Economia05
Da Ortosociale.
Modernità sostenibile Università di Padova 3 maggio 2010
Prof.Enzo Rullani, professore, presidente del TeDIS, VIU, Venice International University presenta il suo libro: Modernità sostenibile, idee, filiere, servizi, per uscire dalla crisi.
Interventi nell'ordine:
Prof.Roberto Grandinetti unipd
presenta E.Rullani (nel seguito ER) Si chiede se sia sostenibile l'attuale capitalismo industriale dopo la fine della Lehman Brothers. Sottolinea la complessità della attuale crisi che contiene tre crisi:
- Prima crisi: deficit di governo delle interdipendenze (vedi tentativi di regolazione dei derivati e delle lobbies di Wall Street da parte di Barack Obama)
- Seconda crisi: deficit di competitività dovuta a pezzi del sistema che crollano, quale il made in Italy
- Terza crisi: deficit di riflessività (si riferisce forse a Stuart Kauffman: Esplorazioni Evolutive Einaudi) che comporta sia disgregazione ambientale-naturale che disgregazione sociale.
Ci sono due vie di risposta:
- Uno: forzare la sostenibilità del capitalismo
- Due: raffreddare il sistema come propone Serge Latouche con la Decrescita
[Nota di ortosociale: certamente meno auspicabile ma c'è sempre una terza via che è quella del collasso o implosione naturale del sistema che va valutata in termini di probabilità statistica] Si chiede se la soluzione proposta da ER di una iniezione massiccia di riflessività non sia troppo tardiva. Nel seguito interviene nel sottolineare che ER "non prende sufficientemente in considerazione i problemi dell'ambiente", cita il caso dell'esplosione recente di una piattaforma offshore della BP nel Golfo del Messico.
Prof.Enzo Rullani VIU
La crisi attuale è un picco della instabilità iniziatasi con la crisi del fordismo alla fine degli anni 60. Da allora abbiamo una crisi ogni 10 anni (cita le varie crisi):
- 1972-79 I e II crisi del petrolio
- 1980 concorrenza giap
- 1990 bolla new economy
- 2000 mutui sub-prime
La governance del fordismo come modo di produzione [Nota di ortosociale: e di riproduzione sociale] si sono basate sugli stati nazionali che regolavano la redistribuzione con due strumenti: il welfare e i sindacati. Questo modo di produzione è definitivamente saltato. La conoscenza è uscita dalle macchine nelle quali era racchiusa come elemento di moltiplicazione del valore. La conoscenza è diventata un common fuori dalla proprietà. Chiunque si può appropriare delle tecnologie produttive. oggi. La Cina lo dimostra. Il fattore moltiplicativo del valore immesso dalla conoscenza è del 400%. Oggi viviamo nella "economia della conoscenza". Gli economisti se ne accorgeranno prima o poi, magari tra 50 anni. Schernisce la decrescita dicendo che si tratta di "una cura terminale" [Nota di ortosociale: in effetti la decrescita è una uscita decisa dal capitalismo. Più che di una cura terminale, più che di una cura si tratta di "terminare" il capitalismo]. Le crisi sono dovute ad un "eccesso di potenza", un eccesso di capacità. di produzione di valore dovuto alla liberazione della conoscenza in una modernità globale e globalizzata. La conoscenza gira in Cina, India, etc. Ad es. idee, marchi, design girano nel mondo. L'aumento di produttività è del 400%. La conoscenza e il suo movimento causano delle proiezioni su cui vive la finanza, che possono fallire causando instabilità, perchè la finanza schizza subito in alto sulle previsioni e poi crolla se non sono verificate. Questo secondo ER è fisiologico. In realtà ci si stupisce perchè non si è ancora coscienti del fatto che viviamo in una economia della conoscenza che è come una energia nucleare, troppo potente, con un enorme potere moltiplicativo. Nessuno ne parla. Abbiamo creato un motore troppo potente e dobbiamo accettare l'idea di una crescita minore [Nota di ortosociale: questa è già una posizione più ragionevole che si avvicina alla radicale idea di decrescita di Serge Latouche]. Questo strapotere produttivo ha generato crisi negli anni 70 (concorrenza giapponese), 80(crisi delle azioni), 90 (new economy), 2000 (mutui subprime). Le alternative allo sviluppo sono solo due:
- Postmodernismo, arrangiarsi giorno per giorno, caso per caso (una specie di de-regulation?), abituarsi a vivere nel caos.
- Decrescita (non ne parla, non accenna minimamente alle "critiche" della descrescita al capitalismo o ai suoi temi sull'ambiente). [Nota di ortosociale: Questo sorvolare sugli aspetti critici è tipico del fariseismo neo-liberista]
L'alternativa di ER è questa: Non possiamo rincunciare a tutta questa potenza produttiva. Dobbiamo controllare gli automatismi (tra cui quel particolare automatismo che è il mercato). Gli automatismi spezzati sono quelli del mercato, del calcolo economico, dello stesso stato di diritto. L'instabilità degli automatismi genera processi dissipativi (dissipazione di energia che agisce distruttivamente) che impediscono allo sviluppo (al capitalismo?) di riprodurre le proprie premesse. Queste premesse sono soprattutto le comunità ed il territorio. ER ha citato in altri passaggi importanti la centralità delle "comunità". Va ridata centralità al pensiero, non agli automatismi. Gli automatismi spezzati hanno separato le tre sfere di economia, politica, società. Si tratta di RICREARE LE COMUNITA' che sono state distrutte dalla separazione delle tre sfere. Il futuro del made in Italy sarà una produzione di significati e di qualità della vita. Gli imprenditori cercano questa via.
Prof. Stefano Micelli VIU e Cà Foscari
Due punti da sviluppare: Ambiente e Innovazione, per rilanciare la competitività del Made in Italy. Al padiglione italiano alla fiera di Shangai sono stati presentati due oggetti simbolo: · una Ferrari verde (di colore verde, che significa eco-compatibile e che lancia un messaggio "green") · un giunto del Mose. Ci sono voluti 40 anni e 10 mld di euro per arrivare al Mose . [Nota di ortosociale: il Mose è la costruzione più inutile e contestata da 40 anni a Venezia. Non ripara dalle alte maree. Anche qui vale il fariseismo liberista di ignorare le critiche ed il pensiero critico] Parla di un grande confronto internazionale tra il ministero dell'ambiente italiano e 5000 studiosi cinesi [Nota di ortosociale: cultura di massa?] e dell'Asia centrale.
Prof. Giuseppe Zaccaria, rettore unipd
La crisi è stata come uno tsunami. C'è il rischio vengano distrutte le premesse della modernità. Dialettica tra capitalismo e riflessività [Nota di ortosociale: si riferisce alla terza crisi di ER. La mancanza di rflessività del sistema. Zaccaria più tardi esprime sfiducia nella “riflessività” degli imprenditori veneti, cioè del “capoitalsimo” nella sua accezione targata “individualismo metodologico”]. Zaccaria esprime dubbi sulla possibilità di risolvere la crisi di deficit di riflessività. Il ruolo della Università è quello di produrre “beni comuni”, il bene comune della scienza. Zaccaria segnala la completa estraneità e indifferenza della “produzione industriale” dalla Università, dalla produzione di scienza. Questo è il caso drammatico del Nord Est. Manca il dialogo tra produzione industriale e produzione scientifica. Nel territorio manca un rapporto tra · vita sociale · vita produttiva · vita scientifica Il grande problema è che mancano le sedi istituzionali in cui costruire il confronto produzione-conoscenza, un confronto imprese dl Nord Est e Università. Andrebbe costruita una Consulta del Territorio. E' necessario consentire ad esponenti dell'Università di entrare nel circuito decisionale economico: cosa che raramente accade! La tecnologia non basta! Il sapere tecnico non basta! E' necessario il sapere umanistico. A Rovigo un centro interdisciplinare. Ad esempio studiare le implicazioni etico-giuridiche delle nano-tecnologie.
Prof.Giovanni Costa unipd
Vorrei fare una provocazione: la crisi come normalità. Molto prima del 1960. Bisogna risalire al 1929. La crisi del 1929 è nata da molte bolle. L'uscita dalla crisi del 1929 avviene solo grazie al Moloch dello stato welfare. Dipendenza dello sviluppo capitalistico dalla finanza. L'uscita dal welfare si ha con la reaganomics. Ma le banche hanno sostituito lo stato-welfare aumentando e stimolando il consumo (vedi mutui subprime). Il capitalismo nonè in grado di assorbire la capacità di produzione. La crisi non si genera dalla finanza. Questione dei beni immateriali versus i beni materiali. MA I BENI IMMATERIALI ALLA FINE VIAGGIANO SU BENI MATERIALI! Parliamo di economia globale della conoscenza? Ma il capitalsimo ha sempre sviluppato al massimo la conoscenza! Vedi le ferrovie. Il meccanismo capitalistico ha sempre viaggiato sulla conoscenza. Oggi è aumentata la velocità di diffusione. Ma cosa è cambiato per parlare di nuova economia della conoscenza? Enzo Rullani parla di piccoli operatori che si auto-organizzano rimanendo legati alle comunità locali. Ma in che relazione possono stare con le multinazionali? Il fatturato annuo di Rana [Nota di ortosociale: agro-alimentare a Verona, produce tortellini, pasta fresca] equivale ad un solo aerobus di ATI. Come arrivare a 50 anni in avanti, al 2060? Enzo Rullani salva tutti gli automatismi: mercato, prezzi, etc. e assimila l'economia della conoscenza alla creazione distruttrice di Joseph Schumpeter.
Prof. Stefano Micelli Cà Foscari
Discontinuità della crisi del 2008: ha toccato l'Asia. Si passerà dal 20% di copertura elettrica del 2010 allo 85% nel 2020. L'Italia è leader nella esportazione di navi, yatch di lusso, elicotteri, sistemi di controllo aereo.
Prof. (una signora di sinistra) unipd
Sovracapacità produttiva. Nelle macchine si ha una ripetitività astratta della conoscenza. Mettendo in comunicazione due ambienti diversi si ha uno choc: Ovest industrializzato con alti salari ed Est (Cina) con bassi salari. Messi in comunicazione i due mondi causano un trauma. A Prato si ha una delocalizzazione inversa: I cinesi si stabiliscono a Prato. I cinesi sono venuti anche a Montebelluna. Gli uffici del lavoro non possono fare i controlli sui cinesi perchè i cinesi lavorano di notte. Violati i diritti del lavoro.
L'intervento di un bresciano
Le ricadute del made in Italy. A BS negli ultimi 5 anni produzione materiale. Società come Dainese, Hydrogene. Mini-eolico bio-medicale. Focus sulla innovazione: 12 imprenditori meccanici, specializzati in valvole si chiedono come passare dalla quantità alla qualità. Valvole per Fuel Cell a idrogeno. Passare alla Green Economy. Non pensano più a produrre tante valvole per acquedotti, oleodotti, etc. Vogliono produrre qualcosa di più nobile. Non un bene ma un servizio. Su 6 progetti 4 falliscono.
Prof. Roberto Grandinetti unipd
Sottovalutazione del problema ambientale. L'elemento nuovo della crisi è l'ambiente, non l'energia: la Terra degli economisti classici. Siamo vicini all'effetto soglia, all'esaurimento delle risorse.
CGIL Padova
Panorama: capannoni inutilizzati Bassi salari: in Italia i più bassi di Europa Aspetto fiscale: evasione.
Prof. Giuseppe Costa unipd
Evitiamo l'economia del panico: disastri ambientali (Luisiana), aviaria, etc.
Replica finale di Enzo Rullani
Nella pre-modernità c'era la cultura della complessità (della non prevedibilità). Ora con la replicabilità della conoscenza astratta si è innescata una rivoluzione che ha costruito un mondo artificiale. Un mondo fluido. E abbiamo scoperto che il mondo non è prevedibile. Prima ci basavamo sulla prevedibilità. Questa crisi ci ha fatto scoprire che non siamo in grado di prevedere. Il sentiero per esplorare se la conoscenza ci aiuterà: costruire il futuro. L'economista è come un mago che indica una via. L'importante è costruire una macchina che si muova. Proiezione sul futuro. I valori delle cose sono proietati sul futuro [Nota di ortosociale: è la finanza che schizza sulle proiezioni o crolla sulle stesse]. Consiglio: comportarsi come un surfer, viaggiare su un surf e agganciarsi alle grandi onde. Proiettarsi su dove va il mondo. Vendere conoscenza agli altri. Le grandi onde sono globaliozzazione e smaterializzazione. Moltiplicazione della conoscenza. Tre grandi trasformazioni:
- economia del 1800. Ha usato il mercato per distribuire conoscenza attraverso le macchine. Le macchine come vettori di conoscenza. Un processo dissipativo enorme (distruzione di rapporti sociali, ambiente, culture etc)
- fordismo. 1900. Fine del mercato. Ford sostituisce il mercato con la sua grande corporation basata sulla finanza perchè la conoscenza necessaria per fare automobili è troppo complessa. Ford ha distrutto l'economia del 1800. Dissipazione: le grandi imprese distruggono le piccole. Il fordismo ha inventato la grande azienda. Consumismo. Il fordismo inventava la grande produzione ma non il consumo. Hanno inventato il sindacato e il welfare come agenzie di sviluppo del consumo.
- 2000. Conoscenza riproducibile. Le reti sostituiscono la conoscenza proprietaria. La conoscenza distribuita sostituisce il mercato. La reaganomics è stata la disintegrazione del fordismo. Chi guida tutto sono i moltiplicatori della conoscenza (moltiplicatori di valore). Adesso chiunque può sapere come costruire e produrre perchè la conoscenza è in rete.
Made in Italy: parliamo del Made in Italy. Nella innovazione tecnologica l'Italia ha perduto, è uscita di scena. Ma potrebbe giocare un ruolo nell'innovazione nell'uso della tecnologia. Vantaggi: personalizzazione. Creare significati. Creare identità. NON SINGOLI BENI MA SOLUZIONI COMPLESSE. OFFRIRE SERVIZI CHE SIANO “AMBIENTI”. Idee motrici: qualità della vita, qualità del lavoro condivisa con il consumatore. L'importante non è il fine ma il viaggio per arrivarci. L'economista come il mago indica che al di là della collina c'è una miniera d'oro. L'importante è muoversi, viaggiare anche se la miniera d'oro non c'è. [Nota di ortosociale: No Comment!] Enzo Rullani cita, a proposito di energia, la fusione fredda [Nota di ortosociale: argomento tabù. Ha voluto epater le bourgeois?] Enzo Rullani cita come esempi di idee motrici [Nota di ortosociale: coincidono con le indicazioni sulle sue future attività di Montezemolo che ha appena lasciato la direzione della Fiat]: · l'industria della moda che crea uno stile di vita · lo slow food che crea un vero e proprio mondo fatto di produzione di alimenti, alberghi per il turismo, scuole di cultura slow food, coinvolgimento dell istituzioni locali comunali. Questa è la capacità di creare un intero sistema di relazioni interconnesse: produzione e uso anziché i singoli pezzettini alla cinese · ambiente (green economy) Enzo Rullani conclude enfatizzando l'importanza delle comunità e delle reti di persone, della composizione delle generazioni basata su senso, legami, valori. Accenno alla serendipity.