Fisica09
Da Ortosociale.
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Einstein aveva torto
Un esperimento, pubblicato il 30 Dicembre 2014, basato sull'entanglement quantistico pare confutare Einstein. Viene violato oltre al principio fisico di "località" anche il postulato della relatività speciale che impone un limite alla velocità alla quale può viaggiare un qualunque tipo d'informazione. Questo limite è la velocità "c" della luce. D'altra parte la relatività speciale è un tassello fondamentale della relatività generale. La questione centrale ("Einstein ha torto") è la possibilità di segnali (di informazione) superiori alla velocità della luce. Einstein stabilisce nella "relatività ristretta" o "relatività speciale" che il limite della velocità della luce è assoluto: "c" è un valore fisso non superabile. Ma benché nelle teorie fisiche, a tutto il XX secolo tale velocità non sia quindi considerata superabile, e questo coerentemente con le osservazioni sperimentali, esistono situazioni, nell'ambito della meccanica quantistica, dove si osservano effetti istantanei, quindi di velocità infinita, come l'entanglement quantistico, dove, benché non si trasmetta informazione a velocità infinita, a velocità infinita si teletrasporta quantisticamente uno stato quantico. Gli effetti sono stati osservati sperimentalmente. L'esperimento citato da ANSA, alla Griffith University in Australia e alla University of Tokyo in Giappone, è un approfondimento sulla questione dell'entanglemet quantistico che ne dimostra la "realtà", e quindi porta acqua al mulino della "istantaneità dei segnali di informazione". Prima dell'esperimento dice l'articolo "Il paradosso era stato parzialmente risolto anni più tardi, quando gli esperimenti hanno dimostrato che, anche se l'interazione tra due particelle quantistiche accade più veloce della luce (appare istantanea), non c'è modo di utilizzare questo fenomeno per inviare le informazioni, quindi non c'è alcuna possibilità di segnali più veloci della luce". L'esperimento australiano-giapponese, riuscendo ad utilizzare un singolo fotone alla volta, ha invece dimostrato che in pratica si tratta di un vero e proprio segnale "istantaneo". L'utilizzazione di questa tecnologia a fotone singolo potrebbe riguardare i computer e la trasmissione di "informazioni" a velocità di gran lunga superiori a quella della luce. I due ricercatori, Akira Furusawa e Wiseman parlano solo di applicazioni pratiche, non si spingono a dire quale siano le implicazioni teoriche, tra le quali v'è il principioo di località; di fatto hanno misurato una informazione cha viaggia ad una velocità di molto superiore a quella della luce, facendo cadere un teorema precedente che stabiliva appunto che "anche se l'interazione tra due particelle quantistiche accade più veloce della luce (appare istantanea), non c'è modo di utilizzare questo fenomeno per inviare le informazioni, quindi non c'è alcuna possibilità di segnali più veloci della luce".
Documentazione
L'articolo citato, "Spiacente Einstein..." è molto migliore di quello impreciso e confuso di ANSA, che comunque dimostra che la notizia è girata negli ambienti accademici. Dice anche dove si trova l'articolo originale: "The experiment is described in the March 24 issue of the journal Nature Communications". Segue quindi l'articolo originale di "Nature" e un cenno storico della questione "Paradosso EPR" da wikipedia, non ancora aggiornato con i dati dell'esperimento.
- Spiacente, Einstein, l'entanglement è reale
- ANSA Einstein aveva torto
- Articolo originale dell'esperimento di Wiseman, Furusawa et altri, su "Nature"
- L'effetto EPR da Wikipedia
I limiti del Modello Standard della Fisica
Se la Relatività di Einstein piange, Il Modello Standard della Fisica non ride. Da ANSA, l'enfasi è mia: "Quando la macchina funzionerà a regime e cominceranno le collisioni, queste forniranno un'enorme quantità di dati che, molto probabilmente, mostreranno i limiti della teoria di riferimento della fisica contemporanea, il Modello Standard. Questo significherà poter trovare una spiegazione a fenomeni che al momento restano misteriosi, come la materia oscura che occupa il 25% dell'universo e l'energia oscura che ne costituisce il 70%." Di fatto oggi non conosciamo nulla del 95% della materia dell'Universo (25% materia oscura e 70% energia oscura).
- ANSA 5 aprile 2015 Riparte lo HLC di Ginevra
- Strani segnali sono stati catturati dal cacciatore di materia oscura Ams (Alpha Magnetic Spectrometer)
Considerazioni Filosofiche
Come Einstein stesso ha sempre sostenuto, la relatività speciale (o "ristretta"), quella che postula un limite invalicabile per "c", è la premessa senza la quale non ha senso la relatività generale che concerne la gravitazione e la cosmologia. Se consideriamo che la relatività generale è un tentativo di "geometrizzare" lo spazio e l'universo, con questo esperimento a fotone singolo comincia a scricchiolare il grandioso edificio matematico costruito da Einstein sulla matematica. Ma quale intreccio di ricerche, di metodologie, di costruzioni intellettuali, filosofiche, teologiche, di "patterns", sta dietro la grandiosa costruzione e visione del mondo matematica di Einstein? A mio parere ci sta tutto quel "ramo" della filosofia occidentale che parte con Pitagora (il numero è il principio della realtà), viene elaborato da Platone (forme pure o solidi perfetti), reso operativo da Aristotile come "Logica". Da lì partono Agostino di Ippona e il Cristianesimo attuale (dalla cultura ellenistica soprattutto platonica), l'Islam con la sue scuole giuridiche e tecnologiche, Tommaso d'Aquino che apre le porte alla "scienza" ellenistica. Questo intreccio di fede nei numeri e sperimentazione teologica trova in Eistein il suo punto più alto: "dio non gioca a dadi" ma anche "orrore per il non-tempo e il non-spazio" dell'azione istantanea a distanza dell'entanglement quantistico. Mentre nel "dio non gioca a dadi" sottomette dio alle leggi matematiche (come Galileo), nell'orrore della "istantaneità" rifiuta esperienze che non siano "razionali". Infatti, l'altro "ramo" o filone della filosofia occidentale è quello magico dionisiaco, eleusino, panico. A cui si aggiunge la ricerca razionale della scuola di Mileto, della speculazione epicurea, cinica, atomistica. Se vogliamo Democrito e Lucrezio introducono una prima "Teoria dei Sistemi" rivoluzionaria in cui sono le parti indivisibili che costruiscono il Tutto, ribaltando le concezioni "Dal Tutto le Parti", dalla sostanza gli attributi e gli accidenti, dall'Essere gli Enti, etc. Con lo studio dei fondamenti della matematica (Frege, Russell, Whitehead, Carnap, Godel) non si danno più per scontati i principi filosofici sottostanti e comincia un lento processo di "relativizzazione" delle "verità assolute". Con il primo Ludwig Wittgenstein, discepolo di Russell, si passa ad una nuova filosofia che ha il "linguaggio" al suo centro. Con il secondo Wittgenstein si passa ai "giochi linguistici", dove è uno specifico contesto a costruire le leggi del linguaggio e quindi la specifica "filosofia" di quel contesto. "Certo anche il calcolo delle probabilità è matematica, come la Teoria dei Giochi, o la Teoria dei Sistemi, ma ci si avvicina all'idea di "modelli" che non sono la "realtà", ma solo modi per interpretare e interagire. In altre parole non sostituiscono la nostra esperienza umana diretta, o relativamente diretta come nel caso dell'esperimento con il fotone singolo.
Considerazioni Politiche
La filosofia platonica è una filosofia gerarchica. Le Parti vivono solo in funzione del Principio Supremo a cui sono sottomesse dalla necessità ontologica di esistere. Il vicario in terra di questo Principio è il "filosofo", ovviamente un certo tipo di filosofo. Gli uomini, come nelle caste indiane, sono ordinati ontologicamente come fatti di oro, di argento, o di ferro. Tutti gli altri sono polvere, come gli schiavi e le donne. Ben diverso l'approccio epicureo o atomistico. Le elites politiche, economiche, culturali, religiose che hanno incarnato questa filosofia nel corso dei secoli sono divise tra loro da questioni di distribuzione delle risorse di cui si appropriano, ma sono sostanzialmente unite dal punto di vista filosofico. Vedi (relativamente al Nazismo):