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Mentre i ricercatori delle scienze naturali fanno il loro lavoro altri ricercatori delle scienze sociali li studiano. Sono i sociologi della scienza e della tecnologia. Una ottima introduzione, agile ma esaustiva, si trova in "Il nano-mondo che verrà - Verso la società della nanotecnologia", Federico Neresini, il Mulino, 2011. F.Neresini insegna "Scienza, tecnologia e società" alla università di Padova. Tre punti importanti, collegati tra loro, sono la percezione della tecnoscienza da parte del pubblico, l'aggregato di apparati concettuali, stereotipi, e altre forme mentali che gli scienziati introiettano da piccoli durante la loro socializzazione e che poi proiettano sulle loro ricerche, la manipolazione che avviene nella discussione scientifica e politica sui temi della ricerca nei mezzi di comunicazione di massa, compreso internet. La considerazione basilare è che "La scienza e la tecnologia evolvono insieme alla società, essendone parte integrante" (Neresini, pag.72). E' sbagliato separare o creare delle gerarchie tra scienza e società secondo "una visione distorta che contempla la netta separazione di scienza, tecnologia e società..." (pag.72). La percezione della tecnoscienza da parte del pubblico (e quindi anche da parte degli scienziati) si trova, a proposito del nucleare, nei "pacchetti interpretativi" (interprative packages) di Gamson W.A e Modigliani A. (Media Discourse and Public Opinion on Nuclear Power: a Constructionist Approach, The American Journal of Sociology, 95, n.1, pp.1-37), corrispondenti grosso modo a "progress", "public accountability", "runaway". (Neresini, pag 162). Il punto della socializzazione dei futuri scienziati è complesso e riguarda le agenzie di socializzazione, dalla famiglia alla scuola, ai media, alle parrocchie o alle varie scuole filosofiche. Comunque tutti gli scienziati sono "animali sociali", nessuno escluso. Quanto alle strategie di comunicazione usate dai divulgatori di scienza, e dai ricercatori che assimilano le forme espressive dei divulgatori, un interessante elemento di "ricerca" (sociologica), si trova in (Neresini, paragrafo 1, "Top-down/Bottom-up" pag.79) e in (Neresini, paragrafo 3, "Dita troppo grasse e appiccicose" pag.93) sulle diatribe tra due scienziati. I due articoli di Le Scienze meriterebbero forse una analisi più raffinata e dettagliata sulle strategie mediatiche usate dagli autori. Se il loro impegno nel nucleare lo giustificasse ortosociale si ripromette di dedicargli la meritata attenzione. | Mentre i ricercatori delle scienze naturali fanno il loro lavoro altri ricercatori delle scienze sociali li studiano. Sono i sociologi della scienza e della tecnologia. Una ottima introduzione, agile ma esaustiva, si trova in "Il nano-mondo che verrà - Verso la società della nanotecnologia", Federico Neresini, il Mulino, 2011. F.Neresini insegna "Scienza, tecnologia e società" alla università di Padova. Tre punti importanti, collegati tra loro, sono la percezione della tecnoscienza da parte del pubblico, l'aggregato di apparati concettuali, stereotipi, e altre forme mentali che gli scienziati introiettano da piccoli durante la loro socializzazione e che poi proiettano sulle loro ricerche, la manipolazione che avviene nella discussione scientifica e politica sui temi della ricerca nei mezzi di comunicazione di massa, compreso internet. La considerazione basilare è che "La scienza e la tecnologia evolvono insieme alla società, essendone parte integrante" (Neresini, pag.72). E' sbagliato separare o creare delle gerarchie tra scienza e società secondo "una visione distorta che contempla la netta separazione di scienza, tecnologia e società..." (pag.72). La percezione della tecnoscienza da parte del pubblico (e quindi anche da parte degli scienziati) si trova, a proposito del nucleare, nei "pacchetti interpretativi" (interprative packages) di Gamson W.A e Modigliani A. (Media Discourse and Public Opinion on Nuclear Power: a Constructionist Approach, The American Journal of Sociology, 95, n.1, pp.1-37), corrispondenti grosso modo a "progress", "public accountability", "runaway". (Neresini, pag 162). Il punto della socializzazione dei futuri scienziati è complesso e riguarda le agenzie di socializzazione, dalla famiglia alla scuola, ai media, alle parrocchie o alle varie scuole filosofiche. Comunque tutti gli scienziati sono "animali sociali", nessuno escluso. Quanto alle strategie di comunicazione usate dai divulgatori di scienza, e dai ricercatori che assimilano le forme espressive dei divulgatori, un interessante elemento di "ricerca" (sociologica), si trova in (Neresini, paragrafo 1, "Top-down/Bottom-up" pag.79) e in (Neresini, paragrafo 3, "Dita troppo grasse e appiccicose" pag.93) sulle diatribe tra due scienziati. I due articoli di Le Scienze meriterebbero forse una analisi più raffinata e dettagliata sulle strategie mediatiche usate dagli autori. Se il loro impegno nel nucleare lo giustificasse ortosociale si ripromette di dedicargli la meritata attenzione. | ||
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=====Le Scienze n.548 Aprile 2014, Nuovo trafiletto su Fukushima===== | =====Le Scienze n.548 Aprile 2014, Nuovo trafiletto su Fukushima===== | ||
La rivista fondata da Felice Ippolito, uno dei primi sostenitori del nucleare in Italia, pubblica i risultati di uno studio di Kouji H. Harada (università di Kyoto) e altri, secondo cui l'assorbimento di cesio-137 fortemente radioattivo e pericoloso per la salute, sarebbero stati entro i limiti della normalità nel 2012. Si prevede si mantengano tali anche fino al 2022. La misurazione è avvenuta su 483 volontari all'interno dell'area posta alla distanza minima di 20 km ed alla distanza massima di 50 km dalla zona vicina alla centrale esplosa, zona prossima alla centrale interdetta alla popolazione ed evacuata. Correttamente la rivista conclude il trafiletto dicendo "Questa ultima stima del rischio però non include la dose di radiazioni assorbita prima delle misurazioni del 2012" (pag.10). Le misurazioni quindi non solo riguardano solo le dosi assorbite nel 2012, ma soprattutto le dosi assorbite in un anello limitato alla fascia dai 20 ai 50 km intorno a Fukushima-Daichi. Lo studio di Harada si è limitato alla misurazione del cesio-137 "In this study, we evaluated radiation dose rates from deposited radiocesium in three areas neighboring the restricted and evacuation areas in Fukushima" e non dello iodio-131 pericoloso per la tiroide soprattutto dei bambini. "L'unica eccezione che preoccupa gli esperti, riferisce il rapporto, riguarda i bambini in età prescolare che vivono nella cittadina di Namie, a nord della centrale di Daiichi, e che potrebbero essere stati esposti a una quantità di iodio-131 equivalente a una dose alla tiroide stimata in 100-200 mSv. Tuttavia, i dati raccolti su oltre 1000 bambini della zona non hanno misurato dosi alla tiroide superiori ai 50 mSv." (da un altro articolo di Le Scienze del 24 maggio 2012). A proposito di quanto avvenuto prima sarebbe stato utile Le Scienze avesse citato un suo articolo del 29 ottobre 2011 molto interessante che così inizia "Il disastro dell'impianto nucleare di Fukushima Daiichi dello scorso marzo ha determinato un rilascio di radiazione molto più alto rispetto a quanto dichiarato dal governo giapponese. È questa la conclusione di uno studio, pubblicato online per una peer review aperta dalla rivista Atmospheric Chemistry and Physics, che combina i dati sulla radioattività di tutto il mondo per stimare le dimensioni e l'evoluzione delle emissioni dell'impianto danneggiato.". L'artcilo conclude così: "Il modello mostra anche che l'incidente avrebbe potuto avere facilmente un impatto molto più devastante sulla popolazione di Tokyo. Nei primi giorni dopo l'incidente il vento soffiava verso il mare, ma nel pomeriggio del 14 marzo ha cambiato direzione per dirigersi verso la costa, portando nubi di cesio-137 radioattivo su un ampia zona del paese. Dove si sono avute precipitazioni, lungo la zona montuosa centrale e a nord ovest dell'impianto, successivamente sono stati rilevati livelli di radioattività del suolo più alti; fortunatamente la capitale e altre aree densamente popolate hanno avuto un condizioni meteo migliori. "C'è stato un periodo in cui si è verificata un'alta concentrazione sopra Tokyo, ma non è piovuto", conclude Stohl. "Sarebbe potuto andare molto peggio".". Lo studio di Haruda non ha coinvolto la popolazione su cui si è abbattuta questa nuvola di cesio-137. L'articolo poco prima riporta che "Il rapporto del governo giapponese ha già riconosciuto che il sisma che ha colpito Fukushima Daiichi superava per intensità le specifiche del progetto dell'impianto. Gli attivisti anti-nucleare avevano ripetutamente sottolineato come il governo avesse omesso di affrontare adeguatamente i rischi geologici quando diede l'approvazione agli impianti, e l'ondata di xeno potrebbe stimolare una rivalutazione della sicurezza del reattore, ha spiegato Yamauchi.". Come si può notare si continuano a produrre studi rassicuranti che però non tengono conto della globalità del disastro, delle sue dinamiche a corta e lunga distanza, degli effetti incrociati, soprattutto delle carenze di sicurezza pre-disastro che non si può sostenere fossero ignote. Quello che rende insicuro il nucleare è soprattutto la sua gestione "''politica''" e la conseguente possibile manipolazione delle informazioni. Gli articoli si trovano a questi link: | La rivista fondata da Felice Ippolito, uno dei primi sostenitori del nucleare in Italia, pubblica i risultati di uno studio di Kouji H. Harada (università di Kyoto) e altri, secondo cui l'assorbimento di cesio-137 fortemente radioattivo e pericoloso per la salute, sarebbero stati entro i limiti della normalità nel 2012. Si prevede si mantengano tali anche fino al 2022. La misurazione è avvenuta su 483 volontari all'interno dell'area posta alla distanza minima di 20 km ed alla distanza massima di 50 km dalla zona vicina alla centrale esplosa, zona prossima alla centrale interdetta alla popolazione ed evacuata. Correttamente la rivista conclude il trafiletto dicendo "Questa ultima stima del rischio però non include la dose di radiazioni assorbita prima delle misurazioni del 2012" (pag.10). Le misurazioni quindi non solo riguardano solo le dosi assorbite nel 2012, ma soprattutto le dosi assorbite in un anello limitato alla fascia dai 20 ai 50 km intorno a Fukushima-Daichi. Lo studio di Harada si è limitato alla misurazione del cesio-137 "In this study, we evaluated radiation dose rates from deposited radiocesium in three areas neighboring the restricted and evacuation areas in Fukushima" e non dello iodio-131 pericoloso per la tiroide soprattutto dei bambini. "L'unica eccezione che preoccupa gli esperti, riferisce il rapporto, riguarda i bambini in età prescolare che vivono nella cittadina di Namie, a nord della centrale di Daiichi, e che potrebbero essere stati esposti a una quantità di iodio-131 equivalente a una dose alla tiroide stimata in 100-200 mSv. Tuttavia, i dati raccolti su oltre 1000 bambini della zona non hanno misurato dosi alla tiroide superiori ai 50 mSv." (da un altro articolo di Le Scienze del 24 maggio 2012). A proposito di quanto avvenuto prima sarebbe stato utile Le Scienze avesse citato un suo articolo del 29 ottobre 2011 molto interessante che così inizia "Il disastro dell'impianto nucleare di Fukushima Daiichi dello scorso marzo ha determinato un rilascio di radiazione molto più alto rispetto a quanto dichiarato dal governo giapponese. È questa la conclusione di uno studio, pubblicato online per una peer review aperta dalla rivista Atmospheric Chemistry and Physics, che combina i dati sulla radioattività di tutto il mondo per stimare le dimensioni e l'evoluzione delle emissioni dell'impianto danneggiato.". L'artcilo conclude così: "Il modello mostra anche che l'incidente avrebbe potuto avere facilmente un impatto molto più devastante sulla popolazione di Tokyo. Nei primi giorni dopo l'incidente il vento soffiava verso il mare, ma nel pomeriggio del 14 marzo ha cambiato direzione per dirigersi verso la costa, portando nubi di cesio-137 radioattivo su un ampia zona del paese. Dove si sono avute precipitazioni, lungo la zona montuosa centrale e a nord ovest dell'impianto, successivamente sono stati rilevati livelli di radioattività del suolo più alti; fortunatamente la capitale e altre aree densamente popolate hanno avuto un condizioni meteo migliori. "C'è stato un periodo in cui si è verificata un'alta concentrazione sopra Tokyo, ma non è piovuto", conclude Stohl. "Sarebbe potuto andare molto peggio".". Lo studio di Haruda non ha coinvolto la popolazione su cui si è abbattuta questa nuvola di cesio-137. L'articolo poco prima riporta che "Il rapporto del governo giapponese ha già riconosciuto che il sisma che ha colpito Fukushima Daiichi superava per intensità le specifiche del progetto dell'impianto. Gli attivisti anti-nucleare avevano ripetutamente sottolineato come il governo avesse omesso di affrontare adeguatamente i rischi geologici quando diede l'approvazione agli impianti, e l'ondata di xeno potrebbe stimolare una rivalutazione della sicurezza del reattore, ha spiegato Yamauchi.". Come si può notare si continuano a produrre studi rassicuranti che però non tengono conto della globalità del disastro, delle sue dinamiche a corta e lunga distanza, degli effetti incrociati, soprattutto delle carenze di sicurezza pre-disastro che non si può sostenere fossero ignote. Quello che rende insicuro il nucleare è soprattutto la sua gestione "''politica''" e la conseguente possibile manipolazione delle informazioni. Gli articoli si trovano a questi link: |
Versione delle 09:32, 8 ott 2014
Tutti i progetti sono interconnessi tra loro. Scoprire nuove connessioni o nuovi progetti aiuta a rendere più organica e robusta la progettazione complessiva. Come in un ologramma le parti contengono il tutto.
- Ogni progetto contiene elementi vitali degli altri progetti.
Le Comunità di Pratica - CoP
Le comunità si auto-costruiscono ponendo e facendo un obiettivo condiviso. Le comunità costruiscono progetti che interagiscono tra loro facendo interagire le comunità. Questi progetti vanno a costituire un eco-sistema di culture che si intrecciano e che possiamo chiamare Intelligenza Collettiva.
Per saperne di più
Vedi:
Cosa è una Comunità di Pratica
Le comunità di pratica e di apprendimento sono gruppi sociali che hanno come obiettivo finale il generare conoscenza organizzata e di qualità cui ogni individuo può avere libero accesso e in cui si impara ciascuno dall’esperienza dell’altro. Le comunità di pratica si basano sull’idea che l’apprendimento è un processo essenzialmente esperenziale e sociale e consiste nel negoziare nuovi significati all’interno di una comunità caratterizzata da una forte interazione. Wenger ne sottolinea tre caratteristiche cruciali: il dominio, la comunità, le pratiche. Una comunità di pratica non è semplicemente un club di amici o una rete di connessioni tra persone. Essa ha definito una identità condivisa intorno a un dominio di interesse. Nel perseguire l’interesse per il loro dominio, i membri si impegnano in attività congiunte e discussioni, si aiutano a vicenda, condividono informazioni costruiscono relazioni che consentano loro di imparare gli uni dagli altri, costituiscono così una vera comunità. Una comunità di pratica non è solo una comunità di interessi. I membri di una comunità di pratica condividono una pratica. Hanno cioè deciso di sviluppare e condividere un repertorio di risorse: esperienze, storie, strumenti, modi di affrontare problemi ricorrenti; in breve, una comune pratica. Questo richiede tempo e sostenuta interazione.
Etienne Wenger e Jean Lave
EW ha un Ph.D. in Information and Computer Science alla University of California, Irvine, United States. Il Ph.D. verteva esattamente sull'Intelligenza Artificiale. Jean Lave è attualmente Professor of Education and Geography alla University of California, Berkeley. Si è laureata in Antropologia Sociale ad Harvard e si può considerare una teorica dello Apprendimento Sociale (Social Learning). Etienne Wenger e Jean Lave hanno fatto la loro scoperta principale osservando l'apprendistato tra sarti tradizionali in Africa. Attraverso lo studio di questi casi Wenger e Lave hanno concluso che la maggior parte dell'apprendimento non avviene con il maestro, ma si svolge tra gli apprendisti. Etienne Wenger è conosciuto in tutto il mondo soprattutto per il suo lavoro sulle «comunità di pratica», anche se lo studioso svizzero presenta se stesso, più in generale, come un teorico dell’apprendimento sociale. I sistemi di apprendimento sociale sono il fuoco del suo lavoro teorico, rivolto fondamentalmente alla comprensione del nesso tra conoscenza, comunità, apprendimento e identità. La sua idea di base è chela conoscenza umana è fondamentalmente un atto sociale: una semplice osservazione che ha profonde implicazioni per il nostro modo di pensare e di tentare di sostenere l’apprendimento. «Da un punto di vista pratico — osserva Wenger sulla home page del suo sito — queste idee stanno aiutando persone che si trovano ad affrontare sfide di diverso tipo, come, ad esempio, progettare più efficacemente organizzazioni orientate alla conoscenza, creare sistemi di apprendimento tra organizzazioni, migliorare l’istruzione e la formazione permanente, ripensare il ruolo delle associazioni professionali, progettare un mondo in cui le persone possono raggiungere il loro pieno potenziale. Io ho vissuto — conclude Wenger — aiutando le persone e le organizzazioni ad applicare queste idee».
Il caso Linux
Nel caso dei progetti software queste culture costituiscono una piattaforma; ad esempio LAMP è costituito da
- GNU/Linux (sistema operativo),
- Apache (web server),
- MySql (Data Base) e
- PHP (linguaggio web)
La piattaforma LAMP ha permesso la diffusione planetaria di Internet, gratuitamente.
Il punto di vista di ortosociale sulle CoP
Le CoP vanno intese anche e soprattutto da un punto di vista pragmatico-sociologico. In termini concreti e in termini concretamente sociali, cioè in termini di gruppi umani attivamente impegnati nella realizzazione dei loro obiettivi, le CoP sono (ad esempio):
- una tribù che impara a sopravvivere,
- un gruppo di artisti che cercano nuove forme di espressione,
- un gruppo di ingegneri che lavorano su problemi simili,
- una cricca di alunni che definiscono la loro identità nella scuola,
- un network di chirurghi che esplorano nuove tecniche,
- un raduno di dirigenti che si incontrano per la prima volta aiutandosi a vicenda in modo conviviale
Queste realtà sociali sono già presenti all'interno delle istituzioni esistenti. Le istituzioni esistenti in genere le soffocano con le loro pratiche antitetiche a quelle delle CoP, basate sulla condivisione pratica del sapere pratico. Ma le CoP possono germogliare come realtà emergenti negli interstizi delle vecchie istituzioni. Si tratta di valorizzarle, estenderle, rinforzarle, riconoscerle, ed eventualmente proporne di nuove.
- Ogni progetto contiene elementi vitali degli altri progetti.
Orti Sociali
Orti urbani o periurbani: da piccole aree verdi soffocate dalle cinture post industriali semi dismesse delle periferie urbane, usati da testardi pensionati con ricordi e amore per la civiltà contadina, a cinture verdi attive per alimentare le città a filiera corte e produzione biologica. Il recupero della civiltà contadina, il ritrovato contatto con la natura, una alimentazione sana, sono le premesse culturali basilari per uscire da questa situazione di crisi culturale. Gli orti sociali sono un tassello centrale di tutti i progetti qui elencati.
Progetto Argiolas - Cagliari - Invecchiamento attivo
Tra tutti i progetti è stato il primo ad avere attuazione pratica. Ha iniziato il suo percorso istituzionale e sociale, è partito. Usa la tecnica sociologica del Focus Group. Si può estendere aqualsiasi tipo di servizio verso le fasce deboli e non: anziani, bambini, giovani, immigrati, lavoratori in mobilità, casalinghe in cerca di occupazione e identità, minoranze oppresse.
Migrazione
Studia la possibilità di un ritorno parziale degli emigranti alle loro regioni originali. Riguarda gli anziani che vogliono riprendere i contatti con le loro famiglie e con la loro cultura di origine. Riguarda in primis quindi il Progetto Argiolas. Ma coinvolge anche i giovani, le intelligenze formate in Italia e costrette ad emigrare, come è previsto nel programma partecipato della lista civica (centrosinistra) Padova2020.
Parchi Agrari Metropolitani
Parco Agro Paesaggistico Metropolitano Padova
Il progetto prevede una cintura verde intorno alla città di Padova che comprende 18 comuni limitrofi. Il Parco è multifunzionale. Uno dei suoi obiettivi primari è la autonomia alimentare a filiera corta della città e del suo comprensorio.
Parco Partecipato del Graticolato Romano (Padova e Venezia)
Fa parte di un processo partecipativo organizzato che mira la recupero del territorio come agricoltura, economia, cultura, nuovi stili di vita e di partecipazione pubblica. Comprende 12 comuni nelle province di Padova e Venezia: Mirano, Pianiga, Santa Maria di Sala, Borgoricco, Campodarsego, Villanova di Camposampiero, Vigonza, San Giorgio delle Pertiche, Camposampiero, Massanzago, Santa Giustina in Colle, Cadoneghe.
Recupero di una Area Urbana Degradata a Padova
Si tratta della zona Ex-Macello di Corso Australia, adiacente un tratto della tangenziale ovest chporta al casello autostradale di Padova Ovest (A4 Milano-Venezia), vicinissima allo stadio di calcio Euganeo (40 milioni€ circa) e ad un grande teatro tenda (GEOX). L'area comprende anche la grande struttura fatiscente dello ex Macello, con grandi serre adiacenti, e una struttura minore usata come laboratori e uffici.
Laghi
Progetto di recupero di una intera vallata sopra Vicenza. Tutta lavorata a terrazzamenti sostenuti da muretti a secco, è ricca di acque e favorevole ad una agricoltura diversificata, ad un turismo ecosostenibile, al recupero culturale di una comunità ancora viva.
Liste Civiche Partecipate a Democrazia Diretta
Le liste civiche seguono le regole della democrazia partecipata dando ai cittadini la parola in fase di progettazione e di esecuzione. Questo vale per i Piani di Assetto Territoriale, Mobilità, Servizi, Rifiuti, Ambiente. Agganciandosi al progetto OSE si possono prevedere Multiutility cittadine (o consorziate tra i comuni) che seguano il paradigma OSE Open Source Ecology - Open Source Economy con notevole risparmio di costi (da 10 a 1) e coinvolgimento dei cittadini/clienti secondo il paradigma OSE.
Altri link:
- Padova2020 Amministrative Maggio 2014 Padova
- Progetto Integrato di Autonomia Amministrativa Locale
- Io Decido Venezia
- La Lista Civica proposta da Paolo Bonacchi a Pistoia
- Io Decido X Albignasego
Decrescita
La proposta della Decrescita emerge dallo studio della crisi di civilizzazione che stiamo attraversando, e che si esprime a livello ambientale in primis, quindi economico, alla fine a livello antropologico tout court.
Fukushima
Un progetto prioritario. La società occidentale prima e quelle orientali poi hanno sviluppato una tecnologia nucleare a scopo distruttivo capace di assicurare per diversi ordini di grandezza la distruzione totale dell'umanità. Ognuna delle potenze fornite di armi nucleari si assicura di poter distruggere più volte il "nemico". E' la Mutua Distruzione Assicurata o MAD ("pazzo") dall'inglese Mutual Assured Destruction. Queste armi sono tuttora operative nei loro depositi e non sono previste opzioni di una loro distruzione nell'agenda politica dei principali stati che le mantengono pronte all'uso: Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Korea del Nord, Cina, Russia, Pakistan, India. Per citare solo quelli "ufficiali". Questa tecnologia è stata utilizzata "anche" nel settore civile, con la costruzione di reattori nucleari per la produzione di energia elettrica con l'arcaica procedura di scaldare l'acqua per produrre vapore da convertire in energia elettrica. La storia delle centrali nucleari "pacifiche", per quanto coperta da una segreto quasi militare, è costellata da incidenti che ne dichiarano la totale NON sostenibilità: Three Mile Island (1979, Stati Uniti), Cernobyl (Ucraina, ex-URSS, 1986), Fukushima (2011, Giappone). Sono i tre paesi con il più alto livello tecnologico del pianeta ad aver "sofferto" di questi "incidenti". Gli scienziati e gli ingegneri che hanno sviluppato e prodotto questa tecnologia (allo stesso tempo militare e pacifica) NON si sono preoccupati di predisporre una tecnologia di controllo della radioattività così scatenata, pur conoscendo i tempi millenari di decadimento dei principali composti radioattivi. Il classico diavolo che fa le pentole senza i coperchi. Visto che ormai il problema delle scorie radioattive esiste, eccome, è urgente riparare il mal fatto e procedere in modo concentrato allo sviluppo di una tecnologia di controllo e di bonifica delle radiazioni. Questo può essere utile oltre che nel caso dell'industria nucleare "pacifica" anche per disincentivare qualche "pazzo" dall'usare l'industria nucleare militare (bombe atomiche o termonucleari). Ogni scienziato o ingegnere che si senta parte dell'umanità è invitato a dare il suo contributo a questo sforzo collettivo che dimostrerà la vera potenzialità umana di scienza, cultura, e valore etico.
Lettera inviata a Papa Francesco
Sua Santità Francesco,
in tutta semplicità le comunico quella che ritengo una semplice e preliminare azione preventiva per
ridurre i rischi del nucleare, sia pacifico che militare. La cura consiste nel concentrare al massimo
gli sforzi di fisici, chimici, naturalisti, sia teorici che sperimentali, nel realizzare un soddisfacente
controllo della radioattività. Si tratta quindi di indirizzare a tale scopo, da subito, le ricerche dei
maggiori enti scientifici. L'inquinamento e i pericoli di proliferazione nucleare lo impongono. Non
credo che agli uomini di buona volontà manchi la Fede nel realizzare un obiettivo così ambizioso
ma così necessario per la salvezza fisica del genere umano. Grazie.
Fukushima. Un progetto prioritario. La società occidentale prima e quelle orientali poi...
17 gennaio 2014
STOP al Nucleare. Fukushima che fare?
La contaminazione dell'Oceano Pacifico mette l'umanità in una situazione drammatica. Che fare? Una possibilità, l'unica, è quella di unire tutte le risorse scientifiche del pianeta su un progetto SPERIMENTALE di controllo della radioattività. Questo permetterebbe di spegnere i noccioli di Cernobil e Fukushima che sono in stato di fusione ed avviare un graduale repulisti della radioattività presente negli oceani, nell'aria, nella terra del nostro Pianeta. Nel frattempo va dato uno STOP politico alla Russia di Putin (sì l'erede di quelli di Cernobil 1986) che sta vendendo a tutto il mondo reattori nucleari privi di sicurezza. E' possibile, sia l'una che l'altra cosa. Forse è più semplice trovare in tempi ragionevoli un sistema fisico-chimico di controllo della radioattività che convincere Putin. Ma anche lui può essere controllato, come la radioattività.
La mappa dello Tsunami
La situazione della radioattività nel Marzo 2012
La simulazione di ASRLTD, che è una società privata, una "consulting firm", ha usato dati TEPCO (che gestisce la centrale di Fukushima). Guarda caso la simulazione è ferma al marzo 2012.
- La simulazione di ASR Limited Click sul video in fondo alla pagina web
- Una presentazione della simulazione di ASR Limited
Il video di Febbraio 2012 dello IRSN Institut de Radioprotection et de Surete Nucleaire
Un ottima documentazione ma ferma al Febbraio 2012:
Un altro video di IRSN sulle questioni legate alla salute dopo l'incidente della centrale di Fukushima Daiichi sia immediate che di lungo periodo:
Le Scienze e Fukushima
"Le Scienze", edizione italiana di "Scientific American", esce con due articoli su Fukushima nel numero 547, Marzo 2014, "Ritorno a Fukushima", pag.7, di Marco Cattaneo, direttore responsabile, l'altro di Andrea Bonisoli Alquati, "L'ombra di Fukushima", pag.50-55. M.Cattaneo giustamente precisa in apertura di articolo che circolano mappe come quella della NOAA che rappresenta la massima ampiezza raggiunta dall'onda di tsunami e non la contaminazione radioattiva delle acque del Pacifico. Ma non cita la mappa della simulazione della diffusione della radioattività di ASRLTD riportata qui sopra relativa al 2012 e quindi senza la traccia della diffusione della radioattività nell'oceano Pacifico dal 2012 al 2014. Marco Cattaneo dice comunque che (il grassetto è di ortosociale e non è presente nel testo dell'articolo): "La contaminazione c'è, senza dubbio, come hanno rilevato tra gli altri i ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institure.". Aggiunge Marco Cattaneo: "E a quanto pare finora le conseguenze sulla fauna selvatica potrebbero non essere più miti che a Chernobyl, nonostante il rilascio di contaminanti radioattivi in Giappone sia stato circa un decimo ripsetto a quello della centrale ucraina. Gli studi condotti da diversi ricercatori nelle aree più contaminate hanno infatti registrato nei dintorni di Fukushima una diminuzione del numero di uccelli e del numero di specie presenti rispetto a prima dell'incidente. I dati sono confrontabili, se non peggiori, con quelli di analoghi censimenti eseguiti a Chernobyl." (pag.7 di Le Scienze n.547). Si tratta di studi sulle rondini che hanno registrato effetti nocivi in grado di condizionare le prospettive di sopravvivenza e riproduzione. "Danni genetici, invece, sono stati riscontrati sulle farfalle."(pag.7 di Le Scienze n.547, l'enfasi è di ortosociale e non è presente nell'articolo originale).
Le Scienze, Fukushima e la buccia di banana
Come dicevano sopra, "Le Scienze", edizione italiana di "Scientific American", esce con due articoli su Fukushima nel numero 547, Marzo 2014, "Ritorno a Fukushima", pag.7, di Marco Cattaneo, direttore responsabile, l'altro di Andrea Bonisoli Alquati, "L'ombra di Fukushima", pag.50-55. La conclusione di Andrea Bonisoli Alquati, postdoctoral research associate alla University of South Carolina a Columbia, anticipata nell'articolo a pag.7 di Marco Cattaneo, è la seguente (pag.55): "Niente paura, assicurano sui 'Proceedings of the National Academy of Sciences' ricercatori del francese Institut de Radioprotection et de Surete Nucleaire e della Hopkins Marine Station della Stanford University. La dose che si riceve dal consumo di una trancio di 200 grammi di tonno sarebbe, secondo le analisi degli autori, di gran lunga inferiore alla dose che si riceve dal mangiare una banana, un alimento relativamente radioattivo a causa dell'abbondanza di potassio, una frazione del quale è naturalmente radioattiva.". Nessuno osa mettere in discussione le conclusioni di Andrea Bonisoli Alquati, dello IRSN e della Stanford University circa la pericolosità del potassio contenuto nelle banane. Resta solo un problema di logica. Poco prima Andrea Bonisoli Alquati dice: "Le sue analisi della concentrazione di cesio radioattivo nei pesci di fondale pubblicate su 'Science' nel 2012 hanno dimostrato che questi pesci al largo della regione di Fukushima hanno concentrazioni superiori alle norme di sicurezza per il consumo umano nel 40 per cento dei casi.". Le perplessità che nascono a livello di logica sono queste:
- Possiamo tranquillamente continuare a mangiare banane, gettandoci le bucce all'indietro, sapendo che sono più radioattive di 200 grammi di tonno pescato al largo di Fukushima?
- cosa significa che questi tonni hanno concentrazioni superiori alle norme di sicurezza per il consumo umano nel 40 per cento dei casi? Sono o non sono dannosi? Sembrerebbe che siano dannosi, meno delle banane, ma dannosi. Esatto?
- quando sono state fatte le rilevazioni sui tonni? I tonni subiscono mutazioni genetiche? Sappiamo qualcosa sui tonni OGM?
- cosa significa "al largo di Fukushima? 10 km, 100 km, 1000 km?
- è vero come sostiene l'articolo che "molti pescherecci sono fermi nei porti" (pag.55 ultima riga a sinistra)? Perchè? Ha qualcosa a che fare con la questione dei tonni?
Le Scienze, Fukushima e la sociologia della scienza
Mentre i ricercatori delle scienze naturali fanno il loro lavoro altri ricercatori delle scienze sociali li studiano. Sono i sociologi della scienza e della tecnologia. Una ottima introduzione, agile ma esaustiva, si trova in "Il nano-mondo che verrà - Verso la società della nanotecnologia", Federico Neresini, il Mulino, 2011. F.Neresini insegna "Scienza, tecnologia e società" alla università di Padova. Tre punti importanti, collegati tra loro, sono la percezione della tecnoscienza da parte del pubblico, l'aggregato di apparati concettuali, stereotipi, e altre forme mentali che gli scienziati introiettano da piccoli durante la loro socializzazione e che poi proiettano sulle loro ricerche, la manipolazione che avviene nella discussione scientifica e politica sui temi della ricerca nei mezzi di comunicazione di massa, compreso internet. La considerazione basilare è che "La scienza e la tecnologia evolvono insieme alla società, essendone parte integrante" (Neresini, pag.72). E' sbagliato separare o creare delle gerarchie tra scienza e società secondo "una visione distorta che contempla la netta separazione di scienza, tecnologia e società..." (pag.72). La percezione della tecnoscienza da parte del pubblico (e quindi anche da parte degli scienziati) si trova, a proposito del nucleare, nei "pacchetti interpretativi" (interprative packages) di Gamson W.A e Modigliani A. (Media Discourse and Public Opinion on Nuclear Power: a Constructionist Approach, The American Journal of Sociology, 95, n.1, pp.1-37), corrispondenti grosso modo a "progress", "public accountability", "runaway". (Neresini, pag 162). Il punto della socializzazione dei futuri scienziati è complesso e riguarda le agenzie di socializzazione, dalla famiglia alla scuola, ai media, alle parrocchie o alle varie scuole filosofiche. Comunque tutti gli scienziati sono "animali sociali", nessuno escluso. Quanto alle strategie di comunicazione usate dai divulgatori di scienza, e dai ricercatori che assimilano le forme espressive dei divulgatori, un interessante elemento di "ricerca" (sociologica), si trova in (Neresini, paragrafo 1, "Top-down/Bottom-up" pag.79) e in (Neresini, paragrafo 3, "Dita troppo grasse e appiccicose" pag.93) sulle diatribe tra due scienziati. I due articoli di Le Scienze meriterebbero forse una analisi più raffinata e dettagliata sulle strategie mediatiche usate dagli autori. Se il loro impegno nel nucleare lo giustificasse ortosociale si ripromette di dedicargli la meritata attenzione.
Le Scienze n.548 Aprile 2014, Nuovo trafiletto su Fukushima
La rivista fondata da Felice Ippolito, uno dei primi sostenitori del nucleare in Italia, pubblica i risultati di uno studio di Kouji H. Harada (università di Kyoto) e altri, secondo cui l'assorbimento di cesio-137 fortemente radioattivo e pericoloso per la salute, sarebbero stati entro i limiti della normalità nel 2012. Si prevede si mantengano tali anche fino al 2022. La misurazione è avvenuta su 483 volontari all'interno dell'area posta alla distanza minima di 20 km ed alla distanza massima di 50 km dalla zona vicina alla centrale esplosa, zona prossima alla centrale interdetta alla popolazione ed evacuata. Correttamente la rivista conclude il trafiletto dicendo "Questa ultima stima del rischio però non include la dose di radiazioni assorbita prima delle misurazioni del 2012" (pag.10). Le misurazioni quindi non solo riguardano solo le dosi assorbite nel 2012, ma soprattutto le dosi assorbite in un anello limitato alla fascia dai 20 ai 50 km intorno a Fukushima-Daichi. Lo studio di Harada si è limitato alla misurazione del cesio-137 "In this study, we evaluated radiation dose rates from deposited radiocesium in three areas neighboring the restricted and evacuation areas in Fukushima" e non dello iodio-131 pericoloso per la tiroide soprattutto dei bambini. "L'unica eccezione che preoccupa gli esperti, riferisce il rapporto, riguarda i bambini in età prescolare che vivono nella cittadina di Namie, a nord della centrale di Daiichi, e che potrebbero essere stati esposti a una quantità di iodio-131 equivalente a una dose alla tiroide stimata in 100-200 mSv. Tuttavia, i dati raccolti su oltre 1000 bambini della zona non hanno misurato dosi alla tiroide superiori ai 50 mSv." (da un altro articolo di Le Scienze del 24 maggio 2012). A proposito di quanto avvenuto prima sarebbe stato utile Le Scienze avesse citato un suo articolo del 29 ottobre 2011 molto interessante che così inizia "Il disastro dell'impianto nucleare di Fukushima Daiichi dello scorso marzo ha determinato un rilascio di radiazione molto più alto rispetto a quanto dichiarato dal governo giapponese. È questa la conclusione di uno studio, pubblicato online per una peer review aperta dalla rivista Atmospheric Chemistry and Physics, che combina i dati sulla radioattività di tutto il mondo per stimare le dimensioni e l'evoluzione delle emissioni dell'impianto danneggiato.". L'artcilo conclude così: "Il modello mostra anche che l'incidente avrebbe potuto avere facilmente un impatto molto più devastante sulla popolazione di Tokyo. Nei primi giorni dopo l'incidente il vento soffiava verso il mare, ma nel pomeriggio del 14 marzo ha cambiato direzione per dirigersi verso la costa, portando nubi di cesio-137 radioattivo su un ampia zona del paese. Dove si sono avute precipitazioni, lungo la zona montuosa centrale e a nord ovest dell'impianto, successivamente sono stati rilevati livelli di radioattività del suolo più alti; fortunatamente la capitale e altre aree densamente popolate hanno avuto un condizioni meteo migliori. "C'è stato un periodo in cui si è verificata un'alta concentrazione sopra Tokyo, ma non è piovuto", conclude Stohl. "Sarebbe potuto andare molto peggio".". Lo studio di Haruda non ha coinvolto la popolazione su cui si è abbattuta questa nuvola di cesio-137. L'articolo poco prima riporta che "Il rapporto del governo giapponese ha già riconosciuto che il sisma che ha colpito Fukushima Daiichi superava per intensità le specifiche del progetto dell'impianto. Gli attivisti anti-nucleare avevano ripetutamente sottolineato come il governo avesse omesso di affrontare adeguatamente i rischi geologici quando diede l'approvazione agli impianti, e l'ondata di xeno potrebbe stimolare una rivalutazione della sicurezza del reattore, ha spiegato Yamauchi.". Come si può notare si continuano a produrre studi rassicuranti che però non tengono conto della globalità del disastro, delle sue dinamiche a corta e lunga distanza, degli effetti incrociati, soprattutto delle carenze di sicurezza pre-disastro che non si può sostenere fossero ignote. Quello che rende insicuro il nucleare è soprattutto la sua gestione "politica" e la conseguente possibile manipolazione delle informazioni. Gli articoli si trovano a questi link:
- Le Scienze 25 febbraio 2014 Fukushima - Radiazione dispersa e rischio salute"
- Fukushima - Prime valutazioni del rischio tumori
- Fukushima - Nuove stime delle radiazioni
- Lo studio di Kouji Harada
- Lo studio di Atmospheric Chemistry and Physics di A.Stohl ed altri
La situazione in tempo reale
Il calcolo in tempo reale della diffusione radioattiva da ARC Centre of Excellence for Climate System Science - Adrift - Per errore la didascalia del sito parla di "plastics", ma il link è "adrift.org.au/fukushima" e il punto di origine della mappa è il Giappone all'altezza di Fukushima.
Documentazione
- Documentazione 1 National Geographic Agosto 2013 Le perdite d'acqua nell'oceano di Fukushima
- Documentazione 2 Climate System Science Centre of excellence
- Documentazione 3 Dice che la situazione è molto preoccupante
- Documentazione 4 Dice che la situazione è molto preoccupante
- Documentazione 5 Dice che la situazione non è preoccupante
- Documentazione 6 Dice che la situazione è preoccupante
- Documentazione 7 Dice che si cerca di nascondere i fatti su Fukushima
- Documentazione 8 Il Dipartimento americano della Salute ha ordinato 14 milioni di potassium iodide da rendere disponibili entro Febbraio 2014
- Documentazione 9 Foto dal Reattore 3 di Fukushima
- Documentazione 10 Un riassunto di Global Research
- Documentazione 11 Il Corriere - Tranquillizzante
- Documentazione 12 Il dibattito alla Dieta giapponese
- Documentazione13 Il silenzio dei media sull'impatto delle radiazioni sulla costa Ovest degli USA
- Documentazione 14 Wikipedia
- Documentazione 16 La Tepco riapre le centrali - 15 gennaio 2014
Nuclear Emergency Tracking Center
USA, Giappone, Pacifico - Tranquillizzante - Trascina la mappa sul Giappone dove si vedono solo segnali RADCON 1 NORM. Sugli USA ci sono parecchi RADCON 2 NORM (Radioattività in crescita) e RADCON 3 NORM (Radioattività elevata). Mancano i segnali RADCON 4 NORM (Radioattività preoccupante/da controllare) e A (allarme). Vicino all'Italia c'è solo un sito nucleare (Croazia) con RADCON 1 NORM. Meno tranquillizzanti i link che scorrono in alto sulla home page. Cliccare e verificare.
OSE Italia - Open Source Ecology
E' un nuovo paradigma di produzione e di consumo di beni e servizi che rispettano l'ambiente. E' iniziato con il software open source o free software (Linux ad esempio). Ora si va estentendo alle macchine industriali ed alle tecniche organizzative di gestione dei processi produttivi e sociali.
Comunità che Supportano la Agricoltura - CSA
Comunità che Supportano la Agricoltura (CSA o Community Supported Agriculture), una forma di una rete alimentare alternativa, (in Canada Community Shared Agricoltura) (CSA) è un modello socio-economico dell'agricoltura e della distribuzione alimentare. Il CSA è costituito da una comunità di individui che si impegnano a sostenere una impresa agricola in cui coltivatori e consumatori condividono i rischi e i benefici della produzione alimentare. Le CSA di solito sono costituite da un sistema di consegna settimanale o pick-up di verdure e frutta, secondo lo schema verdure in cassetta; talvolta include latticini e carne.
cineround
NUOVI SPAZI E NUOVI MODI E NUOVE FORME DI SFERA PUBBLICA CINEMATOGRAFICA DAI FESTIVAL E OLTRE I CINEFORUM
- Vedi:CINEROUND
Finalità:
- Creare e stimolare nuove forme di sfera pubblica legata al cinema
- Rispondere con nuove formule organizzative alla crisi dei cineforum
- Trasferire alcune dinamiche di festival del cinema fuori dai festival del cinema
- Fornire ai cittadini l’occasione di discutere in maniera consapevole di temi proposti da alcuni film
- Rendersi consapevoli dei processi culturali che costruiscono le relazioni sociali
L’intento generale del progetto è quello di verificare alcune ipotesi teoriche che vedono dietro la crisi dei cineforum l’inadeguatezza di tempi e metodologie organizzative. Serve diffondere presso la cittadinanza almeno gli strumenti base dell’analisi del film in modo che poi la discussione pubblica possa essere davvero circolare coinvolgendo esperti e platea. Va superato l’errore metodologico di utilizzare il film in maniera strumentale, cioè per arrivare ad altro senza approfondire la genesi del film. Si propone di partire dal film e dai suoi significati per discutere le questioni di pubblico interesse.
- Nota di ortosociale - Questo progetto ha una forte valenza culturale. Lega il cinema, la sfera pubblica di costruzione delle opinioni, l'arte. Si può considerare a pieno titolo un progetto Open Source perchè apre gli strumenti e i vari necessari frame culturali ai cittadini, che quindi possono attivarsi in modo autonomo nella co-costruzione simbolica, sia cognitiva che emozionale-artistica (poesia). Il gruppo si configura in partenza come una piccola comunità destinata ad allargarsi, basata sul lavoro volontario. Valutata assieme ai partecipanti la validità della formula CINEROUND, questa può essere estesa ad altre realtà cittadine con il consueto e open scambio di esperienze via web.
Progetto Prometeo
E' un progetto francese di radicale svolta nei rapporti di base parentali, per andare verso una società clanica matrifocale. Si basa sulla antropologia.
- Prometeo
- Le matriarche Moso dello Yunnan in Cina
- Studi matriarcali
- Ipotesi di passaggio dalle società matriarcali a quelle patriarcali
Federazione SPIG Spagna Portogallo Italia Grecia
Il Federalismo è una antica modalità politica e diplomatica di UNIRE culture e popoli in patti negoziati di simbiosi e collaborazione. E' una prospettiva completamente diversa dalla distorsione grottesca che del federalismo hanno fatto G.Miglio e la Lega Nord. I quali hanno inteso il federalismo, che è una proiezione positiva all'amicizia ed all'unione, in una propagazione di odio xenofobo e di logica amico-nemico alla Carl Schmitt. Il Federalismo storico e vero è quello delle nazioni irochesi, di Alexander Hamilton, degli stati federati dell'America del Nord, della Svizzera, delle unioni tribali della antropologia classica come quelle dei Nuer. La Federazione SPIG potrebbe innescare una nuova logica di politica internazionale, dove i più deboli bilanciano i più forti aiutandoli a disporsi al dialogo, alla trattativa, infine all'amicizia politica. Tutto questo non è utopia, ma studio empirico del possibile. L'area culturale latina può ritrovare la sua identità senza complessi di inferiorità razziale verso il settentrione razionale biondo muscoloso e calvinista. Per approfondire il tema del Federalismo nel suo significato di amicizia politica, si consiglia l'aureo libretto di un centinaio di pagine di G.Carnevali docente di Scienza della politica all'università di Padova:
In questa dinamica complessa, unica alternativa concreta ad uno stato mondiale autoritario ed impossibile, nessuna ipotesi è da scartare a priori. Tutto è possibile. Vanno evitate le lacerazioni, le secessioni cruente, superati i "confini" verso la pace e la non-violenza. Ben vengano gli Stati Uniti di Europa, anche e soprattutto nell'ambito di una sovranità monetaria fuori dall'Euro. Ben vengano gli Stati Uniti di Europa che possono scomporsi e ricomporsi anche come Unione di Stati-Nazione antichi e tradizionali e di giovani innovative Federazioni come quelle che proponiamo in bozze semplificate qui sotto:
- Federazione SPIG versione light
- Federazione SPIGS versione hard
- Federazione SI versione mini - Lettera al Presidente della Camera
- La crisi europea vista da Immanuel Wallerstein (1 maggio 2010)
Calcio.Lab - Sport Giovanile
Il nostro progetto in ambito giovanile è monitorare, sviluppare e promuovere l'eccellenza nel mondo del calcio passando dalla formazione del gesto alla dinamica di gruppo, nel rispetto dell’etica sportiva, delle regole e dei ruoli.
Immigrati extracomunitari
L'inserimento degli immigrati, extracomunitari e non, potrebbe seguire le stesse linee di ricerca di lavoro e di una occupazione seguite dagli autoctoni, favorendone l'integrazione cioè facendoli lavorare assieme anzichè in ghetti separati e stratificati con la conseguenza che i lavori migliori vanno agli autoctoni, quelli peggiori agli immigrati. Tali linee vanno verso l'inserimento di lavoro nell'agricoltura sociale con tutti i suoi servizi in prossimità o dentro le città.
Un ecovillaggio Open Source in Senegal
Sunugal presenta il progetto pilota per la costruzione di un ecovilaggio opensource in Senegal - Venerdì 6 settembre 2013
Il circolo Sunugal è un associazione promossa da un gruppo di immigrati senegalesi, residenti nella provincia di Venezia, per promuovere una cultura di tolleranza e di inter-culturalità. Nel maggio del 2010 l’associazione lancia un progetto pilota in Senegal per la realizzazione di un Eco-villaggio nelle vicinanze della zona agricola di Keur Bacar. Un progetto innovativo di cooperazione a partire da immigrati che desideravano condividere con il proprio paese d’origine un’idea diversa di progresso e modernità. Il progetto, ancora in fase sperimentale, verrà realizzato e testato per costituire una prima esperienza da condividere nella forma dell’OPEN SOURCE. La formula open source vuole permettere la massima diffusione del progetto con l’impegno da parte degli utilizzatori di condividere informazioni e miglioramenti del sistema che verranno raccolti in un apposito data base. L’eco-villaggio Sunugal vuole proporre un modello d’intervento capace di costituire un precedente ad un nuovo approccio alla sostenibilità in Africa fatto di attenzione al contesto ambientale e sociale e centrato sull’autonomia. Una via africana per pensare sistemi insediativi capaci di rallentare il progressivo di spopolamento ed impoverimento delle campagne. Un modello non invasivo replicabile a livello economico e gestionale, pensato con/per le comunità locali e dimensionato sulle capacità tecniche ed economiche degli abitanti. Uno sviluppo sostenibile e leggero capace di creare una crescita senza fratture e sradicamento … un esempio per ripensare lo sviluppo anche qui da noi?