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Da Ortosociale.

Ai bei tempi

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Il Post su FB di Stefano Sylos Labini

Ancora una volta i mass media e i mercati finanziari hanno preso una toppa clamorosa: Trump ha stravinto.

Donald Trump è nello stesso tempo:

  1. Un esponente della destra nazionalista e protezionista.
  2. Un esponente dell'establishment immobiliare-finanziario.

Seguendo gli insegnamenti dell'indimenticabile Paolo Leon, Trump può essere considerato uno dei rappresentanti del nuovo capitalismo fondato sull'accumulazione protezionistica che coniuga l'aspetto protezionista con quello immobiliare e finanziario (Paolo Leon, "Il capitalismo e lo Stato. Crisi e trasformazione delle strutture economiche", Castelvecchi, 2014).

Secondo Paolo Leon l'affermazione del nuovo capitalismo è da mettere in relazione con l’ascesa di nuove aree produttive che hanno esercitato una spinta verso la riduzione dei costi della forza lavoro e la contrazione della domanda di consumi. Anche da qui si è originata una tendenza protezionistica nei Paesi ricchi che si è realizzata con gli investimenti nell’edilizia privata sostituendo la proprietà all’affitto. Il settore è poco aperto al commercio internazionale, ma è un potente strumento di accumulazione attraverso la cartolarizzazione dei mutui ipotecari. Sarà proprio la finanza del settore abitativo ad innescare la crisi del 2007/2008: questo meccanismo di accumulazione protezionistica mostrerà tutti i suoi limiti nel momento in cui il reddito delle famiglie e i mercati inizieranno a subire una forte contrazione.

Dunque, è vero che la finanza del settore abitativo ha preparato il terreno alla crisi più grande dopo quella del 1929 poichè a un certo punto si è interrotta la trasformazione della ricchezza generata dall’inflazione finanziaria e immobiliaria in reddito. Ma è indubbio che questo meccanismo economico ha rappresentato la risposta degli Stati Uniti alla globalizzazione e alla conseguente pressione verso il basso sui salari e sulla domanda di consumi dei lavoratori.

La crisi del 2007/2008 è stata arginata con successo da Barack Obama attraverso una fortissima espansione del deficit pubblico in rapporto al Pil (nel 2009 ha toccato i valori più alti dal dopoguerra) e dalle manovre non convenzionali della Federal Reserve (quantitative easing). In tal modo è stata scongiurata la bancarotta dell’economia americana ed è stato avviato un nuovo ciclo di crescita che ha permesso di assorbire la disoccupazione. Ma tutto ciò non è stato sufficiente ad arrestare il declino della classe media e l’impoverimento dei lavoratori: il meccanismo fondato sull’accumulazione protezionistica che aveva contrastato gli effetti negativi della globalizzazione fino al 2007/2008 non è stato sostituito da nuove forme di sostegno al reddito delle fasce sociali più deboli.

In questo quadro il consenso per Trump da parte della classe media può essere interpretato come la speranza di ottenere maggiore protezione e maggiore reddito ossia più tranquillità e benessere economico. Questa può essere una delle ragioni del successo di Donald Trump.

Stefano Sylos Labini

Quanto segue è di ortosociale

Complessità politica

Ironia o "complessità" della storia contemporanea: Trump ha perso le elezioni perchè ha preso 59.692.974 voti contro i 59.923.027 voti di Hilary. Hanno votato 128.8 milioni contro i 231 aventi diritto al voto (il 55%, percentuale relativamente alta di "turnout"). Trump ha vinto per via del meccanismo elettorale basato sui grandi elettori rappresentati dai vari stati (Gli USA sono una Federazioni di Stati Indipendenti). Trump ha appoggiato Hilary alle elezioni presidenziali. Trump è stato repubblicano poi democratico poi di nuovo repubblicano. Trump è un opportunista che ha fatto sparate razziste per conquistarsi l'appoggio del Ku Klux Klan riapparso e rinvigorito durante la presidenza Obama (questo spiega molti morti di afroamericani per mano della poliizia). Difficilmente Trump potrà liberarsi di questo appoggio del KKK al punto che la giornalista Giovanna Botteri (RAI Tre) prevede una concomitante ricomparsa delle Black Panther afroamericane. Questo comporterebbe violenze orrifiche negli USA e una spaccatura ancora più lacerante del paese e dei vari stati tra loro. Molti afroamericani non hanno votato la Clinton delusi dalla presidenza Obama che avrebbe dovuto rappresentarli, delusi soprattutto dalla politica economica che ha favorito chi era già ricco o con la prospettiva di diventarlo (Yuppies telematici e operatori di finanza di Wall Street), cioè Silicon Valley in California ed East Coast dove la Clinton ha trionfato. Tutta l'America Centrale e Mid West ha votato Trump, conquistandone tutti i grandi elettori e quindi battendo la Clinton. Anche molti ispanici hanno votato Trump e il suo muro sul Messico per paura che i nuovi immigrati minaccino il benessere da loro raggiunto (detto da analisti politici italiani in america, A.Farinelli). Trump dunque è stato molto più furbo della Clinton, politicante navigata e socia di una delle più astute e senza scrupoli famiglie alla conquista del potere in USA, i Clinton, come tali riconosciuti da tutti, giovani e millennials compresi. La somiglianza di Trump con Berlusconi sta nel fatto che entrambi sono imprenditori immobiliari (Milano2 e Milano3) e imprenditori televisi. L'asso economico nella manica di Trump, come dice Stefano Sylos Labini è una politica protezionista basata sulla costruzione di infrastrutture (edilizie) quale quella praticata a New York con uno sviluppo urbano in verticale, surrogato da un ambiente virtuale, cioè televisivo o al massimo con Resort tipo Costa Smeralda. E' l'ambiente nel quale è nato e cresciuto (Queens, NY), ricostruendolo con le sue torri ed i suoi resort (come Flavio Briatore). Come Berlusconi il piano economico di sviluppo, basato su questo modello, non è destinato a funzionare. Trump è disposto a qualunque compromesso pur di realizzarlo, utilizzo di fonti fossili, riapertura di pozzi petroliferi, annullamento dei vincoli sulla CO2 di Parigi etc,, ma difficilmente l'Ambiente gli darà ragione. Trump insiste sul modello che sta portando il mondo verso la catastrofe ambientale e che ha messo in crisi il capitalismo.

Politica internazionale

Nella politica internazionale Trump sembra molto più prudente della Clinton, perchè pensa di valorizzare le risorse americane e stabilire rapporti tranquilli con l'estero (Cina esclusa). Ma è nello stile dei Tycoon come lui andare a prendersi le risorse che gli interessano senza chiedere permesso a nessuno. Non è uno sensibile alla complessità della scena internazionale. Ignorante come una capra di storia e relazioni internazionali, le sue uscite non sono prevedibili. Putin vuole sentirsi tranquillo in Ucraina e sistemare la questione Siria (Iran). Ma la Cina attualmente rifornisce di merci a basso costo tutti i supermercati di America (Wall Mart). Sarà disponibile a mettersi in un angolo quando questo export gli ha permesso di spostare 500 mln di persone dalle campagne alle città, calmierando la sua situazione politica interna con un alto livello di consumi? Nel frattempo le destre europee (Brexit neo-imperiali in UK, Marine Le Pen in Francia, Salvini in Italia) sperano di avere ricadute politiche favorevoli. Ma non hanno lo charme "economico" di Trump, nemmeno quello sbiadito di Berlusconi, sono politici puri come la Clinton. La gente ("the people") vuole "Lavoro".

Ultime notizie

Le ultime notizie su Trump sono da brividi, nonostante le sue prime affermazioni rassicuranti ("sarò il presidente di tutti"): alcuni giornalisti dicono che (sembra) voglia come responsabile alla Giustizia Rudy Giuliani, ex sindaco di NY e "tolleranza zero". Come responsabile alla Istruzione (e Scienza) un medico antiabortista fondamentalista. Questo significa una spaccatura verticale con neri, ispanici, donne, giovani e scienziati. Una spaccatura verticale contro la grande maggioranza della popolazione americana. Contro il futuro.

Crisi del modello occidentale

In generale, ci troviamo davanti ad una crisi generalizzata del modello occidentale, americano ed europeo. Con la sua "democrazia", i suoi "partiti", le sue "èlites". Queste èlites non hanno più la fiducia di enormi masse di persone, che si richiamano a vecchi schemi socialisti di sinistra (lo Stato aiuta i bisognosi, come sosteneva Bernie Sanders), o duramente di destra (delega totale di potere ad un Leader e lavoro a qualsiasi prezzo per sopravvivre in un ambiente urbano). Entrambi sono falliti. Inutile schierarsi per l'uno o per l'altro. Bisogna inventarsi e realizzare un modello alternativo, in primis "economico", poi "culturale", e per ultimo "politico". Queste elezioni in USA confermano che la priorità sta nell'Economia e nel suo intreccio perverso con valori quali il fondamentalismo "cristiano" dei WASP e il razzismo del Ku Klux Klan (che si dichiara "cristiano").

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