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Sintesi
§1. L'apparizione della gerarchia
Stiamo vivendo una transizione che tocca gli strati culturali profondi, sedimentati dalla storia, quelli che un grande storico francese chiamava di "longue durée", di lunga durata, quelli che sono presenti nella storia umana da millenni. Uno di questi strati profondi annidati nella nostra cultura moderna è la "gerarchia", l'idea che esistano esseri umani in posizione di superiorità che possono decidere i destini degli altri ed ai quali va delegata l'organizzazione della nostra vita. Questa idea era prima evitata come la peste dall'umanità di tutte le latitudini e paesi fino a quando accanto alle società egalitarie senza stato ne sorsero altre definite "domini", "città-stato", "imperi". Fino ad allora le figure individuali emergenti, quelli che vengono impropriamente definiti i "capi" delle varie comunità esistenti all'epoca, non comandavano il lavoro degli altri e non tramandavano agli eredi biologici il loro prestigio o il loro "potere" di cultura o di ricchezza. Questo invece iniziò ad avvenire in epoca più recente con i patriarchi maschili dei lignaggi aristocratici e con i re, nell'età del Bronzo Antico (a ben vedere questa ereditarietà che dura tutt'oggi è contraria alla conclamata "meritocrazia"). Prima di allora sciamane e sciamani, grandi raccoglitrici e grandi cacciatori, donne e uomini di pace che mediavano i conflitti, artigiani e artigiane, guaritori e guaritrici, menti acute femminili e maschili capaci di dare saggi consigli, lavoravano tutti per la comunità e il suo benessere. Nelle società patriarcali e nei proto-stati la donna diventa un oggetto di proprietà maschile, considerata una pura necessità funzionale per il ricambio generazionale, il piacere sessuale, la schiavitù domestica. Questa diffusione massiva della stratificazione, della gerarchia, della disuguaglianza sociale, è stata tracciata con precisione nella formazione dei proto-stati avvenuta inizialmente in pochissime aree del pianeta . Queste aree si contano sulle dita di una mano, 4, 5 o 6, in Mesopotamia (3200 aC), Egitto (coeva), Valle dell'Indo (2200 aC, ma qui non ci sono certezze sulla presenza di “stati”), Valle del Fiume Giallo in Cina (1800 aC), altopiani mesoamericani e valli andine (dopo Cristo). L'organizzazione stato si propaga a tutto il pianeta nel corso degli ultimi 5000 anni. Ma questo apparente successo della gerarchia e della disuguaglianza ha sempre trovato una fiera resistenza in infiniti movimenti che cercano di controllare e immunizzare questa forma sociale di relazione umana basata sul dominio. La prima città-stato di cui si ha una completa documentazione archeologica, protostorica e storica è Uruk nella bassa Mesopotamia. Ad Uruk nasce la prima Agenzia Templare gestita da una casta professionale di sacerdoti, centro del potere ideologico-religioso ed economico, prima forma di una burocrazia organizzata. Sorge poi ad Arslantepe l'Agenzia Palatina, cioè il palazzo del Re, centro del potere politico e militare. Ad Arslantepe le stanze del Palazzo erano adiacenti a quelle templari, nello stesso edificio. La connessione tra patriarcato (che viene prima) e "stato" (che viene dopo) è semplice: lo stato nasce dai "clan conici" e relativi lignaggi. I clan conici sono gruppi familiari patrilineari, patrilocali (patriarcali), coercitivi, dove il "capo" è sempre un maschio. La prova archeologica è ad Arslantepe (3000 aC), proprio nella tomba reale, con i tipici segni della cultura caucasica protoindoerupea dei "kurgan", studiati da Marija Gimbutas: armi, sacrifici umani e ceramica nera. Nascono le corti reali che furono strumenti di costruzione di una psicologia di gruppo molto particolare che dagli strati superiori si diffuse a tutta la società. Ad esempio la corte di Versailles del Re Sole sarà un potente strumento di costruzione della psicologia europea moderna. Oggi le nostre relazioni sociali fuori della famiglia sono regolate dalla "corte"-sia. Quelle economiche dal "servi"-zio. Abbiamo assimilato le regole culturali della "corte" e le relazioni economiche tra "servi" e padroni. L'Agenzia Templare e l'Agenzia Palatina sono due Grandi Organizzazioni che propagandosi culturalmente e trasformandosi nelle forme ma mantenendo una ferrea struttura gerarchica saranno nel medioevo europeo la Chiesa e lo Stato, oppure il Papato e l'Impero. Queste due agenzie si appoggiano, si fondono, si scontrano tra di loro come poteri distinti. Ma non potranno mai fare l'una a meno dell'altra. Il Re incoronato da un Sommo Sacerdote, come Davide da Samuele, sarà fino a pochi anni fa il vertice della gerarchia e del potere, per volere del dio locale (e solo nelle più recenti monarchie costituzionali anche per volere del popolo). A sua volta il sommo sacerdote, se avrà incoronato il re, sarà da lui difeso a spada tratta per mantenere l'ortodossia religiosa ed il regno, sacralmente alleati ("a spada tratta" va inteso in senso letterale. Nella crociata contro gli Albigesi del 1209 morirono 1 milione di persone uccise dai nobili istigati dalla Chiesa Cattolica. Nacquero in quell'occasione l'Inquisizione e l'ordine dei Domenicani). Molti danno per "naturale" l'esistenza dello stato, della gerarchia, della stratificazione sociale, pensando ad una evoluzione lineare, meccanica, deterministica, dal semplice al complesso. Ma le società umane non sono sistemi lineari nei quali dati gli elementi di partenza si possono prevedere e calcolare gli sviluppi futuri secondo uno schema meccanico di causa ed effetto. Aristotele considerava naturale la schiavitù, Paolo di Tarso la gerarchia estesa al mondo spirituale. Non potevano nemmeno immaginare che tutte queste cose prima semplicemente non c'erano e che non potevano proiettare nel passato o nel futuro le loro esperienze, magari eccezionali, ma pur sempre molto limitate rispetto alla totalità delle esperienze dell'intera umanità passata e presente, per non accennare a quella futura. L'archeologia e l'antropologia hanno riportato alla luce queste esperienze che durano da due milioni di anni permettendoci di conoscere le radici e la sostanza culturale di cui siamo fatti.
§2. La cultura umana o ideologia ha una profondità di milioni di anni
Se si pensa che "ideologia" equivale in gran parte a ciò che si definisce "cultura", coloro che oggi vogliono eliminare le ideologie mirano a distruggere milioni di anni di esperienza umana (Napoleone era uno di questi, anche se si circondava in modo strumentale da moltissimi esperti nella sua spedizione d'Egitto). Nella storia e protostoria umana degli ultimi millenni hanno agito sia processi di trasformazione graduale e continua che processi rapidi di innovazione, vere e proprie discontinuità che manifestano proprietà emergenti mai viste prima. Uno di questi è stato la formazione di élite sacre e politiche che ha determinato l'accumulo di surplus dovuti alla trasformazione dell'agricoltura tramite quella divisione del lavoro (o cooperazione coatta e compulsiva) che va messa in relazione con la stratificazione sociale. La formazione di élite politiche o religiose ha portato con la coercizione ed il lavoro coatto alla formazione di surplus abbondanti mirati intenzionalmente a sostenere queste élite ed i loro consumi vistosi, esattamente come avviene ancora oggi. Questo passaggio alla logica dell'accumuluzione era consapevolmente ostacolato nel passato come hanno dimostrato archeologi e antropologi. Raggiunto un equilibrio ottimale gli esseri umani e i viventi in generale tenderanno a migliorarlo non a peggiorarlo. I cacciatori-raccoglitori che lavoravano due o tre ore al giorno per "vivere", o gli orticoltori, avevano raggiunto questo equilibrio, per quanto semplice e parco fosse il loro stile di vita. Passare dal lavorare due o tre ore al giorno come i cacciatori-raccoglitori del neolitico alla schiavitù delle prime città-stato o al dover pagare tributi (tasse) non è "naturale". Lavorare 16 ore quotidiane o "morire di lavoro" come durante la prima rivoluzione industriale non è "naturale". Quanto ai vantaggi che tutto questo ha comportato ricordiamoci che questi vantaggi vanno in gran parte alle élite e che, ad esempio, lo sviluppo della medicina si è reso necessario per affrontare malattie rare o sconosciute prima della rivoluzione industriale come l'obesità. La penicillina è stata usata per salvare i soldati feriti dai bombardamenti nella II guerra mondiale. La penicillina ha salvato più vite di quante ne abbiano distrutto le guerre? Inoltre osservando il progresso medico nel suo evolversi nel tempo si può dire con Douglas J.Futuyma (in “L'evoluzione”, pag.3, Zanichelli, 2008): “Oggi, ci troviamo di fronte non solo a nuove malattie infettive come l'AIDS, ma anche al ritorno di vecchie malattie dai volti nuovi, che fanno paura. Sono riapparsi gli stessi batteri, ma ora sono resistenti alla penicillina, all'ampicillina, all'eritromicina, alla vancomicina, al fluorchinolone, tutte armi che si supponeva li avessero vinti. Quasi tutti gli ospedali del mondo si comportano come vittime in questa battaglia contro avversari così mutevoli, e senza intenzione possono rendere questi avversari ancora più forti. Essi stanno testimoniando e anche istigando, un'esplosione di cambiamenti evolutivi”. Quanto all'indiscutibile aumento delle aspettative di vita questo rende ancora più importante l'obiettivo di autorealizzazione personale e di rivalutazione del ruolo degli anziani. Dunque perchè questo passaggio, alle società organizzate in stati prima ed agli imperi poi? Un passaggio rarissimo ma capace di espandersi a tutto il globo. Secondo l'ipotesi dello "ingabbiamento" di Robert L.Carneiro la creazione dei primi stati è nata da una serie di fattori unici e concomitanti. Poteva non accadere e si è trattato di una discontinuità storica, il manifestarsi di una proprietà emergente di un sistema non lineare. Da allora la competizione tra esseri umani è esplosa in forme distruttive quali guerre di sterminio e sfruttamento organizzato di altri esseri umani attraverso la schiavitù (per "sfruttamento" intendo la mancanza di autonomia e controllo sul proprio lavoro). C'è sempre stata una stretta relazione tra guerra e schiavitù.
§3. Sistemi ideologici, economici, politici, militari
Si creano blocchi di potere militare, politico, economico, e culturale sempre più grandi, che si contrappongono prima e si inglobano poi l'un l'altro. O si distruggono a vicenda come nella prima guerra mondiale. Queste reti di potere sociale sono gli "imperi". Assieme al “capitalismo” ed agli “stati-nazione” sono le macro-strutture organizzative del mondo moderno. Sono casi esemplari gli imperi romano e bizantino, veri laboratori del mondo occidentale di oggi. La spettacolare mossa di Costantino di assimilare la religione cristiana nella struttura imperiale ha garantito la sopravvivenza di quella che oggi è la civiltà dominante (non si sa per quanto, ovviamente). La diffusione in occidente di questa dottrina cristiana avviene ad opera di Paolo di Tarso, un sadduceo, un appartenenete a quello strato sociale di Israele che aveva assorbito la cultura greca ellenistica e che quindi era spiritualmente affine alla successiva rete egemonica dell'impero romano. Paolo introduce il principio di autorità con un raffinato ragionamento ellenistico, un sillogismo: la somma autorità è dio, il potere dei re e dei giudici terreni deriva da dio, ergo bisogna sottomettersi all'autorità dei giudici terreni e di qualsiasi re nel cui territorio ci si trovi a vivere. Con questo parallelo Paolo attribuiva alla divinità le caratteristiche umane di un re, ed ai re umani le caratteristiche "divine" di onnipotenza. Esattamente come facevano i primi re della Mesopotamia, alla ricerca dell'immortalità come Gilgamesh o i faraoni delle piramidi. Questo aspetto della religione cristiana predicata da Paolo di Tarso, di ossequio all'autorità politica e di stretta subordinazione delle donne ai loro mariti, potrebbe aver influenzato Costantino quando, dopo le crudeli persecuzioni di Diocleziano, decreterà nei primi decenni del 300 d.C. il cristianesimo religione di stato e fondamento dell'impero romano. Rafforzato dalle reti cittadine cristiane solidali, l'impero sarebbe sopravvissuto per altri mille anni a Bisanzio, ad oriente, mentre ad occidente avrebbe gradualmente convertito come chiesa cattolica statalizzata i "barbari". Si tratta di un passaggio storico complesso, difficile, di enorme importanza, nel quale i cristiani mettono al servizio dell'impero la loro pratica cooperativa (intesa come "caritas") e la loro ideologia trascendente ("se hai fede vivrai in eterno", secondo il principio di William Thomas della profezia che si autoavvera). L'occidente cattolico e l'oriente ortodosso portavano nel corso dei secoli attraverso complesse vicende alla formazione della civiltà occidentale europea rappresentata oggi da due imperi moderni, gli USA e l'ex URSS. Anche in questi imperi vigeva e vige una dura stratificazione che si autorappresenta come "dittatura del proletariato" (fondata sul socialismo) oppure "democrazia" (fondata sul capitalismo). Mentre il socialismo, come abolizione della prorietà privata, sarebbe il massimo della libertà economica, la dittatura del proletariato è il minimo della libertà politica. Viceversa mentre la democrazia sarebbe il massimo della libertà politica, il capitalismo (degli oligopoli) è il minimo della libertà economica. Rimangono in entrambi gli imperi una scarsa libertà politica ed economica. Un'ipotesi che oggi si diffonde considera questa "stratificazione sociale" la causa profonda che sta portando l'umanità al collasso, ipotesi espressa ad esempio da “Occupy Wall Street”. Le varie élite mondiali infatti ritardano oggi deliberatamente la soluzione ai drammatici problemi dell'ambiente e dell'energia perchè si ritengono protette e temporaneamente al sicuro, a differenza delle masse che sono le prime a risentire dei problemi dell'inquinamento, del cambiamento climatico, del cibo spazzatura, delle guerre, delle nuove epidemie come l'AIDS. Grandi successi nella scienza e nella tecnologia hanno illuso in una imminente età dell'oro, alla fine del 1800 durante la "bella epoque" e nel breve intervallo dal 1945 al 1975, i "trent'anni gloriosi". Ma tre grandi crisi si profilano oggi davanti all'umanità, ambientale, economica, geopolitica e militare, tali da minacciare la sua stessa sopravvivenza. Per risolverle l'umanità dovrà trovare una sua armonia coesiva riassorbendo le enormi differenze di ricchezza, status culturale, potere politico e militare che la dividono. La "stratificazione sociale" è aumentata sia all'interno delle società "ricche" che tra queste e quelle più "povere" costruendo fratture, tensioni, divisioni sempre più estese e profonde. Ho parlato brevemente di religione, di istituzioni politiche e militari come i regni e gli imperi, della economia passata dalla pacifica produzione agro-pastorale dell'Antica Europa ad una predazione complessa organizzata dagli stati e intrecciata negli ultimi 500 anni con la nascita del capitalismo. Queste 4 "reti" di potere sociale dei gruppi umani organizzati sono le reti della ideologia-cultura-religione-scienza-tecnologia, della economia, dell'apparato coercitivo militare, della politica. Per abbreviare userò nel seguito l'acronimo IEMP per indicare questo intreccio di Ideologia, Economia, Militare, Politico. Un grande sociologo, Max Weber, attento non solo alla storia politica delle società, alla loro struttura economica, alla loro religione o morale tradizionale, ma soprattutto al loro intreccio, unità e influenza reciproca, è riuscito ad impostare criteri flessibili per studiare i gruppi umani nel loro continuo modificarsi sulla base delle reti IEMP. Marx, invece, dopo aver ridotto tutta l'analisi al fattore economico (la lettera E nell'acronimo IEMP), ricadeva con il "Manifesto del partito comunista" nel puro fattore Politico (la lettera P nell'acronimo IEMP), cioè nella conquista del Potere (politico-statale) tramite il Partito (politico) dei "comunisti". Una grande confusione mentale tra la rete politica e quella economica che in Russia, dopo la avvenuta conquista del potere "politico" nel 1917, portava alla crisi "economica" che avrebbe distrutto dopo soli 70 anni l'impero neozarista di Lenin-Trotzky-Stalin. In Cina i mandarini rossi del Partito Comunista pensano furbescamente di accoppiare la dittatura del proletariato (nessuna libertà politica) con un capitalismo feroce (nessuna libertà economica). Tutti gli altri riformatori sociali invece cercavano e cercano oggi alternative sperimentali sul terreno dell'economia e della cultura, oltre che su quello dello istituzioni politiche. Attraverso la solidarietà attiva, la cooperazione mutualistica, la ricerca storica e scientifica oltre a quella filosofica o religiosa. Prevaleva però l'analisi di Marx perchè era interna al filone culturale dominante del pensiero astratto autoritario e gerarchico dell'assolutismo illuminato, dove tutto è stabilito a priori da una divinità ridefinita come "la Storia" e gli individui viventi sono solo espressione di queste forze onnipotenti e impersonali. Prevaleva sul piano culturale la logica religiosa dell'Agenzia templare, sul piano pratico la logistica politico-militare dell'Agenzia palatina. È il noto e inesorabile meccanismo della profezia che si autoavvera ma in forme tragicamente peggiori di quelle auspicate. Prevale la logica della conquista del Potere politico e militare anzichè quella della tessitura delle reti viventi di vita organizzata dei gruppi umani. È importante, come nella ricerca scientifica, sperimentare prima le teorie astratte che si vanno a proporre alll'intera umanità (che poi le sperimenta sulla propria pelle). Questi gruppi umani hanno infiniti obbiettivi che tentano di raggiungere organizzandosi in reti multiformi, alcuni fondamentali, rivolti alla riproduzione gioiosa della specie ed alla costruzione dei significati culturali delle loro interazioni con l'ambiente, altri non definibili in quanto di piccoli gruppi o individuali.
§4. Sistemi cooperativi complessi
Userò questo modello IEMP sia per l'analisi storica sia soprattutto per la proposta di una costruzione diffusa, decentralizzata, sperimentata, dal basso verso l'alto, di sistemi cooperativi complessi. Attraverso la cooperazione viene esaltata la fondamentale unità dei processi IEMP, rendendo così possibile una riforma strutturale stabile e robusta del sistema IEMP attuale. Inoltre non vengono eliminati competizione o conflitti ma tenuti in equilibrio all'interno di un quadro cooperativo di mutuo vantaggio per tutti, natura compresa. Si tratta ora di liberarsi dei vecchi schemi marxisti e leninisti, eredità delle burocrazie culturali e politiche occidentali, e riprendere in modo unitario la sperimentazione dei socialisti "utopisti" riformisti per avviare una transizione dall'attuale sistema capitalistico basato sul concetto di accumulazione e crescita infinite ad un diverso stile di vita. Per ridurre e gradualmente eliminare ogni forma di disuguaglianza, in primis quella di genere tra uomo e donna, una vera e propria tragedia logico-culturale dagli spaventosi effetti distruttivi. Per affrontare e risolvere le tre grandi crisi, ambientale, economica, geopolitica e militare. La conclusione dunque è un invito a ricollegarci idealmente all'antico passato, al ruolo della Madre come centro focale della nostra cultura umana e della nostra riproduzione sia fisica che simbolica come specie, ad una solidarietà da estendere ad ogni aspetto della vita sociale. Utilizzando allo stesso tempo tutte le conoscenze e tutta l'esperienza individuale, emozionale, spirituale, artistica, relazionale, accumulata come memoria collettiva. Questa memoria va liberata per costruire una nuova intelligenza collettiva nella quale tutti siano attori e sceneggiatori. Questo è possibile. Se ci riusciamo potremo leggere questi 5000 o 7000 anni di stress come un lento processo di immunizzazione da un contagio sempre possibile.