilità di voler costruire un kernel gratuito ed open source, quando con pochi dollari si potevano comprare ottimi OS, senza doverli inutilmente “hackerare” | ||
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Torvalds risponde in modo lineare alle critiche. Riesce ad aggregare intorno al progetto Linux quelli che IBM definirà “i migliori cervelli dell'informatica” e dopo circa 20 anni i fatti gli hanno dato ragione. Quello che ha prevalso con Linux è stata la filosofia ecologica del gestire al meglio le risorse che si avevano (il processore Intel 386) mantenendosi aperti a ragionevoli previsioni di mutamento (portabilità del sistema operativo). Ad oggi, grazie soprattutto alla sua apertura open source, Linux è uno dei OS più portabili. E se anche non fosse il più portabile è sicuramente quello che viene maggiormente trasferito su ogni tipo di hardware. Inoltre alla prova pratica la “superiorità teorica” del microkernel si rivelava una fonte di nuovi problemi “pratici” (come la gestione dei processi paralleli). Tutto il dibattito è in (Oreilly, 1992) ed è uno splendido esempio di "situated learning" (vedi §7.3.6). Sullo sfondo di questa discussione “accademica” tra un professore ed uno studente sta tutta la questione della divisione sociale del lavoro e della produzione di tutte le componenti di un personal computer che un OS deve far funzionare insieme: unità periferiche di Input/Output, memoria, filesystem, processori. Lo stesso RMS recentemente, in modo molto onesto, ammette che avrebbe scelto Linux come kernel di GNU, senza sobbarcarsi il lavoro di costruzione di Hurd, se Linux fosse arrivato prima. RMS si augura che la “migliore architettura” del microkernel Hurd possa in futuro dare i suoi frutti. Secondo la sociologia storica a “eventi”, è l'evento rappresentato dal successo di un certo sistema operativo basato su un certo ben definito processore a determinare la storia futura di quel settore produttivo. Di fatto Linux ha influenzato lo sviluppo dei processori, e Linus Torvalds ha partecipato al tentativo di progettare un nuovo modello di processore, “Crusoe”, con la Transmeta. (Paccagnella, 2010:180) nelle sue conclusioni auspica: "Una <<nuova>> sociologia della conoscenza dovrebbe aiutarci a sviluppare competenze e sensibilità relative alla gestione di processi e interrogativi complessi". Perchè "Oggi siamo tutti chiamati a cucinare la nostra conoscenza attraverso la mediazione di svariate tecnologie comunicative, indispensabili per produrre, distribuire, consultare e archiviare la conoscenza." (Paccagnella, 2010:180). Infatti "Oggi, in un clima di sviluppo di una scienza post-accademica in cui la conoscenza scientifica viene spesso <<co-prodotta>> da scienziati e persone comuni [Bucchi 2006], la pubblica disponibilità della letteratura scientifica può dare un impulso decisivo ai processi di <<innovazione democratica centrata sull'utente>> [Von Hippel 2005] basati sull'apertura e l'inclusione" (Paccagnella, 2010:139) | Torvalds risponde in modo lineare alle critiche. Riesce ad aggregare intorno al progetto Linux quelli che IBM definirà “i migliori cervelli dell'informatica” e dopo circa 20 anni i fatti gli hanno dato ragione. Quello che ha prevalso con Linux è stata la filosofia ecologica del gestire al meglio le risorse che si avevano (il processore Intel 386) mantenendosi aperti a ragionevoli previsioni di mutamento (portabilità del sistema operativo). Ad oggi, grazie soprattutto alla sua apertura open source, Linux è uno dei OS più portabili. E se anche non fosse il più portabile è sicuramente quello che viene maggiormente trasferito su ogni tipo di hardware. Inoltre alla prova pratica la “superiorità teorica” del microkernel si rivelava una fonte di nuovi problemi “pratici” (come la gestione dei processi paralleli). Tutto il dibattito è in (Oreilly, 1992) ed è uno splendido esempio di "situated learning" (vedi §7.3.6). Sullo sfondo di questa discussione “accademica” tra un professore ed uno studente sta tutta la questione della divisione sociale del lavoro e della produzione di tutte le componenti di un personal computer che un OS deve far funzionare insieme: unità periferiche di Input/Output, memoria, filesystem, processori. Lo stesso RMS recentemente, in modo molto onesto, ammette che avrebbe scelto Linux come kernel di GNU, senza sobbarcarsi il lavoro di costruzione di Hurd, se Linux fosse arrivato prima. RMS si augura che la “migliore architettura” del microkernel Hurd possa in futuro dare i suoi frutti. Secondo la sociologia storica a “eventi”, è l'evento rappresentato dal successo di un certo sistema operativo basato su un certo ben definito processore a determinare la storia futura di quel settore produttivo. Di fatto Linux ha influenzato lo sviluppo dei processori, e Linus Torvalds ha partecipato al tentativo di progettare un nuovo modello di processore, “Crusoe”, con la Transmeta. (Paccagnella, 2010:180) nelle sue conclusioni auspica: "Una <<nuova>> sociologia della conoscenza dovrebbe aiutarci a sviluppare competenze e sensibilità relative alla gestione di processi e interrogativi complessi". Perchè "Oggi siamo tutti chiamati a cucinare la nostra conoscenza attraverso la mediazione di svariate tecnologie comunicative, indispensabili per produrre, distribuire, consultare e archiviare la conoscenza." (Paccagnella, 2010:180). Infatti "Oggi, in un clima di sviluppo di una scienza post-accademica in cui la conoscenza scientifica viene spesso <<co-prodotta>> da scienziati e persone comuni [Bucchi 2006], la pubblica disponibilità della letteratura scientifica può dare un impulso decisivo ai processi di <<innovazione democratica centrata sull'utente>> [Von Hippel 2005] basati sull'apertura e l'inclusione" (Paccagnella, 2010:139) | ||
− | === | + | ===Sociologia generale 1=== |
− | ==== | + | ====La divisione sociale del lavoro==== |
La divisione del lavoro quale noi conosciamo oggi inizia solo "dopo" la civilizzazione secondo la sociologia storica evenemenziale e contingente di M.Mann: "Le persone venivano, quindi, ingabbiate, private di ogni possibilità di fuga, quando determinate famiglie, clan o dinastie ottenevano e facevano valere i propri diritti a espropriare parte delle eccedenze agricole. Una volta che queste riserve venivano accumulate nelle casse dei gruppi dominanti, era possibile costruire città più grandi, palazzi, templi, fortificazioni e questo favorì l'emergere di classi specializzate di artigiani, sacerdoti, e amministratori. La nascita della civiltà fu, quindi, possibile solo per una serie di condizioni ambientali contingenti che permisero di mettere in gabbia la popolazione e questa costrizione iniziale fu ulteriormente rafforzata dal consolidamento dei poteri collettivi e dall'aumento della produttività." (Sewell, 2008:66). La querelle dei marxisti sul modo di produzione asiatico (Gallino, 2006:430) è una spia delle difficoltà di argomentazione di una teoria di sviluppo storico a evoluzione lineare quantitativa e deterministica di stadi dei modi di produzione. Intesa come una “inevitabile” progressione dalla semplicità alla complessità e come semplice accumulazione di modificazioni sequenziali in un disegno originario che non cambia. Nella critica di quella che viene definita "the conventional evolutionary tale" (Mann,1983:34-40) viene proposta una analisi che vede sia momenti storici di evoluzione cumulativa, sia altri momenti di vera devoluzione come contrasto allo sviluppo di una "social cage" (Mann,1983:63-70), l'emergere infine di vere e proprie discontinuità come lo stato, la stratificazione sociale, un nuovo tipo di divisione coercitiva del lavoro. E' un tipo di analisi storica che Mann definisce "delevopmental". La ricomparsa con SOS e HOS di un’estesa cooperazione non coercitiva nella produzione sociale è quindi di per sé una novità storico-sociologica eccezionale. Per questo la divisione sociale del lavoro del modello Bazaar di Linux (che però ingloba il modello Cattedrale di GNU, mentre non vale il viceversa) non è situabile nella sociologia strutturale della solidarietà organica di Durkheim (Gallino, 2006:380, punto 5) nè in quella sistemica di Marx quando tratta della cooperazione nell'attuale "modo di produzione" (Gallino, 2006:429) capitalistico. | La divisione del lavoro quale noi conosciamo oggi inizia solo "dopo" la civilizzazione secondo la sociologia storica evenemenziale e contingente di M.Mann: "Le persone venivano, quindi, ingabbiate, private di ogni possibilità di fuga, quando determinate famiglie, clan o dinastie ottenevano e facevano valere i propri diritti a espropriare parte delle eccedenze agricole. Una volta che queste riserve venivano accumulate nelle casse dei gruppi dominanti, era possibile costruire città più grandi, palazzi, templi, fortificazioni e questo favorì l'emergere di classi specializzate di artigiani, sacerdoti, e amministratori. La nascita della civiltà fu, quindi, possibile solo per una serie di condizioni ambientali contingenti che permisero di mettere in gabbia la popolazione e questa costrizione iniziale fu ulteriormente rafforzata dal consolidamento dei poteri collettivi e dall'aumento della produttività." (Sewell, 2008:66). La querelle dei marxisti sul modo di produzione asiatico (Gallino, 2006:430) è una spia delle difficoltà di argomentazione di una teoria di sviluppo storico a evoluzione lineare quantitativa e deterministica di stadi dei modi di produzione. Intesa come una “inevitabile” progressione dalla semplicità alla complessità e come semplice accumulazione di modificazioni sequenziali in un disegno originario che non cambia. Nella critica di quella che viene definita "the conventional evolutionary tale" (Mann,1983:34-40) viene proposta una analisi che vede sia momenti storici di evoluzione cumulativa, sia altri momenti di vera devoluzione come contrasto allo sviluppo di una "social cage" (Mann,1983:63-70), l'emergere infine di vere e proprie discontinuità come lo stato, la stratificazione sociale, un nuovo tipo di divisione coercitiva del lavoro. E' un tipo di analisi storica che Mann definisce "delevopmental". La ricomparsa con SOS e HOS di un’estesa cooperazione non coercitiva nella produzione sociale è quindi di per sé una novità storico-sociologica eccezionale. Per questo la divisione sociale del lavoro del modello Bazaar di Linux (che però ingloba il modello Cattedrale di GNU, mentre non vale il viceversa) non è situabile nella sociologia strutturale della solidarietà organica di Durkheim (Gallino, 2006:380, punto 5) nè in quella sistemica di Marx quando tratta della cooperazione nell'attuale "modo di produzione" (Gallino, 2006:429) capitalistico. | ||
− | ==== | + | ====Durkheim: Solidarietà meccanica, Solidarietà organica==== |
L'adozione di un modello “monolitico” implica una fiducia forte e completa tra i partecipanti ad un progetto SOS. Inglobiamo nel termine “fiducia” anche quello di “reputazione”, reputazione che si costruisce socialmente via web (Paccagnella, 2010:122-126) (vedi §7.6). Linus Torvalds non controllava le modifiche e le correzioni ai bachi. Così aveva deciso dall'inizio, ma così doveva aver verificato andasse bene nei lunghi anni di sviluppo del kernel Linux. La validità di tutti gli apporti del gruppo di sviluppatori veniva provata come tenuta complessiva e allo stesso tempo dettagliata del nuovo kernel. Ma la regola d'oro, ed è una regola di “skeptical empiricism”, consiste anche nel “tener d'occhio” le modifiche ritenute contestualmente più importanti. Ad esempio il rilascio della versione 2. Al contrario il modello “closed source” o proprietario implica una sfiducia programmata sia nei confronti dell'utente finale sia soprattutto nei confronti dello sviluppatore, visto come una risorsa che può essere sempre sostituita. Una documentazione SUN (che purtroppo mi è stato impossibile rintracciare), creatrice del linguaggio Java, sosteneva le sue scelte tecnologiche software a favore di un modello completamente modulare, “a prova di stupido” o “a prova di errore”, con l'argomentazione che si deve poter cambiare o scambiare in qualsiasi momento le risorse umane usate nel progetto. A suo tempo IBM, prima di SUN, faceva una martellante campagna di sfiducia pianificata, ad esempio imponendo ai suoi dipendenti di esporre sulla scrivania cartellini con la scritta “THINK”, o propalandoli ai suoi clienti. IBM optava dall'inizio del lancio dei suoi mainframe per un inefficiente anche se “sicuro” (cioè a prova di stupido) linguaggio di programmazione come il COBOL. Non si trattava di una machiavellica manovra di contenimento dei salari dei programmatori, ma di una versione in negativo del “modello cattedrale”, cioè di un atteggiamento culturale di tipo aristocratico, come quello di Platone secondo cui solo i filosofi possono gestire gli affari della “Repubblica”. In questo caso i filosofi erano i costruttori politico-culturali del linguaggio closed source che i programmatori necessariamente avrebbero dovuto usare non solo per essere più produttivi in termini quantitativi ma soprattutto per non sbagliare (vedi §7.6 e §7.7) . Anche Microsoft, dopo l'iniziale diffusione del Basic, rilasciava i suoi ambienti “visuali” di sviluppo software, che però non permettono la piena padronanza del codice che si va a produrre. Questa politica tecnologica contrastava nettamente la filosofia del linguaggio C, nato ai Bells Lab, fondata su un fanatico assunto ecologico di risparmio delle risorse hardware e di un contemporanea richiesta di maggiore impegno e abilità umani. Del C si innamoravano subito i programmatori IBM, e moltissimi altri, compresi quelli di Microsoft, usandolo e introducendolo de facto come standard. Linux ad esempio è scritto totalmente in C, tranne alcune piccole parti in Assembly (linguaggio macchina). La differenza di rendimento, al momento dell'esecuzione del programma, tra il C e gli altri linguaggi “facili” è di un ordine di grandezza a due cifre. La differenza di rendimento dello sviluppatore è difficile da valutare: in C si riesce a fare in poco tempo cose difficili che sono impossibili con i linguaggi "guidati". I quali invece con un click fanno le cose facili che poi però è difficile controllare e modificare. Questo è un limite per l’adattatività del software con i suoi necessari processi di modifica e implementazione (in previsione di un ciclo di vita del prodotto che è lungo per SOS e invece corto per il software proprietario). La scelta del linguaggio è un elemento centrale nella costituzione di una cultura hacker diffusa e allo stesso tempo differenziata. Attualmente si contano circa 500 linguaggi di programmazione, tra cui i più di moda sono presenti nello schema a pag. 10: Perl, Ruby, Python. Il modello monolitico implica un’omogeneità diffusa nel codice prodotto (comportamento), quindi una omogeneità derivante in primis dallo stile di programmazione e in second'ordine da una attualizzazione produttiva generalizzata della cultura hacker. Per lo meno a livello di progetto SOS, ma non solo. Si genera così una cooperazione-solidarietà che E.D.Durkheim avrebbe definito meccanica. In queste comunità virtuali si "parla" lo stesso linguaggio, o anche altri linguaggi condivisi. Si fluttua all'interno di una cultura fluida ma comune, nuova, difficilmente definibile, ma robusta. E' come se la solidarietà meccanica di E.D.Durkheim avesse battuto la sua stessa solidarietà organica, tipica delle grandi corporations come IBM, SUN, Microsoft, Oracle, riproponendosi sullo scorcio della fine del XX secolo come “solidarietà meccanica virtuale”. Ma bisogna tener conto della non reversibilità storica degli standard introdotti ad esempio da IBM, SUN, Microsoft, cioè di tutto lo hardware e il software introdotto da queste corporations capitalistiche, nonché del fatto che molti degli hacker che partecipano ai progetti Open Source sono dipendenti di queste stesse corporation (Paccagnella, 2010:75). La solidarietà meccanica del SOS quindi si “basa” comunque, come su uno stack, sulla solidarietà organica sviluppata precedentemente dalle corporation. La compenetrazione è tale da “indurre a parlare di un revival dell'etica capitalistica nel mondo dell'open source” (Paccagnella, 2010:75). Ma la contaminazione tra i due mondi è reciproca. I dipendenti delle corporation che partecipano ad un progetto open source vivono positivamente la loro esperienza, perchè è bello lavorare in una comunità virtuale open source. Nel caso di Wikimedia poi gli sviluppatori sono dipendenti di una Fondazione Open Source che diffonde software ma soprattutto “conoscenza open source” (Paccagnella, 2010:149) raccogliendo donazioni, contributi, finanziamenti. Le relazioni nell'ambito open source hanno una spontaneità, un’imprevedibilità, e soprattutto una complessità che sarebbe più opportuno definire organiche per similitudine con il mondo vivente studiato dalla biologia. | L'adozione di un modello “monolitico” implica una fiducia forte e completa tra i partecipanti ad un progetto SOS. Inglobiamo nel termine “fiducia” anche quello di “reputazione”, reputazione che si costruisce socialmente via web (Paccagnella, 2010:122-126) (vedi §7.6). Linus Torvalds non controllava le modifiche e le correzioni ai bachi. Così aveva deciso dall'inizio, ma così doveva aver verificato andasse bene nei lunghi anni di sviluppo del kernel Linux. La validità di tutti gli apporti del gruppo di sviluppatori veniva provata come tenuta complessiva e allo stesso tempo dettagliata del nuovo kernel. Ma la regola d'oro, ed è una regola di “skeptical empiricism”, consiste anche nel “tener d'occhio” le modifiche ritenute contestualmente più importanti. Ad esempio il rilascio della versione 2. Al contrario il modello “closed source” o proprietario implica una sfiducia programmata sia nei confronti dell'utente finale sia soprattutto nei confronti dello sviluppatore, visto come una risorsa che può essere sempre sostituita. Una documentazione SUN (che purtroppo mi è stato impossibile rintracciare), creatrice del linguaggio Java, sosteneva le sue scelte tecnologiche software a favore di un modello completamente modulare, “a prova di stupido” o “a prova di errore”, con l'argomentazione che si deve poter cambiare o scambiare in qualsiasi momento le risorse umane usate nel progetto. A suo tempo IBM, prima di SUN, faceva una martellante campagna di sfiducia pianificata, ad esempio imponendo ai suoi dipendenti di esporre sulla scrivania cartellini con la scritta “THINK”, o propalandoli ai suoi clienti. IBM optava dall'inizio del lancio dei suoi mainframe per un inefficiente anche se “sicuro” (cioè a prova di stupido) linguaggio di programmazione come il COBOL. Non si trattava di una machiavellica manovra di contenimento dei salari dei programmatori, ma di una versione in negativo del “modello cattedrale”, cioè di un atteggiamento culturale di tipo aristocratico, come quello di Platone secondo cui solo i filosofi possono gestire gli affari della “Repubblica”. In questo caso i filosofi erano i costruttori politico-culturali del linguaggio closed source che i programmatori necessariamente avrebbero dovuto usare non solo per essere più produttivi in termini quantitativi ma soprattutto per non sbagliare (vedi §7.6 e §7.7) . Anche Microsoft, dopo l'iniziale diffusione del Basic, rilasciava i suoi ambienti “visuali” di sviluppo software, che però non permettono la piena padronanza del codice che si va a produrre. Questa politica tecnologica contrastava nettamente la filosofia del linguaggio C, nato ai Bells Lab, fondata su un fanatico assunto ecologico di risparmio delle risorse hardware e di un contemporanea richiesta di maggiore impegno e abilità umani. Del C si innamoravano subito i programmatori IBM, e moltissimi altri, compresi quelli di Microsoft, usandolo e introducendolo de facto come standard. Linux ad esempio è scritto totalmente in C, tranne alcune piccole parti in Assembly (linguaggio macchina). La differenza di rendimento, al momento dell'esecuzione del programma, tra il C e gli altri linguaggi “facili” è di un ordine di grandezza a due cifre. La differenza di rendimento dello sviluppatore è difficile da valutare: in C si riesce a fare in poco tempo cose difficili che sono impossibili con i linguaggi "guidati". I quali invece con un click fanno le cose facili che poi però è difficile controllare e modificare. Questo è un limite per l’adattatività del software con i suoi necessari processi di modifica e implementazione (in previsione di un ciclo di vita del prodotto che è lungo per SOS e invece corto per il software proprietario). La scelta del linguaggio è un elemento centrale nella costituzione di una cultura hacker diffusa e allo stesso tempo differenziata. Attualmente si contano circa 500 linguaggi di programmazione, tra cui i più di moda sono presenti nello schema a pag. 10: Perl, Ruby, Python. Il modello monolitico implica un’omogeneità diffusa nel codice prodotto (comportamento), quindi una omogeneità derivante in primis dallo stile di programmazione e in second'ordine da una attualizzazione produttiva generalizzata della cultura hacker. Per lo meno a livello di progetto SOS, ma non solo. Si genera così una cooperazione-solidarietà che E.D.Durkheim avrebbe definito meccanica. In queste comunità virtuali si "parla" lo stesso linguaggio, o anche altri linguaggi condivisi. Si fluttua all'interno di una cultura fluida ma comune, nuova, difficilmente definibile, ma robusta. E' come se la solidarietà meccanica di E.D.Durkheim avesse battuto la sua stessa solidarietà organica, tipica delle grandi corporations come IBM, SUN, Microsoft, Oracle, riproponendosi sullo scorcio della fine del XX secolo come “solidarietà meccanica virtuale”. Ma bisogna tener conto della non reversibilità storica degli standard introdotti ad esempio da IBM, SUN, Microsoft, cioè di tutto lo hardware e il software introdotto da queste corporations capitalistiche, nonché del fatto che molti degli hacker che partecipano ai progetti Open Source sono dipendenti di queste stesse corporation (Paccagnella, 2010:75). La solidarietà meccanica del SOS quindi si “basa” comunque, come su uno stack, sulla solidarietà organica sviluppata precedentemente dalle corporation. La compenetrazione è tale da “indurre a parlare di un revival dell'etica capitalistica nel mondo dell'open source” (Paccagnella, 2010:75). Ma la contaminazione tra i due mondi è reciproca. I dipendenti delle corporation che partecipano ad un progetto open source vivono positivamente la loro esperienza, perchè è bello lavorare in una comunità virtuale open source. Nel caso di Wikimedia poi gli sviluppatori sono dipendenti di una Fondazione Open Source che diffonde software ma soprattutto “conoscenza open source” (Paccagnella, 2010:149) raccogliendo donazioni, contributi, finanziamenti. Le relazioni nell'ambito open source hanno una spontaneità, un’imprevedibilità, e soprattutto una complessità che sarebbe più opportuno definire organiche per similitudine con il mondo vivente studiato dalla biologia. | ||
− | ==== | + | ====Marx e la cooperazione==== |
− | + | La sociologia strutturalista o sistemica, compresa quella di Marx, si preoccupa dell'ordine sociale nel senso pratico del “chi deve fare cosa”, in un modo che sarebbe corretto definire meccanico. Il “chi” umano può variare come nella sostituzione di un pezzo di macchina, mentre il “cosa”, un artefatto materiale o immateriale o più probabilmente un mix di entrambi, deve essere costruito secondo gli standard minimi di qualità richiesti in quello specifico contesto storico che possono variare enormemente in termini sociali, spaziali, temporali. Questa concezione meccanica è ben esemplificata da K.Marx quando parla della cooperazione: “Ogni lavoro sociale in senso immediato, ossia ogni lavoro in comune, quando sia compiuto su scala considerevole, abbisogna, più o meno [NdR: sic!], d'una direzione che procuri l'armonia delle attività individuali [NdR: in contrasto con la teoria della storia come storia di lotta di classi] e compia le funzioni generali che derivano dal movimento del corpo produttivo complessivo, in quanto differente dal movimento degli organi autonomi di esso. Un singolo violinista si dirige da solo, un'orchestra ha bisogno di un direttore” (Marx, 1956:28). Da notare la centralità del fattore di scala, del passaggio quantitativo considerato determinante da K.Marx dal singolo violinista alla pluralità di un'orchestra, ignorando tutto il contesto materiale e immateriale. B.Latour avrebbe molto da dire sulle relazioni tra attori umani e non, nello specifico tra violino e violinista. Sulle interazioni tra i vari attori quali violinista, orchestra, strumenti solisti, pubblico, direttore d'orchestra, organizzazione teatrale, squadra dei vigili del fuoco presenti in sala, diritti d'autore sulla musica, vedi lo sviluppo di Linux e "La Cattedrale e il Bazar" (Raymond, 1997). L'esempio del direttore d'orchestra pone problemi interessanti sul tema della cooperazione umana. Marx stranamente fa un esempio culturalista, dove non si tratta di produrre telai meccanici, gli spilli di Adam Smith o altre merci o servizi, ma di realizzare opere artistiche in modo creativo, secondo pratiche che risalgono ad un mondo pre-industriale. Fa un esempio che va contro tutta la sua teoria. Perchè la produzione di arte è un punto critico per la sua teoria dello sfruttamento come estrazione di plusvalore-pluslavoro. Perchè esalta l'individualità del direttore d'orchestra, dell'autore della musica, degli stessi orchestrali contro la sua teoria delle classi che annullano l'individuo. Perchè la "produzione sociale" di una esecuzione orchestrale non ha niente a che fare con la sua teoria della "produzione sociale": "...nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, rapporti di produzione che corrispondono ad un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L'insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ovvero la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale" (Marx K., 1976:46). L'espressione di "forme determinate della coscienza sociale", come ad esempio una performance musicale, implica gli stessi meccanismi gerarchici di produzione sociale basati sulle "forze produttive materiali" [NdR: l'enfasi è mia]. Per inciso e per tornare al tema della inesistenza della società e del "sociale" come spiegazione dei fenomeni "societali" (Mann, 1986:cap.1), si noti che Marx nella espressione iniziale "nella produzione sociale della loro esistenza" [NdR: l'enfasi è mia] introduce come dati per scontato i rapporti sociali che organizzano la produzione dell'esistenza umana e che costituiscono un sottoinsieme della "società" che ne garantisce l'esistenza materiale. Questo significa spiegare la società con la società. Fa poi sparire questi rapporti sociali all'interno del determinismo assoluto di un non meglio precisato "grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali", per farli riapparire, non si sa in quale posizione, come "forme determinate della coscienza sociale" [NdR: l'enfasi è mia]. Per perfezionare l'approccio sistemico Marx non si accontenta di una struttura ma ne introduce una seconda messa sopra alla prima, e forse una terza di stampo culturale (le "forme determinate della coscienza sociale); lascia così agli eredi della sua teoria (in primis F.Engels) l'oneroso e ingrato compito di studiare le relazioni tra le due (o tre) "strutture". Cito un esempio di applicazione della teoria marxiana della divisione sociale del lavoro che spiega la tragedia e il collasso della rivoluzione bolscevica del 1917 come attualizzazione della scuola filosofica e sociologica marxista: “Gli ultimi capitoli hanno rivelato errori più persistenti pertinenti la storia mondiale compiuti da movimenti dei lavoratori eccessivamente produttivisti e statalisti, sotto la influenza del Marxismo e del Luteranesimo, particolarmente incapaci di apprezzare le complessità distintive delle lotte agrarie, convertendo così potenziali alleati contadini in nemici.” (Mann, 1993:725). Per il SOS invece, nonostante la sua modernità, l'esempio del direttore d'orchestra calza fin nei dettagli, proprio perchè introduce le creatività individuali dell'autore, del direttore, degli orchestrali tutti. Perchè produce beni immateriali che creano piccole comunità virtuali che ascoltano e producono la musica uniti in un corto circuito dove l'ascolto è anche co-produzione estetica. Il rapporto economico di scambio monetario di mercato, il pagamento del biglietto, è marginale, quasi fastidioso. La performance viene preparata dal direttore d'orchestra e dai musicisti testando assieme "il prodotto" fino al rilascio finale, come nel debugging di un SOS. L'autore ha il suo copyright, ma il direttore prende, usa, trasforma lo spartito dell'autore come ogni utente finale può fare gratuitamente e liberamente di un SOS. Non a caso i SOS recano con sé, a conclusione del download, l'invito "Enjoy". Il rapporto tra autore, direttore, orchestra, pubblico non è gerarchico. Come nel SOS l'organizzazione del lavoro non è gerarchica ma paritaria anche se basata su una leadership riconosciuta. E' molto importante sottolineare la scaletta di possibili interazioni gerarchiche tra autore, direttore o interprete, orchestrali, pubblico. Nel rapporto tra autore e direttore/interprete c'è il classico copyright dei "beni dell'ingegno umano" (Paccagnella, 2010:97); oggi molti registi cinematografici comprano gli interi diritti d'autore di un libro e lo modificano, stravolgendolo a loro piacimento, per scrivere la sceneggiature del film. Si innesca una complessificazione del prodotto culturale con a volte il rilancio del libro originale e accurate comparazioni tra l'opera scritta e l'opera filmica. Quest'ultima è spesso prevalente sulla prima mentre tra autore di spartiti musicali e direttore d'orchestra il rapporto è sempre a vantaggio del "creatore originale", perchè l'esecutore non può stravolgere il testo originale. Il film invece ha una forte valenza commerciale in quanto è una produzione capitalistica moderna di un bene culturale di larga diffusione, è il prodotto di una “industria culturale”, nel bene e nel male. L'interazione tra direttore e orchestrali potrebbe assomigliare vagamente sul piano formale a quella di una precisa divisione del lavoro di tipo corporativo medievale o di una grande "bottega" rinascimentale. Ma senza addentrarci in una analisi di questo tipo, concludiamo che le differenze sono abissali, soprattutto nel rapporto triangolare degli orchestrali con il progettista (l'autore dello spartito), il direttore (interprete e interfaccia con il pubblico), il pubblico presente nell'auditorium. Nel caso del regista il rapporto con la complessa struttura di produzione del film è forse più gerarchico e frazionato, anche se non si può certo dire che un set cinematografico holywoodiano assomigli ad una fabbrica fordista. Arriviamo al punto fondamentale dell'interazione tra autore, direttore, orchestra, da un lato, unificati come performance unica, e il pubblico inteso riduttivamente come unità dall'altro. Questo rapporto non è gerarchico, non solo, ma è di un’incredibile sottigliezza e complessità. Si può parlare di una forma di sociazione ludica così definita: "La sociazione è quindi la forma, che si realizza in innumerevoli e differenti modi, in cui - sulla base di quegli interessi sensibili o ideali, momentanei o durevoli, consci o inconsci, che spingono in modo causale o che muovono in modo teleologico - gli individui crescono insieme in un'unità in cui questi interessi si realizzano" (Simmel, 2005). Questa di Simmel è un'ottima descrizione delle comunità virtuali del SOS. Precisiamo le caratteristiche fondamentali indicate da Simmel: l'esclusione di tutto ciò che per la personalità ha un'importanza oggettiva come status, successo, fama, ricchezza, per arrivare ad un tendenziale rapporto tra eguali; l'avere sé stessa come unico scopo; l'elaborazione e la trasformazione in forma ludica e leggera della realtà della vita. Nel caso della produzione capitalistica, tutti questi rapporti invece sono fortemente gerarchici e asimmetrici, sono mortalmente "seri" ed escludono ogni leggerezza ludica, soprattutto non hanno sé stessi come unico scopo (il lavoro serve solo a guadagnare salari/stipendi). Quello che Marx sottovaluta è l'intero processo di co-produzione sociale dell'arte, della cultura, della tecnoscienza (da lui inglobata come un blocco di granito nel "capitale"). Sparisce in questo modo l'intera fase, delicatissima, della "progettazione" dell'opera artistica, culturale, tecnoscientifica. Che si tratti di processi anche non intenzionali ha poca importanza. Con Linux questa "progettazione individuale" con l'apporto asincrono di tutti gli altri attori sociali diventa, grazie alla materialità-immaterialità di Internet, una progettazione sincrona collettiva (tendenzialmente). Sicuramente tracce di questo mutualismo creativo erano sempre state presenti storicamente, ad esempio, nelle corporazioni medioevali. Ma il motore attivato da Linux del "debugging" quotidiano, massivo, collettivo, parallelo, ha portato la trasparenza del progetto e la possibilità di interazione della comunità sviluppatori/utenti-finali a livelli mai raggiunti prima. Il livello di scambio culturale è così intenso che porvi dei freni sarebbe la morte dell'intero processo di sviluppo. Gli stessi problemi di licenza d'uso si pongono nel campo della ricerca scientifica, dove i processi tendenziali di apertura si oppongono ad analoghi processi di chiusura delle conoscenze (Paccagnella, 2010:101,Nota9), con una recente prevalenza dei primi (citazione sulle peer review). | |
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+ | ====L'ape-robot==== | ||
Quanto segue è un esempio di approccio organizzativo differente da quello gerarchico. Utilizza l'Intelligenza Artificiale per organizzare piccoli robot volanti. "Migliaia di insetti robot sono pronti a levarsi in cielo con una missione comune" (Le Scienze, maggio 2013:91). Gli autori sono un professore di "Biologically Inspired Engineering", una professoressa di informatica specializzata in ricerca sul comportamento collettivo, fondato a sua volta su Intelligenza Artificiale, Robotica, Biologia, ed un professore di elettrotecnica ed informatica. Il loro obiettivo è quello di creare degli sciami di api-robot che sostituiscano l'impollinazione delle api naturali, dopo la moria drammatica di una altissima percentuale di colonie. Questo è un buon indice di una crisi ambientale dagli effetti imprevedibili e molto, molto pericolosi. Estraggo dall'articolo l'aspetto di biologia comportamentale da cui partono gli autori (il regime "sociale" delle api, la loro cooperazione, la loro efficienza nella divisione del lavoro, la loro capacità di adattare "socialmente" comportamenti di routine ad eventi imprevisti quali la morte della regina, la comparsa o la scomparsa di cibo, l'apparizione di epidemie nell'alveare-nursery). Passo poi ai loro modelli sperimentali di comportamento collettivo: "Del resto sarebbe difficile capire il comportamento emergente dei sistemi fisici se non facessimo prove con hardware vero." (Le Scienze, maggio 2013:95). Per inciso, ricerche parallele sulle api, nel numero precedente di Le Scienze, confermano che le tre attività principali delle api-operaie (le tuttofare), sono la cura della regina, l'approvvigionamento di cibo, la manutenzione, pulizia e difesa dell'alveare (che è una nursery di api-operaie; ad un osservatore sociologico potrebbe sembrare una situazione post-fordista). In questa analisi del comportamento delle api operaie è stata rilevata una "carriera" nei tre ruoli basata sull'età (nella biologia comportamentale alcuni aspetti non sono spiegati, non potendosi parlare di "esperienza" nel caso delle api operaie).I ricercatori hanno problemi immediati di ingegneria del robot ma soprattutto di "organizzazione" dell'alveare. Tentano di ricostruire via software "l'intelligenza di sciame". I due punti importanti dell'esperimento, oltre la solita convergenza di protesi materiali e immateriali, sono l'ispirazione ad un modello biologico naturale di comportamento sociale senza leader, e la sua traduzione in un modello di simulazione software che viene sperimentato. Per sottolineare l'importanza di questo aspetto, relativo agli insetti sociali, riprendo il dibattito sulla teoria del “Social Brain Hypothesis” di Robin Dunbar (Dunbar, 1998) e (ICCI, 2012). Dunbar sostiene che il maggior volume del cervello umano sia un effetto evolutivo della pressione della socialità dei gruppi umani, in sostanza che sia aumentato di volume e di funzioni (soprattutto la neo-corteccia) per adattamento biologico alla evoluzione “sociale” di gruppo del genere “Homo”. La principale obiezione a Dunbar è che questa stessa socialità sia presente negli insetti “sociali” totalmente privi di neo-corteccia. Questo problema è affrontato, suscitando roventi polemiche, da E.O.Wilson (Wilson, 2013) che conferma l'ipotesi di Dunbar, ribadendo la logica evolutiva dello scandaloso “parallelismo” tra insetti e umani (anche se ironizza che a suo tempo scandalizzasse molto il fatto che gli umani venissero confrontati con le orribili “scimmie”). Quello che è più interessante, e che è comune a Dunbar e Wilson, è la definizione delle interazioni di gruppo (“sociali”): “I sistemi sociali più complessi sono quelli eusociali, cioè quelli che letteralmente hanno <<una buona condizione sociale>>. I membri di un gruppo animale eusociale, come un formicaio, appartengono a generazioni multiple e si dividono il lavoro in un modo che, almeno esteriormente, sembra altruistico.” (Wilson, 2013:127) [NdR: l'enfasi è mia]. Viene specificata meglio la complessità di questa scelta evolutiva comparsa negli insetti, in una specie di talpe africane, e poi negli ominidi: “La via verso la eusocialità era tracciata sulla carta da una competizione fra la selezione basata sul successo relativo degli individui all'interno dei gruppi contrapposta al successo relativo fra i diversi gruppi. Le strategie di questo gioco si tradussero in un mix complicato di altruismo accuratamente calibrato, cooperazione, competizione, dominio, reciprocità, defezione, e inganno. Per stare al gioco nel modo umano, le popolazioni che si evolvevano dovevano acquisire un livello ancora superiore di intelligenza. Dovevano immedesimarsi negli altri, misurare le emozioni di amici e nemici, giudicare le intenzioni di tutti e pianificare una strategia di interazioni sociali individuali. Perciò il cervello umano diventò contemporaneamente assai intelligente e intensamente sociale.” (Wilson, 2013:21) [NdR: l'enfasi è mia]. L'aspetto che volevo sottolineare, nell'ambito delle ipotesi avanzate da Dunbar e Wilson e quindi in corso di discussione e verifica, è la sperimentazione pratica e la ricostruzione in laboratorio di questi algoritmi evolutivi condotta dal gruppo “ape-robot”. Nell'approccio "filosofico" di Marx e Durkheim manca completamente l'idea della sperimentazione. Durkheim, con l'uso delle statistiche (soprattutto Halbwachs), cerca di monitorare l'esistente, ma tenta solo di mantenere "l'ordine sociale" che conosce. Tenta di mantenere le cose così come sono, preoccupandosi, ma in senso reattivo, della dinamicità della storia acceleratasi proprio ai suoi tempi (Comune di Parigi etc). L'approccio pragmatico della scuola americana viene confermato ancora una volta: se tento di costruire una protesi (materiale e immateriale) ho la possibilità di "conoscere" la natura. Le api robot mi aiutano a conoscere le api. Il software di organizzazione di un alveare probabilmente sarà utile per "organizzare" una città o scoprire proprietà emergenti di un’intelligenza di sciame "umana" (Vedi il §8.5 sulla rivoluzione digitale e le scienze cognitive). Il punto centrale dell'articolo, assente nell'ipotesi di ordine sociale di Durkheim e nel tipo di cooperazione previsto nell'orchestra di Marx, è: la divisione intelligente del lavoro. Cioè una divisione del lavoro in cui è l'agente singolo (essere umano o robot) che ha un software individuale che lo allinea al comportamento degli altri ed alle variazioni ambientali. Questa capacità non può essere la norma di Durkheim o i ruoli interiorizzati di T.Parsons, perchè non ci sono leader, cioè le decisioni sono completamente decentralizzate, pur restando coordinate. Non solo ma nessuna omeostasi può spiegare il cambiamento endogeno della "struttura". Ma l'aspetto più importante ancora è che queste "decisioni senza leader" si adattano ai cambiamenti imprevisti in qualunque punto si verifichino e qualunque sia l'ape operaia-robot che lo rilevi. Questo implica una enorme resilienza del sistema ed una sua adattività molto significativa. Si potrebbe assimilare questa "divisione intelligente del lavoro" alla intelligenza collettiva vista nelle CoP al paragrafo 7.4.6, che origina una "Implicitly held Knowledge" che funziona come i comportamenti "innati" delle api. Questo modello di "divisone intelligente del lavoro", privo di leader o di autorità centrali, è stato adottato anche dalle società umane: ne restano tracce a livello antropologico, anche recente, nelle attività "sociali" dei raccoglitori-cacciatori residui, pigmei mbuti, bushmen del Kalahari, aborigeni australiani, nativi americani poco prima del genocidio. Ne restano tracce archeologiche significative nella civiltà pre-statali, quindi senza un potere centrale di direzione e coordinamento, quali le civiltà megalitiche di Stonehenge (Sewell, 2008:64), le civiltà della Antica Europa (Vilar, 1997:93-112) e (Catalogo, 2008). Questa intelligenza collettiva, con la sua apertura cognitiva e la sua empatia generalizzata, potrebbe essere utile per affrontare i problemi che la specie umana deve oggi affrontare derivanti da modifiche ambientali indotte dalla specie umana stessa. E' questo che rende difficili le soluzioni ai problemi. La cultura e gli artefatti, le protesi di vario tipo che hanno creato un problema, difficilmente si possono auto-modificare per affrontare i problemi che hanno creato. Nemmeno l'attuale tecnologia o tecnoscienza né la vantata efficienza del mercato è scontato lo possano fare in tempi utili (Donella e Dennis Meadows et al, 2006:270-271). OSE è uno di questi tentativi. | Quanto segue è un esempio di approccio organizzativo differente da quello gerarchico. Utilizza l'Intelligenza Artificiale per organizzare piccoli robot volanti. "Migliaia di insetti robot sono pronti a levarsi in cielo con una missione comune" (Le Scienze, maggio 2013:91). Gli autori sono un professore di "Biologically Inspired Engineering", una professoressa di informatica specializzata in ricerca sul comportamento collettivo, fondato a sua volta su Intelligenza Artificiale, Robotica, Biologia, ed un professore di elettrotecnica ed informatica. Il loro obiettivo è quello di creare degli sciami di api-robot che sostituiscano l'impollinazione delle api naturali, dopo la moria drammatica di una altissima percentuale di colonie. Questo è un buon indice di una crisi ambientale dagli effetti imprevedibili e molto, molto pericolosi. Estraggo dall'articolo l'aspetto di biologia comportamentale da cui partono gli autori (il regime "sociale" delle api, la loro cooperazione, la loro efficienza nella divisione del lavoro, la loro capacità di adattare "socialmente" comportamenti di routine ad eventi imprevisti quali la morte della regina, la comparsa o la scomparsa di cibo, l'apparizione di epidemie nell'alveare-nursery). Passo poi ai loro modelli sperimentali di comportamento collettivo: "Del resto sarebbe difficile capire il comportamento emergente dei sistemi fisici se non facessimo prove con hardware vero." (Le Scienze, maggio 2013:95). Per inciso, ricerche parallele sulle api, nel numero precedente di Le Scienze, confermano che le tre attività principali delle api-operaie (le tuttofare), sono la cura della regina, l'approvvigionamento di cibo, la manutenzione, pulizia e difesa dell'alveare (che è una nursery di api-operaie; ad un osservatore sociologico potrebbe sembrare una situazione post-fordista). In questa analisi del comportamento delle api operaie è stata rilevata una "carriera" nei tre ruoli basata sull'età (nella biologia comportamentale alcuni aspetti non sono spiegati, non potendosi parlare di "esperienza" nel caso delle api operaie).I ricercatori hanno problemi immediati di ingegneria del robot ma soprattutto di "organizzazione" dell'alveare. Tentano di ricostruire via software "l'intelligenza di sciame". I due punti importanti dell'esperimento, oltre la solita convergenza di protesi materiali e immateriali, sono l'ispirazione ad un modello biologico naturale di comportamento sociale senza leader, e la sua traduzione in un modello di simulazione software che viene sperimentato. Per sottolineare l'importanza di questo aspetto, relativo agli insetti sociali, riprendo il dibattito sulla teoria del “Social Brain Hypothesis” di Robin Dunbar (Dunbar, 1998) e (ICCI, 2012). Dunbar sostiene che il maggior volume del cervello umano sia un effetto evolutivo della pressione della socialità dei gruppi umani, in sostanza che sia aumentato di volume e di funzioni (soprattutto la neo-corteccia) per adattamento biologico alla evoluzione “sociale” di gruppo del genere “Homo”. La principale obiezione a Dunbar è che questa stessa socialità sia presente negli insetti “sociali” totalmente privi di neo-corteccia. Questo problema è affrontato, suscitando roventi polemiche, da E.O.Wilson (Wilson, 2013) che conferma l'ipotesi di Dunbar, ribadendo la logica evolutiva dello scandaloso “parallelismo” tra insetti e umani (anche se ironizza che a suo tempo scandalizzasse molto il fatto che gli umani venissero confrontati con le orribili “scimmie”). Quello che è più interessante, e che è comune a Dunbar e Wilson, è la definizione delle interazioni di gruppo (“sociali”): “I sistemi sociali più complessi sono quelli eusociali, cioè quelli che letteralmente hanno <<una buona condizione sociale>>. I membri di un gruppo animale eusociale, come un formicaio, appartengono a generazioni multiple e si dividono il lavoro in un modo che, almeno esteriormente, sembra altruistico.” (Wilson, 2013:127) [NdR: l'enfasi è mia]. Viene specificata meglio la complessità di questa scelta evolutiva comparsa negli insetti, in una specie di talpe africane, e poi negli ominidi: “La via verso la eusocialità era tracciata sulla carta da una competizione fra la selezione basata sul successo relativo degli individui all'interno dei gruppi contrapposta al successo relativo fra i diversi gruppi. Le strategie di questo gioco si tradussero in un mix complicato di altruismo accuratamente calibrato, cooperazione, competizione, dominio, reciprocità, defezione, e inganno. Per stare al gioco nel modo umano, le popolazioni che si evolvevano dovevano acquisire un livello ancora superiore di intelligenza. Dovevano immedesimarsi negli altri, misurare le emozioni di amici e nemici, giudicare le intenzioni di tutti e pianificare una strategia di interazioni sociali individuali. Perciò il cervello umano diventò contemporaneamente assai intelligente e intensamente sociale.” (Wilson, 2013:21) [NdR: l'enfasi è mia]. L'aspetto che volevo sottolineare, nell'ambito delle ipotesi avanzate da Dunbar e Wilson e quindi in corso di discussione e verifica, è la sperimentazione pratica e la ricostruzione in laboratorio di questi algoritmi evolutivi condotta dal gruppo “ape-robot”. Nell'approccio "filosofico" di Marx e Durkheim manca completamente l'idea della sperimentazione. Durkheim, con l'uso delle statistiche (soprattutto Halbwachs), cerca di monitorare l'esistente, ma tenta solo di mantenere "l'ordine sociale" che conosce. Tenta di mantenere le cose così come sono, preoccupandosi, ma in senso reattivo, della dinamicità della storia acceleratasi proprio ai suoi tempi (Comune di Parigi etc). L'approccio pragmatico della scuola americana viene confermato ancora una volta: se tento di costruire una protesi (materiale e immateriale) ho la possibilità di "conoscere" la natura. Le api robot mi aiutano a conoscere le api. Il software di organizzazione di un alveare probabilmente sarà utile per "organizzare" una città o scoprire proprietà emergenti di un’intelligenza di sciame "umana" (Vedi il §8.5 sulla rivoluzione digitale e le scienze cognitive). Il punto centrale dell'articolo, assente nell'ipotesi di ordine sociale di Durkheim e nel tipo di cooperazione previsto nell'orchestra di Marx, è: la divisione intelligente del lavoro. Cioè una divisione del lavoro in cui è l'agente singolo (essere umano o robot) che ha un software individuale che lo allinea al comportamento degli altri ed alle variazioni ambientali. Questa capacità non può essere la norma di Durkheim o i ruoli interiorizzati di T.Parsons, perchè non ci sono leader, cioè le decisioni sono completamente decentralizzate, pur restando coordinate. Non solo ma nessuna omeostasi può spiegare il cambiamento endogeno della "struttura". Ma l'aspetto più importante ancora è che queste "decisioni senza leader" si adattano ai cambiamenti imprevisti in qualunque punto si verifichino e qualunque sia l'ape operaia-robot che lo rilevi. Questo implica una enorme resilienza del sistema ed una sua adattività molto significativa. Si potrebbe assimilare questa "divisione intelligente del lavoro" alla intelligenza collettiva vista nelle CoP al paragrafo 7.4.6, che origina una "Implicitly held Knowledge" che funziona come i comportamenti "innati" delle api. Questo modello di "divisone intelligente del lavoro", privo di leader o di autorità centrali, è stato adottato anche dalle società umane: ne restano tracce a livello antropologico, anche recente, nelle attività "sociali" dei raccoglitori-cacciatori residui, pigmei mbuti, bushmen del Kalahari, aborigeni australiani, nativi americani poco prima del genocidio. Ne restano tracce archeologiche significative nella civiltà pre-statali, quindi senza un potere centrale di direzione e coordinamento, quali le civiltà megalitiche di Stonehenge (Sewell, 2008:64), le civiltà della Antica Europa (Vilar, 1997:93-112) e (Catalogo, 2008). Questa intelligenza collettiva, con la sua apertura cognitiva e la sua empatia generalizzata, potrebbe essere utile per affrontare i problemi che la specie umana deve oggi affrontare derivanti da modifiche ambientali indotte dalla specie umana stessa. E' questo che rende difficili le soluzioni ai problemi. La cultura e gli artefatti, le protesi di vario tipo che hanno creato un problema, difficilmente si possono auto-modificare per affrontare i problemi che hanno creato. Nemmeno l'attuale tecnologia o tecnoscienza né la vantata efficienza del mercato è scontato lo possano fare in tempi utili (Donella e Dennis Meadows et al, 2006:270-271). OSE è uno di questi tentativi. | ||
− | ==== | + | ====Il modello biologico dell'alveare==== |
"Ora consideriamo l'alveare. Le colonie di api non hanno né supervisori né autorità centrali, eppure decine di migliaia di insetti si dividono il lavoro e svolgono i compiti necessari per la salute dell'alveare. Quando c'è bisogno di più polline partono alla ricerca più api del solito. Quando l'alveare ha bisogno di manutenzione, le api restano a casa. E se qualcosa va storto, per esempio se la regina muore inaspettatamente, gli insetti si adattano in fretta alle nuove circostanze. Come fa una colonia numerosa a prendere decisioni complesse senza perdere tempo, senza confusione dovuta a possibili incomprensioni, e soprattutto senza nessuno al potere?" (Le Scienze, maggio 2013:91). L'obbiettivo dei ricercatori è quindi quello di realizzare uno sciame di robot coordinati, non tanti singoli robot e nemmeno un solo singolo robot che comprenda nelle sue funzioni quelle di un intero sciame. In breve, lo schema filosofico seguito è quello atomistico. Se consideriamo i piccoli robot, tralasciando le api che hanno fornito il modello, potremmo parlare di una società di robot, anziché di sciame, un termine che rimanda alla zoologia. "Fin dai primi anni novanta gli informatici che lavorano nell'ambito della cosiddetta <<intelligenza di sciame>> (swarm intelligence) hanno generato potenti algoritmi ispirati agli insetti sociali, per simulare comportamenti che vanno dalle strategie di ricerca coordinata alla divisione intelligente del lavoro. Pur disponendo di questi algoritmi, purtroppo, uno sciame non può essere gestito come un solo robot." (Le Scienze, maggio 2013:94-95). Questo è il passaggio fondamentale: l'algoritmo da usare riguarda l'intera colonia: "Dobbiamo poter tradurre comandi globali in programmi di comportamento individuale: ci serve un linguaggio di programmazione per le colonie." (ibidem). Assomiglia alla via scelta da Durkheim, un algoritmo di comando globale che si traduca in un programma di comportamento individuale. Ma i ricercatori non sapendo come fare scelgono due strade, due software. Il primo chiamato Karma riceve le "informazioni" dai robot e definisce l'allocazione ottimale delle risorse destinate ai diversi compiti. Qui il modello sembra quello del "mercato" della scuola neo-classica che realizza il perfetto equilibrio della allocazione di risorse, molto diverso dal modello Durkheim. Ma spunta una seconda alternativa, molto più interessante, anche se apparentemente complessa: "Un altro approccio, chiamato OptRAD (da Optimizing Reaction Advection Diffusion), tratta la colonia di robot volanti come un fluido che si diffonde nell'ambiente. In questo caso ogni RoboBee usa un algoritmo probabilistico per decidere se svolgere un compito o meno in base allo stato dell'ambiente in quel momento. Trattare il sistema come se fosse un fluido permette a OptRAD di ragionare a un livello superiore in merito ai risultati attesi, e di modificare il comportamento per adattarlo alle nuove circostanze." (ibidem). Questo modello è più vicino all'individualismo metodologico di Weber, pur rimanendo un modello tutto da sperimentare sui piccoli robot, e valido solo per loro. L'ipotesi che si può fare sull'orchestra portata ad esempio da K.Marx è che anche a livello umano, con la frequentazione faccia a faccia e l'esperienza di attività comuni, si sviluppi un’intelligenza di gruppo, o collettiva come quella delle CoP, che permette una divisione del lavoro sincronizzata a livelli di efficienza "biologica" grazie alla sua "Implicit Knowledge". La funzione del direttore è solo quella di "realizzare lo sciame" su quella specifica performance, o di creare una CoP che duri il tempo della tournée artistica. L'articolo prosegue dicendo: "Il progetto è open source: chiunque sia interessato può creare i propri Kilobot oppure comprarne già pronti da K.Team, un'azienda che opera nel settore educational. La nostra speranza è che la disponibilità di un kit di robotica standard ispiri nuove idee e stimoli il progresso, in modi che per i singoli sarebbero impossibili. In fondo anche noi come le api, abbiamo bisogno del potere della collettività per diventare qualcosa di più della somma delle nostre parti." (ibidem). L'Open Source entra nella "organizzazione" e divisione del lavoro "intelligente" e necessaria. | "Ora consideriamo l'alveare. Le colonie di api non hanno né supervisori né autorità centrali, eppure decine di migliaia di insetti si dividono il lavoro e svolgono i compiti necessari per la salute dell'alveare. Quando c'è bisogno di più polline partono alla ricerca più api del solito. Quando l'alveare ha bisogno di manutenzione, le api restano a casa. E se qualcosa va storto, per esempio se la regina muore inaspettatamente, gli insetti si adattano in fretta alle nuove circostanze. Come fa una colonia numerosa a prendere decisioni complesse senza perdere tempo, senza confusione dovuta a possibili incomprensioni, e soprattutto senza nessuno al potere?" (Le Scienze, maggio 2013:91). L'obbiettivo dei ricercatori è quindi quello di realizzare uno sciame di robot coordinati, non tanti singoli robot e nemmeno un solo singolo robot che comprenda nelle sue funzioni quelle di un intero sciame. In breve, lo schema filosofico seguito è quello atomistico. Se consideriamo i piccoli robot, tralasciando le api che hanno fornito il modello, potremmo parlare di una società di robot, anziché di sciame, un termine che rimanda alla zoologia. "Fin dai primi anni novanta gli informatici che lavorano nell'ambito della cosiddetta <<intelligenza di sciame>> (swarm intelligence) hanno generato potenti algoritmi ispirati agli insetti sociali, per simulare comportamenti che vanno dalle strategie di ricerca coordinata alla divisione intelligente del lavoro. Pur disponendo di questi algoritmi, purtroppo, uno sciame non può essere gestito come un solo robot." (Le Scienze, maggio 2013:94-95). Questo è il passaggio fondamentale: l'algoritmo da usare riguarda l'intera colonia: "Dobbiamo poter tradurre comandi globali in programmi di comportamento individuale: ci serve un linguaggio di programmazione per le colonie." (ibidem). Assomiglia alla via scelta da Durkheim, un algoritmo di comando globale che si traduca in un programma di comportamento individuale. Ma i ricercatori non sapendo come fare scelgono due strade, due software. Il primo chiamato Karma riceve le "informazioni" dai robot e definisce l'allocazione ottimale delle risorse destinate ai diversi compiti. Qui il modello sembra quello del "mercato" della scuola neo-classica che realizza il perfetto equilibrio della allocazione di risorse, molto diverso dal modello Durkheim. Ma spunta una seconda alternativa, molto più interessante, anche se apparentemente complessa: "Un altro approccio, chiamato OptRAD (da Optimizing Reaction Advection Diffusion), tratta la colonia di robot volanti come un fluido che si diffonde nell'ambiente. In questo caso ogni RoboBee usa un algoritmo probabilistico per decidere se svolgere un compito o meno in base allo stato dell'ambiente in quel momento. Trattare il sistema come se fosse un fluido permette a OptRAD di ragionare a un livello superiore in merito ai risultati attesi, e di modificare il comportamento per adattarlo alle nuove circostanze." (ibidem). Questo modello è più vicino all'individualismo metodologico di Weber, pur rimanendo un modello tutto da sperimentare sui piccoli robot, e valido solo per loro. L'ipotesi che si può fare sull'orchestra portata ad esempio da K.Marx è che anche a livello umano, con la frequentazione faccia a faccia e l'esperienza di attività comuni, si sviluppi un’intelligenza di gruppo, o collettiva come quella delle CoP, che permette una divisione del lavoro sincronizzata a livelli di efficienza "biologica" grazie alla sua "Implicit Knowledge". La funzione del direttore è solo quella di "realizzare lo sciame" su quella specifica performance, o di creare una CoP che duri il tempo della tournée artistica. L'articolo prosegue dicendo: "Il progetto è open source: chiunque sia interessato può creare i propri Kilobot oppure comprarne già pronti da K.Team, un'azienda che opera nel settore educational. La nostra speranza è che la disponibilità di un kit di robotica standard ispiri nuove idee e stimoli il progresso, in modi che per i singoli sarebbero impossibili. In fondo anche noi come le api, abbiamo bisogno del potere della collettività per diventare qualcosa di più della somma delle nostre parti." (ibidem). L'Open Source entra nella "organizzazione" e divisione del lavoro "intelligente" e necessaria. | ||
− | ==== | + | ====Le Comunità di Pratica - CoP==== |
Queste comunità si auto-costruiscono ponendo e realizzando un obiettivo condiviso ("facendo", "making", come abbiamo visto nei makers all'opera in HOS). Le comunità costruiscono progetti e facendo (practicing) costruiscono cultura, conoscenza, learning, knowledge. "In a nutshell: Communities of practice are groups of people who share a concern or a passion for something they do and learn how to do it better as they interact regularly." (Wenger, 2006). I tre elementi caratteristici di una CoP sono: | Queste comunità si auto-costruiscono ponendo e realizzando un obiettivo condiviso ("facendo", "making", come abbiamo visto nei makers all'opera in HOS). Le comunità costruiscono progetti e facendo (practicing) costruiscono cultura, conoscenza, learning, knowledge. "In a nutshell: Communities of practice are groups of people who share a concern or a passion for something they do and learn how to do it better as they interact regularly." (Wenger, 2006). I tre elementi caratteristici di una CoP sono: | ||
*il Dominio, cioè il progetto, l'impresa condivisa da cui nasce spontaneamente, naturalmente e organicamente la CoP (secondo Wenger la "intenzionalità" può essere o no presente) | *il Dominio, cioè il progetto, l'impresa condivisa da cui nasce spontaneamente, naturalmente e organicamente la CoP (secondo Wenger la "intenzionalità" può essere o no presente) | ||
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Le comunità di hacker (Oudshoorn et al, 2003:29-50) hanno con esattezza tutte le caratteristiche ideal-tipiche di una CoP, anche se ci sono altre, varie e differenziate, forme di CoP, che sono sempre esistite: "Communities of practice are formed by people who engage in a process of collective learning in a shared domain of human endeavor: a tribe learning to survive, a band of artists seeking new forms of expression, a group of engineers working on similar problems, a clique of pupils defining their identity in the school, a network of surgeons exploring novel techniques, a gathering of first-time managers helping each other cope." (Wenger, 2006) e (Costa et al, 2004:259 Box 7.4). Va posta l'enfasi sull'esempio antico di CoP: "a tribe learning to survive" per focalizzarne l'estensione nel tempo e nello spazio, la profondità e l'ampiezza di differenziazione degli obiettivi umani. Questo aspetto unitario, ideal-tipico, tratto da un così enorme arco temporale, era presente quando si è parlato in §4.2 della "CoP" Linux come "convenzione" (Costa et al, 2004:14). Si tratta di una cooperazione o mutuo aiuto nell'agire empirico del gruppo che realizza i suoi propri obiettivi. Si tratta di un tipo di "potere collettivo" dove i partecipanti aumentano il loro potere in termini di raggiungimento degli obiettivi individuali e soprattutto di cultura-conoscenza che è l'elemento centrale e il contesto principale della loro interazione. Tale potere va distinto da quello "distributivo": "For B to gain power, A must lose some - their relationship is a <<zero-sum game>> where a fixed amount of power can be distributed among partecipants. Parsons noted correctly a second collective aspect of power, whereby persons in cooperation can enhance their joint power over third parties or over nature (Parsons 1960:199-225)." (Mann, 1986:6). Un aspetto importante delle CoP è la loro capacità di proliferare e di aggregarsi in organismi cognitivi e fattivi più ampi e complessi che interagiscono tra loro facendo interagire le varie comunità. I progetti, o nel linguaggio CoP i domini, vanno a costituire un eco-sistema di culture-conoscenze che si intrecciano e che possiamo chiamare Intelligenza Collettiva di quel determinato complesso di CoP. Questa "Collective Intelligence" emerge nel penultimo passo del ciclo rappresentato nella immagine sottostante. Questa potrebbe essere la necessaria proprietà diffusiva di un potere sociale emergente: "Diffused power, however, spreads in a more spontaneous, unconscious, decentered way throughout a population, resulting in similar social practices that embody power relations but are not explicitly commanded." (Mann, 1986:8). Nel caso generale le CoP possono essere intenzionalmente "aiutate a nascere" nei più svariati settori: "Where is the concept being applied? The concept of community of practice has found a number of practical applications in business, organizational design, government, education, professional associations, development projects, and civic life." (Wenger, 2006). Anche se non quantificabile, questo è un chiaro indice della fitness interstiziale delle CoP. Nel caso dei progetti software queste culture costituiscono una piattaforma; ad esempio lo stack LAMP che abbiamo visto. A sua volta la piattaforma LAMP ha permesso la diffusione planetaria di Internet, gratuitamente, permettendo così la formazione di altre CoP come Fairphone. Una CoP è un processo che si autoalimenta e che può cambiare dinamicamente nei suoi membri, nei suoi obiettivi, adeguandosi al contesto-ambiente, automodificatosi e modificando la "struttura" (Rao, 2011:97), quindi uscendo dallo schema statico di T.Parsons della "omeostasi". | Le comunità di hacker (Oudshoorn et al, 2003:29-50) hanno con esattezza tutte le caratteristiche ideal-tipiche di una CoP, anche se ci sono altre, varie e differenziate, forme di CoP, che sono sempre esistite: "Communities of practice are formed by people who engage in a process of collective learning in a shared domain of human endeavor: a tribe learning to survive, a band of artists seeking new forms of expression, a group of engineers working on similar problems, a clique of pupils defining their identity in the school, a network of surgeons exploring novel techniques, a gathering of first-time managers helping each other cope." (Wenger, 2006) e (Costa et al, 2004:259 Box 7.4). Va posta l'enfasi sull'esempio antico di CoP: "a tribe learning to survive" per focalizzarne l'estensione nel tempo e nello spazio, la profondità e l'ampiezza di differenziazione degli obiettivi umani. Questo aspetto unitario, ideal-tipico, tratto da un così enorme arco temporale, era presente quando si è parlato in §4.2 della "CoP" Linux come "convenzione" (Costa et al, 2004:14). Si tratta di una cooperazione o mutuo aiuto nell'agire empirico del gruppo che realizza i suoi propri obiettivi. Si tratta di un tipo di "potere collettivo" dove i partecipanti aumentano il loro potere in termini di raggiungimento degli obiettivi individuali e soprattutto di cultura-conoscenza che è l'elemento centrale e il contesto principale della loro interazione. Tale potere va distinto da quello "distributivo": "For B to gain power, A must lose some - their relationship is a <<zero-sum game>> where a fixed amount of power can be distributed among partecipants. Parsons noted correctly a second collective aspect of power, whereby persons in cooperation can enhance their joint power over third parties or over nature (Parsons 1960:199-225)." (Mann, 1986:6). Un aspetto importante delle CoP è la loro capacità di proliferare e di aggregarsi in organismi cognitivi e fattivi più ampi e complessi che interagiscono tra loro facendo interagire le varie comunità. I progetti, o nel linguaggio CoP i domini, vanno a costituire un eco-sistema di culture-conoscenze che si intrecciano e che possiamo chiamare Intelligenza Collettiva di quel determinato complesso di CoP. Questa "Collective Intelligence" emerge nel penultimo passo del ciclo rappresentato nella immagine sottostante. Questa potrebbe essere la necessaria proprietà diffusiva di un potere sociale emergente: "Diffused power, however, spreads in a more spontaneous, unconscious, decentered way throughout a population, resulting in similar social practices that embody power relations but are not explicitly commanded." (Mann, 1986:8). Nel caso generale le CoP possono essere intenzionalmente "aiutate a nascere" nei più svariati settori: "Where is the concept being applied? The concept of community of practice has found a number of practical applications in business, organizational design, government, education, professional associations, development projects, and civic life." (Wenger, 2006). Anche se non quantificabile, questo è un chiaro indice della fitness interstiziale delle CoP. Nel caso dei progetti software queste culture costituiscono una piattaforma; ad esempio lo stack LAMP che abbiamo visto. A sua volta la piattaforma LAMP ha permesso la diffusione planetaria di Internet, gratuitamente, permettendo così la formazione di altre CoP come Fairphone. Una CoP è un processo che si autoalimenta e che può cambiare dinamicamente nei suoi membri, nei suoi obiettivi, adeguandosi al contesto-ambiente, automodificatosi e modificando la "struttura" (Rao, 2011:97), quindi uscendo dallo schema statico di T.Parsons della "omeostasi". | ||
− | === | + | ===Sociologia generale 2=== |
Il ruolo fondamentale del leader carismatico pur mantenendo tutta la sua importanza storica viene sottoposto ad interazioni di nuovo tipo. Nelle società pre-statali con "chefferie" sviluppate il "big man" veniva sottoposto ad una stressante verifica delle sue prestazioni e ad una continua produttività a favore della comunità. Anche nelle moderne comunità virtuali si creano tensioni di questo tipo, vedi il caso di Jimbo Wales, fondatore di Wikipedia, citato in (Paccagnella, 2010:158 e nota 17). Oggi in modo analogo la vicinanza virtuale ottenuta tramite la rete, l' "open access" del comune operare, e soprattutto le abilità "hacker" molto differenziate dei membri individuali della comunità, che si sviluppano proprio grazie all'Open Access ed al conseguente Learning By Doing di SOS e di HOS, sottopongono leader carismatici come Torvalds e Stallman ad una puntuale verifica del loro contributo ai progetti, intesi come bene comune, da loro stessi iniziati. In altri punti di LCEIB si abbina il termine di leader al termine di "coordinatore". La differenza delle due accezioni sta nel fatto che la guida indica teleologicamente la meta, mentre il coordinatore si limita ad aiutare i membri della comunità che già conoscono la meta comune ad interagire tra loro per raggiungere l'obiettivo condiviso con comunicazioni, se possibile, gricianamente compatibili (vedi §8.5). In un altro passaggio chiarisce che "una leadership fondata sulla costrizione non produrrebbe i risultati che abbiamo visto". Questo aspetto si lega strettamente alle caratteristiche delle convenzioni viste nei §4.2 e §7.5. In generale tramite i mezzi di comunicazione di massa, la rivoluzione digitale, l'ampliamento delle esperienze virtuali e visuali tramite cinema e TV, in quella che viene definita società di massa, i leader carismatici si moltiplicano ai vari livelli del sistema comunicativo. Diventano "spettacolari" molteplici personaggi della cultura, dell'informazione, della scienza, della religione, della cultura come industria di massa. | Il ruolo fondamentale del leader carismatico pur mantenendo tutta la sua importanza storica viene sottoposto ad interazioni di nuovo tipo. Nelle società pre-statali con "chefferie" sviluppate il "big man" veniva sottoposto ad una stressante verifica delle sue prestazioni e ad una continua produttività a favore della comunità. Anche nelle moderne comunità virtuali si creano tensioni di questo tipo, vedi il caso di Jimbo Wales, fondatore di Wikipedia, citato in (Paccagnella, 2010:158 e nota 17). Oggi in modo analogo la vicinanza virtuale ottenuta tramite la rete, l' "open access" del comune operare, e soprattutto le abilità "hacker" molto differenziate dei membri individuali della comunità, che si sviluppano proprio grazie all'Open Access ed al conseguente Learning By Doing di SOS e di HOS, sottopongono leader carismatici come Torvalds e Stallman ad una puntuale verifica del loro contributo ai progetti, intesi come bene comune, da loro stessi iniziati. In altri punti di LCEIB si abbina il termine di leader al termine di "coordinatore". La differenza delle due accezioni sta nel fatto che la guida indica teleologicamente la meta, mentre il coordinatore si limita ad aiutare i membri della comunità che già conoscono la meta comune ad interagire tra loro per raggiungere l'obiettivo condiviso con comunicazioni, se possibile, gricianamente compatibili (vedi §8.5). In un altro passaggio chiarisce che "una leadership fondata sulla costrizione non produrrebbe i risultati che abbiamo visto". Questo aspetto si lega strettamente alle caratteristiche delle convenzioni viste nei §4.2 e §7.5. In generale tramite i mezzi di comunicazione di massa, la rivoluzione digitale, l'ampliamento delle esperienze virtuali e visuali tramite cinema e TV, in quella che viene definita società di massa, i leader carismatici si moltiplicano ai vari livelli del sistema comunicativo. Diventano "spettacolari" molteplici personaggi della cultura, dell'informazione, della scienza, della religione, della cultura come industria di massa. | ||
− | === | + | ===Sociologia delle organizzazioni=== |
Linux si presenta come "convenzione" (Costa et al, 2004:16) con caratteristiche che lo distinguono dagli scambi di mercato e dalle "gerarchie" (le normali imprese capitalistiche basate sul principio di autorità). In realtà la struttura anche gerarchica di alcune comunità è molto complessa e variabile. Nel caso della Wikimedia Foundation che gestisce Wikipedia: “Spesso dipinta come un progetto <<anarchico>> i cui risultati emergono <<miracolosamente>> come frutto della cooperazione più spontanea, Wikipedia si rivela in realtà un'organizzazione articolata e affascinante costantemente in bilico tra l'impegno a preservare lo spirito comunitario e informale del progetto e la necessità di istituzionalizzare pratiche e ruoli capaci di difenderlo dalla disgregazione.” (Paccagnella, 2010:156). Si assiste in molti casi ad un processo di istituzionalizzazione come effetto emergente, di nuove definizioni di ruoli, di modelli innovativi di “comunità” come le CoP che sono gruppo organizzati di attività che si intrecciano con altri gruppi. | Linux si presenta come "convenzione" (Costa et al, 2004:16) con caratteristiche che lo distinguono dagli scambi di mercato e dalle "gerarchie" (le normali imprese capitalistiche basate sul principio di autorità). In realtà la struttura anche gerarchica di alcune comunità è molto complessa e variabile. Nel caso della Wikimedia Foundation che gestisce Wikipedia: “Spesso dipinta come un progetto <<anarchico>> i cui risultati emergono <<miracolosamente>> come frutto della cooperazione più spontanea, Wikipedia si rivela in realtà un'organizzazione articolata e affascinante costantemente in bilico tra l'impegno a preservare lo spirito comunitario e informale del progetto e la necessità di istituzionalizzare pratiche e ruoli capaci di difenderlo dalla disgregazione.” (Paccagnella, 2010:156). Si assiste in molti casi ad un processo di istituzionalizzazione come effetto emergente, di nuove definizioni di ruoli, di modelli innovativi di “comunità” come le CoP che sono gruppo organizzati di attività che si intrecciano con altri gruppi. | ||
− | === | + | ===Sociologia generale 3=== |
La fiducia è un processo di interazione basato sulla memoria, il calcolo, la previsione, la percezione e la simulazione delle altrui intenzionalità, il controllo situazionale, la categorizzazione dell' “altro-da-sè”. Agisce come tale all'interno delle relazioni istituzionali role-based, influenzandole o in certi casi sostituendosi ad esse. E' fondamentale nel caso delle CoP per la cooperazione, cioè per una divisione del lavoro vista in chiave positiva di simbiosi mutualistica come processo dinamico e non come “divisione” ex post di un “lavoro” dato ex ante. Viene trattata come “capitale sociale” visto come “bene pubblico” in (Bagnasco et al, 2007:§7, cap.3, p.98). Qui la fiducia, il capitale sociale, la cooperazione, vengono trattati tout court come “organizzazione sociale [NdR.enfasi nel testo], vale a dire di come gli individui hanno imparato a coordinare stabilmente le loro interazioni, creando apposite strutture artificiali nelle quali cooperare, con risultati complessivi” (Bagnasco et al, 2007:99). Questa definizione di “organizzazione sociale” come gruppi associati nel perseguire i loro scopi assomiglia alla definizione di società come “multiple social power networks” di M.Mann. La fiducia è quell'elemento funzionale pervasivo che ne permette l'intero ciclo di vita. Ma se non se ne traccia empiricamente la genesi e la fisiologia tutta la base di esistenza dell'intera società rimane un’allusione indefinita. Sempre (Bagnasco et al, 2007:441), citando Dasgupta ed Etzioni, tratta della fiducia come prerequisito di un corretto funzionamento del mercato ma non spiega come il mercato persista nei suoi meccanismi nonostante ripetute, palesi, violazioni di tale fiducia. La spiegazione di M.Mann è che queste situazioni perdurano storicamente a causa della “social cage” che impedisce il formarsi di alternative empiricamente e culturalmente fruibili, alla portata di vari attori sociali. Un altro punto di vista che parte dalla biologia evoluzionistica dice “In ogni nostro gruppo troviamo una concorrenza spietata, ma anche fiducia reciproca e virtù, i tratti distintivi della selezione di gruppo.” (Wilson, 2013:237). Secondo l'ipotesi della selezione di gruppo, che sostituirebbe l'attuale ipotesi prevalente della selezione di parentela, la fiducia, l'”empatia coatta” e la cooperazione sarebbero i fattori che determinano il successo evolutivo delle rare specie animali, tra cui il genere Homo, che hanno raggiunto la soglia della eusocialità. Secondo i modelli matematici di M.A.Nowak la cooperazione basata sull'altruismo, stabilito geneticamente ed epi-geneticamente dalla selezione di gruppo (così come lo “egoismo” si basa sulla selezione individuale e sulla precedente teoria della soluzione di parentela), potrebbe essere uno dei principali fattori dell'evoluzione (Le Scienze, settembre 2012:86). M.A.Nowak ha trovato in questo modo soluzioni cooperative al "dilemma del prigioniero", tassello importante delle teorie economiche sul comportamento umano basate sulla utilità marginale. | La fiducia è un processo di interazione basato sulla memoria, il calcolo, la previsione, la percezione e la simulazione delle altrui intenzionalità, il controllo situazionale, la categorizzazione dell' “altro-da-sè”. Agisce come tale all'interno delle relazioni istituzionali role-based, influenzandole o in certi casi sostituendosi ad esse. E' fondamentale nel caso delle CoP per la cooperazione, cioè per una divisione del lavoro vista in chiave positiva di simbiosi mutualistica come processo dinamico e non come “divisione” ex post di un “lavoro” dato ex ante. Viene trattata come “capitale sociale” visto come “bene pubblico” in (Bagnasco et al, 2007:§7, cap.3, p.98). Qui la fiducia, il capitale sociale, la cooperazione, vengono trattati tout court come “organizzazione sociale [NdR.enfasi nel testo], vale a dire di come gli individui hanno imparato a coordinare stabilmente le loro interazioni, creando apposite strutture artificiali nelle quali cooperare, con risultati complessivi” (Bagnasco et al, 2007:99). Questa definizione di “organizzazione sociale” come gruppi associati nel perseguire i loro scopi assomiglia alla definizione di società come “multiple social power networks” di M.Mann. La fiducia è quell'elemento funzionale pervasivo che ne permette l'intero ciclo di vita. Ma se non se ne traccia empiricamente la genesi e la fisiologia tutta la base di esistenza dell'intera società rimane un’allusione indefinita. Sempre (Bagnasco et al, 2007:441), citando Dasgupta ed Etzioni, tratta della fiducia come prerequisito di un corretto funzionamento del mercato ma non spiega come il mercato persista nei suoi meccanismi nonostante ripetute, palesi, violazioni di tale fiducia. La spiegazione di M.Mann è che queste situazioni perdurano storicamente a causa della “social cage” che impedisce il formarsi di alternative empiricamente e culturalmente fruibili, alla portata di vari attori sociali. Un altro punto di vista che parte dalla biologia evoluzionistica dice “In ogni nostro gruppo troviamo una concorrenza spietata, ma anche fiducia reciproca e virtù, i tratti distintivi della selezione di gruppo.” (Wilson, 2013:237). Secondo l'ipotesi della selezione di gruppo, che sostituirebbe l'attuale ipotesi prevalente della selezione di parentela, la fiducia, l'”empatia coatta” e la cooperazione sarebbero i fattori che determinano il successo evolutivo delle rare specie animali, tra cui il genere Homo, che hanno raggiunto la soglia della eusocialità. Secondo i modelli matematici di M.A.Nowak la cooperazione basata sull'altruismo, stabilito geneticamente ed epi-geneticamente dalla selezione di gruppo (così come lo “egoismo” si basa sulla selezione individuale e sulla precedente teoria della soluzione di parentela), potrebbe essere uno dei principali fattori dell'evoluzione (Le Scienze, settembre 2012:86). M.A.Nowak ha trovato in questo modo soluzioni cooperative al "dilemma del prigioniero", tassello importante delle teorie economiche sul comportamento umano basate sulla utilità marginale. | ||
− | === | + | ===Sociologia generale 4=== |
Secondo Mann le varie società storiche e protostoriche si costituiscono a partire da gruppi umani che si "organizzano" per raggiungere veri e molteplici fini. E' quindi necessaria una teoria motivazionale che tracci e rappresenti l'origine, l'evoluzione, il dispiegarsi di molteplici obbiettivi che i gruppi umani si pongono e si sono posti nel passato. Mann si propone di affrontare uesto tema in un prossimo lavoro. Nel raggiungimento di questi obbiettivi gli esseri umani si organizzano in gruppi al cui interno vige una divisione "intelligente" del lavoro bsata su quella che in §7.6 ho chiamato "fiducia". Tale "fiducia" è quindi il fattore operativo che realizza gli obiettivi che gli esseri umani si pongono, attraverso gli "organizational means" di gruppo o "societali" (protesi materiali e immateriali come le strade pavimentate, la scrittura, la moneta, internet), costruiti ad hoc e variamente cristallizzati o istituzionalizzati. Si può dire come prima approssimazione che la "fiducia" collega i "mezzi" ai "fini". Questa "fiducia" spesso si è cristallizzata in "fede" religiosa (ideologica) o in "fede" nella verità astratta di qualche ideologia secolare o "scientifica". Queste "fedi" sono sistemi "closed source" nati dal carisma naturale di qualche leader o dal carisma istituzionalizzato di re, generali, guide spirituali, imprenditori (le figure viste negativamente dagli ingegneri di IETF, (Paccanella, 2010)). Due autori che hanno avuto il merito di indirizzare nelle loro analisi questo legame tra leader (carismatici), gruppi umani organizzati, possibili scopi dell'azione umana (teoria motivazionale) e coordinamento tra "organizational means" e fini dell'azione umana, sono Hobbes e Machiavelli. Tutt'oggi vengono considerati pietre miliari della scienza politica e dell'indagine sulla misteriosa "natura umana". Quattro secoli di lezioni storiche, i progressi cognitivi delle scienze sperimentali, l'antropologia evoluzionistica e la biologia del comportamento, hanno profondamento modificato il quadro concettuale cui facevano riferimento questi due autori. La mia critica principale a Hobbes è la fissità metafisica della sua concezione della natura umana e la dubbia unilateralità del suo pessimismo. Per quanto riguarda Machiavelli, ritenuto il fondatore di una "moderna scienza storica realista", il cui "Principe" è stato preso a modello da Gramsci e involontariamente da molti altri, ritengo non tenga conto del fondamentale carattere "developmental" della storia e della sua cumulatività (vedi §7.1, §7.3.1 e l'esempio di costruzione sociale dello stack LAMP in §3.3). Non è forse il Leviathan di Hobbes il modello inconscio del prof.Tanenbaum che sostiene la necessità di un rigido controllo per gestire i "mille gatti ringhiosi" del progetto Linux? (vedi §4.1). Ma il principale problema di queste teorie sta nel fatto che rendono totalmente impossibile quella "fiducia" che è il fattore operativo di ogni costruzione sociale e quindi del raggiungimento di qualsiasi fine. Quella fiducia che si realizza attraverso la divisione intelligente del lavoro (vedi §7.3.4) in un processo attivo e intenzionale di informazione-comunicazione-conoscenza, dalla iniziale "Trust among members" che costituisce poi la "Collective intelligence" e la "Implicitly held knowledge" delle "Community of Practice" (vedi §7.3.6). Sia Hobbes che Machiavelli inoltre considerano quasi esclusivamente i poteri sociali militare e politico, ignorando quello economico (già notevole anche ai loro tempi con il mercantilismo di veneziani, genovesi, olandesi, etc) e quello ideologico-religioso (come il cattolicesimo, la diffusione di sette eretiche, scismatiche, proto-protestanti, ebraismo, islam, etc). Machiavelli non si accorgerà mai ad esempio che tutto il potere politico-militare del Valentino si basava sul potere "ideologico" del padre che controllava la Chiesa Cattolica. Morto il padre, il duca-cardinale Valentino muore combattendo senza alcun "potere" come mercenario al servizio di un re periferico. La "fiducia" si può considerare un fattore costruttivo (e costruito a sua volta) importante delle quattro reti di poteri sociali IEMP, "intertwined, overlapped, promiscuous". Per un approccio alla correlazione tra biologia e scienze umane, tra teorie sociologiche, economiche, politiche, storiche, e la biologia nelle sue varie componenti, che consideri in primis la già citata "selezione di gruppo" proposta da E.O.Wilson e altri, vedi "The Penguin and the Leviathan - How cooperation triumphs over self-interest" di Yochai Benkler, (Benkler, 2011), già autore di "La ricchezza della rete", citata come (Benkler, 2007). Segnalo il cap. 2 "Nature vs. Culture: the evolution of human cooperation" ed il cap.7 "What's Right Is Right ---or at Least Normal: Morals and Norms in Cooperation" di cui cito la frase: "In everiday life, norms can be arbitrary. Often it is not the standard itself, but the coordination of standards that is important" (Benkler, 2011:143). IETF, Linux, SOS, HOS, hanno sviluppato "standard de facto". Le argomentazioni di (Benkler, 2011) possono essere ulteriormente sviluppate studiando i processi attraverso cui questi standards (industriali) o norme (ruoli sociali) o morali (di ideologia immanente) vengono socialmente costruite. La partecipazione alla costruzione di norme, morali, e degli standard industriali attraverso cui le varie protesi culturali si materializzano nella vita quotidiana come protesi materiali, potrebbe rendere più efficiente ed efficace il coordinamento "sociale" di standard, norme, morali, come IETF, Linux, SOS e HOS hanno finora provato. La selezione di gruppo o "multilivello" non eliminerebbe la selezione individuale, ma la regolerebbe in modo "armonico", regolando al contempo il ruolo dei leader, e della relativa "biologia" comportamentale individuale. | Secondo Mann le varie società storiche e protostoriche si costituiscono a partire da gruppi umani che si "organizzano" per raggiungere veri e molteplici fini. E' quindi necessaria una teoria motivazionale che tracci e rappresenti l'origine, l'evoluzione, il dispiegarsi di molteplici obbiettivi che i gruppi umani si pongono e si sono posti nel passato. Mann si propone di affrontare uesto tema in un prossimo lavoro. Nel raggiungimento di questi obbiettivi gli esseri umani si organizzano in gruppi al cui interno vige una divisione "intelligente" del lavoro bsata su quella che in §7.6 ho chiamato "fiducia". Tale "fiducia" è quindi il fattore operativo che realizza gli obiettivi che gli esseri umani si pongono, attraverso gli "organizational means" di gruppo o "societali" (protesi materiali e immateriali come le strade pavimentate, la scrittura, la moneta, internet), costruiti ad hoc e variamente cristallizzati o istituzionalizzati. Si può dire come prima approssimazione che la "fiducia" collega i "mezzi" ai "fini". Questa "fiducia" spesso si è cristallizzata in "fede" religiosa (ideologica) o in "fede" nella verità astratta di qualche ideologia secolare o "scientifica". Queste "fedi" sono sistemi "closed source" nati dal carisma naturale di qualche leader o dal carisma istituzionalizzato di re, generali, guide spirituali, imprenditori (le figure viste negativamente dagli ingegneri di IETF, (Paccanella, 2010)). Due autori che hanno avuto il merito di indirizzare nelle loro analisi questo legame tra leader (carismatici), gruppi umani organizzati, possibili scopi dell'azione umana (teoria motivazionale) e coordinamento tra "organizational means" e fini dell'azione umana, sono Hobbes e Machiavelli. Tutt'oggi vengono considerati pietre miliari della scienza politica e dell'indagine sulla misteriosa "natura umana". Quattro secoli di lezioni storiche, i progressi cognitivi delle scienze sperimentali, l'antropologia evoluzionistica e la biologia del comportamento, hanno profondamento modificato il quadro concettuale cui facevano riferimento questi due autori. La mia critica principale a Hobbes è la fissità metafisica della sua concezione della natura umana e la dubbia unilateralità del suo pessimismo. Per quanto riguarda Machiavelli, ritenuto il fondatore di una "moderna scienza storica realista", il cui "Principe" è stato preso a modello da Gramsci e involontariamente da molti altri, ritengo non tenga conto del fondamentale carattere "developmental" della storia e della sua cumulatività (vedi §7.1, §7.3.1 e l'esempio di costruzione sociale dello stack LAMP in §3.3). Non è forse il Leviathan di Hobbes il modello inconscio del prof.Tanenbaum che sostiene la necessità di un rigido controllo per gestire i "mille gatti ringhiosi" del progetto Linux? (vedi §4.1). Ma il principale problema di queste teorie sta nel fatto che rendono totalmente impossibile quella "fiducia" che è il fattore operativo di ogni costruzione sociale e quindi del raggiungimento di qualsiasi fine. Quella fiducia che si realizza attraverso la divisione intelligente del lavoro (vedi §7.3.4) in un processo attivo e intenzionale di informazione-comunicazione-conoscenza, dalla iniziale "Trust among members" che costituisce poi la "Collective intelligence" e la "Implicitly held knowledge" delle "Community of Practice" (vedi §7.3.6). Sia Hobbes che Machiavelli inoltre considerano quasi esclusivamente i poteri sociali militare e politico, ignorando quello economico (già notevole anche ai loro tempi con il mercantilismo di veneziani, genovesi, olandesi, etc) e quello ideologico-religioso (come il cattolicesimo, la diffusione di sette eretiche, scismatiche, proto-protestanti, ebraismo, islam, etc). Machiavelli non si accorgerà mai ad esempio che tutto il potere politico-militare del Valentino si basava sul potere "ideologico" del padre che controllava la Chiesa Cattolica. Morto il padre, il duca-cardinale Valentino muore combattendo senza alcun "potere" come mercenario al servizio di un re periferico. La "fiducia" si può considerare un fattore costruttivo (e costruito a sua volta) importante delle quattro reti di poteri sociali IEMP, "intertwined, overlapped, promiscuous". Per un approccio alla correlazione tra biologia e scienze umane, tra teorie sociologiche, economiche, politiche, storiche, e la biologia nelle sue varie componenti, che consideri in primis la già citata "selezione di gruppo" proposta da E.O.Wilson e altri, vedi "The Penguin and the Leviathan - How cooperation triumphs over self-interest" di Yochai Benkler, (Benkler, 2011), già autore di "La ricchezza della rete", citata come (Benkler, 2007). Segnalo il cap. 2 "Nature vs. Culture: the evolution of human cooperation" ed il cap.7 "What's Right Is Right ---or at Least Normal: Morals and Norms in Cooperation" di cui cito la frase: "In everiday life, norms can be arbitrary. Often it is not the standard itself, but the coordination of standards that is important" (Benkler, 2011:143). IETF, Linux, SOS, HOS, hanno sviluppato "standard de facto". Le argomentazioni di (Benkler, 2011) possono essere ulteriormente sviluppate studiando i processi attraverso cui questi standards (industriali) o norme (ruoli sociali) o morali (di ideologia immanente) vengono socialmente costruite. La partecipazione alla costruzione di norme, morali, e degli standard industriali attraverso cui le varie protesi culturali si materializzano nella vita quotidiana come protesi materiali, potrebbe rendere più efficiente ed efficace il coordinamento "sociale" di standard, norme, morali, come IETF, Linux, SOS e HOS hanno finora provato. La selezione di gruppo o "multilivello" non eliminerebbe la selezione individuale, ma la regolerebbe in modo "armonico", regolando al contempo il ruolo dei leader, e della relativa "biologia" comportamentale individuale. | ||
− | == | + | ==Conclusioni== |
− | === | + | ===La rivoluzione digitale ed il potere sociale economico=== |
Le tecnologie di produzione-progettazione, distribuzione, consumo e scambio sono state investite e modificate dall'uso di software sempre più affidabili e dal conseguente aumento di connettività grazie ad Internet. Si parla di terza rivoluzione industriale, basata sulla decentralizzazione della produzione, l'uso di stampanti 3D, robot sempre più abili e polifunzionali, nuovi materiali, un rapporto più stretto tra progettisti e utenti finali, tale da consentire una produzione di massa ma personalizzata sulle esigenze del singolo individuo, sia esso produttore o consumatore. Le nuove attività lavorative sono: designer, ingegneri, specialisti IT, esperti di logistica, esperti di marketing ed altri settori (Economist, 2012). Questo significa che le “proprietà emergenti interstiziali” di SOS e HOS si situano nel cuore del processo storico che essi alimentano nella direzione già visibile. Per estrarre da questo processo l'aspetto strettamente sociologico si noti l'avvicinamento funzionale dei ruoli di produttore, disegnatore, consumatore, manutentore. Questo è possibile perchè sparisce di fatto la “merce”: “The lines between manufactoring and services are blurring. Rolls-Royce no longer sells jet-engines; it sells the hours each engine is actually thrusting an aeroplane through the sky.” (Economist, 2012). Il collante software che unisce tra loro le varie figure professionali e queste al loro “bacino di utenza” è quella specie di “fiducia tecnologica” o “fiducia razionale” vista in precedenza in §3.3.6 e in §7.6. | Le tecnologie di produzione-progettazione, distribuzione, consumo e scambio sono state investite e modificate dall'uso di software sempre più affidabili e dal conseguente aumento di connettività grazie ad Internet. Si parla di terza rivoluzione industriale, basata sulla decentralizzazione della produzione, l'uso di stampanti 3D, robot sempre più abili e polifunzionali, nuovi materiali, un rapporto più stretto tra progettisti e utenti finali, tale da consentire una produzione di massa ma personalizzata sulle esigenze del singolo individuo, sia esso produttore o consumatore. Le nuove attività lavorative sono: designer, ingegneri, specialisti IT, esperti di logistica, esperti di marketing ed altri settori (Economist, 2012). Questo significa che le “proprietà emergenti interstiziali” di SOS e HOS si situano nel cuore del processo storico che essi alimentano nella direzione già visibile. Per estrarre da questo processo l'aspetto strettamente sociologico si noti l'avvicinamento funzionale dei ruoli di produttore, disegnatore, consumatore, manutentore. Questo è possibile perchè sparisce di fatto la “merce”: “The lines between manufactoring and services are blurring. Rolls-Royce no longer sells jet-engines; it sells the hours each engine is actually thrusting an aeroplane through the sky.” (Economist, 2012). Il collante software che unisce tra loro le varie figure professionali e queste al loro “bacino di utenza” è quella specie di “fiducia tecnologica” o “fiducia razionale” vista in precedenza in §3.3.6 e in §7.6. | ||
− | === | + | ===La rivoluzione digitale ed il potere sociale politico=== |
(Bagnasco et al, 2007:§5.2,cap.18,p.441) tratta del rapporto tra stato e mercato. Mentre il manuale di Sociologia tratta del problema in generale ancorandosi alla tradizione passata, più brutalmente (Economist, 2012): “As the revolution rages, governments should stick to the basics: better schools for a skilled workforce, clear rules and a level playing field for enterprises of all kinds. Leave the rest to the revolutionaries”. La difesa da parte dei governi-nazione della vecchia struttura e delle vecchie imprese è criticata nelle righe precedenti: “They [NdR. I governi] shower old factories with subsidies and bully bosses who want to move production abroad”. Questo apre grandi opportunità a SOS e HOS in quanto si evidenzia una specie di supremazia del social power network economico su quello politico tradizionale. (Mann, 2013) fa rilevare come l'attacco "ideologico" degli economisti neo-liberisti alla funzione degli stati nazione, sia smentito dai fatti (vedi nota sul già citato Larry Summers, §3.4.2, che pur essendo un neo-liberista "missionario" è attualmente capo dei consulenti economici del presidente degli Stati Uniti). Moltissimi esempi di stati-nazione ne evidenziano la forte attività e penetrazione economica volta anche ad affrontare i problemi di assistenza, di welfare, di povertà, di cambiamento climatico. | (Bagnasco et al, 2007:§5.2,cap.18,p.441) tratta del rapporto tra stato e mercato. Mentre il manuale di Sociologia tratta del problema in generale ancorandosi alla tradizione passata, più brutalmente (Economist, 2012): “As the revolution rages, governments should stick to the basics: better schools for a skilled workforce, clear rules and a level playing field for enterprises of all kinds. Leave the rest to the revolutionaries”. La difesa da parte dei governi-nazione della vecchia struttura e delle vecchie imprese è criticata nelle righe precedenti: “They [NdR. I governi] shower old factories with subsidies and bully bosses who want to move production abroad”. Questo apre grandi opportunità a SOS e HOS in quanto si evidenzia una specie di supremazia del social power network economico su quello politico tradizionale. (Mann, 2013) fa rilevare come l'attacco "ideologico" degli economisti neo-liberisti alla funzione degli stati nazione, sia smentito dai fatti (vedi nota sul già citato Larry Summers, §3.4.2, che pur essendo un neo-liberista "missionario" è attualmente capo dei consulenti economici del presidente degli Stati Uniti). Moltissimi esempi di stati-nazione ne evidenziano la forte attività e penetrazione economica volta anche ad affrontare i problemi di assistenza, di welfare, di povertà, di cambiamento climatico. | ||
− | === | + | ===La rivoluzione digitale nei fatti=== |
Dopo la reingegnerizzazione sociale tramite il personal computer del lavoro produttivo degli impiegati in quanto lavoratori forniti di almeno un “desktop”, avviata da Apple prima e da Microsoft/Intel poi a partire dai primi anni 80, si è delineata la possibilità di aprire questa struttura telematica su piani orizzontali via Internet. Dalla rete locale prevista da Microsoft, limitata ad un solo settore aziendale interno, si è passati tramite internet ad una connessione interaziendale o comunque esterna alla azienda di appartenenza. Assieme ai personal computer nascono i web services che portano alla rivoluzione digitale vera e propria: mail elettronica, motori di ricerca, siti interattivi, social network. La rete si riempie velocemente di tutti i tipi di contenuti e diventa essa stessa un servizio integrato e gratuito. Si avvera quando descritto: “legions of entrepreneurs and tinkerers swap designs online, turn them into products at home and market them globally from a garage.” (Economist, 2012). Ad Apple e Microsoft/Intel, nate entrambe in un garage, succedono Google, Facebook, Twitter che ora si trovano “in the leading edge” e che appoggiano e si appoggiano su SOS. Quella che era un’organizzazione sociale del lavoro universalmente generalizzata, basata sul principio delle scatole cinesi cioè sul principio di gerarchia di H.Simon, premio Nobel dell'economia nel 1978, si muove oggi in un tessuto virtuale cooperativo, dove la cooperazione è la nuova faccia positiva della precedente “divisione del lavoro”. La rilevanza di queste tre corporation, sul piano economico, politico e culturale, viaggia in parallelo a quella del SOS. | Dopo la reingegnerizzazione sociale tramite il personal computer del lavoro produttivo degli impiegati in quanto lavoratori forniti di almeno un “desktop”, avviata da Apple prima e da Microsoft/Intel poi a partire dai primi anni 80, si è delineata la possibilità di aprire questa struttura telematica su piani orizzontali via Internet. Dalla rete locale prevista da Microsoft, limitata ad un solo settore aziendale interno, si è passati tramite internet ad una connessione interaziendale o comunque esterna alla azienda di appartenenza. Assieme ai personal computer nascono i web services che portano alla rivoluzione digitale vera e propria: mail elettronica, motori di ricerca, siti interattivi, social network. La rete si riempie velocemente di tutti i tipi di contenuti e diventa essa stessa un servizio integrato e gratuito. Si avvera quando descritto: “legions of entrepreneurs and tinkerers swap designs online, turn them into products at home and market them globally from a garage.” (Economist, 2012). Ad Apple e Microsoft/Intel, nate entrambe in un garage, succedono Google, Facebook, Twitter che ora si trovano “in the leading edge” e che appoggiano e si appoggiano su SOS. Quella che era un’organizzazione sociale del lavoro universalmente generalizzata, basata sul principio delle scatole cinesi cioè sul principio di gerarchia di H.Simon, premio Nobel dell'economia nel 1978, si muove oggi in un tessuto virtuale cooperativo, dove la cooperazione è la nuova faccia positiva della precedente “divisione del lavoro”. La rilevanza di queste tre corporation, sul piano economico, politico e culturale, viaggia in parallelo a quella del SOS. | ||
− | === | + | ===La rivoluzione digitale e l'hardware=== |
HOS si basa sulla diffusione, la documentazione dei disegni e l'intero processo cooperativo mediato da Internet. Non è da ultimo il servizio di Finanziamento, come documentato nei casi trattati di Fairphone e UDOO. Questo passaggio, lo sviluppo di HOS, seppur ipotizzabile teoricamente, è sicuramente il più difficile e delicato. Mentre SOS si inseriva in un tessuto economico preesistente, modificandolo, HOS si pone in competizione con esso, mirando a sostituirlo. La strategia seguita da OSE è quella più specificamente alternativa. Vengono prodotte delle macchine alternative, ma con le stesse funzioni di quelle esistenti sul mercato, a costi enormemente competitivi, con una struttura di “impresa” radicalmente nuova ed una filosofia di prodotto che rovescia il canone consumistico. OSE si precostituisce la domanda mirando in primis alle comunità che supportano l'agricoltura. Naturalmente queste macchine potrebbero avere altri mercati: senz'altro quello dei paesi del Sud del mondo che potrebbero iniziare a colmare il gap scientifico e tecnologico con il learning by doing assistito via web proposto da HOS. Se questo passaggio troverà spazio nelle relazioni economiche e culturali tra Nord e Sud del mondo cambieranno importanti paradigmi sociali. | HOS si basa sulla diffusione, la documentazione dei disegni e l'intero processo cooperativo mediato da Internet. Non è da ultimo il servizio di Finanziamento, come documentato nei casi trattati di Fairphone e UDOO. Questo passaggio, lo sviluppo di HOS, seppur ipotizzabile teoricamente, è sicuramente il più difficile e delicato. Mentre SOS si inseriva in un tessuto economico preesistente, modificandolo, HOS si pone in competizione con esso, mirando a sostituirlo. La strategia seguita da OSE è quella più specificamente alternativa. Vengono prodotte delle macchine alternative, ma con le stesse funzioni di quelle esistenti sul mercato, a costi enormemente competitivi, con una struttura di “impresa” radicalmente nuova ed una filosofia di prodotto che rovescia il canone consumistico. OSE si precostituisce la domanda mirando in primis alle comunità che supportano l'agricoltura. Naturalmente queste macchine potrebbero avere altri mercati: senz'altro quello dei paesi del Sud del mondo che potrebbero iniziare a colmare il gap scientifico e tecnologico con il learning by doing assistito via web proposto da HOS. Se questo passaggio troverà spazio nelle relazioni economiche e culturali tra Nord e Sud del mondo cambieranno importanti paradigmi sociali. | ||
− | === | + | ===La rivoluzione digitale e le scienze cognitive=== |
La psicologia cognitiva nasce dal neocomportamentismo, ispirato a sua volta dalla psicologia funzionalista di W.James e J.Dewey, nata a sua volta dall'ispirazione a C.Darwin ed alla sua teoria dell'evoluzione. Il comportamento umano viene visto come adattamento all'ambiente. La psicologia cognitiva, che adotta un metodo sperimentale e che si focalizza in particolare sulle distorsioni e gli errori dei processi cognitivi, è direttamente collegata con il modello informatico: “L'intelligenza concepita da un punto di vista cognitivista si caratterizza come un sistema che include necessariamente l'insieme dei processi che presiedono l'elaborazione dell'informazione e riflette l'analogia tra l'intelligenza umana e l'intelligenza artificiale, analogia dalla quale non ci si può sottrarre se si vuole descrivere il funzionamento della mente in termini di elaborazione dell'informazione. Infatti, dal punto di vista del funzionamento della nostra mente, l'informazione viene acquisita dal mondo esterno e immagazzinata in memoria e dopo essere stata trasformata viene utilizzata per svolgere un dato compito. La sequenza di tali operazioni, quindi, è analoga al funzionamento del computer, ma negli esseri umani le funzioni intellettive includono anche l'intelligenza.” (Nicoletti et al, 2011:270). Nel trattare l'informazione, la comunicazione e la conoscenza, le scienze cognitive adottano anche il modello dell'elaborazione distribuita (Parallel Distributed Processing), tipico delle reti neurali, ove “...la mente non opera in modo sequenziale e simbolico ma in modo parallelo e subsimbolico.” (Nicoletti et al, 2011:270). Più specificamente nell'uso del linguaggio tra umani: “Sulla base della teoria di Grice [NdR: enfasi nel testo] è stato sviluppato un modello inferenziale applicato alla conversazione. Tale modello, proposto da Sperber e Wilson [1995], enfatizza il fatto che i partecipanti alla conversazione potranno sviluppare delle inferenze che consentano loro di comprendere correttamente quanto si dice se vengono rispettate le massime griciane.” (Nicoletti et al, 2011:173). E' la teoria della Pertinenza, o Relevance Theory, di Dan Sperber e Deirdre Wilson, che rifacendosi alla pragmatica di Charles Morris (e a Charles Sanders Peirce, altro grande iniziatore del pragmatismo americano), mette in relazione i segni con il comportamento che manifestano i partecipanti alla conversazione e con l'intrecciarsi delle loro intenzionalità esplicite o latenti. Si tratta del “fondamentale principio di cooperazione della conversazione” (Nicoletti et al, 2011:173) [NdR: enfasi nel testo]. E' attraverso questi meccanismi che si costruisce la fiducia necessaria alla edificazione di una cultura/conoscenza collettiva o di gruppo. Ma il rapporto tra scienze cognitive e rivoluzione digitale si fa ancora più stretto con la nascita della ergonomia cognitiva nella psicologia cognitiva applicata (vedi UDOO al §6.3). Nell'epoca dei personal computer accade che: “In breve tempo però la vecchia logica della progettazione separata dall'utilizzazione cominciò ad andare in crisi...” (Nicoletti et al, 2011:289). Vedi figura di sotto tratta da (Nicoletti et al, 2011:290): | La psicologia cognitiva nasce dal neocomportamentismo, ispirato a sua volta dalla psicologia funzionalista di W.James e J.Dewey, nata a sua volta dall'ispirazione a C.Darwin ed alla sua teoria dell'evoluzione. Il comportamento umano viene visto come adattamento all'ambiente. La psicologia cognitiva, che adotta un metodo sperimentale e che si focalizza in particolare sulle distorsioni e gli errori dei processi cognitivi, è direttamente collegata con il modello informatico: “L'intelligenza concepita da un punto di vista cognitivista si caratterizza come un sistema che include necessariamente l'insieme dei processi che presiedono l'elaborazione dell'informazione e riflette l'analogia tra l'intelligenza umana e l'intelligenza artificiale, analogia dalla quale non ci si può sottrarre se si vuole descrivere il funzionamento della mente in termini di elaborazione dell'informazione. Infatti, dal punto di vista del funzionamento della nostra mente, l'informazione viene acquisita dal mondo esterno e immagazzinata in memoria e dopo essere stata trasformata viene utilizzata per svolgere un dato compito. La sequenza di tali operazioni, quindi, è analoga al funzionamento del computer, ma negli esseri umani le funzioni intellettive includono anche l'intelligenza.” (Nicoletti et al, 2011:270). Nel trattare l'informazione, la comunicazione e la conoscenza, le scienze cognitive adottano anche il modello dell'elaborazione distribuita (Parallel Distributed Processing), tipico delle reti neurali, ove “...la mente non opera in modo sequenziale e simbolico ma in modo parallelo e subsimbolico.” (Nicoletti et al, 2011:270). Più specificamente nell'uso del linguaggio tra umani: “Sulla base della teoria di Grice [NdR: enfasi nel testo] è stato sviluppato un modello inferenziale applicato alla conversazione. Tale modello, proposto da Sperber e Wilson [1995], enfatizza il fatto che i partecipanti alla conversazione potranno sviluppare delle inferenze che consentano loro di comprendere correttamente quanto si dice se vengono rispettate le massime griciane.” (Nicoletti et al, 2011:173). E' la teoria della Pertinenza, o Relevance Theory, di Dan Sperber e Deirdre Wilson, che rifacendosi alla pragmatica di Charles Morris (e a Charles Sanders Peirce, altro grande iniziatore del pragmatismo americano), mette in relazione i segni con il comportamento che manifestano i partecipanti alla conversazione e con l'intrecciarsi delle loro intenzionalità esplicite o latenti. Si tratta del “fondamentale principio di cooperazione della conversazione” (Nicoletti et al, 2011:173) [NdR: enfasi nel testo]. E' attraverso questi meccanismi che si costruisce la fiducia necessaria alla edificazione di una cultura/conoscenza collettiva o di gruppo. Ma il rapporto tra scienze cognitive e rivoluzione digitale si fa ancora più stretto con la nascita della ergonomia cognitiva nella psicologia cognitiva applicata (vedi UDOO al §6.3). Nell'epoca dei personal computer accade che: “In breve tempo però la vecchia logica della progettazione separata dall'utilizzazione cominciò ad andare in crisi...” (Nicoletti et al, 2011:289). Vedi figura di sotto tratta da (Nicoletti et al, 2011:290): | ||
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− | == | + | ==Riferimenti== |
− | === | + | ===Sigle=== |
− | CBPP Commons Based Peer Production (Benkler, 2007) | + | *CBPP Commons Based Peer Production (Benkler, 2007) |
− | CoP Comunità di Pratica o Community of Practice | + | *CoP Comunità di Pratica o Community of Practice |
− | DIY Do It Yourself (Fai da te) Pratica molto diffusa nella cultura angloamericana | + | *DIY Do It Yourself (Fai da te) Pratica molto diffusa nella cultura angloamericana |
− | ESR Eric Steven Raymond, rappresentante della cultura hacker, autore di “La Cattedrale e il Bazaar” e di “The art of Unix programming” | + | *ESR Eric Steven Raymond, rappresentante della cultura hacker, autore di “La Cattedrale e il Bazaar” e di “The art of Unix programming” |
− | FSF Free Software Foundation diretta da Richard Matthew Stallman (RMS) | + | *FSF Free Software Foundation diretta da Richard Matthew Stallman (RMS) |
− | GNU Indica tutto il corredo software e le librerie di programmi, necessarie a costituire un sistema operativo completo con l'esclusione del kernel. E' un enorme lavoro di costruzione software. Gigantesco. GNU ha anche costruito le migliori librerie di corredo grafico per l'interfaccia del sistema operativo (migliori nel senso hacker). E' un acronimo di cui non si conosce l'origine. Scherzosamente viene spiegato in modo ricorsivo da RMS: GNU is Not Unix | + | *GNU Indica tutto il corredo software e le librerie di programmi, necessarie a costituire un sistema operativo completo con l'esclusione del kernel. E' un enorme lavoro di costruzione software. Gigantesco. GNU ha anche costruito le migliori librerie di corredo grafico per l'interfaccia del sistema operativo (migliori nel senso hacker). E' un acronimo di cui non si conosce l'origine. Scherzosamente viene spiegato in modo ricorsivo da RMS: GNU is Not Unix |
− | HOS Hardware Open Source | + | *HOS Hardware Open Source |
− | HW Hardware | + | *HW Hardware |
− | ICT Information and Communication Technology | + | *ICT Information and Communication Technology |
− | IEMP I quattro “social power” di Michael Mann. Su di essi si fonda la sua analisi IEMP, basata in larga misura sugli idealtipi di Max Weber (“the greatest sociologist”, secondo M.Mann) | + | *IEMP I quattro “social power” di Michael Mann. Su di essi si fonda la sua analisi IEMP, basata in larga misura sugli idealtipi di Max Weber (“the greatest sociologist”, secondo M.Mann) |
− | Ideological | + | **Ideological |
− | Economic (the circuits of praxis) | + | **Economic (the circuits of praxis) |
− | Military | + | **Military |
− | Political | + | **Political |
− | IETF Internet Engineering Task Force, gestisce i protocolli Internet, ci si iscrive a titolo personale e non come rappresentanti di qualche istituzione pubblica o privata | + | *IETF Internet Engineering Task Force, gestisce i protocolli Internet, ci si iscrive a titolo personale e non come rappresentanti di qualche istituzione pubblica o privata |
− | LAMP GNU/Linux, Apache, MySQL, PHP (Sistema Operativo GNU/Linux, Web Server Apache, Data Base MySQL, linguaggio web PHP) | + | *LAMP GNU/Linux, Apache, MySQL, PHP (Sistema Operativo GNU/Linux, Web Server Apache, Data Base MySQL, linguaggio web PHP) |
− | OS Operating System, Sistema Operativo. E' il primo set di programmi che parte alla accensione del computer. Permette il funzionamento dei normali programmi software applicativi, altrimenti inutilizzabili | + | *OS Operating System, Sistema Operativo. E' il primo set di programmi che parte alla accensione del computer. Permette il funzionamento dei normali programmi software applicativi, altrimenti inutilizzabili |
− | OSE Open Source Ecology equivalente anche a Open Source Economy | + | *OSE Open Source Ecology equivalente anche a Open Source Economy |
− | RFC Request For Commnet, la documentazione aperta degli standard di Internet | + | *RFC Request For Commnet, la documentazione aperta degli standard di Internet |
− | RMS Richard Matthew Stallman, fondatore e presidente della FSF e del progetto GNU | + | *RMS Richard Matthew Stallman, fondatore e presidente della FSF e del progetto GNU |
− | SKS Sheryl Kara Sandberg dal 2008 Chief Executive Officer di Facebook e prima donna membro del Board of Directors di FB | + | *SKS Sheryl Kara Sandberg dal 2008 Chief Executive Officer di Facebook e prima donna membro del Board of Directors di FB |
− | SOS Software Open Source | + | *SOS Software Open Source |
− | STS Science and Technology Studies | + | *STS Science and Technology Studies |
− | SW Software | + | *SW Software |
− | === | + | |
− | Adnkronos 2011, Usa: nasce Internet-ombra per i dissidenti, il piano di Obama contro dittatori, 13 giugno 2011, consultato il 27 maggio 2013 | + | ===Bibliografia=== |
− | + | *Adnkronos 2011, Usa: nasce Internet-ombra per i dissidenti, il piano di Obama contro dittatori, 13 giugno 2011, consultato il 27 maggio 2013 [http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Usa-nasce-Internet-ombra-per-i-dissidenti-il-piano-di-Obama-contro-dittatori_312125471018.html Adnkronos 2011] | |
− | ANSA.it 28 aprile 2013, consultato il 27 maggio 2013 http://ansa.it/web/notizie/collection/rubriche_tecnologia/04/27/Facebook-Zuckerberg-compenso-1-99-mln-2012_8619292.html | + | *ANSA.it 28 aprile 2013, consultato il 27 maggio 2013 [http://ansa.it/web/notizie/collection/rubriche_tecnologia/04/27/Facebook-Zuckerberg-compenso-1-99-mln-2012_8619292.html ANSA.it 28 aprile 2013] |
− | ANSA.it 2 giugno 2013 consultato il 2 giugno 2013 http://ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/06/01/Muore-fabbrica-14-anni-troppo-lavoro_8803661.html | + | *ANSA.it 2 giugno 2013, consultato il 2 giugno 2013 [http://ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/06/01/Muore-fabbrica-14-anni-troppo-lavoro_8803661.html ANSA.it 2 giugno 2013] |
− | Atlassian, 2013 consultato il 5 giugno 2013 http://www.atlassian.com/software/confluence/overview/team-collaboration-software | + | *Atlassian, 2013 consultato il 5 giugno 2013 [http://www.atlassian.com/software/confluence/overview/team-collaboration-software Atlassian, 2013] |
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− | Benkler Y., 2007, “La ricchezza della Rete” - La produzione sociale trasforma il mercato e aumenta le libertà”, Università Bocconi Editore, Milano | + | *Benkler Y., 2007, “La ricchezza della Rete” - La produzione sociale trasforma il mercato e aumenta le libertà”, Università Bocconi Editore, Milano |
− | Benkler Y., 2011, “The Penguin and the Leviathan – How cooperation triumphs over self-interest”, Crown Business, New York | + | *Benkler Y., 2011, “The Penguin and the Leviathan – How cooperation triumphs over self-interest”, Crown Business, New York |
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− | Catalogo, 2008, "Cucuteni Trypillia - Una grande civiltà dell'Antica Europa", Roma, Mostra in Vaticano Palazzo della Cancelleria, Ministero della cultura e degli affari religiosi di Romania, Ministero della cultura e del turismo di Ucraina, Complesso museale nazionale "Moldova" di Iasi Romania | + | *Catalogo, 2008, "Cucuteni Trypillia - Una grande civiltà dell'Antica Europa", Roma, Mostra in Vaticano Palazzo della Cancelleria, Ministero della cultura e degli affari religiosi di Romania, Ministero della cultura e del turismo di Ucraina, Complesso museale nazionale "Moldova" di Iasi Romania |
− | Costa G. e Gubitta P., 2004, "Organizzazione Aziendale - Mercati, gerarchie, convenzioni", McGraw-Hill, Milano riferimento:SoOrga | + | *Costa G. e Gubitta P., 2004, "Organizzazione Aziendale - Mercati, gerarchie, convenzioni", McGraw-Hill, Milano riferimento:SoOrga |
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− | Le Scienze, settembre 2012, numero 529, Roma, rivista mensile | + | *Le Scienze, settembre 2012, numero 529, Roma, rivista mensile |
− | Le Scienze, maggio 2013, numero 537, Roma, rivista mensile | + | *Le Scienze, maggio 2013, numero 537, Roma, rivista mensile |
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− | + | *Linux, 2013, Linux Trends, consultato il 27 maggio 2013 [http://www.linuxfoundation.org/publications/linux-foundation/linux-adoption-trends-end-user-report-2013 Linux, 2013] | |
− | Linux, 2013, Linux Trends, consultato il 27 maggio 2013 http://www.linuxfoundation.org/publications/linux-foundation/linux-adoption-trends-end-user-report-2013 | + | *Mann M., 1986, “The sources of social power – volume I - A history of power from the beginning to A.D.1760”, Cambridge University Press, Cambridge |
− | Mann M., 1986, “The sources of social power – volume I - A history of power from the beginning to A.D.1760”, Cambridge University Press, Cambridge | + | *Mann M., 1993, “The sources of social power – volume II – The rise of classes and nation states, 1760-1914”, Cambridge University Press, Cambridge |
− | Mann M., 1993, “The sources of social power – volume II – The rise of classes and nation states, 1760-1914”, Cambridge University Press, Cambridge | + | *Mann M., 2012, “The sources of social power – volume III – Global empires and Revolution, 1890-1945”, Cambridge University Press, Cambridge |
− | Mann M., 2012, “The sources of social power – volume III – Global empires and Revolution, 1890-1945”, Cambridge University Press, Cambridge | + | *Mann M., 2013, “The sources of social power – volume IV – Globalizations, 1945-2011”, Cambridge University Press, Cambridge |
− | Mann M., 2013, “The sources of social power – volume IV – Globalizations, 1945-2011”, Cambridge University Press, Cambridge | + | *Marx K., 1956, “Il capitale – Critica dell'economia politica”, Libro Primo, vol.2, “Il processo di produzione del capitale”, Edizioni Rinascita, Roma |
− | Marx K., 1956, “Il capitale – Critica dell'economia politica”, Libro Primo, vol.2, “Il processo di produzione del capitale”, Edizioni Rinascita, Roma | + | *Marx K., 1976, "Critica al programma di Gotha", Editori Riuniti, Roma |
− | Marx K., 1976, "Critica al programma di Gotha", Editori Riuniti, Roma | + | *Mills C.W., 1966, "La élite del potere", Feltrinelli, Milano |
− | Mills C.W., 1966, "La élite del potere", Feltrinelli, Milano | + | *MySQL, 2013, sito italiano del database acquisito da Oracle, consultato il 27 maggio 2013 [http://www.mysql.it/why-mysql/ MySQL, 2013] |
− | MySQL, 2013, sito italiano del database acquisito da Oracle, consultato il 27 maggio 2013 http://www.mysql.it/why-mysql/ | + | *NewsRepublic, 2013, consultato il 16 settembre 2013 [http://www.news-republic.com/Web/ArticleWeb.aspx?regionid=6&articleid=12645497 NewsRepublic, 2013] |
− | NewsRepublic, 2013, consultato il 16 settembre 2013 http://www.news-republic.com/Web/ArticleWeb.aspx?regionid=6&articleid=12645497 | + | *Nicoletti R., Rumiati R., 2011, “I processi cognitivi”, Il Mulino, Bologna |
− | + | *Oreilly, 1992, consultato il 10 giugno 2013 [http://oreilly.com/catalog/opensources/book/appa.html Oreilly, 1992] | |
− | Oreilly, 1992, consultato il 10 giugno 2013 http://oreilly.com/catalog/opensources/book/appa.html | + | *OSE, 2003: , consultato il 27 maggio 2013 [www.ted.com/talks/lang/it/marcin_jakubowski.html#.Tw3bhyK1WVk.email OSE, 2003] |
− | OSE, 2003: , consultato il 27 maggio 2013 | + | *OSE, 2009, consultato il 27 maggio 2013 [http://opensourceecology.org/wiki/Factor_e_Farm OSE, 2009] |
− | + | *OSE, 2010, consultato il 27 maggio 2013 [http://opensourceecology.org/wiki/Evolve_to_Freedom OSE, 2010] | |
− | OSE, 2009, consultato il 27 maggio 2013 | + | *OSE, 2013, consultato il 27 maggio 2013 [http://opensourceecology.org/ OSE, 2013] |
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La cornice concettuale o framework, o meglio la base cognitiva su cui ho costruito la tesi si trova qui:
Come informatico ho vissuto come esperienza diretta, nei primi anni '90, la nascita di Linux e del software open source. Ho praticato e testato per anni come “software engineer” la produzione software di GNU, Linux, Apache, MySQL, PHP (LAMP). Si è trattato per me di una forte sorpresa emozionale, che richiedeva la costruzione di un modello culturale di cambiamento storico diverso da quelli tradizionali mainstream. Il fenomeno era di una importanza e di una qualità tali da richiamare tutte le energie intelletttuali disponibili. Gli unici a dedicarvi la giusta attenzione furono a suo tempo un ministro della cultura francese (Jack Lang) e ovviamente una parte del big business informatico, IBM in primis. IBM e Apple utilizzando il software open source si sono salvate dalla bancarotta, mentre Microsoft che vi si è sempre opposta per rigidità culturale subisce un lento ma inesorabile declino (la dimensione economica è fortemente influenzata dalla dimensione ideologica!). La tesi affronta questa drammatica urgenza della necessità di un modello sociologico interpretativo coerente e condiviso su questo “fatto sociale” (non saprei come altro chiamarlo). La difficoltà principale sta nel decodificare il nucleo della tesi, l'emergenza del software open source, di Linux, e poi dello hardware open source, dal suo aspetto tecnico-informatico e dal suo aspetto legale-proprietario. Per semplificare diciamo che l'aspetto tecnico-informatico si può tradurre in un problema di sociologia dell'organizzazione del lavoro (e quindi della divisione sociale del lavoro). L'aspetto legale-proprietario del copyright intellettuale nel più generale problema sociologico della stratificazione sociale e della divisione in classi. Il “problema Linux” comportava dunque una complessità che non si poteva eludere. La tesi tenta di affrontare questa complessità in tre passaggi:(1)utilizzare un framework analitico adeguato (parte di sociologia storica), (2)descrizione del case study Linux e Open Source e dei suoi sviluppi recenti (parte empirica),(3)cenni di approfondimento teorico dei singoli aspetti del problema (parte di “critica dei fondamenti” e proposta di ricostruzione economica-culturale-politica). Al primo punto ho utilizzato la teoria sociologica di Michael Mann che vede la società come network storicamente cangiante di quattro tipi di potere sociale. E' un modello di origine weberiana con l'apporto della teoria marxiana del conflitto di classe (come elemento importante ma comunque non-determinante). Al secondo punto ho utilizzato lo studio di Luciano Paccagnella su software e hardware “Open Access”, esaustivo sulla fenomenologia del caso, e pienamente rispondente alla esperienza empirica da me vissuta nel corso di molti anni di lavoro informatico nelle più svariate aziende capitalistiche. Al terzo punto ho utilizzato Yochai Benkler, professore ad Harvard, soprattutto con il suo “The Penguin and the Leviathan”. Benkler propone il paradigma della “cooperazione” in una logica riformistica del sistema capitalistico, del sistema cultura-arte-scienza, del sistema politico. Sono queste esattamente le reti economiche-ideologiche-politiche di Michael Mann. Benkler basa queste sue proposte su case story verificate e su esperimenti di laboratorio diretti da lui stesso e da molti altri. La tesi in definitiva propone ulteriori linee di ricerca evidenziando l'importanza, l'estensione, la profondità dei risultati raggiunti da software e hardware open source.
Introduzione
a Gabriella
L'oggetto della ricerca riguarda le realizzazioni del Software Open Source, che per semplicità definiamo tale comprendendovi il Free Software come definito da (Paccagnella, 2010:65). Queste realizzazioni software hanno inspirato estensioni dello stesso principio paradigmatico alla produzione di macchine, di schede elettroniche, persino di computer, di cui vengono “aperti” a tutti, senza costo, i disegni di costruzione, la documentazione tecnica, i video di lavorazione e montaggio. Si tratta in questo secondo caso del variegato mondo dello Hardware, delle macchine vere e proprie. Chiameremo il primo SOS (Software Open Source) ed il secondo HOS (Hardware Open Source). L'affermazione del SOS e la vivacità “nascente” dello HOS, la loro rilevanza tecnologica, scientifica, economica, la rivoluzione digitale o Terza Rivoluzione Industriale, (Economist, 2012), che inseriscono il software come elemento portante della economia, della produzione, della comunicazione, della ricerca, pongono la domanda se si tratti di un cambiamento “sociale” significativo capace di modificare, anche in profondità, istituzioni consolidate come il copyright, o diritto d'autore delle creazioni intellettuali, l'organizzazione del lavoro, le tipologie di produzione e scambio economico, la divisione sociale del lavoro, le organizzazioni tradizionali, la cultura di gruppi organizzati in comunità virtuali e non, la funzione del leader carismatico, il peso della cooperazione volon-taria nello sviluppo economico e culturale “moderno”, la rinascita di una concezione di comunità data per scomparsa con lo stato industriale-fordista-keynesiano e poi con la globalizzazione. A questa domanda cercherò di portare elementi, soprattutto empirici, utili per tentare di dare una possibile risposta o meglio per approntare tracce interpretative degli eventi e processi sociali a venire sui temi dell'Open Source. Dovendo tracciare la rilevanza e la profondità dell'eventuale "cambiamento sociale" rappresentato da SOS e HOS, nei molteplici aspetti prima delineati, è necessario utilizzare un quadro analitico di riferimento adeguato a supportare un’interpretazione dei mutamenti sociali, dei processi storici, dell'azione intenzionale dei gruppi umani organizzati, dell'emergenza interstiziale di realtà originali che possano (o non) servire da "piedistallo" in un contesto multifattoriale di crescita storica cumulativa. A questo scopo verrà utilizzato il modello analitico proposto da Michael Mann in (Mann, 1986), (Mann, 1993), (Mann, 2012), (Mann, 2013), per tracciare questo mutamento “sociale” sulle reti da lui definite “organized social power networks”, attraverso le quali i gruppi umani si organizzano per raggiungere i loro obiettivi. La documentazione raccolta non pretende affatto di fornire strumenti predittivi ma solo di tracciare ad oggi lo stato di SOS e HOS nei loro principali aspetti sociologici e nelle loro interazioni con le reti IEMP. Il modello di M.Mann nasce da uno studio seminale del 1984 sul potere dello stato, allargato poi ai quattro tipi principali di sorgenti del potere sociale. I quattro tipi sono: Ideologico, Economico, Militare, Politico. Anche la scienza politica tratta di tre tipi di potere, culturale, economico e politico (Bobbio, 2009). Ma Mann approfondisce questi aspetti in un’analisi di sociologia storica che copre un arco di tempo che va dalla preistoria e dalla nascita del primo stato in Mesopotamia sino al 2011. Vengono da lui “modellizzate” le varie fasi del cambiamento sociale secondo un processo non lineare, per lenta accumulazione di costanti progressi, forti innovazioni anche accidentali, devoluzioni. Vedremo in seguito in maggior dettaglio gli aspetti da me più utilizzati dell'analisi storico-sociologica di Mann, di cui applicherò il metodo analitico IEMP, acronimo dei quattro tipi di potere sociale, alle innovazioni presenti nelle caratteristiche sociologiche di SOS e HOS. Mann utilizza la metodologia weberiana degli idealtipi, temperata da un fondamentale "skeptical empiricism", e la sociologia del potere delineata in "Economia e Società", modificata in profondità.
Tesi
La cultura e la pratica Open Source nascono negli “interstizi” delle istituzioni attuali. Il movimento del Free Software di Richard Matthew Stallman, d'ora in avanti RMS, nasce nei primi anni '80 in USA nei laboratori di ricerca e nelle università. Nasce in un periodo di riflusso dopo la fine dei movimenti che avevano scosso l'America e non solo, come il Free Speech Movement delle università, i diritti civili dei neri, l'opposizione alla guerra del Vietnam, la controcultura, il femminismo, i movimenti ecologisti, quel 1968 che Immanuel Wallerstein definisce “the world-revolution of 1968” (Wallerstein, 2013). Va subito detto comunque che il movimento del Free Software nasce come un fenomeno originale nei "circuiti della prassi" di produzione, distribuzione, scambio e consumo (gli ultimi tre elementi vengono fortemente innovati dal movimento). Fa parte dunque del “social power network” economico secondo il modello IEMP trattato di seguito. Si tratta proprio di quel potere sociale completamente ignorato da tutti i movimenti citati in precedenza e focalizzati sui momenti politico ed ideologico del modello IEMP. Secondo il modello IEMP, dagli interstizi delle reti sociali dominanti sono nate tutte le novità sociali emerse nel corso della storia. Intendendo per “società” un insieme di reti interconnesse, sovrapposte e promiscue di gruppi umani organizzati, la tesi mira a verificare se SOS e HOS dimostrano la capacità di adattarsi, sovrapporsi, intrecciarsi, farsi promiscui con le reti pre-esistenti, nonché sviluppare nuovi reticoli di interazione sociale. Questo potrebbe stabilire un equilibrio di “social power networks” anche radicalmente diverso ma stabile, con piccole ma progressive modificazioni di istituzioni come il mercato, le imprese capitalistiche tradizionali, le funzioni dello stato, i ruoli lavorativi e le relazioni all'interno delle organizzazioni, la stessa tecnologia come costruzione sociale. La tesi individua nelle prime comunità SOS un nucleo vitale capace di espandersi e di resistere agli attacchi anche feroci (Microsoft versus Linux), alla indifferenza delle istituzioni politiche (che per scelta ideologica preferiscono Windows a GNU/Linux), alla "opacità" delle istituzioni economiche tradizionali definite da O.Williamson "Gerarchie e Mercato". Nel periodo della "effervescenza collettiva" in moltissime Software House i programmatori esibivano sulle loro "workstation" il pinguino mascotte di Linux. Questo gli consente di crescere e di contaminare gli altri modelli organizzativi. Ma soprattutto gli permette di "crescere su sè stesso" e consolidarsi unendo e intrecciando comunità SOS molto diverse come nel caso di LAMP (§3.3). Capace anche di una relativa "istituzionalizzazione" (nel modello IEMP un processo di cristallizzazione e di amalgama di reti di potere sociale, nel nostro caso di potere sociale economico) , come nel caso della Linux Foundation (§4.3 "Linux come bene comune") e della costituzione di importanti "corporation" quali Facebook (§3.4), Google (§3.5), Twitter (§3.6). Queste moderne corporation "coltivano" i propri utenti per vendergli pubblicità, servizi, hardware ICT, innescando un processo circolare crescente, e che si autoalimenta, di informazione, comunicazione, conoscenza, informazione, etc. Da sottolineare che in questo processo è sempre presente l'hardware come "bene materiale vs beni immateriali" o "protesi materiali vs protesi culturali" (§3.7 "Internet come infrastruttura IEMP"), ad esempio gli smartphone (§3.5.4). Da questa reciproca contaminazione il mondo di SOS cresce non solo come finanziamenti diretti (vedi Linux Foundation) ma soprattutto come partecipazione al più generale sviluppo tecnologico (smartphone, cloud computing). Queste "nuove corporation" informatiche sono al centro di quella società dell'informazione, comunicazione, conoscenza di cui sopra (Paccagnella, 2010), che non sarebbe stata possibile senza il contributo determinante e travolgente di una più tradizionale organizzazione tutta "gerarchia e mercato" come Microsoft. E' la cumulatività dei processi storici che "educano le masse" all'uso "sociale" di nuove tecnologie, in questo caso di tecnologie infrastrutturali di comunicazione. Un segnale importante del progresso della cultura SOS è l'attestarsi su una linea difensiva delle corporation più tradizionali radicate sul Closed Source (vedi §3.5.1 "Android di Google"). La tesi passa poi a valutare la difficile e contrastata comparsa di HOS come una propagazione culturale del modello SOS all'interno della contestuale e "fortunata" emergenza storica della rivoluzione digitale (vedi cap.8), nata a sua volta nel contesto più generale della crisi del sistema fordista-keynesiano con tutte le destrutturazioni produttive, finanziarie, istituzionali, che la crisi dei profitti capitalistici ha comportato dopo la comparsa della stagflation all'incirca nell'anno 1975. L'affermazione di SOS e le possibilità di affermazione di HOS si basano tutte su un tipo di concorrenza e competizione basato sull'efficienza (bassa entropia ambientale) ed efficacia (raggiungimento pieno e stabile degli "organizational goals" di M.Mann). Questa concorrenza e competizione, che valgono anche e soprattutto all'interno del mondo SOS e HOS, non sono di tipo distruttivo ma si sviluppano sempre saldamente ancorate ("embedded") ad una cooperazione che le comprende e regola. E' la "coopetition" di (Paccagnella, 2010) (vedi §2.1). In definitiva la tesi sostiene il valore, la "tenuta" ed il radicamento di SOS, invitando nel contempo a focalizzare l'osservazione sul nascente HOS. La tesi, proponendo la decostruzione del concetto di società secondo il modello IEMP, affronta la relativizzazione di importanti categorie sociologiche che questi processi di SOS e HOS richiedono. Tutta questa "narrazione" si svolge nell'arena logistico-infrastrutturale di Internet. Lo sviluppo di Internet come “costruzione sociale” (Paccagnella, 2010:12) ha fatto emergere un “complesso” tecno-scientifico, economico, politico, che potrebbe costituire il nucleo di una risposta adattiva a vari problemi, di sostenibilità ambientale in primis, ma anche di ordine culturale, economico e politico su cui è necessario confrontarsi. La consapevolezza di tali problemi è espressa apertamente da alcuni esponenti dell'elite economica, politica, culturale, cioè dai relativi “social power networks”, come si evince dalle citazioni che seguono. Secondo l'analisi di Visco, governatore di Bankitalia, alla assemblea del 30 maggio 2013, “non siamo stati capaci di rispondere agli straordinari cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici degli ultimi 25 anni"; inoltre "l'aggiustamento richiesto e così a lungo rinviato ha una portata storica che necessita del contributo decisivo della politica, ma anche della società", dove società va intesa nell'accezione tradizionale. "Quando le difficoltà insorgono in modo esponenziale e a grappoli, anche quelle che in linea di principio, affrontate una alla volta, sarebbero trattabili, possono sopraffare la capacità di farvi fronte." (Donella e Dennis Meadows et al, 2006:268). "...ma vanno prese in considerazione le critiche oneste sui limiti naturali e sociali dello sviluppo..." (Rao, 2011:124 e nota 1). "E' accaduto che la divisione sociale del lavoro socialmente necessario abbia portato con sé lo sfruttamento degli esseri umani da parte di altri esseri umani, la trasformazione della poiesis in lavoro alienato. Ora ci troviamo di fronte a un'altra di queste torsioni perverse: a causa dei modi di utilizzazione delle risorse ambientali, l'integrazione della specie umana nell'ecosistema terrestre ha assunto forme e ritmi tali da giustificare la previsione della distruzione dell'ecosistema e con esso della specie umana." (Signorelli, 2007:212). D'altra parte: “Through historical comparison we can see that the most significant problems of our own time are novel. That is why they are difficult to solve: They are interstitial to institutions that deal effectively with the more traditional problems for which they were first set up. But, as I shall suggest, all societies have faced sudden and interstitial crises, and in some case humanity has emerged enhanced.” (Mann, 1986:32). Evitando discutibili oscillazioni predittive tra pessimismo e ottimismo, (Mann, 2013) dedica gli ultimi tre capitoli a "the three great crises emerging in this period - nuclear weapons, the great recession, and climate change" nel loro intreccio IEMP. 1. 2 Il modello IEMP di M. Mann La tesi si basa sul modello illustrato nel diagramma (Mann, 1986:29 Fig.1.2) che ne evidenzia sia il campo di applicazione sia, come per ogni modello, le inevitabili omissioni. La base del modello è questa considerazione: “Societies are constituted of multiple overlapping and intersecting sociospatial networks of power.” (Mann, 1986:2). Le società non sono unitarie, non vanno viste come una totalità in grado di spiegare i singoli fenomeni “sociali”. Le quattro maggiori fonti di potere sociale, che si distinguono per i mezzi organizzativi utilizzati e gli obiettivi perseguiti, sono: il potere Ideologico derivato dalla costruzione del significato, delle norme condivise, delle pratiche estetiche/rituali. Nel vol.3 (Mann, 2011), viene aggiunto ai due tipi, “Immanente” e “Trascendente”, un terzo tipo, “Istituzionalizzato”, che ha un basso livello di autonomia (ideologica). Il patriarcato è un esempio di questo terzo tipo, quasi completamente radicato dentro le istituzioni e quindi “invisibile”. Mentre i primi due tipi sono importanti nei momenti di cambiamento sociale, il terzo è attivo nei momenti di stasi il potere Economico basato sulle attività di sussistenza organizzate nei circuiti della produzione, della distribuzione, dello scambio, del consumo il potere Militare basato sull'uso della forza a scopo difensivo e offensivo, in genere negletto dagli studiosi recenti. Valorizzato a suo tempo da H.Spencer. Normalmente viene assimilato al potere politico dello stato (M.Weber). Ha una forte valenza dissuasiva in tempo di pace. L'autonomia di questa rete è stata dimostrata in modo esemplare nei recenti fatti della deposizione di Morsi in Egitto nel luglio 2013. Il potere Politico regola molti aspetti della vita collettiva, ad esempio negli stati nazione in modo centralizzato, istituzionalizzato, territoriale. In questo aspetto il potere politico è diverso dagli altri tre che possono trascendere eventuali confini territoriali
“A general account of societies, their structure, and their history can best be given in terms of the interrrelations of what I will call the four sources of social power: ideological, economic, military, and political (IEMP) relationships. These are (1) overlapping networks of social interaction, not dimensions, levels, or factors of a single social totality. This follows from my first statement. (2) They are also organizations, institutional means of attaining human goals.” (Mann, 1986:2) [NdR: corsivo nel testo]. Questo modello si applica in modo immediato alla stratificazione sociale intesa come creazione e distribuzione complessiva del potere nella società. Adottando in modo congiunto gli approcci di Weber e di Marx che tendono a considerare gli stessi tre tipi di organizzazione del potere, la stratificazione sociale si basa sulla classe, il ceto, il partito. Queste organizzazioni sono riconducibili ai poteri Economico, Ideologico e Politico/Militare (Mann, 1986:10). Ma l'elemento forse più utile nel modello IEMP è la sua spiegazione del cambiamento sociale, utile per tracciare l'origine e lo sviluppo di nuovi “social power networks” all'interno di quelli presenti e “dominanti”, come potrebbe essere il caso di SOS e HOS. Secondo Mann le reti sociali dominanti non arrivano mai a definire delle regole e delle norme completamente esaustive ed attualizzate. La loro “istituzionalizzazione” non è mai stata perfetta. Si creano così degli “interstizi” da cui possono nascere nuovi networks di potere sociale dei quattro tipi, (o forse, sconvolgendo il modello, di un quinto tipo basato sull'autonomia della tecnoscienza). Questi network “emergenti” interagiscono con quelli dominanti causando il cambiamento storico con la modifica delle vecchie istituzioni e la nascita di nuove istituzioni. Le istituzioni in questo modello vanno intese come processi dinamici e non come ontologie di norme e valori la cui “cogenza” ed invarianza viene assunta e non verificata empiricamente. “Nelle scienze sociali per istituzioni si intendono modelli di comportamento [NdR: enfasi nel testo] che in una determinata società sono dotati di cogenza normativa.” (Bagnasco et al, 2007:131). Secondo il modello IEMP questa definizione si traduce in una tautologia se per “una determinata società” si intende un particolare assetto storico delle quattro reti di potere sociale. Sarebbe inoltre imbarazzante gestire la “territorialità” di queste “determinate società” dal momento che l'unica rete sociale di potere territoriale è quella politica. Alcuni di questi modelli di comportamento corrispondono parzialmente alle “istitutionalized ideologies” di Mann. Questi interstizi sono presenti anche all'interno dei network dominanti rendendo così più complesse le interazioni tra i vari networks. "Many networks remain interstitial both to the four social power and to dominant configurations; similarly, important aspects of the four power sources also remain poorly institutionalized into the dominant configurations. These two sources of interstitial interaction eventually produce a more powerful emergent network, centered on one o more of the four power sources, and induce a reorganization of social life and a new dominant configuration. And so the historical process continues." (Mann, 1986:30). Il processo storico di continuo cambiamento, al cui centro c'è la divisione del lavoro, avviene secondo Mann in questa modalità: “But we must recall the original dynamic. The driving force of human society is not institutionalization [NdR: l'enfasi è mia]. History derives from restless drives that generate various networks of extensive and intensive power relations. These networks have a more direct relation to goal attainment than institutionalization has. In pursuit of their goals humans further develop these networks, outrunning the existing level of institutionalization. This may happen as a direct challenge to existing institutions, or it may happen unintentionally and “interstitially” - between their interstices and around their edges – creating new relations and institutions that have unanticipated consequences for the old. This is reinforced by the most permanent feature of institutionalization, the division of labor [NdR: l'enfasi è mia]” (Mann, 1986:15). Con l'utilizzo di Internet, nei casi SOS e HOS, il potere estensivo, cioè la capacità di organizzare la cooperazione umana su vasti territori, e il potere intensivo, cioè la capacità di sviluppare tale cooperazione ad un alto livello di partecipazione e mobilitazione individuali, si uniscono e sfumano l'uno nell'altro in una configurazione storicamente originale.
Articolazione del problema
SOS
(Paccagnella, 2010) verrà usato come testo di riferimento perchè riassume in modo egregio ed esaustivo la nascita di SOS collegandola alla sociologia ed alla storia della scienza, “occupandosi precisamente dei processi di gestione della conoscenza” all'interno del quadro di una “società della conoscenza” (Paccagnella, 2010:65). Luciano Paccagnella insegna Sociologia della Comunicazione e Sociologia della Conoscenza. Nel suo lavoro si occupa di tutti gli aspetti del software libero, come lui lo chiama: “Il software libero (o free software) rappresenta un fenomeno particolarmente interessante per la sociologia in quanto può essere considerato alla stregua di un nuovo <<fenomeno sociale totale>>, nella classica accezione maussiana: incorpora a un tempo elementi relativi alla sfera culturale (la cultura hacker del dono e della condivisione [Himamen 2001], a quella organizzativa (l'organizzazione flessibile, decentrata e orizzontale definita attraverso la metafora del bazar [Raymond 1999]), a quella economica (attraverso la declinazione dell'open source, come si mostrerà più avanti [Muffatto e Faldani, 2004] e ad altro ancora. Parlare di software libero significa quindi in realtà parlare di qualcosa di più ampio e complesso della semplice programmazione informatica, qualcosa che coinvolge il cuore del nuovo paradigma informazionalista della società reticolare [Castells 1996]. ” (Paccagnella, 2010:50). Questo schema
tratto da (Paccagnella, 010:49 FIG. 2.1) introduce il modello del SOS in quello più ampio di IEMP:
- Economia: Open Source, apertura, coopetition (cooperation+competition)
- Organizzazione: Bazaar, flessibilità, decentramento
- Cultura; Hacker, dono, condivisione
Vi si disegna il ciclo (antiorario) di Cultura (Hacker) nel suo aspetto ideologico di morale immanente e di pratiche estetiche/rituali, Economia (Open Source) nel suo aspetto di produzione e scambio non monetario, Organizzazione (Bazar) come divisione del lavoro e divisione sociale del lavoro tra progettisti e utenti, e di nuovo Cultura (Hacker) e così via. Abbiamo dei gruppi umani che si sono coesi negli interstizi delle istituzioni “scientifiche”, si “organizzano” entrando in relazione di cooperazione e di competizione (coopetition) con le le reti economiche e politiche dominanti nelle reti della ricerca scientifica e tecnologica da cui erano usciti. Abbiamo dunque la costituzione di gruppi organizzati su obiettivi comuni che costituiscono “comunità” che costruiscono “conoscenza” come “bene pubblico.” (Paccagnella, 2010:176) ove la dizione bene pubblico è intercambiabili con bene comune. “Si tratta del dilemma fondamentale della proprietà intellettuale: il bene dell'inventore non deve essere contrapposto al bene della collettività, ma la seconda deve essere una condizione del primo. Modi e condizioni di gestione di questo dilemma sono diffusamente studiati dall'economia della conoscenza [per esempio Foray 2004; Rullani 2004; per una prospettiva più specifica Pilotti e Ganzaroli 2009]” (Paccagnella, 2010:97). In questo dilemma entra la gestione dei beni comuni (in primis la stessa “conoscenza”come bene comune, nell'accezione datale da Paccagnella di “cotto” rispetto al “crudo” dell'informazione) e dei loro confini, la specificità delle comunità SOS e HOS. Nasce presto su iniziativa della FSF di RMS una prima limitata ma potente espressione istituzionale (norma cogente di comportamento) con la licenza GPL o “copyleft” che regola la proprietà intellettuale del SOS. Il lavoro di Paccagnella servirà da punto di partenza e verrà poi integrato per evidenziare il progresso del SOS come “social power network” all'interno delle reti dominanti, il suo posizionamento competitivo nei confronti del software proprietario, la capacità di collegare singoli network SOS in network maggiori quali lo stack LAMP, divenuto un elemento centrale di Internet, le neo-corporation come Facebook, Google, Twitter, la confluenza hardware e software e le nuove tendenze comunicativo-cognitive dello ICT. Inoltre, focalizzandoci sulla storia di Linux, verrà dedicata particolare attenzione alla tessitura intima delle interazioni nelle comunità SOS come gruppi organizzati (Bagnasco et al, 2007:101-116), con le loro differenziazioni in bazaar e cattedrale, con accenni alle interazioni sociali che vi si svolgono, il ruolo di leader carismatico, la dismissione di ogni riferimento alla razionalità sinottica della burocrazia di M.Weber in quelle che si possono riassumere come “Logiche organizzative e processi decisionali” (Paccagnella, 2010:147). Verranno presi anche in considerazione la reintroduzione del concetto di comunità (Gallino, 2006:143) e (Paccagnella, 2010:149), la divisione sociale del lavoro, il processo di istituzionalizzazione, il rapporto tra produzione, distribuzione, scambio, consumo come “circuits of praxis” del “social power network” economico. In tutti questi aspetti si cercherà di cogliere gli elementi di innovazione e diversità rispetto al passato, per verificare se essi potrebbero rendere possibile dei modelli di sviluppo “largamente autorganizzato, rizomatico, flessibile, senza una autorità centrale ma in grado di adattarsi dinamicamente ai cambiamenti” (Paccagnella, 2010:71).
HOS
Passeremo quindi ad esaminare il fenomeno HOS scegliendo come case story principale OSE, che si propone di affrontare empiricamente la questione della necessità di rilanciare uno sviluppo sostenibile basato sulle migliori conoscenze tecnoscientifiche, su una loro gestione comunitaria come bene pubblico, su un adeguato equilibrio tra sfera pubblica statale ed economia capitalistica privata , sullo sviluppo di innovazione e manutenzione del complesso comunità/beni comuni. Vedi anche (Economist, 2012). HOS, gli hacker hardware, e più specificatamente Open Source Ecology, si propongono di trovare queste soluzioni “aperte” lavorando con la stessa cultura degli hacker software. Nello schema di confronto tra “MODELLO APERTO” e “MODELLO CHIUSO” (Paccagnella, 2010:110, FIG. 3.4) è presente la voce “Hardware aperto” che tenteremo di sviluppare con l'esame di OSE.
Aspetti di sociologia e rivoluzione digitale
Negli aspetti di sociologia, esaminati nel cap. 7, viene confrontata la precedente “ideologia” dell'ordine della società e della divisione sociale del lavoro, basati su un'ontologia di società che determinerebbe in toto il comportamento degli organismi biologici che la costituiscono, con un nuovo approccio sperimentale basato sulle scienze cognitive, la biologia evoluzionistica e del comportamento, l'intelligenza artificiale. Nelle conclusioni si evidenziano le caratteristiche della rivoluzione digitale collegate a SOS e HOS.
SOS
Premessa
La tecnologia e la scienza, considerate sempre più dagli STS come “tecnoscienza”, in una logica tradizionale di causa ed effetto, sono l'effetto della società, intesa come complesso di reti di potere, e non viceversa. Internet viene spesso considerato l'esempio più evidente di “tecnologia che influenza la società ” ma ”...una simile prospettiva, molto diffusa non solo nell'ambito del senso comune, ignora un fatto ormai acquisito da almeno vent'anni di ricerche empiriche svolte da sociologi e antropologi della scienza e della tecnologia: gli scienziati non sono uomini particolari che vivono al di fuori della società, ma subiscono come tutti noi le influenze dei propri simili e del sistema sociale nel suo complesso“ (Paccagnella, 2010:11). Vedi anche, alla voce “Etnometodologia”: “I rapporti tra senso comune e la produzione scientifica degli scienziati naturali, principalmente fisici e biologi. La SCIENZA (v.) prende come punto di avvio delle sue indagini fenomeni tratti da esperienze quotidiane. Il ricercatore scientifico non abbandona mai il mondo della vita quotidiana: descrive e sente oggetti di senso comune, sebbene li interpreti in modi particolari; reagisce agli eventi di laboratorio in chiave di senso comune; dà per scontata la permanenza e l'immutabilità del mondo di oggetti che lo circonda, come farebbe chiunque altro.”, (Gallino, 2006:283 punto c). Per concludere: “O ancora meglio, superando il vecchio problema degli <<opposti determinismi>> (tecnologico e sociale), semplicemente, <<la tecnologia è la società, e non è possibile comprendere o rappresentare la società senza i suoi strumenti tecnologici>> [Castells 1996; trad. it. 2000, 5].” (Paccagnella, 2010:12).
Internet nel reticolo IEMP
Infatti Internet nasce nell'ambito di una serie di ricerche decise dal governo americano in seguito allo schock politico, culturale e militare causato dal lancio nello spazio del primo Sputnik sovietico (1957). Queste ricerche vengono coordinate da un'agenzia militare nota come ARPA e riguardano soprattutto le ricerche di base, senza preoccupazione di sbocchi immediati per l'economia o il settore militare. In questo senso ARPA è dunque una reazione del network politico americano, nel suo aspetto geopolitico, volta a ricostruire l'egemonia, politica, economica, culturale, militare mondiale centrata sin dalla fine della seconda guerra mondiale sugli USA (vedi in §3.4.2 la frase sull'"impero" USA). Nel 1969 nasce Arpanet che è l'antenata di Internet proprio per potenziare il calcolo necessario alla ricerca, prima, e poi per permettere di comunicare (vedi informazione, comunicazione, conoscenza in (Paccagnella, 2010)) tra loro ai centri di ricerca ed alle università coinvolte nei vari progetti. Le caratteristiche tecniche, gli standard adottati le danno caratteristiche di robustezza, ridondanza, apertura, inclusione in una struttura di comunicazione di tipo orizzontale capace di collegare sistemi diversi. “Comincia così a dispiegarsi quella natura cooperativa della rete in quanto medium comunicativo auspicata fin dalle prime, seminali e talvolta ingenue riflessioni sul tema.” (Paccagnella, 2010:17). I documenti tecnici RFC (Request For Commnet), aperti, liberi e gestiti in modo collaborativo e informale danno vita a standard de facto (vedi §7.7 parte finale) che competono con altre reti diverse. Ma Internet non si afferma per la superiorità tecnica dei suoi standard ma per scelta degli attori che decidono di usarla e che sono “espressione di una cultura portatrice di valori ben precisi, quelli che più avanti ritroveremo come caratteristici della cultura hacker [Himamen 2001]: libertà, inclusione, apertura, responsabilità.” (Paccagnella, 2010:23). Caratteristico di questa cultura è lo IETF che gestisce in modo aperto i protocolli Internet ed il cui motto è “Rough consensus e running code”. “Questo rigetto dei re, ma anche di presidenti e sterili votazioni, è stato spesso preso a simbolo della cultura radicalmente libertaria e anarcoide di Internet [Abbate 1999; Lessig 1999; Russell 2006].” (Paccagnella, 2010:24). In realtà va posto l'accento soprattutto sulla tensione all'efficacia/efficienza del running code, anche a costo di strapazzare la burocrazia inefficiente (Bagnasco et al, 2007:107). Oggi la gestione di Internet rimane ancora relativamente democratica, trasparente e indipendente rispetto alle strutture private e governative nonostante una certa preoccupazione per l'egemonia americana e gli enormi interessi economici, politici, militari, culturali che si sono accumulati sulla rete. Viene quindi proposto dall'ONU lo IGF, un forum di discussione per tornare a “quell'atteggiamento rozzo ma efficace tipico dei primi fondatori di Internet”. Ma stenta a decollare per le “esigenze di soggetti politici e istituzionali forti, come i governi nazionali che a partire dal nuovo millennio rivendicano la loro autorità in numerosi e spesso maldestri tentativi di <<regolamentare>> una rete che considerano eccessivamente libera e anarchica. ” (Paccagnella, 2010:36). E' la “multistate civilization” di M.Mann, all'interno della quale l'Onu rappresenta un debole tentativo di mediazione tra le reti di “political social power” (gli stati-nazione). Le grandi corporations usano e condizionano Internet in modo massivo, soprattutto per la pubblicità, ma ne sono a loro volta anche minacciate per i fenomeni di cosiddetta “pirateria”, da Napster in poi. La pubblicità e il marketing si sono evoluti da semplici messaggi suasivi nei confronti dei consumatori a vere e proprie analisi incrociate dei loro gusti, abitudini, interessi, tramite “raccoglitori di informazioni di massa” quali Facebook e Google che mirano a offerte “individualmente” mirate (vedi al § 3.4.2 la storia di SKS). Internet è importante anche da un punto di vista militare in contesti di drammatica importanza: il presidente Obama ha proposto ai ribelli siriani la creazione di un Internet ombra per resistere all'esercito governativo (Adnkronos, 2011) e (La Repubblica, 2011). Sul piano informativo e culturale vanno segnalate le vicende di Wikileaks e soprattutto le minacce a Wikipedia di procedere penalmente qualora qualsiasi personaggio citato nelle voci della enciclopedia online si ritenesse offeso o parte lesa. Da sottolineare la divergenza profonda tra la cultura hacker che ha ispirato la nascita e le fondamenta tecnologiche e culturali di Internet, basata sulla fiducia, sull'autogoverno, sulla ricerca del consenso, sull'importanza dei risultati, e la mentalità “burocratica” delle istituzioni politiche (stati nazionali), economiche (big business), militari, culturali o scientifiche. Di fatto queste culture convivono assieme in Internet, e convivono anche all'interno di corporation o sigle importanti come Facebook, Google, Amazon, Twitter. Tutte insieme usano il SOS come motore della loro attività sia commerciale che culturale basata in modo esclusivo su Internet. Concludiamo con (Paccagnella, 2010:38): “Identificando le radici culturali di Internet, accanto alla componente accademico-meritocratica, Manuel Castells [2001] cita la cultura hacker. In effetti a partire dagli anni sessanta, talora sovrapponendosi ai ricercatori accademici, altre volte lavorando in modo totalmente boheme e privo di risorse, gli hacker hanno rappresentato il motore creativo e innovativo, visionario e ingenuo, nello sviluppo delle reti (e di molta altra tecnologia).” E' sicuramente un'emergenza interstiziale fragile, piena di nemici, o meglio di falsi amici, in un ambiente complesso e pieno di trappole culturali e di vincoli geopolitici. Ma si trova nel cuore di Internet, ad esempio nello stack LAMP.
Lo stack LAMP
Va enfatizzata la semplicità e la spontaneità, potremmo dire la facilità, con cui è nato una merce, bene, servizio, un sistema operativo funzionante. Nella "gestione delle transazioni" dell'economia classica, è raro trovare "transazioni" così "facili". Linux poteva utilizzare GNU in quanto "licenziato" via GPL. GNU era privo di kernel e così è nato GNU/Linux. Anche se GNU avesse già avuto il "suo" kernel (HURD, in costruzione), Linux avrebbe potuto lanciare già il "suo" GNU/Linux. GNU/Linux è un perfetto esempio di "coopetition", cooperazione e competizione. Questo non sarebbe stato possibile con una transazione di gerarchia-mercato. Considerando i vari progetti SOS come altrettanti beni comuni, è importante verificare la loro capacità di intrecciarsi come social power networks, culturali ed economici, capaci di rappresentare un'alternativa alla “compulsory cooperation” delle corporations con la loro “solidarietà organica”. Inoltre essi hanno al loro interno elementi della economia e della cultura tradizionali come nel caso PHP. Analizziamo il caso LAMP, acronimo di Linux, Apache, MySQL, PHP, dove Linux è parte di un Sistema Operativo UNIX-like, Apache è un Web Server, MySQL un Data Base, PHP un linguaggio Web. LAMP è la piattaforma tecnologica che ha lanciato Internet sia come web 1.0, cioè come rete di siti statici, sia come web 2.0 con le sue chat, i suoi blog, la sua interattività. La formazione dello stack LAMP è avvenuta in una precisa sequenza storico-temporale e tecnologico-funzionale, basata su cinque grandi comunità del SOS: GNU di FSF, Linux, Apache, MySQL, PHP.
GNU/Linux
L'aggregazione iniziale è avvenuta a partire da GNU/Linux o meglio con la fusione di GNU/Linux (la parte GNU e la parte Linux vanno sempre tenute assieme perchè costituiscono il vero sistema operativo. Solo recentemente nel caso del sistema operativo Android promosso da Google, che tratteremo di seguito, una parte del software GNU è stata sostituita). GNU/Linux girava in modo ottimale su piccoli computer con processori Intel, gli stessi usati da Microsoft Windows. Con la differenza che Linux era talmente efficiente da poter usare come server macchine che Windows usa come client (web). Questo non è casuale e discende in modo lineare dalla cultura hacker e da quella Linux in particolare che è “More with Less” (more=efficacia e less=efficienza). Con normali personal computer carrozzati GNU/Linux è stato quindi possibile mettere in rete dei server web. Questo anche perchè Linux nasceva per Internet e conteneva al suo interno il protocollo principale di Internet, il TCP/IP. Mentre invece il sistema operativo Windows di Microsoft era nato con l'obiettivo di “un desktop un personal” e solo con molto ritardo include il TCP/IP e il collegamento a Internet, mirando all'inizio a imporre al mondo come alternativa la sua rete MSN (Paccagnella, 2010:24). Sulla piattaforma GNU/Linux si innestano in modo cumulativo, l'uno sull'altro, gli altri elementi dello stack.
Apache
Apache è una grande comunità SOS che, tra l'altro, ha rilasciato il primo vero potente server Web, cioè un server in grado di rispondere alle richieste di qualsiasi client affacciato sulla rete, è il server open source Apache, disegnato nel 1995 proprio per piattaforme Unix e GNU/Linux. Ora Apache, il cui nome è veramente un omaggio alla tribù nativa americana nonostante successivi giochi di parole, “gira” comunque anche su sistemi operativi Windows e su una grande varietà di altri OS. Questo è l'altro aspetto della cultura hacker, non certo benevola verso Microsoft, l'aspetto della apertura, generosità, inclusività, gia visto in precedenza. Questa apertura ideologica verso architetture proprietarie molto diverse permette anche, però, una loro “contaminazione” con filosofie produttive molto diverse. Apache prevede come un suo modulo interno il PHP che invece è un linguaggio web che permette di dotare il server Apache di contenuti interattivi. Apache comunque, sempre nel senso già indicato prima, prevede altri moduli per altri linguaggi, anche semiproprietari come Java, che vedremo nel successivo § 3.3.3. Questo stretto collegamento funzionale tra GNU/Linux, Apache, PHP è indicativo dello spirito di collaborazione e apertura inclusiva della cultura hacker ed è la ragione principale della grande efficienza competitiva dei risultati raggiunti. In termini semplificati: questa efficienza/efficacia è stata possibile concretamente proprio perchè GNU/Linux, Apache, e PHP sono software Open Source. Nel senso che questo permette “materialmente” agli sviluppatori dei tre gruppi di conoscere pregi, difetti e potenzialità degli altri e quindi di suggerire e cooperare per la migliore soluzione. Ciò è possibile ex post la magmatica crescita dei vari progetti, e non ex ante come nel caso del modello weberiano di burocrazia (Gallino, 2006:80).
PHP
Anche PHP è una grande comunità SOS che ha sviluppato un linguaggio potente e flessibile adatto agli hacker. PHP ha subito una spettacolare traiettoria tecnologica, acquisendo dalla versione 3 in poi uno “script engine” di alto livello (Zend) sviluppato da una piccola società capitalistica israeliana, Zend Technologies, che si presenta come “Zend – The PHP Company”. Zend ricava profitti dalla vendita a importanti corporation di servizi 24/7 di altissima qualità basati su PHP, come ambienti di sviluppo (PHP) robusti e sofisticati, server applicativi, cloud computing. Nel frattempo Zend supporta l'intera comunità Open Source secondo un affermato nuovo modello di Business (Paccagnella, 2010:73). Come nel caso di Apache e di Linux, con la Linux Foundation che vedremo di seguito, le contaminazioni reciproche tra ambiente Open Source e mondo del big business sono importanti (Paccagnella, 2010:75). PHP, con il supporto di Zend, è usato ad esempio da banche tedesche che gli fanno donazioni generose e che collaborano a vario titolo anche in forma diretta con i loro tecnici informatici che spesso fanno parte delle comunità di attivisti dei PHP User Groups che si incontrano regolarmente face to face. Il suo indice di utilizzo sui server web a Gennaio 2013 è il seguente (ASP.NET è l'ambiente di sviluppo Microsoft, Java quello di SUN Microsystems) :
MySQL
MySQL è il più diffuso database open source al mondo. Il sito di MySQL recita così: “Perché usare MySQL. Il database MySQL® è diventato il database open source più conosciuto al mondo grazie a prestazioni veloci, elevata affidabilità e facilità d'uso. È utilizzato in ogni continente, anche in Antartide, da singoli sviluppatori Web e da molte delle aziende più grandi e in più rapida espansione del mondo, tra cui leader di settore come Yahoo!, Google, Alcatel-Lucent, Nokia, YouTube e Zappos.com., per risparmiare tempo e denaro potenziando siti Web con volumi d'accesso elevatissimi, sistemi “business-critical” e pacchetti di soluzioni software. MySQL non è soltanto il database open source più famoso al mondo. È diventato anche il database utilizzato per una nuova generazione di applicazioni basate sullo stack LAMP (Linux, Apache, MySQL, PHP / Perl / Python).” (MySQL, 2013) [NdR: l'enfasi è mia]. Le installazioni di MySQL si valutano nell'ordine di milioni. In fondo alla pagina web, molto discreto, il logo rosso di Oracle. MySQL sviluppato inizialmente da Michael “Monty” Widenius nel 1995, era stato acquisito da SUN nel 2008 che aveva iniziato timidamente una politica pro-open source di contrasto a Microsoft, rimanendo a tutti gli effetti open source. Quando Oracle Corp. acquisisce SUN, i programmatori di mezzo mondo si preoccupano vivamente perchè Oracle Corp è una società che vende un solo prodotto: il database Oracle, proprietario, usato solo da grandi corporations, il cui maggiore competitor è proprio MySQL, open source, usato soprattutto da piccole imprese, ma non solo. L'intera comunità open source prende subito le sue precauzioni e dispiega una gran numero di database open source altamente competitivi: PostgreSql, Firebird (la Fenice), SQLite. Monty Widenius nel 2009 esce da SUN e crea un “fork” (Paccagnella, 2010:71) (vedi infra cap.5 p.99 a proposito di forking). Oracle Corp, non potendo ricattare la comunità lascia (per il momento) MySQL “aperto” nella versione community e chiuso nella versione Enterprise. Oracle database è estremamente costoso, soprattutto come manutenzione e consulenza (un tecnico Oracle costa circa 2000$/giorno) ed ha ormai raggiunto la maturità nel suo ciclo di vita. MySQL è totalmente gratuito, aperto, più veloce di Oracle, universalmente diffuso (milioni di istallazioni e quindi fortemente testato), basato su una tecnologia leggera e robusta. Le applicazioni web (Internet) basate su database, cioè sulla possibilità di accedere a grandi quantità di dati organizzati in modo efficiente, costituiscono il mitico “web 2.0”, (Paccagnella, 2010:122). Da notare che quello che ho definito come “bene comune”, cioè LAMP, il sito MySQL lo definisce “stack”, cioè la pila dei quattro moduli GNU/Linux, Apache, MySQL, PHP (cui aggiungono il linguaggio Perl, padre di PHP, e il linguaggio Python, molto bello e poco usato, come dallo schema precedente).
Approccio monolitico-resiliente di LAMP
Il dettaglio sulle vicende di LAMP è necessario per comprendere la fluidità del “bene comune” LAMP, la sua composizione e articolazione, gli attori coinvolti, l'intreccio di relazioni tra gli attori. In realtà lo stack segue l'ordine, ascendente di: sistema operativo GNU/Linux (che ha saldato al suo interno per primo, già alla sua nascita, il protocollo base di Internet: TCP/IP), server web Apache, strettamente connesso a Linux (monolitico anch'esso) soprattutto per il collegamento Internet, PHP “saldato” in modo monolitico dentro Apache, MySQL, visto da PHP attraverso interfacce standard. PHP può vedere altri database, tra cui preferisce quelli rigorosamente open source come SQLite. Recita il sito PHP: “SQLite is a C library that implements an embeddable [NdR: l'enfasi è mia] SQL database engine. Programs that link with the SQLite library can have SQL database access without running a separate RDBMS process.”. Ciò significa che se si sceglie SQLite il motore del database è monoliticamente embedded dentro PHP, anziché dover fare chiamate “esterne” ad un RDBMS (Relational Data Base Management System) come Oracle, proprietario, o MySQL, open source. Questo, nel gioco “interstiziale” tra PHP e Oracle-SUN, toglie potere alle corporations dell'informatica, che garantiscono tuttora agli USA come stato-nazione (o come ultima potenza "imperiale" come definito in §3.4.2) una forte egemonia nell'ICT proprietaria. La scelta “monolitica” tipica di PHP, Apache, Linux, MySQL e SQLite, ritenuta “primitiva” dalle corporations capitalistiche, si rivela più efficiente della scelta “modulare” di Microsoft, Oracle, SUN, e della stessa Free Software Foundation di Richard Stallmann. Il kernel di sistema operativo Hurd progettato in modo modulare come Windows (disegno a microkernel), che avrebbe dovuto integrare la piattaforma GNU di R. Stallman, completandola definitivamente, non è ancora funzionante dopo anni di tentativi (Paccagnella, 2010:57-58). Una possibile interpretazione sociologica di questa efficienza (Linux) o inefficienza (Hurd di Free Software Foundation e Windows NT di Microsoft, poi modificato in un modello ibrido) è la seguente. Si tratta in entrambi i casi di giocare su due possibilità: una forte divisione del lavoro, eseguito tra persone diverse che non comunicano tra loro in orizzontale (la Cattedrale) e che sono intercambiabili secondo il principio della sostituibilità capitalistica dei lavoratori (a differenza delle corporazioni medioevali o dell'artigianato moderno), oppure una stretta cooperazione quotidiana anche conflittuale (vedi i rilasci Nightly Build di Linux) tra persone che si fidano l'uno dell'altro manipolando “la stessa tastiera di pianoforte” o “mangiando a quattro mani sullo stesso piatto” (il Bazaar). La cosa più incredibile che sia avvenuta, e forse la più difficile da “spiegare”, un fenomeno che Eric Raymond ha comprovato con un test vissuto consapevolmente, è che questo “bazaar” e questa “fiducia” siano stati costruiti in modo virtuale su Internet. E con questo ritorniamo ad Internet come costruzione sociale, una costruzione sociale dai risultati imprevedibili. In modo paradossale la benemerita Free Software Foundation di Richard Stallman è simile alla Microsoft nella filosofia produttiva gerarchica di divisione del lavoro (modello Cattedrale): a fin di bene la FSF che mira come movimento sociale alla liberazione dal giogo delle corporation (Paccagnella, 2010:63), a fin di male dalla corporation Microsoft, secondo RMS e moltissimi altri che si basano sulla classica visione manicheista (in realtà Microsoft ha barato spesso in questa dura coopetition ed è stata legalmente condannata sia in USA che in Europa). Su entrambi Linux ha edificato la sua vitale nicchia ecologica mirando alla efficienza (Paccagnella, 2010:64); Linux infatti utilizza sia il software GNU, della FSF di R.Stallman, che l'hardware dei processori Intel fatti scalare a prezzi popolari dalla Microsoft. Grazie a questo processo cumulativo di produttività e innovazione crescenti oggi un processore ARM (di tipo RISC) costa 50$, un prezzo molto ridotto rispetto a quello di un processore Intel (di tipo CISC). La metodologia generale sia di FSF che di Linux è sì l'Open Source, ma con un’importantissima differenza, valutabile scalarmente dal grado di “fiducia collettiva”: mentre FSF rilascia “open” il codice prodotto dopo la sua progettazione e il primo test generale di validazione, Linux invece lo rilasciava quotidianamente nel corso della sua implementazione. In altri termini mentre FSF rilasciava il codice “aperto” solo dopo che si era garantito del suo buon funzionamento, Linux lo rilasciava in corso d'opera per garantirne il buon funzionamento via debugging parallelo eseguito degli utenti e vitale per lo sviluppo del software (Paccagnella, 2010:67). L'attuale Linux Foundation ha apportato delle leggere varianti a questo modello secondo un naturale processo di istituzionalizzazione.
LAMP come bene comune
Lo stack LAMP dunque è un bene comune (a proposito dei quali vedi §4.3 “Linux come bene comune”), è un elemento centrale di Internet, è un esempio di come il codice aperto del SOS sia un fattore di incremento virtuoso della fiducia e della cooperazione, che a loro volta ottengono risultati di alta efficienza competitiva verso i modelli tradizionali proprietari. Come nel mercato-gerarchia la reciproca fiducia è un elemento vitale (Bagnasco et al, 2007:481), così pure nel SOS e nell'intrecciarsi delle sue reti di potere sociale economico e produttivo quali GNU, Linux, Apache, MySQL, PHP. Da sottolineare tre aspetti innovativi:
- come in (Costa et al, 2004), vedi § 4.2, le convenzioni SOS sono inestricabilmente intrecciate con il “mercato e gerarchia”. Nel governo delle transazioni (Costa et al, 2004) dominato attualmente da gerarchie e mercato, le convenzioni si inseriscono con "beni comuni" centrali come LAMP e Android. La centralità di questi beni comuni vale sia come importanza nella "supply chain" di mercato, sia come capacità di influenzare la stessa progettazione di HW (smart-phone, tablet, PC) di SW (la miriade di applicazioni che rendono attraente lo HW).
- “la fiducia reciproca che i patti saranno rispettati” (Bagnasco et al, 2007:441) e (Bagnasco et al, 2007:99), vede il SOS avvantaggiato rispetto al mercato-gerarchia per la semplice ragione che le comunità SOS si vedono in trasparenza grazie all'”open access” della loro produzione software. La loro dunque è una reciproca fiducia razionale. Vedi § 7.6. e § 7.7 .
- La dura coopetition tra open sourse e closed source vede una maggiore integrazione funzionale tra grandi comunità SOS diverse e differenziate quali GNU, Linux, Apache, My SQL, PHP che non tra corporations (Micosoft, Oracle, Sun, IBM). Vede soprattutto un'integrità funzionale maggiore di quella che si può riscontrare all'interno delle corporations tra i loro stessi moduli/prodotti (sistemi operativi, linguaggi, server web, database). Questo perchè le corporation "closed source" sono "closed source" anche al loro interno. Mentre le comunità "open source" sono "open source" anche al loro esterno.
Social Network?
Il buon RMS sentenzia dal suo sito personale, nella pagina dedicata a FB: "Social networks, for lonely people, may only show them how lonely they are." rimandando ad un articolo del Guardian in cui uno studente racconta della sua solitudine e della solitudine dei suoi coetanei: "This is not just a teenage problem. In May, the Mental Health Foundation released a report called The Lonely Society? Its survey found that 53% of 18-34-year-olds had felt depressed because of loneliness, compared with just 32% of people over 55. The question of why was, in part, answered by another of the report's findings: nearly a third of young people said they spent too much time communicating online and not enough in person." (Guardian, 2010). Per una valutazione più aperta a possibili influenze positive di Internet sulle relazioni umane vedi (Benkler, 2007:451-477). L'aspetto positivo più evidente è la possibilità di FB di rinsaldare il capitale sociale pre-esistente (Bagnasco et al, 2007:98), funzione svolta egregiamente durante la primavera araba del 2011. Questo aspetto pervasivo, microsociologico, dei social network nelle interazioni simboliche e politiche tra gruppi e individui, basate a loro volta su “relazioni sociali” (Bagnasco et al, 2007:82), viene visto anche nel paragrafo “Android”. Facebook come Google e Twitter permette agli utenti di comunicare tra loro, di creare gruppi e costituire comunità virtuali. In realtà "allevano" i loro utenti per vendergli pubblicità, servizi simili a quelli di Paypal, la possibilità di pubblicizzarsi a pagamento su internet, avviare autonome attività di e-commerce; vendergli gli smartphone da loro stessi prodotti come Google. Per far tutto questo tracciano le scelte ed i profili degli utenti per realizzare una pubblicità mirata e consona alla società dell'informazione. Viene così associata all'attività di intrattenimento, chiacchiericcio, esibizionismo di gruppo (molto sviluppato anche nei gruppi animali), una funzione tipicamente commerciale. I vari gruppi possono avere un contenuto ideologico, artistico, politico, commerciale-economico, addirittura terroristico (militare). Il terrorismo internazionale è una recentissima proprietà emergente dagli interstizi degli stati-nazione, spiegata da Mann come reazione nazionalistica e non come risposta ideologico-religiosa. Questo spiega l'interesse della NSA (National Security Agency) americana sui database di FB, Google, Twitter.
Da SOS a Corporation
"Il numero uno di Facebook, Mark Zuckerberg, ha guadagnato 2,3 milioni di dollari nel 2012 esercitando 60 milioni di stock option prima dello sbarco in Borsa del social network. Una cifra decisamente superiore rispetto al compenso 2012 incassato da Zuckerberg e pari a 1,99 milioni di dollari. Ma Zuckerberg, nonostante il maxi assegno, non ha il salario più alto all'interno di Facebook: a rubargli il posto è Sheryl Sandberg, la chief operating officer che ha ricevuto 26,2 milioni di dollari." (ANSA.it, 28 aprile 2013). Sheryl Kara Sandberg (SKS), nata nel 1969, ha un MBA a Harvard coi massimi voti; è stata impiegata come ricercatrice presso la Banca Mondiale da Larry Summers, suo relatore di tesi a Harvard, su progetti riguardanti la salute pubblica in India. Lawrence "Larry" Summers è un personaggio chiave del "military-industrial-congressional complex" (Mann, 2013:44-49), scoperto empiricamente da (Mills, 1966). Questo "complex" è quella cristallizzazione (in senso metaforicamente chimico), delle reti IEMP, che costituisce l' "impero americano" che a sua volta condiziona, su tutte le reti, i complessi minori, più vicini al livello degli "stati-nazione", di Giappone, Tigri Asiatiche, Cina Popolare (come vedremo più avanti nel §3.5.2) La nozione di “impero” è ovviamente avalutativa; si tratta di un conglomerato sociale estremamente complesso ed estremamente importante in tutta la storia dall'antichità ad oggi. Gli idealtipi di impero usati da (Mann, 2011) sono quattro con vari sotto-idealtipi. Gli ultimi due imperi sono stati USA e URSS. Con la scomparsa dell'URSS, al momento, l'unica struttura con le caratteristiche di “impero” sono gli USA. SKS ha poi lavorato presso la McKinsey & Company, storica impresa di consulenza manageriale degli Stati Uniti, fondata nel 1926 sempre da un professore universitario di Chicago. Sempre con Larry Summers ha lavorato al Ministero del Tesoro con Clinton, occupata nella gestione morbida del debito accumulato da alcuni paesi asiatici durante la crisi finanziaria in Asia. Nel 2001 si unisce a Google dove lavora fino al 2008. Passa a Facebook con l'intento di rendere la società "capace di profitto". Questo obiettivo si realizza nel 2010. In questa breve disamina della carriera di SKS vanno rilevati alcuni punti degni di ulteriori analisi e strettamente interconnessi tra loro: l'emergenza nella "divisione del lavoro sociale" (Bagnasco et al, 2007:454) di settori come i social network, dove Facebook si caratterizza come interazione virtuale e sociale diretta tra individui e gruppi; Google invece come interazione virtuale e sociale indiretta tra individui e gruppi, tramite e-mail asincrona, e ricerca "asocializzata" su data base centralizzati (in questo senso Facebook rappresenta un "progresso" basato sul SW rispetto a Google orientata allo HW degli smartphone; ciò potrebbe spiegare il passaggio di SKS da Google a Facebook). Da notare inoltre l'interconnessione tra politica (Clinton), cultura (Larry Summers, McKinsey), economia (Banca Mondiale, Facebook, Google) come indicato nei punti 1 e 2 di "Introduzione" (Mann, 1986:cap. 1). Negli Stati Uniti, questa connessione è molto fluida, attiva, praticata (Mills, 1966), in grado di reggere per il momento la maglia geopolitica dell'impero USA. Terzo punto importante è l'enorme valore monetario e quindi culturale e politico attribuito al lavoro di SKS. Questo significa un preciso riconoscimento ufficiale da parte delle élite dominanti al valore della conoscenza che facilita la transizione verso nuovi equilibri tra gli “overlapped interwined networks”, tali da configurare una "società dell'informazione e della conoscenza" (Paccagnella, 2010:163). Nella carriera di SKS (Sharyl Sandberg, 2009), si nota una progressione da assistente alla ricerca di un cattedratico, dedicata all'esame di compiti economici su larga scala ma inerenti la cura e la salute in India, fino al suo ruolo decisivo nel lanciare la allora semisconosciuta Google vendendone il motore di ricerca ad uno dei maggiori provider mondiali (American Online) e rendendola "profitable" con il sistema di pubblicità Ad Sense. Ma SKS non riesce a scalare in Google posizioni di rilevanza strategica (Sharyl Sandberg, 2011). Ci riprova con Facebook nel 2008 con l'incarico essenziale di rendere FB "profitable" (Sharyl Sandberg, 2011). Il 18 maggio 2012 Fb viene quotato al NASDAQ. Questo è il passaggio da una forma no-profit ad una profit, molto importante per dimostrare la capacità di ibridazione di una "convenzione" come FB verso una "organizzazione aziendale di tipo gerarchico" (Costa et al, 2004:11-17). Il lato no-profit permane attraverso le caratteristiche free e open source di FB, trattate nel paragrafo seguente, e attraverso la recente campagna Internet.org intrapresa senza scopo di lucro da Zuckerman per fornire l'accesso digitale alle popolazioni del Sud del mondo, africane in particolare.
Dati tecnici, tipo di licenza, rapporto con gli utenti finali
Uno dei principi ufficiali stabiliti per collaborare come sviluppatore a FB è: "Give users choice and control" (Facebook, 2013A). Per quanto riguarda la tecnologia: "Facebook has been developed from the ground up using open source software" (Facebook, 2013B). I dettagli tecnici confermano che Fb si basa sullo stack LAMP, è un software distribuito con PHP License, che è solo leggermente diversa dalla GPL, la licenza di GNU. I due "opposti" schieramenti nella definizione del software libero sono GNU, diretto da RMS e l'Open Software Initiative di Linus Torvalds ed ESR. La seconda definisce FB un software "Free e Open Source", RSM invece sconsiglia vivamente di usare FB perchè FB invita a "fare la spia" ai propri amici e traccia i gusti e le abitudini degli utenti, che sono diventati circa un miliardo, di cui 7 milioni sotto i 13 anni consentiti, per incrementare il suo business pubblicitario sviluppato da SKS. In effetti RMS si lamenta che sia possibile su FB creare a sua totale insaputa utenti che hanno il suo stesso nome: Richard Stallman (Facebook, 2013C). A livello tecnico i punti di forza di FB sono il linguaggio PHP potenziato da vari altri prodotti SOS e il database MySQL (ora di proprietà di Oracle). Il PHP è stato potenziato con un compilatore GCC di GNU che produce un codice eseguibile particolarmente "monolitico" e quindi efficiente, fondendo in un solo blocco codice C++ (necessario per raggiungere una certa finezza grafica) e codice C (per garantire la robustezza della parte strutturale), stravolgendo in parte le caratteristiche di scripting language del PHP. FB sta avvolgendo, sviluppandosi anche come applicazione Android, il prodotto di Google per entrare nella nicchia di mercato degli utenti degli smart phone, che già usano la posta elettronica di Google tramite il collegamento standard ad Internet. Questo è possibile perchè Android è esso stesso Open Source.
Android di Google
Android è il nuovo sistema operativo di Google, basato su kernel Linux modificato però in modo tale che un'applicazione GNU/Linux non è “portabile” su Android. La ragione è che Android si basa sul linguaggio/ambiente Java anziché sui linguaggi/ambiente C e C++. Java, di cui esistono progetti Open Source di Apache Foundation, è ora proprietà di Oracle. Anche Android è open source su decisione di Google che ha messo a disposizione il Kit completo di sviluppo. Gli sviluppatori Android, dipendenti di Google, apportano modifiche al kernel Linux impegnandosi a supportarle nel futuro secondo la classica prassi open source. Adesso sono i più famosi sostenitori del Closed Source (Oracle e Microsoft) ad accusare di concorrenza sleale l'open source, nella veste di Google. Nell' aprile 2013 Microsoft e Oracle, inserite in un gruppo di 17 operatori battezzato FairSearch di cui fanno parte, tra gli altri, Nokia, Expedia e TripAdvisor, ricorrono contro Google per denunciate all'antitrust Ue pratiche anticoncorrenziali basate su Android. Sotto accusa è finito questa volta il sistema operativo Android che, secondo i ricorrenti, "viene utilizzato da Google come 'cavallo di Troia' per ingannare i suoi partner, monopolizzare il mercato e controllare i dati dei consumatori". "Chiediamo alla Commissione europea - si legge in una nota diffusa da FairSearch - di agire rapidamente e in maniera incisiva per proteggere la concorrenza e l'innovazione in un mercato così importante. Altrimenti Google sarà incoraggiata a riproporre abusi di posizione dominante sulle piattaforme mobili verso le quali sempre più si orientano i consumatori [NdR: l'enfasi è mia] ". Secondo FairSearch, Google obbliga i costruttori di apparecchi che utilizzano il sistema operativo Android e vogliono proporre applicazioni della casa di Mountain View come Maps, YouTube o Play ad offrire al cliente per default una serie di altre applicazioni Google, generalmente Open Source e sempre Free, a discapito di quelle dei concorrenti. Questa iniziativa di FairSearch (“ricerca cortese”, un chiaro riferimento al motore di Google ed alla sua preminenza commerciale) dopo gli "Hallowen Documents" di Microsoft di tanti anni fa, risuonerà sicuramente comica per gli hacker. Tale iniziativa legale, nel 2013, dopo 22 anni dall'inizio di Linux, può essere un segnale di rovesciamento dei rapporti di forza tra corporations proprietarie e corporations che si appoggiano all'open source. Uno step non lineare nella crescita interstiziale dell'open source poichè il passaggio è attraverso una vera e propria corporation come Google, che resta con Apple una delle corporations americane più profittevoli economicamente e più importanti politicamente. Ricordiamo che già circa un anno fa, per la prima volta nella storia, le azioni Microsoft sono calate e che il debito pubblico della Federazione americana ha superato la soglia dei 16.400 mld di dollari prevista dalla loro Costituzione. FB, Google, Apple con I-Phone, si stanno muovendo verso un mercato di Internet-mobile, fatto di una maggiore interattività tra la rete e l'utente che con il suo smart-phone può rimanere costantemente collegato e ricevere un breve segnale all'arrivo di mail, twitter, messaggi FB, “Whatsapp”. Oltre ad avere a disposizione una webcam digitale, un navigatore satellitare, le risposte di wikipedia alle domande degli amici. Questa continuità nel collegamento ad Internet, la sue nuove caratteristiche di messaggistica “push” come Whatsapp di Google, potrebbero cominciare ad influenzare la microsociologia delle relazioni dei gruppi umani più plastici come i giovani o più fragili come gli anziani, attraverso la diffusione dei cellulari di nuova generazione cui mira il marketing avvolgente di Google. L'uso del navigatore tramite cellulare, la sua dipendenza dall'aggiornamento delle mappe memorizzate in rete, modificano la gestione della propria spazialità fisica. Un altro esempio, ancora, è quello di stare realmente, o di atteggiarsi a stare, in attesa di comunicazioni da parte di persone non presenti fisicamente, soprattutto da parte dei giovani. Questo destabilizza la compresenza nel gruppo amicale, indebolisce il fondamentale rapporto “faccia a faccia”, modifica la stessa autoconsapevolezza del proprio corpo come costruzione sociale inserendovi l'artefatto comunicativo. L'affermazione classica: “Un aspetto importante dell'esperienza che io faccio degli altri nella vita quotidiana è dunque il carattere diretto o indiretto di tale esperienza.” (Berger et al, 1969:51) deve tener conto della nuova possibilità di mescolare nella stessa “situazione” di compresenza i caratteri diretti e indiretti dell'esperienza dell'altro, espressi ad esempio con il metalinguaggio dei gesti, dei sospiri,delle interiezioni, delle espressioni facciali; immaginiamo un gruppo amicale di giovanissimi che mangia la pizza “facendo un grande casino” e allo stesso tempo restando ciascuno appiccicato ai propri cellulari; oppure seduto al tram il sig.Rossi ascolta i dettagli più intimi, con tutte le sfumature di espressioni “reali” di tipo emotivo, della vita della persona che gli siede a fianco; oppure più banalmente in un qualsiasi luogo pubblico il signor A sobbalza al suono di un cellulare credendo che sia il suo, con una lieve temporanea distorsione della sua identità sociale; oppure, pigiati in un mezzo di trasporto pubblico, sono tutti immersi nella loro “indifferenza civile” quando sobbalzano allo squillare di una stranissima suoneria, scelta dal possessore del cellulare per ribadire la sua “identità”.
Google come Oracle, IBM, Apple, Nokia
A maggio 2013 esce un breve annuncio sulle agenzie di stampe: Google, dopo avere acquisito la casa americana produttrice di processori per telefono, Motorola Mobility, acquistata ad agosto 2011, lancerà alla fine dell'anno 'Moto X' che si pone in diretta concorrenza con iPhone 5 di Apple e con la stessa Samsung (Korea del Sud) che vende il suo smartphone Galaxy con Android (open source). E' uno smartphone 'Made in Usa', come assemblaggio, capace di “percepire” il contesto in cui si trova. Sarà estremamente robusto ed equipaggiato da una telecamera migliore, oltre che da sensori in grado di riconoscere le voci in una stanza. Saranno sempre in azione un giroscopio e un accelerometro per prevedere i movimenti degli utenti, per anticipare le loro mosse, come appunto attivare la telecamera ancora prima che l'app sia aperta. e abbastanza intelligente da cercare di anticipare il modo in cui viene usato: se, ad esempio, e' riposto in una tasca, a riposo, oppure si trova in mano all'utente, predisponendosi se il caso ad attivare automaticamente la fotocamera. Woodside, il manager messo da Google alla guida di Motorola annuncia che 'Moto X' sarà prodotto in Texas, in un ex stabilimento Nokia chiuso 15 anni fa, assumendo 2.000 persone. Ma il manager precisa che I componenti però arriveranno da tutto il mondo, ad esempio gli elementi chiave del display arriveranno dalla Corea del Sud mentre i processori saranno prodotti a Taiwan (su disegno della Motorola). Gli elementi di “intreccio” e mutamento tra e all'interno delle reti di poteri sociali di tipo economico e politico (modello IEMP) sono molteplici e vanno evidenziati: rapporti tra corporation nate sul Software, corporation nate sull'Hardware, corporation mixed nascita di progetti Open Source “mixed” HW e SW come UDOO, che fornisce sia Android che Linux/Ubuntu su un Tablet PC Open Source, finanziato in rete via sistema “kickstarter.com” rapporti di social power network politico di tipo “geopolitical diplomacy” (Mann, 2011) intrecciati al social power network economico. Google nasce dal lavoro di due ricercatori che mettono a punto un motore di ricerca software. Google prosegue nel campo del software mettendo a disposizione come free software suite di posta elettronica e altri servizi. Si apre all'Open Source con Android più per necessità che per vocazione. Prima di tutto perchè Android ha “bisogno” di Linux e della sua comunità, poi perchè L'Open Source è considerato più efficiente e risparmia investimenti enormi e soprattutto difficilmente prevedibili (vedi il caso di GNU/Hurd, che è ancora in fase di sviluppo e non è ancora arrivato alla versione 1.0); infine perchè il focus di Google si sposta sullo Hardware. In queste tre motivazioni vediamo tre fattori sociologici importantissimi:
- l'esistenza di una comunità attiva come motore “efficiente” di soluzioni
- l'inapplicabilità del modello fordista (culturalmente omogeneo, assieme al taylorismo, al modello “razionale” della burocrazia weberiana, anche se applicato alla produzione materiale di hardware) alla produzione di beni, immateriali e materiali, basati sulla ricerca come costruzione di conoscenze innovative (à la Joseph Schumpeter, vedi il “processo cumulativo di divisione del lavoro” (Rao, 2011:89-92) )
- l'inevitabile confluenza reciproca delle protesi immateriali come il software (e i relativi modelli istituzionali-organizzativi decentralizzati post-fordisti necessari per la loro “costruzione”) con le protesi materiali che le portano, come “le gambe degli uomini portano le loro idee”
Per tracciare questo processo di confluenza hardware-software è utile considerare alcune recenti vicende delle varie major della elettronica e dell'informatica strettamente intrecciate tra loro sia in termini di cooperazione che di competizione (coopetition): IBM, totalmente USA, mixed, ma con una forte prevalenza da sempre del suo interesse HW. Questo suo limite l'ha portata ad essere clamorosamente sconfitta negli anni '90 da una piccola “Software House” come Microsoft, anche lei totalmente USA (IBM rischia la chiusura nel 1995 e viene salvata da un manager che si occupava di “Casual Wear”). Vende soluzioni complete ma molte parti del suo SW (ad esempio il suo DB che si chiama DB2) non sono concorrenziali (sono sempre strettamente Closed Source) e vengono vendute perchè incluse nella vendita dei sistemi HW IBM di fascia alta (mainframe); Oracle, totalmente USA, nasce completamente SW ma dopo l'acquisizione di SUN diventa “mixed” con quattro prodotti di punta: DB Oracle (SW), DB MySQL (SW Open Source ma solo nella versione “Community”), processori SPARC e sistemi di elaborazione completi (HW), linguaggio Java (SW). Il database Oracle, inizio della fortuna della corporation nei primi anni '80, nasce dalle ricerche finanziate da IBM sui Data Base relazionali. In questo senso IBM ha lavorato, ai tempi del suo semi-monopolio, in stile “Open Access” come indicato in (Paccagnella, 2010); Apple, totalmente USA, nasce mixed, ma dopo varie peripezie viene salvata da Steve Jobs che fa incetta di software semilibero (licenza BSD), lo chiude e lo “estetizza” con la grafica “Aqua”, facendo un'accorta politica dei componenti elettronici HW, prodotti in parte da Foxconn nelle Zone Economiche Speciali della Repubblica Popolare Cinese. Apple all'inizio era servita da esempio a Microsoft per innovare l'interfaccia computer/utente. Microsoft a sua volta nasce con l'appoggio di IBM; Nokia, totalmente europea, nasce HW ma fatica a trovare una sua autonomia software; compra Symbian, uno dei primi sistemi operativi per “mobile”, finendo poi per allearsi con Microsoft (che rimane esclusivamente SW), per aprirsi sul mercato emergente degli smartphone, aperto con audacia innovativa dallo iPhone di Apple (dopo alcuni tentativi di nicchia come Blackberry). A settembre 2013 il settore cellulari di Nokia viene acquisito da Microsoft (NewsRepublic, 2013), confermando la convergenza HW e SW come nel caso di Google e Oracle. In tutti e tre i casi la convergenza va dal SW verso lo HW, o meglio da aziende esclusivamente SW che acquisiscono aziende HW che non erano riuscite a percorrere il cammino inverso come SUN e IBM. Le società HW in genere riescono a gestire a fatica un sistema operativo (AIX per IBM, Symbian per Nokia, Solaris per SUN, OS di Apple), avendo poi difficoltà nella gestione di miriadi di applicazioni free che appaiono, scompaiono e necessitano di una difficile manutenzione. Riferendoci al governo delle transazioni si tratta di un caso classico di "mercato incerto" (vedi § 3.5.4.). Ho messo in evidenza la forte prevalenza geo-politica occidentale di Stati Uniti ed Europa, soprattutto nel settore SW, che ha nel SOS uno dei suoi punti di forza, sia come prodotti consolidati (GNU/Linux e LAMP) sia come metodologia di produzione, sviluppo e ricerca, assimilabile allo “Open Access” (Paccagnella, 2010). Delineo in modo semplificato questo intreccio geopolitico (reti di stati nazionali) ed economico, secondo il modello IEMP, limitato al settore ICT, in tre componenti o “reti” principali: Stati Uniti ed Europa con le loro tensioni interne (vedi gestione di Internet e gestione dei brevetti software), ma sostanzialmente unite “di fronte agli avversari comuni”. Sono la patria del Free Software considerando che esso sia comunque reticolare ed esteso a tutto il mondo; Giappone, Korea del Sud, Taiwan, Singapore, come storici alleati politici (e spesso rivali economici) del blocco occidentale, le cui economie si sono sviluppate con l'aiuto determinante dello stato dopo la II guerra mondiale grazie agli investimenti soprattutto americani, volti a contenere l'egemonia politico militare russo cinese (Guerra di Korea, Guerra del Vietnam), e grazie soprattutto alla apertura dei mercati americani ed europei che hanno reso disponibile la classica domanda economica di consumo per la produzione di questi paesi (Rao, 2011:171); Cina, che ha assorbito la quarta tigre asiatica (Hong Kong) e il Vietnam, recenti alleati economici dell'occidente ma con una fortissima autonomia politico-militare, monitorati da anni nei loro possibili sviluppi egemonici politici, economici, militari; L'annuncio di Google su MotoX all'inizio di paragrafo evidenzia un particolare recente sviluppo storico della politica americana con il tentativo di rientro di alcune produzioni HW negli Stati Uniti dopo la loro delocalizzazione soprattutto in Cina (Per quanto riguarda la cultura “Open Access” da parte di questo paese vanno ricordati gli attacchi informatici a varie banche dati tecnologiche americane di sospetta origine cinese, tema del recente incontro a giugno 2013 tra presidente americano e presidente cinese). Google riapre un ex stabilimento, guarda caso proprio della Nokia, in Texas, dando lavoro a 2000 dipendenti. Favorisce per la componentistica la rete geopolitica ed economica che comprende Korea del Sud e Taiwan. Mantiene la politica Open Source di Android condiviso con la concorrente (HW) Samsung della Korea del Sud. Per la genesi delle relazioni IEMP tra Cina, Giappone, Taiwan e Korea, nella prima metà del 1900, nonchè del rapporto tra gli imperialismi cinese e giapponese vedi (Mann, 2012:cap.4, "Asian empires: falling dragon, rising sun).
La Samsung sudcoreana, le aziende elettroniche di Taiwan, l'intreccio dei social power network politici, economici, culturali nel Guandong della Cina Popolare
Quella che segue è un breve fotogramma della società contemporanea cinese, relativo ai temi discussi nella tesi, nello specifico alle interazioni tra reti economiche hardware, software, politico-statuali. Evidenzia l'importanza della sociologia storica per cogliere il mutamento rapido di questo periodo e coglierne al tempo stesso l'opera delle tradizionali categorie sociologiche: “I operate at a more concrete, sociospatial and organizational level of analysis. The central problems concern organization, control, logistics, communication – the capacity to organize and control people, materials, and territories, and the development of this capacity throughout history.” (Mann, 1986:2). L'assemblaggio dei componenti elettronici per schede madri, per computer, tablet PC, smartphone, avviene ancora secondo il modello fordista centralizzato in grandi stabilimenti di produzione, delocalizzati in molti casi nella Cina Popolare. L'annuncio di Google del paragrafo precedente di un assemblaggio di “Moto X” in Texas, potrebbe significare, oltre ad un vantaggio “politico” riferito al “social power network” rappresentato dagli USA, anche un rifiuto “culturale” delle metodologie di lavoro cinesi stile “prima rivoluzione industriale 18° secolo”. Inoltre nonostante Taiwan sia politicamente e militarmente in una situazione ufficiale di quasi guerra con la Cina Popolare, possiede la Yinchuan che è di proprietà della taiwanese 3CEMS Group, un colosso che lavora per conto di Samsung (Korea del sud), Canon (Giappone) e Sony (Giappone). Questo intreccio tra “stati” ed “economia” è previsto nel modello IEMP, secondo il quale le “social power networks” si intersecano e si sovrappongono ma non coincidono “sociospazialmente” (Mann, 1986:17-18). La relazione di agenzia di stampa che segue dimostra che le condizioni di lavoro, simili a quelle della prima rivoluzione industriale, si basano sull'emigrazione di forza lavoro giovanile e femminile dalle “zone rurali” cinesi. Questo fenomeno di emigrazione ha portato i residenti urbani nella Cina Popolare a superare per la prima volta nella sua storia i residenti delle zone rurali. I residenti urbani hanno raggiunto a maggio 2013 la cifra di 691 milioni, e sicuramente comprendono una parte di quelli che sono citati nell'articolo di agenzia come “colletti bianchi”. Ecco l'articolo di agenzia (Ansa.it 2 giugno 2013) “Muore in fabbrica a 14 anni per troppo lavoro - Trovato in dormitorio azienda che fornisce Samsung, Sony e Canon - 01 giugno, 17:50 SHANGHAI - A quattordici anni, un ragazzino cinese che lavorava dodici ore al giorno con due brevi pause per il pranzo in una fabbrica di prodotti elettronici, è stato trovato morto nel suo letto del dormitorio dell'azienda. Una fine che ha dell'incredibile, bollata come 'morte immediata' dalle autorità che non hanno però voluto offrire maggiori indicazioni e che, al momento, è stata risarcita con poco più di 12 mila euro. Secondo testimonianze raccolte da organizzazioni che si battono per i diritti dei lavoratori in Cina, la causa della morte, avvenuta il 21 maggio, potrebbe essere attribuita al troppo lavoro. Nella fabbrica, infatti, secondo China Labor Watch, un’organizzazione americana [NdR: l'enfasi è mia], gli straordinari erano all'ordine del giorno, anche di decine d'ore. Liu Fuzong, questo il nome del ragazzo, proveniva da una famiglia povera della zona rurale cinese. Il 27 febbraio, tramite una società di consulenza sul lavoro, la Dongguan Wantong Labor Dispatch Company, fu assunto alla Yinchuan Electronic Company, azienda che produce le schede madri per i computer della Asus a Dongguan, città non lontana da Guangzhou, l'ex Canton, nella provincia meridionale del Guangdong. Qui il ragazzino si presenta con un documento falso, nel quale c'era scritto che aveva diciotto anni. Senza troppi controlli da parte dell'azienda (che verrà multata dalle autorità per questo), viene assunto e messo alla catena di montaggio. Con lui lavorano molti studenti, parecchi dei quali sotto i sedici anni, nonostante sia vietato dalla legge. Tutti provenienti dalla provincia meridionale del Sichuan, tutti messi a produrre pezzi elettronici. La Yinchuan è di proprietà della taiwanese 3CEMS Group, un colosso che lavora per conto di Samsung, Canon e Sony. La Samsung ha subito fatto cancellare il proprio nome dal sito dell'azienda taiwanese, anche se attraverso ricerche su internet si trovano le prove dei loro legami. E l'azienda sudcoreana leader nel settore dei tablet e smartphone, non è nuova ad accuse di sfruttamento del lavoro minorile. La stessa China Labor Watch ha più volte denunciato le condizioni pessime di lavoro in fabbriche cinesi riconducibili alla Samsung, dove sono impiegati anche minorenni. L'Ong americana ha più volte denunciato le condizioni di lavoro alla Foxconn, l'azienda taiwanese tristemente famosa come “la fabbrica dei suicidi” per gli oltre venti suicidi tra i suoi operai nel 2010. Gli ultimi tre suicidi si sono registrati tra la fine di aprile e la metà del mese scorso. Ma in Cina si muore anche per il troppo lavoro, oltre che per il cattivo lavoro. Pochi giorni fa un giovane di 24 anni è morto sul posto di lavoro per il troppo lavorare. Secondo le stime ufficiali, in Cina si contano 600mila morti all'anno per troppo lavoro, in prevalenza colletti bianchi impiegati nelle grandi città.”. Per una visione d'insieme della Cina attuale, nel suo sviluppo economico e nelle sue relazioni IEMP con Giappone, Taiwan e Korea vedi (Mann, 2013:cap.8, "The Maoist alternative reformed").
Le applicazioni di uno smartphone
Nella dinamica dell'economia e del consumo, diciamo nella dinamica “prosumer” dei produttori e consumatori visti come interagenti (Paccagnella, 2010:101), svolge oggi un ruolo sempre più rilevante lo smartphone. Lo smartphone è uno strumento di interazione sociale molto potente, uno sviluppo del cellulare verso funzioni di piccolo computer con tutte le potenzialità di utilizzo di Internet. Si affrontano due piattaforme software sugli smartphone, una Closed Source, con Windows Mobile (4%) ed iOS di Apple (18%), ed una Open con Android (80%). Se ne affaccia una terza ancora più innovativa quale Fairphone che sviluppa la filosofia dei makers e che vedremo in seguito nella parte che tratta di HOS. Tutte e tre queste “piattaforme” o modi sociali di progettazione, produzione, finanziamento, consumo, si sviluppano a partire dal primo (Microsoft), modificato dal secondo (Google), a sua volta profondamente rivisto dal terzo (Fairphone). Mentre Google (e Internet stessa) non avrebbe potuto nascere senza l'affermazione universale del Personal Computer realizzata in modo “tradizionale” da Microsoft, Fairphone non sarebbe nata senza Android di Google e tutta la supply chain attivata dalle varie corporations. E' un processo economico e culturale autopropulsivo e storicamente irreversibile come delineato in (Rao, 2011). Verso Android di Google (HW e SW) si stanno indirizzando Facebook (SW), Twitter (SW), Samsung (HW) che si ritrovano tutti (ma Google è un poco defilata) nel board della Linux Foundation. E naturalmente Fairphone che si basa anch'esso sulle ultime versioni di Android. Mentre gli “anglosassoni” Google, Facebook, Twitter, si muovono in modo “liberal” proponendo una cultura collaborativa, chi ha necessità di assemblare hardware utilizza le zone economiche speciali cinesi sia per attuare politiche del lavoro da prima rivoluzione industriale, come evidenziato nel paragrafo sulla Samsung, sia per favorire modi rispettosi dei lavoratori come Fairphone che si vedrà più avanti. Da rilevare che in questo caso l'origine di provenienza delle corporation non conta: la famigerata Foxconn, di proprietà taiwanese, citata nel paragrafo sulla Samsung, che si presume abbia in totale un milione di dipendenti, lavora per Amazon, Apple, Dell, HP, Microsoft, Motorola, Nintendo, Nokia (solo per il mercato cinese), Samsung, Sony; queste sono grandi corporation americane, inglesi, europee, coreane, giapponesi (i primi due settori economici nel §3.5.2). Foxconn ha altri impianti produttivi in Cekia, Slovacchia, Messico, Malesia. Vedi lo schema proposto di suddivisione tra Stati Uniti/Europa, Giappone/Corea/Taiwan, Cina/Vietnam/ nel §3.5.2 “Google come Oracle, IBM, Apple, Nokia”. La cultura produttiva “cinese nazionalista” o “coreana” o “cinese popolare” va confrontata con la cultura “protestante” anglosassone come si è evoluta fino ai giorni nostri, producendo marxismo e post marxismo nei suoi vari “flavours”, femminismo, ecologismo, battaglie per i diritti civili. La rete geopolitica di M.Mann, che distingue tra globalizzazioni diverse (Mann, 2013), o lo sviluppo cumulativo di (Rao, 2011), sono ben evidenti dietro l'apparente omologazione della globalizzazione. Come in altre epoche storiche dentro le infrastrutture (un tempo le strade, la logistica, la moneta, la letteratura scritta; oggi i media quali Internet) corrono le stesse correnti culturali che hanno contribuito alla costruzione di queste stesse “infrastrutture” secondo dinamiche interne ed esterne. Le applicazioni free che si possono utilizzare su uno smartphone riguardano moli aspetti “moderni” del Lebenswelt, del mondo della vita quotidiana metropolitana. Le funzioni offerte da queste applicazioni hanno “senso”, ma non solo, nei paesi del Nord del mondo. Sono aspetti che coinvolgono da vicino le interazioni sociali. Ne faccio un elenco sommario, con pochi commenti, per enfatizzarne l'importanza, il suo collegamento con l'oggetto della tesi, l'aspetto di “economia del dono” che si affaccia dalla normale rete commerciale: catalogo Feltrinelli di libri, musica, film e giochi preferiti; uscite in programmazione dei film e pellicole in proiezione; i testi delle tue canzoni preferite gratis, semplicemente registrando cosa viene trasmesso alla radio o in televisione; ricettario con annessa lista della spesa; previsioni meteo; le migliori offerte per viaggi di lavoro e tempo libero (volagratis); “pianifica e goditi una vacanza perfetta” con TripAdvisor, scarica l’applicazione per consultare oltre 50 milioni di recensioni e opinioni pubblicate da veri viaggiatori con accumulo di memoria e “conoscenza” collettiva in rete; radio 105 e dirette streaming; notizie ANSA, RAI.TV, Repubblica.tv; messenger Whatsapp che è più funzionale di twitter perchè segnala l'arrivo di un messaggio di qualsiasi tipo e consistenza; navigatore satellitare; giochi; Facebook; e-mail; tutto Internet; si mette in ascolto di canzoni e musica fornendo tutti i dati su autore ed esecutore; ha la possibilità di ricevere i film, i servizi televisivi, le flash news di sky una volta attivato il decoder sulla propria televione di casa. Lo smartphone è un primo esempio di ergonomia cognitiva avanzata. Ha un'interfaccia “touch” particolarmente “naturale”, è dotato di molti sensori e giroscopi che gli fanno capire in anticipo le “intenzioni” del proprietario e la situazione “ambientale”; può agire al momento solo come mezzo audio-visivo, ma è già un piccolo “compagno” fedele, “intelligente” e istancabile come i classici piccoli robot della fantascienza.
Twitter è un messenger o un microblog che dagli USA si è gradualmente diffuso al resto del mondo. Eminenti personalità politiche, culturali, religiose (tra cui papa Francesco, eletto di recente) lo usano, forse anche per dimostrare la loro sintonia con lo spirito del tempo. Ma twitter si rivela anche uno strumento di mobilitazione e rivolta come dimostrano le proteste in Turchia del maggio 2013: “La Turchia in queste ore è ancora percorsa dalle manifestazioni di piazza ma la protesta ha una cassa di risonanza che amplifica le voci sia all'interno del paese che all'estero. I social network, così come nei recenti movimenti di protesta dei paesi arabi, stanno avendo un ruolo determinante; con un tam-tam incessante hanno contribuito a radunare i cortei di questi giorni e a documentare con foto e video lo sproporzionato uso della forza da parte della polizia nei confronti dei manifestanti. Il timore per questo dilagare di informazioni è stato colto dal premier Recep Tayyip Erdoğan che ha definito Twitter una "disgrazia" per la nazione. Mentre le televisioni locali hanno quasi completamente ignorato le proteste, le informazioni e le notizie hanno viaggiato sui social network. Sul sito di Aljazeera sono riportate le statistiche relative agli accessi del 30 maggio scorso quando, alle 16:00 ora locale, risultavano inviati già 2 milioni di tweets con hashtags legati alla protesta, come ad esempio # direngezipark (950.000 tweets), # occupygezi (170.000 tweets) o # geziparki (50.000 tweets). Per i nostri lettori che volessero seguire le proteste su Twitter, suggeriamo gli aggiornamenti continui dei nostri corrispondenti” (RobertaBertoldi, 2013). In concomitanza a questi fatti, sempre dalla rete, il gruppo internazionale di hacker Anonymus annuncia di avere attaccato oggi il sito della presidenza del governo turco per protestare contro la violenta repressione delle manifestazioni degli ultimi giorni:”Da giorni guardiamo con orrore come i nostri fratelli e le nostre sorelle di Turchia che protestano pacificamente contro un governo tiranno vengono brutalizzati, picchiati, rincorsi dai mezzi della polizia, colpiti con lacrimogeni e cannoni ad acqua" spiegano i pirati informatici, secondo i quali Erdogan, premier turco, avrebbe instaurato "una dittatura come in Cina e in Iran". Da segnalare che Twitter è una piattaforma basata su GNU/Linux, come Google e Facebook, che fa parte della infrastruttura comunicativa Internet e delle culture differenziate che ne sono gli “utenti” (ma utenti del tipo particolare di free-users), che l'aspetto qualitativo di novità di queste culture, che si intrecciano e che parzialmente si unificano tra loro, si associa ad una diffusione quantitativa come riportato nella nota; ad esempio nella rivolta in Turchia ci sono stati in un sol giorno 2 milioni di tweets. Inoltre Twitter come social network si basa su tool di sviluppo software come Atlassian SDK o “Confluence” con questa filosofia di prodotto: “Content Creation, Collaboration & Knowledge Sharing for Teams. Confluence connects teams with the content, knowledge, and co-workers they need to get work done, faster. Crowd-source meeting notes, share files, define product requirements, and make decisions – all in one place.” (Atlassian, 2013). Questa cultura cooperativa o “collaborativa”, prima ancora di entrare in conflitto con culture istituzionali precedenti di tipo “coercitivo” si autorappresenta come “modernità”, rigettando nel caso turco la chiusura governativa filo-islamica come “passato”. Come nel caso della primavera araba del 2011 si incrociano in Turchia questa cultura della modernità come condivisione di saperi, informazione, comunicazione e conoscenze (à la (Paccagnella 2010)), con pre-esistenti reti culturali quali marxismo, femminismo, ecologismo, difesa dei diritti, che pur separate tra loro sono tutte in contrasto a vario titolo con la soffocante tutela filoislamica governativa adottata di recente. Tutte di derivazione “occidentale” o addirittura “anglosassone” come femminismo, ecologismo, difesa dei diritti umani e delle minoranze. Da sottolineare come la protesta in Turchia sia stata originata dal minacciato abbattimento di alberi del parco di Istanbul, contro la distruzione del Gezi Park a Taksim, anche se la protesta contro il governo di Erdogan cova da anni in nome della tradizione “laica” della Turchia rifondata in versione europeista (e in modo autoritario) da Kemal Ataturk, padre della patria, proprio per difendere la sovranità della Turchia dall'Occidente; come precedentemente avevano fatto la rivoluzione Meij in Giappone, lo sviluppo della Russia di Pietro il Grande, e recentemente ma in modo eclatante la svolta cinese di Deng Tsiao Ping in Cina. Tutte svolte che confermano la vitalità dei singoli stati nazione che si aggiornano sul versante tecnoscientifico per reggere e contrastare l'egemonia dell'occidente sulle varie reti IEMP. Ora l'occidente esporta anche i suoi prodotti culturali più o meno stagionati in termini generici di diritti democratici, di rispetto delle minoranze, parità di genere, libertà sessuale e di fede, rispetto profondo per l'ambiente naturale. Temi già emersi nei vari paesi coinvolti nella Primavera Araba. Quindi Twitter grazie alla sua disponibilità “free”, alla sua filosofia, alla sua cultura di prodotto di comunicazione aperta e collettiva, e diciamo pure al suo “marketing”, qualifica Internet su cui si presenta come una “applicazione” connessa ad altre applicazioni, in primis Facebook. Il collegamento tra strutture economiche come Facebook, Google, Twitter, o la stessa Linux Foundation, con il loro substrato culturale e funzionale, avviene a livello software, cioè viene mediato dalle scelte di apertura o di chiusura sugli standard comuni (de facto) o “beni comuni” immateriali, che in molti casi sono piattaforme software come GNU/Linux, Java, LAMP, Android, strettamente interconnessi tra loro.
Internet come infrastruttura IEMP
I beni materiali non vanno separati dai beni immateriali. Gli ultimi sono "iscritti" nei primi e viceversa. C'è un'indiscutibile continuità storica tra un'ascia di pietra dello Homo Erectus di 1.7 milioni di anni fa e un computer. Ma vi sono anche proprietà emergenti che si possono considerare discontinuità irreversibili in questo processo di generale continuità. I complessi processi di interazione di gruppo che trasmettono le conoscenze necessarie alla “fabbricazione” della cultura materiale, le asce di pietra, i canestri, il computer, sono certamente, in quanto comunicazione à la Bateson, "un processo di costruzione collettiva e condivisa del significato, processo dotato di livelli diversi di formalizzazione, consapevolezza e intenzionalità." (Paccagnella, 2010:172). Sono quindi un processo "anche" di costruzione di cultura immateriale. I processi "immateriali" sono basati sul simbolico e quindi sul linguaggio, testuale, sonoro, visuale, informatico. Per fare un esempio di SOS prendiamo Linux, il kernel di un sistema operativo Unix. La principale motivazione che ha spinto Linus Torvalds a costruire Linux è stata un'importante "proprietà emergente" del processore Intel i386 (Paccagnella, 2010:73), la possibilità di gestire contemporaneamente più processi reali sotto un unico cappello virtuale. Il kernel Linux è nato per lo i386 (alcuni sostenevano che questo fosse un suo limite), anche perchè la funzione primaria di un kernel è quella di gestire il processore. Ora nessuno vorrà mettere in discussione che il processore sia un bene "materiale", nonostante tutta la conoscenza, la comunicazione, e l'informazione che ha richiesto per essere costruito. Si tratta di una protesi "materiale" come un'ascia di pietra. Mentre il linguaggio di programmazione che ha costruito il kernel che utilizza lo i386, il linguaggio C, si può considerare una protesi "immateriale", un vero e proprio linguaggio di comunicazione tra l'uomo e la macchina. In sintesi il processo è circolare: la cultura come protesi immateriale costruisce protesi materiali (i386) e queste a loro volte servono come "elementi di un contesto materiale (i386) e immateriale (linguaggio C)" per la costruzione di protesi immateriali (Linux) che permettono di usare la protesi materiale di partenza. Paccagnella propone una sociologia della conoscenza di seconda generazione che miri allo studio dei processi macro e microsociologici di <<fabbricazione>> della conoscenza come bene comune a sè. Per poi introdurre questa conoscenza come “bene comune” all'interno del “complesso rapporto che lega tra loro i concetti di informazione, comunicazione e conoscenza.” (Paccagnella, 2010:179). Questo però significa mantenere un quadro analitico di processi separati nella costruzione del bene comune vero e proprio; informazione, comunicazione, conoscenza si legano inestricabilmente ad “attanti” materiali che li “contengono” in architetture a loro volta “complesse”. Ad esempio: il computer usato con wikipedia (bene comune = hardware + software) e “collegato” materialmente ad Internet (bene comune = hardware + software; rete delle reti) permette ad uno studente italiano delle scuole medie di studiare la teoria della evoluzione di Darwin e le recenti scoperte sulla sofisticata cultura tecnologica delle asce di pietra dello Homo Erectus. Come narrava una storiella del “folk” della IBM, notoriamente hardware oriented, se hai un bellissimo sistema operativo che ti permette di viaggiare nella Galassia, vivere costruzioni oniriche su richiesta e mille altre cose, devi solo stare attento a che qualcuno non ti stacchi la spina del computer dalla presa della corrente. “The pursuit of almost all our motivational drives, our needs and goals, involves human beings in external relations with nature and other human beings. Human goals require both intervention in nature – a material life in the widest sense – and social cooperation. It is difficult to imagine any of our pursuits or satisfactions occurring without these. Thus, the characteristics of nature and the characteristics of social relations become relevant to, and may indeed structure, motivations. They have emergent properties of their own.” (Mann, 1986:5). Nell'interazione con la natura attraverso le nostre relazioni sociali produciamo cultura materiale e cultura simbolica, che possiamo distinguere a livello analitico ma che ritroviamo unite nel mondo della vita quotidiana. Internet è una di queste costruzioni e il suo uso generalizzato, qualitativo e quantitativo, la rende uno dei fondamentali “organizational means” o infrastrutture su cui viaggiano, in modo non esclusivo ma significativo, i social power networks della cultura, della economia, della politica, del militare. Riprendendo una citazione precedente, “I operate at a more concrete, sociospatial and organizational level of analysis. The central problems concern organization, control, logistics, communication – the capacity to organize and control people, materials, and territories, and the development of this capacity throughout history.” (Mann, 1986:2), possiamo perfezionare l'aspetto “communication” nel senso indicato da (Paccagnella, 2010:179). Precedenti esempi sono “literacy, coinage, paved roads”. Abbiamo visto come all'interno di Internet il ruolo del SOS sia divenuto in breve tempo centrale sia come bene immateriale (software) che si lega ai beni materiali (hardware) sia come cultura collaborativa, intesa come “morale immanente” e come “ritualismo/estetica”, nei suoi aspetti estensivo, diffusivo, collettivo (Mann, 1986:6-10).
SOS – Linux
La storia
Qui si parla di Linux distinto dal software GNU. Linux è il nucleo del sistema operativo GNU/Linux che è composto dal software che controlla memoria, processore, unità esterne, mettendole a disposizione dei vari software applicativi, come il browser web, l'editor di testi, i giochi, il fotoritocco, i lettori di video o di musica etc. Senza il nucleo, relativamente piccolo, tutto il resto del sistema operativo composto da servizi, compilatori, interfacce di comando, etc, sviluppati con la sigla GNU, non funziona, è inutile. Altro particolare importante: il nucleo sviluppato dal gruppo GNU di R.Stallman, HURD, non funzionava e non funziona tuttora. Per spiegare l'approccio di Linus Torvalds a questo grande progetto della costruzione di Linux ecco il suo dialogo con Tanenbaum, professore di informatica di sistemi operativi alla università di Helsinki. Dice Tanenbaum: "Penso che coordinare 1000 prime donne che vivono sparse per tutto il mondo sarà facile come mettere insieme dei gatti ringhiosi...Se Linus Tornvald vuole mantenere il controllo della versione ufficiale mentre un gruppo di gente furiosamente impaziente di fare qualcosa vuole andarsene in una direzione differente, nasce un grande problema...() Chiunque dica che puoi avere una moltitudine di persone ampiamente disperse sul pianeta che lavorino duramente su un parte complicata di software e che si possa in questa situazione evitare la totale anarchia, non ha mai gestito un progetto software." (vedi §7.3). Linus Torvalds risponde: "Premesso che nessuno dispone della verità assoluta, questa è la mia opinione sul discorso di mantenere il controllo, in due (tre?) parole: non lo voglio (I won't).". Si scontravano due mentalità. Quella del modello cattedrale e quella del modello bazaar descritto da ESR. La differenza sostanziale tra i due è che mentre Tanembaum rifiuta in toto il modello bazaar e il suo "spontaneismo", Torvalds invece costruisce il suo modello sopra quello della Cattedrale, inglobandolo. Come? Torvalds usa il processore Intel, ottimo, altamente perfezionato, sofisticato, efficiente prodotto del modello Cattedrale, nato per Microsoft Windows. "Emblematica è in questo senso l'origine di Linux [Torvalds e Diamond 2001]: Torvalds comincia a sviluppare il suo sistema operativo perchè i sistemi Unix esistenti nel 1991 non sfruttavano appieno le caratteristiche del suo nuovo processore i386 a 32 bit." (Paccagnella, 2010:73). Giustamente va ricordato a proposito di HURD: "Molti dimenticano che uno degli esempi ricorrenti di sviluppo "a cattedrale" citati da Raymond è il software Emacs, prodotto di punta della Free Software Foundation, fondata e diretta da Richard Stallman, programmatore e "direttore" del progetto Emacs. Analogamente, tra le ragioni che hanno comportato il fallimento di Hurd (il kernel che, nell'ambito del progetto GNU, avrebbe dovuto assumere il ruolo che fu poi di Linux), si segnala il modello di gestione e sviluppo eccessivamente centralizzato, dominato dalla figura carismatica di Stallman. In questo caso quindi, se Linux rappresenta il bazaar, Gnu/Hurd (e non solo Microsoft Windows) rappresenta la cattedrale." (Paccagnella, 2010:71 Nota 7). Vedremo da un'altra prospettiva, quella sociologica del leader carismatico, la "coopetition" culturale dei due modelli della "cattedrale" e del "bazaar" (in § 5.1, Quattro Leader).
Linux come "convenzione"
La tabella che segue è tratta da (Costa et al, 2004:15 Tabella 1.1):
"Una convenzione è un accordo implicito su alcune regole di pensiero o di azione che costituiscono un riferimento per il comportamento degli individui entro un gruppo ben specifico. Se questo gruppo è un'organizzazione d'impresa basata sul contratto di lavoro, la convenzione risolve il problema dell'incertezza sul comportamento lavorativo dei membri." (Costa et al, 2004:14). La definizione assomiglia a quella di agire sociale di M.Weber (Bagnasco et al, 2007:81), con una differenza significativa, da cogliersi nella precisazione "...entro un gruppo specifico". Potrebbe sembrare una tautologia: gli individui si comportano in un certo modo entro un gruppo che ne favorisce tale comportamento. In realtà gli individui si scelgono il gruppo, come nei clan, nei collettivi, nelle comunità virtuali. "Le convenzioni si formano spontaneamente, ed è difficile trovare un loro momento fondante. La convenzione permette di evitare l'incertezza sui comportamenti dei partner dell'interazione e ha come effetto un allineamento delle azioni, poiché definisce ciò che è apprezzato o censurato dal gruppo.". "Al concetto di convenzione possono essere ricondotte altre strutture di coordinamento su base sociale, come il clan o le diverse forme di collettivo [Ouchi 1979; Butler 1982] o le comunità virtuali [Micelli 2000] che non hanno una base contrattuale né gerarchica, bensì sociale.". "...la teoria delle convenzioni può convivere con altri approcci, valorizzarli, completarli." (Costa et al, 2004:15). La tabella che elenca i tre tipi di "Strutture di governo delle relazioni" (Costa et al, 2004:15 Tabella 1.1) denota le significative differenze tra le convenzioni, la gerarchia delle imprese tradizionali (capitalistiche), gli scambi di mercato. Da questo punto di vista, la convenzione può essere considerata un processo cognitivo collettivo, la definizione di un common knowledge." (Costa et al, 2004:16). Segue "Caso Linux Senza mercato né gerarchia: come nasce una convenzione" (Costa et al, 2004:16). Linux è anche una CoP, Comunità di Pratica (vedi §7.3.6), le cui caratteristiche si sovrappongono a quelle di "convenzione". Sulle comunità virtuali vedi (Costa et al, 2004:266 Box 7.6) e (Benkler, 2007:451-483). Loyalty, Exit e Voice sono le famose categorie di sociologia economica di A.O. Hirschman. L'analisi delle strutture di governo delle transazioni si possono assimilare alla sociologia delle organizzazioni.
Linux come bene comune
Attualmente Linux, sotto la supervisione di Linus Torvalds, viene sviluppato e mantenuto dalla Linux Foundation, "a nonprofit consortium dedicated to fostering the growth of Linux and collaborative software development", i cui "board members" sono rappresentanti di JBoss (USA), Qualcomm Innovation Center (USA), Novell (USA), Oracle (USA), Fujitsu (Giappone), Hewlett-Packard (USA), Credit Suisse First Boston (CSFB) (Svizzera), Intel (USA), IBM (USA), Hitachi (Giappone), Electronics and Telecommunications Research Institute (ETRI) (Korea del Sud), Splashtop (USA), Samsung Electronics (Corea del Sud), Nippon Electronic Corporation (NEC) (Giappone); da (Linux, 2012). L'interesse di grandi corporations come IBM in Linux e nel free software è presto spiegato (Benkler, 2007:58 Figura 2.1). Nella configurazione geopolitica dei power networks è evidente la predominanza USA in Linux Foundation, con il seguito della elettronica privata e statale giapponese e sudcoreana a conferma della suddivisione geopolitica vista in precedenza in §3.5.2. L'aumento dell'utilizzo di Linux come sistema operativo (rispetto a Windows di Microsoft) è evidenziato in (Linux, 2013). Il successo di Linux evidenzia le sua diffusione in settori emergenti come quello degli smartphone (prodotti tra gli altri da Samsung Electronics, presente nel board di Linux Foundation, cui è dedicato §3.5.3), collegato al sistema operativo Android (vedi §3.5 su Google) che ha un kernel basato su una versione modificato di Linux. In questo settore ci sono al momento 850.000 Android/Linux contro 30.000 Windows Phones (Microsoft). Nel settore dei supercomputer 9 di essi su 10 sono Linux. Nel settore dei server web mantiene la sua fortissima predominanza. Sui desktop, tradizionale punto di forza di Windows, ha iniziato una penetrazione con Ubuntu, basato sulla distribuzione Debian. Soprattutto nei piani di investimento a lungo termine di 5 anni lo 80% delle scelte è Linux contro il 20% di scelte Windows. Google, Twitter, Facebook, Amazon sono basati su Linux. Il video (3 minuti) che illustra come Linux è costruito enfatizza il suo carattere di "sviluppo collaborativo" (il maggiore nella storia dell'informatica) e la sua natura "community driven": "How Linux is Built: This short video takes you inside the process by which the largest collaborative development project in the history of computing is organized. Based on the annual report <<Who Writes Linux>>, this is a powerful and inspiring story of how Linux has become a community-driven phenomenon". Il risultato di questa struttura è: "Linux rate of development is simply unmatched". Questo caratteristico indice di sviluppo (rate of development), basato sulla qualità e quantità di implementazioni è la dimostrazione più significativa della fitness organizzativa, culturale, tecnologica, economica in senso lato, di Linux. Invece di misurare, generalmente con quotazioni di borsa, la fitness di un produttore di beni o servizi, qui si misura il valore di un bene o servizio gratuito e aperto. A differenza di Facebook (vedi § 3.4.2.) Linux è rimasto no profit, al servizio di utenti profit e no profit. Nella Cina Popolare Red Flag Linux, nato nel 1999, quando è stato creato dall'istituto del Software dell'Accademia Cinese delle scienze con gli aiuti economici del governo cinese, aveva nel 2006 oltre l'80% del mercato dei desktop Linux cinesi e estendeva il supporto linguistico, oltre alle consuete lingue orientali, anche alle principali lingue occidentali; nel settembre dello stesso anno Dell e HP, le prime due aziende per vendita di computer nel mondo, hanno annunciato la vendita di computer con Red Flag Linux preinstallato. Inoltre il sistema operativo del CERN è CERN Linux, utilizzato per l'elaborazione dei dati ricavati dagli esperimenti. Ma il risultato forse più spettacolare è la "bontà" di Linux in ambienti diversi come i supercomputer, gli smartphone, i server web, il cloud computing. Questa operazione non è riuscita a Windows, fortemente minoritario nei server e negli smartphone. La ricerca di base o applicata ha forti problemi di contenimento dei costi per cui si rivolge al software libero e open source, sia per usarlo gratuitamente sia per modificarlo secondo le proprie esigenze scientifiche, come il CERN, o politiche come l'Accademia Cinese delle scienze. Per questo Linux Foundation afferma "Unlike other operating systems like Windows Linux is built collaboratively across companies, geographies, and markets". Questa pratica cooperativa che unisce modelli aziendali, geografie economiche e mercati diversi, favorisce lo sviluppo contemporaneo di culture ed economie differenziate.
La Cattedrale e il Bazaar
E' il racconto riflessivo di ESR della sua esperienza del modello Linux (il Bazaar), realizzata nel progetto fetchmail (un software di servizio per la posta elettronica), dopo la sua esperienza in GNU (la Cattedrale). Da enfatizzare, in questa narrazione antropologica, la valenza di "ingegneria sociale" riflessiva. O meglio il tentativo intenzionale di ESR di unire e fondere l'aspetto tecnologico di ingegneria del Software con l'aspetto antropologico, sociologico, psicologico, di "costruzione sociale", per quanto abbozzata e DIY. Si può accostare ESR alla figura dello "engineer" tecnocratico del T.Veblen di "The Theory of the Business Enterprise". Veblen generalizza il conflitto tra gli uomini d'affari e gli ingegneri, dicendo che la società umana comporta sempre dei conflitti tra le norme esistenti basate sugli interessi costituiti e le nuove norme, sviluppate da una tendenza innata nell'uomo di manipolare e conoscere il mondo fisico in cui esistiamo. Inoltre ha generalizzato il suo modello includendovi la sua teoria degli istinti e dei processi di evoluzione, assorbite da Sumner, dalla sua stessa lettura della scienza evolutiva, e dalla filosofia pragmatica imparata da Peirce. L'istinto di curiosità oziosa ha portato gli esseri umani a manipolare la natura in modo nuovo, e questo ha portato a cambiamenti in quelli che T.Veblen ha definito i mezzi materiali della vita. Perché, come per i Pragmatisti americani, le nostre idee sul mondo sono una costruzione umana piuttosto che specchi della realtà, cambiare i modi di manipolare la natura conduce al cambiamento dei costrutti culturali e delle nozioni di verità e di autorità, così come dei modelli di comportamento (istituzioni). Le società e le economie si evolvono di conseguenza, ma lo fanno attraverso un processo di conflitto tra interessi di parte e le forme vecchie e le nuove. Questa è la visione di T.Veblen, di cui forse ESR è ignaro. La novità di "La Cattedrale e il Bazaar" rispetto alla analisi di Veblen nei primi del 900, è consistente: ESR oltre ad essere un "engineer" si considera un "anthropologist" (come T.Veblen stesso in fondo). Quindi unisce in modo seminale l'aspetto di "management" (o di "cultura superiore" à la T.Veblen) alla "cultura tecnica" (sempre à la T.Veblen). ESR è molto amico di RMS, pur se su posizioni politiche contrapposte. Entrambi sono di Boston, entrambi hanno lavorato nel progetto GNU. Ma ESR si accosta all'esperienza Linux di Linus Torvalds e fonda con lui l’Open Source Initiative, più aperta sul piano delle licenze e degli scambi con le grandi corporations (ad es. IBM). Il rapporto tra RMS e Linus Torvald è invece più difficile. Durante una polemica sulla nuova versione di licenza della GNU, GPL 2, RMS definisce Linus Torvalds: "an engineer". E' come se la cultura restrittiva della difesa dei diritti (la libertà negativa della GPL 2) si scontrasse con la libertà positiva dell'espansione della innovazione, resa possibile dalla diffusione del software libero "comunque", magari finanziato dalle "major". In questo triangolo ESR rappresenta forse un punto di mediazione nella cruciale vicenda storica del SOS che trova un momento di sintesi monolitica "concreta" e "non-umana" nel sistema operativo puntigliosamente ridefinito "GNU-Linux". Sul tema di una "ingegneria sociale gradualistica" proposta da K.Popper, la gerarchia dei bisogni, la "concorrenza posizionale", l'adeguamento dello sviluppo tecnologico ed economico ai "valori dello sviluppo umano", vedi "La patologia dei bisogni" (Rao, 2011:cap.XIII). Sul tema della "libertà negativa" e della possibilità di una "libertà positiva" (quest'ultima nonostante tutte le sue terribili casistiche storiche) vedi (Rao, 2011:147-149) e soprattutto (Bobbio, 2009:662, indice analitico, Libertà). ESR verrà analizzato come figura emblematica assieme a RMS e Torvalds nel paragrafo sulla cultura hacker. Il rapporto riflessivo tra aspetto tecnologico, quello delle interazioni sociali e quello dei rapporti uomo-ambiente, diventa esplicito e maturo con Marcin Jakubowski fondatore di Open Source Ecology (vedi cap-5).
Il Bazaar Linux
"La cattedrale e il bazaar. Linux è sovversivo. Chi avrebbe potuto pensare appena cinque anni fa che un sistema operativo di livello mondiale sarebbe emerso come per magia dal lavoro part-time [NdR:l'nfasi è mia] di diverse migliaia di hacker e sviluppatori sparsi sull'intero pianeta, collegati tra loro solo grazie ai tenui cavi di Internet? Certamente non il sottoscritto. Quando Linux fece la sua comparsa nel mio raggio d'azione all'inizio del 1993, mi ero occupato dello sviluppo di Unix e di software open source per dieci anni [NdR: da notare lo stretto legame tra Unix e SOS, nonchè l'avvio del lavoro SOS di ESR nel 1983 poco dopo la stagflation del 1975 e la crisi del fordismo-keynesismo]. Ero stato uno dei primi collaboratori al progetto GNU a metà anni '80. Avevo distribuito su Internet un buon numero di software open source, realizzando da solo o in collaborazione con altri parecchi programmi (nethack, Emacs VC e GUD, xlife, etc.) ancor'oggi ampiamente utilizzati. Pensavo di sapere come bisognasse fare. Linux stravolse gran parte di quel che credevo di sapere. Per anni avevo predicato il vangelo Unix degli strumenti agili, dei prototipi immediati e della programmazione evolutiva. Ma ero anche convinto che esistesse un punto critico di complessità al di sopra del quale si rendesse necessario un approccio centralizzato e a priori [NdR: l'enfasi è mia]. Credevo che il software più importante (sistemi operativi e strumenti davvero ingombranti come Emacs) andasse realizzato come le cattedrali, attentamente lavorato a mano da singoli geni o piccole bande di maghi che lavoravano in splendido isolamento, senza che alcuna versione beta vedesse la luce prima del momento giusto [NdR: l'enfasi è mia]. Rimasi non poco sorpreso dallo stile di sviluppo proprio di Linus Torvalds - diffondere le release presto e spesso, delegare ad altri tutto il possibile, essere aperti fino alla promiscuità. Nessuna cattedrale da costruire in silenzio e reverenza. Piuttosto, la comunità Linux assomigliava a un grande e confusionario bazaar, pullulante di progetti e approcci tra loro diversi (efficacemente simbolizzati dai siti contenenti l'archivio di Linux dove apparivano materiali prodotti da chiunque). Un bazaar dal quale soltanto una serie di miracoli avrebbe potuto far emergere un sistema stabile e coerente. Il fatto che questo stile bazaar sembrasse funzionare, e anche piuttosto bene, mi colpì come uno shock." (LCEIB).
Il progetto fetchmail
La scelta di ESR è stata quella di sperimentare in un progetto SOS reale, l'implementazione di "fetchmail", il metodo "bazaar" seguito da Linus Torvalds per Linux. Va enfatizzata la rilevanza sociologica di un esperimento consapevolmente riflessivo di un modello organizzativo che coinvolgeva relazioni di lavoro progettuale per la produzione di un software necessario e concretamente funzionante. Chi altri fa o può fare "sperimentazione sociale"? In quali altri ambiti? L'obiettivo di ESR era quello di essere più produttivo, non solo più buono o più bello o più etico. La premessa necessaria per capire quanto è avvenuto è questa: uno dei problemi principali del software sono i bug, i bachi, gli errori di programmazione, scrittura, design. Correggerli dopo averli scovati è la via ad un software funzionante, pulito, efficace, robusto, ecologico (efficiente). Alla fine, questo del debugging parallelo di Linux è simile al test ambientale della selezione naturale dell'evoluzione darwinianamente intesa. Il metodo seguito in Linux consisteva nel rendere subito disponibili a tutti le versioni nuove da sottoporre a prova. Anche agli utenti finali potevano disporre di questi release (in molti casi giornalieri o "nightly built"). Gli utenti diventavano co-sviluppatori segnalando e molte volte correggendo i bachi. "Coltivati in maniera appropriata, gli utenti possono trasformarsi in co-sviluppatori. Altro punto di forza della tradizione Unix, portato felicemente agli estremi da Linux, è che molti utenti sono essi stessi degli hacker. Ed essendo i sorgenti disponibili a tutti, possono diventare degli hacker molto efficaci. Qualcosa di tremendamente utile per ridurre il tempo necessario al debugging. Con un po' d'incoraggiamento, ogni utente è in grado di diagnosticare problemi, suggerire soluzioni, aiutare a migliorare il codice in maniera impensabile per una persona sola... Trattare gli utenti come co-sviluppatori" (LCEIB). Quando il sw era abbastanza maturo venivano fatti dei test generali per scovare gli ultimi bachi prima di un rilascio "ufficiale" alla comunità. Il Rilascio della versione 2 di Linux ha dovuto attendere eccezionalmente un anno di test, a causa del timore manifestato da molti co-sviluppatori della persistenza di bachi non scoperti. "Sono in debito con Jeff Dutky (dukty@wam.umd.edu) per aver sottolineato come la Legge di Linus possa essere definita anche: “Il debugging è parallelizzabile”. Jeff fa notare come nel corso dell'intero processo, pur richiedendo il coordinamento di uno sviluppatore che curi le comunicazioni tra quanti si occupano del debugging, questi ultimi invece non richiedono particolare coordinamento. In tal modo non si cade preda della notevole complessità e dei costi gestionali imposti dal coinvolgimento di nuovi sviluppatori." (LCEIB). Questo viola gli assunti alla base del modello matematico della legge della gerarchia di H.Simon, che calcola il numero di combinazioni di n persone prese a due a due, cioè n(n-1)/2, come possibili canali di comunicazione (Rao, 2011:100); è lo stesso ragionamento di K.Marx in §7.3.3. Ma questo successo non è dovuto a un miracolo. Implica semplicemente la capacità dei co-sviluppatori di leggere attraverso il codice sorgente (in linguaggio C) le "intenzioni" dell'autore del codice o il suo senso intenzionato à la Weber. E quindi correggere i bachi rispettando le intenzioni dell'autore. In casi eccezionali Linus Torvalds sostituiva un pezzo intero di codice riscrivendolo, ma erano casi eccezionali e motivati. Anche nel caso "fetchmail", "Questi semplici accorgimenti produssero una ricompensa immediata. Fin dall'inizio del progetto, mi arrivavano report sui bug presenti di una qualità che qualunque sviluppatore avrebbe invidiato, spesso con buone soluzioni in attach. Ho ricevuto mail piene di critiche costruttive, lodi sperticate, suggerimenti intelligenti. Il che ci porta a: Se tratti i beta tester come se fossero la risorsa più preziosa, replicheranno trasformandosi davvero nella risorsa più preziosa a disposizione." (LCEIB). Si applica qui il Teorema di Thomas come esempio virtuoso della self-fulfilling prophecy. "The selfish view ot the self is not only unflattering, it is also a self-fulfilling prophecy" (Benkler, 2011:28). Così pure, ma in senso altruistico-cooperativo, la credenza e la pratica altruistiche si "inverano" e realizzano il loro obiettivo come nel caso di "fetchmail" e di Linux realizzando un circolo virtuoso della self-fulfilling prophecy come "cooperazione". Gli stadi di costruzione di questo processo altruistico-cooperativo coincidono con la costruzione "sociale" della "fiducia" (trust), vedi §7.3.6, &7.6, &7.7. Il teorema di Thomas potrebbe trovare una spiegazione razionale nella interazione tra cultura (nurture) e geni (Benkler, 2011:cap.2). Una cultura altruistica attiverebbe la predisposizione genetica altruistica costruendo fiducia e cooperazione. Al contrario una cultura "egoista" attiverebbe il "gene egoista" costruendo sfiducia e controllo. Come nel caso del kernel monolitico Linux, si crea tra gli sviluppatori una solidarietà “meccanica” che elimina lo spreco di energia della gestione dei processi di informazione, comunicazione, conoscenza, controllo e sincronizzazione, paralleli e concomitanti. Come nel caso economico della gestione delle transazioni di Williamson questo “overhead” di coordinamento cresce esponenzialmente quando la mente umana non è ancora capace di gestire intuitivamente processi di crescita esponenziale (Donella e Dennis Meadows et al, 2006:47). E' possibile che anche l'Iliade e l'Odissea siano state scritte in questa maniera? I partecipanti allo sviluppo di fetchmail, oltre allo stesso ESR, naturalmente, lavoravano volontariamente al progetto, mantenendosi con altri lavori normali e noiosi, a cui erano poco interessati. Detto questo, una "Importante caratteristica di costoro è una sorta di ozio costruttivo." (LCEIB), che secondo ESR garantisce la qualità del loro contributo. Vedi la distinzione tra, e la auspicata ricomposizione di, Labor e Poiesis (Signorelli, 2007:196).
Il punto di svolta
"Il vero punto di svolta del progetto ebbe luogo quando Harry Hochheiser mi spedì il codice iniziale per fare il forward alla porta SMTP della macchina client. Mi sono reso immediatamente conto che l'implementazione affidabile di tale funzione avrebbe reso pressoché obsoleta ogni altra modalità di consegna della posta. Per molte settimane mi ero messo a giocare con l'interfaccia di fetchmail, passabile ma disordinata - poco elegante e con troppe opzioni sparse tutt'intorno. Tra queste mi davano particolarmente fastidio, anche senza capire perché, quelle utilizzate per trasferire la posta prelevata in una certa mailbox o altrove. Quel che mi veniva in mente pensando alla funzione del “SMTP forwarding” era che popclient voleva cercare di far troppe cose. Era stato ideato per essere sia un “mail transport agent” (MTA) sia un “mail delivery agent” (MDA) a livello locale. Con il forward SMTP avrebbe potuto smettere di essere un MDA per divenire un puro MTA, trasferendo ad altri programmi la posta per la consegna locale, proprio come fa sendmail. Perché darsi da fare a sistemare le complesse configurazioni per un MDA o le impostazioni per le mailbox, quando innanzitutto è quasi sempre garantito che la porta 25 rimane disponibile per questo su ogni piattaforma con supporto TCP/IP? Soprattutto quando ciò significa che i messaggi prelevati appariranno come posta SMTP normalmente inviata dal mittente, che è poi quel che stiamo cercando di ottenere. Ci sono diverse lezioni da trarre a questo punto. Primo, l'idea del “SMTP forwarding” era la prima grossa ricompensa per aver tentato coscientemente di emulare i metodi di Linus. Era stato un utente a suggerirmi questa fantastica idea - non mi restava che comprenderne le implicazioni. ... La cosa migliore, dopo l'avere buone idee, è riconoscere quelle che arrivano dagli utenti. Qualche volta sono le migliori [NdR: l'enfasi è mia]. Fatto interessante, è facile scoprire che se sei completamente onesto e autocritico su quanto è dovuto agli altri, il mondo intero ti tratterà come se ogni bit di quell'invenzione fosse opera tua, mentre impari a considerare con sempre maggior modestia il tuo genio innato. Abbiamo visto come tutto ciò abbia funzionato a meraviglia con Linus! " (LCEIB). Un po' di psicologia e di analisi della interazione sociale. Come abbiamo visto Eric S.Raymond imposta in modo altamente collaborativo e motivante il suo rapporto con gli utenti-cosviluppatori. La platea a là Goffman a cui ESR parla sono gli utenti-cosviluppatori e la comunità di hacker, tra cui il mitico Larry Wall, autore del linguaggio Perl, che Eric cita esplicitamente. Eric prende subito in considerazione la soluzione proposta da Harry Hochheiser anche se questo comporta da subito un cambio di paradigma nel design del programma. Si intrecciano questi elementi secondo vari piani di corrispondenza: la soddisfazione di veder trasformato il software in qualcosa di paragonabile in piccolo a Linux, essere utile alla comunità di hacker cui lui stesso appartiene. L'utilità apportata alla comunità viene espressa in termini di competizione aggressiva (applicazione killer), di ecologia (conquista di una nicchia), di necessità funzionalista (nella gestione delle email) la consapevolezza autoriflessiva di essere un ottimo coordinatore di progetto open source la consapevolezza di aver saputo accettare una idea da un altro trasformandola in un coraggioso cambio di paradigma. L'idea di Harry Hochheiser lo ha obbligato a questa trasformazione ma Eric ha dovuto ri-disegnare Fetchmail (ma il disegno software è la sua specifica abilità) l'aver portato a termine con successo un test e una contemporanea teorizzazione del paradigma Linux-Bazaar. L'equilibrio notevole tra la prassi (disegno e sviluppo dl software) e la teoria (modello di coordinamento del progetto) è dimostrato anche dalla bibliografia presente in LCEIB. Per concludere " Credo che simili risultati siano impossibili da perseguire o da pianificare. Devi esser trascinato dentro la storia da idee così potenti che, col senno di poi, quei risultati appaiono del tutto inevitabili, naturali, perfino prestabiliti. L'unico modo per provarci è farsi venire un sacco di idee, oppure avere la capacità di portare le idee degli altri al di là del punto in cui essi stessi credevano potessero arrivare." (LCEIB). Attraverso questi processi di interazione sociale maturano quelle conoscenze che corrispondono al “cotto” di (Paccagnella, 2010).
SOS e HOS - La Cultura hacker
“Questa tensione sociale e politica, legata in modo indissolubile alla cultura hacker anche quando non è espressa esplicitamente, ha trovato una delle sue forme più pervasive in un prodotto che si presenta solo apparentemente come qualcosa che riguarda i tecnici o gli informatici, ma che al contrario si sta dimostrando il cavallo di Troia capace di portare l'atteggiamento e l'etica hacker nel cuore della società civile: il software libero.” (Paccagnella, 2010:49). In (Paccagnella, 2010) si fa una completa trattazione generale dell'Open Source come “Accesso Aperto”, cioè come sviluppo di una “conoscenza aperta” all'interno di una “società dell'informazione”. Io vorrei enfatizzare all'interno di questa impostazione la proprietà più singolare del fenomeno SOS, cioè la partecipazione di massa, concorrente, alla progettazione del bene comune "conoscenza", immateriale, ed ai relativi processi decisionali. Alcuni nella rivista Wired lo chiamano “lo spirito collaborativo di Internet”. Questa proprietà va oltre anche la “peer production” di (Benkler, 2007), citata a più riprese da Paccagnella. La produzione di SOS è fatta di processi reali con qualità che si possono definire in positivo e che sono diverse dalle definizioni in negativo della “peer production” di (Benkler, 2007), secondo il quale la peer production (giustamente) “non” è gerarchica “né” autoritaria. Paccagnella illustra i processi di “apertura della conoscenza”, intendendo la conoscenza come disvelamento della verità (Paccagnella, 2010:113). Nel “disvelamento” della conoscenza si ha un “iniziato” che “dona” agli altri i suoi “saperi” (accademia platonica) o che li nasconde (monastero); nella “commons based peer production” invece si hanno gruppi numerosi che cooperano direttamente in modo paritario alla costruzione di beni comuni. E' solo all'interno di questo processo di costruzione cooperativa che il codice Open Source diventa la “conoscenza” necessaria per manipolare, correggere, personalizzare il bene comune. Dall'altro lato la “co-produzione paritaria” è più propriamente una “co-progettazione”, con complessi e imprevedibili processi decisionali che riguardano la divisione del lavoro, l'organizzazione dei gruppi, le funzioni e il "flavour" dei leader. Questo perchè noi viviamo già in una “società dell'informazione” (Paccagnella, 2010:163), se per tale intendiamo una società i cui processi riflessivi di costruzione culturale e tecnoscientifica sono vieppiù importanti (vedi l'importante acquisizione di Nokia, società HW, da parte di Microsoft, società SW, al § 3.5.2.). Questa è una proprietà storica emergente che fa riconsiderare il potere Ideologico nel modello IEMP e il suo intrecciarsi con le altre forme di potere sociale: “Must science be considered a major ideology in modern civilization? Schroeder (2007, 2011) says not, but he argues that unlike all previous civilizations, a technology-driven rapid-discovery science now dominates all ideologies.” (Mann, 2011:89). Ciò è stato possibile grazie all'iniziativa di ARPA (evento determinante nella path-dependency storico-sociologica) e poi ad Internet come protesi materiale e immateriale, che ha permesso un’interazione massiva di persone cooperanti ad uno specifico progetto. Anche questa è assieme alla prima, e ad essa strettamente connessa, una grande proprietà storica emergente tale che “sarebbe forse il caso di abbozzare un'etnometodologia [NdR: l'enfasi è mia] dei nuovi media” (Paccagnella, 2010:122). Definito il SOS, non come astratta “conoscenza” ma come una protesi tecnologica di uso comune che porta al suo interno la conoscenza dei suoi meccanismi di funzionamento, si possono adottare i quattro imperativi istituzionali di R.K.Merton: universalismo, comunismo, disinteresse, scetticismo organizzato (Paccagnella, 2010:115). Con l'avvertenza di fonderli nell'unicum del “bazaar” del SOS. Avremo così la traduzione immediata dei quattro imperativi istituzionali: universalismo come “apertura ad ogni utente web”, comunismo come "logica commons based", disinteresse come "logica non di mercato" (ma nemmeno di esclusione del mercato), scetticismo organizzato come "debugging” basato sulla fiducia. Il debugging non è solo un momento passivo di scoperta dei bugs ma uno dei momenti centrali della peer production assieme alla progettazione. E' un momento attivo di valutazione del pacchetto software completo. E' un processo popperiano di falsificazione intenzionale, necessario per la complessità simbolica del software, che è non solo un testo scritto e controllato da un compilatore ma è invece un iper-testo con moltissimi collegamenti ad altre parti del testo che si attivano al momento della sua esecuzione "in macchina". Dove invece di errori logici, sintattici, semantici o grammaticali, abbiano disfunzioni gravi o leggere nel corso dell'esecuzione del programma. Quando la scrittura del codice non teneva conto di questa complessità portava a programmi software definiti spregiativamente: "spaghetti code". Questa importanza strategica del debugging alza il peso decisionale di chi vi collabora e direttamente o indirettamente partecipa alla progettazione. Queste qualità del bene-conoscenza prodotto sono state possibili proprio e solo perchè c'è stata cooperazione nella sua costruzione, quella "struttura di governo delle relazioni" (Costa et al, 2004:11), definita "le convenzioni". Un produttore di beni venduti al mercato cerca di nasconderne i difetti e se il consumatore li scopre restituisce il prodotto. E' la logica di “exit” dello scambio di mercato (Costa et al, 2004:299). Ma questo comportamento rinunciatario del consumatore medio è inevitabile perchè si trova a valle di una divisione sociale del lavoro già definita. La filosofia hacker invece, ma non solo degli hacker, è: io non sono in grado di usare bene un prodotto se non sono in grado di costruirlo o almeno di modificarlo, cioè di “conoscerlo” (Nelly Oudshoorn et al, 2003:44). Non solo, ma "In many companies in the information and communication technologies sector, for example, designers are allowed to test prototypes of new products only among people who work in the organization." (Nelly Oudshoorn et al, 2003:8). Lo hacker è uno strano personaggio che vuole “usare e conoscere” i beni di cui necessita, in una ricomposizione di cultura materiale e di cultura simbolica dal lato dell'utente/consumatore. Questo comporta come immediata conseguenza empirica che se un gruppo impegnato in un progetto SOS devia dalla logica “commons based”, o per qualsiasi motivo si estrania dalla comunità originaria, nasce spontaneamente una nuova comunità che riprende il progetto originario con un “forking” (Paccagnella, 2010:71). Questa facilità dei "forking" è un altro importantissimo indice o parametro di misurazione della fitness del modello SOS (e HOS). La crescita apparentemente disordinata ma "infestante" si può assimilare alla metafora del bazaar tenendo conto dei suoi limiti riduttivi. La ricchezza dei "forking" è evidente nella proliferazione dei database, delle distribuzioni Linux, dei linguaggi di programmazione. Conflitti, tensioni, differenziazioni, intoppi, intrusioni delle corporation, caratteristiche personali o di leadership eccentriche, soprattutto biforcazioni di scelte tecnologiche, trovano i loro sbocchi naturali nella scomposizione/ricomposizione dei gruppi. “These networks have a more direct relation to goal attainment than institutionalization has” significa che le norme stabilite permettono comunque l'uscita di alcuni membri (o tutti) dal gruppo principale e il suo riemergere in gruppi paralleli, in ecologie che sono al tempo stesso cooperative e concorrenziali nei confronti della ecologia madre. Questo avviene sia nelle ecologie open source, sia nelle closed, sia anche nelle “mixed come in MySQL di M.Widenius prima dell'acquisizione da parte di Oracle. Questa apertura e fluidità, basata materialmente sulla ubiquità di Internet come “bene comune”, evita, almeno in questo momento, quel meccanismo di “ingabbiamento”, di “social cage”, che ha determinato storicamente la cristallizzazione dei modi di produzione e di sviluppo culturale e politico di tipo gerarchico e stratificato (Mann, 1986:38,80).
Quattro Leader
Di seguito vengono presentati quattro idealtipi di “engineer” à la Thorstein Veblen, di “hacker”, ritenuti dei “guru” e sicuramente dei “leader” (carismatici) ad alto livello. I primi due sono dei libertari (“anarchici”), uno di sinistra (RMS), ed uno di destra (ESR). Uno è un libertario a parole che esplora empiricamente a sinistra la libertà negativa (GPL, Open Access) e a destra la libertà positiva (GNU, Cattedrale). L'altro esplora a sinistra la libertà positiva (Open Software Initiative e Fetchmail) e a destra la libertà negativa (appoggio a G.W.Bush) ma con una maggiore riflessività culturale dal momento che si ritiene un “anthropologist”. Torvalds è una figura enigmatica, che parla poco di sé, ma è in grado di “infiammarsi” come nel dibattito con Tanenbaum. Torvalds sembra un personaggio equilibrato e complesso. Ha una vita famigliare armoniosa (a differenza degli altri tre) con due gemelle e un terzo marmocchio; la casa è piena di peluche con i cui i tre pargoli possono giocare, ma quasi tutti i peluche sono pinguini come Tux la mascotte di Linux. Torvalds dice sì ad un impresa capitalista come la Transmeta che è innovativa à la Schumpeter e nei cui obiettivi crede. Rifiuta allo stesso tempo un lavoro alla Apple che avrebbe potuto cambiare la storia dell'informatica (o che più semplicemente si sarebbe risolto di lì a breve tempo in una “exit”). Dei tre è il più “evolutivamente” intelligente, nel senso che è in grado di costruire in modo “adattivo” su quello che gli altri (l'”ambiente”) gli offrono (RMS e la FSF con GNU, Intel con i386, Transmeta con il processore Crusoe, Linux Foundation appoggiata da varie corporations poi). Mirando sempre al bene comune che è Linux. Marcin Jakubowski è un personaggio in fieri. Ha poca fiducia nel “vecchio mondo”, ma nella parabola evolutiva della sua vita potrebbe trovare equilibri avanzati, se l'interazione con la cultura e l'economia nordamericane gli aprisse lo spazio interstiziale necessario alla espansione delle sue “vision”. I quattro leader hanno dato vita a movimenti diversi che confluiscono in "sociospatial networks" comuni indipendentemente dalle loro opinioni. Da notare che i leader carismatici, di cui pullula la storia e l'antropologia, sono stati presi in considerazione e attentamente analizzati come ideal-tipo esclusivamente da Max Weber, "the greatest sociologist". Essi mettono in discussione con il loro particolare "individualismo" il modello di una "società" sovraordinata. Senza entrare in discorsi più generali, possiamo limitarci ad esaminare nel caso SOS e HOS la relazione tra questi quattro leader carismatici, la loro socializzazione secondaria, il loro rapporto con i modelli cattedrale e bazaar. Il primo modello ha una logica centralizzata e a priori. Il secondo è decentralizzato con interazioni anche parallele ed è dinamicamente oscillante tra l'ex ante della teoria e l'ex post dell'esperienza (o viceversa).
SOS: Richard M. Stallman e Eric S. Raymond
Adottiamo come definizione di cultura quella classica di Tylor (Signorelli, 2007:115); distinguiamo tra conoscenze e valori (Signorelli, 2007:149); accettiamo la "teoria scientifica della cultura" di Malinowski a partire dal concetto di bisogni umani (Signorelli, 2007:181),assumendo al contempo come valide le critiche sostanziali che le vengono mosse (Signorelli, 2007:185); consideriamo la distinzione tra beni immateriali e materiali in questa prospettiva: "Secondo Lerhoi-Gourhan, lo strumento è figlio al tempo stesso del gesto e della parola, è per gli esseri umani il prolungamento naturale della loro cosporeità non meno che della loro intelligenza" (Signorelli, 2007:187). La cultura hacker, descritta in termini generali in (Paccagnella, 2010:38), consiste nel caso SOS anche in un adeguato stile di programmazione, nella net-etiquette, nelle tecniche di produzione del consenso, nello stile di leadership, in una etnometodologia dello sviluppatore, nella cultura ecologica di "ottenere di più con meno", o "do more with less" (Oudshoorn et al, 2003:44), nella grande passione per la creatività ed anche l'innovazione fine a se stessa. Nel SOS la progressione dello hacker moderno segue le tappe dello sviluppo del C, di Unix, di GNU, di Linux. E' riduttivo ridurne il cuore ad una forma di meritocrazia che potrebbe invalidare il modello “bazaar”. L’identificazione di hacker come "criminale che attenta alla proprietà privata (dei diritti di autore), o che si intrufola illegalmente in archivi e sistemi chiusi (ad esempio i satelliti militari), o che si appropria di servizi pubblici come facevano all'inizio Steve Jobs e Steve Wozniack con le blue boxes ((Paccagnella, 2010:42), si può archiviare come una esemplificazione di teoria dell'etichettamento. Un rappresentante della cultura hacker è certamente Richard M. Stallman che espone la sua filosofia in modo lineare e consequenziale, secondo una logica di “sinistra”, pacifista, ecologista, libertaria, ma profondamente americana e patriottica. Secondo le parole di RMS, fondatore di GNU, il SOS nasce perchè "I moderni elaboratori di quell'epoca, come il VAX o il 68020, avevano il proprio sistema operativo, ma nessuno di questi era libero: si doveva firmare un accordo di non-diffusione persino per ottenerne una copia eseguibile. Questo significava che il primo passo per usare un computer era promettere di negare aiuto al proprio vicino. Una comunità cooperante era vietata" (Stallman, 2001:La Comunità si dissolve) [NdR: l'enfasi è mia]. Nel 1980, a Stallman e ad alcuni altri hacker del laboratorio di intelligenza artificiale del MIT fu rifiutato il codice sorgente del software per la stampante laser Xerox 9700 (“Dover”), la prima del settore. "Avevo già sperimentato cosa significasse un accordo di non diffusione per chi lo firmava, quando qualcuno rifiutò a me e al laboratorio AI del MIT il codice sorgente del programma di controllo della nostra stampante; l'assenza di alcune funzionalità nel programma rendeva oltremodo frustrante l'uso della stampante. Per cui non mi potevo dire che gli accordi di non-diffusione fossero innocenti. Ero molto arrabbiato quando quella persona si rifiutò di condividere il programma con noi; non potevo far finta di niente e fare lo stesso con tutti gli altri." (Stallman, 2001:Una difficile scelta morale"). Un rappresentante della cultura hacker ed un suo attento analista è Eric Steven Raymond (ESR), autore de "La Cattedrale e il bazaar". Ha la passione delle armi e del taekwodoo (arte marziale), si definisce "anarchist", cita correttamente la definizione dello stato di M.Weber, rimane choccato dal 9/11 e appoggia la guerra di G.W.Bush in Iraq nel 2003, si definisce “anthropologist” degli hacker (progetto Jargon), è amico e concittadino bostoniano di Richard Matthew Stallman, come RMS ha un grande amore verso i padri fondatori della Federazione Americana, è appassionato di fantascienza (SF fazines). La sua centratura nella cultura hacker è dimostrata dall'ottimo manuale “The art of Unix programming”, dove Unix si può considerare il cuore di questa cultura. Si definisce un "anarchico-libertario", ma le sue posizioni dopo il 9/11 sono dichiaratamente di destra. Dichiara che i piaceri della vita sono: sesso, taekwodoo, software, politica. La discriminante tra lui e R.M.Stallman sono sull'ambiente (RMS aderisce al Green Party; ESR argomenta contro la tesi del cambiamento climatico); sull'atteggiamento contro le corporation (RMS le attacca in modo duro come i principali attentatori delle libertà civili americane, proponendo il frazionamento di banche e grandi imprese; ESR non ne parla); sull'atteggiamento contro la violenza (RMS ha un razionale distacco dalla violenza e dal gusto masochistico della violenza; ESR ama le armi, le arti marziali, appoggia la guerra in Iraq di G.W.Bush, argomenta contro l'Iran, patria di terroristi dopo gli attentati di Boston dell'aprile 2013). Entrambi, RMS e ESR, si basano comunque su un’idea forte di patriottismo americano (vedi sopra il logo politico "stars and stripes" che introduce il sito personale di RMS), ma declinata in modi completamente diversi. Le culture hacker risentono degli stati-nazione in cui si sviluppano. Una certa egemonia spetta ancora agli statunitensi, come riflesso del dominio americano nel settore HW e SW dell'informatica. Ma ci sono enormi sviluppi di questa stessa cultura in Cina, Brasile, India, Europa centrale ed Europa mediterranea, Filippine. La tenuta egemonica complessiva di una cultura mainstream madre nei confronti delle sottoculture figlie è tutta da valutare. Ad esempio il team del PHP, attivo a NYC, di cui fa parte la Zend israeliana, modificava la sua home page a lutto subito dopo il 9/11, con motivazioni che probabilmente non erano gradite alla sottocultura araba degli hacker. Subito dopo la home page così modificata tornava come prima. Vedi anche lo chock di ESR post 9/11. ESR così vede le culture hacker "nazionali", classificandole con molta precisione, una certa ironia e nessuna apparente pretesa egemonica americano-occidentale anche se "described relative to the American baseline". ESR esprime qui quella "ambiguos, national transnational identity" (Mann, 2013:402), tipica delle corporations del Nord e dei loro "boss", importante elemento interstiziale emergente che relativizza i vari processi di globalizzazione nella gran varietà di stati-nazione e macroregioni (Mann, 2013:402). Evito la traduzione dall'inglese per rendere il gergo personale di ESR. Come si noterà sono presenti molti degli ele-menti citati ad inizio paragrafo come caratteristici della cultura hacker. The German: Methodical, good at details, prone to over-engineering things, careful about tests. Territorial: as a project lead, can get mightily offended if you propose to mess with his orderly orderliness. Good at planned architecture too, but doesn’t deal with novelty well and is easily disoriented by rapidly changing requirements. Rude when cornered. Often wants to run things; just as often it’s unwise to let him. The Indian: Eager, cooperative, polite, verbally fluent, quick on the uptake, very willing to adopt new methods, excessively deferential to anyone perceived as an authority figure. Hard-working, but unwilling to push boundaries in code or elsewhere; often lacks the courage to think architecturally. Even very senior and capable Indian hackers can often seem like juniors because they’re constantly approval-seeking. The Russian: A morose, wizardly loner. Capable of pulling amazing feats of algorithmic complexity and how-did-he-spot that debugging out of nowhere. Mathematically literate. Uncommunicative and relatively poor at cooperating with others, but more from obliviousness than obnoxiousness. Has recent war stories about using equipment that has been obsolete in the West for decades. Questi "stereotipi" di hacker coincidono con quelli visibili dall'Italia. Per ovviare a queste differenze i team internazionali di sviluppo di SOS invitano ad adottare regole minime di stile di programmazione, all'interno delle quali può emergere comunque il carattere individuale dell'hacker. Con questa semplice accortezza possono intrecciarsi i vari caratteri delle culture etniche all'interno della comunità virtuale che sviluppa quel certo progetto SOS. Questo è possibile perchè agiscono molti altri frame che permettono permeabilità e comunicazione. Tra questi sono importanti quelli che riguardano sfere artistiche molto frequentate tra gli hackers quali cartoni animati, fantascienza, le mille sfaccettature della musica pop, il fascino della missione liberatoria e libertaria del SOS, giochi tecnologici quali i trenini elettrici, la sensazione di essere "su un palcoscenico" alla Goffman. Si potrebbe così pensare che venga assemblata una vera "cultura hacker" virtuale, esistente di vita propria sul web. L'intreccio tra cultura hacker madre e sottoculture figlie si può assimilare ad un network culturale (dove arte ed estetica viaggiamo molto unite all'aspetto tecnologico) ed economico insieme, che si intreccia e si sovrappone al classico network politico basato sugli stati-nazione, con tensioni e conflitti ma anche con ricomposizioni ed aggiustamenti interni. L'analisi IEMP di Michael Mann si rivela utile anche nel nuovo scenario mondiale. La capacità di SOS di ricomporre una cultura internazionale unitaria, sostanzialmente pacifica, laica, liberale, capace di esprimersi anche a livello politico, si potrà misurare negli anni della primavera araba, dove Google, gli hacker e la loro cultura, la forte pressione ideale delle "Civil Liberties" di RMS, il web come struttura politica, economica, tecnologica, militare, giocano un ruolo importante. I movimenti laici di sinistra tunisini ed egiziani parlano con i movimenti anticapitalistici USA come “Occupy Wall Street” o gli “Indignados” spagnoli, e si scontrano duramente con le componenti riformiste islamiche. ERS affronta il problema del fondamentalsmo islamico con una feroce polemica contro lo “islamofascismo”, ma studia attentamente le varie correnti dell'islam. RMS invece invita razionalmente alla calma, alla prudenza, alla trattativa pacifica. Ma stranamente il sito personale di RMS (Stallman, 2002), verde, democratico, di sinistra, in cui spicca l'immagine della bandiera americana qui riprodotta, e quello di ESR (Raymond, 2010), libertario di destra, sono molto simili nell'aspetto. Perchè entrambi usano, per comporre la pagina web, puro codice HTML, il linguaggio o meglio il formato di composizione di ogni pagina web, senza fronzoli di alcun tipo, con un risultato estetico arcaico e fortemente minimalista, se non rozzo. La differenza sta nella molto maggiore velocità di composizione della pagina e nel suo più pieno controllo. Con uno sforzo di capacità di padronanza della umile ma complessa tecnologia HTML si ottiene una pagina pulita, robusta, veloce. Ecologia, umiltà, efficienza, servizio robusto, massimo risultato con il minimo impiego di HW e SW, e una certa estetica neo-luddista sono forse il cuore della cultura hacker nordamericana. RMS ha una socializzazione secondaria limitata in quanto, subito dopo gli studi universitari, ha lavorato (con una certa libertà) come programmatore nel laboratorio di AI del MIT di Boston. Ne è uscito non molto tempo dopo per fondare la "sua" FSF e dirigere in stile "cattedrale" i vari gruppi di sviluppo software GNU. RSM non ha dunque esperienza diretta di rapporti di lavoro vissuti all'interno di imprese capitalistiche (così come Marx), e quindi non ha potuto costruire la conseguente socializzazione secondaria in "mercati e gerarchie", socializzazione che può comprendere ovviamente anche forme di "lotta di classe". Non si può dire nemmeno che abbia esperienza diretta di "convenzioni" o di "CoP" (community of pratice, vedi §7.3.6). Il suo approccio quindi è moralistico, platonizzante, sostanzialmente gerarchico, "centralizzato e apriori" come in §4.4.1. ESR ha lavorato invece in convenzioni come Linux, ha esperienza di mercati e gerarchie. Ha sperimentato il modello bazaar di Linux. Al di là delle scelte politiche o personali, è senz'altro più pragmatico, realista, egalitario di RMS. E' la via di transizione tra RMS e Linus Torvalds.
SOS: Linus Torvalds
Poco prima del 2000 Linus Torvalds rifiuta una proposta di lavoro di Steve Jobs della Apple, proprio nel mentre in cui lavora come dipendente alla Transmeta. “That passion to make the right design choice is still what drives Torvalds, even as Linux enters its comfortable middle age...Torvalds has never met Bill Gates, but around 2000, when he was still working at Transmeta, he met Steve Jobs. Jobs invited him to Apple’s Cupertino campus and tried to hire him. “Unix for the biggest user base: that was the pitch,” says Torvalds. The condition: He’d have to drop Linux development. “He wanted me to work at Apple doing non-Linux things,” he said. That was a non-starter for Torvalds. Besides, he hated Mac OS’s Mach kernel. [NdR: l'enfasi è mia] remembers.” (Wired, 2012). A proposito del kernel Mach vedi il dibattito Tanenbaum-Torvalds in §7.2 “Aspetti sociologici– Sociologia della conoscenza”. Su questo importante aspetto delle vicende di Linux e della evoluzione del SOS (la scelta tecnoscientifica di un kernel monolitico, ovvero “the passion to make the right design choice”) si intrecciano le scelte personali di Linus Torvalds, la strategia di marketing della Apple, lo sviluppo di Internet quale noi conosciamo grazie alla proliferazione di tutti i web site basati sullo stack LAMP. Linus Torvalds vanta una socializzazione secondaria ben più ricca di quella di RMS. Come lui ha fatto programmazione e ricerca in un’università. E' entrato in una vera e grande convenzione come Linux con un ruolo di leader autoridotto. Ha conosciuto per anni la gerarchia alla Transmeta ricavandone una suggestiva impressione di geniali innovatori. Sta vivendo nella Linux Foundation un centro focale delle correnti che muovono i mercati dello ICT. Flessibilità, realismo, pragmatismo, leadership dura ma limitata, propensione alla delega, massima decentralizzazione, capacità d vedere scenari futuri ma possibili, queste le sue qualità. L'eccezionale duttilità ed efficacia di Linux illustrate in §4.3, Linux bene comune, ne sono la dimostrazione.
HOS: M.Jakubowski, la ricerca della libertà di OSE
"The Search for Freedom. Are you tired of selling your time only to make money for somebody else, leaving only rare moments and weekends to do what you love (if you have any energy left at that point)? What if you could eliminate the bureaucracy in your life? What if you could end your personal financial contribution to war and keep your money out of the coffers of corporate leaders? We are developing the tools, the networks and community to make technologically modern self-sufficient living possible for everyone [NdR: l'enfasi è mia]. Is it time to begin producing only enough to provide yourself a quality life? Are you ready to divorce yourself from systems that require coercion, injustice, and ecological ruin, while fostering a connection to the land [NdR: l'enfasi è mia] and developing your own true talents? This radical move is increasingly within your reach. Self-sufficient Modern Living: How? Gather a team of 10 or more skilled people who want to live differently, visionary mindset included. This may be the most difficult aspect of making this dream a reality. As more and more people become fully disenchanted with the things they do to make a living in this society, this becomes more doable. Raise the funds to buy a 10 acre plot of land and install an open source personal Fabrication Laboratory (Fab Lab)...." (OSE, 2010). L'obbiettivo di Marcin Jakubowski è dunque quello di "sviluppare le attrezzature, le reti, e le comunità per rendere possibile a chiunque una vita autosufficiente e tecnologicamente moderna". Le reti necessarie per sviluppare sia le attrezzature che le comunità si basano su Internet e lo ICT. Un altro elemento centrale nella visione di Jakubowski è l'obbiettivo di "sviluppare una connessione con la terra". Nella socializzazione secondaria di Jakubowski entrano infatti una attività di studente-ricercatore nelle università americane (come gli altri tre leader) e una attività di lavoro nell'ambito del mercato-gerarchia come tecnologo di manutenzione di impianti nucleari (come Linus Torvalds ha una esperienza nel mercato-gerarchia). Questa esperienza diventa la base della sua proposta tecnologica e organizzativa, nonchè della sua idea di comunità come comunità collegate in rete e tendenzialmente autosufficienti nella strumentazione e nel know-how. Un altro aspetto della esperienza di vita e di lavoro di Jakubowski è la sua attività di "farmer" nel Missouri. Questo implica un aspetto di socializzazione secondaria diverso da quello classico urbano nel mercato-gerarchia. Nell'agricoltura si ha infatti quel rapporto diretto con la natura di cui parla Mann, distinto dal "lavoro" nei gruppi umani organizzati: “The pursuit of almost all our motivational drives, our needs and goals, involves human beings in external relations with nature and other human beings. Human goals require both intervention in nature – a material life in the widest sense – and social cooperation. It is difficult to imagine any of our pursuits or satisfactions occurring without these. Thus, the characteristics of nature and the characteristics of social relations become relevant to, and may indeed structure, motivations. They have emergent properties of their own.” (Mann, 1986:5). Questa consapevolezza spiega il suo obbiettivo di "fostering a connection to the land" e di riconvertire tutta la tecnologia "moderna" a stretti vincoli di sostenibilità ambientale. Un altro punto importante è che le comunità, che nel gergo OSE sono i "global villages", diventano un obiettivo costruttivo in sè, non l'occasione relativamente fluida ed effimera per la costruzione di un "bene comune". Questa connessione con la natura e l'apertura alla "sperimentazione sociale" di Jakubowski lo avvicinano al modello idealtipico di "engineer" di T.Veblen (vedi §4.4).
HOS
Verranno esaminati tre casi ritenuti significativi secondo una certa sequenza. Il primo è Fairphone, che produce uno smartphone innovativo e segue un modello organizzativo ibrido, rivolto direttamente agli utenti per gran parte del finanziamento e la pre-vendita via Internet. Il secondo è U-Doo che progetta un tablet pc con componenti tutti Open Source ad esclusione del processore. Il terzo è Open Source Ecology che progetta e sperimenta i prototipi di una nuova tecnologia sostenibile basata su un set di 50 macchine per comunità collegate tra loro (Global Village). Entrambe si basano su progetti e beni open source. L'importanza della prima è la sua grande capacità di raccogliere fondi e di aggregare (via supply chain) organizzazioni che vanno dalle telecom alle fabbriche cinesi secondo una scelta di valori che riguardano il lavoro umano e la gestione delle risorse. La seconda, italiana, si spinge ancor più a fondo nella logica produttiva open source e mira ad un prodotto/bene socialmente strategico quanto lo smartphone volto a favorire la comunicazione urbana e l'ergonomia cognitiva. La terza tenta la costruzione di una nuova tecnologia ecosostenibile provandola da subito in una comunità ad hoc. In tutti e tre i casi si sono sviluppate ampie comunità virtuali di supporto i cui membri hanno le caratteristiche del prosumer. L'innovazione rappresentata da ognuno dei tre casi è cumulativa. OSE si spinge a dichiarare di voler progettare, insieme ad una nuova tecnologia, un nuovo tipo di “economia” e di comunità decentrate e collegate tra loro.
I Makers
A Sommerville nel Massachusetts si trova uno spazio di lavoro comune, fornito di attrezzature e locali che si possono affittare per costruire i propri prototipi o studiare i propri progetti. L’Artisan’s Asylum è un modello economicamente in attivo: paga uno staff fisso di 4 persone, più di 2000 dollari al mese solo di energia elettrica e l’affitto dei locali. Questo è possibile grazie ad una community di più di 80 volontari e oltre 250 soci che la vivono, la partecipano, la creano e la trasformano day by day, attraverso un ciclo di informazione, comunicazione, conoscenza via “learning by doing”, definibile anche come il "situated learning" delle "Communities of Practice" di Jean Lave ed Etienne Wenger (vedi §7.3.6). Molly Rubinstein sostiene che questo makerspace sia “più uno spazio culturale che un posto dove vieni per usare una macchina per un’ora e poi te ne vai”. E’ un capannone enorme, zeppo di attrezzature: saldatori, stampanti 3D, macchine CNC, laser cut, macchine da cucire, presse, stampanti serigrafiche e tanto altro. Le stesse macchine sono state donate da varie aziende manifatturiere, che le hanno dismesse o hanno chiuso a causa della crisi, e vengono usate da tutti i membri. Si possono avere un tot di ingressi liberi al mese o affittare spazi fissi, anche con una carta 24/7 (24 ore su 24 per 7 giorni la settimana). Il proprio spazio, in questo caso, non è un semplice desk ma una piccola bottega, nel senso rinascimentale del termine, dove si può fare, lavorare, lasciare le proprie cose, i propri manufatti ed attrezzi. Se si compra un macchinario nuovo e lo si mette a disposizione della comunità, la propria rata mensile, comprensiva già dell’utilizzo di tutti gli apparecchi e facilities dell’hackerspace, viene diminuita. Si può anche solo affittare un pallet dove stoccare la propria roba, o un box o un terzo di box. Gli abitanti di questo luogo quasi immaginifico sono altrettanto fantasiosi: dall’artigiano di gioielli, agli smanettoni di Arduino, la scheda elettronica Open Source italiana, al fabbricante di birre artigianali, alla biologa che progetta giardini da tavolo. Dai Digital Maker alla Bike Gang che ripara e inventa biciclette, agli artisti di musica elettronica, che una volta alla settimana fanno un concerto nella sala formazione. Spesso collaborano tra di loro, ma soprattutto collaborano alla costruzione collettiva di una comunità, che ha gradualmente modificato e ampliato i propri spazi e le proprie funzioni in base alle proprie esigenze e competenze. Così, in questo enorme “distretto artigianale” vengono tenuti oltre 150 corsi di formazione al mese, dall’autoproduzione di strumenti musicali a corsi di business model per makers, da corsi di saldatura e lavorazione metalli a quelli per CAD/CAM e riparazione biciclette. Un universo di sapere e di saperi. Le chiavi del successo dell’Artisan’s Asylum sono 3, e sono quelle che stanno alla base della filosofia dei makerspace: combinare macchinari e tecnologie della manifattura, la community e la formazione, con l’intento di consentire ai membri di tale comunità di apprendere e combinare design e prototipazione per creare manufatti e prodotti che non avrebbero potuto creare con le risorse disponibili a loro singolarmente. Dalla relazione di Francesca Mazzocchi della CNA Toscana (Confederazione Nazionale Artigiani) da Boston, 6 novembre 2012: “E’ sicuramente su questi elementi che dobbiamo imperniare un possibile modello di trasferimento di queste esperienze nei nostri territori. Strumenti, educazione e comunità: la loro sommatoria è qualcosa di molto più grande e di valore della somma delle funzioni delle singole parti. Un’altra forma di intelligenza collettiva. Interrogandomi sul modello, pensando a quando tornerò a casa, credo che le sfide da cogliere, soprattutto in territori che non abbiano già visto la nascita di FabLab, siano due: partire dal basso rintracciando e collettando la community e capire come il tessuto diffuso delle piccole imprese artigianali, più o meno strutturate, possano far proprio questo modello di collaborazione, di produzione e di sviluppo.” (Mazzocchi, 2012). Il Fabrication Laboratory (FabLab) qui esemplificato è uno dei tasselli del mosaico OSE.
Fairphone
Una start-up olandese sta cercando di fare ciò che nessun produttore di smartphone ha ancora fatto - fare una versione "commercio equo" di un telefono cellulare. La forte squadra di sette persone a FairPhone vuole trovare fornitori impegnati ad usare le migliori condizioni di lavoro per i loro dipendenti, e poi pubblicare i dettagli su tutto ciò che è andato a comporre il telefono, da dove si sono estratti i minerali utilizzati alle informazioni sulle fabbriche cinesi che fanno l'assemblaggio. "Abbiamo iniziato questo progetto per essere in grado di migliorare la catena di approvvigionamento", dice il fondatore Bas van Abel, del suo ambizioso progetto. La catena di approvvigionamento per l'industria elettronica si estende in tutto il mondo. Grazie a fattori quali i pericoli insiti in attività estrattive e manifatturiere o di interessi proprietari di marchi “a mantenere i loro segreti tecnologici”, la catena di approvvigionamento è spesso criticata, talvolta per l'inquinamento, tal'altra per lo sfruttamento e quasi sempre per la complessità e la segretezza. van Abel lavora in Amsterdam come product designer e si focalizza nel chiedere alle persone di pensare a come sono fatte le cose che utilizzano. Tre anni fa ha deciso che il modo migliore per portare quel cambiamento all'elettronica sarebbe quello di avviare una società di produzione. "Abbiamo scelto di essere dentro il sistema per essere in grado di guidare il cambiamento facendo parte di quel sistema," dice. I consumatori raramente "capiscono l'intera complessità," aggiunge. "Ecco la storia. Con l'aiuto di uno specialista nel lancio di nuove imprese, Bethnal Green Ventures a Londra, e 400.000€ da un finanziatore privato, il gruppo – le cui competenze variano dalla produzione e commercializzazione allo sviluppo sostenibile - ha messo a punto un concetto di telefono cellulare che lancerà come telefono reale quest'anno. Esso sarà in vendita a 325 € al lordo delle imposte." (Fairphone, 2013) La maggior parte saranno venduti attraverso il suo sito web, ma van Abel dice che il gruppo olandese di telecomunicazioni KPN ha firmato fino ad acquistare parte della prima quota di 20.000 telefoni con OS Android e altri operatori leader hanno espresso interesse. FairPhone ha un'etica che viene dal movimento del commercio equo e solidale che ha dato ai consumatori la possibilità di acquistare beni come il caffè da fornitori che soddisfano standard elevati per i diritti del lavoro e la sostenibilità. Per esempio, il telefono è stato progettato per essere facilmente riciclabile o riparato, e può assumere due schede SIM in modo che gli utenti con più di un numero possono usare un unico apparecchio. "Stimolato in gran parte dalla pubblicità su una serie di suicidi tra i lavoratori presso il fornitore principale di Apple, Foxconn, i consumatori stanno spingendo le aziende tech per rendere le loro catene di approvvigionamento più trasparenti [NdR: l'enfasi è mia]; (vedi §3.5.3 sulla Samsung della Korea del Sud). Apple ha reso pubblici i suoi principali fornitori, e ha iniziato la pubblicazione di audit di alcuni siti Foxconn per mostrare se soddisfano determinati standard di lavoro e di sostenibilità." (Fairphone, 2013) Ma le marche di elettronica combattono ancora per sorvegliare le loro catene di approvvigionamento. Boy Lüthje, visiting professor alla Sun Yat-sen University di Guangzhou, che ha studiato la produzione cinese, sottolinea che ogni gadget utilizza centinaia di piccoli pezzi, tutti realizzati con materiali diversi lavorati nelle fabbriche di tutto il mondo. A causa di ciò finora, dice, "non c'è una cosa come il commercio equo o la produzione rispettosa del lavoro in elettronica". Per quanto riguarda il telefono, van Abel ammette che la complessità della catena di fornitori, "non permette di avere un telefono al 100 per cento 'equo'" (Fairphone, 2013). Farsi coinvolgere, anche in piccola parte, nell'estrazione di minerali dall'Africa e assemblare il portatile in Cina, significa dimostrare ai fornitori che c'è un mercato per i componenti elettronici prodotti in modo equo e sostenibile. FairPhone sta anche cercando di ripensare le relazioni con i fornitori, dice Sean Ansett, un ex direttore aziendale di Burberry, che sta lavorando sulle operazioni di fabbricazione di FairPhone. FairPhone vuole evitare di cambiare fornitori frequentemente o di modificare gli ordini a produzione avviata, che, pur essendo un fatto comune nella produzione conto terzi, mette pressione sui lavoratori e può dissuadere le società ad investire per migliorare il piano di fabbrica. La start-up, van Abel riconosce, può fare questo in parte perché non è sotto pressione da parte degli azionisti ed è così piccolo che può contare su un minor numero di fabbriche. Alla fine comunque spera che il suo modello sarà un esempio per gli altri. Elettronica del commercio equo, dice, "è un movimento in fieri, invece di qualcosa che è ormai raggiunto" (Fairphone, 2013). Da sottolineare come l'informazione sulla Foxconn si diffonda globalmente e venga tenuta presente nei piani economici del team olandese, che cerca di definire nuovi percorsi alternativi nel campo della cultura manageriale per avere un “supply chain” equo e sostenibile, una organizzazione libera dalle pressioni pro-profitto degli azionisti, un rapporto diretto con gli utenti che pagando in anticipo (come ai concerti di musica pop) finanziano l'impresa. Questo caso è importante perchè ha funzionato. La Fairphone si era garantita una prevendita di telefoni dalle Telecom ed un buon finanziamento iniziale da privati. Ma il “crowd funding” via Internet le ha garantito 1.6 milioni di euro, con 6200 telefoni venduti ed una comunità di 29.000 supporter. Con riferimento alle tipologie dell'azione sociale weberiane, possiamo avanzare l'ipotesi che il successo dipenda dal fatto che l'agente Fairphone sia caratterizzato allo stesso tempo da una azione razionale rispetto allo scopo (profittabilità e soddisfazione di tutti gli stakeholders come utenti, comunità, fornitori, azionisti, telecom), da una azione razionale rispetto al valore (supply chain equa e sostenibile), da un'azione determinata affettivamente (empatia verso i minatori della Repubblica Democratica del Congo o i lavoratori cinesi), e da una azione tradizionale (rispetto delle regole di mercato come tradizione plurisecolare) (Bagnasco et al, 2007:81).
UDOO
E' un piccolo computer con componenti elettroniche Open Source (o Open Hardware), tranne il processore ARM. Le componenti principali “open” sono la scheda madre che è un Open Hardware italiano, ARDUINO, e i sistemi operativi Linux Ubuntu (versione Libaro) e Android (Google), entrambi Open Source. UDOO ha base nei pressi di Boston (MA, USA). Il computer ha varie possibili configurazioni con un costo da 99$ a 199$. Grazie ad una sottoscrizione di fondi su Internet (“crowd funding”) ha raccolto in tre mesi, dal 9 aprile al 8 giugno 2013, 641,614$ da 4172 sottoscrittori/compratori. La raccolta fondi è stata gestita da Kickstarter.com, specializzata nel lancio di progetti artistici e performance musicali. (UDOO, 2013). Il computer mira al supporto del design elettronico e creativo, la “Internet of Things”. Cioè è uno strumento di sviluppo di hardware e software per progetti DIY, giochi, costruzione di prototipi, interfacce di comunicazione urbane. UDOO è stata cofinanziata da SECO (italiana, elettronica) e da AIDILAB (italiana, università di Siena, interfacce uomo/macchina, vedi §8.5 sull'ergonomia cognitiva).
Open Source Ecology
Ho scelto OSE come principale esempio di sviluppo del modello HOS per tre motivi: OSE ha costruito macchine funzionanti, protesi materiali, secondo le specifiche di progetto e continua con successo il suo programma OSE ha approfondito e praticato le tematiche organizzative e manageriali necessarie alla costruzione di un “social power network” economico OSE contiene un progetto di un nuovo tipo di civilizzazione, una civiltà rispettosa dell'ambiente. Questo è un abbozzo di un generale programma politico in senso ecologista Open Source Ecology si può quindi leggere anche come Open Source Economy. Come il SOS, preso esplicitamente a modello (OSE, 2003), fornisce a chiunque in rete la piena disponibilità dei progetti, dei video di costruzione/montaggio, dell'assistenza gratuita 24/7 via Internet. Marcin Jakubowski ha un PhD in fisica sulle energie da fusione, ha lavorato come tecnologo nel ramo dell'energia nucleare, lascia una attività che per lui non affronta i veri problemi del mondo e compra una fattoria nel Missouri dedicandosi alla agricoltura. Fonda OSE nel 2003. Nasce una comunità sullo stile SOS e con essa il progetto di costruire un set di 50 macchine ritenute necessarie per la costruzione di un villaggio ecologico autosufficiente globale, cioè in grado di comunicare e connettersi con gli altri villaggi affini, il Global Village Construction Set, che viene così definito: “The Global Village Construction Set (GVCS) is a modular, DIY, low-cost, high-performance platform that allows for the easy fabrication of the 50 different Industrial Machines that it takes to build a small, sustainable civilization with modern comforts.” (OSE, 2013). Sono le macchine di un possibile villaggio agro-industriale che vede nella terra e nella gestione ecologica e sostenibile delle sue risorse il fattore primario di una necessaria transizione ad un diverso tipo di società. La prima macchina costruita assieme al suo motore idraulico non inquinante è un trattore. La sua storia è riassunta in un breve video di tre minuti (OSE, 2003). I metodi organizzativi usati da OSE, quali varie metodologie avanzate del Software come Extreme Programming, Scrum, Lean Production e altre, si possono estendere a qualsiasi progetto nella vita reale.
Le caratteristiche di OSE
Riduzione della complessità, efficienza, equilibrazione della divisione del lavoro: “Ognuna di queste macchine si basa su altre macchine, affinché possa esistere. Riducendo questa complessa rete di macchine, interdipendenti tra loro, ad un sistema chiuso, semplice, riproducibile, si ottengono queste...” (OSE Italia, 2012) Le macchine sono mirate su precisi e chiari valori di armonia con l'ambiente naturale e di sviluppo umano sostenibile: “Il GVCS riduce le barriere economiche per intraprendere un'attività agricola, edile, o manifatturiera. Può essere immaginato come un insieme di strumenti modulari in stile Lego, a dimensioni reali, capaci di sviluppare intere economie; sia in zone rurali, sia nella ripianificazione urbana, come pure nel contesto dei paesi emergenti Open Source, Basso Costo (rapporto 1 a 8 con le altre macchine industriali), Modulare, Pratico per gli utenti che possono smontare e montare le macchine, Fai Da Te, Produzione Circolare con riciclo dei metalli, Alto rendimento tale da eguagliare la produzione “tradizionale”, Produzione flessibile e decentralizzata, Economie distributive secondo i principi della Open Business Economy Per capirne gli obiettivi e la cultura è doveroso riportare la loro autodefinizione: “We are farmer scientists - working to develop a world class research center for decentralization technologies using open source permaculture and technology to work together for providing basic needs and self replicating the entire operation at the cost of scrap metal. We seek societal transformation through interconnected self-sufficient villages and homes. This is a stepping stone to transcending survival and evolving to freedom." (OSE, 2010). "Factor e Farm is the land-based facility where we put this theory, Open Source Ecology, into practice.” (OSE, 2009). OSE sta raccogliendo consistenti finanziamenti, ha vinto il primo premio per la conferenza di Feast a NYC nel settembre 2013, ha costruito 16 prototipi delle 50 macchine previste per il GVCS, e fabbricato in totale 64 macchine, alcune delle quali sono state portate rapidamente a versioni successive. Uno degli elementi fondamentali della organizzazione OSE è il “personal open source Fabrication Laboratory “ (FabLab). Di recente OSE si è data una struttura stabile: “We have batches of good news to share about what’s going on with Open Source Ecology. The most important news of all, as a foundation for everything else, has to be our bringing on board a full-time core team, including our Operations Manager, Katie Whitman; our Product Lead, Gary De Mercurio; our Technical Community Manager, Audrey Rampone; and our Documentation Manager, Rob Kirk.“. “Katie capped her naval career with a two-year tour serving at the Pentagon’s Chief of Naval Operations, Current Operations and Plans Directorate, while she simultaneously earned a degree from the George Washington University School of Business.”. “Raised in rural Indiana, Gary graduated from Indiana University, where he studied psychology and criminal justice before joining the United States Marine Corps. Subsequently, Gary worked at Sikorsky Aerospace, where he served first as a program manager and then as a quality engineer; ran multiple international facilities in Europe, resolving supplier issues; and finally returned to the U.S. to work with an experimental flight program. ”. “Audrey was born in Little Rock, Arkansas. She received her commission through the Air Force ROTC program at the University of Missouri-Columbia in 1999 as an Aircraft Maintenance Officer. She worked in logistics and acquisition for GPS programs, and she served as the Lead Program Manager for a NATO logistics and sustainment partnership. “. (OSE, 2013). Questi brevi curricula vitae di tre membri del core team di OSE illustrano una frase di Marcin Jakubowski: “Government workers are leaving town as they have no more problems left to solve or create... “ (OSE, 2010).
Pregi e Difetti
OSE US mira alla costruzione di un prototipo di GVCS. Si tratta del “Factor e Farm”, un villaggio agro-industriale ecologico ma con confort moderni, quasi autosufficiente. Questo permette di sviluppare non solo una completa tecnologia sostenibile ma "intere economie". La filosofia Open Source viene radicalmente valorizzata con l'offerta di video, documentazione, assistenza world wide. Ma non viene affrontata la possibilità di un passaggio graduale, di una transizione soft, da situazioni come quelle dei paesi europei con una cultura urbana di lunga tradizione storica. Per quanto riguarda i paesi del Sud del mondo il problema è far partire la cultura hacker necessaria agli indispensabili FabLab, cuore di tutto il processo. Mentre negli USA la cultura hacker o DIY è più consolidata, in Europa e nel sud del mondo, o nel sud ancora rurale, una tecnologia più "leggera" avrebbe una partenza più facile. Una possibile articolazione nel Sud del mondo potrebbe essere il coinvolgimento di immigrati nel Nord del mondo, come l'iniziativa di immigrati senegalesi della provincia di VE che mirano a costruire un villaggio ecologico open source in Senegal (Sunugal, 2013). Per concludere l'importanza eccezionale dell'iniziativa OSE sta nel suo essere riuscita a mobilitare le energie sufficienti alla partenza di processi "costruttivisti" di macchine, tecnologie, saperi, comunità. Secondo la sociologia funzionalista di LIGA (Latency, Integration, Goal attainment, Adaptation) OSE è un puro e semplice esempio di “Adaptation”. Secondo la sociologia storica di M.Mann potrebbe considerarsi come l'emergenza di un possibile social power network economico promiscuo che si intreccia coi social power network ideologico e politico. Oppure ancora, con l'ipotesi di una radicale modifica del modello IEMP, come l'emergenza interstiziale di una quinta sorgente di potere sociale basato sulla tecnoscienza (Mann, 2013:363). Secondo la sociologia storica eventful di W.H.Sewll Jr. è un accadimento che potrebbe essere considerato alla luce della sua capacità di incidere nella “Path Dependence” dell'accidentato percorso storico.
Aspetti di sociologia
Gli aspetti di sociologia coinvolti nei casi trattati sono numerosi e intrecciati tra loro.
Sociologia storica
Linux, con la sua "rivoluzione accidentale", lo stack LAMP e lo sviluppo mondiale di Internet, introduce il tema di una "sociologia degli eventi" (Sewell, 2008:58-75), come quella sviluppata da M.Mann. Mann ridefinisce la nozione corrente di “società” come intreccio di reti sociali di gruppi umani organizzati nell'azione volta a realizzare i loro vari e mutevoli scopi. La focalizzazione sui gruppi umani permette di arrivare a vederne la granularità più fine a livello di singolo individuo. Nel corso millenario della storia queste reti hanno creato configurazioni difficilmente tipizzabili e sempre cangianti. Le innovazioni sono cumulative e sempre strettamente dipendenti dal contesto in cui appaiono. Mann giudica criticamente l'uso disinvolto della sociologia comparata che favorisce differenziazioni astratte anzichè osservare l'interazione empirica delle varietà storiche esistenti (Mann, 2013:246-267). Mann (vedi anche Rao, 2011) critica specificamente:
- la teoria delle rivoluzioni di Theda Skocpol
- la teoria della dipendenza di A.G.Frank
- la teoria del World-System di I.Wallerstein ed altri
- la teoria dell'imperialismo di Hobson, Lenin, Luxemburg, Hilferding
come violazioni della relativa autonomia dei processi intrecciati delle quattro fonti dei poteri sociali IEMP, considerati sempre e comunque come approssimazioni idealtipiche dei reali processi storici.
Sociologia della conoscenza
Nel dialogo tra Torvalds e Tanenbaum, professore di informatica specializzato nei sistemi operativi e autore di Minix, Tanenbaum, esponente della ricerca tecnoscientifica, espone una concezione di costruzione della conoscenza simile al modello “cattedrale” di RMS (progetto FSF e GNU), con l'accentramento del progetto in poche e solide mani, pur rispettando il modello degli "imperativi etici" di R.K.Merton (Paccagnella, 2010:121 ultime righe). Nel caso del Kernel monolitico Linux si trattava più che di una ricerca scientifica in senso stretto, della costruzione di tecnologia informatica che aveva come momento di “falsificazione” il debugging della comunità in rete. La scelta tecnoscientifica fondamentale era quella se sviluppare un microkernel del tipo MACH (progetto della Carnegie Mellon University) come adottato da Windows NT di Microsoft e dal kernel Hurd di GNU di RMS (a tutt'oggi incompleto). Nel dibattito tra Tanenbaum e Torvalds si intrecciano quattro motivi fondamentali. Secondo Tanenbaum: la pretesa supremazia “teorica” ed “estetica” del modello microkernel sul “rozzo” modello monolitico di Linux, la futilità di voler costruire un kernel gratuito ed open source, quando con pochi dollari si potevano comprare ottimi OS, senza doverli inutilmente “hackerare” la necessità di costruire un OS senza basarsi su uno specifico processore col rischio di rendere Linux poco portabile non sono importanti le performance superiori di Linux, soprattutto nella gestione del filesystem Torvalds risponde in modo lineare alle critiche. Riesce ad aggregare intorno al progetto Linux quelli che IBM definirà “i migliori cervelli dell'informatica” e dopo circa 20 anni i fatti gli hanno dato ragione. Quello che ha prevalso con Linux è stata la filosofia ecologica del gestire al meglio le risorse che si avevano (il processore Intel 386) mantenendosi aperti a ragionevoli previsioni di mutamento (portabilità del sistema operativo). Ad oggi, grazie soprattutto alla sua apertura open source, Linux è uno dei OS più portabili. E se anche non fosse il più portabile è sicuramente quello che viene maggiormente trasferito su ogni tipo di hardware. Inoltre alla prova pratica la “superiorità teorica” del microkernel si rivelava una fonte di nuovi problemi “pratici” (come la gestione dei processi paralleli). Tutto il dibattito è in (Oreilly, 1992) ed è uno splendido esempio di "situated learning" (vedi §7.3.6). Sullo sfondo di questa discussione “accademica” tra un professore ed uno studente sta tutta la questione della divisione sociale del lavoro e della produzione di tutte le componenti di un personal computer che un OS deve far funzionare insieme: unità periferiche di Input/Output, memoria, filesystem, processori. Lo stesso RMS recentemente, in modo molto onesto, ammette che avrebbe scelto Linux come kernel di GNU, senza sobbarcarsi il lavoro di costruzione di Hurd, se Linux fosse arrivato prima. RMS si augura che la “migliore architettura” del microkernel Hurd possa in futuro dare i suoi frutti. Secondo la sociologia storica a “eventi”, è l'evento rappresentato dal successo di un certo sistema operativo basato su un certo ben definito processore a determinare la storia futura di quel settore produttivo. Di fatto Linux ha influenzato lo sviluppo dei processori, e Linus Torvalds ha partecipato al tentativo di progettare un nuovo modello di processore, “Crusoe”, con la Transmeta. (Paccagnella, 2010:180) nelle sue conclusioni auspica: "Una <<nuova>> sociologia della conoscenza dovrebbe aiutarci a sviluppare competenze e sensibilità relative alla gestione di processi e interrogativi complessi". Perchè "Oggi siamo tutti chiamati a cucinare la nostra conoscenza attraverso la mediazione di svariate tecnologie comunicative, indispensabili per produrre, distribuire, consultare e archiviare la conoscenza." (Paccagnella, 2010:180). Infatti "Oggi, in un clima di sviluppo di una scienza post-accademica in cui la conoscenza scientifica viene spesso <<co-prodotta>> da scienziati e persone comuni [Bucchi 2006], la pubblica disponibilità della letteratura scientifica può dare un impulso decisivo ai processi di <<innovazione democratica centrata sull'utente>> [Von Hippel 2005] basati sull'apertura e l'inclusione" (Paccagnella, 2010:139)
Sociologia generale 1
La divisione sociale del lavoro
La divisione del lavoro quale noi conosciamo oggi inizia solo "dopo" la civilizzazione secondo la sociologia storica evenemenziale e contingente di M.Mann: "Le persone venivano, quindi, ingabbiate, private di ogni possibilità di fuga, quando determinate famiglie, clan o dinastie ottenevano e facevano valere i propri diritti a espropriare parte delle eccedenze agricole. Una volta che queste riserve venivano accumulate nelle casse dei gruppi dominanti, era possibile costruire città più grandi, palazzi, templi, fortificazioni e questo favorì l'emergere di classi specializzate di artigiani, sacerdoti, e amministratori. La nascita della civiltà fu, quindi, possibile solo per una serie di condizioni ambientali contingenti che permisero di mettere in gabbia la popolazione e questa costrizione iniziale fu ulteriormente rafforzata dal consolidamento dei poteri collettivi e dall'aumento della produttività." (Sewell, 2008:66). La querelle dei marxisti sul modo di produzione asiatico (Gallino, 2006:430) è una spia delle difficoltà di argomentazione di una teoria di sviluppo storico a evoluzione lineare quantitativa e deterministica di stadi dei modi di produzione. Intesa come una “inevitabile” progressione dalla semplicità alla complessità e come semplice accumulazione di modificazioni sequenziali in un disegno originario che non cambia. Nella critica di quella che viene definita "the conventional evolutionary tale" (Mann,1983:34-40) viene proposta una analisi che vede sia momenti storici di evoluzione cumulativa, sia altri momenti di vera devoluzione come contrasto allo sviluppo di una "social cage" (Mann,1983:63-70), l'emergere infine di vere e proprie discontinuità come lo stato, la stratificazione sociale, un nuovo tipo di divisione coercitiva del lavoro. E' un tipo di analisi storica che Mann definisce "delevopmental". La ricomparsa con SOS e HOS di un’estesa cooperazione non coercitiva nella produzione sociale è quindi di per sé una novità storico-sociologica eccezionale. Per questo la divisione sociale del lavoro del modello Bazaar di Linux (che però ingloba il modello Cattedrale di GNU, mentre non vale il viceversa) non è situabile nella sociologia strutturale della solidarietà organica di Durkheim (Gallino, 2006:380, punto 5) nè in quella sistemica di Marx quando tratta della cooperazione nell'attuale "modo di produzione" (Gallino, 2006:429) capitalistico.
Durkheim: Solidarietà meccanica, Solidarietà organica
L'adozione di un modello “monolitico” implica una fiducia forte e completa tra i partecipanti ad un progetto SOS. Inglobiamo nel termine “fiducia” anche quello di “reputazione”, reputazione che si costruisce socialmente via web (Paccagnella, 2010:122-126) (vedi §7.6). Linus Torvalds non controllava le modifiche e le correzioni ai bachi. Così aveva deciso dall'inizio, ma così doveva aver verificato andasse bene nei lunghi anni di sviluppo del kernel Linux. La validità di tutti gli apporti del gruppo di sviluppatori veniva provata come tenuta complessiva e allo stesso tempo dettagliata del nuovo kernel. Ma la regola d'oro, ed è una regola di “skeptical empiricism”, consiste anche nel “tener d'occhio” le modifiche ritenute contestualmente più importanti. Ad esempio il rilascio della versione 2. Al contrario il modello “closed source” o proprietario implica una sfiducia programmata sia nei confronti dell'utente finale sia soprattutto nei confronti dello sviluppatore, visto come una risorsa che può essere sempre sostituita. Una documentazione SUN (che purtroppo mi è stato impossibile rintracciare), creatrice del linguaggio Java, sosteneva le sue scelte tecnologiche software a favore di un modello completamente modulare, “a prova di stupido” o “a prova di errore”, con l'argomentazione che si deve poter cambiare o scambiare in qualsiasi momento le risorse umane usate nel progetto. A suo tempo IBM, prima di SUN, faceva una martellante campagna di sfiducia pianificata, ad esempio imponendo ai suoi dipendenti di esporre sulla scrivania cartellini con la scritta “THINK”, o propalandoli ai suoi clienti. IBM optava dall'inizio del lancio dei suoi mainframe per un inefficiente anche se “sicuro” (cioè a prova di stupido) linguaggio di programmazione come il COBOL. Non si trattava di una machiavellica manovra di contenimento dei salari dei programmatori, ma di una versione in negativo del “modello cattedrale”, cioè di un atteggiamento culturale di tipo aristocratico, come quello di Platone secondo cui solo i filosofi possono gestire gli affari della “Repubblica”. In questo caso i filosofi erano i costruttori politico-culturali del linguaggio closed source che i programmatori necessariamente avrebbero dovuto usare non solo per essere più produttivi in termini quantitativi ma soprattutto per non sbagliare (vedi §7.6 e §7.7) . Anche Microsoft, dopo l'iniziale diffusione del Basic, rilasciava i suoi ambienti “visuali” di sviluppo software, che però non permettono la piena padronanza del codice che si va a produrre. Questa politica tecnologica contrastava nettamente la filosofia del linguaggio C, nato ai Bells Lab, fondata su un fanatico assunto ecologico di risparmio delle risorse hardware e di un contemporanea richiesta di maggiore impegno e abilità umani. Del C si innamoravano subito i programmatori IBM, e moltissimi altri, compresi quelli di Microsoft, usandolo e introducendolo de facto come standard. Linux ad esempio è scritto totalmente in C, tranne alcune piccole parti in Assembly (linguaggio macchina). La differenza di rendimento, al momento dell'esecuzione del programma, tra il C e gli altri linguaggi “facili” è di un ordine di grandezza a due cifre. La differenza di rendimento dello sviluppatore è difficile da valutare: in C si riesce a fare in poco tempo cose difficili che sono impossibili con i linguaggi "guidati". I quali invece con un click fanno le cose facili che poi però è difficile controllare e modificare. Questo è un limite per l’adattatività del software con i suoi necessari processi di modifica e implementazione (in previsione di un ciclo di vita del prodotto che è lungo per SOS e invece corto per il software proprietario). La scelta del linguaggio è un elemento centrale nella costituzione di una cultura hacker diffusa e allo stesso tempo differenziata. Attualmente si contano circa 500 linguaggi di programmazione, tra cui i più di moda sono presenti nello schema a pag. 10: Perl, Ruby, Python. Il modello monolitico implica un’omogeneità diffusa nel codice prodotto (comportamento), quindi una omogeneità derivante in primis dallo stile di programmazione e in second'ordine da una attualizzazione produttiva generalizzata della cultura hacker. Per lo meno a livello di progetto SOS, ma non solo. Si genera così una cooperazione-solidarietà che E.D.Durkheim avrebbe definito meccanica. In queste comunità virtuali si "parla" lo stesso linguaggio, o anche altri linguaggi condivisi. Si fluttua all'interno di una cultura fluida ma comune, nuova, difficilmente definibile, ma robusta. E' come se la solidarietà meccanica di E.D.Durkheim avesse battuto la sua stessa solidarietà organica, tipica delle grandi corporations come IBM, SUN, Microsoft, Oracle, riproponendosi sullo scorcio della fine del XX secolo come “solidarietà meccanica virtuale”. Ma bisogna tener conto della non reversibilità storica degli standard introdotti ad esempio da IBM, SUN, Microsoft, cioè di tutto lo hardware e il software introdotto da queste corporations capitalistiche, nonché del fatto che molti degli hacker che partecipano ai progetti Open Source sono dipendenti di queste stesse corporation (Paccagnella, 2010:75). La solidarietà meccanica del SOS quindi si “basa” comunque, come su uno stack, sulla solidarietà organica sviluppata precedentemente dalle corporation. La compenetrazione è tale da “indurre a parlare di un revival dell'etica capitalistica nel mondo dell'open source” (Paccagnella, 2010:75). Ma la contaminazione tra i due mondi è reciproca. I dipendenti delle corporation che partecipano ad un progetto open source vivono positivamente la loro esperienza, perchè è bello lavorare in una comunità virtuale open source. Nel caso di Wikimedia poi gli sviluppatori sono dipendenti di una Fondazione Open Source che diffonde software ma soprattutto “conoscenza open source” (Paccagnella, 2010:149) raccogliendo donazioni, contributi, finanziamenti. Le relazioni nell'ambito open source hanno una spontaneità, un’imprevedibilità, e soprattutto una complessità che sarebbe più opportuno definire organiche per similitudine con il mondo vivente studiato dalla biologia.
Marx e la cooperazione
La sociologia strutturalista o sistemica, compresa quella di Marx, si preoccupa dell'ordine sociale nel senso pratico del “chi deve fare cosa”, in un modo che sarebbe corretto definire meccanico. Il “chi” umano può variare come nella sostituzione di un pezzo di macchina, mentre il “cosa”, un artefatto materiale o immateriale o più probabilmente un mix di entrambi, deve essere costruito secondo gli standard minimi di qualità richiesti in quello specifico contesto storico che possono variare enormemente in termini sociali, spaziali, temporali. Questa concezione meccanica è ben esemplificata da K.Marx quando parla della cooperazione: “Ogni lavoro sociale in senso immediato, ossia ogni lavoro in comune, quando sia compiuto su scala considerevole, abbisogna, più o meno [NdR: sic!], d'una direzione che procuri l'armonia delle attività individuali [NdR: in contrasto con la teoria della storia come storia di lotta di classi] e compia le funzioni generali che derivano dal movimento del corpo produttivo complessivo, in quanto differente dal movimento degli organi autonomi di esso. Un singolo violinista si dirige da solo, un'orchestra ha bisogno di un direttore” (Marx, 1956:28). Da notare la centralità del fattore di scala, del passaggio quantitativo considerato determinante da K.Marx dal singolo violinista alla pluralità di un'orchestra, ignorando tutto il contesto materiale e immateriale. B.Latour avrebbe molto da dire sulle relazioni tra attori umani e non, nello specifico tra violino e violinista. Sulle interazioni tra i vari attori quali violinista, orchestra, strumenti solisti, pubblico, direttore d'orchestra, organizzazione teatrale, squadra dei vigili del fuoco presenti in sala, diritti d'autore sulla musica, vedi lo sviluppo di Linux e "La Cattedrale e il Bazar" (Raymond, 1997). L'esempio del direttore d'orchestra pone problemi interessanti sul tema della cooperazione umana. Marx stranamente fa un esempio culturalista, dove non si tratta di produrre telai meccanici, gli spilli di Adam Smith o altre merci o servizi, ma di realizzare opere artistiche in modo creativo, secondo pratiche che risalgono ad un mondo pre-industriale. Fa un esempio che va contro tutta la sua teoria. Perchè la produzione di arte è un punto critico per la sua teoria dello sfruttamento come estrazione di plusvalore-pluslavoro. Perchè esalta l'individualità del direttore d'orchestra, dell'autore della musica, degli stessi orchestrali contro la sua teoria delle classi che annullano l'individuo. Perchè la "produzione sociale" di una esecuzione orchestrale non ha niente a che fare con la sua teoria della "produzione sociale": "...nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, rapporti di produzione che corrispondono ad un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L'insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ovvero la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale" (Marx K., 1976:46). L'espressione di "forme determinate della coscienza sociale", come ad esempio una performance musicale, implica gli stessi meccanismi gerarchici di produzione sociale basati sulle "forze produttive materiali" [NdR: l'enfasi è mia]. Per inciso e per tornare al tema della inesistenza della società e del "sociale" come spiegazione dei fenomeni "societali" (Mann, 1986:cap.1), si noti che Marx nella espressione iniziale "nella produzione sociale della loro esistenza" [NdR: l'enfasi è mia] introduce come dati per scontato i rapporti sociali che organizzano la produzione dell'esistenza umana e che costituiscono un sottoinsieme della "società" che ne garantisce l'esistenza materiale. Questo significa spiegare la società con la società. Fa poi sparire questi rapporti sociali all'interno del determinismo assoluto di un non meglio precisato "grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali", per farli riapparire, non si sa in quale posizione, come "forme determinate della coscienza sociale" [NdR: l'enfasi è mia]. Per perfezionare l'approccio sistemico Marx non si accontenta di una struttura ma ne introduce una seconda messa sopra alla prima, e forse una terza di stampo culturale (le "forme determinate della coscienza sociale); lascia così agli eredi della sua teoria (in primis F.Engels) l'oneroso e ingrato compito di studiare le relazioni tra le due (o tre) "strutture". Cito un esempio di applicazione della teoria marxiana della divisione sociale del lavoro che spiega la tragedia e il collasso della rivoluzione bolscevica del 1917 come attualizzazione della scuola filosofica e sociologica marxista: “Gli ultimi capitoli hanno rivelato errori più persistenti pertinenti la storia mondiale compiuti da movimenti dei lavoratori eccessivamente produttivisti e statalisti, sotto la influenza del Marxismo e del Luteranesimo, particolarmente incapaci di apprezzare le complessità distintive delle lotte agrarie, convertendo così potenziali alleati contadini in nemici.” (Mann, 1993:725). Per il SOS invece, nonostante la sua modernità, l'esempio del direttore d'orchestra calza fin nei dettagli, proprio perchè introduce le creatività individuali dell'autore, del direttore, degli orchestrali tutti. Perchè produce beni immateriali che creano piccole comunità virtuali che ascoltano e producono la musica uniti in un corto circuito dove l'ascolto è anche co-produzione estetica. Il rapporto economico di scambio monetario di mercato, il pagamento del biglietto, è marginale, quasi fastidioso. La performance viene preparata dal direttore d'orchestra e dai musicisti testando assieme "il prodotto" fino al rilascio finale, come nel debugging di un SOS. L'autore ha il suo copyright, ma il direttore prende, usa, trasforma lo spartito dell'autore come ogni utente finale può fare gratuitamente e liberamente di un SOS. Non a caso i SOS recano con sé, a conclusione del download, l'invito "Enjoy". Il rapporto tra autore, direttore, orchestra, pubblico non è gerarchico. Come nel SOS l'organizzazione del lavoro non è gerarchica ma paritaria anche se basata su una leadership riconosciuta. E' molto importante sottolineare la scaletta di possibili interazioni gerarchiche tra autore, direttore o interprete, orchestrali, pubblico. Nel rapporto tra autore e direttore/interprete c'è il classico copyright dei "beni dell'ingegno umano" (Paccagnella, 2010:97); oggi molti registi cinematografici comprano gli interi diritti d'autore di un libro e lo modificano, stravolgendolo a loro piacimento, per scrivere la sceneggiature del film. Si innesca una complessificazione del prodotto culturale con a volte il rilancio del libro originale e accurate comparazioni tra l'opera scritta e l'opera filmica. Quest'ultima è spesso prevalente sulla prima mentre tra autore di spartiti musicali e direttore d'orchestra il rapporto è sempre a vantaggio del "creatore originale", perchè l'esecutore non può stravolgere il testo originale. Il film invece ha una forte valenza commerciale in quanto è una produzione capitalistica moderna di un bene culturale di larga diffusione, è il prodotto di una “industria culturale”, nel bene e nel male. L'interazione tra direttore e orchestrali potrebbe assomigliare vagamente sul piano formale a quella di una precisa divisione del lavoro di tipo corporativo medievale o di una grande "bottega" rinascimentale. Ma senza addentrarci in una analisi di questo tipo, concludiamo che le differenze sono abissali, soprattutto nel rapporto triangolare degli orchestrali con il progettista (l'autore dello spartito), il direttore (interprete e interfaccia con il pubblico), il pubblico presente nell'auditorium. Nel caso del regista il rapporto con la complessa struttura di produzione del film è forse più gerarchico e frazionato, anche se non si può certo dire che un set cinematografico holywoodiano assomigli ad una fabbrica fordista. Arriviamo al punto fondamentale dell'interazione tra autore, direttore, orchestra, da un lato, unificati come performance unica, e il pubblico inteso riduttivamente come unità dall'altro. Questo rapporto non è gerarchico, non solo, ma è di un’incredibile sottigliezza e complessità. Si può parlare di una forma di sociazione ludica così definita: "La sociazione è quindi la forma, che si realizza in innumerevoli e differenti modi, in cui - sulla base di quegli interessi sensibili o ideali, momentanei o durevoli, consci o inconsci, che spingono in modo causale o che muovono in modo teleologico - gli individui crescono insieme in un'unità in cui questi interessi si realizzano" (Simmel, 2005). Questa di Simmel è un'ottima descrizione delle comunità virtuali del SOS. Precisiamo le caratteristiche fondamentali indicate da Simmel: l'esclusione di tutto ciò che per la personalità ha un'importanza oggettiva come status, successo, fama, ricchezza, per arrivare ad un tendenziale rapporto tra eguali; l'avere sé stessa come unico scopo; l'elaborazione e la trasformazione in forma ludica e leggera della realtà della vita. Nel caso della produzione capitalistica, tutti questi rapporti invece sono fortemente gerarchici e asimmetrici, sono mortalmente "seri" ed escludono ogni leggerezza ludica, soprattutto non hanno sé stessi come unico scopo (il lavoro serve solo a guadagnare salari/stipendi). Quello che Marx sottovaluta è l'intero processo di co-produzione sociale dell'arte, della cultura, della tecnoscienza (da lui inglobata come un blocco di granito nel "capitale"). Sparisce in questo modo l'intera fase, delicatissima, della "progettazione" dell'opera artistica, culturale, tecnoscientifica. Che si tratti di processi anche non intenzionali ha poca importanza. Con Linux questa "progettazione individuale" con l'apporto asincrono di tutti gli altri attori sociali diventa, grazie alla materialità-immaterialità di Internet, una progettazione sincrona collettiva (tendenzialmente). Sicuramente tracce di questo mutualismo creativo erano sempre state presenti storicamente, ad esempio, nelle corporazioni medioevali. Ma il motore attivato da Linux del "debugging" quotidiano, massivo, collettivo, parallelo, ha portato la trasparenza del progetto e la possibilità di interazione della comunità sviluppatori/utenti-finali a livelli mai raggiunti prima. Il livello di scambio culturale è così intenso che porvi dei freni sarebbe la morte dell'intero processo di sviluppo. Gli stessi problemi di licenza d'uso si pongono nel campo della ricerca scientifica, dove i processi tendenziali di apertura si oppongono ad analoghi processi di chiusura delle conoscenze (Paccagnella, 2010:101,Nota9), con una recente prevalenza dei primi (citazione sulle peer review).
L'ape-robot
Quanto segue è un esempio di approccio organizzativo differente da quello gerarchico. Utilizza l'Intelligenza Artificiale per organizzare piccoli robot volanti. "Migliaia di insetti robot sono pronti a levarsi in cielo con una missione comune" (Le Scienze, maggio 2013:91). Gli autori sono un professore di "Biologically Inspired Engineering", una professoressa di informatica specializzata in ricerca sul comportamento collettivo, fondato a sua volta su Intelligenza Artificiale, Robotica, Biologia, ed un professore di elettrotecnica ed informatica. Il loro obiettivo è quello di creare degli sciami di api-robot che sostituiscano l'impollinazione delle api naturali, dopo la moria drammatica di una altissima percentuale di colonie. Questo è un buon indice di una crisi ambientale dagli effetti imprevedibili e molto, molto pericolosi. Estraggo dall'articolo l'aspetto di biologia comportamentale da cui partono gli autori (il regime "sociale" delle api, la loro cooperazione, la loro efficienza nella divisione del lavoro, la loro capacità di adattare "socialmente" comportamenti di routine ad eventi imprevisti quali la morte della regina, la comparsa o la scomparsa di cibo, l'apparizione di epidemie nell'alveare-nursery). Passo poi ai loro modelli sperimentali di comportamento collettivo: "Del resto sarebbe difficile capire il comportamento emergente dei sistemi fisici se non facessimo prove con hardware vero." (Le Scienze, maggio 2013:95). Per inciso, ricerche parallele sulle api, nel numero precedente di Le Scienze, confermano che le tre attività principali delle api-operaie (le tuttofare), sono la cura della regina, l'approvvigionamento di cibo, la manutenzione, pulizia e difesa dell'alveare (che è una nursery di api-operaie; ad un osservatore sociologico potrebbe sembrare una situazione post-fordista). In questa analisi del comportamento delle api operaie è stata rilevata una "carriera" nei tre ruoli basata sull'età (nella biologia comportamentale alcuni aspetti non sono spiegati, non potendosi parlare di "esperienza" nel caso delle api operaie).I ricercatori hanno problemi immediati di ingegneria del robot ma soprattutto di "organizzazione" dell'alveare. Tentano di ricostruire via software "l'intelligenza di sciame". I due punti importanti dell'esperimento, oltre la solita convergenza di protesi materiali e immateriali, sono l'ispirazione ad un modello biologico naturale di comportamento sociale senza leader, e la sua traduzione in un modello di simulazione software che viene sperimentato. Per sottolineare l'importanza di questo aspetto, relativo agli insetti sociali, riprendo il dibattito sulla teoria del “Social Brain Hypothesis” di Robin Dunbar (Dunbar, 1998) e (ICCI, 2012). Dunbar sostiene che il maggior volume del cervello umano sia un effetto evolutivo della pressione della socialità dei gruppi umani, in sostanza che sia aumentato di volume e di funzioni (soprattutto la neo-corteccia) per adattamento biologico alla evoluzione “sociale” di gruppo del genere “Homo”. La principale obiezione a Dunbar è che questa stessa socialità sia presente negli insetti “sociali” totalmente privi di neo-corteccia. Questo problema è affrontato, suscitando roventi polemiche, da E.O.Wilson (Wilson, 2013) che conferma l'ipotesi di Dunbar, ribadendo la logica evolutiva dello scandaloso “parallelismo” tra insetti e umani (anche se ironizza che a suo tempo scandalizzasse molto il fatto che gli umani venissero confrontati con le orribili “scimmie”). Quello che è più interessante, e che è comune a Dunbar e Wilson, è la definizione delle interazioni di gruppo (“sociali”): “I sistemi sociali più complessi sono quelli eusociali, cioè quelli che letteralmente hanno <<una buona condizione sociale>>. I membri di un gruppo animale eusociale, come un formicaio, appartengono a generazioni multiple e si dividono il lavoro in un modo che, almeno esteriormente, sembra altruistico.” (Wilson, 2013:127) [NdR: l'enfasi è mia]. Viene specificata meglio la complessità di questa scelta evolutiva comparsa negli insetti, in una specie di talpe africane, e poi negli ominidi: “La via verso la eusocialità era tracciata sulla carta da una competizione fra la selezione basata sul successo relativo degli individui all'interno dei gruppi contrapposta al successo relativo fra i diversi gruppi. Le strategie di questo gioco si tradussero in un mix complicato di altruismo accuratamente calibrato, cooperazione, competizione, dominio, reciprocità, defezione, e inganno. Per stare al gioco nel modo umano, le popolazioni che si evolvevano dovevano acquisire un livello ancora superiore di intelligenza. Dovevano immedesimarsi negli altri, misurare le emozioni di amici e nemici, giudicare le intenzioni di tutti e pianificare una strategia di interazioni sociali individuali. Perciò il cervello umano diventò contemporaneamente assai intelligente e intensamente sociale.” (Wilson, 2013:21) [NdR: l'enfasi è mia]. L'aspetto che volevo sottolineare, nell'ambito delle ipotesi avanzate da Dunbar e Wilson e quindi in corso di discussione e verifica, è la sperimentazione pratica e la ricostruzione in laboratorio di questi algoritmi evolutivi condotta dal gruppo “ape-robot”. Nell'approccio "filosofico" di Marx e Durkheim manca completamente l'idea della sperimentazione. Durkheim, con l'uso delle statistiche (soprattutto Halbwachs), cerca di monitorare l'esistente, ma tenta solo di mantenere "l'ordine sociale" che conosce. Tenta di mantenere le cose così come sono, preoccupandosi, ma in senso reattivo, della dinamicità della storia acceleratasi proprio ai suoi tempi (Comune di Parigi etc). L'approccio pragmatico della scuola americana viene confermato ancora una volta: se tento di costruire una protesi (materiale e immateriale) ho la possibilità di "conoscere" la natura. Le api robot mi aiutano a conoscere le api. Il software di organizzazione di un alveare probabilmente sarà utile per "organizzare" una città o scoprire proprietà emergenti di un’intelligenza di sciame "umana" (Vedi il §8.5 sulla rivoluzione digitale e le scienze cognitive). Il punto centrale dell'articolo, assente nell'ipotesi di ordine sociale di Durkheim e nel tipo di cooperazione previsto nell'orchestra di Marx, è: la divisione intelligente del lavoro. Cioè una divisione del lavoro in cui è l'agente singolo (essere umano o robot) che ha un software individuale che lo allinea al comportamento degli altri ed alle variazioni ambientali. Questa capacità non può essere la norma di Durkheim o i ruoli interiorizzati di T.Parsons, perchè non ci sono leader, cioè le decisioni sono completamente decentralizzate, pur restando coordinate. Non solo ma nessuna omeostasi può spiegare il cambiamento endogeno della "struttura". Ma l'aspetto più importante ancora è che queste "decisioni senza leader" si adattano ai cambiamenti imprevisti in qualunque punto si verifichino e qualunque sia l'ape operaia-robot che lo rilevi. Questo implica una enorme resilienza del sistema ed una sua adattività molto significativa. Si potrebbe assimilare questa "divisione intelligente del lavoro" alla intelligenza collettiva vista nelle CoP al paragrafo 7.4.6, che origina una "Implicitly held Knowledge" che funziona come i comportamenti "innati" delle api. Questo modello di "divisone intelligente del lavoro", privo di leader o di autorità centrali, è stato adottato anche dalle società umane: ne restano tracce a livello antropologico, anche recente, nelle attività "sociali" dei raccoglitori-cacciatori residui, pigmei mbuti, bushmen del Kalahari, aborigeni australiani, nativi americani poco prima del genocidio. Ne restano tracce archeologiche significative nella civiltà pre-statali, quindi senza un potere centrale di direzione e coordinamento, quali le civiltà megalitiche di Stonehenge (Sewell, 2008:64), le civiltà della Antica Europa (Vilar, 1997:93-112) e (Catalogo, 2008). Questa intelligenza collettiva, con la sua apertura cognitiva e la sua empatia generalizzata, potrebbe essere utile per affrontare i problemi che la specie umana deve oggi affrontare derivanti da modifiche ambientali indotte dalla specie umana stessa. E' questo che rende difficili le soluzioni ai problemi. La cultura e gli artefatti, le protesi di vario tipo che hanno creato un problema, difficilmente si possono auto-modificare per affrontare i problemi che hanno creato. Nemmeno l'attuale tecnologia o tecnoscienza né la vantata efficienza del mercato è scontato lo possano fare in tempi utili (Donella e Dennis Meadows et al, 2006:270-271). OSE è uno di questi tentativi.
Il modello biologico dell'alveare
"Ora consideriamo l'alveare. Le colonie di api non hanno né supervisori né autorità centrali, eppure decine di migliaia di insetti si dividono il lavoro e svolgono i compiti necessari per la salute dell'alveare. Quando c'è bisogno di più polline partono alla ricerca più api del solito. Quando l'alveare ha bisogno di manutenzione, le api restano a casa. E se qualcosa va storto, per esempio se la regina muore inaspettatamente, gli insetti si adattano in fretta alle nuove circostanze. Come fa una colonia numerosa a prendere decisioni complesse senza perdere tempo, senza confusione dovuta a possibili incomprensioni, e soprattutto senza nessuno al potere?" (Le Scienze, maggio 2013:91). L'obbiettivo dei ricercatori è quindi quello di realizzare uno sciame di robot coordinati, non tanti singoli robot e nemmeno un solo singolo robot che comprenda nelle sue funzioni quelle di un intero sciame. In breve, lo schema filosofico seguito è quello atomistico. Se consideriamo i piccoli robot, tralasciando le api che hanno fornito il modello, potremmo parlare di una società di robot, anziché di sciame, un termine che rimanda alla zoologia. "Fin dai primi anni novanta gli informatici che lavorano nell'ambito della cosiddetta <<intelligenza di sciame>> (swarm intelligence) hanno generato potenti algoritmi ispirati agli insetti sociali, per simulare comportamenti che vanno dalle strategie di ricerca coordinata alla divisione intelligente del lavoro. Pur disponendo di questi algoritmi, purtroppo, uno sciame non può essere gestito come un solo robot." (Le Scienze, maggio 2013:94-95). Questo è il passaggio fondamentale: l'algoritmo da usare riguarda l'intera colonia: "Dobbiamo poter tradurre comandi globali in programmi di comportamento individuale: ci serve un linguaggio di programmazione per le colonie." (ibidem). Assomiglia alla via scelta da Durkheim, un algoritmo di comando globale che si traduca in un programma di comportamento individuale. Ma i ricercatori non sapendo come fare scelgono due strade, due software. Il primo chiamato Karma riceve le "informazioni" dai robot e definisce l'allocazione ottimale delle risorse destinate ai diversi compiti. Qui il modello sembra quello del "mercato" della scuola neo-classica che realizza il perfetto equilibrio della allocazione di risorse, molto diverso dal modello Durkheim. Ma spunta una seconda alternativa, molto più interessante, anche se apparentemente complessa: "Un altro approccio, chiamato OptRAD (da Optimizing Reaction Advection Diffusion), tratta la colonia di robot volanti come un fluido che si diffonde nell'ambiente. In questo caso ogni RoboBee usa un algoritmo probabilistico per decidere se svolgere un compito o meno in base allo stato dell'ambiente in quel momento. Trattare il sistema come se fosse un fluido permette a OptRAD di ragionare a un livello superiore in merito ai risultati attesi, e di modificare il comportamento per adattarlo alle nuove circostanze." (ibidem). Questo modello è più vicino all'individualismo metodologico di Weber, pur rimanendo un modello tutto da sperimentare sui piccoli robot, e valido solo per loro. L'ipotesi che si può fare sull'orchestra portata ad esempio da K.Marx è che anche a livello umano, con la frequentazione faccia a faccia e l'esperienza di attività comuni, si sviluppi un’intelligenza di gruppo, o collettiva come quella delle CoP, che permette una divisione del lavoro sincronizzata a livelli di efficienza "biologica" grazie alla sua "Implicit Knowledge". La funzione del direttore è solo quella di "realizzare lo sciame" su quella specifica performance, o di creare una CoP che duri il tempo della tournée artistica. L'articolo prosegue dicendo: "Il progetto è open source: chiunque sia interessato può creare i propri Kilobot oppure comprarne già pronti da K.Team, un'azienda che opera nel settore educational. La nostra speranza è che la disponibilità di un kit di robotica standard ispiri nuove idee e stimoli il progresso, in modi che per i singoli sarebbero impossibili. In fondo anche noi come le api, abbiamo bisogno del potere della collettività per diventare qualcosa di più della somma delle nostre parti." (ibidem). L'Open Source entra nella "organizzazione" e divisione del lavoro "intelligente" e necessaria.
Le Comunità di Pratica - CoP
Queste comunità si auto-costruiscono ponendo e realizzando un obiettivo condiviso ("facendo", "making", come abbiamo visto nei makers all'opera in HOS). Le comunità costruiscono progetti e facendo (practicing) costruiscono cultura, conoscenza, learning, knowledge. "In a nutshell: Communities of practice are groups of people who share a concern or a passion for something they do and learn how to do it better as they interact regularly." (Wenger, 2006). I tre elementi caratteristici di una CoP sono:
- il Dominio, cioè il progetto, l'impresa condivisa da cui nasce spontaneamente, naturalmente e organicamente la CoP (secondo Wenger la "intenzionalità" può essere o no presente)
- la Comunità, i cui membri interagiscono direttamente tra loro e imparano, sia a livello pubblico (di comunità) sia a livello privato (tra individui)
- la Pratica, la CoP non è una "comunità di interessi"; "Members of a community of practice are practitioners." (Wenger, 2006)
Schema di una CoP:
Le comunità di hacker (Oudshoorn et al, 2003:29-50) hanno con esattezza tutte le caratteristiche ideal-tipiche di una CoP, anche se ci sono altre, varie e differenziate, forme di CoP, che sono sempre esistite: "Communities of practice are formed by people who engage in a process of collective learning in a shared domain of human endeavor: a tribe learning to survive, a band of artists seeking new forms of expression, a group of engineers working on similar problems, a clique of pupils defining their identity in the school, a network of surgeons exploring novel techniques, a gathering of first-time managers helping each other cope." (Wenger, 2006) e (Costa et al, 2004:259 Box 7.4). Va posta l'enfasi sull'esempio antico di CoP: "a tribe learning to survive" per focalizzarne l'estensione nel tempo e nello spazio, la profondità e l'ampiezza di differenziazione degli obiettivi umani. Questo aspetto unitario, ideal-tipico, tratto da un così enorme arco temporale, era presente quando si è parlato in §4.2 della "CoP" Linux come "convenzione" (Costa et al, 2004:14). Si tratta di una cooperazione o mutuo aiuto nell'agire empirico del gruppo che realizza i suoi propri obiettivi. Si tratta di un tipo di "potere collettivo" dove i partecipanti aumentano il loro potere in termini di raggiungimento degli obiettivi individuali e soprattutto di cultura-conoscenza che è l'elemento centrale e il contesto principale della loro interazione. Tale potere va distinto da quello "distributivo": "For B to gain power, A must lose some - their relationship is a <<zero-sum game>> where a fixed amount of power can be distributed among partecipants. Parsons noted correctly a second collective aspect of power, whereby persons in cooperation can enhance their joint power over third parties or over nature (Parsons 1960:199-225)." (Mann, 1986:6). Un aspetto importante delle CoP è la loro capacità di proliferare e di aggregarsi in organismi cognitivi e fattivi più ampi e complessi che interagiscono tra loro facendo interagire le varie comunità. I progetti, o nel linguaggio CoP i domini, vanno a costituire un eco-sistema di culture-conoscenze che si intrecciano e che possiamo chiamare Intelligenza Collettiva di quel determinato complesso di CoP. Questa "Collective Intelligence" emerge nel penultimo passo del ciclo rappresentato nella immagine sottostante. Questa potrebbe essere la necessaria proprietà diffusiva di un potere sociale emergente: "Diffused power, however, spreads in a more spontaneous, unconscious, decentered way throughout a population, resulting in similar social practices that embody power relations but are not explicitly commanded." (Mann, 1986:8). Nel caso generale le CoP possono essere intenzionalmente "aiutate a nascere" nei più svariati settori: "Where is the concept being applied? The concept of community of practice has found a number of practical applications in business, organizational design, government, education, professional associations, development projects, and civic life." (Wenger, 2006). Anche se non quantificabile, questo è un chiaro indice della fitness interstiziale delle CoP. Nel caso dei progetti software queste culture costituiscono una piattaforma; ad esempio lo stack LAMP che abbiamo visto. A sua volta la piattaforma LAMP ha permesso la diffusione planetaria di Internet, gratuitamente, permettendo così la formazione di altre CoP come Fairphone. Una CoP è un processo che si autoalimenta e che può cambiare dinamicamente nei suoi membri, nei suoi obiettivi, adeguandosi al contesto-ambiente, automodificatosi e modificando la "struttura" (Rao, 2011:97), quindi uscendo dallo schema statico di T.Parsons della "omeostasi".
Sociologia generale 2
Il ruolo fondamentale del leader carismatico pur mantenendo tutta la sua importanza storica viene sottoposto ad interazioni di nuovo tipo. Nelle società pre-statali con "chefferie" sviluppate il "big man" veniva sottoposto ad una stressante verifica delle sue prestazioni e ad una continua produttività a favore della comunità. Anche nelle moderne comunità virtuali si creano tensioni di questo tipo, vedi il caso di Jimbo Wales, fondatore di Wikipedia, citato in (Paccagnella, 2010:158 e nota 17). Oggi in modo analogo la vicinanza virtuale ottenuta tramite la rete, l' "open access" del comune operare, e soprattutto le abilità "hacker" molto differenziate dei membri individuali della comunità, che si sviluppano proprio grazie all'Open Access ed al conseguente Learning By Doing di SOS e di HOS, sottopongono leader carismatici come Torvalds e Stallman ad una puntuale verifica del loro contributo ai progetti, intesi come bene comune, da loro stessi iniziati. In altri punti di LCEIB si abbina il termine di leader al termine di "coordinatore". La differenza delle due accezioni sta nel fatto che la guida indica teleologicamente la meta, mentre il coordinatore si limita ad aiutare i membri della comunità che già conoscono la meta comune ad interagire tra loro per raggiungere l'obiettivo condiviso con comunicazioni, se possibile, gricianamente compatibili (vedi §8.5). In un altro passaggio chiarisce che "una leadership fondata sulla costrizione non produrrebbe i risultati che abbiamo visto". Questo aspetto si lega strettamente alle caratteristiche delle convenzioni viste nei §4.2 e §7.5. In generale tramite i mezzi di comunicazione di massa, la rivoluzione digitale, l'ampliamento delle esperienze virtuali e visuali tramite cinema e TV, in quella che viene definita società di massa, i leader carismatici si moltiplicano ai vari livelli del sistema comunicativo. Diventano "spettacolari" molteplici personaggi della cultura, dell'informazione, della scienza, della religione, della cultura come industria di massa.
Sociologia delle organizzazioni
Linux si presenta come "convenzione" (Costa et al, 2004:16) con caratteristiche che lo distinguono dagli scambi di mercato e dalle "gerarchie" (le normali imprese capitalistiche basate sul principio di autorità). In realtà la struttura anche gerarchica di alcune comunità è molto complessa e variabile. Nel caso della Wikimedia Foundation che gestisce Wikipedia: “Spesso dipinta come un progetto <<anarchico>> i cui risultati emergono <<miracolosamente>> come frutto della cooperazione più spontanea, Wikipedia si rivela in realtà un'organizzazione articolata e affascinante costantemente in bilico tra l'impegno a preservare lo spirito comunitario e informale del progetto e la necessità di istituzionalizzare pratiche e ruoli capaci di difenderlo dalla disgregazione.” (Paccagnella, 2010:156). Si assiste in molti casi ad un processo di istituzionalizzazione come effetto emergente, di nuove definizioni di ruoli, di modelli innovativi di “comunità” come le CoP che sono gruppo organizzati di attività che si intrecciano con altri gruppi.
Sociologia generale 3
La fiducia è un processo di interazione basato sulla memoria, il calcolo, la previsione, la percezione e la simulazione delle altrui intenzionalità, il controllo situazionale, la categorizzazione dell' “altro-da-sè”. Agisce come tale all'interno delle relazioni istituzionali role-based, influenzandole o in certi casi sostituendosi ad esse. E' fondamentale nel caso delle CoP per la cooperazione, cioè per una divisione del lavoro vista in chiave positiva di simbiosi mutualistica come processo dinamico e non come “divisione” ex post di un “lavoro” dato ex ante. Viene trattata come “capitale sociale” visto come “bene pubblico” in (Bagnasco et al, 2007:§7, cap.3, p.98). Qui la fiducia, il capitale sociale, la cooperazione, vengono trattati tout court come “organizzazione sociale [NdR.enfasi nel testo], vale a dire di come gli individui hanno imparato a coordinare stabilmente le loro interazioni, creando apposite strutture artificiali nelle quali cooperare, con risultati complessivi” (Bagnasco et al, 2007:99). Questa definizione di “organizzazione sociale” come gruppi associati nel perseguire i loro scopi assomiglia alla definizione di società come “multiple social power networks” di M.Mann. La fiducia è quell'elemento funzionale pervasivo che ne permette l'intero ciclo di vita. Ma se non se ne traccia empiricamente la genesi e la fisiologia tutta la base di esistenza dell'intera società rimane un’allusione indefinita. Sempre (Bagnasco et al, 2007:441), citando Dasgupta ed Etzioni, tratta della fiducia come prerequisito di un corretto funzionamento del mercato ma non spiega come il mercato persista nei suoi meccanismi nonostante ripetute, palesi, violazioni di tale fiducia. La spiegazione di M.Mann è che queste situazioni perdurano storicamente a causa della “social cage” che impedisce il formarsi di alternative empiricamente e culturalmente fruibili, alla portata di vari attori sociali. Un altro punto di vista che parte dalla biologia evoluzionistica dice “In ogni nostro gruppo troviamo una concorrenza spietata, ma anche fiducia reciproca e virtù, i tratti distintivi della selezione di gruppo.” (Wilson, 2013:237). Secondo l'ipotesi della selezione di gruppo, che sostituirebbe l'attuale ipotesi prevalente della selezione di parentela, la fiducia, l'”empatia coatta” e la cooperazione sarebbero i fattori che determinano il successo evolutivo delle rare specie animali, tra cui il genere Homo, che hanno raggiunto la soglia della eusocialità. Secondo i modelli matematici di M.A.Nowak la cooperazione basata sull'altruismo, stabilito geneticamente ed epi-geneticamente dalla selezione di gruppo (così come lo “egoismo” si basa sulla selezione individuale e sulla precedente teoria della soluzione di parentela), potrebbe essere uno dei principali fattori dell'evoluzione (Le Scienze, settembre 2012:86). M.A.Nowak ha trovato in questo modo soluzioni cooperative al "dilemma del prigioniero", tassello importante delle teorie economiche sul comportamento umano basate sulla utilità marginale.
Sociologia generale 4
Secondo Mann le varie società storiche e protostoriche si costituiscono a partire da gruppi umani che si "organizzano" per raggiungere veri e molteplici fini. E' quindi necessaria una teoria motivazionale che tracci e rappresenti l'origine, l'evoluzione, il dispiegarsi di molteplici obbiettivi che i gruppi umani si pongono e si sono posti nel passato. Mann si propone di affrontare uesto tema in un prossimo lavoro. Nel raggiungimento di questi obbiettivi gli esseri umani si organizzano in gruppi al cui interno vige una divisione "intelligente" del lavoro bsata su quella che in §7.6 ho chiamato "fiducia". Tale "fiducia" è quindi il fattore operativo che realizza gli obiettivi che gli esseri umani si pongono, attraverso gli "organizational means" di gruppo o "societali" (protesi materiali e immateriali come le strade pavimentate, la scrittura, la moneta, internet), costruiti ad hoc e variamente cristallizzati o istituzionalizzati. Si può dire come prima approssimazione che la "fiducia" collega i "mezzi" ai "fini". Questa "fiducia" spesso si è cristallizzata in "fede" religiosa (ideologica) o in "fede" nella verità astratta di qualche ideologia secolare o "scientifica". Queste "fedi" sono sistemi "closed source" nati dal carisma naturale di qualche leader o dal carisma istituzionalizzato di re, generali, guide spirituali, imprenditori (le figure viste negativamente dagli ingegneri di IETF, (Paccanella, 2010)). Due autori che hanno avuto il merito di indirizzare nelle loro analisi questo legame tra leader (carismatici), gruppi umani organizzati, possibili scopi dell'azione umana (teoria motivazionale) e coordinamento tra "organizational means" e fini dell'azione umana, sono Hobbes e Machiavelli. Tutt'oggi vengono considerati pietre miliari della scienza politica e dell'indagine sulla misteriosa "natura umana". Quattro secoli di lezioni storiche, i progressi cognitivi delle scienze sperimentali, l'antropologia evoluzionistica e la biologia del comportamento, hanno profondamento modificato il quadro concettuale cui facevano riferimento questi due autori. La mia critica principale a Hobbes è la fissità metafisica della sua concezione della natura umana e la dubbia unilateralità del suo pessimismo. Per quanto riguarda Machiavelli, ritenuto il fondatore di una "moderna scienza storica realista", il cui "Principe" è stato preso a modello da Gramsci e involontariamente da molti altri, ritengo non tenga conto del fondamentale carattere "developmental" della storia e della sua cumulatività (vedi §7.1, §7.3.1 e l'esempio di costruzione sociale dello stack LAMP in §3.3). Non è forse il Leviathan di Hobbes il modello inconscio del prof.Tanenbaum che sostiene la necessità di un rigido controllo per gestire i "mille gatti ringhiosi" del progetto Linux? (vedi §4.1). Ma il principale problema di queste teorie sta nel fatto che rendono totalmente impossibile quella "fiducia" che è il fattore operativo di ogni costruzione sociale e quindi del raggiungimento di qualsiasi fine. Quella fiducia che si realizza attraverso la divisione intelligente del lavoro (vedi §7.3.4) in un processo attivo e intenzionale di informazione-comunicazione-conoscenza, dalla iniziale "Trust among members" che costituisce poi la "Collective intelligence" e la "Implicitly held knowledge" delle "Community of Practice" (vedi §7.3.6). Sia Hobbes che Machiavelli inoltre considerano quasi esclusivamente i poteri sociali militare e politico, ignorando quello economico (già notevole anche ai loro tempi con il mercantilismo di veneziani, genovesi, olandesi, etc) e quello ideologico-religioso (come il cattolicesimo, la diffusione di sette eretiche, scismatiche, proto-protestanti, ebraismo, islam, etc). Machiavelli non si accorgerà mai ad esempio che tutto il potere politico-militare del Valentino si basava sul potere "ideologico" del padre che controllava la Chiesa Cattolica. Morto il padre, il duca-cardinale Valentino muore combattendo senza alcun "potere" come mercenario al servizio di un re periferico. La "fiducia" si può considerare un fattore costruttivo (e costruito a sua volta) importante delle quattro reti di poteri sociali IEMP, "intertwined, overlapped, promiscuous". Per un approccio alla correlazione tra biologia e scienze umane, tra teorie sociologiche, economiche, politiche, storiche, e la biologia nelle sue varie componenti, che consideri in primis la già citata "selezione di gruppo" proposta da E.O.Wilson e altri, vedi "The Penguin and the Leviathan - How cooperation triumphs over self-interest" di Yochai Benkler, (Benkler, 2011), già autore di "La ricchezza della rete", citata come (Benkler, 2007). Segnalo il cap. 2 "Nature vs. Culture: the evolution of human cooperation" ed il cap.7 "What's Right Is Right ---or at Least Normal: Morals and Norms in Cooperation" di cui cito la frase: "In everiday life, norms can be arbitrary. Often it is not the standard itself, but the coordination of standards that is important" (Benkler, 2011:143). IETF, Linux, SOS, HOS, hanno sviluppato "standard de facto". Le argomentazioni di (Benkler, 2011) possono essere ulteriormente sviluppate studiando i processi attraverso cui questi standards (industriali) o norme (ruoli sociali) o morali (di ideologia immanente) vengono socialmente costruite. La partecipazione alla costruzione di norme, morali, e degli standard industriali attraverso cui le varie protesi culturali si materializzano nella vita quotidiana come protesi materiali, potrebbe rendere più efficiente ed efficace il coordinamento "sociale" di standard, norme, morali, come IETF, Linux, SOS e HOS hanno finora provato. La selezione di gruppo o "multilivello" non eliminerebbe la selezione individuale, ma la regolerebbe in modo "armonico", regolando al contempo il ruolo dei leader, e della relativa "biologia" comportamentale individuale.
Conclusioni
La rivoluzione digitale ed il potere sociale economico
Le tecnologie di produzione-progettazione, distribuzione, consumo e scambio sono state investite e modificate dall'uso di software sempre più affidabili e dal conseguente aumento di connettività grazie ad Internet. Si parla di terza rivoluzione industriale, basata sulla decentralizzazione della produzione, l'uso di stampanti 3D, robot sempre più abili e polifunzionali, nuovi materiali, un rapporto più stretto tra progettisti e utenti finali, tale da consentire una produzione di massa ma personalizzata sulle esigenze del singolo individuo, sia esso produttore o consumatore. Le nuove attività lavorative sono: designer, ingegneri, specialisti IT, esperti di logistica, esperti di marketing ed altri settori (Economist, 2012). Questo significa che le “proprietà emergenti interstiziali” di SOS e HOS si situano nel cuore del processo storico che essi alimentano nella direzione già visibile. Per estrarre da questo processo l'aspetto strettamente sociologico si noti l'avvicinamento funzionale dei ruoli di produttore, disegnatore, consumatore, manutentore. Questo è possibile perchè sparisce di fatto la “merce”: “The lines between manufactoring and services are blurring. Rolls-Royce no longer sells jet-engines; it sells the hours each engine is actually thrusting an aeroplane through the sky.” (Economist, 2012). Il collante software che unisce tra loro le varie figure professionali e queste al loro “bacino di utenza” è quella specie di “fiducia tecnologica” o “fiducia razionale” vista in precedenza in §3.3.6 e in §7.6.
La rivoluzione digitale ed il potere sociale politico
(Bagnasco et al, 2007:§5.2,cap.18,p.441) tratta del rapporto tra stato e mercato. Mentre il manuale di Sociologia tratta del problema in generale ancorandosi alla tradizione passata, più brutalmente (Economist, 2012): “As the revolution rages, governments should stick to the basics: better schools for a skilled workforce, clear rules and a level playing field for enterprises of all kinds. Leave the rest to the revolutionaries”. La difesa da parte dei governi-nazione della vecchia struttura e delle vecchie imprese è criticata nelle righe precedenti: “They [NdR. I governi] shower old factories with subsidies and bully bosses who want to move production abroad”. Questo apre grandi opportunità a SOS e HOS in quanto si evidenzia una specie di supremazia del social power network economico su quello politico tradizionale. (Mann, 2013) fa rilevare come l'attacco "ideologico" degli economisti neo-liberisti alla funzione degli stati nazione, sia smentito dai fatti (vedi nota sul già citato Larry Summers, §3.4.2, che pur essendo un neo-liberista "missionario" è attualmente capo dei consulenti economici del presidente degli Stati Uniti). Moltissimi esempi di stati-nazione ne evidenziano la forte attività e penetrazione economica volta anche ad affrontare i problemi di assistenza, di welfare, di povertà, di cambiamento climatico.
La rivoluzione digitale nei fatti
Dopo la reingegnerizzazione sociale tramite il personal computer del lavoro produttivo degli impiegati in quanto lavoratori forniti di almeno un “desktop”, avviata da Apple prima e da Microsoft/Intel poi a partire dai primi anni 80, si è delineata la possibilità di aprire questa struttura telematica su piani orizzontali via Internet. Dalla rete locale prevista da Microsoft, limitata ad un solo settore aziendale interno, si è passati tramite internet ad una connessione interaziendale o comunque esterna alla azienda di appartenenza. Assieme ai personal computer nascono i web services che portano alla rivoluzione digitale vera e propria: mail elettronica, motori di ricerca, siti interattivi, social network. La rete si riempie velocemente di tutti i tipi di contenuti e diventa essa stessa un servizio integrato e gratuito. Si avvera quando descritto: “legions of entrepreneurs and tinkerers swap designs online, turn them into products at home and market them globally from a garage.” (Economist, 2012). Ad Apple e Microsoft/Intel, nate entrambe in un garage, succedono Google, Facebook, Twitter che ora si trovano “in the leading edge” e che appoggiano e si appoggiano su SOS. Quella che era un’organizzazione sociale del lavoro universalmente generalizzata, basata sul principio delle scatole cinesi cioè sul principio di gerarchia di H.Simon, premio Nobel dell'economia nel 1978, si muove oggi in un tessuto virtuale cooperativo, dove la cooperazione è la nuova faccia positiva della precedente “divisione del lavoro”. La rilevanza di queste tre corporation, sul piano economico, politico e culturale, viaggia in parallelo a quella del SOS.
La rivoluzione digitale e l'hardware
HOS si basa sulla diffusione, la documentazione dei disegni e l'intero processo cooperativo mediato da Internet. Non è da ultimo il servizio di Finanziamento, come documentato nei casi trattati di Fairphone e UDOO. Questo passaggio, lo sviluppo di HOS, seppur ipotizzabile teoricamente, è sicuramente il più difficile e delicato. Mentre SOS si inseriva in un tessuto economico preesistente, modificandolo, HOS si pone in competizione con esso, mirando a sostituirlo. La strategia seguita da OSE è quella più specificamente alternativa. Vengono prodotte delle macchine alternative, ma con le stesse funzioni di quelle esistenti sul mercato, a costi enormemente competitivi, con una struttura di “impresa” radicalmente nuova ed una filosofia di prodotto che rovescia il canone consumistico. OSE si precostituisce la domanda mirando in primis alle comunità che supportano l'agricoltura. Naturalmente queste macchine potrebbero avere altri mercati: senz'altro quello dei paesi del Sud del mondo che potrebbero iniziare a colmare il gap scientifico e tecnologico con il learning by doing assistito via web proposto da HOS. Se questo passaggio troverà spazio nelle relazioni economiche e culturali tra Nord e Sud del mondo cambieranno importanti paradigmi sociali.
La rivoluzione digitale e le scienze cognitive
La psicologia cognitiva nasce dal neocomportamentismo, ispirato a sua volta dalla psicologia funzionalista di W.James e J.Dewey, nata a sua volta dall'ispirazione a C.Darwin ed alla sua teoria dell'evoluzione. Il comportamento umano viene visto come adattamento all'ambiente. La psicologia cognitiva, che adotta un metodo sperimentale e che si focalizza in particolare sulle distorsioni e gli errori dei processi cognitivi, è direttamente collegata con il modello informatico: “L'intelligenza concepita da un punto di vista cognitivista si caratterizza come un sistema che include necessariamente l'insieme dei processi che presiedono l'elaborazione dell'informazione e riflette l'analogia tra l'intelligenza umana e l'intelligenza artificiale, analogia dalla quale non ci si può sottrarre se si vuole descrivere il funzionamento della mente in termini di elaborazione dell'informazione. Infatti, dal punto di vista del funzionamento della nostra mente, l'informazione viene acquisita dal mondo esterno e immagazzinata in memoria e dopo essere stata trasformata viene utilizzata per svolgere un dato compito. La sequenza di tali operazioni, quindi, è analoga al funzionamento del computer, ma negli esseri umani le funzioni intellettive includono anche l'intelligenza.” (Nicoletti et al, 2011:270). Nel trattare l'informazione, la comunicazione e la conoscenza, le scienze cognitive adottano anche il modello dell'elaborazione distribuita (Parallel Distributed Processing), tipico delle reti neurali, ove “...la mente non opera in modo sequenziale e simbolico ma in modo parallelo e subsimbolico.” (Nicoletti et al, 2011:270). Più specificamente nell'uso del linguaggio tra umani: “Sulla base della teoria di Grice [NdR: enfasi nel testo] è stato sviluppato un modello inferenziale applicato alla conversazione. Tale modello, proposto da Sperber e Wilson [1995], enfatizza il fatto che i partecipanti alla conversazione potranno sviluppare delle inferenze che consentano loro di comprendere correttamente quanto si dice se vengono rispettate le massime griciane.” (Nicoletti et al, 2011:173). E' la teoria della Pertinenza, o Relevance Theory, di Dan Sperber e Deirdre Wilson, che rifacendosi alla pragmatica di Charles Morris (e a Charles Sanders Peirce, altro grande iniziatore del pragmatismo americano), mette in relazione i segni con il comportamento che manifestano i partecipanti alla conversazione e con l'intrecciarsi delle loro intenzionalità esplicite o latenti. Si tratta del “fondamentale principio di cooperazione della conversazione” (Nicoletti et al, 2011:173) [NdR: enfasi nel testo]. E' attraverso questi meccanismi che si costruisce la fiducia necessaria alla edificazione di una cultura/conoscenza collettiva o di gruppo. Ma il rapporto tra scienze cognitive e rivoluzione digitale si fa ancora più stretto con la nascita della ergonomia cognitiva nella psicologia cognitiva applicata (vedi UDOO al §6.3). Nell'epoca dei personal computer accade che: “In breve tempo però la vecchia logica della progettazione separata dall'utilizzazione cominciò ad andare in crisi...” (Nicoletti et al, 2011:289). Vedi figura di sotto tratta da (Nicoletti et al, 2011:290):
Si tratta di perfezionare quel potente fattore evolutivo umano delineato da Darwin in “L'origine dell'uomo”. La citazione è tratta da (Wilson, 2013:62): ”La pratica consueta di ogni nuova arte doveva parimenti in qualche leggero grado rinvigorire l'intelletto”. SOS e HOS permettono una comunicazione diretta, gricianamente cooperativa, tra Utente e Progettista, mescolando questi due ruoli tradizionali. Rispondono quindi in modo completo a questa nuova esigenza emergente e sviluppano ulteriormente in senso quantitativo e qualitativo i processi di cooperazione che ne hanno permesso la nascita. La figura di sopra potrebbe evolvere in questa:
Riferimenti
Sigle
- CBPP Commons Based Peer Production (Benkler, 2007)
- CoP Comunità di Pratica o Community of Practice
- DIY Do It Yourself (Fai da te) Pratica molto diffusa nella cultura angloamericana
- ESR Eric Steven Raymond, rappresentante della cultura hacker, autore di “La Cattedrale e il Bazaar” e di “The art of Unix programming”
- FSF Free Software Foundation diretta da Richard Matthew Stallman (RMS)
- GNU Indica tutto il corredo software e le librerie di programmi, necessarie a costituire un sistema operativo completo con l'esclusione del kernel. E' un enorme lavoro di costruzione software. Gigantesco. GNU ha anche costruito le migliori librerie di corredo grafico per l'interfaccia del sistema operativo (migliori nel senso hacker). E' un acronimo di cui non si conosce l'origine. Scherzosamente viene spiegato in modo ricorsivo da RMS: GNU is Not Unix
- HOS Hardware Open Source
- HW Hardware
- ICT Information and Communication Technology
- IEMP I quattro “social power” di Michael Mann. Su di essi si fonda la sua analisi IEMP, basata in larga misura sugli idealtipi di Max Weber (“the greatest sociologist”, secondo M.Mann)
- Ideological
- Economic (the circuits of praxis)
- Military
- Political
- IETF Internet Engineering Task Force, gestisce i protocolli Internet, ci si iscrive a titolo personale e non come rappresentanti di qualche istituzione pubblica o privata
- LAMP GNU/Linux, Apache, MySQL, PHP (Sistema Operativo GNU/Linux, Web Server Apache, Data Base MySQL, linguaggio web PHP)
- OS Operating System, Sistema Operativo. E' il primo set di programmi che parte alla accensione del computer. Permette il funzionamento dei normali programmi software applicativi, altrimenti inutilizzabili
- OSE Open Source Ecology equivalente anche a Open Source Economy
- RFC Request For Commnet, la documentazione aperta degli standard di Internet
- RMS Richard Matthew Stallman, fondatore e presidente della FSF e del progetto GNU
- SKS Sheryl Kara Sandberg dal 2008 Chief Executive Officer di Facebook e prima donna membro del Board of Directors di FB
- SOS Software Open Source
- STS Science and Technology Studies
- SW Software
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