Utente:Angela Angela Giuffrida

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Angela Giuffrida

Nata a Troina in provincia di Enna in Sicilia. Cura la voce Femminità. Angela Giuffrida, già insegnante di storia e filosofia al Liceo Majorana Corner di Mirano, è autrice del libro Il corpo pensa.

Il Corpo Pensa

Nel saggio, pubblicato dalle Edizioni Prospettiva nel marzo 2002, l’autrice elabora una nuova teoria della conoscenza che mette al centro il corpo nella sua interezza. Scaturita dagli studi filosofici, la teoria del corpo pensante ha trovato conferme autorevoli nelle ricerche che neuroscienziati di tutto il mondo hanno condotto sul dimorfismo cerebrale tra i due sessi e nella scoperta del “cervello chimico” che situa l’apprendimento in una rete psicosomatica estesa a tutto il corpo e basata sulla comunicazione chimica; conferme vengono anche da altre scienze. La rivalutazione del corpo, considerato “soggetto pensante”, permette il recupero della centralità delle madri umane e l’elaborazione di un punto di vista sul mondo organicistico, inclusivo e costruttivo, capace di cogliere l’unitarietà del reale senza cancellare la singolarità e la differenza. La teoria apre un campo sterminato di ricerca che, concentrandosi sui legami e sui nessi anziché sulle lacerazioni e le opposizioni, può impegnare la specie ad organizzare la propria vita su altre basi.

La razionalità femminile

Pubblicato da Bonaccorso Editore è uscito un altro saggio, La razionalità femminile unico antidoto alla guerra, dove l’autrice ingaggia un dialogo serrato con gli autori presi di volta in volta in considerazione, evidenziando socraticamente le interne contraddizioni che spingono il pensiero dominante in un vicolo cieco. La conclusione è che la violenza in ogni sua forma, compresa la guerra che rappresenta la punta di diamante, non potrà essere cancellata dalle donne e dagli uomini che si spendono generosamente per realizzare un mondo migliore, fintantoché il sistema concettuale dominante non verrà cambiato radicalmente. Il percorso evolutivo seguito dalle donne ha permesso loro di sviluppare il tipo di razionalità adatto, in quanto funzionale ai viventi e alle loro necessità.

Una lettera di Macondo

Macondo

Carissima Angela,

Il convegno è un vento forte che soffia da ogni lato e le conversazioni dei relatori sono piccoli vulcani che esplodono sotto i piedi dei presenti, che alimentano i loro focolari e danno fuoco ai castelli di carta di chi costruisce il proprio avvenire sulla pelle degli altri e cancella il futuro dei nostri figli.

Quando si aprono nuove strade, si affrontano molte difficoltà; si incontra la pigrizia della consuetudine; si attraversa l’ostilità della tradizione e delle sue regole; e si scopre anche la povertà del linguaggio, che non conosce i nuovi sentieri e teme l’odore delle nuove piste.

Questo è il percorso che tu stai battendo; ma è stato per tutti noi utile capire, comprendere la relazione intima tra corpo e linguaggio e di conseguenza la relazione tra il modo di pensare della donna e dell’uomo, la loro corporeità e in particolare il corpo della donna che forma una intelligenza che costruisce, positiva, perché genera la vita.

Per questo i presenti ad ogni intervento battevano le mani, a sottolineare la nascita di nuove forze, che a volte dimentichiamo, perché ci rassegniamo alle risposte che ci propinano quanti stanno all’ingresso delle parole per impedire l’accesso al mistero dell’altro, del trascendente, per distogliere lo sguardo verso la Utopia.

Il linguaggio è un luogo dove si consumano vocaboli, dove nascono idee strampalate; giochi per la settimana enigmistica; e sorgono anche parole oneste, idee nuove, parole rotonde; tu, voi avete denudato i simulacri, noi abbiamo scoperto la forza del dire, la preziosità delle parole che annunciano il vero, che indicano la strada degli affetti, che sanno sposare sentimento e razionalità, rigore e passione.

Grazie di essere venuta tra di noi, a portare il tuo prezioso contributo nella lettura del linguaggio femminile. Grazie a nome degli amici di Macondo e nostro. Un grande abbraccio affettuoso da

Giuseppe e Gaetano
Pove del Grappa, 6 giugno 2012

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