Parco01: differenze tra le versioni

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Il Parco prevede una cintura verde intorno alla città di Padova ed ai comuni limitrofi. Prevede inoltre lo sviluppo di tutte le zone verdi rimaste all'interno del perimetro urbano di Padova (alcune decine di ettari) da inserire in vari progetti di agricoltura  multifunzionale. La sua vocazione primaria è agraria ma combinata con la vocazione paesaggistica e il mantenimento dei patrimoni culturali. Uno dei suoi obiettivi infatti è realizzare una relativa autonomia alimentare a filiera corta della città e del suo comprensorio. Un altro obiettivo è l'integrazione tra le infrastrutture urbane e industriali e gli sviluppi culturali del comprensorio metropolitano. Partito nel 2012 come iniziativa di Sergio Lironi (architetto, di Legambiente Padova) e di Viviana Ferrario (docente allo IUAV di Venezia), ha riunito tutti i possibili stakeholders nel processo partecipato previsto da Agenda21 (Unione Europea). Il Comune di Padova accoglie il progetto poco prima del passaggio di Giunta da Ivo Rossi (centrosinistra) a Massimo Bitonci (centrodestra). Nonostante le assicurazioni della attuale Giunta, non sono state prese sinora iniziative di qualche significato. Il progetto riguarda anche i 18 comuni limitrofi a Padova e può collegarsi ad altre iniziative regionali similari. I promotori originali, per mantenere vivo il progetto e la comunità di stakeholders che si era costituita, hanno fondato una associazione di promozione sociale specifica per il Parco. Il Parco è un modello di città che mira al recupero del territorio definito “conurbazione” cresciuto a macchia d'olio intorno ai centri storici. Questa conurbazione nel Veneto, e in tutta la pianura padana, ha assorbita gran parte del terreno agricolo precedente. Questo recupero è necessario per motivi economici come motore di un nuovo tipo di sviluppo eco-sostenibile. E' necessario anche per motivi culturali in quanto tale nuovo modello di sviluppo si basa sugli scambi culturali, scientifici (Il Parco potrebbe essere il contenitore di un grande Campus dell'Università di Padova), artistici. Sul piano politico questo progetto quadro consente la riaggregazione di forze della società civile su un obiettivo condiviso, flessibile ed unificante, capace di raccogliere il consenso della larghissima maggioranza dei cittadini
 
Il Parco prevede una cintura verde intorno alla città di Padova ed ai comuni limitrofi. Prevede inoltre lo sviluppo di tutte le zone verdi rimaste all'interno del perimetro urbano di Padova (alcune decine di ettari) da inserire in vari progetti di agricoltura  multifunzionale. La sua vocazione primaria è agraria ma combinata con la vocazione paesaggistica e il mantenimento dei patrimoni culturali. Uno dei suoi obiettivi infatti è realizzare una relativa autonomia alimentare a filiera corta della città e del suo comprensorio. Un altro obiettivo è l'integrazione tra le infrastrutture urbane e industriali e gli sviluppi culturali del comprensorio metropolitano. Partito nel 2012 come iniziativa di Sergio Lironi (architetto, di Legambiente Padova) e di Viviana Ferrario (docente allo IUAV di Venezia), ha riunito tutti i possibili stakeholders nel processo partecipato previsto da Agenda21 (Unione Europea). Il Comune di Padova accoglie il progetto poco prima del passaggio di Giunta da Ivo Rossi (centrosinistra) a Massimo Bitonci (centrodestra). Nonostante le assicurazioni della attuale Giunta, non sono state prese sinora iniziative di qualche significato. Il progetto riguarda anche i 18 comuni limitrofi a Padova e può collegarsi ad altre iniziative regionali similari. I promotori originali, per mantenere vivo il progetto e la comunità di stakeholders che si era costituita, hanno fondato una associazione di promozione sociale specifica per il Parco. Il Parco è un modello di città che mira al recupero del territorio definito “conurbazione” cresciuto a macchia d'olio intorno ai centri storici. Questa conurbazione nel Veneto, e in tutta la pianura padana, ha assorbita gran parte del terreno agricolo precedente. Questo recupero è necessario per motivi economici come motore di un nuovo tipo di sviluppo eco-sostenibile. E' necessario anche per motivi culturali in quanto tale nuovo modello di sviluppo si basa sugli scambi culturali, scientifici (Il Parco potrebbe essere il contenitore di un grande Campus dell'Università di Padova), artistici. Sul piano politico questo progetto quadro consente la riaggregazione di forze della società civile su un obiettivo condiviso, flessibile ed unificante, capace di raccogliere il consenso della larghissima maggioranza dei cittadini
 
===Una ipotesi di Organizzazione===
 
===Una ipotesi di Organizzazione===
PaAM sta per Parco Agrario Metropolitano di Padova.
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PaAM sta per Parco Agrario Metropolitano di Padova. Questa di ortosociale è una ipotesi di "auto-organizzazione" che non rispecchia le azioni ed i pensieri differenziati di "tutti" i promotori di PaAM. Ma tenta di aggregarli in una direzione comune:
 
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Versione delle 20:27, 28 mar 2016

Il Parco prevede una cintura verde intorno alla città di Padova ed ai comuni limitrofi. Prevede inoltre lo sviluppo di tutte le zone verdi rimaste all'interno del perimetro urbano di Padova (alcune decine di ettari) da inserire in vari progetti di agricoltura multifunzionale. La sua vocazione primaria è agraria ma combinata con la vocazione paesaggistica e il mantenimento dei patrimoni culturali. Uno dei suoi obiettivi infatti è realizzare una relativa autonomia alimentare a filiera corta della città e del suo comprensorio. Un altro obiettivo è l'integrazione tra le infrastrutture urbane e industriali e gli sviluppi culturali del comprensorio metropolitano. Partito nel 2012 come iniziativa di Sergio Lironi (architetto, di Legambiente Padova) e di Viviana Ferrario (docente allo IUAV di Venezia), ha riunito tutti i possibili stakeholders nel processo partecipato previsto da Agenda21 (Unione Europea). Il Comune di Padova accoglie il progetto poco prima del passaggio di Giunta da Ivo Rossi (centrosinistra) a Massimo Bitonci (centrodestra). Nonostante le assicurazioni della attuale Giunta, non sono state prese sinora iniziative di qualche significato. Il progetto riguarda anche i 18 comuni limitrofi a Padova e può collegarsi ad altre iniziative regionali similari. I promotori originali, per mantenere vivo il progetto e la comunità di stakeholders che si era costituita, hanno fondato una associazione di promozione sociale specifica per il Parco. Il Parco è un modello di città che mira al recupero del territorio definito “conurbazione” cresciuto a macchia d'olio intorno ai centri storici. Questa conurbazione nel Veneto, e in tutta la pianura padana, ha assorbita gran parte del terreno agricolo precedente. Questo recupero è necessario per motivi economici come motore di un nuovo tipo di sviluppo eco-sostenibile. E' necessario anche per motivi culturali in quanto tale nuovo modello di sviluppo si basa sugli scambi culturali, scientifici (Il Parco potrebbe essere il contenitore di un grande Campus dell'Università di Padova), artistici. Sul piano politico questo progetto quadro consente la riaggregazione di forze della società civile su un obiettivo condiviso, flessibile ed unificante, capace di raccogliere il consenso della larghissima maggioranza dei cittadini

Una ipotesi di Organizzazione

PaAM sta per Parco Agrario Metropolitano di Padova. Questa di ortosociale è una ipotesi di "auto-organizzazione" che non rispecchia le azioni ed i pensieri differenziati di "tutti" i promotori di PaAM. Ma tenta di aggregarli in una direzione comune:

Struttura organizzativa del Parco di Padova PaAM

Link


Maria Grazia Santoro sugli Orti Urbani di Udine


I promotori

  • Legambiente Padova, Limena, Saonara e Selvazzano
  • Città Amica - Rete di architetti-urbanisti
  • Italia Nostra
  • WWF
  • Slow Food Padova, Alta Padovana e Riviera del Brenta
  • Aiab - Associazione Italiana Agricoltura Biologica
  • Coldiretti
  • Confagricoltura
  • CIA - Confederazione Italiana Agricoltori
  • DES - Distretto di Economia Solidale
  • INU - Istituto Nazionale di Urbanistica
  • Ordine degli Architetti e Paesaggisti
  • Istituto Nazionale di Bioarchitettura di Padova
  • Associazione La Biolca
  • Diversamente Bio
  • Amissi del Piovego
  • Associazione per la Decrescita del Triveneto
  • AR/CO - Architettura Contemporanea
  • Presidio World WigWam Circuit
  • Gruppo Giardino Storico dell'Università di Padova
  • Città e Partecipazione
  • Comitato Lasciateci respirare
  • Comitato Difesa Salute Ambiente
  • ParcoPartecipato per la tutela del Graticolato
  • Associazione Per la Salvaguardia Idraulica del Territorio Padovano e Veneziano
  • LIPU
  • Orto a Quadretti (Ortisti del Parco di Rubano, Padova)

Proposte di ortosociale per il Parco

Appunti per il Parco Agropaesaggistico Metropolitano

Allargamento del Parco a Due Carrare e Pernumia

Sono due zone di rilevante interesse agrario e paesaggistico. Gli attivisti che difendono il territorio vogliono entrare nel Comitato Promotore del Parco. Andrebbe aggiornata la mappa.

Università

Associare gli studenti al progetto Parco; partire da subito con un progetto concreto, da modificare in seguito, in modo bottom/up. La mia proposta è: utilizzare gli agriturismi censiti in una zona circoscritta del Parco per trasformarli in alloggio permanente per gli studenti/ricercatori. L'alloggio consiste in una camera (singola o per due) con uso cucina, corrente, acqua calda, internet. Valore stimato dell'alloggio: 400€/mese. Gli studenti/ricercatori ripagano l'alloggio lavorando due ore al dì nell'agriturismo (accoglienza e/o azienda agricola) per cinque giorni alla settimana; totale 40 ore/mese: 40oreX10€/ora danno 400€/mese. Gli agriturismi avrebbero così una parte fissa e garantita di ospiti, riservando agli ospiti esterni una parte delle risorse d'accoglienza. Il surplus eventuale di produzione alimentare potrebbe rientrare nel circuito dei GAS collegato al Parco o direttamente nella dieta degli studenti/ricercatori. Gli agriturismo e gli orti collettivi del Parco potrebbero coordinarsi in modo che gli studenti/ricercatori possano lavorare nell'agriturismo che ha più terreno da lavorare e meno camere da ospitare, in modo che i conti tornino nel circuito locale. In altre parole l'agriturismo che ha più terreno vende i suoi prodotti alimentari all'agriturismo che ha più camere/ospiti. Analogamente nel caso di orti collettivi questi potrebbero vendere i loro prodotti all'agriturismo che ospita gli studenti/ricercatori. Bisogna prevedere questa opzione nello statuto degli orti collettivi. Questo tipo di pratiche e di coordinamento fra gli agriturismi e i B&B è già sperimentata con successo nella versione di “Albergo Diffuso” presente in Alto Adige, Trentino, Carnia, Sardegna. Questa regolamentazione va studiata attentamente ed è fondamentale per il buon funzionamento di questo sotto-progetto. Ma può crescere sulla base di sperimentazioni e può avere sviluppi differenziati. Questo permetterebbe una decongestione del centro storico e una maggiore capienza per accogliere gli studenti/ricercatori pendolari. A differenza dei Campus tradizionali che sono chiusi gli agriturismi sarebbero aperti a fenomeni di solidarietà generazionale. La interoperabilità tra studio intellettuale e studio operativo-manuale (tra quello che si chiamava lavoro manuale e lavoro intellettuale) è un buon inizio per migliorare la cultura e la cura del corpo allo stesso tempo.

Coordinamento e sviluppo degli orti sociali comunali

Per cominciare: da Padova, Rubano, Noventa Padovana; da estendere poi ai comuni della cintura del Parco. I miglioramenti proposti sono incisivi e importanti.

  • aprire nuovi orti viste le centinaia di richieste arrivate;
  • aprire gli orti a studenti (senza cittadinaza padovana) come già richiesto a Barbariol (direttore assessorato al verde PD) dall'ASU, ed a immigrati;
  • riorganizzare alcuni orti come orti collettivi coinvolgendo gli attuali utenti che ne fanno richiesta e che si organizzano in merito;
  • fare corsi di coltivazione biologica, biodinamica e permacultura per una graduale migrazione a queste pratiche e per rendere omogenea ed ecosostenibile tutta la zona del parco a ciò dedicata;
  • permettere e organizzare mercatini rionali di scambio del surplus prodotto dagli orti con gli abitanti o con i GAS della zona; i cittadini abitanti del quartiere possono trattare con i produttori anche con meccanismi tipo banca del tempo ( 1 ora = 10€ );
  • fornire bordure, acqua (non di acquedotto, ad esempio con impianti di raccolta dell'acqua meteorica), recinzioni, casetta degli attrezzi, sorveglianza;
  • collegare gli orti alle scuole elementari e medie per attività pratico-teoriche degli studenti (biologia, scienze naturali, salvaguardia dell'ambiente e sviluppo urbano)
  • collegare la scuola di agraria Duca degli Abruzzi all'esperienza degli orti urbani, delle fattorie didattiche, delle aziende biologiche del Parco, con metodologie Open Source.

Parchi urbani e zone verdi urbane di qualsiasi entità

Affidare il controllo, la pulizia, l'uso eil rispetto dei parchi cittadini a comitati volontari di utenti: in primis le madri/padri che portano i piccoli a giocare e socializzare; poi gli anziani; quindi i ragazzi che si radunano in gruppi generalmente chiusi alle altre cerchie generazionali. Non escludendo i portatori di cani a passeggio. Questa gestione comune degli spazi potrebbe far emergere le diverse esigenze di uso del parco ed iniziare un dialogo intergenerazionale: bambini, ragazzi, padri/madri/, anziani. Sempre negli stessi parchi si potrebbe aprire, se il comitato lo richiede, almeno un orto collettivo/didattico gestito direttamente dal comitato. Per quanto riguarda spazi verdi più piccoli potrebbe essere affidati in gestione a negozi o comitati di cittadini che vogliono valorizazre quella zona del loro quartiere. Ad esempio le due aiuole di piazzetta Forzatè sono già state richieste al Comune di Padova (CdQ1-Centro) dall'Assoziazione Menta&Rosmarino collegata al Negozio “Il Consumattore”. Organizzare pratiche di riciclo (biomassa o compost) degli scarti di siepi cittadine e degli orti urbani.

Censimento & Costruzione di rete

Dividere tutto il territorio interessato al parco in zone al cui interno censire zone agricole, agriturismi, fattorie, vivai, asociazioni per l'agricoltura biologica, biodinamica, sinergica, permacultura. Questo per quanto riguarda l'aspetto agrario. Per quanto riguarda l'aspetto paesaggistico vanno censite ville con parchi, zone paesagistiche particolarmente interessanti, beni monumentali, zone di validità storico-culturale-della memoria collettiva. Questo sarà un censimento attivo nel senso che si dovranno prendere contatti con i fruitori, proprietari,vicini, e allo stesso tempo proporre nuove soluzioni/usi per tali risorse. Le numerose ville antiche lasciate marcire potrebbero essere inserite ad esempio in progetti di condomini solidali o di eco-villaggi come ne stanno sorgendo anche nel veneto; coniugando la valenza ambientale di una tale “abitare” con la valenza storico-culturale.monumentale.

Tecnologia ecologica

  • Organizzare all'interno del Parco un “maker-space”, un laboratorio di costruzione/progettazione e di tecnologia ecologica sull'esempio di Sommerville (USA), di Bottega 21 (Padova), di Open Source Ecology Italia, che dia supporto agli agriturismi (macchine per l'agricoltura, bio-edilizia, energia), agli orti sociali, agli studenti/ricercatori in materie tecnologiche (vedi Università). Sarebbe sufficiente un capannone dismesso.
  • Attivare un centro tecnologico di consulenza e sperimentazione di "Smart Green Cities" che studi nuove soluzioni ecologiche integrate alle varie reti: di "comunicazione" (internet, radio, tv), di mobilità/trasporto (treno, gomma, barca), di acqua per l'agricoltura e la tenuta idrica del territorio (canali, fossi, idrovie).

Sementi

Impiantare semenzai che preservino l'originalità di sementi autoctone e rustiche ormai difficili da trovare. Questi semenzai potranno rifornire orti, agriturismi, aziende agricole. Vedi il progetto di DiversamenteBio. Incentivare l'uso della canapa i cui usi sono molteplici e molti anche in campo industriale. La coltivazione della canapa avrebbe il vantaggio di assorbire dal terreno materiali inquinanti. Fare boschetti di piante originarie dalla pianura padana come olmi, ontani, querce, là dove la conformazione del suolo non permetta altri usi. In generale sviluppare biodiversità seguendo le vocazioni storiche del territorio. Impiantare frutteti come già in corso nel Bosco di Rubano o come si trovano in alcuni argini di canale: mele, noci, melagrano, pere, kaki, susine. Prevedere il rifornimento idrico di acqua non inquinata. Contattare e collegarsi alle realtà di produzione agricola esistenti nel territorio.

Zona Agricola Urbana Basso Isonzo

Focalizzazione sul progetto della zona agricola urbana del Basso Isonzo. Dodici ettari circa vocati all'agricoltura. Business plan per il piano produttivo agricolo da proporre anche con il coordinamento dei GAS della provincia di Padova e il DES. Business Plan per la ristrutturazione dei fabbricati presenti. Uso e condivisione dei terreni da parte dei cittadini e del quartiere. Feste conviviali con la consulenza di Slow Food.

Istituto Agrario Duca degli Abruzzi

Valorizzazione della Fattoria dell'Istituto Agrario Duca degli Abruzzi, interno alla città di Padova.come momento produttivo e culturale insieme. Ricordiamo che da questo istituto è nata l'iniziativa che ha portato alla costituzione del più importante vivaio di rose antiche in Italia. Collegare la scuola di agraria Duca degli Abruzzi all'esperienza degli orti urbani, delle fattorie didattiche, delle aziende biologiche del Parco, con metodologie Open Source quali:

  • consulenza e formazione gratuita via Web e wiki dedicato
  • assistenza di studenti/docenti a pagamento (o scambio) presso gli orti sociali e collettivi
  • assistenza di studenti/docenti a pagamento (o scambio) per le coltivazioni urbane su vaso e la valorizzazione agraria/paesaggistica di tutti gli spazi urbani verdi, a cominciare dai parchi cittadini
  • tecniche di riciclo (biomassa o compost) degli scarti di siepi cittadine e degli orti urbani
  • sperimentazione prototipi di pratiche di agricoltura biologica presso la scuola
  • sperimentazione di prototipi e di pratiche di frutticoltura biologica con varietà antiche, robuste, per la differenziazione dei gusti e lo sviluppo della cultura del cibo
  • sperimetanzione tecniche innovative di agricoltura, come agricoltura urbana su vaso, idrocultura, acquaponica, serre automatizzate, gestione del microclima
  • diffusione tra studenti e docenti di metodi di comunicazione e di "branding", non solo dei singoli prodotti ottenuti ma dell'intero comparto biologico del Parco
  • diffusione tra studenti e docenti di una fusione culturale tra gli aspetti paesaggistici del territorio e la produzione agraria; questo significa fare corsi di formazione a studenti e docenti sulla gestione/sviluppo degli aspetti paesaggistici del terreno vocato all'agricoltura, in collaborazione con i corsi presenti alla facoltà di agraria di Padova
  • formazione alla cultura della biodiversità, dentro e fuori della scuola, in primis con la cultura della valorizzazione delle sementi e della loro diversificazione, infine con la gestione delle tematiche concernenti gli animali, dagli insetti, ai serpenti, agli anfibi, ai piccoli mammiferi; questo significa lotta integrata ai parassiti, corridoi ecologici, reitroduzione di specie scomparse come ricci, pipistrelli, rondini, rospi

Agricoltura e Zone industriali

L'esperienza del "Presidio Wigwam" in Zona industriale può essere un test significativo sulla capacità di interazione di una cultura orientata alla produzione biologica di cibo ed una cultura industriale tradizionale. La proposta è quella di utilizzare tutti gli spazi verdi residui interni alle zone industriali come orti sociali collettivi (privati, non comunali) per i lavoratori delle zone industriali. I proprietari vedono valorizzato il terreno come momento di relax (ortoterapia) e di produzione alimentare per i propri dipendenti. Questa potrebbe essere una integrazione sociale tra precari, immigrazione, nuova povertà, e lavoratori.

Corso IUAV

novembre 2012, Problematiche e spunti di lavoro
Esercitazione per il Parco Agro Paesaggistico Metropolitano di Padova

Definizione dei possibili confini del Parco e delle Unità di Paesaggio

Per il loro maggior interesse in relazione alle diverse motivazioni di ordine geografico e paesaggistico e di ordine istituzionale. In particolare ipotesi di:

  1. Variante integrativa del PATI intercomunale (18 Comuni dell’area metropolitana padovana, comprendenti circa 20.000 ettari di terreni agricoli);
  2. e/o inserimento del Parco tra i Progetti strategici del PTRC Veneto e quindi estensione dell’area interessata al Medio Brenta, al Graticolato romano, alla Riviera del Brenta, al territorio interessato dal progetto di Idrovia Padova-Mare.
  3. Potenziali relazioni con il Parco dei Colli Euganei (vedi in particolare studio della Provincia di Padova per la formazione di un “Arco verde” tra il Parco dei Colli ed il Graticolato romano)

Attività di ricerca finalizzate

  1. Ricostruzione delle caratteristiche storiche del paesaggio agrario e delle permanenze (segni e testimonianze).
  2. Individuazione dei valori di naturalità e biodiversità ancora presenti (cartografia del PATI) e valutazione delle potenzialità offerte dal territorio rurale per la connessione in rete delle aree ad elevato valore ecologico-ambientale.
  3. Descrizione della rete delle acque, delle fasce di tutela fluviale e del rischio idraulico.
  4. Descrizione del sistema agricolo (caratteristiche generali e indagini campione in aree di particolare significatività): con cartografie relative alle caratteristiche pedologiche dei suoli, ai coltivi attualmente prevalenti, alle proprietà, ai sistemi di conduzione, ai prodotti tipici locali, agli allevamenti, alla presenza di aziende che praticano l’agricoltura biologia, di aziende agri-turistiche, di fattorie didattiche, di strutture di accoglienza, orti sociali, vendita diretta dei prodotti, mercati di prossimità, Gruppi di Acquisto Solidale, ...
  5. Mappatura dei giardini e parchi pubblici di rilievo (cartografia PATI) e delle aree di proprietà pubblica (Comuni, Provincia, Regione, Demanio dello Stato) potenzialmente destinabili ad attività agricole.
  6. Mappatura delle aree aventi ancora valenza agricola ma destinate dai PRG/PAT ad essere urbanizzate (desumibile dalla cartografia dei PAT riferita alla SAU).
  7. Mappatura dei beni storici e architettonici presenti nel territorio e dell’edilizia rurale, con evidenziazione del rapporto storicamente esistente tra manufatti edilizi e intorno agricolo.
  8. Individuazione dei tracciati viari storici e ipotesi di reti di mobilità lenta per la fruizione pubblica del territorio rurale.
  9. Censimento delle proposte e dei progetti elaborati in anni recenti da istituzioni, associazioni ambientaliste e di categoria, comitati, Consorzi di Bonifica,... (Ambiente e Paesaggio a Padova, Selvazzano e Parco del Bacchiglione, ParcoPartecipato per il Graticolato romano, Comitati della Riviera del Brenta, proposte per il Parco del Medio Brenta,...).
  10. Previsioni e normative degli Strumenti di pianificazione territoriale e urbana (PTRC, PTCP, PATI, PAT) in relazione al sistema del verde, alle reti ecologiche ed alle aree rurali.

Rassegna di esperienze italiane ed europee

(Parchi agricoli e normative per le aree rurali, buone pratiche di agricoltura urbana e periurbana, affitto di aree pubbliche e nuova occupazione in agricoltura,...), evidenziandone le finalità, gli obiettivi, i nodi problematici affrontati, i risultati conseguiti, le soluzioni individuate, la manualistica prodotta.

Elaborazione di alcune indicazioni progettuali di massima

  1. Contenuti essenziali di un possibile “Documento programmatico” da far sottoscrivere ai soggetti coinvolgibili in un processo di progettazione partecipata
  2. Scenari di riferimento e potenziali centralità per il disegno del parco
  3. Azioni, obiettivi e priorità d’intervento per la formazione del Parco
  4. Come interagire con gli strumenti della pianificazione territoriale ed urbanistica
  5. Iniziative e progetti attivabili nell’immediato.

Elaborazione di materiali illustrativi

(power point, filmati, raccolta di testimonianze, sito web, mostra fotografica e di suggerimenti progettuali, ...) finalizzati ad un’azione di sensibilizzazione nei confronti del paesaggio metropolitano e dell’agricoltura ed a promuovere la partecipazione dei cittadini e degli operatori al progetto di parco.