Sociologia88
Da Ortosociale.
Commento n. 463, 15 dicembre 2017
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"Trump perde in Alabama: quanto è importante?"
Dunque, il mondo intero sa che in uno degli stati più conservatori degli Stati Uniti, un democratico, Doug Jones, ha sconfitto il giudice Roy Moore, candidato repubblicano, in un'elezione speciale per un seggio vacante.
Nelle analisi che quasi tutti vanno facendo dei risultati elettorali, questi vengono definiti "stupefacenti", "una sorpresa" e "un miracolo", tra una lunga lista di simili giudizi sintetici.
In quasi tutte queste analisi, il grande perdente si dice che sia Donald Trump. L'unico dissenso a queste opinioni proviene da alcuni ultra-fedelissimi di Trump, ma le loro parole sono generalmente considerate un tentativo non molto convincente per limitare i danni. Certamente, tutti negli Stati Uniti e nel resto del mondo vogliono sapere quanto la inaspettata vittoria democratica cambi nelle prospettive delle prossime elezioni statunitensi del 2018 e 2020, nonché nella forza geopolitica degli Stati Uniti. In breve, quanto è stata importante questa sorpresa definita sbalorditiva?
Esaminiamo ciò che i principali attori americani avevano tentato di fare prima delle elezioni in Alabama e le conseguenze che avevano previsto nel caso Roy Moore fosse o non fosse stato eletto. Non è un segreto che l'establishment repubblicano, incarnato da Mitch McConnell, il leader repubblicano di maggioranza nel senato degli Stati Uniti, abbia cercato in tutti i modi di sconfiggere Moore nelle primarie e, una volta che Moore ebbe vinto le primarie, abbia cercato in tutti i modi di allontanare il partito repubblicano dall'associazione con la campagna di Moore.
Il motivo del comportamento di McConnell era chiaro. Per prima cosa, la campagna di Moore è stata pensata come una spinta importante dello sforzo per spodestare McConnell come leader della maggioranza. La speranza dei sostenitori di Moore era di spingere il partito repubblicano molto a destra ed eliminare i cosiddetti repubblicani moderati dal potere politico.
In questa elezione in Alabama, il presidente Donald Trump si è intromesso due volte. In primo luogo, nelle elezioni primarie ha sostenuto (anche se un pò debolmente) Luther Strange contro Roy Moore. In secondo luogo, quando Moore ha vinto le primarie, ha invitato gli elettori (e questo con forza) a votare per lui contro il democratico. Si è intromesso due volte e ogni volta il suo candidato ha perso - un risultato non esattamente brillante.
Dal punto di vista di McConnell e dei suoi alleati, il risultato è stato il peggiore che potessero immaginare. I repubblicani sono ora sfavoriti nelle elezioni del Congresso del 2018 e hanno buone possibilità di perdere il controllo di entrambe le Camere del Congresso. Peggio ancora, la divisione partigiana negli Stati Uniti si è approfondita e i repubblicani difficilmente recupereranno le loro forze nelle zone suburbane su cui avevano precedentemente contato per vincere le elezioni.
Questo sembra che si spieghi con la reazione delle donne istruite di fronte all'oscillazione a destra del Partito Repubblicano ed ai tweet misogini e retorici di Donald Trump. Non è solo il caso dell'Alabama. Questa storia è andata avanti per un po' di tempo. Negli ultimi anni, i repubblicani hanno perso voti nelle zone suburbane in tutte le singole elezioni che si sono svolte nel paese.
Quindi, mentre il Partito Repubblicano combatterà in modo difensivo contro una rimonta Democratica, i Democratici lotteranno per mantenere la loro unità tra i loro leader tradizionalmente centristi e il loro campo aggressivamente di sinistra potenziatosi di recente.
Ciò che ha fatto la differenza in Alabama è stato il fatto che i democratici hanno ottenuto il voto - di afroamericani, giovani, Latini ed elettrici donne indipendenti, mentre troppi elettori normalmente repubblicani sono rimasti a casa - a causa di Moore e di Trump. Questo è uno scenario che i democratici devono ripetere in tutte le prossime elezioni. C'è un consenso generale sulla loro possibilità di farlo, con un grosso dubbio. Possono farlo con un margine sufficientemente ampio da superare il rischio di una modifica delle circoscrizioni elettorali a loro svantaggio?
Può darsi che ciò che potrebbe decidere le prossime elezioni statunitensi sia il posizionamento geopolitico degli Stati Uniti - principalmente nell'Asia nord-orientale e poi nell'Asia sud-occidentale in gran parte islamica. Qui Donald Trump è l'attore chiave. Si immagina abbastanza potente da alterare la situazione tramite retorica scatenata e deliberata minaccia militare. Questa è una pura illusione, ma ciò non impedirà a Trump di agire in modi molto pericolosi. Trump spaventa quasi tutti gli attori in entrambe le arene perché temono, correttamente, che Trump si rifiuti di riconoscere il declino del potere geopolitico statunitense e il suo proprio potere.
Nella misura in cui l'arrogante errore di Trump nel leggere il vero rapport de forces spaventa abbastanza persone negli Stati Uniti, è più probabile che ciò influenzerà le elezioni interne negli Stati Uniti.
L'attuale posizione degli Stati Uniti negli affari mondiali non è stata originata da Trump. È la continuazione delle politiche statunitensi di vecchia data da Nixon a Bush a Obama. Tuttavia, c'è una differenza cruciale. Trump è sicuro del suo potere illusorio. I suoi predecessori si preoccupavano quantomeno di avere veramente tutto il potere che volevano. Questo è ciò che li ha portati a concludere l'accordo con l'Iran. Questo è ciò che li ha portati a rinnovare i rapporti con Cuba. Questo è ciò che li ha spinti ad astenersi dal riconoscere pubblicamente Gerusalemme come capitale d'Israele. Tutte queste decisioni Trump sta cercando di annullarle. Che possa essere ostacolato da qualcuno da qualche parte è totalmente incerto.
Mi è stato chiesto quanto sia importante l'elezione in Alabama. Nel breve periodo, penso che sia molto importante. Nel lungo periodo, tuttavia, si tratta di un mero sobbalzo in termini di capacità del mondo di sopravvivere nel bel mezzo del declino strutturale del moderno sistema-mondo.
Di Immanuel Wallerstein
Considerazioni di ortosociale
Il centro del commento di IW è questo:"Può darsi che ciò che potrebbe decidere le prossime elezioni statunitensi sia il posizionamento geopolitico degli Stati Uniti - principalmente nell'Asia nord-orientale e poi nell'Asia sud-occidentale in gran parte islamica. Qui Donald Trump è l'attore chiave. Si immagina abbastanza potente da alterare la situazione tramite retorica scatenata e deliberata minaccia militare. Questa è una pura illusione, ma ciò non impedirà a Trump di agire in modi molto pericolosi. Trump spaventa quasi tutti gli attori in entrambe le arene perché temono, correttamente, che Trump si rifiuti di riconoscere il declino del potere geopolitico statunitense e il suo proprio potere.". Altro elemento fondante è la reazione delle "donne indipendenti", assieme ai giovani, alle minoranze afroamericane e ladinos degli Stati Uniti alla misoginia ed al bellicismo di Trump.
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English version
Commentary No. 463, December 15, 2017
"Trump Loses in Alabama: How Important?"
By now, the whole world knows that in one of the most conservative states in the United States, a Democrat, Doug Jones, defeated Judge Roy Moore, the Republican candidate, in a special election for a vacant seat.
In the analyses almost everyone is making of the election result, it is being called "stunning," "a surprise," and "a miracle," among a long list of similar summary judgments.
In almost all of these analyses, the big loser is said to be Donald Trump. The only dissent to these views is coming from a few Trump ultra-loyalists, but their words are generally seen as a not very convincing case to limit the damages.
Of course, everyone in the United States and in the rest of the world wants to know what the largely unexpected Democratic victory changes in the prospects of the forthcoming U.S. elections in 2018 and 2020, as well as in the geopolitical strength of the United States. In short, how important was this so-called stunning surprise?
Let us review what major U.S. actors had favored doing before the Alabama election and what they had anticipated would be the consequences if Roy Moore was or was not elected. It is no secret that the Republican Establishment, incarnated by Mitch McConnell, the Republican Majority Leader in the U.S. Senate, tried in every way to defeat Moore in the primary and, once Moore had won the primary, to distance the Republican Party from association with Moore's campaign.
McConnell's motive was clear. For one thing, the Moore campaign was intended to be a major boost to an effort to oust McConnell as Majority Leader. The hope of the Moore supporters was to push the Republican Party far to the right and eliminate any so-called moderate Republicans from political power.
In this Alabama election, President Donald Trump intruded himself twice. First, in the primary election he supported (albeit somewhat weakly) Luther Strange against Roy Moore. Secondly, when Moore won the primary, he called upon voters (and this with force) to vote for him against the Democrat. He intruded twice and each time his candidate lost - not exactly a brilliant achievement.
From the point of view of McConnell and his allies, the outcome was the worst possible they could imagine. The Republicans are now the underdog in the 2018 Congressional elections and have a good chance of losing control of both Houses of Congress.
Worse yet, the partisan divide in the United States has deepened and the Republicans are unlikely to regain their strength in the suburban zones they had previously counted upon to win elections.
This seems to be explained by the reaction of educated women to the identification of the Republican Party with the rightward swing of the party and the misogynous rhetorical tweets of Donald Trump. It is not just Alabama. This has been going on for some time. In the last years, Republicans have lost votes in suburban zones in every single election that took place across the country.
So, while the Republican Party will be struggling defensively against a Democratic swing, the Democrats will be struggling to maintain their unity between their traditionally centrist leaders and their newly-empowered aggressively leftward camp.
What made the difference in Alabama was that the Democrats got out the vote - of African-Americans, young people, Latin@s, and independent women voters, while too many normally Republican voters stayed home – because of Moore and because of Trump. This is a scenario that the Democrats need to repeat in all the forthcoming elections. The general consensus is that they can do this, with one major doubt. Can they do it by a margin wide enough to overcome the gerrymandering that is stacked against them?
It could well be that what might decide the next U.S. elections is the geopolitical stance of the United States - primarily in northeast Asia and in the largely Islamic southwest Asia. Here Donald Trump is the key actor. He fancies himself powerful enough to alter the situation via blustering rhetoric and deliberate military menace. This is entirely an illusion, but that won't stop Trump from acting in very dangerous ways. Trump frightens almost all the actors in both arenas because they fear, correctly, that Trump refuses to acknowledge the decline of U.S. geopolitical power and his own derived power.
To the degree that Trump's arrogant misreading of the real rapport de forces frightens enough people in the United States, it is more likely that this will affect internal elections in the United States.
The present U.S. position on world affairs did not originate with Trump. It is the continuation of long-standing U.S. policies from Nixon to Bush to Obama. However, there is one crucial difference. Trump is sure of his illusory power. His predecessors were at least worried that they actually had as much power as they wanted. This is what led them to make the deal with Iran. This is what led them to renew relations with Cuba. This is what led them to refrain from recognizing publicly Jerusalem as the capital of Israel. All these decisions Trump is seeking to undo. Whether he can be restrained by anyone anywhere is totally unsure.
I asked how important is the Alabama election. In the short run, I think it is very important. In the longer run, however, it is a mere bump in terms of the world's ability to survive amidst the structural decline of the modern world-system.
by Immanuel Wallerstein