Storia01

Da Ortosociale.

Indice

Karl Polanyi

Dice Karl Polanyi in aperta polemica con l'economia liberista neo-classica: “Il sistema economico è in realtà una semplice funzione dell'organizzazione sociale” . Dice poi:”L'eccezionale scoperta delle recenti ricerche storiche e antropologiche è che l'economia dell'uomo, di regola, è immersa nei suoi rapporti sociali” [K.Polanyi da “Economie primitive, arcaiche e moderne”]. Dando per buona la critica di Polanyi al pensiero economicistico neoclassico ed accettando anche l'eccezionale importanza storica di quella che definisce la “Grande Trasformazione” [la rivoluzione liberista che ha imposto le leggi del mercato in tutto il mondo tra l'inzio del 1800 e l'inizio del 1900], andiamo ad analizzare criticamente, alla luce delle più recenti acquisizioni archeologiche, protostoriche, storiche, la sua teoria dei modi di integrazione tra economia e società: reciprocità, redistribuzione e scambio. Userò solo due testi: “Uruk la prima città”, Laterza 1998, di Mario Liverani docente di Storia del Vicino Oriente antico alla Sapienza di Roma, e “La nascita dello Stato nel Vicino Oriente”, Laterza 2005, di Marcella Frangipane docente di Preistoria del Vicino e Medio Oriente alla Sapienza di Roma. Secondo Polanyi “La classificazione delle economie secondo le forme dominanti della integrazione [tra economia e società] è illuminante” [da Karl Polanyi, “La sussistenza dell'uomo” pag.70], pur tenendo presente la sostanziale compresenza di tutte e tre le forme di integrazione e lasciando allo scambio un ruolo storicamente marginale sino alla “grande trasformazione” [la rivoluzione liberista che ha imposto le leggi del mercato in tutto il mondo tra l'inzio del 1800 e l'inizio del 1900]. Tale classificazione si pone in alternativa a quella marxista “...dei sistemi economici in schiavitù, servitù e lavoro salariato, classificazione tradizionalmente adottata dal marxismo, che ha origine dalla convinzione che la natura di una economia sia stabilita soprattutto dal posto che il lavoro vi occupa” [Karl Polanyi ibidem pag.71].

Mario Liverani

Vediamo come Mario Liverani ricombina in modo originale questi elementi tenendo conto di vari contributi, soprattutto di V.Gordon Childe e della sua teoria della accumulazione primitiva nelle società antiche, nonché dei contributi dello stesso Polanyi compresa la sua teoria della “staple finance” e del commercio amministrato. In altre parole Mario Liverani corto-circuita la analisi delle civiltà antiche della Bassa Mesopotamia, nel momento esatto della nascita del proto-stato [3200-3000 a.C.], con le analisi recenti delle società capitalistiche o meglio degli “imperi-mondo” o del “sistema mondo” a là Immanuel Wallerstein. L'analisi di fondo di M.Liverani è sulla totale discontinuità del proto-stato di Uruk che vede emergere, per la prima volta nella storia dell'umanità:

  1. forme politiche proto-statali con l'Agenzia templare prima [il Tempio] e l'Agenzia Palatina poi [il Palazzo del re-dio]
  2. la stratificazione sociale con la comparsa del lavoro coatto sia nella forma schiavile che in quella servile
  3. la moderna città come centro amministrativo e “culturale” di un vasto territorio di villaggi e di comunità sottomesse

Per Polanyi invece vi è piena continuità tra la redistribuzione realizzata dai chiefdom [complessi] e “...quegli organi del palazzo e del tempio che gestiscono l'apparato fiscale e redistributivo dello stato territoriale.” [Karl Polanyi ibidem pag.41]. L'uso della categoria “redistribuzione” fatto da Polanyi appiattisce totalmente le differenze sostanziali tra società di cacciatori-raccoglitori, quelle agricole egalitarie, le società proto-statali antiche, quelle capitalistiche moderne. “Fra gli abitanti delle isole Trobriand, lo stato incipiente [nota del redattore: il capo clan è visto qui come il prodromo dello stato secondo la corrente teoria gradualista che vede il proto-stato come sviluppo del chiefdom] è più una possibilità di redistribuzione che uno strumento di difesa o del dominio di una classe. Negli stati moderni il sistema della tassazione non è che un'altra forma di redistribuzione.” [Karl Polanyi ibidem pag.68]. Dice M.Liverani: “...Nella visione gradualistica (dal chiefdom allo stato) si avrebbe un incremento e una regolamentazione amministrativa del prelievo di eccedenze sotto forma di <<prodotto>>: una sorta di tassazione delle unità produttive (famiglie, clan, o villaggi che siano) che in realtà i testi non documentano affatto. Invece nella visione di radicale trasformazione, qui proposta, il drenaggio delle eccedenze avviene sotto forma di prelievo di <<lavoro>> (corvée), che è proprio quel che i testi documentano.”[Mario Liverani op.cit. pag.28]. I testi cui si riferisce M.Liverani sono documenti amministrativi redatti con un sistema di scrittura estremamente arcaico e palesemente pittografico, da cui deriverà la scrittura cuneiforme, rinvenuti nei livelli 3 e 4 dell'area sacra di Eanna a Uruk e risalenti al 3200-3000 a.C.

La struttura sociale

Questa è la trasformazione strutturale dei rapporti sociali secondo M.Liverani [op.cit. Pag.28]: La struttura sociale tripolare è composta da

  • Agenzia Templare/Palatina
  • Aziende Templari/Palatine
  • Comunità locali (contadini e schiavi)
La struttura sociale Tripolare di Uruk 5200 fa

Conclusioni

L'elemento centrale di questa repentina trasformazione (su tempi storici) è di tipo religioso: “E' dunque nel tempio che si deve individuare l'organismo istituzionale che gestì la trasformazione: la sua crescita è il fatto dirompente, il vero mutamento strutturale, che trasformò gli insediamenti basso-mesopotamici da comunità egualitarie a organismi complessi.” [Mario Liverani op.cit. Pag.32]. Qui per “organismi complessi” si intende una società stratificata gerarchicamente che per mantenersi usava la violenza. La conferma viene dal lavoro trentennale di Marcella Frangipane ad Arslantepe. Vedi il suo “La nascita dello Stato nel Vicino Oriente”, a pag.196, dove parla della “incidenza del lavoro dipendente” documentata dalle migliaia di ciotole rozzamente stampate destinate al consumo giornaliero di orzo dei “lavoratori dipendenti” [le “bevelled rim bowls”]. La nascita policentrica e multifattoriale di queste prime città-stato sarebbe andata a costituire quegli imperi-mondo che dal sistema Egitto-Mesopotamia si sarebbero poi diffusi in Anatolia, India e Cina, costituendo dal 1500 d.C. il sistema mondo capitalistico. Da allora, dal 1500 d.C., la graduale definitiva scomparsa delle forme di “economia umana” e delle culture che la sostenevano, più che un punto di partenza si può forse considerare il punto di arrivo di un processo di accumulazione basato in primis sulla ideologia (religiosa) e solo in seconda istanza sulla forza. La lotta-rivalità per l'egemonia tra i vari “centri” imperiali andrebbe considerata secondaria rispetto alla sostanziale omogeneità delle strutture sociali imposte, a partire dal 1500, a tutto il pianeta. Per fare un esempio, è quanto sperimentano oggi, tra gli altri, i popoli dell'Amazzonia. Non si tratta solo, a mio parere, di rimettere l'economia all'interno della società come proposto da Karl Polanyi e altri economisti del filone istituzionalista, ma di rivedere attentamente la struttura della società che, è mia opinione, rimane quella disegnata da M.Liverani, officine schiavili incluse.

Strumenti personali