Antonio e Cleopatra
Da Ortosociale.
Tra i temi della tragedia si può assumere vi siano la dualità, il contrasto, l'affinità elettiva, la coppia chiusa in un cerchio di forze che sono l'amore, il sesso, la passione sfrenata che brucia dentro di sè tutte le potenze del mondo: la gloria di un regno millenario come quello egiziano, il potere imperiale romano, la violenza degli eserciti, le astuzie del potere politico, le trame raffinate di Augusto che sacrifica l'amata sorella come moglie del suo unico rivale. In questa contrapposizione emerge la vita parallela di due trame che si intrecciano: il femminile rappresentato da Cleopatra e il maschile "portato" nel ruolo di Antonio. I momenti di lieta passione, di abbandono amoroso, sono rari. Predominano invece gli scontri violenti tra i due amanti, al limite dell'omicidio, con Antonio nella parte dell'imbelle manipolato da una astuta maga-cortigiana e vittima come Otello di continue ossessioni di tradimento. E saranno proprie queste sue ossessioni che lo perderanno, realizzando la profezia che si autoadempie del suo abbandono e del crollo del suo sogno di impero orientale. Le due figure di Antonio e Cleopatra sono simmetriche ma fortemente sbilanciate: entrambi sono potenti, ma Cleopatra è una regina mentre Antonio è solo un pretendente ad una parte del potere imperiale romano. Entrambi hanno la loro corte di amici intimi. Ma Antonio verrà tradito e abbandonato mentre le ancelle di Cleopatra muoiono spontaneamente prima e dopo di lei. Antonio tradisce Cleopatra per Roma sposandosi con Ottavia. Cleopatra sembra tradire Antonio per Roma ma mira a salvare il suo regno e i suoi figli con amore materno, là dove Antonio deve ancora tentare di costruirne uno con la forza, le armi, l'ipocrisia del potere. Cleopatra si traveste da Iside grande erede della Grande Dea primordiale, scandalizzando i bigotti romani. Cleopatra muore naturalmente, affettuosamente derisa dal contadino che le dona il serpente. Antonio fallisce il suicidio dopo avere tentato di convincere un suo soldato. Antonio muore, trafitto dalla sua stessa spada, tra le bracce consolatorie di Cleopatra che lo accoglie sul suo seno. Cleopatra muore incoronata seduta sul suo trono, come dormiente, intatta, sfidando nel silenzio del suo apparente sonno Cesare Augusto che avrebbe voluto legarla al suo carro di trionfo. Ne emerge una schiacciante superiorità del Femminile sul Maschile. Soprattutto a livello di intelligenza, di capacità di coordinamento sociale e politico, di intuizione delle mosse giuste, di previsione del futuro, di consistenza sulle proprie giuste ragioni e forti sentimenti, di coerenza e lieve grazia nell'attraversare ogni evento. Antonio commette vari errori fatali ed ogni volta ne dà la colpa a Cleopatra: la sconfitta di Azio e i presunti tradimenti di Cleopatra. L'idea di allontanarsi dal barbaro occidente e sviluppare una civiltà orientale alimentata dalla antica religione di Iside è una grande idea di Cleopatra che Antonio tradisce nell'illusione di venire a patti con il potere occidentale di Augusto. Idea che sarà secoli dopo realizzata da Costantino rivelandosi ben fondata . Questo è quanto emerge dalla tragedia di WS, al di là ovviamente della verità storica. Amore e morte ma anche rapporto di potere tra Maschile e Femminile nel loro antagonismo. E' evidente lo squilibrio tra una gloria maschile ottusa e aggressiva e una sottile, ragionata, potentissima forza femminile. Ma WS cosa pensava effettivamente? Pochi giorni prima avevo visto la Bisbetica Domata, ambientato tra l'altro proprio a Padova, dove Petruccio doma Caterina esattamente come si fa con un cavallo, negandogli cibo e rispetto, negandogli persino la ragione dell'evidenza. Caterina si piega lodando nel finale la sottomissione definitiva delle donne al maschio. L'ipotesi che faccio è che WS si sia limitato a "rappresentare" la realtà, calcando la mano su Petruccio duro non solo con Caterina ma soprattutto con i suoi servi, lasciando che chi volesse intendere intendesse.