Sociologia93
Da Ortosociale.
Considerazioni su "Anarchia come organizzazione" di Colin Ward
Titolo originale Anarchy in Action 1973, traduzione dall'inglese di Giorgio Luppi e Anna Maria Brioni, 1996, 2019 elèuthera, Milano. La tesi principale del libro di Colin Ward è questa: "L'anarchismo non è la visione, basata su congetture, di una società futura, ma la descrizione di un modo umano di organizzarsi radicato nell'esperienza della vita quotidiana". Vediamo come e dove funziona l'organizzazione libertaria, o auto-organizzazione o autogestione. Vediamo anche dove e come funzione l'organizzazione gerarchica e autoritaria che si è espressa storicamente nello Stato burocratico e nei suoi eserciti lanciati alla conquista di territori e risorse di altre comunità umane.
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Pace e Amore
Ha senso mirare ad un mondo in cui la società umana sia regolata da rapporti pacifici tra i gruppi che la compongono su questo Pianeta? Ha senso prevedere e costruire relazioni di collaborazione, cooperazione, amicizia costruttiva tra i gruppi umani? Ha senso prevedere la capacità cognitivo-emozionale di risolvere conflitti e intrecciare diversità in armonie complesse che comprendano ambiti sempre più vasti dell'ambiente che sperimentiamo su scala locale, planetaria, e domani astronomica (viaggi nello spazio)? Credo di sì, per due motivi molti forti. Il primo è la necessità di trovare una via radicale per affrontare la crisi altrettanto radicale della civilizzazione moderna, che è diventata ormai in modo irreversibile una civilizzazione "planetaria". Se vogliamo "sopravvivere" dobbiamo da subito risolvere gli attuali conflitti reali e distruttivi sul piano militare, politico, economico e culturale-religioso. Il secondo motivo è la possibilità positiva di utilizzare un modello "scientifico" ma anche profondamente "filosofico". E' il modello della Teoria della Evoluzione. Questo Modello non ci dice "cosa" diventerà l'umanità e l'Ambiente Naturale cui appartiene. Ma ci dice che dall'inizio della formazione del Pianeta gli elementi primordiali originali si sono trasformati e "autocostruiti" in forme sempre più complesse, differenziate e meravigliosamente collegate tra loro. Un elemento centrale di questo Modello è la comprensione profonda della "biodiversità", della differenza tra forme viventi, della necessità di questa costante e continua "differenziazione vitale". Oggi la "cultura" come coscienza collettiva dell'umanità ha preso atto che questa biodiversità comprende anche tradizioni, riti, narrazioni, modelli di comportamento, religioni, pratiche magiche, arte e scienza. In questo calderone di "individualità" culturali viene percepita la minaccia di una "normalizzazione" egemonica che annulli le diversità e la creazione di nuove espressioni culturali. La "globalizzazione" viene giustamente percepita come il tentativo di potenze egemoni sul piano militare-politico-economico-culturale (diremmo "imperiali" anche se queste potenze si dichiarano democratiche, o socialiste, o ipocritamente fondate sulla "pietas" religiosa"). La globalizzazione viene percepita come una "costruzione organizzata" sulle spalle della comunità mondiale. Le colonizzazioni dei paesi euroasiatici a danno di tutti gli altri continenti ne sono un esempio recente. E i loro effetti sono ancora profondi. La colonizzazione è l'esempio storicamente vissuto di un rapporto "sbagliato", di un rapporto basato sulla violenza, la guerra, lo sfruttamento, il dominio del più forte sul più debole. Ma violenza, guerra, sfruttamento, dominio sono ancora prassi comuni nelle relazioni statali, tra gruppi ed anche tra individui. Sono un modello di "organizzazione" egemone da millenni sul nostro Pianeta. Ma tutta l'antropologia e l'archeologia dimostrano che questo "Modello" non è stato l'unico, anzi. E' sempre esistito e tuttora esiste un "Modello di Organizzazione" alternativo che è basato sul principio che, in caso di conflitto, l'avversario non va "distrutto", "annichilito", ma va riconosciuto, fermato, e "conciliato" in modo da permettere ad entrambi di sopravvivere, possibilmente meglio di prima. Le comunità umane che hanno espresso questo tipo di "organizzazione" sono comunità che non riconoscono al proprio interno il diritto da parte di chicchessia di esercitare la violenza letale come forma di governo. Diritto che invece è alla base dalla sua nascita nel IV (quarto) millennio a.C. della organizzazione che chiamiamo "Stato". Questo "Diritto alla Violenza" riconosciuto dalla Sociologia come carattere fondante dello Stato viene esercitato sia all'interno che verso le altre società "esterne". Questo autoproclamato diritto alla violenza sugli "altri" permette di "organizzare" gli altri contro la loro volontà e quindi tronca ed elimina alla radice la possibilità di costruire processi di trattativa, accordo, soluzione dei conflitti, collaborazione, scambio pacifico su base di parità. Il Modello Alternativo di Organizzazione praticato da sempre è necessario alla vita umana perchè si riproduca e continui. E' l'organizzazione che genera, cura, alleva ed istruisce i bambini. Ma viene controllato e sopraffatto dal Modello Autoritario, che lo manipola per avere società "efficienti" con cittadini ubbidienti che producano (soprattutto per le elites), consumino molto (per far girare la macchina economica capitalistica), combattano e muoiano (in un numero spropositato di guerre guerreggiate). Il Modello alternativo di Auto Organizzazione invece si prende cura dell'Umanità e dell'Ambiente che la sostiene delegando ad ognuno la responsabilità di partecipare in modo creativo a questo Processo Evolutivo. Questa "partecipazione" rende attiva la coscienza e la conoscenza dell'intero processo evolutivo fino alle scale vitali più piccole e differenziate. Sono così a portata di mano innovazioni forti quali una sicurezza e bellezza ambientale, sociale e culturale mai realizzate finora. Questa sicurezza, che in concreto significa la certezza della salute fisica, psichica, economica, può essere la base necessaria alla Autorealizzazione individuale che a sua volta alimenta la sicurezza e bellezza generali in un circolo virtuoso.
Due modelli contrapposti di organizzazione dei gruppi sociali
La "organizzazione" che forma i gruppi sociali più disparati, quali potrebbero essere una moderna famiglia nucleare urbana, oppure un esercito in marcia, una squadra di lavoratori, una orchestra sinfonica, tale "organizzazione" non può essere un concetto astratto, indipendente dal contesto in cui opera e dagli obiettivi che si pone. Se distinguiamo tra una "organizzazione libertaria" ed una "organizzazione gerarchica", la prima basata sulla iniziativa personale, sulla partecipazione alle decisioni, sulla co-progettazione dei mezzi e dei fini, sulla costruzione delle decisioni collettive attraverso Il Metodo del Consenso Sistemico, l'altra basata sulla obbedienza ad una gerarchia composta da un leader e dalla sua burocrazia. Se distinguiamo le possibili organizzazioni, grossolanamente, in due soli modelli contrapposti, andiamo ad analizzare in quali ambiti sociali questi due modelli si confrontino, in quali contesti prevalgano l'uno sull'altro, come la storia e l'antropologia ne mostrino gli sviluppi, la nascita, l'efficacia in situazioni specifiche. L'esempio classico della organizzazione autoritaria e gerarchica, coercitiva, è quella di un esercito e di militari dediti ad una attività di conquista e di predazione. Al contrario l'esempio di una perfetta organizzazione libertaria sono le attività di cura e di aiuto alla crescita come quelle di una madre che nutre ed alleva i figli, di un guaritore che assiste un malato, di un esperto che porta conoscenza agli allievi che si recano da lui. Nella vita poi tutte queste possibilità si mescolano in modi imprevedibili e originali.
Da fare
- Appunti sul Libro
- Inserire Link come a Il Metodo del Consenso Sistemico
- Il tipo di organizzazione autoritaria è efficace per la predazione
- Il tipo di organizzazione libertaria è efficace per tutto il resto
- Il modello misto della sociocrazia
- Il fallimento dell'URSS come fallimento del modello gerarchico-autoritario
La necessità di liberare il modello organizzativo libertario e renderlo egemone sul modello gerarchico
E' necessario se si vuole sviluppare una società pacifica che mira a sviluppare cultura, conoscenza, consapevolezza spirituale, prendendosi cura dell'umanità e dell'intero Pianeta. L'arte è per sua natura libertaria, in quanto creatività costruttiva rivolta alla sintonizzazione empatica con tutti gli esseri umani. L'arte è la proiezione moderna di quella "magia" su cui gli antenati del Paeolitico hanno costruito le basi dell'attuale società umana.