Discussione:CeraUnaVolta
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Il nesso tra cultura Kurgan di Majkop (Marija Gimbutas), cultura Trancaucasica di Kura Araks, protostati altomesopotamici, prima apparizione di un potere palaziale (monarchico) distinto da quello templare (religioso), prima tomba reale in assoluto. | Il nesso tra cultura Kurgan di Majkop (Marija Gimbutas), cultura Trancaucasica di Kura Araks, protostati altomesopotamici, prima apparizione di un potere palaziale (monarchico) distinto da quello templare (religioso), prima tomba reale in assoluto. | ||
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Versione delle 12:10, 27 ott 2014
C'era una volta l'Antica Europa
Discussione e contributi --Regainfo 14:19, 23 set 2014 (CEST)
Sati-Nazione, Imperi, Capitalismo
Lo schema IMPERI-STATINAZIONE-CAPITALISMO, usato da Michael Mann, è solo uno schema ma può essere utile per rivedere in modo semplificato importanti passaggi storici come la "unità" di Italia.
- IMPERI: IMPERO INGLESE:Garibaldi (mentre il massone Mazzini stava a Londra) parte da Quarto con le sue navi in un Mediterraneo controllato dalla flotta inglese che lo lascia navigare tranquillamente, anzi lo protegge. Da tempo l'Impero Inglese aveva deciso di promuovere uno stato "affine" (capitalistico) nel Mediterraneo Sud
- STATO-NAZIONE: REGNO DI SARDEGNA-SAVOIA: il Sud Italia (Due Sicilie) "liberato" da Garibaldi viene "donato allo stato-nazione (piccolo) dei Savoia da poco "Regno" di Sardegna (altra conquista coloniale).
- CAPITALISMO: CAVOUR (educato sul modello inglese, figlio di una calvinista di Ginevra) utilizza lo STATO-NAZIONE dei Savoia appena costruito ed ampliato con il Regno delle Due Sicilie, per impiantare ferrovie, amministrazione, burocrazia, esercito, di un moderno stato capitalistico. Soprattutto sviluppa, tenta di sviluppare, l'agricoltura secondo il modello capitalistico, favorendo la mafia (che erano i manager agricoli delle grandi proprietà) al Sud e distruggendo i contadini definiti "briganti" (terroristi).
--Regainfo 12:17, 15 ott 2014 (CEST)
La Politica
- Annalisa: A Renzi ed agli altri non importa il "dopo". Loro "ora" si stanno costruendo un patrimonio. Di noi non gliene frega niente e nemmeno della politica, che è solo un grimaldello.
- Remo: No Annalisa. Hanno un minimo di strategia. Sono abituati a lavorare con delle "agende", di due, tre, cinque, 10 anni. Al momento stanno sviluppando l'agenda "deregulation" di Reagan e Thatcher (anni 1980), basata sul liberismo capitalistico. Renzi è in questo filone. La sua "stupidità" strategica sta nel fatto che questa agenda è fallita in Irlanda, Scozia, Spagna, Est-Europa, Portogallo, Grecia, e adesso in Italia. Ma il più "marcio" tra i vari paesi "liberisti" è al momento la Francia, le cui banche sono piene di asset tossici. La "stupidità" di Renzi sta nel credere che i 250 miliardi di "aiuti" UE previsti (ma non stanziati) andranno in parte all'Italia. Con 28 paesi UE credo che all'Italia ne verranno ben pochi, e che la parte del leone la faranno i soliti, Francia in primis. Quindi Renzi sta rottamando l'Italia per prendere dei soldi che nessuno gli darà. Quanto alla sua vicenda umana, più che un marpione come Berlù, mi sembra un furbetto di provincia, dotato di una arroganza (sono "dio") peggiore di quella di Berlù. La "politica" è una rete solida e complessa che è parte integrale della gabbia nella quale ci troviamo. Anticamente la "politica" era lo strumento collettivo e ugualitario per contenere l'ambizione e il potere dei singoli personaggi, che grazie alle loro qualità, buone o cattive, si presentavano come LEADER. Questo "potrebbe" tornare ad essere oggi LA POLITICA.
- ortosociale: Max Weber vede la "società" in modo tripartito, e quindi "multifattoriale" (tri-fattoriale). E' sempre una approssimazione, un modello delle nostre esperienze storiche e sociali. Ma può essere utile come "ideal-tipo" o "categoria" necessaria a comunicare e interpretare le comuni esperienze. Questa tripartizione, fatta comune anche dalla filosofia politica di Norberto Bobbio, è "Cultura", "Economia", "Politica". Weber nomina questi tre "fattori" come indici misurabili e precisi nei seguenti:
- Status (culturale)
- Classe (economica)
- Partito (Politico)
Michael Mann perfeziona e modifica questo "ideal-tipo" chiamando "Ideologia" la "Cultura, e scindendo il "Politico" in due fattori "Politico" e "Militare". Ottiene così il suo mdello IEMP (Ideologico, Economico, Militare, Politico). Marx, poveretto, si mosso solo sul fattore "economico". Marx è come uno che invece dello spazio-tempo considera solo la dimensione "lunghezza", alla quale riduce tutte le altre, come "Flatlandia" di E.Abbott. Michael Mann, tra l'altro, e questo è importante, non riduce il suo modello IEMP a un modello "dimensionale", ma lo propone come un modello di "sistemi" di reti.
Nonostante tutti gli orrori del presente - 1
Gentile Remo, non per mancanza di interesse, ma di tempo, ho letto sinora solo una parte del tuo saggio. Mi preme però comunicarti che apprezzo il tuo lavoro di documentazione su una tematica così difficile come l'origine e l'esercizio del potere. E' un campo di ricerca aperto a molte interpretazioni. Weber ha scritto pagine eccelse in proposito, ma non con il taglio che gli hai dato tu. E' vero , ogni potere tende ad istituzionalizzarsi e ad assumere forme di gerarchizzazione, contestate e poi ricreate inevitabilmente da chi le aveva rimosse. E' stato emozionante ed illuminante per me osservare in Sud-Africa dei giovani scimpanzé che rendevano omaggio, prostrandosi ad uno ad uno, davanti ad un maschio adulto, riconosciuto evidentemente come il più autorevole del gruppo. Ed egli, fiero ed immobile, in mezzo alla strada sterrata, rispondeva con un cenno del capo e controllava la sicurezza dell'attraversamento. Un sistema sociale gerarchizzato : subordinazione in cambio di protezione ! Viene da lontano il meccanismo del potere e quindi penso che una società veramente egualitaria non sia stata più probabile nel passato, come invece pensi tu. Neppure nell'epoca dei raccoglitori. C'è sempre quello più forte, più coraggioso, più tenace e quindi più capace di procurarsi cibo, credito e potere sociale. La storia umana è proprio il cammino per contrastare questa tendenza naturale all'egemonia ed alla istituzionalizzazione di un potere su un altro individuo. Nonostante tutti gli orrori del presente , io ritengo che oggi si viva meglio di 100-1000-10.000 anni fa. Un essere umano oggi ha più diritti, spesso solo formali, è vero, ma prima non aveva neppure quelli a cui appellarsi. Bisogna continuare il cammino nella strada della civiltà, sapendo che non è una strada lineare e progressiva, ma che presenta crepe e baratri , e che bisogna vigilare continuamente per andare avanti. Non credo utile e realistico rimpiangere un passato che era meno conflittuale perché minori erano i bisogni. Oggi lo scontro di interessi è a livello planetario e su una vastissima gamma di settori. Siamo chiamati a gestire una crescente ed inarrestabile complessità, ma anche a godere della bellezza delle sue potenzialità , come quella di poter spedire il proprio pensiero ad una persona lontana in zero tempo. Spero in seguito di poter analizzare in dettaglio il tuo lavoro. Per ora congratulazioni vivissime.
Nonostante tutti gli orrori del presente - 1 - Risposta
Cara Amica, la tua lettera è gentile e incisiva. Non so dove sei arrivata a leggere, ma spero che ti fermerai quando parlo delle tre grandi crisi tra loro intrecciate: economica, militare-politica, ambientale (che si può considerare una crisi Ideologica e Culturale). Come vedi il modello IEMP funziona! It works! La soluzione che io propongo non è un impossibile ritorno al passato, impossibile perchè il presente è esso stesso tutto il passato. La mia proposta è la "vitalizzazione" dei sistemi cooperativi complessi che già esistono e che sono i sistemi Open Source. Vedi la mia tesi di laurea in Sociologia. Questi sistemi Open Source come Linux ti permettono di "dialogare in tempo reale tra persone distanti". Come sai Linux è un'impresa libertaria e anticapitalistica che ha liberato gli "spiriti selvaggi" della comunicazione e di Internet. Il tuo cellulare o il suo Tablet che usano Android, sono propaggini di Linux.
- "E' un campo di ricerca aperto a molte interpretazioni." Certo. Sarà però bene, di fronte alle tre grandi crisi trovare un terreno operativo di soluzione comune.
- "Weber ha scritto pagine eccelse in proposito, ma non con il taglio che gli hai dato tu." Certo. Ne sono orgoglioso. Non ho maestri. Ho utilizzato Weber perchè può essere un punto di riferimento per altri sociologi, che lo conoscono bene. Soprattutto per i marxisti, per limitare i danni delle teorie marxiane (vedi sopra: "Michael Mann perfeziona e modifica questo "ideal-tipo" chiamando "Ideologia" la "Cultura, e scindendo il "Politico" in due fattori "Politico" e "Militare". Ottiene così il suo mdello IEMP (Ideologico, Economico, Militare, Politico). Marx, poveretto, si mosso solo sul fattore "economico". Marx è come uno che invece dello spazio-tempo considera solo la dimensione "lunghezza", alla quale riduce tutte le altre, come "Flatlandia" di E.Abbott. Michael Mann, tra l'altro, e questo è importante, non riduce il suo modello IEMP a un modello "dimensionale", ma lo propone come un modello di "sistemi" di reti.)"
- "E' vero , ogni potere tende ad istituzionalizzarsi e ad assumere forme di gerarchizzazione, contestate e poi ricreate inevitabilmente da chi le aveva rimosse." Fantastico: questo è stato il mio punto di partenza negli anni 60-70, quando, pur essendo totalmente marxista, ho cominciato ad esaminare con spirito critico lo stato pietoso della ex URSS e dei paesi "satelliti": autoritarismo, capitalismo di stato, miseria. Avevano ricreato un incubo peggiore del capitalismo che volevano sostituire.
- "E' stato emozionante ed illuminante per me osservare in Sud-Africa dei giovani scimpanzé che rendevano omaggio, prostrandosi ad uno ad uno, davanti ad un maschio adulto, riconosciuto evidentemente come il più autorevole del gruppo. Ed egli, fiero ed immobile, in mezzo alla strada sterrata, rispondeva con un cenno del capo e controllava la sicurezza dell'attraversamento. Un sistema sociale gerarchizzato : subordinazione in cambio di protezione !". Punto dolens! Gli scimpanzè di cui tu parli sono solo "una" delle due specie di scimpazè. Sono i Pan Troglodytes (scimpanzè grande). Ci sono i Pan Paniscus (scimpanzè piccolo) che sono completamente diversi e che invalidano tutte le tue generalizzazioni seguenti. In generale se parli con un qualsiasi naturalista ti dirà che: "in Natura c'è tutto e il contrario di tutto". In altre parole non puoi usare la Natura per sostenere una certa tesi. Quanto agli scimpanzè Pan Troglodytes sono l'unica specie oltre all'uomo ad usare la violenza letale interspecifica. Questa "somiglianza" con gli umani (che non esiste tra Pan Paniscus e umani) è al centro di un acceso dibattito tra gli etologi. Alcuni etologi sostengono che il comportamento dei Troglodytes sia stato causato da una contaminazione umana! Altri sostengono di aver dimostrato il contrario. Vedi qui, su Le Scienze: Le origini adattative della violenza degli scimpanzé. Io considero il problema apertissimo. La teoria generale "autorità in cambio di protezione" è quella del Leviathan di Hobbes, che io contesto vivacemente nel mio minisaggio. Hobbes, come molti altri, scambiano gli effetti per le cause. La condiscendenza delle masse allo stato ed al monarca, od al feudatario, in cambio di protezione, è l'effetto della "rottura" dell'equilibrio egalitario. In altre parole, ingabbiati nei primi stati, non c'era più scampo. L'espandersi dello stato e degli imperi a tutto il pianeta è ben tratteggiato da Michael Mann e Norbert Elias. Le masse dice M.Mann "non sono stupide, se accondiscendono è perchè non hanno alternative, non certo per una "libera" scelta" come sostiene Hobbes. Hobbes non ha considerato il processo storico come una rottura di equilibrio, ma in modo statico, in modo meccanico. Invece di vedere il film, ha visto delle fotografie limitate al secolo in cui lui viveva.
- "Viene da lontano il meccanismo del potere e quindi penso che una società veramente egualitaria non sia stata più probabile nel passato, come invece pensi tu. Neppure nell'epoca dei raccoglitori." Qui ti sbagli. "..penso che una società veramente egualitaria non sia stata più probabile nel passato, come invece pensi tu. Neppure nell'epoca dei raccoglitori" questo è falso. E' invece vero che "Viene da lontano il meccanismo del potere". Da lontano, cioè dalla formazione dei primi proto-stati nella Bassa Mesopotamia. E' sbagliato (IMHO) quindi il nesso tra "il potere viene da lontano" e l'asserzione "Non è possibile una società egalitaria". E' esistita una società egalitaria (l'Antica Europa ad esempio) ed il potere viene da una manciata di posti, a partire da "solo" 5300 anni fa. Tutta la documentazione archeologica ed antropologica ti dà torto, TUTTA. Per documentarti ti consiglio "Alle origini del potere - Arslantepe - La collina dei Leoni", Marcella Frangipane (a cura di), Electa Mondadori, Roma, 2004. Sono in contatto con Marcella Frangipane (Roma, La Sapienza) e ti saprò dire cosa pensa del mio lavoro. Ma nel Catalogo dell mostra del 2004 c'è una sua frase che dice (pressapoco): "Non sappiamo se le società egalitarie fossero migliori o peggiori. Di sicuro prima della comparsa dello stato tutte le società esistenti erano egalitarie".
- "C'è sempre quello più forte, più coraggioso, più tenace e quindi più capace di procurarsi cibo, credito e potere sociale. La storia umana è proprio il cammino per contrastare questa tendenza naturale all'egemonia ed alla istituzionalizzazione di un potere su un altro individuo." Esatto. Bisogna proprio evitare che questo equilibrio collassi. Pierre Clastres, una delle mie fonti, dice proprio questo in "La società contro lo stato". I due poteri, l'Agenzia Templare e l'Agenzia Palatina sono la Burocrazia (la vecchia Casta sacerdotale) e il Leader Carismatico (il monarca-guerriero capo politico e militare). All'incirca come diceva Max Weber, che però li riproponeva nella Germania di Weimar, morendo per fortuna sua prima di vedere l'ascesa di Hitler che incarnava la sua Burocrazia nel Terzo Reich ed il suo Leader Carismatico in sè stesso come Fuhrer.
- "Nonostante tutti gli orrori del presente , io ritengo che oggi si viva meglio di 100-1000-10.000 anni fa. Un essere umano oggi ha più diritti, spesso solo formali, è vero, ma prima non aveva neppure quelli a cui appellarsi. Bisogna continuare il cammino nella strada della civiltà, sapendo che non è una strada lineare e progressiva, ma che presenta crepe e baratri , e che bisogna vigilare continuamente per andare avanti. Non credo utile e realistico rimpiangere un passato che era meno conflittuale perché minori erano i bisogni. Oggi lo scontro di interessi è a livello planetario e su una vastissima gamma di settori. Siamo chiamati a gestire una crescente ed inarrestabile complessità, ma anche a godere della bellezza delle sue potenzialità , come quella di poter spedire il proprio pensiero ad una persona lontana in zero tempo." Sul fatto che si viva meglio il giudizio è talmente soggettivo che tu puoi dire la tua posizione personale come io posso dire la mia. Sul fatto dei "bisogni minori" ad esempio io lo vedo come un fatto di maggiore civiltà: parsimonia, risparmio, vedere gli "sprechi" come tabù orrendi, è il meccanismo adattativo che ha funzionato fino ad oggi per tutte le specie animali, Pan Troglodytes e Pan Paniscus compresi.
In sostanza il piano del mio mini saggio è molto semplice: sono esistite delle alternative egalitarie, basate sul consenso e la cooperazione. Oggi ci troviamo di fronte a delle crisi sistemiche terribili che minacciano la sopravvivenza del genere umano. Ci sono delle vie di uscita? Sì: i sistemi di cooperazione (come Linux) possono essere una risposta moderna che contiene però tutta la saggezza antica.--Regainfo 16:04, 16 ott 2014 (CEST)
Nonostante tutti gli orrori del presente - 2
Grazie, Remo, per l'attenzione che hai riservato alla mia ultima e-mail , riprendendo molti passaggi ed accompagnandoli da accurate puntualizzazioni. Senza dubbio dovrei aggiornarmi su quanto è stato scritto negli ultimi tempi in merito. E mi dispiace non poter coltivare questa corrispondenza come vorrei e come l'interesse e l'importanza del tema meritano.
Nelle tue parole si coglie una forte tensione verso alcuni valori, che anch'io sento come prioritari, quali la conoscenza, la libertà, l'eguaglianza, la condivisione,... Conoscere è una delle molle fondamentali della nostra specie, quella che ci ha fatto uscire dalle tenebre delle caverne e che ci ha spinto oltre la siepe, in un desiderio ( inappagabile) di infinito. Sì, l'ideologia è la categoria primaria, sono d'accordo con te e con Michael Mann. E' una denominazione più appropriata di quella di cultura. Anche l'uomo più incolto possiede un suo modo di guardare alla vita e di agire nell'ambiente. E di produrre più o meno dei beni (Economia ) e di attivare dei meccanismi per difenderli ed accrescerli con forme di militarizzazione più o meno istituzionalizzate. E la politica interviene per individuare e gestire le scelte in un rapporto dinamico di forze. Quindi pienamente d'accordo con la formula IEMP.
Sul tema "autorità in cambio di protezione" è chiaro che non è, e non fu, una libera scelta come sosteneva Hobbes, ma una scelta condizionata da uno stato di necessità. Essa tuttavia non fu "la rottura dell'equilibrio egalitario precedente", come scrivi tu, ma la rottura di un altro sistema anch'esso basato sulla gerarchizzazione, come sappiamo furono i regni romano-barbarici e ancor prima l'impero romano. Sul fronte della discriminazione mi pare sia esistita una linea di continuità. Nella precedente e-mail avevo scritto che mi sembrava poco probabile che l'eguaglianza si fosse realizzata in epoche preistoriche e in contesti tanto vasti e disomogenei come quelli dell'Antica Europa. Nel catalogo su Arslantepe (interessantissimo per me, perché riporta reperti simili a quelli rinvenuti in siti sardi del Neolitico medio) si ipotizza che nel IV millennio a.C. nel mondo Transcaucasico ci siano state "segmentazioni di comunità che non sembrano mostrare forme di organizzazione sociale complessa o di stratificazione stabile in senso verticale". Si tratterebbe di piccoli gruppi che per brevi periodi avrebbero realizzato forme egalitarie, non sopravvisssute all'impatto con altre forme di organizzazione. E' questa la mia convinzione. L'eguaglianza socio-economica è di per sè precaria e momentanea, difficile da mantenere data la natura estremamente variabile delle risposte che gli individui in regime di libertà possono dare agli stimoli ambientali. Cosa diversa è la eguaglianza dei diritti e dei doveri che credo vada perseguita e affermata con determinazione. E il tuo saggio cerca giustamente di trovare riscontri nella storia e propone delle alternative alle attuali forme ingiuste di organizzazione sociale. Tuttavia ho delle perplessità circa l'asserzione : " prima della comparsa dello stato tutte le società esistenti erano egalitarie". Le comunità zingare non hanno una forma statuale ( manca in esse l'elemento "territorio"), eppure non possono certamente essere considerate egalitarie. Quindi le società prestatali non sono, e non erano necessariamente egalitarie. Il problema non è lo Stato, struttura indispensabile in una società complessa, il problema sono le norme e gli uomini che detengono il potere e il fatto che consentono a tutti o solo a pochi l'accesso ad esso e alle informazioni necessarie affinchè ci sia consenso e cooperazione. E forse nenche questo basta. Su Marx sono pienamente d'accordo con te. Il mio primo viaggio lo feci nell'Urss di Breznev e giunsi alle tue stesse conclusioni. E così pure condivido il valore di una vita vissuta con parsimonia. Per libera scelta non ho acquistato una macchina o altri beni consumistici. Ma la e-mail si sta facendo troppo lunga e forse vacilla anche la tua attenzione. Grazie degli stimoli che mi hai regalato.
Nonostante tutti gli orori del presente - 2 - Risposta
Hai ragione tu quando dici :"Sul tema "autorità in cambio di protezione" è chiaro che non è, e non fu, una libera scelta come sosteneva Hobbes, ma una scelta condizionata da uno stato di necessità. Essa tuttavia non fu "la rottura dell'equilibrio egalitario precedente", come scrivi tu". Dire "fu la rottura di un equilibrio precedente" è contro quello che affermo io stesso che propongo una storia non-deterministica (deterministica alla Marx o alla Hegel, nei peggiori dei casi, per intenderci). Perchè come dici "Nelle tue parole si coglie una forte tensione verso alcuni valori, che anch'io sento come prioritari, quali la conoscenza, la libertà, l'eguaglianza, la condivisione,...". ma bisogna rimanere razionali, sereni, obiettivi. Max Weber, e dietro di lui Michael Mann, usa spesso la metafora ferroviaria dei binari, dello scambio. In certi momenti della storia è come trovarsi davanti a due binari che portano s GEOGRAFIE DIVERSE. La nascita degli stati 5300 anni fa (e prima non c'erano, ricordiamocelo, dello stato neanche l'odore) è stata uno di questi "scambi di binari" storici. Questo intendeva dire la "mia parte razionale" quando parlavo scorrettamente di "rottura di equilibrio". Per lo stesso motivo hai ragione ancora tu quando dici "L'eguaglianza socio-economica è di per sè precaria e momentanea, difficile da mantenere data la natura estremamente variabile delle risposte che gli individui in regime di libertà possono dare agli stimoli ambientali". Perfetto. Così è andata. Ma il vecchio binario da cui è partita la biforcazione Stato Sì/ Stato No, rimane intatto anche sotto i Super Stati (o Stati Nazione o Imperi o Costellazione di Imperi). Il vecchio binario egalitario, materno, cooperativo è il tessuto portante di burocrazia, stati, partiti, dittature, guerre, che solo su di esso possono vivere , sopravvivere e riprodursi. Tornare indietro allo scambio ferroviario-storico Stato Sì/ Stato No non è possibile. E qui hai ancora ragione tu. Ma la coscienza di come era diversa la storia 5000 o 10.000 anni fa è possibile grazie alla antropologia ed alla archeologia. La Sardegna è una apoteosi di questa memoria, un museo vivente, soprattutto riferito al Megalitismo ed alla successiva civiltà "ciclopica" dei nuraghi, unica in tutta il Mediterraneo, eccezionale ed unica nell'epoca in cui si è manifestata (1800 avanti C. in poi). L'unica scusante che posso addurre alla mia "impazienza" è la netta sensazione di trovarci di nuovo di fronte ad uno scambio di binari storico. Questa volta ci sono le tre grandi crisi da affrontare. In gioco c'è la sopravvivenza della specie umana. Ma al di là del dibattito storico, c'è un problema ancora più pratico: il cibo, la disponibilità di cibo "sano" e soprattutto la disponibilità di terreno sano su cui coltivare cibo sano. Uno dei problemi più urgenti non è la quantità e nemmeno la qualità del cibo, vedi Milano Expo 2015. Ma è la desertificazione e la completa de-umificazione (eliminazione dello strato di Humus necessario per considerare vivo e produttivo un terreno agricolo) dei terreni agricoli in Asia, Africa, America, Europa. Il suolo agricolo viene considerato uno strato INERTE su cui depositare erbicidi, concimi di sintesi e sementi OGM. La risposta è una agricoltura organica che però necessita di una sua "sociologia". Quale? L'unica che io ho scoperto è quella matriarcale. Dove per matriarcato si intende "matri-Arkè" ovvero principio femminile e non dominio delle donne sugli uomini, complementare al dominio dei maschi sulle donne. Una società come quella dell'Antica Europa che si estendeva per decine e decine di secoli dal Caucaso a tutta l'Europa. Una estensione immensa, per quanto, nei millenni, "fragile", come tu dici. Ma chiediti, è veramente scomparsa? O sopravvive nelle pieghe, pronta a rivitalizzare l'intera sociologia umana? Questa matriarkè onnipresente in tutte le culture umane è stata "rispolverata" da una studiosa tedesca, Heide Goettner-Abendroth, che in linea con quanto tu stessa sostieni dice: "non possiamo certamente inventarci tout court una politica matriarcale. Possiamo prendere suggerimenti. Possiamo chiederci come il riconoscimento della madre influenzi la qualità delle relazioni tra i sessi, la struttura economica e politica di una comunità, il processo di formazione delle decisioni, la gestione dei conflitti, la concezione e il livello della qualità della vita". Per me merita veramente di essere letta e studiata, almeno presa in considerazione. Se ti interessa ha video e un sito che puoi trovare qui:
Se ti interessa il cibo, la "sopravvivenza alimentare" ti segnalo la ricerca di Francesca Chiarini e Luca Conte che ho il piacere di conoscere personalmente e che hanno tutte le garanzie scientifiche, di esperienza empirica, umane:
Grazie a te per le possibilità che mi dai di lavorare agli scambi ferroviari.
La Tomba Reale di Arslantepe
Il nesso tra cultura Kurgan di Majkop (Marija Gimbutas), cultura Trancaucasica di Kura Araks, protostati altomesopotamici, prima apparizione di un potere palaziale (monarchico) distinto da quello templare (religioso), prima tomba reale in assoluto.