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*Il riferimento principale a livello teorico è alla Biologia. Per vederne la carica decostruttiva basterebbe leggere con attenzione "Il secondo diario minimo" di Umberto Eco, dove la complessità di una biologia o di molte biologie di organismi disseminati su corpi celesti molto distanti distrugge la pseudo-logica unitaria di un Impero Federale, basato su modelli burocratici di stampo simile a quelli del Regno di Savoia. Per biologia si intende l'etologia, lo studio del comportamento del vivente, dalle muffe ai primati, la sociobiologia, l'antropologia evoluzionista e cognitiva, le neuroscienze.  
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*Il riferimento principale a livello teorico è alla Biologia. Per vederne la carica decostruttiva basterebbe leggere con attenzione "Il secondo diario minimo" di Umberto Eco, dove la complessità di una biologia o di molte biologie di organismi disseminati su corpi celesti molto distanti distrugge la pseudo-logica unitaria di un Impero Federale, basato su modelli burocratici di stampo simile a quelli del Regno di Savoia. Per biologia si intende l'etologia, lo studio del comportamento del vivente, dalle muffe ai primati, la sociobiologia, l'antropologia evoluzionista e cognitiva, le neuroscienze. In queste discipline alcuni "...tentano un approccio radicalmente nuovo che va dalla teoria dei sistemi dinamici, passando per la teoria del caos per poi arrivare alla teoria dell'informazione e ai processi neurali...Alla base di tutto ci sono i processi chimico fisici che governano la cellula, il modello più semplice di sistema dinamico considerato da Deacon, grazie a cui si osservano sistemi più complessi come gli organismi viventi...Queste iisole di stabilità biologica mostrano auto-organizzazione, auto-riproduzione e capacità teleologica, ovvero <<finalizzata o diretta a un fine>>, che però non va confusa con una finalizzazione metafisica. In effetti, lungo la via che porta dalla materia inanimata alla coscienza, Deacon..." (Le Scienze, N.528, Agosto 2012, p.10, "Dalla materia inanimata alla mente", recensione del libro ''Natura incompleta'' di Terrence W.Deacon). Quanto al corpo umano però "...i ricercatori hanno dimostrato che il corpo umano non è un'isola autosufficiente. Somiglia di più a un ecosistema complesso - una rete sociale - contenente trilioni di batteri  e di altri microrganismi che abitano sulla nostra pelle, nell'area genitale, nella bocca e, in particola modo, nell'intestino...Altro che autonomia dell'uomo" (ibidem, ''L'importanza della flora batterica per la salute umana'', p.58). Passando dalle cellule organizzate in organismi viventi in contatto con un multiforme ambiente naturale, alle relazioni tra animali cospecifici, si arriva alle ipotesi della super-cooperazione (umana) come motore fondamentale dell'evoluzione.
*Alcuni tentano un approccio radicalmente nuovo che va dalla teoria dei sistemi dinamici, passando per la teoria del caos per poi arrivare alla teoria dell'informazione e ai processi neurali. "Alla base di tutto ci sono i processi chimico fisici che governano la cellula, il modello più semplice di sistema dinamico considerato da Deacon, grazie a cui si osservano sistemi più complessi come gli organismi viventi...Queste iisole di stabilità biologica mostrano auto-organizzazione, auto-riproduzione e capacità teleologica, ovvero <<finalizzata o diretta a un fine>>, che però non va confusa con una finalizzazione metafisica. In effetti, lungo la via che porta dalla materia inanimata alla coscienza, Deacon..." (Le SCienze, N.528, Agosto 2012, p.10, "Dalla materia inanimata alla mente", recensione del libro ''Natura incompleta'' di Terrence W.Deacon).
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*Il secondo riferimento è alla filosofia pragmatista americana di W.James, J.Dewey, C.S.Peirce. Viene riconoscuto il carattere contingente dei nostri punti di partenza e l'accettazione che l'unica fonte di guida per noi è la comune eredità e la discussione interna alla comunità umana. La "discussione interna alla comunità umana" è l'assunto di base della costruzione sociale della con-vivenza umana. Questa discussione interna avviene secondo la Teoria della argomentazione, generando processi cognitivi "naturalistici" (Dan Sperber, Il contagio delle idee - Teoria naturalistica della cultura, Feltrinelli, Milano, 1999).
 
*Il secondo riferimento è alla filosofia pragmatista americana di W.James, J.Dewey, C.S.Peirce. Viene riconoscuto il carattere contingente dei nostri punti di partenza e l'accettazione che l'unica fonte di guida per noi è la comune eredità e la discussione interna alla comunità umana. La "discussione interna alla comunità umana" è l'assunto di base della costruzione sociale della con-vivenza umana. Questa discussione interna avviene secondo la Teoria della argomentazione, generando processi cognitivi "naturalistici" (Dan Sperber, Il contagio delle idee - Teoria naturalistica della cultura, Feltrinelli, Milano, 1999).
 
*Il terzo riferimento, forse il più metodologico ma certo essenziale al buon funzionamento dei primi due, è una fiera interdisciplinarietà. A rischio di sbagliare, a rischio di passare per incompetenti o newby, si deve tentare di unire quello che secoli di pensiero riduzionista ha diviso. Il solo accostamento di discipline diverse è fecondo, libera ipotesi altrimenti impensabili. Tra le discipline che andrebbero più strettamente collegate  nell'ambito delle scienze sociali: archeologia, storia, economia, antropologia culturale. Tutte queste discipline sono necessarie per vedere la nascita e la formazione di strutture e di istituzioni oggi universali nel corso di migliaia di anni. Queste "formazioni culturali" oggi vengono date per scontate, veri e propri fenomeni naturali. Ma non sono eterne (Mario Liverani, "L'origine delle città - Le prime comunità urbane del Vicino Oriente", Editori Riuniti, Roma, 1986, pag.14-22). Esse sono giunte probabilmente alla conclusione di un ciclo. Parlo di matrici di istituzioni quali le Città, gli Stati, la stratificazione sociale cristallizzata ed estesa come norma simbolica omnicomprensiva.  
 
*Il terzo riferimento, forse il più metodologico ma certo essenziale al buon funzionamento dei primi due, è una fiera interdisciplinarietà. A rischio di sbagliare, a rischio di passare per incompetenti o newby, si deve tentare di unire quello che secoli di pensiero riduzionista ha diviso. Il solo accostamento di discipline diverse è fecondo, libera ipotesi altrimenti impensabili. Tra le discipline che andrebbero più strettamente collegate  nell'ambito delle scienze sociali: archeologia, storia, economia, antropologia culturale. Tutte queste discipline sono necessarie per vedere la nascita e la formazione di strutture e di istituzioni oggi universali nel corso di migliaia di anni. Queste "formazioni culturali" oggi vengono date per scontate, veri e propri fenomeni naturali. Ma non sono eterne (Mario Liverani, "L'origine delle città - Le prime comunità urbane del Vicino Oriente", Editori Riuniti, Roma, 1986, pag.14-22). Esse sono giunte probabilmente alla conclusione di un ciclo. Parlo di matrici di istituzioni quali le Città, gli Stati, la stratificazione sociale cristallizzata ed estesa come norma simbolica omnicomprensiva.  

Versione delle 18:40, 12 nov 2012

Unix

Indice

Dichiarazione di Intenti

  • Il riferimento principale a livello teorico è alla Biologia. Per vederne la carica decostruttiva basterebbe leggere con attenzione "Il secondo diario minimo" di Umberto Eco, dove la complessità di una biologia o di molte biologie di organismi disseminati su corpi celesti molto distanti distrugge la pseudo-logica unitaria di un Impero Federale, basato su modelli burocratici di stampo simile a quelli del Regno di Savoia. Per biologia si intende l'etologia, lo studio del comportamento del vivente, dalle muffe ai primati, la sociobiologia, l'antropologia evoluzionista e cognitiva, le neuroscienze. In queste discipline alcuni "...tentano un approccio radicalmente nuovo che va dalla teoria dei sistemi dinamici, passando per la teoria del caos per poi arrivare alla teoria dell'informazione e ai processi neurali...Alla base di tutto ci sono i processi chimico fisici che governano la cellula, il modello più semplice di sistema dinamico considerato da Deacon, grazie a cui si osservano sistemi più complessi come gli organismi viventi...Queste iisole di stabilità biologica mostrano auto-organizzazione, auto-riproduzione e capacità teleologica, ovvero <<finalizzata o diretta a un fine>>, che però non va confusa con una finalizzazione metafisica. In effetti, lungo la via che porta dalla materia inanimata alla coscienza, Deacon..." (Le Scienze, N.528, Agosto 2012, p.10, "Dalla materia inanimata alla mente", recensione del libro Natura incompleta di Terrence W.Deacon). Quanto al corpo umano però "...i ricercatori hanno dimostrato che il corpo umano non è un'isola autosufficiente. Somiglia di più a un ecosistema complesso - una rete sociale - contenente trilioni di batteri e di altri microrganismi che abitano sulla nostra pelle, nell'area genitale, nella bocca e, in particola modo, nell'intestino...Altro che autonomia dell'uomo" (ibidem, L'importanza della flora batterica per la salute umana, p.58). Passando dalle cellule organizzate in organismi viventi in contatto con un multiforme ambiente naturale, alle relazioni tra animali cospecifici, si arriva alle ipotesi della super-cooperazione (umana) come motore fondamentale dell'evoluzione.
  • Il secondo riferimento è alla filosofia pragmatista americana di W.James, J.Dewey, C.S.Peirce. Viene riconoscuto il carattere contingente dei nostri punti di partenza e l'accettazione che l'unica fonte di guida per noi è la comune eredità e la discussione interna alla comunità umana. La "discussione interna alla comunità umana" è l'assunto di base della costruzione sociale della con-vivenza umana. Questa discussione interna avviene secondo la Teoria della argomentazione, generando processi cognitivi "naturalistici" (Dan Sperber, Il contagio delle idee - Teoria naturalistica della cultura, Feltrinelli, Milano, 1999).
  • Il terzo riferimento, forse il più metodologico ma certo essenziale al buon funzionamento dei primi due, è una fiera interdisciplinarietà. A rischio di sbagliare, a rischio di passare per incompetenti o newby, si deve tentare di unire quello che secoli di pensiero riduzionista ha diviso. Il solo accostamento di discipline diverse è fecondo, libera ipotesi altrimenti impensabili. Tra le discipline che andrebbero più strettamente collegate nell'ambito delle scienze sociali: archeologia, storia, economia, antropologia culturale. Tutte queste discipline sono necessarie per vedere la nascita e la formazione di strutture e di istituzioni oggi universali nel corso di migliaia di anni. Queste "formazioni culturali" oggi vengono date per scontate, veri e propri fenomeni naturali. Ma non sono eterne (Mario Liverani, "L'origine delle città - Le prime comunità urbane del Vicino Oriente", Editori Riuniti, Roma, 1986, pag.14-22). Esse sono giunte probabilmente alla conclusione di un ciclo. Parlo di matrici di istituzioni quali le Città, gli Stati, la stratificazione sociale cristallizzata ed estesa come norma simbolica omnicomprensiva.

Devo fare una ultima precisazione. Come autore di questa tesi di laurea triennale in sociologia faccio presente che ho attraversato decenni di lavoro come informatico in aziende private grandi, medie e piccole. Il mio sguardo non ha mai cessato in ogni momento di essere quello di un osservatore dei meccanismi relazionali e delle interazioni sociali che andavo vivendo. Cooperazioni, conflitti, scioperi, turn-over, coinvolgimenti in sogni aziendali o nella costruzione di servizi positivi per il "pubblico", disillusioni, si sono alternati ma sempre accompagnati da una certa consapevolezza riflessiva.

Tesi

Dopo secoli di cooperazione forzata, cioè di quella che E.D.Durkheim chiamava la cooperazione organica, è possibile ristabilire una forma di cooperazione volontaria, basata su comunità di mutuo aiuto? Comunità che si federano tra di loro creando reti adattative sempre più estese? Reti qualitativamente diverse da quelle conosciute perchè seguono il modello relazionale "mutuale" anzichè il modello "dominatore" secondo la classificazione di Riane Eisler ("Il calice e la spada"). Non viene data qui una risposta, ovviamente, ma la tesi suggerisce che è possibile considerare in questa prospettiva à la K.Mannheim la sequenza di imponenti fenomeni cooperativi sociali come quelli ormai consolidati del Software Open Source, dell'inizio di una sua propagazione economica come OSE (Open Source Ecology o Open Source Economy) e CBPP (Commons Based Peer Production), e di una loro possibile estensione ad una ingegneria sociale partecipata autoriflessiva che si esprime in "progetti" sottoposti a test rigorosi. Nel testo "La Cattedrale e Il Bazaar" di Eric Steven Raymond si trova una declinazione tecnologica e in chiave software del modello mutuale (ogni sera vi permetto di usare, vedere, interagire e provare Fetchmail) contrapposto al modello dominatore (vedrete i risultati del progetto quando l'"opera" sarà completa e il suo "creatore" avrà già stabilito ogni cosa).

Struttura della tesi

Si divide in quattro parti.

  • Software (Open Source)
  • Hardware, macchine, economia, ecologia (Open Source)
  • Sociologia come agire sociale riflessivo a progetto (Open Source)
  • Ricerca sul campo qualitativa, via Focus Group

Software Open Source

Introduzione

La produzione di software Open Source [ Nota 1. Il software Open Source ], di seguito indicato con OS, presente ormai da alcuni decenni, richiederebbe una attenta analisi sociologica. La sua carica di innovazione sociale ed economica rappresenta un pericolo reale per le costruzioni teoriche della filosofia sociale ed un pericolo presunto per le pratiche di una economia capitalista ultra-ortodossa. Entrambi questi aspetti si fondano sulla assenza di proprietà intellettuale della conoscenza che realizza il servizio chiamato "software". Questo genera una forte cooperazione tra sviluppatori e utenti finali, senza che questi si conoscano. Vengono contemporaneamente smentite, nella concreta pratica sociale, le teorie di Hobbes sulla natura umana e quella di Rousseau sulla volontà collettiva [ Nota 2. Le teorie del Contratto Sociale ], le varie teorie sulla divisione sociale del lavoro [ Nota 3. La divisione sociale del lavoro e la stratificazione sociale ], la necessità di una gerarchia per coordinare decine, centinaia e, nel caso di Linux, migliaia di collaboratori ai vari progetti [ Nota 4. La gerarchia come necessità del lavoro socializzato ], le teorie dei ruoli sociali [ Nota 5. Le teorie dei ruoli sociali ], le teorie dei linguaggi vedi paragrafo Problemi di Linguaggio (in Fetchmail) e [ Nota 6. Le teorie dei linguaggi ], la teoria della razionalità burocratica di Weber o "destino dell'Occidente" [ Nota 7. La teoria della razionalità burocratica di Weber ], le teorie delle socializzazioni primaria e secondaria come basi della costruzione sociale della realtà [ Nota 8. Le socializzazioni primaria e secondaria ], l'economia mainstream e quindi l'intera sociologia economica [ Nota 9. Sociologia economica ]. E' mia intenzione analizzare le interazioni tra i processi sociali delle comunità virtuali OS e gli sviluppi tecnologici della ICT [Information Communication Technology], la loro integrazione in culture-prodotti OS, e la loro diffusione a "società" e "comunità" reali. Fino "al punto di accreditare la tesi - tipica degli Sts [NdR: Science technology studies] - per cui scienza e società si trovano sempre e inestricabilmente mischiate l'una con l'altra." (Neresini, 2011:88). Obiettivo di questo breve paper è la messa a fuoco, specifica al caso OS, di quella che "abbiamo definito come la co-produzione fra scienza e ordine sociale"(Neresini, 2011:133). O meglio di tecnologia ICT e ordine o "disordine" sociali. Si utilizzeranno le note sulla morfogenesi e sul rapporto tecnoscienziati-politici di

Si utilizzerà come quadro generale di riferimento:

Razionale

Conoscenza, cultura, società sono aspetti del processo evolutivo della specie umana. Le teorie dell'evoluzione di Lamarck e Darwin, venute dopo, si badi bene, alla grande rivoluzione francese, hanno fatto penetrare la consapevolezza autoriflessiva di questo processo evolutivo nella conoscenza, nella cultura, nella società umane. Nell'ultimo mezzo secolo poi s'è avviato un acceso e drammatico dibattito sulle capacità adattive della specie umana, date in precedenza per scontate, anzi magnificate come parte di un progresso sicuro ed illimitato basato sullo sviluppo di tecnologia, scienza, arte, cultura, società organica. Un progresso basato in termini oggettivi sullo sviluppo di protesi e di artefatti. "La storia dell'umanità è il racconto della costante sperimentazione di protesi con cui migliorare la nostra <<dotazione>> naturale. Anzi, gli esseri umani sono da sempre il prodotto della commistione di corpo, utensili e pensiero; la natura umana è l'effetto emergente dell'interazione fra corpi, macchine, cognizioni" (Neresini, 2011:66). Questo processo viene ulteriormente accelerato dalla comparsa di macchine intelligenti cioè ad alta automazione che comunicano tra loro e con gli umani. Se poi tra le protesi comprendiamo il linguaggio, dobbiamo considerare la proliferazione dei linguaggi "well formed" per l'interazione uomo-macchina costruiti con l'obiettivo di equilibrare l'aspetto umano con quello del computer-macchina-automa. Le comunità tecnologiche che hanno dato "vita" al Free Software prima ed al Software Open Source poi, non si oppongono a questo processo ma cercano di governarlo con progetti sociali consapevoli, autoriflessivi, mirati. In fondo Open Source significa conoscere come gli "altri" umani comunicano con le "nostre" macchine. Si parla di "comunicazione" tra macchine e macchine e tra macchine ed umani perchè il servizio/azione erogato in modo autonomo dalle macchine avviene all'interno di un regolare processo di scambio di informazioni che prevede anche il riconoscimento/autorizzazione degli attori coinvolti. In "La cattedrale e il Bazaar", citata d'ora in avanti come LCEIB, di Eric Steven Raymond, citato d'ora in avanti come ESR, si parla del caos apparente della “Legge di Linus”. Questo caos assomiglia in realtà alla efficienza inquietante del brulichio di un formicaio. Comunque declinato l'aspetto cooperativo è predominante e vede nella comunicazione, mediata da automi collegati in rete, il suo punto focale. Come in un formicaio. Quando la comunicazione è in pericolo il formicaio impazzisce e reagisce scatenando l'allarme che coinvolge l'intero gruppo organizzato. Vedi il paragrafo La difesa della libertà di informazione su Internet. Le protesi vanno viste soprattutto come libri, cellulari, ICT, come aumento della mobilità individuale realizzata con auto, navi, aerei, nel suo aspetto centrale di ampliamento delle capacità umane di comunicazione. Anzichè come un processo intrusivo, in cui la macchina prevale sostanzialmente sull'uomo, come il cyborg, lo sviluppo di protesi harware e software si può leggere come una estensione dei processi di socializzazione umani (vedi Nota 8. Le socializzazioni primaria e secondaria). Lo stesso significativo aumento delle aspettative di vita va visto come un potenziamento di questo processo di costruzione sociale del corpo e del prolungamento delle aspettative di vita degli esseri umani. Il vero cyborg è l'anziano della terza età o della quarta età che si mantiene in forma ed è attivo socialmente come indicato dal progetto Active Ageing di OMS. La sua "alimentazione", la necessità di input di un anziano, è soprattutto culturale, affettiva, sociale.

Le fonti dei dati e i riferimenti usati

Per definire l'interazione tra tecnologia OS e processi sociali delle comunità virtuali verrà usato come case story, che ritengo valida e completa, "La cattedrale e il Bazaar" di Eric S. Raymond. ESR dopo aver partecipato allo sviluppo di Free Software con Richard M. Stallman, programmatore al MIT, fondatore della Free Software Foundation e autore della licenza GNU GPL, si avventura in un test. "Quella che segue è la mia analisi di un progetto open source di successo, fetchmail, deliberatamente utilizzato come test specifico per la verifica di alcune sorprendenti teorie sullo sviluppo del software suggerite dalla storia di Linux." (LCEIB). Si tratta quindi di una prova pratica di realizzazione di un progetto sw che ha avuto successo seguendo le procedure "sociali", "tecniche", organizzative di Linux. Per definire l'interazione tra comunità virtuali OS e società politiche reali si studierà il nesso tra primavera araba 2011, comunità internazionali OS, difesa della integrità dell'informazione su Internet.

Il rapporto tra scienza, tecnologia, società

"La scienza e la tecnologia evolvono assieme alla società, essendone parte integrante...Le attribuzioni postume di scoperte e invenzioni sono solo vittorie di Pirro per chi ne benficia, ma sono soprattutto un esercizio reso possibile da una visione distorta che contempla la netta separazione di scienza, tecnologia e società e che definisce l'innovazione nei termini della loro successione lineare...L'innovazione,piuttosto, prende forma durante un processo all'interno del quale si mescolano conoscenze scientifiche, competenze tecniche, oggetti tecnologici, rappresentazioni sociali, coraggio imprenditoriale, disponibilità e convinzioni dei suoi potenziali utilizzatori" (Neresini, 2011:72). Mentre nel libro di Neresini sulle nanotecnologie (Neresini, 2011) vengono considerate le interazioni tra

  • inclinazioni personali,
  • percorsi professionali,
  • l'immagine pubblica delle istituzioni di ricerca,
  • gli interessi economici,
  • la competizione per l'acquisizione delle risorse,
  • le rappresentazioni sociali del pubblico e degli scienziati che si intrecciano tra loro,
  • lo sfondo di narrazioni quali fantascienza e letteratura,
  • i frame interpretativi,
  • le influenze dei media,

nel racconto di ESR tutto questo è corto-circuitato in una narrazione autoriflessiva consapevole dove, intrecciati alle relazioni con gli utenti co-sviluppatori, prevalgono gli effetti tecnici e il percorso di costruzione del programma "fetchmail", sedimentazione e oggetto mirabilis condiviso di tutto il processo. Nel caso "fetchmail" di ESR la "società" è una comunità virtuale. Di durata, estensione, localizzazione, composizione estremamente variabili. La nozione di società non è qui considerata necessaria nella sua accezione essenzialista, è sufficiente la nozione di gruppo organizzato o meglio di rete organizzata di individui i cui "nodi di coordinamento" sono siti internet. Non che la macchina sostituisca il coordinatore uomo; le regole d'uso dei vari nodi, che poi sono archivi interattivi, vengono definiti in genere in modo consensuale tra tutta la comunità. Al di là della comunità che partecipa direttamente al progetto ci sono i veri utenti finali a cui è destinato il rilascio del prodotto [NdR: in inglese software release].

L'origine del Free Software di Richard M. Stallman

"Considerando la possibilità di arrivare a costruire, grazie alle nanotecnologie, microchip sufficientemente piccoli e compatibili da essere impiantati nel nostro cervello per potenziarne le facoltà, qualcuno ha giustamente sollevato il problema del loro controllo[NdR: l'enfasi è mia]: se fosse nelle mani di qualcun altro al di fuori di noi, che ne sarebbe della nostra libertà e della nostra autodeterminazione? Ma lo stesso problema non si pone anche a proposito del nostro PC? Quanti hanno effettivamente il controllo della pletora di gadget tecnologici di cui è intessuta la nostra quotidianità? "(Neresini, 2011:67). La domanda che si pone Neresini riguarda "il pubblico" generico, possibile oggetto delle pratiche nano-tecnologiche. Nel caso di Stallman invece, il "pubblico" è un programmatore esperto che sa modificare subito "l'oggetto tecnologico" che non risponde ai suoi desiderata. Nel 1980, a Stallman e ad alcuni altri hacker del laboratorio di intelligenza artificiale del MIT fu rifiutato il codice sorgente del software per la stampante laser Xerox 9700 (“Dover”), la prima del settore. Stallman aveva modificato il software su una vecchia stampante (la XGP, Xerographic Printer); con la sua modifica l'utente riceveva dalla stampante un messaggio elettronico che gli segnalava il completamento della stampa da lui richiesta. Tutti gli utenti in coda di stampa venivano anche avvertiti di condizioni di congestione di code di stampa, in modo che l'utente si potesse attendere un ritardo nella stampa, e la informazione necessaria per evitare altre congestioni. Vedere impedito questo servizio aggiuntivo, per l'indisponibilità del codice sorgente della stampante, non era un inconveniente trascurabile, dato che, come accadeva spesso, la stampante era unica per diversi utenti su diversi piani, e presso la stampante finivano per sostare diverse persone, a perdere tempo prezioso in attesa, o a districarsi fra le altrui stampe non ritirate. Questa esperienza convinse Stallman che le persone hanno bisogno di essere libere di modificare il software che usano. In seguito RMS iniziò a sviluppare GNU, le parti di un sistema operativo cui alla fine del processo mancava solo la parte fondamentale del kernel. Linus Torvalds utilizzando le eccellenti librerie, costruite in modo "tradizionale" e in stile cattedrale dalla Free Software Foundation, realizza in modo altamente "innovativo" il kernel Linux. Vedi Nota 10. Linus Torvalds. Il problema delle code, endemico nei paesi del socialismo reale, scatenava l'inizio di una rivolta pacifica nei paesi democratici a capitalismo maturo.

La Cattedrale e il Bazaar

"Paragrafo1. La cattedrale e il bazaar. Linux è sovversivo. Chi avrebbe potuto pensare appena cinque anni fa che un sistema operativo di livello mondiale sarebbe emerso come per magia dal lavoro part-time di diverse migliaia di hacker e sviluppatori sparsi sull'intero pianeta, collegati tra loro solo grazie ai tenui cavi di Internet? Certamente non il sottoscritto. Quando Linux fece la sua comparsa nel mio raggio d'azione all'inizio del 1993, mi ero occupato dello sviluppo di Unix e di software open source per dieci anni. Ero stato uno dei primi collaboratori al progetto GNU a metà anni '80. Avevo distribuito su Internet un buon numero di software open source, realizzando da solo o in collaborazione con altri parecchi programmi (nethack, Emacs VC e GUD, xlife, etc.) ancor'oggi ampiamente utilizzati. Pensavo di sapere come bisognasse fare. Linux stravolse gran parte di quel che credevo di sapere. Per anni avevo predicato il vangelo Unix degli strumenti agili, dei prototipi immediati e della programmazione evolutiva. Ma ero anche convinto che esistesse un punto critico di complessità al di sopra del quale si rendesse necessario un approccio centralizzato e a priori [NdR: l'enfasi è mia]. Credevo che il software più importante (sistemi operativi e strumenti davvero ingombranti come Emacs) andasse realizzato come le cattedrali, attentamente lavorato a mano da singoli geni o piccole bande di maghi che lavoravano in splendido isolamento, senza che alcuna versione beta vedesse la luce prima del momento giusto. Rimasi non poco sorpreso dallo stile di sviluppo proprio di Linus Torvalds - diffondere le release presto e spesso, delegare ad altri tutto il possibile, essere aperti fino alla promiscuità. Nessuna cattedrale da costruire in silenzio e reverenza. Piuttosto, la comunità Linux assomigliava a un grande e confusionario bazaar, pullulante di progetti e approcci tra loro diversi (efficacemente simbolizzati dai siti contenenti l'archivio di Linux dove apparivano materiali prodotti da chiunque). Un bazaar dal quale soltanto una serie di miracoli avrebbe potuto far emergere un sistema stabile e coerente. Il fatto che questo stile bazaar sembrasse funzionare, e anche piuttosto bene, mi colpì come uno shock. Mentre imparavo a prenderne le misure, lavoravo sodo non soltanto sui singoli progetti, ma anche cercando di comprendere come mai il mondo Linux non soltanto non cadesse preda della confusione più totale, ma al contrario andasse rafforzandosi sempre più a una velocità a malapena immaginabile per quanti costruivano cattedrali. Fu verso la metà del 1996 che mi parve d'essere sul punto di capirne il perché. Il destino mi offrì l'occasione propizia per mettere alla prova la mia teoria, sotto forma di un progetto open source del quale decisi di occuparmi usando coscientemente lo stile bazaar. Ci provai, e il successo ottenuto fu piuttosto significativo. Nella parte restante di questo saggio, racconto la storia di quel progetto, usandola per proporre alcuni aforismi sull'efficacia dello sviluppo open source. Non che li abbia imparati tutti dal mondo Linux, ma vedremo come le modalità offerte da quest'ultimo siano del tutto peculiari. Se non ho interpretato male, questi aforismi ci aiuteranno a comprendere con esattezza cos'è che rende la comunità Linux una sorgente così copiosa di buon software - e aiuteranno tutti noi a divenire più produttivi." (LCEIB). La scelta di ESR è stata quella di sperimentare in un progetto OS reale, la implementazione di "fetchmail", il metodo seguito da Linus Torvalds per Linux. L'obiettivo di ESR era quello di essere più produttivo, non solo più buono o più bello o più etico.

La cooperazione in una comunità OS

La premessa necessaria per capire quanto è avvenuto è questa: il problema principale del software sono i bug, i bachi, gli errori di programmazione, scrittura, design. Correggerli dopo averli scovati è la via ad un software funzionante, pulito, efficace. Il metodo seguito in Linux consisteva nel rendere subito disponibili a tutti le versioni "bacate" da sottoporre a prova. Anche agli utenti finali potevano disporre di questi release (in molti casi giornalieri o "nightly built"). Gli utenti diventavano co-sviluppatori segnalando e molte volte correggendo i bachi. "Coltivati in maniera appropriata [NdR: il termine "coltivati" denota l'alto grado di intenzionalità positiva nella relazione tra progettista-produttore e utente-consumatore, relazione che si mantiene comunque simmetrica, paritaria e cooperativa. Va sottolineata la compresenza in questa relazione di spontaneità intenzionale e di intenzionalità organizzata] , gli utenti possono trasformarsi in co-sviluppatori. Altro punto di forza della tradizione Unix, portato felicemente agli estremi da Linux, è che molti utenti sono essi stessi degli hacker. Ed essendo i sorgenti disponibili a tutti, possono diventare degli hacker molto efficaci. Qualcosa di tremendamente utile per ridurre il tempo necessario al debugging. Con un po' d'incoraggiamento, ogni utente è in grado di diagnosticare problemi, suggerire soluzioni, aiutare a migliorare il codice in maniera impensabile per una persona sola... Trattare gli utenti come co-sviluppatori" (LCEIB). Quando il sw era abbastanza maturo venivano fatti dei test generali per scovare gli ultimi bachi prima di un rilascio "ufficiale" alla comunità. Il Rilascio della versione 2 di Linux ha dovuto attendere eccezionalmente un anno di test, a causa del timore manifestato da molti co-sviluppatori della persistenza di bachi non scoperti. "Nella concezione a bazaar, d'altra parte, si dà per scontato che generalmente i bug siano fenomeni marginali - o che almeno divengano rapidamente tali se esposti all'attenzione di migliaia di volenterosi co-sviluppatori che soppesano ogni nuova release. Ne consegue la rapidità di diffusione per ottenere maggiori correzioni, e come positivo effetto collaterale, c'è meno da perdere se viene fuori qualche toppa raffazzonata. Tutto qui. E non è certo poco. Se la “Legge di Linus” è falsa, allora ogni sistema complesso tanto quanto il kernel Linux, ricavato grazie al lavoro collettivo delle molte mani che lo hanno messo insieme, a un certo punto avrebbe dovuto crollare sotto il peso di interazioni negative impreviste e di “profondi” bug non scoperti. Se invece è vera, allora è sufficiente a spiegare la relativa assenza di bug di Linux. E forse ciò non dovrebbe rappresentare affatto una sorpresa. Qualche anno addietro sono stati i sociologi a scoprire che l'opinione media di un gruppo di osservatori equamente esperti (o equamente ignoranti) si rivela parametro assai più affidabile di quella di un solo osservatore scelto casualmente in quel gruppo. Si tratta del cosiddetto “effetto Delfi” [NdR: qui ESR fa riferimento al metodo Delfi sviluppato nel corso della guerra fredda dalla Rand Corporation]. Ora sembra che Linus abbia dimostrato come ciò vada applicato anche all'operazione di debugging di un sistema operativo - ovvero che l'effetto Delfi è in grado di addomesticare la complessità della programmazione, persino la complessità del kernel di un sistema operativo. Sono in debito con Jeff Dutky (dukty@wam.umd.edu) per aver sottolineato come la Legge di Linus possa essere definita anche: “Il debugging è parallelizzabile”. Jeff fa notare come nel corso dell'intero processo, pur richiedendo il coordinamento di uno sviluppatore che curi le comunicazioni tra quanti si occupano del debugging, questi ultimi invece non richiedono particolare coordinamento. In tal modo non si cade preda della notevole complessità e dei costi gestionali imposti dal coinvolgimento di nuovi sviluppatori.[NdR: vedi la cooperazione di Marx e Durkheim] In pratica, nel mondo Linux la perdita di efficienza a livello teorico, dovuta alla duplicazione di lavoro da parte di quanti seguono il debugging, non arriva quasi mai a rappresentare un problema. Uno degli effetti della policy “distribuire presto e spesso” è proprio quello di minimizzare tale duplicazione di lavoro propagando rapidamente le soluzioni giunte col feedback degli utenti." (LCEIB). Ma questo successo non è dovuto a un miracolo. Implica semplicemente la capacità dei co-sviluppatori di leggere attraverso il codice sorgente (in linguaggio C) le "intenzioni" dell'autore del codice [NdR: per codice si intende una parte del programma software]. E correggere i bachi rispettando le intenzioni dell'autore. In casi eccezionali Linus Torvalds sostituiva un pezzo intero di codice riscrivendolo, ma erano casi eccezionali e motivati. Anche nel caso "fetchmail", "Questi semplici accorgimenti produssero una ricompensa immediata. Fin dall'inizio del progetto, mi arrivavano report sui bug presenti di una qualità che qualunque sviluppatore avrebbe invidiato, spesso con buone soluzioni in attach. Ho ricevuto mail piene di critiche costruttive, lodi sperticate, suggerimenti intelligenti. Il che ci porta a: Se tratti i beta tester come se fossero la risorsa più preziosa, replicheranno trasformandosi davvero nella risorsa più preziosa a disposizione." (LCEIB) [NdR. Legge di Thomas o self-fulfilling prophecy]. E' possibile che anche l'Iliade e l'Odissea siano state scritte in questa maniera?

Motivazione e ozio

"Ogni buon lavoro software inizia dalla frenesia personale di uno sviluppatore. Forse ciò avrebbe dovuto risultare ovvio (è risaputo da tempo che “la necessità è la madre di tutte le invenzioni”), ma troppo spesso gli sviluppatori trascorrono le giornate impegnati a guadagnarsi da vivere con programmi di cui non hanno alcun bisogno e che non apprezzano. Ma non nel mondo Linux - il che spiega l'alta qualità media del software originato dalla comunità Linux... Pur non ritenendomi un programmatore tra i più bravi, cerco di imitarli. Importante caratteristica di costoro è una sorta di ozio costruttivo. " (LCEIB) E' evidente la dicotomia tra il mondo della "solidarietà organica" dove si "trascorrono le giornate impegnati a guadagnarsi da vivere con programmi di cui non hanno alcun bisogno e che non apprezzano" (LCEIB) e un mondo che potremmo solo chiamare della "solidarietà meccanica", secondo le uniche categorie disponibili sociologicamente. Questo crea il problema di come definire la socializzazione secondaria, nonché quella primaria; vedi Le socializzazioni primaria e secondaria.

Il punto di svolta

"Il vero punto di svolta del progetto ebbe luogo quando Harry Hochheiser mi spedì il codice iniziale per fare il forward alla porta SMTP della macchina client. Mi sono reso immediatamente conto che l'implementazione affidabile di tale funzione avrebbe reso pressoché obsoleta ogni altra modalità di consegna della posta. Per molte settimane mi ero messo a giocare con l'interfaccia di fetchmail, passabile ma disordinata - poco elegante e con troppe opzioni sparse tutt'intorno. Tra queste mi davano particolarmente fastidio, anche senza capire perché, quelle utilizzate per trasferire la posta prelevata in una certa mailbox o altrove. Quel che mi veniva in mente pensando alla funzione del “SMTP forwarding” era che popclient voleva cercare di far troppe cose. Era stato ideato per essere sia un “mail transport agent” (MTA) sia un “mail delivery agent” (MDA) a livello locale. Con il forward SMTP avrebbe potuto smettere di essere un MDA per divenire un puro MTA, trasferendo ad altri programmi la posta per la consegna locale, proprio come fa sendmail. Perché darsi da fare a sistemare le complesse configurazioni per un MDA o le impostazioni per le mailbox, quando innanzitutto è quasi sempre garantito che la porta 25 rimane disponibile per questo su ogni piattaforma con supporto TCP/IP? Soprattutto quando ciò significa che i messaggi prelevati appariranno come posta SMTP normalmente inviata dal mittente, che è poi quel che stiamo cercando di ottenere. Ci sono diverse lezioni da trarre a questo punto. Primo, l'idea del “SMTP forwarding” era la prima grossa ricompensa per aver tentato coscientemente di emulare i metodi di Linus. Era stato un utente a suggerirmi questa fantastica idea - non mi restava che comprenderne le implicazioni. ... La cosa migliore, dopo l'avere buone idee, è riconoscere quelle che arrivano dagli utenti. Qualche volta sono le migliori. Fatto interessante, è facile scoprire che se sei completamente onesto e autocritico su quanto è dovuto agli altri, il mondo intero ti tratterà come se ogni bit di quell'invenzione fosse opera tua, mentre impari a considerare con sempre maggior modestia il tuo genio innato. Abbiamo visto come tutto ciò abbia funzionato a meraviglia con Linus! " (LCEIB). Un pò di psicologia e di analisi della interazione sociale. Come abbiamo visto Eric S.Raymond imposta in modo altamente collaborativo e motivante il suo rapporto con gli utenti-cosviluppatori. La platea a là Goffman a cui ESR parla sono gli utenti-cosviluppatori e la comunità di hacker, tra cui mitico Larry Wall, autore del linguaggio Perl, che Eric cita esplicitamente. Eric prende subito in considerazione la soluzione proposta da Harry Hochheiser anche se questo comporta da subito un cambio di paradigma nel design del programma. Si intrecciano questi elementi secondo vari piani di corrispondenza:

  • la soddisfazione di veder trasformato il software in qualcosa di paragonabile in piccolo a Linux,
  • essere utile alla comunità di hacker cui lui stesso appartiene. L'utilità apportata alla comunità viene espressa in termini di competizione aggressiva (applicazione killer), di ecologia (conquista di una nicchia), di necessità funzionalista (nella gestione delle email)
  • la consapevolezza autoriflessiva di essere un ottimo coordinatore di progetto open source
  • la consapevolezza di aver saputo accettare una idea da un altro trasformandola in un coraggioso cambio di paradigma. L'idea di Harry Hochheiser lo ha obbligato a questa trasformazione ma Eric ha dovuto ri-disegnare Fetchmail (e il disegno software è la sua specifica abilità)
  • l'aver portato a termine con successo un test e una contemporanea teorizzazione del paradigma Linux-Bazaar. L'equilibrio notevole tra la prassi (disegno e sviluppo dl software) e la teoria (modello di coordinamento del progetto) è dimostrato anche dalla bibliografia presente in LCEIB.

Il fatto che Eric citi per nome Harry Hochheiser segnala la forza della significatività del suo ricordo. Per concludere " Credo che simili risultati siano impossibili da perseguire o da pianificare. Devi esser trascinato dentro la storia da idee così potenti che, col senno di poi, quei risultati appaiono del tutto inevitabili, naturali, perfino prestabiliti. L'unico modo per provarci è farsi venire un sacco di idee, oppure avere la capacità di portare le idee degli altri al di là del punto in cui essi stessi credevano potessero arrivare." (LCEIB).

Problemi di Linguaggio (in Fetchmail)

"Tradizionalmente i programmatori hanno sempre avuto la tendenza a favorire sintassi molto precise e compatte, del tutto prive di ridondanza. Si tratta di un'eredità culturale del tempo in cui le risorse informatiche erano costose, così gli analizzatori dovevano risultare semplici ed economici al massimo grado. Allora l'inglese, con quel 50% di ridondanza, sembrava un modello poco appropriato. Non è questa la ragione per cui generalmente io evito le sintassi in quasi-inglese; l'ho citata qui soltanto per demolirla. Con l'attuale economicità dei cicli e delle strutture, la pulizia non dovrebbe essere un obiettivo in sé. Al giorno d'oggi è più importante che un linguaggio sia conveniente per gli esseri umani anziché economico per il computer. Esistono comunque buoni motivi per procedere con cautela. Uno è rappresentato dai costi della complessità dell'analizzatore - non è il caso di aumentare tale complessità fino a raggiungere il punto in cui produrrà bug significativi e confusione nell'utente. Un'altra ragione è che cercare di rendere un linguaggio in quasi-inglese spesso richiede un tale aggiustamento linguistico che le somiglianze superficiali con il linguaggio naturale generino confusione tanto quanto l'eventuale sintassi tradizionale. (Come si può notare con evidenza nei linguaggi di interrogazione dei database di “quarta generazione” e commerciali). La sintassi di controllo di fetchmail riesce a evitare questi problemi perché il dominio riservato al linguaggio è estremamente limitato. Non si avvicina neppure lontanamente a un linguaggio di tipo generale; le cose che dice non sono affatto complicate, lasciando quindi poco spazio a potenziali confusioni, quando ci si sposta mentalmente tra un ristretto ambito d'inglese e il linguaggio di controllo vero e proprio." (LCEIB). Vedi anche Le teorie dei linguaggi.

Le indicazioni di ESR (LCEIB)

Questi punti sono citazioni dai paragrafi 9, 10, 11:

  • Quando s'inizia a costruire la comunità, bisogna essere in grado di presentare una promessa plausibile.
  • Non credo sia essenziale che il coordinatore possa produrre design eccezionali, ma è assolutamente centrale che sia capace di riconoscere le buone idee progettuali degli altri.
  • Il mercato interno della reputazione della comunità open source esercita una sottile pressione sulle persone in modo che non si lancino dei progetti se non si è abbastanza competenti per seguirli. Finora quest'approccio ha funzionato piuttosto bene.
  • D'altronde è ovvio che per metter su una comunità di sviluppatori occorra attirare gente, coinvolgerli in quel che stai facendo, tenerli contenti per il lavoro che fanno. Lo sfrigolìo tecnico aiuta molto in questo senso, ma è ben lungi dall'esser tutto. È anche importante il tipo di personalità che proietti. Non è certo una coincidenza che Linus sia un tipo simpatico, capace di piacere alla gente e di farsi aiutare. Da parte mia, io sono un estroverso energetico cui piace lavorare tra la folla, oltre ad avere qualcosa dei modi e dell'istinto del comico. Per far funzionare il modello a bazaar, aiuta parecchio essere in grado di esercitare almeno un po' di fascino sulla gente. [NdR: Vedi Nota 11. Leader carismatico ]
  • futilità del “principio del comando”. Ma cosa s'intende esattamente con un certo stile di leadership e quali sarebbero queste usanze cooperative? Intanto, non ci si basa su relazioni di potere - e anche se tali dovessero essere, una leadership fondata sulla costrizione non produrrebbe i risultati che abbiamo visto. Weinberg [NdR: “The Psychology Of Computer Programming” di Gerald M. Weinberg (New York, Van Nostrand Reinhold 1971)] cita al riguardo l'autobiografia dell'anarchico russo del XIX secolo Pyotr Alexeyvich Kropotkin, “Memorie di un rivoluzionario”: “Essendo cresciuto in una famiglia che aveva dei servitori, sono entrato nella vita attiva, al pari di tutti i giovani della mia epoca, con un notevole carico di confidenza nella necessità di comandare, impartire ordini, rimproverare, punire. Ma quando, ancora giovane, dovetti gestire degli affari seri e avere a che fare con uomini [liberi], quando ogni errore avrebbe portato da solo a pesanti conseguenze, iniziai ad apprezzare la differenza tra l'agire basato sul principio del comando e della disciplina e l'agire basato sul principio della comprensione condivisa. Il primo funziona mirabilmente in una parata militare, ma non ha valore alcuno allorché si tratta della vita reale, dove ogni obiettivo può essere raggiunto soltanto tramite i duri sforzi di molte volontà convergenti.” È precisamente i “duri sforzi di molte volontà convergenti” sono quel che un progetto come Linux richiede - e il “principio del comando” è veramente impossibile da praticare tra i volontari di quel paradiso anarchico chiamato Internet. Per operare e competere con efficacia, ogni hacker che voglia guidare progetti collettivi deve imparare come creare e dare energia a reali comunità d'interesse [NdR: l'enfasi è mia, vedi Nota 12. Individuo vs Società] secondo le modalità vagamente suggerite dal “principio della comprensione” citato da Kropotkin. Deve imparare ad usare la Legge di Linus.
  • Sotto molti aspetti il mondo Linux si comporta come un “free market” oppure come un sistema ecologico, una serie di agenti indipendenti che cercando di massimizzare quell'utilitarismo che nel processo va producendo un ordine spontaneo e in grado di auto-correggersi, più elaborato ed efficiente di quanto avrebbe potuto raggiungere qualsiasi pianificazione centralizzata.
  • La “funzione utilitaristica” che gli hacker di Linux vanno massimizzando non è economica in senso classico, quanto piuttosto espressione dell'intangibile, egoistica reputazione e soddisfazione che si guadagna tra gli altri hackers [NdR: Vedi Nota 13. Status e ceti].
  • Forse alla fine la cultura dell'open source trionferà non perchè la cooperazione sia moralmente giusta o perché il software “costretto” sia moralmente sbagliato (dando per scontato che si creda a quest'ultima affermazione, cosa che né io né Linus facciamo), ma semplicemente perché il mondo “closed-source” non è in grado di vincere la corsa agli armamenti dell'evoluzione contro quelle comunità open source capaci di affrontare un problema con tempi e capacità superiori di diversi ordini di grandezza.

Le comunità geografiche OS prima di Internet

"Prima dell'attuale Internet super-diffusa, esistevano poche comunità geograficamente compatte in cui veniva incoraggiata la cultura della programmazione “senza ego” di Weinberg, dove uno sviluppatore poteva facilmente attirare molti altri co-sviluppatori in gamba. Il Bell Lab, il MIT, UC Berkeley - queste le dimore dell'innovazione che rimangono leggendarie e potenti ancor'oggi." (LCEIB). Da queste comunità sono partiti i germi che hanno reso possibile il free sw e lo OS. Attualmente si formano comunità geografiche quali i Linux user Group locali (LUG) o i PHP User Group (PUG). Queste "comunità" sono comunità di ricerca private come i Bell Labs che hanno visto la nascita del linguaggio C [NdR: evento fondamentale nella parte informatica software della storia della tecnoscienza] e subito dopo del sistema operativo Unix, ripreso dal progetto MIT Multics. Questa cultura OS ha contagiato anche alcune corporation dell'informatica come IBM che ha rilasciato gratuitamente l'ambiente di sviluppo Eclipse alla comunità OS, vedi Nota 14. Java e la legge “OS e solo OS”. IBM finanzia lo sviluppo di Linux perchè lo istalla nei suoi server (Benkler, 2006). Vedi anche su Dell e HP [Nota 16. Cina comunista] . Viceversa il mondo Closed Source influenza quello OS. Molti businessmen utilizzano il paradigma OS per rendere competitivi i propri prodotti commerciali. Un altro "sviluppo" nella breve storia del mondo OS è stata la meteora di Steve Jobs fondatore della Apple, cacciato dagli azionisti e poi reintegrato come guru salvatore e quindi beatificato prima della morte come l'ultimo grande innovatore high tech statunitense. In breve Richard M. Stallman, della Free Software Foundation, accusa Steve Jobs di aver fatto man bassa del software libero (regolarmente acquisito con licenze come la BSD, Berkeley Software Distribution), di averlo chiuso in licenze commerciali e di averne ricavato ingenti profitti spacciando il tutto come frutto della propria inventiva. Al punto di "non rimpiangere la sua morte , per quanto crudele questo possa sembrare" [NdR:Di sicuro Steve Jobs non aveva mai capito niente di software, avendo fatto giganteschi buchi nell'acqua con il sistema operativo abortito "Simphony" e il tablet "Newton"]. Comunque, anche se catturato in licenze commerciali closed della Apple, il sw OS gira abbondante e robusto nei vari I-Pad e OS X (Operating System X, dove la X sta per Unix, esattamente Unix BSD, sviluppato alla University of California Berkeley) [NdR: vedi Berkeley Software Distribution ].

Le comunità volontarie di interesse

"Ciò non significa che non saranno più importanti le visioni e l'intelligenza individuali; credo piuttosto che la punta avanzata del software open source apparterrà a quanti sapranno muovere da visioni e intelligenza individuali per poi amplificarle tramite l'effettiva costruzione di comunità volontarie d'interesse [NdR: l'enfasi è mia]"(LCEIB). Vedi Nota 12. Individuo vs Società. La diffusione su scala geografica di queste comunità virtuali, se si vuole, non è una novità assoluta. Le comunità dei dotti, i viaggi geografici dei sapienti, gli scambi di cultura religiosa sulle vie commerciali, sono fenomeni antichi. La tecnologia ICT, la diffusione di una scienza di base condivisa, la globalizzazione economica, hanno reso lo scambio di informazioni via web una necesssità storica. Gli ulteriori sviluppi software, come quelli che hanno portato a Google, hanno come “mission” la facilitazione della ricerca di informazioni: “Google’s mission is to organize the world’s information and make it universally accessible and usefulChi Siamo? di Google. Vedi Nota 17. Primavera araba: chi c'era dietro? Nonostante Google sia diventata una corporation tra le maggiori, il suo inizio è legato allo OS. I suoi primi 9000 server, ora sono 1.000.000 distribuiti nei suoi vari data center nel mondo, erano basati su Linux. Google ha sviluppato un suo sistema operativo OS, dal nome significativo Android, basato su Java (vedi Nota 14. Java e la legge “OS e solo OS”), e utilizzato in primis sui cellulari. Dopo aver scalzato Microsoft, relativamente chiusa alla rete, in quanto ambiente non controllabile da un punto di vista Closed Source, scalzando il suo primato sui PC, ora Google si sta avviando nel tentativo di scalzare Apple dal mondo degli smart phone. Un ingegnere italiano, Massimo Marchiori di Padova, che aveva collaborato con Google, partecipando alla invenzione dell'algoritmo di ricerca, ha esteso tale algoritmo facendo in modo che chi fa ricerche sul web sullo stesso tema possa conoscersi e incontrarsi. Possa quindi costruire in modo semiautomatico comunità virtuali, senza dover ricorrere a procedure quali iscrizioni a forum, blog, mailing list. La nuova compagnia, con un forte accento commerciale, si chiama volunia.com.

La difesa della libertà di informazione su Internet

"Anonymous attacca la Cina:molti siti offline!" [NdR: venerdì 06 aprile 2012, 14.00 Da Anonymous attacca la Cina (di Peppe Croce). "Il Governo cinese non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale sulla spinosa faccenda.Gli hacker di Anonymous questa volta se la sono presa contro il Governo cinese che limita la libertà di espressione su internet. Con una massiccia azione sono stati messi offline 480 siti web e rubati migliaia tra username e password.
Cina libera - Anonymous batte Cina 480 a zero. Primo grande colpo del collettivo internazionale di hacker contro il gigante orientale, accusato di violare la libertà di espressione dei suoi cittadini anche sul web. Quasi 500 siti rivoltati come calzini, con migliaia di nomi utente e chiavi di accesso rubati. Nel mirino dell'attacco, iniziato il 30 marzo e ancora in corso, soprattutto enti pubblici, istituzioni e aziende che collaborano con il Governo cinese. Tra i dati personali rubati ci sarebbero anche quelli di molti funzionari governativi. Un attacco al cuore della politica cinese, che si è mostrata per la prima volta estremamente vulnerabile.
Manovra social - Anonymous, parallelamente alla violazione informatica, ha anche aperto le porte ai suoi follower cinesi con un nuovo account su Twitter e un'apposita mail di contatto. Nel giro di poche ore ha già collezionato oltre 3.000 fan e numerose attestazioni di stima alle quali il collettivo ha risposto con il caloroso tweet " We love our followers!!!! :)<3 ".
La Cina si difende - Se, da un lato, per le istituzioni cinesi l'attacco è stata una pessima figura - moltissimi siti erano su domini ufficiali ".gov.cn" - dall'altra si deve ammettere che la capacità di reazione è stata impressionante. Tutti i siti sono tornati online e funzionanti nel giro di pochissime ore e, mentre i tecnici informatici li rimettevano in piedi, dall'altro capo del mondo veniva sferrato un duro colpo contro Anonymous. Ma non in Cina, bensì negli Stati Uniti dove è stato arrestato Higinio O. Ochoa III, ritenuto responsabile della cosiddetta "Operation Pig Roast". UN attacco hacker contro i siti del Governo americano pochi mesi fa. (sp)
" Sicuramente Anonymous potrebbe cadere, così come ha subito un forte attacco Wikileaks e Julian Assange. Ma una analisi della situazione rivela rapporti sociali e tecnologici più complessi. Anche il governo cinese utilizza gli hacker per fare spionaggio nei confronti delle altre potenze. "La grande fortuna di Wikileaks è iniziata nel 2007, quando entrò a far parte dello staff di volontari un attivista che utilizzava il software di anonimato Tor. Attraverso questo software, Wikileaks intercettò milioni di conversazioni all'insaputa degli interessati. Tra essi vi erano degli hacker cinesi che ricercavano su internet informazioni sui governi occidentali. Wikileaks cominciò a registrare tutto il loro traffico. Una piccola frazione fu pubblicata sul sito dell'organizzazione e fu utilizzata come lancio del progetto." (da Wikipedia alla voce "Wikileaks") . Il cuore della tecnologia Wikileaks è comunque il sistema di cifratura PGP con cui vengono cifrati i messaggi ricevuti da fonti coperte che poi potranno essere svelati al grande pubblico. Il sistema PGP è un complesso software che è stato rilasciato Open Source come OpenPGP. La Free Software Foundation (vedi Richard M. Stallman) ha sviluppato il proprio programma OpenPGP-compatibile chiamato GNU Privacy Guard (GnuPG). Si assiste dunque ad un intreccio vitale tra free software e software OS, crittografia militare, intelligence internazionale, mass media tradizionali e moderni, stati, comunità di hacker che si vendono al proprio governo, banche come la Julius Bar svizzera che denunciano Wikileaks e giudici distrettuali statunitensi come Jeffrey White che, dopo aver chiuso il sito di wikileaks lo riaprono, in nome dei principi costituzionali del primo emendamento [ NdR: vedi Reuters, ] e vedi Nota 15. Il primo emendamento della Costituzione USA. La realtà tecnonologica e sociale su cui basare previsioni razionali potrebbe essere, come sosteneva Eric S. Raymond (LCEIB, par.10, Il contesto sociale del software open source): "Forse alla fine la cultura dell'open source trionferà non perchè la cooperazione sia moralmente giusta o perché il software “costretto” sia moralmente sbagliato (dando per scontato che si creda a quest'ultima affermazione, cosa che né io né Linus facciamo), ma semplicemente perché il mondo “closed-source” non è in grado di vincere la corsa agli armamenti dell'evoluzione contro quelle comunità open source capaci di affrontare un problema con tempi e capacità superiori di diversi ordini di grandezza.". Questo oggi si traduce nella impossibilità pratica di chiudere i dati base, i siti istituzionali, gli account privati, le reti e i flussi elettronici di dati, al di là di Internet e del web, come dimostra la storia di wikileaks. Anche perchè le stesse istituzioni utilizzano sw OS, come la Cina comunista che ha adottato Linux come sistema operativo, ribattezzandolo Red Flag, vedi Nota 16. Cina comunista. Da un punto di vista avalutativo sociologico l'attacco di Anonymous è il comportamento di un “organized social power network” transnazionale (Mann, 1986), simile a Wikileaks, che aggredisce e minaccia sul piano simbolico una arcaica struttura statale, la comunista Repubblica Popolare Cinese, che assomma in sé stratificazioni storiche di organizzazioni patrimoniali, religiose-leader-carismatico-confuciane, burocratico-feudali, marxiste, neocapitaliste, ancora solida grazie alla sua base di consenso nelle campagne, liberate nel 1949 dallo sfruttamento dei latifondisti.

Comunità OS e primavera araba 2011

Le rivolte in Iran, Tunisia, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Siria si sono basate sull'uso di cellulari, foto dai cellulari e internet. In queste vicende risulta evidente l'importanza di almeno due personaggi legati strettamente a Google, Jared Cohen, direttore di Google Ideas e fondatore di movements.org, statunitense, e Wael Ghonim, egiziano, Regional Marketing Manager dal 2008 a Google Egypt. Google ha un importante data center in Egitto. Il fatto che Jared Cohen, nonostante la giovanissima età, sia stato consulente del Dipartimento di Stato degli Usa, sotto Condoleeza Rice prima e con Hilary Clinton poi, non dovrebbe confermare di necessità la tesi semplicistica di un complotto americano. Innanzitutto perchè le ragioni di una rivolta erano da tempo diffuse e profonde, varie, e differenziate. Inoltre: i regimi sultanistici di Tunisia ed Egitto erano dichiaratamente filo occidendali; la rivolta si è poi estesa dal mondo arabo agli USA (Occupy Wall Street) e ad Israele stesso; conviene forse considerare la politica americana, anziché come un blocco monolitico, come un calderone di opzioni in conflitto anche violento tra loro. Il passaggio dalla amministrazione Bush a quella Obama, lo sgangiamento graduale di Obama dalle operazioni militari in Iraq ed Afghanistan, disegnano una politica di contenimento delle minaccie al potere americano nel mondo sulle linee di una offensiva politica basata sui valori democratici quale quella delineata da movements.org, tra i cui fondatori ricordiamo c'è Jared Cohen. Il post su movements.org del 6 aprile 2012, The Arab spring, Youth Freedom and the Tools of Technology che segue non necessita di commenti. Riprende un articolo di Al-Arabiya. E' stato da me enfatizzato sui temi delle reti di comunità di attivisti giovani che sono esperti tecnologici (ICT) o tech literate devotees. La presenza di queste reti e la loro affinità culturale con i fondatori di Google dovrebbero mettere in dubbio residue nostalgie di determinismo tecnologico e storico.”The following excerpt was taken from Al-Arabiya News. To read more, click here. Wielding mobile phones and computers, the young activists across the Middle East have altered the way the world approaches popular mobilization, social networks and Internet freedom. The Internet can be a transformational force for societies and individuals, allowing for organization on a mass scale and the free flow of information. However, we must remember that the Internet and social media are tools that do not bring change themselves, but act as facilitators in spreading the ideas. The seminal use of social media as vehicles for change in the Arab Spring uprisings exemplifies the power of web-based communication and makes a strong case for Internet freedom. Web-based communications have been used by young, tech literate activists across the Middle East for three core purposes: organization, exposure and leverage. Youth led efforts to organize social and political movements, expose the injustices of governments and leverage internal and external stakeholders acted as catalysts for uprisings which would have otherwise remained dormant. Social networks allow for communication across geopolitical, cultural and linguistic barriers. This tool allowed the youth leaders of Egypt, the West Bank, Jordan, etc. to organize in revolutionary new ways by creating online communities of supporters and using those networks to bring people into the streets and rally international support for their cause. As mobile devices and smart phones become increasingly common, protesters are able to gather at a moment’s notice. This level of organization is made possible by near instant communication and a network of vigilant, tech literate devotees. Additionally, groups are able to develop, collaborate on and distribute content to a seemingly limitless audience. The ability of young activists to organize using technology has brought the nature of citizen action to a new level and given voice to previously unheard narratives.”. Quanto all'importanza di Jared Cohen e all'ipotesi di un complotto americano vedi la Nota 17. Primavera araba: chi c'era dietro?, nella quale però si fa cenno anche alla possibilità di un'ala democratica radicale, fuori controllo, al dipartimento di stato USA.

Considerazioni finali

Ma il sw OS non è certo un fenomeno sociale completamente nuovo. “Questo tipo di produzione di informazione, fatta da agenti che operano secondo modelli non proprietari e decentrati, non è del tutto nuova. La scienza è costruita da molte persone che collaborano in modo incrementale – che non operano sulla base di segnali di mercato e che non ricevono ordini militari da un capo – decidendo in indipendenza l'oggetto delle loro ricerche e condividendo il frutto delle loro collaborazioni. E' così che la scienza viene creata. Quello che osserviamo è che nella economia in rete aumenta vertiginosamente l'importanza dell'informazione prodotta in questo modo cooperativo” (Benkler, 2004:80). La trasparenza e la strutturazione ragionata della conoscenza era anche esattamente nelle intenzioni dei numerosi Enciclopedisti, molti dei quali sconosciuti, che hanno dato vita alla Encyclopedie, la cui titolazione completa recita: “Encyclopédie, ou dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers par une socièté de gens de lettres”. Enciclopedia significa dunque completa istruzione o completa conoscenza dal greco antico enkyklios paideia. Le conoscenze sono “ragionate” cioè organicamenmte correlate tra loro in modo razionale e unitario, rivolte intenzionalmente alla costruzione di una società di persone che si autocoltivano su questa stessa “conoscenza” (socièté de gens de lettres). Questa “conoscenza” è pubblica e raggiungibile. La missione degli autori è la diffusione della verità come luce disvelata dalla ragione e dalla filosofia. L'inizio della pubblicazione è del 1751 agli albori dunque della rivoluzione industriale. La proiezione verso una tecnoscienza socialmente costruita può essere forse il significato ancora inesplorato della Grande Rivoluzione del 1789.

Nota 1. Il software Open Source

Il sw OS ha determinato e determina l'importante sviluppo e la possibilità d'uso generalizzato della tecnologia ICT, soprattutto di Internet. Per quanto riguarda la scienza, il sw OS entra direttamente come Linux (CERN-Linux) nelle macchine della ricerca dello LHC di Ginevra, costoso punto di arrivo della fisica di base. Il mondo dei produttori OS, in genere ricercatori o sviluppatori sw che lavorano part time per lo OS, non solo "regalano" il loro software. Questo non costituisce scandalo e la stessa Microsoft ha regalato per anni il sistema operativo DOS. Gli Open Source forniscono anche i "sorgenti", cioè il codice software comprensibile e visibile che costituisce il programma. Soprattutto rispondono gentilmente ad ogni richiesta di informazioni e ad ogni segnalazione di errore. Gli utenti del software possono, se vogliono, vedere come è fatto; possono modificarlo; possono segnalare e correggere gli errori. Quest'ultimo aspetto, quello che si chiama debugging o prova del programma, è senz'altro il più importante e il più rilevante ai fini pratici. E' come se fosse possibile aprire il cofano di una automobile e poter vedere in modo trasparente qualsiasi ingranaggio del motore mentre è in funzione. Questo permette di copiare il motore, modificarlo, aggiustarlo, svilupparne la potenza, farne uno completamente nuovo con qualche parte del vecchio, usarlo per divertimento o per ispirazione (molto frequente). Le comunità OS sono formate dagli sviluppatori e dagli utenti. Come dicevamo si basano su una forte cooperazione e trasparenza progettuale sia tra gli sviluppatori che tra gli sviluppatori e gli utenti. Durante il processo di "costruzione della comunità" (virtuale) gli utenti partecipano in varia misura alla progettazione del software. Il primo ruolo degli utenti è quello di fare il debugging intensivo e ragionato del software segnalando i bachi di programma agli sviluppatori ufficiali o segnalando le correzioni da loro stessi apportate. Un fatto poco noto fuori del mondo del software è la sicura presenza di errori (bachi) in molti casi fatali al buon funzionamento del programma. Individuarli e correggerli fa la differenza tra un software buono ed uno mediocre.

Nota 2. Le teorie del Contratto Sociale

Le teorie di Hobbes sulla natura umana prevedono soprattutto individui che "non sanno fermarsi" nelle loro brame. Gli sviluppatori OS rappresentano un tipo di umanità che Hobbes forse avrebbe anche potuto trovare tra i suoi compatrioti dell'epoca se si fosse dato la pena di cercarla senza pregiudizi. L'errore di Hobbes non sta nella presunzione di negatività, ma soprattutto nella riduzione della infinita varietà dei tipi umani e della complessità delle loro interazioni contestualizzate in ambiti non prevedibili. L'attenzione di Rousseau, e non solo, per i "selvaggi" che venivano dalle Americhe avrebbe potuto rappresentare l'occasione di un sano realismo sulla varietà dei tipi umani. Su questo aspetto specifico vedi (Benkler, 2011). Così pure La teoria di Rousseau sulla volontà collettiva elimina la incredibile varietà e specificità di negoziazioni e di configurazioni tra i vari attori sociali. Il processo decisionale non è definibile come volontà collettiva di una maggioranza nè come la volontà (definita?) di un project leader, ma come un processo tortuoso finalizzato al successo . Nel caso dello OS, da teorie di "Altro Generalizzato" o di "Altro Significativo" o di "scena/retroscena" si passa ad una pratica valutativa delle proposte concrete dell'altro, visto nel suo stile di programmazione, nelle espressioni testuali/caratteriali delle email, nella capacità di design software, nella sua padronanza dei problemi o delle situazioni di stallo. In definitiva, dopo la cristallizzazione storica sulle tesi di questi due autori (Hobbes e Rousseau), la loro usabilità contemporanea è praticamente nulla e la tenuta dei loro modelli è ridicolmente frantumata. Nel caso di Hobbes il Leviathan che doveva garantire ordine e sicurezza agli individui, si è rivelato come la principale causa di guerre e distruzione, e questo già molto prima dell'epoca di Hobbes, il 1600, sino a diventare una minaccia per l'intera umanità con il terrore nucleare, grazie ai tre principali Leviathan USA, URSS, Cina, seguiti a ruota da Francia, UK, India, Pakistan, etc. Quanto al democratico e bene intenzionato Rousseau il suo meccanismo decisionale quantitativo di maggioranza/minoranza sta paralizzando da più di un secolo la vita associativa di Europa e Stati Uniti.

Nota 3. La divisione sociale del lavoro e la stratificazione sociale

Le varie teorie sulla divisione sociale del lavoro, (Durkheim, 1962), (Marx, 1956:18), non tengono minimamente conto nè dell'individuo, ignorato in tutte le loro analisi, nè della cooperazione volontaria. Per loro un fenomeno come la produzione di sw OS sarebbe stato impossibile. Peraltro è unanime tra i sociologi l'assunto che la divisione sociale del lavoro sia un fenomeno naturale dovuto alla comparsa di esperti nel corso della preistoria umana, ai quali poi sempre per processi causali unilineari deterministici si arriva inevitabilmente a superesperti in "pura teoria". Questo sarebbe stato reso possibile dalla formazione di surplus. “Un'altra condizione generale, strettamente affine alla precedente, è la disponibilità di un surplus economico, che fa sì che alcuni individui o gruppi possano dedicarsi ad attività specializzate non legate direttamente alla sussistenza. Queste attività specializzate, come abbiamo visto portano ad una necessaria segmentazione della cultura, e quest'ultima rende possibile una conoscenza soggettivamente staccata da <ogni> pertinenza sociale, cioè <<pura teoria>>." (P.L.Berger e T.Luckmann, 1966:108, [NdR: vedi anche nota 47 e nota 48 di pag.108]). Gli sviluppatori OS, al contrario di queste teorie hanno rubato tempo alla produzione di surplus, campando a volte in situazioni di ristrettezza, per sviluppare tecnologia. Tecnologia che, questa sì, a sua volta poteva sviluppare surplus, anche e soprattutto tecnologia OS. La considerazione più ovvia è infatti che una situazione di surplus economico può forse essere una condizione necessaria per la produzione di cultura e conoscenza ma non è di sicuro una condizione sufficiente. Così si esprime candidamente questo determinismo storico nella sua forma più ingenua: “La cooperazione fondata sulla divisione del lavoro, ossia la manifattura, è alla sua origine una formazione spontanea e naturale. Appena ha raggiunto una certa consistenza e una certa ampiezza di esistenza, diventa la forma consapevole, deliberata secondo un piano e sistematica, del modo di produzione capitalistico” (Marx, 1956:64). Le conoscenze di antropologia e storia antica di K.Marx e F.Engels erano necessariamente immature e tali da richiedere una maggiore capacità critica e una minore arroganza nel definire il corso dell'intera storia umana. Vedi la buffa nota 50a firmata F.E. (che riflette la sua perlustrazione di “L'origine della famiglia della proprietà privata dello stato”): “Studi posteriori, condotti molto a fondo, sulle condizioni primitive dell'uomo hanno condotto l'autore al risultato che originariamente non è stata la famiglia a evolversi in tribù; ma viceversa: la tribù è stata la forma spontanea originaria della associazione fra gli uomini, basata sulla consanguineità, cosicchè solo più tardi le forme numerose e diverse della famiglia si sono sviluppate dalla incipiente dissoluzione dei vincoli tribali. F.E.” (Marx, 1956:51, nota 50a). Queste varie teorie sono smentite dagli antropologi e dagli studiosi di storia antica (Liverani, 1998:19-44) e (Frangipane, 2005) che sulla base delle evidenza archeologica situano la divisione sociale del lavoro nella nascita dello stato arcaico. Questa distorsione della divisione sociale del lavoro è tanto più grave nella misura in cui secondo i vari autori spiega e giustifica la socializzazione secondaria. Non si capisce come venga presa con tanta leggerezza la presunta spiegazione della stratificazione sociale, proprietà emergente e di eccezionale unicità nella storia dell'umanità e della vita biologica del pianeta. Non si spiega come si sia prodotto questo surplus; un surplus che secondo alcuni antropologi e storici antichi nasce invece proprio dalla divisione sociale del lavoro. La spiegazione tecnologica risalente a Gordon-Childe (marxista) si contrappone a quella demografica di Ester Boserup (Liverani, 1998:12). Entrambe non spiegano il punto principale, e cioè perchè questo surplus si sia tradotto in una divisione sociale del lavoro forte e stabile solo in poche e limitate zone geografiche ed epoche storiche. Una possibile risposta a questa importantissima questione ancora aperta sull'origine della civilizzazione, con il passaggio da gruppi umani egualitari a società gerarchiche e stratificate, è la teoria dell'ingabbiamento (Mann, 1986).

Nota 4. La gerarchia come necessità del lavoro socializzato

La gerarchia e un comando coercitivo del lavoro sevirebbero secondo i classici per coordinare decine, centinaia e, nel caso di Linux, migliaia di collaboratori ai vari progetti: vedi Nota 3. La divisione sociale del lavoro e la stratificazione sociale e Nota 7. La teoria della razionalità burocratica di Weber. “Un singolo violinista si dirige da solo, un'orchestra ha bisogno di un direttore” (Marx, 1956:28). Questa analisi affrettata non tiene conto che il direttore d'orchestra ha bisogno di un teatro, di un pubblico, di una orchestra appunto, ma soprattutto di un autore della musica. Karl Marx non riesce proprio a prendere in considerazione la creatività individuale. Anche il direttore d'orchestra è dunque un esecutore. La complessa rete di interazioni sociali che “costruiscono” e animano un concerto non si risolve nel ruolo di un “direttore”. Più realisticamente (Costa e Gubitta, 2004) distinguono tra Mercati, ove le transazioni sono contrattuali, Gerarchia, con imprese ed aziende dove il lavoro è comandato, Convenzioni, strutture organizzative progettuali libere come quella di Linux : “Caso Linux – Senza mercato né gerarchia: come nasce una convenzione” (Costa e Gubitta, 2004:16) [NdR: La skeda su Linux è farcita comunque di grossolane imprecisioni].

Nota 5. Le teorie dei ruoli sociali

Si ridefiniscono i ruoli di produttore e di consumatore, di designer ed esecutore. Questo perchè ognuno svolge tutti i ruoli in varie misure e in modi e tempi diversi. Ad esempio è prassi generale che il capo progetto impieghi molto del suo tempo a programmare, come tutti gli altri, anche in progetti molto importanti come Linux. Linus Torvalds è un programmatore.

Nota 6. Le teorie dei linguaggi

Ci sono 500 linguaggi di programmazione. Questi linguaggi non vengono subiti come nella fase di socializzazione primaria, ma vengono usati e costruiti ad hoc. Sono uno strumento di interazione con l'attore macchina. Gli utenti partecipano alla loro messa a punto ed alla costruzione di librerie. Vedi Nota 8. Le socializzazioni primaria e secondaria. Un importante dibattito e sperimentazione sui linguaggi di programmazione è iniziato con Simula (1967, istituti di ricerca, chiusi), Smalltalk (1969, centro PARC di Xerox, aperto), C++ (1983, Bjarne Stroustrup, AT&T Labs ex Bell Labs). Si tratta della programmazione orientata agli oggetti o object oriented programming. Interessante sottolineare la costante presenza di questi centri di ricerca collegati tra loro al di sopra delle norme istituzionali, e già citati in precedenza. Secondo lo OOP i dati elaborati nei programmi software vengono disegnati in modo da simulare il comportamento degli oggetti reali della vita quotidiana. Per quanto riguarda la vita quotidiana vedi (Berger, 1966). Per quanto riguarda la programmazione ad oggetti e l'intreccio tra economia, tecnologia hw e sw ICT, personaggi e vita individuale, vedi (Naughton, 1996). Il linguaggio diventa un vero costruttore di realtà.

Nota 7. La teoria della razionalità burocratica di Weber

Vedi "La Cattedrale e il Bazaar" (LCEIB, par. 7. Fetchmail diventa adulto) di ESR. Per l'origine storica vedi (Frangipane, 2005), "La nascita dello Stato nel Vicino Oriente - Dai lignaggi alla burocrazia nella Grande Mesopotamia".

Nota 8. Le socializzazioni primaria e secondaria

Andrebbero analizzate in profondità in modo sperimentale e possibilmente integrato:

  • il processo di socializzazione attualmente indagato dalla psicologia sociale, dalla epistemologia di Piaget, dalle ricerche sui primati e sulla sociologia dei primati, dalle neuroscienze, dalla sociobiologia come espressione dell'etologia. Vedi anche le Rappresentazioni Sociali di S.Moscovici e le ricerche di scienze cognitive di Dan Sperber (teoria della pertinenza e epidemiologia delle idee)
  • la validità e i limiti di una distinzione tra socializzazione primaria e socializzazione secondaria
  • la comprensione dell'intero processo di "civilizzazione" come filogenesi all'interno del processo di socializzazione come ontogenesi
  • l'inserimento dell'ambiente naturale prima come relazione con il proprio corpo e poi come relazione con l'ambiente naturale non antropizzato

A proposito di quest'ultimo aspetto:“D'altra parte, ci sono sempre elementi di realtà soggettiva che non derivano dalla socializzazione, come la consapevolezza del proprio corpo che si acquista prima e indipendentemente da ogni percezione di esso socialmente appresa. La biografia soggettiva non è del tutto sociale. L'individuo percepisce sé stesso come un essere che si trova sia dentro che fuori della società”(P.L.Berger e T.Luckmann, 1966:171). In primis nei momenti di ozio creativo, di distacco voluto dalle proprie rappresentazioni sociali e frames interpretativi (Neresini, 2011, cap.4). Le socializzazione primaria e secondaria, basate sulla "interiorizzazione" di una società metafisica (P.L.Berger e T.Luckmann, 1966:165-229), diventano nella comunità OS un processo altamente interattivo di un gruppo umano organizzato che condivide conoscenze, cultura, obiettivi "sociali"; un processo in cui le "interiorizzazioni della società" diventano "oggettivazioni comunitarie" di un servizio software, bene comune a suo modo concreto, come "fetchmail". In termini durkheimiani il totem è "fetchmail".

Nota 9. Sociologia economica

Un nuovo tipo di economia politica viene proposto (Benkler, 2006). Si basa sulla abolizione (parziale) della proprietà privata dei beni intellettuali creativi, scientifici, tecnologici, artistici. Questa nuova economia basata sulla cooperazione convive e si intreccia con le forme di economia centralizzata o liberistica. Esistono varie combinazioni di relazioni tra mondo economico mainstream e mondo OS. Le elenco secondo un gradiente che va dallo OS al ClosedSource:

  • Free Software Foundation (1985, RM.Stallman) difende l'ortodossia del Software Libero e si preoccupa di sviluppare sftware libero, il sistema operativo completo GNU, standard aperti per Java e i formati di scambio di documenti. Pochi sono i rapporti con l'economia mainstrean. E' intrecciata con Linux via GNU/Linux. Il suo kernel HURD non ha avuto successo.
  • Open Source Initiative (1998, Eric S.Raymond, Larry Wall, Linus Torvalds) Ha una visione più pragmatica della FSF e mira alla superiorità tecnologica del software libero.
  • Apache Software Foundation (1994, 501 sviluppatori scelti su base meritocratica). Nel 1999 entra la IBM in cambio di un suo codice sorgente. Oltre al suo famoso servere web HTTP, la fondazione ha lavorato molto su server web per Java, ambiente di sviluppo di punta prescelto da IBM (vedi Eclipse). Per questo in ottimi rapporti anche con Sun.
  • Open Source Development Lab (2000) trasformatasi in Linux Foundation sviluppa Linux e ha assunto come programmatori Linus Torvalds e pochi altri. E' una organizzazione no profit. Platinum members: Fujitsu, Ibm, Intel, Oracle, NEC, QuLC; Gold members: AMD, China Mobile, Cisco, Huawei, Etri, Google, HP, Hitachi, Motorola, Netapp, Nokia, Sony, Suse, Nyse Technology, Panasonic, Toyota; l'elenco continua con i Silver members tra cui Dell, Sun, Siemens, Toshiba, e con l'esclusione di Microsoft ed Apple.
  • SourceForge un contenitore organizzato di decine di migliaia di progetti OS per chiunque voglia lanciare anche a scopo commerciale progetti OS.
  • Apple OS X cha ha utilizzato SW che la comunità OS riteneva libero chiudendolo all'uso. E' un modo (privatistico) di sviluppare sw (ritenuto) OS.
  • Halloween Documents. L'Open Source Initiative divenne così importante che Microsoft pubblicò dei memo interni, i cosiddetti Halloween Documents, che delineavano Microsoft come un contendente di Linux e che suggerivano molti metodi per eliminare la minaccia del software open source. In generale Microsoft è stata accusata di utilizzare la strategia EEE. "Abbraccia, estendi ed estingui" (in inglese EEE, Embrace, Extend and Extinguish),secondo un'espressione che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accertato venisse usata internamente alla Microsoft Corporation, negli anni 90, per descrivere la propria strategia volta all'ingresso nei mercati di prodotti basati su standard internazionali riconosciuti, tramite l'introduzione di caratteristiche proprietarie non conformi agli standard, e il successivo utilizzo di tali differenze allo scopo di svantaggiare la concorrenza.L'espressione è citata più volte dai testimoni Paul Maritz, dirigente Microsoft, e Steven McGeady, dirigente Intel, nel corso del processo per l'azione civile numero 98-1232, tenutosi tra il 18 ottobre 1998 e il 26 giugno 1999 nel distretto di Columbia.

Pur essendo ben presenti vari conflitti, forti differenziazioni e una forte competizione all'interno dell'area OS, tutto questo viene generalmente risolto in un quadro di sviluppo dei beni comuni: sintomatico è il caso di LAMP, l'aggregazione funzionale di GNU/Linux, Apache, MySql, PHP. La proposta non è solo teorica ma parte dai successi fattuali del software OS e dalla distribuzione via Internet di prodotti artistici e cognitivi: giornalismo, scienza, tecnologia, musica, video, opinioni (bloggismo). La definizione è “Commons Based Peer Production”. Risponde ai requisiti indicati dal premio Nobel 2009 per l'economia Elinor Ostrom (Ostrom, 2006). L'economia come pratica e oggetto di indagine cognitiva viene reintegrata nella sociologia (economica) e nella antropologia (economica).

Nota 10. Linus Torvalds

Per spiegare l'approccio di Linus Torvalds a questo grande progetto ecco il dialogo tra Torvalds e Tanenbaum, suo professore di informatica di sistemi operativi alla università di Helsinki. Dice Tanenbaum: "Penso che coordinare 1000 prime donne che vivono sparse per tutto il mondo sarà facile come mettere insieme dei gatti ringhiosi...Se Linus Tornvald vuole mantenere il controllo [NdR: l'enfasi è mia.] della versione ufficiale mentre un gruppo di gente furiosamente impaziente di fare qualcosa vuole andarsene in una direzione differente, nasce un grande problema...() Chiunque dica che puoi avere una moltitudine di persone ampiamente disperse sul pianeta che lavorino duramente su un parte complicata di software e che si possa in questa situazione evitare la totale anarchia, non ha mai gestito un progetto software." Linus Torvalds risponde: "Premesso che nessuno dispone della verità assoluta, questa è la mia opinione sul discorso di mantenere il controllo, in due (tre?) parole: non lo voglio (I won't)."

Nota 11. Leader carismatico

Ridefinizione del leader carismatico: essere simpatico come Linus o comico come Eric. In altri punti di LCEIB si abbina il termine di leader al termine di "coordinatore". In un altro passaggio chiarisce che " una leadership fondata sulla costrizione non produrrebbe i risultati che abbiamo visto". Un recente articolo de Le Scienze potrebbe definire l'origine biologica evoluzionista della leadership (Le Scienze, 10 aprile 2012 , CNR: Il robot leader che guida i pesci alla salvezza): “I ricercatori dell'Istituto per l'ambiente marino costiero del Consiglio nazionale delle ricerche di Oristano (Iamc-Cnr), in collaborazione con l'Istituto politecnico della New York University (Nyu-Poly), hanno ideato e creato un pesce robotico e testato la reazione comportamentale dei pesci alla sua presenza. I risultati dello studio hanno dimostrato che, in determinate condizioni, il robot viene accettato come un leader dai pesci reali, che lo seguono nei suoi movimenti. La ricerca, condotta da Stefano Marras (Iamc-Cnr) e Maurizio Porfiri (Nyu-Poly), è stata pubblicata sulla rivista 'Journal of the Royal Society Interface'. "Il robot, realizzato presso la Nyu-Poly, è stato testato mentre nuotava assieme ai pesci in un tunnel di nuoto a differenti velocità del flusso", spiega Marras. "Utilizzando delle tecniche innovative di velocimetria di immagine di particelle digitali, abbiamo dimostrato come il movimento biomimetico del robot riesca a creare condizioni di turbolenza tali che i pesci tendono a posizionarsi al suo seguito, così da sfruttare un vantaggio idrodinamico e ridurre il proprio costo energetico durante il nuoto". Le indagini finora condotte sulle interazioni tra robotica e biologia marina avevano utilizzato un pesce robot trascinato meccanicamente in un ambiente statico. "Il tratto innovativo di questa ricerca consiste nell'aver fatto interagire i pesci con un robot che imita artificialmente le caratteristiche degli organismi viventi, sia nelle fattezze che nel movimento, in un ambiente del tutto simile a quello reale", prosegue il ricercatore Iamc-Cnr, "La possibilità di controllare il pesce artificiale, modulandone il movimento e osservando le reazioni degli animali, permette di ricavare utili informazioni sugli schemi collettivi seguiti dagli animali e apre nuovi orizzonti nelle metodologie di conservazione della specie, dal momento che si potrebbe influire sul comportamento dei pesci tramite il loro omologo meccanico". Se lo studio venisse validato in natura, facendo in modo che il robot venga seguito in differenti contesti ambientali, si aprirebbero quindi nuove prospettive di salvaguardia e conservazione di specie marine in pericolo. "L'allontanamento dei banchi di pesce dalle zone contaminate da fuoruscite di petrolio o l'aggiramento di dighe che impediscono il regolare percorso migratorio legato alla riproduzione sono solo alcune delle condizioni di pericolo delle quali i pesci potrebbero avvantaggiarsi seguendo i robot", conclude Marras.” In questo brano, che ci rimanda diritto alla sociobiologia, non ci interessa la specifica ipotesi sul ruolo e il significato adattivo del leader, come potrebbe essere ad es. la sua natura di “indicatore” di minimo sforzo in quanto coordinatore del gruppo, in questo caso di pesci, organizzato sull'obiettivo strategico di una migrazione o di una ricerca di cibo o di entrambi. Ipotesi che coincide con quella di ESR in LCEIB. Ci interessa invece l'amalgama tra mondo naturale (pesci-mare), mondo umano della ricerca scientifica sulla natura (comunità di scienziati), automa quasi-intelligente (robot computerizzato) prodotto della tecnoscienza. E' come se nello schema dello ANT (Actor Network Theory) (Latour, 2005) si fosse re-inserito di forza e «d’emblée» l'intero mondo naturale in via di sparizione.

Nota 12. Individuo vs Società

Considerare il rapporto individuo/società come indicato da ESR non è tanto una prospettiva teorica ma una possibilità pratica basata sulle intenzioni dichiarate di individui in rete tra loro. Un approccio sociologico e storico che considera queste "intenzioni" è: "Societies are constituted of multiple overlapping and intersecting sociospatial networks of power" (Mann, 1986:1) [NdR: il corsivo è nel testo]. "A general account of societies, their structure, and their history can best be given in terms of the interrrelations of what I will call the four sources of social power: ideological, economic, military, and political (IEMP) relationships. These are (1) overlapping networks of social interaction, not dimensions, levels, or factors of a singlle social totality. (2) They are also organizations, institutional means of attaining human goals." (Mann, 1986:2) [NdR: il corsivo è nel testo]. Ma i primi due volumi di M.Mann arrivano fino al 1914. Il tipo di organized social power network espresso dalle comunità OS è sicuramente più vicino a quello ideologico ma essendo strettamente intrecciato in reti di macchine e da esse dipendente dovrebbe venir visto come una novità storica. "Objects too have agency" (Latour, 2005:63). Questa nuova realtà di attori umani e non umani collegati in rete (Actor Network Theory) è qualcosa di simile alla logistica che ha costituito il salto del potere sociale militare saldatosi poi con quello ideologico, politico, economico (Mann, 1986:26).

Nota 13. Status e ceti

Secondo ESR quella che conta è la funzione di status sociale all'interno della comunità OS che definisce la propria identità individuale. Si avvicina al "ceto" di M.Weber con la sua identità culturale al posto della classe in sè/per sè di K.Marx, economica e metafisica.

Nota 14. Java e la legge “OS e solo OS”

Eclipse utilizza il linguaggio/framework Java di cui sarebbe necessario trattare in profondità. Java è stato disegnato da James Gosling e Bill Joy per Sun. Oggi Sun è stata assorbita da Oracle, guidata da un personaggio come Larry Ellyson, che pur facendo da sempre fa una politica Closed Source, ha dovuto aprirsi al mondo OS con Linux, Java stesso (Eclipse), e l'acquisizione del Database OS MySql, il più diffuso al mondo con milioni di istallazioni [NdR: Il mondo dei database OS andrebbe studiato a parte e riveste una enorme importanza]. Nato per collegare apparati intelligenti di elettronica di consumo, Java è diventato il principale strumento di sviluppo software, superando il C++ di Microsoft. Attualmente ha ripreso la sua antica vocazione come strumento di comunicazione per apparati quali cellulari, smartphones, telecomandi, centraline auto e così via. Oggi Oracle dichiara che Java collega tra loro 3 miliardi di devices. Oracle, che ha sempre prodotto solo software come Microsoft, ha acquisito Sun anche perchè interessata ai processori Sparc [NdR: hardware]. Nel tentativo di reggere la concorrenza con i processori Intel (alleato di ferro di Microsoft) e AMD (leggi Ibm e soci), Sun aveva proposto di rendere OS gli schemi dei processori Sparc. E' improbabile che Oracle prosegua in questa direzione. Java stesso era stato parzialmente rilasciato OS. Il timore di Sun era quello di veder crollare la cattedrale Java nel caos del bazaar OS. L'intera architettura P2P (Peer To Peer) è stata disegnata con Java proprio grazie a questa caratteristica OS, e per la robustezza comunicativa della piattaforma Java. La legge “Os e solo OS” significa questo: un prodotto OS si può basare solo su componenti OS. Basta un pezzettino Closed Source, cioè brevettato, per far saltare la catena della solidarietà.


Nota 15. Il primo emendamento della Costituzione USA

"Il Congresso non promulgherà leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione, o che ne proibiscano la libera professione, o che limitino la libertà di parola, o di stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea, e di fare petizioni al governo per riparazione di torti". Nell'originale “Congress shall make no law respecting an establishment of religion, or prohibiting the free exercise thereof; or abridging the freedom of speech, or of the press; or the right of the people peaceably to assemble, and to petition the Government for a redress of grievances. ”.

Nota 16. Cina comunista

Red Flag Linux è nata nel 1999, quando è stata creata dall'istituto del Software dell'Accademia Cinese delle scienze. Gli aiuti economici sono arrivati dal governo cinese tramite una azienda ad esso collegata. Nel 2006 questa distribuzione aveva oltre l'80% del mercato dei desktop Linux cinesi e estendeva il supporto linguistico, oltre alle consuete lingue orientali, anche alle principali lingue occidentali. Nel settembre dello stesso anno Dell e HP, le prime due aziende per vendita di computer nel mondo, hanno annunciato la vendita di computer con Red Flag Linux preinstallato.

Nota 17. Primavera araba: chi c'era dietro?

di Stefania Maurizi (06 marzo 2012, L'espresso) “Ma i documenti [NdR: di Wikileaks] non offrono solo rivelazioni sulla Turchia, un'altra serie di email che colpiscono è quella sul movimento per l'attivismo digitale movements.org, che ha contribuito ad alimentare e diffondere la protesta della primavera araba: la stessa che ha investito la Siria, innescando le rivolte contro Assad. Nel database ci sono decine di e-mail che dimostrano come l'organizzazione sia al centro dell'interesse di Stratfor, che cerca di capirne la natura e di indagare su uno dei fondatori: Jared Cohen, direttore di Google Ideas ed ex consulente per il Dipartimento di Stato sia ai tempi di Condoleeza Rice che di Hillary Clinton. A parlare con Stratfor anche stavolta è un insider: "uno dei principali organizzatori di movements.org", scrive un analista dell'agenzia. La gola profonda spiega che "nel 2008 è diventato chiaro che il governo degli Stati Uniti aveva bisogno di una pubblica diplomazia su internet. [NdR: Wael Ghonim è stato assunto nel 2008 da Google Middle East and North Africa come Regional Marketing Manager con base in Google Egypt.] E così Jared Cohen, che allora stava al Dipartimento di Stato, giocò un ruolo importante nella creazione del movimento". Obiettivo del movements.org? "Semplicemente diffondere la buona novella sul governo Usa". Successivamente, però, l'organizzazione si sarebbe resa autonoma da Washington e avrebbe giocato un ruolo nella rivolta contro il regime di Mubarak. Nello studiare il personaggio Jared Cohen, Stratfor non usa mezzi termini: "è diretto a Gaza, lunedì... era diretto in Tunisia prima che la me... finisse nel ventilatore [prima della rivolta contro il regime di Ben Alì, ndr]", scrive un boss dell'agenzia, "era al Cairo quattro giorni prima che venisse arrestato Ghonim [uno degli attivisti di internet egiziani diventati il simbolo della protesta popolare contro Mubarak, ndr]". "Potrebbe essere uno che vale la pena osservare", concorda un analista, rispondendo al boss di Stratfor, il quale a sua volta replica: "Il ragazzo [Jared Cohen, ndr] è una mina vagante. Google sta cercando di stoppare il suo ingresso a Gaza, perché il ragazzo è un po' una sorta di terra bruciata. Non è chiaro a Google se lui guida senza patente, ma Google crede che sia incaricato di una missione precisa per 'il cambio dei regimi' per conto degli elementi più a sinistra della Casa Bianca, che lo usano per i loro scopi. Spererei che lo Shabak [l'intelligence israeliana, ndr] lo abbordi per 'un'intervista'" . Questi messaggii sul cofondatore di Movements.org, Jared Cohen, dovevano rimanere nella 'secure list' di Stratfor: quella delle informazioni più delicate, spesso per uso interno e impubblicabili. Ci ha pensato WikiLeaks a pubblicare l'impubblicabile.

Bibliografia e sitografia

  • Benkler, Y

2006 The Wealth of Networks: How Social Production Transforms Markets and Freedom, Yale University Press
2007 La ricchezza della Rete – La produzione sociale trasforma il mercato e aumenta la libertà, Milano, EGEA Università Bocconi Editore [www.benkler.org versione online ]

  • Benkler, Y.

2011 The Penguin and the Leviathan – The triumph of cooperation over self-interest, New York, Crown Publishing

  • Berger, L.P. e Luckmann, T.

1966 La realtà come costruzione sociale, Bologna, Il Mulino

2004 Organizzazione aziendale – Mercati, gerarchie e convenzioni, Milano, McGraw-Hill

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1962 La divisione del lavoro sociale, Milano,

  • Frangipane, M.

2005 La nascita dello Stato nel Vicino Oriente – Dai lignaggi alla burocrazia nella Grande Mesopotamia, Bari, Gius.Laterza & Figli

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2005 Reassembling the social – An introduction to Actor-Network-Theory, Oxford University Press Inc., New York

  • Liverani, M.

1998 Uruk la prima città, Bari, Gius.Laterza & Figli

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1986 The sources of social power, volume I, A history of power from the beginning to A.D. 1760, New York, Cambridge University Press

  • Marx, K.

1956 Il Capitale – Critica dell'economia politica, Libro primo, volume 2, Quarta Sezione, la produzione di plusvalore relativo, Roma, Edizioni Rinascita

  • Naughton, P.

1996 JAVA Il Manuale, Milano, McGraw-Hill

  • Neresini, F.

2011 Il nano-mondo che verrà – Verso la società nanotecnologica, Bologna, Il Mulino

  • Ostrom, E.

2006 Governare i beni collettivi, Venezia, Marsilio

  • Raymond, E.S.

1998 La cattedrale e il bazaar in inglese
1998 La cattedrale e il bazaar in italiano

OSE Hardware Open Source

Open Source Ecology oppure Open Source Economy. Nasce come applicazione allo Hardware del modo di produzione del Software Open Source (e Free). Cioè la piena disponibilità dei progetti, dei video di costruzione/montaggio, dell'assistenza gratuita 24/7 via internet. Il progetto Opne Source di OSE mira a costruire un set di 50 macchine ritenute necessarie per la costruzione di un villaggio ecologico autosufficiente globale, cioè in grado di comunicare e connettersi con gli altri villaggi affini, il Global Village Construction Set, d'ora in avanti GVCS. Il Software Open Source, di cui si è trattato in precedenza, è servito storicamente ed evolutivamente, secondo il modello di Dan Sperber ("Il contagio delle idee"), ad innescare una iniziativa di produzione nel mondo delle macchine. Soprattutto nel mondo delle macchine di un probabile villaggio agricolo che vede nella terra e nella gestione ecologica e sostenibile delle sue risorse il fattore primario di una necessaria transizione ad un diverso tipo di società. A differenza del modello Software, OSE vede gli utenti e i progettisti non come momenti distinti ma fisicamente riuniti negli stessi attori: gli abitanti del futuro villaggio globale. In altre parole il modello OSE è un modello Do It Ypursel (FAI DA TE), d'ora in avanti DIY. Quello che rimane del modlelo Software è la gestione "aperta" del progetto, la sua vita all'interno di una comunità internazionale, che si è già prontamente costituita. Dopo la partenza del progetto OSE, il legamo con il mondo Open Source del Software si è fatto più sottile, tenace e profondo. E' nata la collaborazione tra il progetto "Wikispeed" di Joe Justice e il progetto OSE di Marcin Jakubowski. Allo stesso tempo la contaminazione dei metodi software usati da wikispeed (Joe Justice è un informatico, mentre Marcin Jakubowski è un fisico), metodologia Agile, Scrum e Lean production, si può estendere a qualsiasi progetto nella vita reale. Progetti sociali compresi, a scala variabile. L'applicazione di queste metodologie produttive alla sociologia costituisce la terza parte della tesi.

Il makerspace di Sommerville (Massachusetts)

Makerspace di Sommerville

Si tratta semplicemente di un nuovo modo di produrre. Lasciamolo descrivere a chi lo ha visitato.
6 novembre 2012. L'originale si trova su chefuturo.it. Francesca Mazzocchi: vi racconto cosa ho imparato all’Artisan’s Asylum di Sommerville. Sono a Boston da circa una settimana per partecipare ad una ricerca sui Fablab portata avanti dal Mel (MIT Mobile Experience Lab) del MIT. Alla scoperta dell’innovazione e delle innovazioni possibili, sono andata un po’ in giro per i vari labs del Medialab e alcune strutture presenti sul territorio.Tra queste ho visitato Danger!Awesome, il service cittadino di laser cutting a Central Square, Cambridge.Nutrivo grandi aspettative per un luogo che, però, si è rivelato ai miei occhi niente di più che una copisteria futurista (stampi e tagli con il laser), utilizzato soprattutto da artisti e qualche professionista.Poi a Sommerville, Boston, a 20 minuti a piedi dalla metro più vicina, in uno di quei posti che sa di periferia americana, tra distributori di benzina e casette di legno polverose, ho trovato lui: il makerspace definitivo, l’Artisan’s Asylum, fondato da Gui Cavalcanti, salito agli onori della cronaca qualche mese fa su Wired perchè proprio qui stava costruendo il suo robot Stompy.Questa realtà, di co-working e co-making, è poi cresciuta con l’arrivo di Molly Rubenstein e Dmitri Litin, rispettivamente Interim Executive Director e Controller. L’artisan’s Asylum è un modello economicamente sostenibile: paga uno staff fisso di 4 persone, più di 2000 dollari al mese solo di energia elettrica e l’affitto dei locali.Questo è possibile grazie ad una community di più di 80 volontari e oltre 250 soci che la vivono, la partecipano, la creano e la trasformano day by day.Molly Rubinstein sostiene che questo makerspace sia “più uno spazio culturale che un posto dove vieni per usare una macchina per un’ora e poi te ne vai”.Così è, esattamente come l’ho percepito dal racconto di Bron, una delle volontarie che ci ha accompagnato nel tour degli spazi e delle storie che li abitano, ossia una sorprendente macchina creata e sostenuta da una comunità. E’ un capannone enorme, zeppo di attrezzature: saldatori, stampanti 3D, macchine CNC, laser cut, macchine da cucire, presse, stampanti serigrafiche e tanto altro. Le stesse macchine sono state donate da varie aziende manifatturiere, che le hanno dismesse o hanno chiuso a causa della crisi, e vengono usate da tutti i membri.Si possono avere un tot di ingressi liberi al mese o affittare spazi fissi, anche con una carta 24/7 (24 ore su 24 per 7 giorni la settimana). Il proprio spazio, in questo caso, non è un semplice desk ma una piccola bottega, nel senso rinascimentale del termine, dove si può fare, lavorare, lasciare le proprie cose, i propri manufatti ed attrezzi.Se si compra un macchinario nuovo e lo si mette a disposizione della comunità, la propria rata mensile, comprensiva già dell’utilizzo di tutti gli apparecchi e facilities dell’hackerspace, viene diminuita.Si può anche solo affittare un pallet dove stoccare la propria roba, o un box o un terzo di box. Oppure si può solo andare per fare le proprie cose e andare via, ma in pochi lo fanno, poi capirete perché…Oltre alle attrezzature, all’area relax e alla sala per la formazione, ci sono anche due shop specializzati nella lavorazione del legno e dell’alluminio, a disposizione di tutti, di chi si dedica al bricolage, dei DIY, degli artigiani, di architetti e professionisti, di chi prototipa un nuovo prodotto e lo metterà in produzione.Gli abitanti di questo luogo quasi immaginifico sono altrettanto fantasiosi: dall’artigiano di gioielli, agli smanettoni di Arduino, al fabbricante di birre artigianali, alla biologa che progetta giardini da tavolo. Dai Digital Maker alla Bike Gang che ripara e inventa biciclette, agli artisti di musica elettronica, che una volta alla settimana fanno un concerto nella sala formazione.Spesso collaborano tra di loro, ma soprattutto collaborano alla costruzione collettiva di una comunità, che ha gradualmente modificato e ampliato i propri spazi e le proprie funzioni in base alle proprie esigenze e competenze.Così, in questo enorme “distretto artigianale” vengono tenuti oltre 150 corsi di formazione al mese, dall’autoproduzione di strumenti musicali a corsi di business model per makers, da corsi di saldatura e lavorazione metalli a quelli per CAD/CAM e riparazione biciclette. Un universo di sapere e di saperi. Come sia possibile questo, a Sommerville, che non è la vicina Cambridge, dove sorgono i Labs del MIT, e nemmeno Boston (che comunque in tutto fa 650 mila abitanti, poco più di Firenze), non lo so. Eppure funziona, cresce ed è un vero e proprio hub metropolitano. Le chiavi del successo dell’Artisan’s Asylum sono 3, e sono quelle che stanno alla base della filosofia dei makerspace: combinare macchinari e tecnologie della

  • manifattura,
  • la community e
  • la formazione,

con l’intento di consentire ai membri di tale comunità di apprendere e combinare design e prototipazione per creare manufatti e prodotti che non avrebbero potuto creare con le risorse disponibili a loro singolarmente. E’ sicuramente su questi elementi che dobbiamo imperniare un possibile modello di trasferimento di queste esperienze nei nostri territori. Strumenti, educazione e comunità: la loro sommatoria è qualcosa di molto più grande e di valore della somma delle funzioni delle singole parti. Un’altra forma di intelligenza collettiva. Interrogandomi sul modello, pensando a quando tornerò a casa, credo che le sfide da cogliere, soprattutto in territori che non abbiamo già visto la nascita di FabLab, siano due: partire dal basso rintracciando e collettando la community e capire come il tessuto diffuso delle piccole imprese artigianali, più o meno strutturate, possano far proprio questo modello di collaborazione, di produzione e di sviluppo. Boston, 6 novembre 2012, Francesca Mazzocchi CNA Toscana

Le stampanti 3D

Sono come le stampanti a getto d'inchiostro con la differenza che i getti emettono materiale che costruisce oggetti. Ve ne sono di autoreplicanti, esclusi i circuiti e i motori elettrici che le compongono. Caricano il modello dell'oggetto da comporre via software e lo realizzano. Il software per costruire il modello si trova facilemnte in versione free e Open Source. C'è una affinità funzionale e di cultura con la parte software Open Source. Oggi la stampa in 3D offre lo steso entusiasmo e spirito creativo che si sperimentava in quei primi giorni dei computer fai-da-te negli anni 1970. E' l'avvento di qualcosa di nuovo, qualcosa di grande, qualcosa che potrebbe cambiare delle vite, intere comunità, settori industriali ed economici. Ed è qualcosa che ha già preso il via. Facilita il decentramento, la cooperaione, è una tecnologia leggera, costa poco, libera la creatività, è basata sul software con cui si disegna il modello, è altamente scalabile potendosi usare una stampante 3D per costruire case o per realizzare piccoli prototipi. Esiste un buon numero di stampanti 3D adatte agli sperimentatori fai-da-te e agli hobbisti. Scegliendo un apparecchio con una community di utenti attiva, si potrà accedere a utili forum e ai frequenti sviluppi innovativi, e inoltre si avrà l'opportunità di lasciarsi coinvolgere nel futuro della tecnologia di stampa 3D. Come nel caso software e nel caso OSE il rapporto utenti/designers è stretto e collaborativo. Fanno parte della stessa comunità.

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