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Indice

Una bozza di programma economico per l'Italia

La stessa bozza può essere utilizzata, preferibilmente, su scala regionale. Vedi "Sistema Regione":

Le reti sociali di economia, politica, cultura

Nell'intervenire sulle connessioni nazionali alle reti internazionali (vedi Un Gigantesco Business Mediterraneo) tra loro intrecciate di

  • economia,
  • cultura scienza arte informazione,
  • politica istituzionale e partecipativa,

la massima attenzione va posta sulle sinergie. Le sinergie, come avviene negli eco-sistemi, garantiscono l'efficienza-efficacia e la sopravvivenza. Le tre reti sociali della produzione di beni e servizi, della scuola e della cultura, delle riforme istituzionali in direzione di una larga partecipazione ideale, culturale, politica, emozionale che vitalizzi l'intera comunità nazionale, sono strettamente intrecciate. Un altro principio, derivato dal puro buon senso e dalla necessità di risparmiare risorse, consiste nel focalizzare gli sforzi di coordinamento e finanziari sui settori che dimostrano maggiore vitalità anzichè disperdere le risorse finanziarie e organizzative (umane) in interventi "a pioggia" che oltre ad essere sterili servono solo a salvarsi la coscienza e raccogliere uno scarso consenso politico-elettorale. Gli interventi vanno mirati su pochi settori che dimostrino fitness e che poggino su prototipi testati a sufficienza. Il punto di partenza del programma "economico" nazionale è il fallimento conclamato della politica liberista, del ventennio berlusconiano. Forse poteva essere una strada che meritava di essere tentata. Ora è chiaro (FIAT lux) che bisogna creativamente guardare a nuove strade. Una di queste, che ci ha sempre sostenuto, è la cooperazione. La proposta è di rivitalizzare la cooperazione nell'economia nazionale, facendo in modo che sostenga l'economia della concorrenza (quella del libero mercato, della globalizzazione, dei mercati internazionali), nella prospettiva che sia il libero mercato a lavorare per la cooperazione. Le motivazioni di questa proposta sono in questa pagina web, esattamente qui:

In questa valutazione degli equilibri nazionale/internazionale (UE/Russia, NATO, Mediterraneo, Cina) va data la priorità all'ambiente come occasione di sviluppo integrato economico-politico-culturale. L'uscita dalla crisi, come molti riconoscono sta nella green economy. Ma pochi ancora riconoscono che:

  • in sostanza la agricoltura organica e multifunzionale va considerata la principale green economy.

Semplicemente perchè oggi si trascurano le radici biologiche viventi della nostra esistenza culturale.

La proposta di un piano economico nazionale

Gli interventi sono quattro, tutti riguardano l'economia cooperativa. L'economia tradizionale (capitalistica) si può raccordare facilmente a queste "isole" cooperative come già ha iniziato a fare, stando attenti a non soffocarle sui propri obiettivi di profitto e valorizzandone la diversità "culturale". Nella cultura cooperativa viene considerato "profitto" il "risparmio" energetico, ambientale, umano, del tempo di lavoro. Le priorità vanno da (1) a (4). Il fatto di dare la priorità all'agricoltura, quella organica s'intende, è la piccola, necessaria, difficile, "rivoluzione culturale" di partenza.

  • (1) Agricoltura organica (biologica, biodinamica, sinergica, altro) per una alimentazione di qualità e una certa autonomia alimentare
  • (2) Nuove tecnologie cooperative sostenibili basate sui Fab Lab e la rete dei Makers
  • (3) Sviluppo del turismo sostenibile e del turismo culturale ad uso nazionale e internazionale
  • (4) Ristrutturazione della scuola e della ricerca (università)
(1) Piano Agricolo

La migrazione ad una Agricoltura Biologica va inserita nel quadro di una Economia Open Source, trattata brevemente qui:

É centrale anche il nuovo paradigma della Agricoltura Multifunzionale - Vedi questa relazione di OrtoSociale:

Se si adotta un approccio sistemico alla soluzione della crisi economica ed ambientale, non esistono in senso stretto delle "priorità. Ma comunqua lo sviluppo di una agricoltura biologica, organica, naturale, è un elemento centrale fondante di tutto il progetto. Lo sviluppo di una agricoltura organica significa che si sviluppano contemporaneamente:

  • occupazione, soprattutto giovanile, dalle attuali (2010) 1.603.709 persone ad un numero grandemente maggiore con conseguente rilancio dei consumi dei giovani
  • preparazione di un target ambientale-turistico-paesaggistico-culinario di alto profilo (un prototipo potrebbe essere la Regione Toscana)
  • risparmi sulla manutenzione ambientale in quanto elemento di contrasto al cambiamento climatico (frane, alluvioni, perturbazioni estreme)
  • risparmi sulle spese per la salute in quanto prevenzione alle patologie tumorali, cardio vascolari, del diabete, psichiatriche
  • fiorire di una agricoltura urbana e periurbana con decongestionamento delle aree metropolitane
  • prevenzione dell'aumento dei costi della agricoltura chimica basata sul petrolio da cui dipendono interamente carburanti, fertilizzanti, fitofarmaci
  • contrasto e soluzione alternativa al fenomeno del land grabbing o accapparameto dei terreni agricoli con rialzo dei prezzi alimentari
  • contrasto e soluzione alternativa alla diffusione degli OGM con rialzo dei prezzi alimentari
  • prevenzione di ripercussioni socio-politiche di un eventuale rialzo dei prezzi alimentari
  • risparmio energetico grazie alle filiere corte (bolletta petrolifera nazionale)
  • revisione della politica neo-fordista in agricoltura con robot per montare alimenti verso una vision decentralizzata, sostenibile, ad alta intensità quantitativa e qualitativa di capitale umano
  • salvaguardia e recupero del patrimonio paesaggistico, naturale, idrogeologico

Lo Stato, il Ministero della agricoltura, Regioni, Province e Comuni possono coordinare, favorire, finanziare, aiutare la nascita di cooperative di giovani (diplomati periti agrari, laureati agronomia, agricoltori tradizionali, esperti, volonterosi, immigrati, neo-contadini, contadini e ortisti urbani) nel settore dell'agricoltura multifunzionale (agroalimentare, turistico, paesaggistico, culturale, formativo, curativo). Ad esempio la Regione Veneto che si appoggia ad una Azienda agricola fortemente impegnata nella ricerca e attenta ai temi ambientali generali ed allo sviluppo del settore agroalimentare del biologico, tramite il PSR (Piano di Sviluppo Rurale) ed i progetti BIOFORM, BIODEMO, BIOSTUDIO, BIOPROMO, BIOMARKET (mense scolastiche e collettive), D.G.R. 117/2007 appoggia lo sviluppo del settore biologico come "alimentazione di qualità". In sostanza la agricoltura (multifunzionale) va considerata la principale green economy.

(2) Piano Tecnologico

I Makers riqualificano in senso sostenibile la tecnologia attuale, sia come risparmio energetico e di risorse, sia come logica del "Fare di Più con Meno" (More with Less). Tutto il settore dei Makers si basa su Software Free e Software Open Source e sull'importante Hardware Open Source Italiano (la sk elettronica Arduino). Vedi Open Source Economy. Eventuali prototipi sono:

mira a riconvertire i settori tradizionali della piccola-media impresa e dell'artigianato quali il meccanico, mobilieri, ceramico, tessuti, alle moderne tecnologie web open source. Li chiama "gli artigiani digitali".

Inutile dire che la filosofia dei Fab Lab è quella della condivisione delle conoscenze, oltre che delle risorse (macchine). Quindi si tratta di una "super-cooperazione" che comprende la formazione tecnica e culturale del punto (4). I Makers possono dare un notevole contributo alla agricoltura organica al punto (1), non solo, ma Stato, Regioni, Comuni possono favorire cooperative miste di makers e di neo-agricoltori biologici multifunzionali. Per una analisi di "economia alternativa emergente" vedi la tesi di laurea:

(3) Piano Turistico

Turismo sostenibile significa, come nel caso dell'agricoltura, turismo di qualità. Si appoggia ad una agricoltura sostenibile, tradizionale, organica come quella del punto (1). Organizzativamente si esprime nell'albergo diffuso, pratica presente in Alto Adige, Trentino, Marche, Sardegna (Bosa, Ogliastra), Toscana, in Carnia (Pesariis) dove è collegato alla gestione dei Beni Comuni.
Vedi il nuovo paradigma della Agricoltura Multifunzionale (Relazione di OrtoSociale):

(4) Piano Scuola e Ricerca

I costi della ricerca e della innovazione dopo un tentativo da parte della grandi multinazionali, (in gran parte fallito per le enormi spese e le incertezze dei risultati e quindi del ROI, Return On Investment), sono tornati in gran parte nelle università, finanziate in misura diversa dal pubblico (compresi gli studenti e le loro famiglie) e dal privato (ricerca applicata). Come i costi ambientali, dunque, anche i costi della ricerca (e della innovazione) sono "esternalizzati". Ma va ribadito che ancora più rimarchevole è la produzione sociale della ricerca e della innovazione. Il "ricercatore" è un soggetto delicatissimo, che si trova all'apice di un processo di formazione estremamente complesso e profondamente radicato nella società e nelle sue reti culturali. Lo sanno molto bene i sociologi della scienza. Quindi non basta far studiare di più o selezionare i "singoli" cervelli che "casualmente" si rendono disponibili ad alti rendimenti scientifici. I ricercatori o gli scienziati vivono in comunità, anche virtuali, e sono il risultato di complicate reti sociali, economiche, culturali. Perchè la ricerca funzioni vanno costruitre e rigenerate queste "comunità" scientifiche. Aiuterebbe in questa direzione la proposta di integrazione del lavoro manuale e del lavoro intellettuale, ad esempio in campus universitari forniti di orti biologici. Le pratiche di studio, ricerca e produzione, così come è stato per la sk Arduino, nata in un'aula scolastica, o le fattorie sperimentali di VenetoAgricoltura, si possono coordinare coordinando ricercatori, makers, neo-agricoltori. Lo sviluppo è possibile se ci basa su due caposaldi:

  • Scienza Open Access
  • Scienza e Ricerca Partecipata

Come esempio paradigmatico ed immediatamente operativo di ricerca partecipata si può citare lo scambio di sementi, che contrasta in modo alternativo la politica agricola degli OGM. Nella diffusione, selezione, scambio di sementi sono coinvolti su un terreno di parità ricercatori agronomi, bio-ingegneri, agricoltori professionali, neo-contadini, ortisti urbani. "Quali regole di metodo per i nuovi esperimenti socio-scientifici?" (Novembre 2003). Nel suo saggio, Latour tocca molti dei principali temi del suo pensiero: l'aumento della partecipazione dei non esperti nella pratica della scienza, l'offuscamento dei confini tra scienza e politica, il nuovo livello di rappresentanza tecnica e scientifica in innovazione, e la nascita di "forum ibridi" o "hybrid forums", (situazioni di governance in cui i rappresentanti delle "cose naturali", quali osservatori di eventi meteorologici o scoperte di ingegneria genetica e i rappresentanti della società umana hanno bisogno di essere presi in considerazione su base paritaria), che dovrebbero portare alla messa in atto di nuovi assetti politici. Vedi:

La costruzione di sistemi cooperativi

Yochai Benkler docente dal 2007 alla Harvard University ha impostato un programma di ricerca interdisciplinare sul tema della Cooperazione Mutualistica, coinvolgendo ricercatori di economia sperimentale, biologia evolutiva, psicologia, sociologia delle organizzazioni, computer science. I risultati di questo lavoro sono illustrati nel suo libro “The Penguin and the Leviathan – How cooperation triumphs over self-interest”, Crown Business, New york 2011. Nel paragrafo “Progettare la Cooperazione” (pag. 238), Benkler elenca gli ingredienti per la costruzione pratica di sistemi cooperativi di successo:

  • Comunicazione, l'elemento più importante
  • Contestualizzazione, veridicità, autenticità
  • Guardare oltre sé stessi: empatia e solidarietà
  • Costruzione di sistemi morali: giustizia, moralità, e norme sociali
  • Premiare e punire (motivazione)
  • Reputazione, trasparenza, e reciprocità
  • Costruire diversità

Una trattazione esaustiva delle sperimentazione di sistemi cooperativi ad Harvard, durata tre anni, si trova nel libro:

Sempre di Yochai Benkler vedi il suo articolo:

Di ortosociale, basato sull'articolo precedente, vedi:

Vedi anche:

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