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Indice
La sfida della longevità
L'introduzione di Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della Longevità, sottolinea l'urgenza di una politica sanitaria efficiente e poco costosa basata sull'esempio delle comunità dei centenari sardi. Le pratiche delle comunità virtuose dell'Ogliastra e delle altre "zone blu" scoperte in Sardegna prevengono le patologie che costano 100 mld di euro/anno alla sanità nazionale. Queste pratiche e questi straordinari risultati di una "longevità diffusa" sono attentamente studiati a livello internazionale, soprattutto da russi e americani. Roberto Pili è chiaro: vanno evitate le spese ex post di cure, servizi, medicinali, che alimentano una speculazione sulla disabilità e sulle malattie, a vantaggio di terapie preventive basate su uno stile di vita e su un contesto ambientale e sociale unici. Si tratta di valorizzare questo sistema complesso di condizioni biologiche, psicologiche, sociali e ambientali, realizzatosi in Sardegna, che determina una longevità intesa come invecchiamento sano, attivo, positivo, senza decadimento cognitivo.
Natura e Cultura
Un ruolo fondamentale spetta alla dieta sardo-mediterranea e quindi ad una agricoltura di alta qualità che esalti la biodiversità isolana. Buone pratiche come quelle illustrate da Ignazio Argiolas con il suo progetto della "Casa Campidanese" uniscono l'aspetto fisico-motorio con la memoria e il territorio. Questo ciclo virtuoso potrebbe sviluppare un nuovo tipo di turismo sostenibile di qualità, capace di superare la concorrenza basata sui prezzi di un turismo balneare tradizionale. Il risparmio sulle spese sanitarie, la capacità di utilizzare gli anziani come risorse "produttive" senza fratture biografiche nel loro ciclo di vita, le entrate di un turismo sostenibile di qualità potrebbero innescare meccanismi virtuosi quali uno sviluppo economico qualitativo che freni la fuga dei giovani e renda definitivamente obsoleto il vecchio modello basato su cattedrali nel deserto industriali ed un "turismo balneare" che impoverisce il territorio. Questo è l'unico modo per permettere il passaggio intergenerazionale tra anziani e giovani, senza il quale il territorio si spopola e muore. Gianni Pes, della università di Sassari, circa vent'anni fa ha scoperto la diffusione della longevità in Ogliastra (le famose "zone blu") ed ha studiato in profondità gli elementi genetici, nutrizionali, dello stile di vita basato su una costante attività fisica.
Rocio Fernandez-Ballestero
La lezione magistrale della professoressa Rocio Fernandez-Ballesteros[1], Autonomous University of Madrid, conferma la drammaticità della sfida che il problema degli anziani pone all'umanità. Nelle zone più ricche del pianeta (Europa) si è passati ad una aspettativa di vita di circa 80 anni, da una aspettativa di vita che dal Paleoliico fino ai tempi di Napoleone era di 40 anni circa. Si tratta di rendere questa aspettativa una aspettativa di vita sana e libera dal deterioramento cognitivo. Nel frattempo, il calo demografico comporta un rapido invecchiamento della popolazione, con la previsione di un enorme onere di cura da parte delle fasce giovani della popolazione. La prof. Fernadez-Ballestero è stata la prima a studiare nel 2002 l'invecchiamneto della popolazione europea secondo prospettive innovative che tengano conto della esperienza soggettiva degli anziani e del ruolo che la percezione del proprio invecchiamento ha sull'invecchiamento stesso [2] . Madrid, Ed. Pirámide. . La proposta di Fernandez-Ballestero si basa su 4 domini:
- salute comportamentale e forma fisica
- funzionamento cognitivo e fisico
- coinvolgimento e partecipazione sociali
- auto regolamentazione emozionale con sviluppo di affetti positivi e il controllo di quelli negativi
Secondo la studiosa spagnola il vertiginoso aumento della aspettativa di vita europea documenta il successo del nostro sistema sociale ma rappresenta anche una sfida insidiosa nella sua "novità".
Le conclusioni della Comunità Mondiale della Longevità
Infine Donatella Petretto dell'università di Cagliari identifica queste variabili nelle zone a longevità diffusa:
- la continuità di una progettualità da parte dell'anziano
- la presenza di una rete sociale che costituisce uno smart co-housing spontaneo ma molto più efficace
Questo costituisce un modello esistenziale che è dinamico ed evolutivo ("resiliente"). Per concludere, Roberto Pili propone che questo modello si realizzi in Sardegna e venga esportato nel mondo.
Note
</references>- ↑ Curriculum Vitae di Rocio Fernandez-Ballesteros
- ↑ Fernández-Ballesteros, R. (Dir.) (2002): Vivir con Vitalidad