Sociologia22
Da Ortosociale.
Questa in pillole l'opinione di un affermato ricercatore italiano:
Comunque, al di là degli interessi economici (che possono essere fortissimi ma non onnipotenti), l'atteggiamento della "Scienza" ufficiale verso tutto quello che non ha una origine consacrata dai sommi sacerdoti (della conoscenza) è molto simile all'atteggiamento tenuto dalla Santa Romana Chiesa verso le "eresie". A volte poi le cose si mischiano in maniera buffa ed è una sana ignoranza che porta alle innovazioni. Fermi irrideva i tentativi di Marconi di effettuare trasmissioni transatlantiche perché riteneva che Marconi non conoscesse la propagazione rettilinea delle onde elettromagnetiche (e forse era proprio così) ma entrambi ignoravano le fasce di Van Allen e la riflessione ionosferica, fenomeno scoperto solo molto dopo. In quanto poi alle "eresie", quale scusa migliore per liberarsi di chi poteva (attraverso una condotta eticamente molto superiore) fare ombra al potere istituito (vedi la fine dei poveri Catari che si sono "meritata" persino una crociata).
Quando poi c'è qualche fenomeno che non riesco a spiegare (con le conoscenze attuali) la soluzione migliore è negarne risolutamente l'esistenza (vedi il "Prof." Antonino Zichichi e la sua monomania per il povero grande Galilei. Vagli a spiegare che, con tutto il rispetto per Galilei, ci mancherebbe, la scienza non nasce con lui, che gli astronomi babilonesi hanno inventato quell'algoritmo matematico che si chiama Trasformata Rapida di Fourier (FFT), e tutte le conoscenze del periodo ellenistico. Semplicemente lo nega (e dimostra di non avere tali conoscenze). Ho avuto con lui uno scambio vivace (ma rispettoso) di opinioni nell'ambito di una commissione. Sai il risultato? Non sono più stato invitato a partecipare a quella commissione. E che diamine, ci mancherebbe, esprimere opinione diversa da un membro della Pontificia Accademia delle Scienze! Davvero una mancanza che in altri tempi sarebbe stata trattata in modo opportuno (pensa al povero Giordano Bruno e a quanto fosse avanzato il suo pensiero)).
Questa l'opinione di ortosociale:
Bisogna diffondere a livello popolare questi "semi" di conoscenza basilari (le considerazioni qui sopra). Per innescare un vero processo democratico.
Come tutti i semi, inizialmente sono piccoli, poi se l'ambiente è favorevole si sviluppano e riproducono. Nel breve abstract che sta su ci sono alcuni semi importanti da sviluppare in futuro:
- la conoscenza procede "ignorando" verità prima acquisite o considerando cose ovvie mai considerate prima. Questo significa che corriamo sempre il rischio di ingabbiarci dentro le nostre idee-simboli-frame concettuali-mappe cognitive. Questo è il punto di partenza IMHO.
- la conoscenza (e le culture) procedono per stratificazione (come il DNA). Babilonesi (FFT).
- la conoscenza funzionale a forme specifiche di Potere cristallizza, deforma, e arresta la conoscenza tout court e lo sviluppo della società umana. Il potere (così come si è manifestato nelle prime città-stato 3000 BCE) è una stratificazione sociale rigida che blocca lo sviluppo umano e compromette la sopravvivenza della specie. I risultati si sono cominciati a vedere con l'apparizione degli imperi (Sargon di Akkad).
- la conoscenza (e la cultura antropologicamente intesa) è un processo eminentemente cooperativo (le interazioni sociali vanno dal vecchietto scemo che ti censura all'amico ricercatore che ti appoggia, alla compagna che ti alimenta affettivamente etc). Sociologia della Conoscenza.
- bioetica-etica della scienza (Catari)
- frame filosofico corretto (Giordano Bruno)
Certo tutto questi item sono strettamente intrecciati. Di fatto senza una poderosa ricerca-conoscenza eticamente-socialmente-filosoficamente impostata, mi sa (senza voler essere volgare) che come specie non ci salviamo il culo.