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la massima attenzione va posta sulle sinergie. Le sinergie, come avviene negli eco-sistemi, garantiscono l'efficienza-efficacia e la sopravvivenza. Le tre reti sociali della produzione di beni e servizi, della scuola e della cultura, delle riforme istituzionali in direzione di una larga partecipazione ideale, culturale, politica, emozionale che vitalizzi l'intera comunità nazionale, sono strettamente intrecciate. Un altro principio, derivato dal puro buon senso e dalla necessità di risparmiare risorse, consiste nel focalizzare gli sforzi di coordinamento e finanziari sui settori che dimostrano maggiore vitalità anzichè disperdere le risorse finanziarie e organizzative (umane) in interventi "a pioggia" che oltre ad essere sterili servono solo a salvarsi la coscienza e raccogliere uno scarso consenso politico-elettorale. Gli interventi vanno mirati su pochi settori che dimostrino fitness e che poggino su prototipi testati a sufficienza. Il punto di partenza del programma "economico" nazionale è il fallimento conclamato della politica liberista, del ventennio berlusconiano. Forse poteva essere una strada che meritava di essere tentata. Ora è chiaro (FIAT lux) che bisogna creativamente guardare a nuove strade. Una di queste, che ci ha sempre sostenuto, è la <font color="green">'''cooperazione'''</font>. La proposta è di rivitalizzare la cooperazione nell'economia nazionale, facendo in modo che sostenga l'economia della <font color="green">'''concorrenza'''</font> (quella del libero mercato, della globalizzazione, dei mercati internazionali), nella prospettiva che sia il libero mercato a lavorare per la cooperazione. Le motivazioni di questa proposta sono in questa pagina web, esattamente qui: | la massima attenzione va posta sulle sinergie. Le sinergie, come avviene negli eco-sistemi, garantiscono l'efficienza-efficacia e la sopravvivenza. Le tre reti sociali della produzione di beni e servizi, della scuola e della cultura, delle riforme istituzionali in direzione di una larga partecipazione ideale, culturale, politica, emozionale che vitalizzi l'intera comunità nazionale, sono strettamente intrecciate. Un altro principio, derivato dal puro buon senso e dalla necessità di risparmiare risorse, consiste nel focalizzare gli sforzi di coordinamento e finanziari sui settori che dimostrano maggiore vitalità anzichè disperdere le risorse finanziarie e organizzative (umane) in interventi "a pioggia" che oltre ad essere sterili servono solo a salvarsi la coscienza e raccogliere uno scarso consenso politico-elettorale. Gli interventi vanno mirati su pochi settori che dimostrino fitness e che poggino su prototipi testati a sufficienza. Il punto di partenza del programma "economico" nazionale è il fallimento conclamato della politica liberista, del ventennio berlusconiano. Forse poteva essere una strada che meritava di essere tentata. Ora è chiaro (FIAT lux) che bisogna creativamente guardare a nuove strade. Una di queste, che ci ha sempre sostenuto, è la <font color="green">'''cooperazione'''</font>. La proposta è di rivitalizzare la cooperazione nell'economia nazionale, facendo in modo che sostenga l'economia della <font color="green">'''concorrenza'''</font> (quella del libero mercato, della globalizzazione, dei mercati internazionali), nella prospettiva che sia il libero mercato a lavorare per la cooperazione. Le motivazioni di questa proposta sono in questa pagina web, esattamente qui: | ||
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In questa valutazione degli equilibri nazionale/internazionale (UE/Russia, NATO, Mediterraneo, Cina) va data la priorità all'ambiente come occasione di sviluppo integrato economico-politico-culturale. L'uscita dalla crisi, come molti riconoscono sta nella green economy. Ma pochi ancora riconoscono che: | In questa valutazione degli equilibri nazionale/internazionale (UE/Russia, NATO, Mediterraneo, Cina) va data la priorità all'ambiente come occasione di sviluppo integrato economico-politico-culturale. L'uscita dalla crisi, come molti riconoscono sta nella green economy. Ma pochi ancora riconoscono che: | ||
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Versione delle 11:26, 9 dic 2016
Indice |
Una bozza di programma economico per l'Italia
Questo Programma si basa su tre punti fondamentali, altamente innovativi:
- Passaggio ad una Agricoltura Sostenibile, Biologica, Multifunzionale, capace di garantire una larga autonomia agroalimentare
- Riorganizzazione della Produzione di Scienza, Cultura, Tecnologia in senso Open Source e Open Access per garantire una larga autonomia energetica e tecnoscientifica. Più che a puntare su singole soluzioni tecnologiche si tratta di puntare sui "processi produttivi" (ricerca) che possano garantire tali soluzioni.
- Riorganizzazione dei processi economici e della ricerca tenoscientifica in senso decentralizzato e auto-organizzato, come definito nel "Sistema Regione". La stessa bozza di programma infatti può essere utilizzata, preferibilmente, su scala regionale. Vedi "Sistema Regione":
Le reti sociali di economia, politica, cultura
Nell'intervenire sulle connessioni nazionali alle reti internazionali (vedi Un Gigantesco Business Mediterraneo) tra loro intrecciate di
- economia,
- cultura scienza arte informazione,
- politica istituzionale e partecipativa,
la massima attenzione va posta sulle sinergie. Le sinergie, come avviene negli eco-sistemi, garantiscono l'efficienza-efficacia e la sopravvivenza. Le tre reti sociali della produzione di beni e servizi, della scuola e della cultura, delle riforme istituzionali in direzione di una larga partecipazione ideale, culturale, politica, emozionale che vitalizzi l'intera comunità nazionale, sono strettamente intrecciate. Un altro principio, derivato dal puro buon senso e dalla necessità di risparmiare risorse, consiste nel focalizzare gli sforzi di coordinamento e finanziari sui settori che dimostrano maggiore vitalità anzichè disperdere le risorse finanziarie e organizzative (umane) in interventi "a pioggia" che oltre ad essere sterili servono solo a salvarsi la coscienza e raccogliere uno scarso consenso politico-elettorale. Gli interventi vanno mirati su pochi settori che dimostrino fitness e che poggino su prototipi testati a sufficienza. Il punto di partenza del programma "economico" nazionale è il fallimento conclamato della politica liberista, del ventennio berlusconiano. Forse poteva essere una strada che meritava di essere tentata. Ora è chiaro (FIAT lux) che bisogna creativamente guardare a nuove strade. Una di queste, che ci ha sempre sostenuto, è la cooperazione. La proposta è di rivitalizzare la cooperazione nell'economia nazionale, facendo in modo che sostenga l'economia della concorrenza (quella del libero mercato, della globalizzazione, dei mercati internazionali), nella prospettiva che sia il libero mercato a lavorare per la cooperazione. Le motivazioni di questa proposta sono in questa pagina web, esattamente qui:
In questa valutazione degli equilibri nazionale/internazionale (UE/Russia, NATO, Mediterraneo, Cina) va data la priorità all'ambiente come occasione di sviluppo integrato economico-politico-culturale. L'uscita dalla crisi, come molti riconoscono sta nella green economy. Ma pochi ancora riconoscono che:
- in sostanza la agricoltura organica e multifunzionale va considerata la principale green economy.
Semplicemente perchè oggi si trascurano le radici biologiche viventi della nostra esistenza culturale.
La proposta di un piano economico nazionale
Gli interventi sono quattro, tutti riguardano l'economia cooperativa. L'economia tradizionale (capitalistica) si può raccordare facilmente a queste "isole" cooperative come già ha iniziato a fare, stando attenti a non soffocarle sui propri obiettivi di profitto e valorizzandone la diversità "culturale". Nella cultura cooperativa viene considerato "profitto" il "risparmio" energetico, ambientale, umano, del tempo di lavoro. Le priorità vanno da (1) a (4). Il fatto di dare la priorità all'agricoltura, quella organica s'intende, è la piccola, necessaria, difficile, "rivoluzione culturale" di partenza.
- (1) Agricoltura organica (biologica, biodinamica, sinergica, altro) per una alimentazione di qualità e una certa autonomia alimentare
- (2) Nuove tecnologie cooperative sostenibili basate sui Fab Lab e la rete dei Makers
- (3) Sviluppo del turismo sostenibile e del turismo culturale ad uso nazionale e internazionale
- (4) Ristrutturazione della scuola e della ricerca (università)
(1) Piano Agricolo
La migrazione ad una Agricoltura Biologica va inserita nel quadro di una Economia Open Source, trattata brevemente qui:
É centrale anche il nuovo paradigma della Agricoltura Multifunzionale - Vedi questa relazione di OrtoSociale:
Se si adotta un approccio sistemico alla soluzione della crisi economica ed ambientale, non esistono in senso stretto delle "priorità. Ma comunqua lo sviluppo di una agricoltura biologica, organica, naturale, è un elemento centrale fondante di tutto il progetto. Lo sviluppo di una agricoltura organica significa che si sviluppano contemporaneamente:
- occupazione, soprattutto giovanile, dalle attuali (2010) 1.603.709 persone ad un numero grandemente maggiore con conseguente rilancio dei consumi dei giovani
- preparazione di un target ambientale-turistico-paesaggistico-culinario di alto profilo (un prototipo potrebbe essere la Regione Toscana)
- risparmi sulla manutenzione ambientale in quanto elemento di contrasto al cambiamento climatico (frane, alluvioni, perturbazioni estreme)
- risparmi sulle spese per la salute in quanto prevenzione alle patologie tumorali, cardio vascolari, del diabete, psichiatriche
- fiorire di una agricoltura urbana e periurbana con decongestionamento delle aree metropolitane
- prevenzione dell'aumento dei costi della agricoltura chimica basata sul petrolio da cui dipendono interamente carburanti, fertilizzanti, fitofarmaci
- contrasto e soluzione alternativa al fenomeno del land grabbing o accapparameto dei terreni agricoli con rialzo dei prezzi alimentari
- contrasto e soluzione alternativa alla diffusione degli OGM con rialzo dei prezzi alimentari
- prevenzione di ripercussioni socio-politiche di un eventuale rialzo dei prezzi alimentari
- risparmio energetico grazie alle filiere corte (bolletta petrolifera nazionale)
- revisione della politica neo-fordista in agricoltura con robot per montare alimenti verso una vision decentralizzata, sostenibile, ad alta intensità quantitativa e qualitativa di capitale umano
- salvaguardia e recupero del patrimonio paesaggistico, naturale, idrogeologico
Lo Stato, il Ministero della agricoltura, Regioni, Province e Comuni possono coordinare, favorire, finanziare, aiutare la nascita di cooperative di giovani (diplomati periti agrari, laureati agronomia, agricoltori tradizionali, esperti, volonterosi, immigrati, neo-contadini, contadini e ortisti urbani) nel settore dell'agricoltura multifunzionale (agroalimentare, turistico, paesaggistico, culturale, formativo, curativo). Ad esempio la Regione Veneto che si appoggia ad una Azienda agricola fortemente impegnata nella ricerca e attenta ai temi ambientali generali ed allo sviluppo del settore agroalimentare del biologico, tramite il PSR (Piano di Sviluppo Rurale) ed i progetti BIOFORM, BIODEMO, BIOSTUDIO, BIOPROMO, BIOMARKET (mense scolastiche e collettive), D.G.R. 117/2007 appoggia lo sviluppo del settore biologico come "alimentazione di qualità". In sostanza la agricoltura (multifunzionale) va considerata la principale green economy.
(2) Piano Tecnologico
I Makers riqualificano in senso sostenibile la tecnologia attuale, sia come risparmio energetico e di risorse, sia come logica del "Fare di Più con Meno" (More with Less). Tutto il settore dei Makers si basa su Software Free e Software Open Source e sull'importante Hardware Open Source Italiano (la sk elettronica Arduino). Vedi Open Source Economy. Eventuali prototipi sono:
- la Regione Emilia Romagna(assessorato alla formazione) che ha finanziato il Fab Lab di reggio Emilia
mira a riconvertire i settori tradizionali della piccola-media impresa e dell'artigianato quali il meccanico, mobilieri, ceramico, tessuti, alle moderne tecnologie web open source. Li chiama "gli artigiani digitali".
Inutile dire che la filosofia dei Fab Lab è quella della condivisione delle conoscenze, oltre che delle risorse (macchine). Quindi si tratta di una "super-cooperazione" che comprende la formazione tecnica e culturale del punto (4). I Makers possono dare un notevole contributo alla agricoltura organica al punto (1), non solo, ma Stato, Regioni, Comuni possono favorire cooperative miste di makers e di neo-agricoltori biologici multifunzionali. Per una analisi di "economia alternativa emergente" vedi la tesi di laurea:
(3) Piano Turistico
Turismo sostenibile significa, come nel caso dell'agricoltura, turismo di qualità. Si appoggia ad una agricoltura sostenibile, tradizionale, organica come quella del punto (1). Organizzativamente si esprime nell'albergo diffuso, pratica presente in Alto Adige, Trentino, Marche, Sardegna (Bosa, Ogliastra), Toscana, in Carnia (Pesariis) dove è collegato alla gestione dei Beni Comuni.
Vedi il nuovo paradigma della Agricoltura Multifunzionale (Relazione di OrtoSociale):
(4) Piano Scuola e Ricerca
I costi della ricerca e della innovazione dopo un tentativo da parte della grandi multinazionali, (in gran parte fallito per le enormi spese e le incertezze dei risultati e quindi del ROI, Return On Investment), sono tornati in gran parte nelle università, finanziate in misura diversa dal pubblico (compresi gli studenti e le loro famiglie) e dal privato (ricerca applicata). Come i costi ambientali, dunque, anche i costi della ricerca (e della innovazione) sono "esternalizzati". Ma va ribadito che ancora più rimarchevole è la produzione sociale della ricerca e della innovazione. Il "ricercatore" è un soggetto delicatissimo, che si trova all'apice di un processo di formazione estremamente complesso e profondamente radicato nella società e nelle sue reti culturali. Lo sanno molto bene i sociologi della scienza. Quindi non basta far studiare di più o selezionare i "singoli" cervelli che "casualmente" si rendono disponibili ad alti rendimenti scientifici. I ricercatori o gli scienziati vivono in comunità, anche virtuali, e sono il risultato di complicate reti sociali, economiche, culturali. Perchè la ricerca funzioni vanno costruitre e rigenerate queste "comunità" scientifiche. Aiuterebbe in questa direzione la proposta di integrazione del lavoro manuale e del lavoro intellettuale, ad esempio in campus universitari forniti di orti biologici. Le pratiche di studio, ricerca e produzione, così come è stato per la sk Arduino, nata in un'aula scolastica, o le fattorie sperimentali di VenetoAgricoltura, si possono coordinare coordinando ricercatori, makers, neo-agricoltori. Lo sviluppo è possibile se ci basa su due caposaldi:
- Scienza Open Access
- Scienza e Ricerca Partecipata
Come esempio paradigmatico ed immediatamente operativo di ricerca partecipata si può citare lo scambio di sementi, che contrasta in modo alternativo la politica agricola degli OGM. Nella diffusione, selezione, scambio di sementi sono coinvolti su un terreno di parità ricercatori agronomi, bio-ingegneri, agricoltori professionali, neo-contadini, ortisti urbani. "Quali regole di metodo per i nuovi esperimenti socio-scientifici?" (Novembre 2003). Nel suo saggio, Latour tocca molti dei principali temi del suo pensiero: l'aumento della partecipazione dei non esperti nella pratica della scienza, l'offuscamento dei confini tra scienza e politica, il nuovo livello di rappresentanza tecnica e scientifica in innovazione, e la nascita di "forum ibridi" o "hybrid forums", (situazioni di governance in cui i rappresentanti delle "cose naturali", quali osservatori di eventi meteorologici o scoperte di ingegneria genetica e i rappresentanti della società umana hanno bisogno di essere presi in considerazione su base paritaria), che dovrebbero portare alla messa in atto di nuovi assetti politici. Vedi:
- Bruno Latour alla Fondazione Bassetti
- Massimiano Bucchi sociologo della scienza e della tecnica
- Intervista di Margherita Fronte a Bruno Latour
- Luciano Paccagnella "Open Access - Conoscenza Aperta e società dell'informazione"
- Bruno Latour The World Wide Lab
- Michel Callun
La costruzione di sistemi cooperativi
Yochai Benkler docente dal 2007 alla Harvard University ha impostato un programma di ricerca interdisciplinare sul tema della Cooperazione Mutualistica, coinvolgendo ricercatori di economia sperimentale, biologia evolutiva, psicologia, sociologia delle organizzazioni, computer science. I risultati di questo lavoro sono illustrati nel suo libro “The Penguin and the Leviathan – How cooperation triumphs over self-interest”, Crown Business, New york 2011. Nel paragrafo “Progettare la Cooperazione” (pag. 238), Benkler elenca gli ingredienti per la costruzione pratica di sistemi cooperativi di successo:
- Comunicazione, l'elemento più importante
- Contestualizzazione, veridicità, autenticità
- Guardare oltre sé stessi: empatia e solidarietà
- Costruzione di sistemi morali: giustizia, moralità, e norme sociali
- Premiare e punire (motivazione)
- Reputazione, trasparenza, e reciprocità
- Costruire diversità
Una trattazione esaustiva delle sperimentazione di sistemi cooperativi ad Harvard, durata tre anni, si trova nel libro:
Sempre di Yochai Benkler vedi il suo articolo:
Di ortosociale, basato sull'articolo precedente, vedi:
Vedi anche:
Interventi no cost sul breve e medio periodo
Agosto 2014. Le linee generali si trovano in Una bozza di programma economico per l'Italia. Qui si propongono innovazioni concrete da sperimentare da subito o innovazioni già in atto e in corso di sperimentazione da sviluppare ulteriormente. La documentazione è facilmente reperibile in rete. Anche in questi esempi è vitale l'interconnessione di Economia, Politica, Cultura. Il sale di questi progetti è la cultura "hacker" (che non significa "pirata" o "cracker") ma una persona che si impegna nell'affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che le vengono imposte, non solo nei suoi ambiti d'interesse (che di solito comprendono l'informatica o l'ingegneria elettronica), ma in tutti gli aspetti della vita.
- Trasformare gli artigiani della ceramica, del tessile, della meccanica in artigiani digitali. Progetto seguito da Lauro Borsato del settore Formazione della Regione Emilia Romagna. Ortosociale aggiunge: creare joint venture artigiani-digitali e cooperative di hacker, di Makers, di Co-Working, di FabLab (già presenti a Torino, Roma, Salerno, Reggio Emilia, Padova), tramite facilitazioni burocratiche e il supporto di UnionCamere e CNA. Attraverso queste joint-venture gli artigiani mettono a disposizione dei giovani hacker: macchine vecchie da hackerare, capannoni, know-how tradizionale, relazioni economico-sociali.
- Trasformare Unioncamere, istituzione governativa, in un HUB cooperativo a livello regionale e provinciale, sul modello di Rete di Impact Hub e Impact Hub Roma. Il settore di Unioncamere dedicato alla Promozione delle Economie locali coordina gli HUB su progetti sul territorio relativi alla Agricoltura Multifunzionale ed alla tutela del Paesaggio e Ambientale.
- Trasformare l'agonizzante commercio al dettaglio, necessario per la vita sociale, di relazione per gli anziani, per la sicurezza e la vivibilità di centri storici, paesi, quartieri cittadini. Questo digitalizzando i commercianti come nel caso degli artigiani, spostando i costi di magazzino verso l'e-commerce e ampliando la cultura del prodotto e i rapporti con i consumatori soprattutto giovani. Anche in questo caso è necessario una immissione di hacker nel mercato del lavoro del commercio al dettaglio, favorendo la loro connessione a strutture locali di manutenzione dei prodotti come i FabLab, Coworking, Makers, per elettronica, meccanica (mobilità), abigliamento, edilizia, casalinghi. Ma anche per agroalimentare e servizi.
- Turismo. Copiare, personalizzare ed estendere il modello di Alto-Adige e Trentino, con la sua pratica efficiente di "albergo-diffuso", la gestione integrata di territorio, paesaggio, agricoltura tradizionale e multifunzionale.
- Edilizia e mobilità leggera. Attuare il progetto urbanistico su vaste aree metropolitane (ad esempio Padova, Treviso, Bassano, Mestre-Venezia) sul modello del Parco Agropaesaggistico Metropolitano di Padova (già approvato da Agenda21 nella precedente giunta di centrosinistra di Padova).
- Riforma Universitaria. Creazione di un reticolo di E-Learning che colleghi le principali università regionali (Napoli, Milano, Torino, Pisa, Firenze, Padova, Bologna) tra loro, e tali università con le loro coorti di studenti. Internet era nata per questo. L'insegnamento va focalizzato sulla economicità di gestione logistica (libri, biblioteche, campus universitari) e su un tipo di studio assimilato a stage di piccoli gruppi sui vari insegnamenti anziche su un modello astratto di insegnamento (Teoria--->assimilazione passiva della Teoria). Le lezioni frontali in tal senso non servono. servono docenti di vario livello che coordino la sperimentazione pratica (workshop) degli studenti in aziende, fablab, laboratori di ricerca, per quanto riguarda le scienze dure, cooperative di servizi per quanto riguarda le scienze molli. In tal modo il lavoro degli studenti è immediatamente utile, gratificante, capace di produrre i necessari link per la costruzione del futuro percorso professionale. Per la creazione del reticolo E-Learning è sono sufficienti software free e open source (modificabili) come wikiversity e moodle. Anche i manuali delle principali case editrici andrebbero digitalizzati sul modello di Mulino AulaWeb. Per quanto riguarda i campus Il Parco Agropaesaggistico di Padova prevede Campus per ricercatori e studenti con orti sociali e cura del paesaggio. Una ottima chance di richiamo della emigrazione intellettuale italiana all'estero e di quella estera in Italia è la creazione di Comunità scientifiche di professori, ricercatori, studenti secondo le più ovvie indicazione della Sociologia della Conoscenza.
- Riforma Politica. Vista la distribuzione reticolare e le interconnessioni decentralizzate di Imprese, FabLab, Università, Campus, Aree Metropolitane, Cura del Territorio, Turismo, è richiesta a livello politico una attenta disponibilità e coordinamento di tutte le esigenze degli organi di governo locali. E' quindi naturalmente indicato un modello costituzionale simile al Senato degli Stati Uniti o alla Camera dei Land tedesca (Bundesrat). Il Senato degli USA è elettivo. iIl Bundesrat no, ma ricordiamoci che la Germania è uno Stato Federale composto da 16 Land.
Diritto a un reddito di cittadinanza per tutti
Aprile 2015. Questi sono i senatori ed i parlamentari italiani favorevoli ad un reddito di dignità. Così recita il Programma Politico Partecipato di Podemos: "Diritto a un reddito di base per ogni cittadino per il solo fatto di esserlo, almeno del valore corrispondente alla soglia di povertà con il fine di assicurare un tenore di vita dignitoso. Il reddito di cittadinanza non sostituisce lo stato sociale, ma cerca di adattarlo alla nuova realtà socio-economica. Sostituzione delle prestazioni sociali inferiore all'importo del reddito di base. Finanziamento della lotta contro la frode fiscale attraverso una riforma progressiva dell'imposta sul reddito". In Italia è stata proposta una Legge dal M5S che integrava a 600 euro il reddito di chi, come i disoccupati, fosse sotto questa soglia (di povertà). Ad Aprile 2015 Grillo indice una marcia per chiedere un tetto massimo di 780 euro "a chi ha perso il lavoro, o non lo ha mai avuto, come è diventata la regola". La copertura di questo "reddito di cittadinanza" viene calcolata dal M5S in poco meno di 17 miliardi. Dice l'articolo del Sole24Ore: "Grillo sul suo blog ha calcolato che sono necessari circa 17 miliardi di euro (esattamente 16.961.000.000,00 euro). Le coperture proposte dal M5S sono un mix di tagli a quelli che Grillo definisce «gli sprechi» e che vanno dalle pensioni d'oro e i cacciabombardieri F35". In realtà più che di un reddito di cittadinanza o reddito di base come correttamente definito da wikipedia, si tratta di un reddito minimo garantito fornito a chi è già in età lavorativa. Quello che in Italia si ignora è che queste misure di assistenza sociale sono già diffuse in Europa, soprattutto in Francia, Germania, UK, Svezia. Ad esempio "Una donna sola e disoccupata con figli ha in Germania dallo stato più di 1800 euro mensili". Lo stesso Tito Boeri, professore di economia e presidente di INPS, propone un Reddito Minimo Garantito per la fascia 55-65 anni, e ne auspica la generalizzazione. La organizzazione che si occupa del vero reddito di cittadinanza è La Basic Income Network Italia, che pubblica le sue 10 Tesi a favore del Reddito di Cittadinanza. L'obiezione che il RdC significa "dare soldi ai fannulloni" viene rovesciata nel proposito legittimo di "dare soldi ai moltissimi che vogliono fare lavori socialmente utili". A queste tesi generali aggiungo i temi che ortosociale tratta e illustra nelle sue voci tra loro integrate [RdC sta per Reddito di Cittadinanza]:
- RdC fa da propulsore al volontariato classico
- RdC fa da propulsore alla Produzione Paritaria
- RdC fa da propulsore allo studio scolastico classico (scuola secondaria e università)
- RdC fa da propulsore alla libera ricerca scientifica o "Scienza del Cittadino" (Citizen Science)
- RdC toglie potere alle mafie
- RdC riconosce sul piano materiale e sul piano simbolico l'enorme valore della Economia di Cura (allevamento ed educazione dei figli, cura dei malati, dei disabili, degli anziani, cura delle relazioni sociali tout court) oggi quasi interamente affidati alle mani di genere femminile (Economia del Dono). Rappresenta l'attività fondamentale di riproduzione e cura delle società umane.
Volontariato Classico
È il volontariato che costituisce associazioni, onlus, gruppi di cittadini. Si occupano di disabili, difficoltà di inserimento sociale, malati, anziani, assistenza in generale. Coprono una parte di quello che nè lo Stato nè il Mercato riescono a coprire. Spesso però dipendono da aiuti e sovvenzioni sia dallo Stato che dal Mercato (sponsor). Soprattutto per necessità di strumentazione, comunicazione, strutture abitative e locali adeguati. Il lavoro prestato in gran parte rimane gratuito. È questo lavoro che il RdC potrebbe propellere. Spesso il volontariato si intreccia con la ricerca scientifica su temi specifici, ricerca che si cerca di sovvenzionare con raccolta di fondi ad hoc. Sul volontariato e le onlus esiste una letteratura sterminata. Sarebbe opportuno che questo importante settore della nostra "economia" si accostasse alle tematiche del RdC.
Produzione Paritaria
Si tratta di una Produzione di beni, merci e servizi del tutto innovativa. Ha un'estensione e un'importanza sottovalutati. È trattata nell'articolo di Yochai Benkler Mutualismo Paritario, Potere del Mercato, Fallacia dello Stato. Le maggiori realizzazioni della produzione paritaria riguardano il FOSS (Free Open Source Software), le tecniche di finanziamento alternativo al circuito delle banche, l'informazione, l'agricoltura biologica. Sono una terza via economico-culturale che secondo J.Rifkin potrebbe salvare questo tipo di società dal declino. Il RdC sarebbe un grande propulsore della PP nel senso di stimolo alla partenza proprio perchè la Produzione Paritaria ha già un suo modello di Business che la rende indipendente sul piano economico. Un modello di PP centrata sull'Hardware è Open Source Ecology e OSE vista da ortosociale.
Scuola Secondaria e Università
Favorirebbe l'autonomia dei giovani dall'ambito familiare, la loro dedizione allo studio come attività primaria, la loro capacità e responsabilità di gestire un budget affidatatogli dalla comunità per il suo miglioramento econonico, culturale, politico. Questo rinnovato impegno nello studio, assieme ad una riforma della scuola che aiuti chi studia a trovare già nelle aule scolastiche non solo l'esperienza e le relazioni necessarie mper il futuro lavoro. Ma soprattutto la "vocazione" ad un ruolo produttivo economico, culturale, e inevitabilmente politico. La diffusione dell'istruzione superiore si potrebbe legare in modo organico e sinergico allo sviluppo della Citizen Science o della "società della conoscenza" (vedi sotto).
Scienza del Cittadino
Chi ha fatto studi universitari, ma non solo, può collaborare alla ricerca scientifica, o fare ricerche sue, personali, fuori dal mainstream (ortodossia). È necessario perciò aprire le fonti di informazione scientifica (riviste, documentazione, biblioteche) e favorire la citizen science con corsi universitari ad hoc.
Mafie
Le mafie si sono ingrandite reclutando la loro manovalanza tra i giovani, i disoccupati. Il Reddito di Cittadinanza può interrompere questo processo e iniziare a ricostruire un tessuto sociale libero dalle mafie.
Economia di Cura
Valutata in termini quantitativi rappresenta 1/3 (un terzo) del PIL mondiale. In realtà è molto maggiore. Ad esempio la preparazione del cibo e l'agricoltura di sussistenza sono attività senza le quali le altre attività umane sarebbero impossibili. Qualitativamente quindi l'economia di Cura (che si sposa con l'Economia del Dono) rappresenta il lavoro umano primario che rende possibili e significative tutte le altre attività umane (esclusa la guerra). Senza la riproduzione della specie perderebbe valore ogni riferimento alla "economia" tout court. La centralità femminile in questa attività di base e la sua non sostituibilità vanno riaffermate a livello politico e culturale per ridare a questa "oikos-nomia" un ruolo leader di tutte le attività umane.
Pro e Contro il Reddito di Cittadinanza
È contro Guido Salerno su Huffington Post dello 11-05-2013 [Confonde Reddito di Base con le misure di assistenza sociale per i Minijob da 450 euro in Germania, non spiega come sopravvivere altrimenti nella crisi, e soprattutto lo rifiuta perchè va bene anche per gli imprenditori. Nè spiega ovviamente come "uscire dalla crisi economica"]:
L'articolo è utile comunque per inquadare il Reddito di Cittadinanza nel più generale quadro di un modello economico diverso e socialmente equilibrato. In altri termini il RdC ha senso in quanto favorisce un diverso modello economico basato sulla Produzione Paritaria, l'Economia di Cura, l'Economia Cooperativa. Può nascere gradualmente, fornendo anche fonti di auto-finanziamento, assieme allo sviluppo di questo nuovo modello e non come pura forma di assistenza sociale. Il Reddito di Cittadinanza è un tema centrale nel dibattito politico-economico, forse capace di unificare movimenti diversi, da Landini al M5S. Per distinguerci da quelli che fanno demagogia senza approntare piani precisi di transizione ad un nuovo modello di sviluppo, farei presente ai cittadini che "il reddito di cittadinanza significa di fatto l'abolizione del lavoro salariato" (vedi Karl Polanyi, "La grande trasformazione"). L'abolizione del lavoro salariato non sarà una cosa facile ed immediata, perchè è in funzione da svariati secoli, ma forse oggi comincia ad essere gradualmente possibile. Se i cittadini vogliono uscirne lo devono sapere, lo devono volere, e devono attivarsi di persona in questo senso. Non si tratta di una immissione di liquidità da keynesismo volgare (come sostiene Grillo). Ma di una operazione complessa possibile in un framework di transizione condiviso e partecipato al massimo grado.
Ripartire dalla Piccola Distribuzione?
La centralità della funzione produttiva nasce con la prima rivoluzione industriale e viene acquisita dalle teorie economiche classiche, teoria marxista compresa. È l'offerta oggi che determina la domanda. Attraverso il Marketing e la Pubblicità, le grandi Corporation determinano la vita e i consumi del pianeta. La Finanza determina a sua volta lo sviluppo delle Corporation. Oggi il declino dei centri commerciali, dovuto in gran parte ad una offerta uniforme e "tutta uguale", ed una insensibilità crescente verso la pubblicità rendono sempre più obsoleto questo tipo di economia "consumista". In Italia, per una nemesi storica positiva che vede rinascere le città fondanti il capitalismo moderno, Siena, Firenze, Venezia (forse Genova e Milano), assistiamo al fiorire del Commercio di Prossimità, legato anche al turismo. I centri storici soprattutto, ma anche i rioni, i quartieri, delle principali città italiane, in cui risiede ormai il 70% della popolazione, sono ancora vivi, nonostante la crisi, grazie a questo loro proporsi come "centralità locali" dove continua l'incontro magico dei giovani, la ricerca di beni e servizi, l'occasione di una moderna agorà.
Rianimare la domanda con i certificati di credito fiscale
Vedi la proposta sui Certificati di Credito Fiscale (CCF) e il suo meccanismo macro-economico:
Cambio di Paradigma dell'Economia
Questa proposta sviluppa, in profondità e in modo coerente tra le parti che costituiscono il "sistema" Economia, il modello delle Auto-Organizzazioni del prof. Alberto Felice De Toni, presidente della Ass. Ingegneria Gestionale e Rettore dell'Università di Udine (2013-2019). Al di là degli incarichi accademici, una persona di una gentilezza squisita.
- Cambio di Paradigma dell'Economia basato sulle Auto-Organizzazioni
- La Crisi della Gerarchia come Causa Primaria
Sistema Regione
Il passaggio graduale ad una struttura federalistica delle Regioni nello Stato Italiano è favorito dalla omogeneità di impostazione economica e dalle sinergie di scambio. La conferma ed il consolidamento democratico di strutture fereralistiche maggiori come la Unione Europee è possibile solo attraverso una grana più fine di autonomie federali regionali, attraverso una costruzione dal basso graduale, come è stato per la Svizzera e gli Stati Uniti. Mantenere la Unione Europea come un aggregato di Stati-Nazione centralizzati porta gli squilibri interni di stali Stati nella costruzione comunitaria. Vedi Brexit, Grecia, Danimarca, Francia, Italia, etc. Perchè la costruzione complessiva sia solida è necessario che la base sia solida ed equilibrata.
Premessa
Tre grandi crisi sfidano l'umanità: una crisi ambientale (che deriva dalla nostra impostazione culturale del rapporto con la natura e dell'economia come scambio con l'ambiente), una crisi economica (si lavora di più riducendo al tempo stesso le possibilità di lavoro per gli altri), una crisi politica (i rapporti tra cittadini e governi sono sempre più tesi e i rapporti tra stati non sono regolati dal buon senso e dallo spirito di pace). Questa situazione deriva da una logica di prevaricazione fisica del più forte sul più debole e da una logica di manipolazione simbolica delle credenze degli altri. Vedi C'era Una Volta l'Antica Europa su questo sito. Negli ultimi 150 anni un tentativo di risposta a questa drammatica ineguaglianza è stato il marxismo, sviluppato come è naturale in molti filoni differenziati. Purtroppo il marxismo ha monopolizzato la protesta e la giusta reazione dei popoli incanalandole verso tragiche sconfitte. Non a caso, in quanto il marxismo non centrava a livello teorico il vero problema. Solo identificando il vero problema si può cominciare a proporre e testare varie soluzioni, intese come costruzioni sociali e culturali collettive e non come dogmi fioriti in qualche singola mente straordinaria come un disegno intelligente a cui adeguare le masse, il proletariato, in modo passivo. Il vero problema sta nel passaggio storico da una situazione di uguaglianza ad una situazione di stratificazione sociale. Questo passaggio, da ambiti geografici limitati, ha colonizzato negli ultimi 500 anni l'intero pianeta. Questo passaggio significa, al livello concreto della organizzazione quotidiana della vita materiale e della vita culturale, una cosa molto semplice che tutti possiamo constatare, al tempo stesso come vittime e artefici. La cooperazione volontaria, spontanea, basate su scelte condivise, la cooperazione mutualistica, è stata sostituita da una cooperazione coercitiva in cui mezzi e fini sono stabiliti da altri. La cooperazione mutualistica, basata sull'amore, l'affinità, la curiosità, lo scambio vero, rimane comunque la base vitale di ogni società. Ma se è ingabbiata in una cornice di totale competizione e di conflitto violento, che vede solo vinti e vincitori, i gravi problemi non potranno essere risolti. Si tratta dunque di liberare, così come era nel passato dell'umanità, un passato di consapevole uguaglianza, tutta la potenza della cooperazione mutualistica.
La costruzione di sistemi cooperativi
Il design di sistemi cooperativi implica il passaggio da una logica degli opposti (come quella di Marx), con bruschi passaggi teorici (rivoluzioni), ad una logica di graduale trasformazione di tutti i sistemi nei quali la cooperazione forzata domina la cooperazione mutualistica. Tali sistemi sono tutte le organizzazioni del lavoro, scuola, imprese capitalistiche, burocrazie, organizzazioni religiose, le stesse associazioni culturali, i partiti politici, le cooperative che si proclamano egalitarie (uno vale uno). Se questo sarà possibile tutta la nostra organizzazione del lavoro umano cambierà gradualmente ma in profondità. Si tratta di un cambiamento qualitativo. E' una utopia, forse, ma è una utopia reale che la crisi odierna ci invita a provare. Ricordiamoci poi che questa "utopia" ha funzionato per milioni di anni della storia umana e funziona tuttora come base necessario per la nostra società: il lavoro delle casalinghe, il lavoro volontario (1/3 del PIL mondiale), lo spirito di collaborazione che permea "comunque" tutto il mondo del lavoro gerachico e coercitivo. Di recente sono nate grandi organizzazioni di successo del lavoro umano in tre ambiti distinti: nell'economia, nella cultura, nella politica. Parlo del Free Open Source Software (FOSS), parlo di wikipedia, parlo delle nuove formazioni politiche basate sulla democrazia, la condivisione, il consenso, la non violenza, come Occupy Wall Street, la Primavera Araba, gli studenti cinesi. Quindi forse non è impossibile, e non esistono ipotesi migliori dopo il crollo pratico e teorico del marxismo rivoluzionario.
I sistemi e la teoria delle reti
Nuove concezioni nelle scienze sociali vedono la nostra attività in gruppi umani organizzata su obiettivi diversificati in reti (o sistemi) differenziati. Le tre reti principali sono tre, già individuate da Max Weber nella sua tripartizione in Cultura, Economia, Politica. Michael Mann ha ulteriormente sviluppato questo modello utilizzandolo con successo nell'analisi storica dell'intera vicenda umana degli ultimi 5000 anni. Questo modello (modello IEMP), gli ha inoltre consentito una analisi puntuale delle tre grandi sfide cui accennavo all'inizio. Vi saranno dunque sistemi (o reti) culturali, economiche, politiche. Poichè queste reti sono strettamente interconnesse sarà necessario modificarle tutte contemporaneamente. Anche perchè essendo promiscue ogni elemento di queste reti contiene in sè elementi delle altre reti. Per fare un esempio micro una piccola o media impresa che opera sul mercato ha un primario obiettivo economico, ma ha una sua cultura aziendale che si collega alle grandi reti culturali, ideologiche, scientifiche. Inoltre avrà sicuramente una sua tessitura "politica" dei rapporti interni ed un intreccio con partiti, associazioni, istituzioni politiche. Tutto questo è normale, inevitabile, palese. Per fare un esempio macro prendiamo la Chiesa Cattolica. E' una istituzione religiosa, ideologica, con un sua grande banca (lo IOR), e una sua ramificazione politica in tutti i paesi del mondo. Dunque non bisogna agire sul solo livello "politico" come tutti fanno, alla ricerca del potere "politico" per poi modificare le reti "economiche" e "culturali". Reti che hanno tutti i mezzi per evitare che la dimensione politica cambi in modo non armonico con la struttura delle altre reti con cui è intrecciata. Signori, questa è la "corruzione" che invano combatteva il moralista Robespierre, che invano combatte la magistratura tentando di far applicare la legge "uguale per tutti", che invano combatte oggi in Italia il MoVimento 5 Stelle. La "corruzione" è l'inesorabile intreccio delle reti culturali-economiche-politiche basate sulla sopraffazione, la manipolazione ideologica, la cooperazione forzata. Questa cooperazione forzata usa la violenza e l'astuzia. La cooperazione mutualistica che usasse violenza e astuzia genera cooperazione forzata. La violenza e l'astuzia proposte da Machiavelli sotto forma di "Leone" e di "Volpe", osannate da tutti i politologi e politici, derivano da un volgare fraintendimento dei processi storici. Processi violenti come la Rivoluzione Francese e la Rivoluzione Russa hanno generato mostri come Napoleone Bonaparte e Stalin.
Una idea coraggiosa
Quindi per affrontare "l'idra delle tre crisi", culturale-ambientale, economica, politica, bisogna muoversi nelle tre reti consapevolmente, ed allo stesso tempo in tutte e tre, intrecciandole e utilizzando in pieno la loro "promiscuità", che poi è la loro sinergia e la loro efficienza. Stando attenti a non cadere nella trappola di credere troppo al mondo "virtuale" e tenendo bene i piedi per terra nel mondo "reale" proponiamo un Sistema al tempo stesso culturale, economico, politico che sia su base regionale, in modo di consentire a tutti relazioni vis a vis, faccia a faccia, interazioni orizzontali personali come quelle previste dalle
L'errore storico del marxismo è stato duplice: da un lato l'appiattimento della teoria su un determinismo storico basato sulla sola economia (distorta in modo quantitativo come una economia del valore ricardiano). Dall'altro lato orientava la prassi ad una disinvolta strategia basata sulla sola politica e schiacciata sulla conquista del potere politico come "necessità storica" (Manifesto del "Partito" Comunista, 1948). Gramsci, intelligentemente, inseriva gli intellettuali e la cultura, modificando questo modello. Ma non prendeva in considerazione l'idea di trasformare l'economia in senso cooperativo mutualistico come avverrà con le cooperative agrarie e in anni recenti con il FOSS (Free Open Source Software). Radicando questo sistema in un territorio regionale lo chiameremo "Sistema Regione". Come linee pratiche e operative di intervento economico, politico, culturale, si possono utilizzare anche a livello regionale queste proposte per uscire dalla crisi a livello nazionale:
Come linee pratiche di intervento sul territorio a livello metropolitano medio (una città di provincia o area metropolitana di media grandezza):
Sistema Regione
- Il "Sistema Regione" non è un soggetto politico nè un partito. E' uno dei tanti possibili nuclei di condensazione e di organizzazione su base regionale delle tre reti, promiscue (ognuna contiene in sè le altre) e strettamente intrecciate, identificate come
- cultura (tutto ciò che dà un significato alla vita umana come scienza, arte, spiritualità)
- economia (rapporto vitale di scambio armonico con l'ambiente naturale e il mondo simbolico; economia domestica, locale, internazionale; economia civile-volontaria-cooperativa, di mercato, pubblica)
- politica (associazioni, partiti, sindacati, istituzioni regionali, provinciali, comunali, europee)
- Il "Sistema Regione" ha l'obiettivo di costruire un nuovo modello di sviluppo fondato sul paradigma cooperativo, l'unico in grado di risolvere le tre grandi crisi che tutto il pianeta oggi deve affrontare: crisi ambientale (derivante da un errato modello culturale di rapporto con l'ambiente), crisi economica (lavoro), crisi geopolitica (rapporti tra stati e comunità regionali). Le tre crisi sono promiscue e intrecciate tra loro. E' possibile sviluppare su base regionale un nuovo modello che trasformi con gradualità ma in profondità il modello conflittuale esistente. La possibilità nasce dalla crisi che rende permeabili le tre reti (cultura, economia, politica) al paradigma cooperativo mutualistico.
- In termini operativi lo sviluppo del paradigma cooperativo si articola in forme di partecipazione e di condivisione nelle tre reti:
- cultura: citizen science, ricerca partecipata, progettualità open source, scambio interculturale e interetnico
- economia: nuovi equilibri nella triade economia pubblica (aziende di stato partecipate dallo stato, ex municipalizzate), capitale privato (regolamentato e auto-regolamentato da una etica che diventa marketing), stakeholders organizzati (lavoratori, utenti finali, cittadini del territorio coinvolto)
- politica: inserimento reale dei cittadini nei processi decisionali oggi ristretti a poche oligarchie alla ricerca di improbabili "leader carismatici". Le possibili soluzioni comprendono comitati di quartiere, reti di associazioni, referendum abrogativi e propositivi senza quorum, limite del doppio mandato nelle cariche pubbliche, rotazione nelle cariche direttive della burocrazia istituzionale e totale trasparenza degli atti pubblici su web, realizzazione su vasta scala del principio di sussidiarietà proposto dalla Unione Europea.
- Il "Sistema Regione" si basa su tre commissioni, cultura, economia, politica, ed opera in un ambito regionale. Le commissioni interagiscono in modalità top/down (dall'alto al basso) e bottom/up (dal basso all'alto) con i vari referenti territoriali nella costruzione, test, messa in cantiere, del nuovo sistema di sviluppo. Tale nuovo modello di sviluppo non va inteso come un modello monolitico già pronto come disegno intelligente in qualche mente straordinaria, ma come una serie di innovazioni nate dai bisogni reali dei cittadini che si aggregano in modo consapevole e organizzato intorno ad un nucleo cognitivo che si espande nel territorio con un approccio circolare "progetta/prova/verifica/progetta". Cioè come un insieme di "buone pratiche" ma fortemente organizzate e consapevoli, con la capacità di diffondersi e propagarsi nel territorio grazie alla loro apertura progettuale e comunicativa.
- Le tre commissioni consolidano quindi il loro lavoro cognitivo-relazionale in un nucleo che provvede alla informazione, formazione, comunicazione (eventi), sia interna che esterna. Il nucleo di "comunicazione" costruisce una base dati cognitiva o "knwoledge base", open source, aperta a tutti, che ha l'obiettivo di "contaminare con le idee e le buone pratiche". Tale contaminazione ha l'effetto positivo di innescare meccanismi competitivi e concorrenziali nel territorio, nall'ambito di un paradigma cooperativo egemone.
- I vari referenti territoriali comunicano con le commissioni sia top/down e bottom/up, sia comunicano tra di loro direttamente, secondo il modello delle "Comunita di Pratica" o CoP (Community of Practice), e comprendono:
- comitati di quartiere che dialogano direttamente con i cittadini e le "filiali" presenti nel quartiere di partiti, associazioni, etc (aggancio alle singole sinapsi dei vari sottosistemi politici, economci, culturali)
- lavoratori delle entità economiche presenti nel territorio
- commercianti, reti di economia solidale (GAS), cooperative, volontariato
- imprese private e pubbliche (con una attenzione particolare alle ex-municipalizzate)
- associazioni, partiti, sindacati, enti religiosi (parrocchie e altre religioni)
- enti di ricerca come Università o di ricerca privata
- La "governance" di questo sistema può variare in complessità (dal semplice al complesso) e in struttura (leadership, processi decisionali, ruolo dei fondatori, membership, controllo della legge ferrea dell'oligarchia, flusso delle comunicazioni), mirando a buone pratiche esistenti anzichè a modelli astratti che possano garantire da ogni imperfezione. Tra gli esempi utili per gestire la complessità vedi la governance di wikipedia. Per la semplicità o la varietà ibrida vedi i vari tipi di governance nel FOSS. Tali esempi sono riportati in dettaglio nella documentazione di Yochai Benkler riportata qui sotto.
Documentazione
Paradigma Cooperativo
Si basa sul lavoro sperimentale di Yochai Benkler, della Harvard University, come riportato in “The Penguin and the Leviathan – How cooperation trumphs over self-interest”, Crown Business, New York, 2011. Vedi:
In 39 pagine comunque si ha tutto il pensiero di Yochai Benkler detto in modo diretto e chiaro:
è la sua relazione alla conferenza della American Sociological Association "Utopie Reali, Progetti di Emancipazione, Futuri Possibili". Mette la centro la cooperazione mutualistica, volontaria, spontanea, basata sul consenso e la condivisione. Opposta alla cooperazione coercitiva, gerarchica, basata sulla manipolazione ed in ultima analisi sulla minaccia dell'uso "legale" della forza. Questo aspetto è tipico dello "stato" che fa da garante (uso letale della forza) al "mercato" (capitalistico). La utopia reale del FOSS (Free Open Source Software) è appunto "reale". Ha funzionato. La immissione di questa realtà si mescola con quello di stato e mercato in modi secondo me difficilmente prevedibili. Yochai Benkler enfatizza, giustamente, che la cooperazione mutualistica (Commons Based Peer Production, la chiama lui) crea gradi di libertà per la società e permette a "stato" e "mercato" (Washington Consensus) di sopravvivere e migliorarsi. Ma la cooperazione mutualistica ha funzionato per alcune milioni di anni per la specie umana, quindi sono lo "stato" e il "mercato" a dover dimostrare la loro vitalità evolutiva. Cosa che al momento sembra smentita in modo fatale. Benkler non arriva a ipotizzare un sistema cooperativo così complesso come quello qui proposto. Che assomiglia vagamente al "Partito-Nuovo Stato-Intellettuale Organico Collettivo" del Gramsci inizio 1900. Questo "sistema" del 2000 vede lo stato e il mercato come residui e prodotti della storia che non si possono cancellare con un tratto di penna d'oca. Ad esempio, sin dagli anni 1930, un forte spirito egalitario (l'humus spirituale della cooperazione mutualistica) ha contribuito a tsformare la Svezia da un antico stato dedito a guerre di conquista imperiale in una organizzazione materna che si prende cura dei cittadini, del loro lavoro, della loro istruzione, della loro sicurezza interna ed esterna. Per quanto piccolo come estensione geografica e durata nel tempo, nonostante tutti i tentativi recenti di distruzione di ogni vestigia di Welfare State (Italia compresa), questo esempio è entrato in profondità nella coscienza collettiva dell'umanità. In Svezia, ma non nel Regno Unito, questo spirito egalitario ha trasformato una istituzione come la monarchia in una garanzia democratica. Con molto più successo della repubblica americana che gestisce il Washington Consensus.
Comunità di Pratica CoP
Le Comunità di Pratica (Community of Practice) sono gruppi di persone che condividono un interesse o una passione per qualcosa che fanno e imparano a farlo meglio interagendo tra di loro.
Si basano sulle ricerche di Etienne Wenger e Jane Lave, vedi:
Per dirvi l'importanza delle CoP e di Etienne Wenger (svizzero, adesso vive in California), il suo lavoro è utilizzato dalla Banca Mondiale per migliorare le "comunicazioni interne". Ora questo può imbarazzare molti che credono, come me, che la Banca Mondiale faccia parte dello strapotente Washington Consensus (Banca Mondiale MB, Organizzazione del Commercio Mondiale o WTO, Fondo Monetario Internazionale o FMI). Ma si può leggere anche come una crisi interna delle comunicazioni e dei processi strategici della Banca Mondiale che la costringono a tentare le vie della cooperazione mutualistica. Altri interessanti esempi del genere si trovano nel libro citato di Yochai Benkler "The Penguin and the Leviathan".