Sociologia72
Da Ortosociale.
Commento 430, 1 agosto 2016, di Immanuel Wallerstein
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Erdoğan e la Turchia: ascesa e caduta?
La Turchia è attualmente governata dal Partito della Giustizia e Sviluppo (AKP nelle sue iniziali turche). L'AKP è stata co-fondata nel 2001 da Recep Tayyip Erdoğan. E' diventato primo ministro nel 2003 ed ha servito in tale ruolo fino al 2014, quando è diventato il 12° presidente della Turchia.
Le storie della Turchia, di Erdogan e dell'Akp sono state strettamente collegate nel corso degli ultimi quindici anni. Tutti e tre, in ogni modo possibile, hanno notevolmente rafforzato la loro posizione durante i primi dieci di questi ultimi quindici anni. Poi tutti e tre hanno iniziato ad incappare in difficoltà crescenti, culminate in un tentativo di colpo di stato che ha avuto inizio la sera del 15 luglio 2016. Anche se il colpo è stato schiacciato nel giro di due giorni, non è chiaro se la Turchia, l'AKP, ed Erdoğan siano stati in grado di arginare le crescenti difficoltà.
Per capire quello che prima è asceso e poi è caduto, dobbiamo osservare in via preliminare la situazione della Turchia nel 2001. La Turchia era diventata una repubblica nel 1923 con Mustafa Kemal (Atatürk), il suo primo presidente. Egli è stato il leader di un gruppo militare che ha cercato di sostituire l'Impero Ottomano da lungo tempo in declino con una repubblica moderna.
Il regime di Atatürk abolì il ruolo del governo militare del Sultano ed il ruolo religioso del Califfo. Negli anni successivi, le lettere arabe dell'alfabeto sono state sostituite con quelle latine ed è stato proibito l'uso del fez, considerato un simbolo del vecchio regime. Sono stati concessi i diritti politici alle donne e proclamata la loro uguaglianza con gli uomini. Hanno chiuso le istituzioni religiose. In breve, essi hanno secolarizzato il paese.
Fino al 1946, la Turchia è stata governata da un unico partito, il Partito Repubblicano del Popolo (CHP nelle sue iniziali turche). Atatürk, fondatore del CHP, è morto nel 1938. Nel 1946, il suo successore come presidente e leader del CHP, İsmet İnönü, ha consentito elezioni pluripartitiche. Dopo di che, il governo della Turchia si alterna tra il CHP (considerato di centro-sinistra o socialdemocratico) e la destra nazionalista del Partito d'Azione (MHP). Ci sono stati nel corso di questo tempo ripetuti tentativi di stabilire un partito musulmano o islamista. Ogni volta che un tale partito sembrava crescesse fortemente, le forze armate lanciavano (o minacciavano di lanciare) un colpo di stato, a difesa della laicità contro i partiti islamici.
E 'stato quindi un grande shock per le forze armate, per il CHP e il MHP, quando l'islamico AKP di recente formazione di Erdogan ha vinto, irrompendo come una frana, le elezioni del 2002. Il governo dell'AKP non si sentiva però molto forte. Temeva un colpo di stato. L'unico sostegno concreto in questo momento è venuto da un altro gruppo islamico, guidato da Fethullah Gülen, un teologo attualmente residente negli Stati Uniti. Questo gruppo non ha un nome, ma è spesso chiamato Cemaat ("Comunità").
Nel 2002, l'economia turca era in uno stato molto precario, con un basso PIL, un basso PIL pro capite, e un alto tasso di inflazione. Le relazioni della Turchia con i paesi arabi erano condizionate da potenti sentimenti anti-turchi causati dalla precedente soggezione del mondo arabo sotto l'Impero Ottomano. Anche se la Turchia è un membro della NATO, i suoi tentativi di entrare nell'Unione Europea (UE) hanno incontrato grande resistenza a causa dei timori da parte UE di una migrazione musulmana verso i paesi UE. E, non da ultimo, la Turchia era su un basso profilo nella lista delle priorità di politica estera degli Stati Uniti.
Quando l'AKP assunse il potere, Erdogan non poteva essere chiamato a ricoprire un qualsiasi ufficio a causa di una precedente condanna che lo escludeva dalla vita politica. Abdullah Gül diventato primo ministro ne revocò l'esclusione, permettendo a Erdogan di diventare primo ministro nel 2003.
L'AKP sotto la guida di Erdogan ha trasformato con notevole successo la situazione della Turchia nel suo primo decennio di potere. Con nomine ben calcolate all'interno delle forze armate politicamente indebolite, sembrava aver rimosso la minaccia di un colpo di stato. L'AKP ha continuato a vincere le elezioni di nuovo nel 2007 e nel 2012. L'economia della Turchia conosce una situzione di boom che gli permette di liquidare i prestiti ottenuti dal FMI (Fondo Monetario Internazionale). Le nuove risorse vengono usate per migliorare le condizioni economiche e sociali all'interno del paese, in particolare nei servizi educativi e sanitari. Ha cercato inoltre nuovi modi per superare le divisioni etniche e nazionali di lunga data con i curdi e gli armeni. Rientra nella politica del Medio Oriente come un amico di tutti, pur essendo un amico di Israele. Riapre i negoziati con l'UE per un futuro ingresso. Ed alleggerisce i vincoli sulla pratica islamica evitando di allarmare i gruppi laici. La Turchia divenne così il "modello" di un movimento islamista al potere.
Improvvisamente tutto questo sembrò cadere a pezzi. L'economia cominciò a scendere. Come tutte le altre economie cosiddette emergenti, la Turchia vendeva di meno sul mercato mondiale ed a prezzi ridotti. Il benessere economico dei cittadini turchi declinava. Il magnifico gesto di Erdogan ad avviare negoziati con i militanti curdi, tra cui la possibile liberazione del loro leader Abdullah Öcalan, veniva annullato. Erdogan tornava alla vecchia politica di repressione. I gesti simbolici agli armeni revocati. L'UE sembrava chiudere la discussione su un possibile ingresso della Turchia.
La Turchia ha cessato di essere amica di tutti nel mondo arabo. Invece, è entrato in una lotta senza limiti contro il regime di Bashar al-Assad in Siria. Ha sfidato il divieto di Israele sulla consegna diretta degli aiuti alla striscia di Gaza. La risposta di Israele ha portato a molti morti turchi costringendo la Turchia a tagliare i legami diplomatici con Israele. Erdogan era furioso con gli Stati Uniti per il loro sostegno al colpo di stato militare contro Mohamed Morsi, il cui regime era agli occhi turchi il loro equivalente. La Turchia esitò nella lotta contro ISIS, considerando più urgente l'azione contro al-Assad e il movimento curdo.
Nello stesso momento finiva l'alleanza con il movimento di Gülen. In superficie, sembrava esserci poca differenza tra gli obiettivi della AKP e Gülen. In realtà le differenze erano profonde. Gülen sosteneva una politica di infiltrazione in tutte le istituzioni turche. Era pronto a simulare il conservatorismo sociale islamista senza chiederne l'attuazione pratica. I suoi membri vestivano in stile occidentale. Il suo obiettivo a lungo termine, tuttavia, era quello di essere proclamato l'imam nascosto, il Mahdi o Messia. L'obiettivo a lungo termine di Erdogan era quello di essere proclamato l'incarnazione del nazionalismo turco, in sostanza, una politica più laicista.
Quando Erdogan dice che Gülen da tempo tramava il colpo di stato, i suoi argomenti sembrano plausibili. E' per questo motivo che tutti i partiti di opposizione - CHP, NMH, e HDP (partito di sinistra con una forte base nelle aree curde) - sono andati in piazza per opporsi al colpo di stato. Quando, però, più commentatori di CHP e HDP in Turchia e altrove dicono che Erdogan sembrava pronto a usare la scusa del colpo di stato per eliminare il paese da ogni avversario possibile e immaginabile, questi argomenti sembrano plausibili. In particolare, la sua proposta di cambiare la costituzione per creare una "presidenza esecutiva" è considerata la strada verso una dittatura.
Nonostante il numero incredibilmente vasto di persone arrestate, sono davvero forti oggi Erdogan e l'AKP? Tengono due armi potenti nel trattare con gli Stati Uniti e l'Unione europea. Gli Stati Uniti hanno bisogno della cooperazione della Turchia se vogliono lottare efficacemente contro ISIS. E l'Europa ha bisogno della cooperazione della Turchia per arginare il flusso di migranti siriani (e di altri paesi) verso l'Europa. Ma questi punti di forza possono essere una illusione. Sembra improbabile che la Turchia possa fermare una traboccante opposizione interna, che potrebbe portare ad un collasso totale del regime. Se ciò accadesse, nessuno può indovinare ciò che potrebbe prendere il suo posto.
la Turchia, l'AKP, ed Erdoğan tutto è nato in modo spettacolare perseguendo una politica oculata in un contesto mondiale favorevole, di cui hanno approfittato. la Turchia è caduta a causa di un mutato contesto mondiale. Ed Erdogan potrebbe aver esagerato nel calcare la mano nella sua risposta ad un contesto mondiale non più favorevole.
Immanuel Wallerstein
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Nota di ortosociale
Mancano nell'analisi di IW alcuni elementi importanti. Il motivo per cui Erdogan sia stato condannato in Turchia e non potesse avere cariche politiche, fino a quando un primo ministro dello AKP ha annullato la sentenza che lo escludeva. Il fatto che Erdogan ha sempre dichiarato la sua intenzione di tornare al Califfato ed al "sistema" fondato da Maometto II. IW usa il verbo "waffle" che vuol dire "essere titubanti" per definire la politica di Erdogan "contro" ISIS quando le autorità giordane avevano denunciato Erdogan per il suo "appoggio" a ISIS. Non si spiega l'improvviso boom economico della Turchia, utilizzato per potenziare servizi sanitari ed istruzione chiaramente a scopo elettorale. Nè è sufficiente spiegare l'improvviso crollo della economia turca con la recessione che ha colpito tutte le economie emergenti, conseguenti ad una caduta generalizzata dei prezzi sui mercati internazionali. Soprattutto si tace la sincronia tra Arabia Saudita, Qatar, Turchia nell'appoggio alla predicazione radicale islamica ed alla guerra contro la Siria. Da un punto di vista storico sociologico sarebbe utile approfondire la relazione tra Erdogan e Gulen, che riproduce il rapporto tra Potere Religioso e Potere Temporale, tra un Imam visionario che si propone come nuovo Messia, ed un terribile uomo di Palazzo che reprime senza pietà mirando ad estendere lo stato nazionale turco a potenza regionale egemone. Realistica, dopo tanti tentativi falliti e dopo aver colpito tutti i possibili alleati vecchi e nuovi, la previsione della caduta verticale dell'astuto tiranno.
English original version
Commentary No. 430, August 1, 2016
"Turkey and Erdoğan: Rise and Fall?"
Turkey is presently governed by the Justice and Development Party (AKP in its Turkish initials). The AKP was co-founded in 2001 by Recep Tayyip Erdoğan. He became Prime Minister in 2003 and served until 2014, when he became Turkey's 12th president.
The stories of Turkey, Erdoğan, and the AKP were closely linked during the past fifteen years. They all remarkably strengthened their position in every possible way for the first ten of these past fifteen years. Then they all ran into increasing difficulty, culminating in an attempted coup d'état that began on the evening of July 15, 2016. Although the coup was crushed within two days, it is not clear that Turkey, the AKP, and Erdoğan have been able to stem their growing difficulties.
To understand what has risen and fallen we need to look first at Turkey's situation in 2001. Turkey had become a republic in 1923 with Mustafa Kemal (Atatürk) as its first president. He was the leader of a military group that sought to replace the long-declining Ottoman Empire with a modern republic.
The Atatürk regime abolished the governing military role of the Sultan and the religious role of the Caliph. In the following years, they changed the alphabet from Arabic to Latin letters and forbade the wearing of the fez, which they considered a symbol of the old regime. They granted political rights to women and proclaimed their equality with men. They closed religious institutions. In short, they secularized the country.
Until 1946, Turkey was governed by a single party, the Republican People's Party (CHP in its Turkish initials). Atatürk, founder of the CHP, died in 1938. In 1946, his successor as president and leader of the CHP, İsmet İnönü, allowed multi-party elections. After that, Turkey's government alternated between the CHP (considered center-left or social-democrat) and the rightwing Nationalist Action Party (MHP). There were during this time repeated attempts to establish a Muslim or Islamist party. Whenever such a party seemed to grow strong, the armed forces launched (or threatened to launch) a coup, seeking to defend secularism against Islamist parties.
It was therefore a great shock to the armed forces, the CHP, and the MHP when the newly-formed Islamist AKP of Erdoğan won by a landslide in the 2002 elections. The AKP government did not however feel very strong. They feared a coup. The only practical support at this time came from another Islamic group, led by Fethullah Gülen, a theologian currently residing in the United States. This group has no name but is often called Cemaat ("Community").
In 2002, The Turkish economy was in very parlous shape, with a low GDP and GDP per capita and a high rate of inflation. Turkey's relations with the Arab countries was overladen by powerful anti-Turkish sentiments derived from the Arab world's previous subjection to the Ottoman Empire. Although Turkey was a member of NATO, its attempts to join the European Union (EU) met with great resistance because of EU fears about Muslim migrants to EU countries. And, not least, Turkey was low on the foreign policy priority list of the United States.
When the AKP assumed power, Erdoğan could not be named to any office because of a previous conviction that included an exclusion from political life. Abdullah Gül became Prime Minister and revoked the exclusion, permitting Erdoğan to become the prime minister in 2003.
The AKP under Erdoğan's leadership was remarkably successful in transforming Turkey's situation in its first decade in power. By judicious appointments to a politically-weakened armed forces, the threat of a coup seemed to have been removed. The AKP went on to win the elections again in 2007 and 2012. It turned Turkey's economy into one that boomed, and was able to liquidate its IMF loans. It used the new resources to improve economic and social conditions inside the country, notably in education and health services. It sought new ways to overcome long-standing ethnonational divisions with the Kurds and the Armenians. It reentered Middle East politics as a friend to everyone while still being a friend to Israel. It reopened negotiations with the EU for future entry. And it alleviated constraints on Islamic practice without alarming secularist groups. Turkey thus became the "model" Islamist movement in power.
Suddenly this all seemed to fall apart. The economy began to go downhill. Like all the other so-called emerging economies, Turkey was able to sell less on the world market and for reduced prices. The economic well-being of Turkish citizens declined. The magnificent gesture of Erdoğan to open negotiations with the Kurdish militants, including the possible liberation of their leader Abdullah Öcalan, was terminated. Erdoğan returned to the old policy of repression. The symbolic gestures to the Armenians were revoked. The EU seemed to close off discussions about a possible entry for Turkey.
Turkey ceased being everyone's friend in the Arab world. Instead, it entered into an unlimited struggle with Bashar al-Assad's regime in Syria. It defied Israel's ban on direct delivery of aid to the Gaza strip. Israel's response led to multiple Turkish deaths and Turkey severed diplomatic ties. It was furious at the United States for its endorsement of the military coup against Mohamed Morsi, whose regime was in Turkish eyes its equivalent. Turkey waffled on fighting ISIS, considering action again al-Assad and the Kurdish movement more urgent.
At the same time, the alliance with Gülen's movement ended. On the surface, there seemed to be little difference between the objectives of AKP and Gülen. Actually they were profound. Gülen advocated a policy of infiltrating all Turkish institutions. He was ready to pretend not to require Islamist social conservatism. His members dressed in Western style. His long-run objective, however, was to be proclaimed the hidden imam, the Mahdi or messiah. Erdoğan's long-run objective was to be proclaimed the incarnation of Turkish nationalism, essentially a more secularist policy.
When Erdoğan says that Gülen had long plotted the coup, his arguments seem plausible. It is for this reason that all the opposition parties - CHP, NMH, and HDP (left party with a strong base in Kurdish areas) - went into the streets to oppose the coup. When, however, the CHP and HDP plus commentators in Turkey and elsewhere say that Erdoğan seemed prepared to use the excuse of the coup to purge the country of every conceivable possible opponent, these arguments also seem plausible. In particular, his proposal to change the constitution to create an "executive presidency" is considered as leading to a dictatorship.
Despite the incredibly vast numbers of persons being arrested, are Erdoğan and the AKP really strong today? They hold two powerful weapons in dealing with the United States and the EU. The United States needs Turkey's cooperation if it is to fight effectively against ISIS. And Europe needs Turkey's cooperation if it is to stem the flow of Syrian (and other) migrants to Europe. But these strengths may be illusory. It seems unlikely that Turkey can stem a bubbling up of internal opposition, which might lead to a total collapse of the regime. If that happens, it is anyone's guess what might take its place.
Turkey, the AKP, and Erdoğan all rose spectacularly by pursuing a shrewd policy in a favorable world context of which they took advantage. Turkey has fallen as a result of a changed world context. And Erdoğan may have overplayed his hand in his response to a no longer favorable world context.
by Immanuel Wallerstein
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