Cinema03

Da Ortosociale.

La mia prof di latino e letteratura italiana, cui devo il mio più forte imprinting intellettuale, mi ha insegnato che un autore fallisce quando vuole rappresentare in forma artistica modelli generali di interpretazione della realtà e della vita. Malick ha ecceduto, in quanto filosofo di nascita. Ha addirittura preteso di spiegare la vita. Senza porsi nell'ordine questi problemi:

  • ha senso voler "spiegare" la vita?
  • se sì, è "possibile" spiegare" la vita?
  • se è possibile, lo può fare una mente singola, per quanto brillante come quella di Terence Malick, o è necessaria la collaborazione cooperativa di tutti, soprattutto della MIA mente?

Quindi, dietro autorizzazione della mia prof, boccio definitivamente Malick come apprendista filosofo e come apprendista storico delle religioni (lascio perdere la citazione di Giobbe e tutto il ciarpame biblico). E senza farsi troppi sensi di colpa sulla necessità di capire questo o quel passaggio simbolico del film, quali lo svolazzare di farfalle o il volo didascalico di gabbiani e altri uccelli bene auguranti, vediamo i risultati estetici ed emozionali del Malick artista e regista di questa piece cinematografica. Non ci sono problemi per la assenza di trama, per lo scorrere lento del tempo. Quello che manca assolutamente è una costante affettuosa organica epressione di un tessuto narrativo che lasci allo spettatore un sano alimento emozionale-cognitivo. Le scene sono distaccate tra di loro. Più che un di film si tratta di un collage di foto e di spezzoni video. Dal cosmo si passa alle "effusioni" chimiche dell'inventore di effetti speciali di "2001 Odissea nello spazio" recuperato dal naufragio della USS Enterprise. I flashback con Sean Penn nei grattacieli sono gratuiti e ripetitivi. Gli unici importanti elementi coesivi sono a mio parere la femminea presenza della Madre (la "grazia") e lo sguardo preoccupato del ragazzino, del primogenito, a lei contiguo. Sono molto belle le sequenze, a cicli che si sovrappongono, della vita famigliare della madre e dei figli-fratelli. La sovrapposizoione del padre "natura" è meccanica come tutte le dicotomie. Chi ha detto che esistono le dicotomie? Chi ha detto che c'è una dicotomia tra la madre-natura che ti dà la vita e la madre-natura che ti dà la morte? Vedi Accabadora di Michela Murgia. Ri-bocciatura di Malick come filosofo. Come regista-filosofo la scena finale della resurrezione dei corpi in un ambiente assolutamente ostile alla vita biologica è falsa. Se i corpi "risorgono" hanno bisogno di una ambiente adatto come il Mulino Bianco della Barilla, o no? Ragazzi non fatevi prendere da complessi di inferiorità, come ha fatto Giobbe. Potrebbe esservi fatale.

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